Le
07.28, due minuti d’anticipo sul suono ghiacciato e metallico
di quella sveglia
antica che ricordava quelle delle nonne.
Oggi
è praticamente impossibile che faccia ritardo e mentre apro
le finestre della
cameretta mi sento come una bambina il giorno di natale in mezzo ai
pacchetti
colorati e sembra che la luce sprizzi della mia pelle
anziché da un sole in
ascesa.
Già
quel giorno è finalmente
arrivato;
conscia del fatto di essere in tremendo anticipo mi fiondo in bagno per
lavarmi
e preparami e dopo una colazione leggera sono fuori di casa nel giro di
venti
minuti.
Il
viaggio in macchina dura appena cinque minuti e mi ritrovo nel
parcheggio del
teatro, mentre un sorriso nasce sulle mia labbra realizzando di aver
“dato
troppo gas”, espressione presa in prestito da Lisa in merito
alla mia guida
spericolata.
Ho
sempre amato la danza e i saggi di fine corso che hanno sempre avuto
quel
fascino particolare: essere li, sul palco, mettendo tutta me stessa in
ogni
passo, in ogni movimento cercando di emozionare e regalare sensazioni
uniche a
chi è venuto ad assistere.
Ma
all’esibizione mancano ancora un po’ di ore e
mentre mi cambio arrivano i miei
compagni di viaggio, anche loro ansiosi di dimostrare ancora una volta
che la
danza è passione.
Il
tema di quest’anno è l’amore noi abbiamo
scelto di rappresentare, in versione
danzata, la storia d’amore per antonomasia: Romeo
e Giulietta. All’inizio è stato arduo
decidere come impostare il lavoro e
assegnare le parti, ma oggi è palpabile che tutti siamo
soddisfatti del
risultato e speranzosi per la risposta del pubblico.
Le
canzoni si susseguono senza sosta e perfino il custode del teatro,
incuriosito,
si siede in platea ad osservarci; all’improvviso la voce di
Gianna, la nostra
tecnica del suono, dalla sala comandi ci avvisa che ormai sono le 19.00
e che
forse sarebbe il caso di andare ad “addobbarsi” per
la grande sera.
Davanti
l’ingresso ci ricordiamo gli abiti e gli accessori che
dobbiamo portare di li a
poco e voliamo a casa a farci una doccia.
Arrivata
a casa trovo i miei genitori che mangiano, quasi pronti per la serata;
mentre pattino
verso il bagno mia mamma mi ferma e mi dice che questa sera
dovrò badare
all’anziana vicina di casa, mentre loro sarebbero andati allo
spettacolo.
Rido.
La
mamma è sempre stata una persona che ama gli scherzi, da
sempre lei ha
organizzato le feste di compleanno mie e di mio fratello.
Lei
insiste; la vicina ha bisogno di compagnia, è sola e non ha
con chi parlare.
Mi
ritrovo a pensare che è più che normale dato che
la vicina bisognosa non
è altro che una bisbetica impossibile da
domare, acida come poche che è riuscita ad allontanare i
familiari e i pochi
amici che aveva; niente e nessuno le è mai andato a genio
men che mai i
giovani, che secondo lei sono il male e la rovina del mondo.
Perché
dovrei donare conforto a chi rende solo perfidia?
Nego
il mio aiuto.
Men
che mai questa sera sono in vena di far volontariato. Normalmente non
sono
così, ma questa sera è troppo importante,
è programmata da un anno, è tutto
l’anno che ci lavoro. A me è stata assegnatala la
parte della protagonista e so
già che se non mi presentassi la parte verrebbe data a
Luisa, la Diva del gruppo e la cosa
non è
fattibile.
La
mamma insiste: è un mio dovere, ha già chiamato
Gianluca, il fondatore del
gruppo, e nonostante una leggera delusione per lui va bene; la Diva sarà già stata
avvisata e tempo
zero sarà tornata a teatro.
Non
ci credo.
E’
impossibile.
Nonostante
sia giugno mi assalgono ondate di freddo.
Chiudo
gli occhi mentre un cupo ronzio mi riempie le orecchie.
La
gola mi si chiude.
Altro
che doccia per poi ritornare in teatro.
Un
minuto.
Due
minuti.
Spalanco
gli occhi e la prima cosa che vedo è il soffitto, mentre
quel ronzio continua
ad invadermi le orecchie.
Il
mio viso è coperto da un velo di sudore freddo.
Il
suono della sveglia m’infastidisce e finalmente mi decido a
spegnerla.
07.32.
Svegliarsi
dopo un incubo del genere non è il modo migliore per
iniziare la mattina dello
spettacolo di fine corso.
Mi
riprometto di non guardare film horror la sera prima di grandi date e
decido di
non rischiare tornando a casa dopo le prove di oggi e penso che
usufruirò delle
docce del teatro…..
******
Angolino
Autrice!!!
Beh,
che ve ne pare?? Ecco la prima FF che pubblico… spero sia di
vostro gradimento!
Per farla breve: io fortunatamente non ho vicini del genere e non mi è mai
capitata una cosa così. Spero comunque
di aver reso l’idea di sogno e di risveglio (leggermente
traumatico direi).
Fortunatamente
non mi è mai capitato di fare sogni del genere (anche
perché generalmente non ricordo
cosa sogno, a meno che non mi abbia particolarmente colpito ^.^).
A
voi è mai capitato qualcosa di simile? Fatemi sapere cosa ne pensate!!