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Autore: moose    17/12/2011    1 recensioni
Un sogno può influenzare l'umore? Può, in quelche modo, condizionare ciò che faremo durante il giorno? ...Ecco le domande che mi sono posta per scrivere questo testo e quanto segue è una delle possibili risposte....
Buona lettura!!
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sogno

Le 07.28, due minuti d’anticipo sul suono ghiacciato e metallico di quella sveglia antica che ricordava quelle delle nonne.
Oggi è praticamente impossibile che faccia ritardo e mentre apro le finestre della cameretta mi sento come una bambina il giorno di natale in mezzo ai pacchetti colorati e sembra che la luce sprizzi della mia pelle anziché da un sole in ascesa.
Già quel giorno è finalmente arrivato; conscia del fatto di essere in tremendo anticipo mi fiondo in bagno per lavarmi e preparami e dopo una colazione leggera sono fuori di casa nel giro di venti minuti.

Il viaggio in macchina dura appena cinque minuti e mi ritrovo nel parcheggio del teatro, mentre un sorriso nasce sulle mia labbra realizzando di aver “dato troppo gas”, espressione presa in prestito da Lisa in merito alla mia guida spericolata.
Ho sempre amato la danza e i saggi di fine corso che hanno sempre avuto quel fascino particolare: essere li, sul palco, mettendo tutta me stessa in ogni passo, in ogni movimento cercando di emozionare e regalare sensazioni uniche a chi è venuto ad assistere.
Ma all’esibizione mancano ancora un po’ di ore e mentre mi cambio arrivano i miei compagni di viaggio, anche loro ansiosi di dimostrare ancora una volta che la danza è passione.
Il tema di quest’anno è l’amore noi abbiamo scelto di rappresentare, in versione danzata, la storia d’amore per antonomasia: Romeo e Giulietta. All’inizio è stato arduo decidere come impostare il lavoro e assegnare le parti, ma oggi è palpabile che tutti siamo soddisfatti del risultato e speranzosi per la risposta del pubblico.
Le canzoni si susseguono senza sosta e perfino il custode del teatro, incuriosito, si siede in platea ad osservarci; all’improvviso la voce di Gianna, la nostra tecnica del suono, dalla sala comandi ci avvisa che ormai sono le 19.00 e che forse sarebbe il caso di andare ad “addobbarsi” per la grande sera.
Davanti l’ingresso ci ricordiamo gli abiti e gli accessori che dobbiamo portare di li a poco e voliamo a casa a farci una doccia.

Arrivata a casa trovo i miei genitori che mangiano, quasi pronti per la serata; mentre pattino verso il bagno mia mamma mi ferma e mi dice che questa sera dovrò badare all’anziana vicina di casa, mentre loro sarebbero andati allo spettacolo.

Rido.

La mamma è sempre stata una persona che ama gli scherzi, da sempre lei ha organizzato le feste di compleanno mie e di mio fratello.
Lei insiste; la vicina ha bisogno di compagnia, è sola e non ha con chi parlare.
Mi ritrovo a pensare che è più che normale dato che la vicina bisognosa non è altro che una bisbetica impossibile da domare, acida come poche che è riuscita ad allontanare i familiari e i pochi amici che aveva; niente e nessuno le è mai andato a genio men che mai i giovani, che secondo lei sono il male e la rovina del mondo.

Perché dovrei donare conforto a chi rende solo perfidia?
Nego il mio aiuto.

Men che mai questa sera sono in vena di far volontariato. Normalmente non sono così, ma questa sera è troppo importante, è programmata da un anno, è tutto l’anno che ci lavoro. A me è stata assegnatala la parte della protagonista e so già che se non mi presentassi la parte verrebbe data a Luisa, la Diva del gruppo e la cosa non è fattibile.
La mamma insiste: è un mio dovere, ha già chiamato Gianluca, il fondatore del gruppo, e nonostante una leggera delusione per lui va bene; la Diva sarà già stata avvisata e tempo zero sarà tornata a teatro.

Non ci credo.
E’ impossibile.
Nonostante sia giugno mi assalgono ondate di freddo.
Chiudo gli occhi mentre un cupo ronzio mi riempie le orecchie.
La gola mi si chiude.
Altro che doccia per poi ritornare in teatro.

Un minuto.

Due minuti.

Spalanco gli occhi e la prima cosa che vedo è il soffitto, mentre quel ronzio continua ad invadermi le orecchie.
Il mio viso è coperto da un velo di sudore freddo.
Il suono della sveglia m’infastidisce e finalmente mi decido a spegnerla.

07.32.

Svegliarsi dopo un incubo del genere non è il modo migliore per iniziare la mattina dello spettacolo di fine corso.
Mi riprometto di non guardare film horror la sera prima di grandi date e decido di non rischiare tornando a casa dopo le prove di oggi e penso che usufruirò delle docce del teatro…..  

 

 

 

 

 

 

******

Angolino Autrice!!!

 

Beh, che ve ne pare?? Ecco la prima FF che pubblico… spero sia di vostro gradimento! Per farla breve: io fortunatamente non ho vicini del genere e  non mi è mai capitata una cosa così. Spero comunque di aver reso l’idea di sogno e di risveglio (leggermente traumatico direi).
Fortunatamente non mi è mai capitato di fare sogni del genere (anche perché generalmente non ricordo cosa sogno, a meno che non mi abbia particolarmente colpito ^.^).
A voi è mai capitato qualcosa di simile? Fatemi  sapere cosa ne pensate!!

   
 
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