Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Midori_chan    17/12/2011    3 recensioni
La macchina li aspettava, fedele e vecchia, nessuno le metteva le mani addosso, era come una suora. E ripresero a correre per il prossimo paese, la successiva festa, la nuova saga delle polpette.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Rock'n Roll'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


(Mid si vergogna a mostare la sua faccia) Mi dispiace, davvero, ma per problemi di linea non ho internet e anche per un bel po'. Scusate. Ora sono appoggiata alla linea della mia amica Elle.
 Il resto lo aggionerò tra il 24 e il 26 dove per miracolo natalizio avrò internet e in quei giorni trovere gli aggiornamenti di Gatto per soldi.
Parlando della storia: è ambientata in america, nella old america, quella che piace a me. Bho, non so che aggiungere, solo NON UCCIDETEMI :D Vi voglio bene Cacchine verdi, dalla vostra Mid sweet merry christmas!





Sul lato della strada asfaltata, rotta e poco frequentata che univa l’Alabama e il Tennessee, si era fermata una macchina; dal cofano della Cadillac Eldorado nera sverniciata fuoriusciva del fumo bianco riconducibile al motore e un moro, la corta maglia sfrangiata che gli lasciava scoperto il ventre chiaro, i glutei stretti nei scuri pantaloni in pelle, gli stivali a punta affondati nella terra morbida, era intento a sistemare quello che rimaneva del suo vecchio catorcio. Una goccia di sudore scese elegante dalla sua fronte, tracciò delicata la linea del naso un po’ all’insù e si tuffò sulla batteria bollente evaporando istantaneamente. La portiera sbatté forte e un biondino, petto scoperto, jeans corti sfilacciati e scritti, gli si fece accanto; alzandosi sulle punte dei piedi gli spinse in testa un cappello da cowboy pezzato.
-Il sole brucia a quest’ora-, disse tranquillo lasciandogli un bacio sul collo, l’altro concentrato non li diede attenzioni.
Raggiunse il centro della strada deserta e si sdraiò sulle righe gialle; la pelle scoperta della schiena premuta contro l’asfalto bollente, le ginocchia ripiegate, le braccia allargate e gli occhiali grandi, bianchi, in stile anni 60, un po’ storti sul naso. Dalla Cadillac si sentiva la radio suonare dei pezzi di Brad Paisley e Naruto non poteva fare a meno di tenere il tempo. Passo del tempo e il sole aveva arrossato la pelle del ragazzo a terra quando di colpo il cofano venne chiuso e il biondo si sedette di scatto con la mano a grattarsi la testa.
-Ora è tutto a posto?-, chiese alzando di poco gli occhiali.
-Si e non grazie a te-, si ripulì le mani in uno straccio il moro.
-Che noia che sei Sasuke!-, si lamentò Naruto alzandosi velocemente e raggiungendolo lo abbracciò stretto, premendo la testa contro il suo petto.
-Come farei senza di te?-, gli sussurrò sulla stoffa baciandola.
-Niente, ovviamente-, si tolse il cappello e lo mise sulla testa bionda allontanandolo,- Ora in macchina-, gli ordinò sedendosi per primo e mettendo in moto quando Naruto salì e si accomodò sul sedile. Dai finestrini aperti entrava aria calda, la strada in lontananza sembrava liquida e soprattutto infinita. Il biondo si era sporto con tutto il petto fuori, inginocchiandosi sulla pelle stracciata, una mano a tenere il cappello stretto sulla testa, l’altra tesa verso l’alto; cantava a squarcia gola “Sweet homa Alabama” mentre Sasuke teneva le dita nei pantaloni di Naruto per reggerlo.
-Fammi una sigaretta-, disse con tono spento il moro, non ottenendo risposta spense la radio e tirò a sedere il biondo.
-Sigaretta-, ripeté e questa volta l’altro aprì lo scompartimento e imbronciato prese tutto il necessario. Prese una cartina e ci mise un quantità eccessiva di tabacco facendone cadere parecchio.
-Ok ok, riaccendo la radio, ma falla per bene!-, si esasperò Sasuke che come aveva detto riaccese la radio. Ritornò il sorriso sulla labbra morbide del biondo e anche la sua bravura nel fare le sigarette; in breve ne fece due e con la mano sicura la portò alle labbra dell’altro e prima di accenderla gli strinse il mento lasciandogli un bacio con tanto di schiocco sulla guancia. Naruto rideva mentre pesantemente si ributtava sul sedile, era felice di fare quel viaggio con Sasuke, felice di poter stringere il suo amante senza fermarsi a pensare che qualcuno di conosciuto potesse vederli.
Con la radio accesa ad alto volume, le sigarette già mezze consumate, si dirigevano verso il successivo paese, la prossima festa, la nuova sagra delle polpette.
 
-Guarda, guarda!-, si entusiasmò Naruto quando da lontano vide una grande scritta bianca che annunciava ai visitatori “Benvenuti a Canterbury Commons”.
-La vedo anche io-, disse annoiato Sasuke aprendo il finestrino e sputando la gomma.
-Chissà se troveremo un lavoro visto che abbiamo finito i soldi-, sperava il biondo ricordando come avevano dovuto dormire nella macchina qualche giorno prima e il dolore alla schiena del giorno dopo.  L’auto decise in quel momento di far accendere la spia della benzina e dopo poco con un ultimo sussulto morì.
-Ho voglia di dormire su un letto morbido-, sospirò Naruto scivolando giù dal sedile.
-Ho voglia di fare sesso su un letto morbido-, lo guardò Sasuke leccandosi le labbra.
-Ti comprerò una bambola gonfiabile appena arriviamo-, gli sorrise serafico.
-E io ti regalerò un bel gelato alla panna che tu non potrai rifiutare-, il moro ghignò divertito.
L’altro scese dalla macchina, si diresse al cofano e ne tirò fuori un borsone arancione; senza aspettare l’amante si incamminò verso la piccola città.
-Tu farai sesso con me e non ti lamenterai, capito?-, chiese Sasuke affrettando il passo e mettendosi alla pari con il biondo che rise divertito. Il moro gli afferrò il polso fermandolo, lo strinse a se, lo baciò rude infilandogli la lingua nella bocca, ma Naruto lo allontanò sempre ridendo.
-Sei un arrapato cronico-, ripresero a camminare in silenzio; Sasuke progettava come sedurre e spingere sul letto il biondo, Naruto che immaginava la sagra delle lasagne, ma rimase deluso quando la festa del paese era dedicata alla birra, il moro esultò perché capì subito di poterlo farlo ubriacare.  Trovarono alcuni uomini intenti a montare i banconi e il palcoscenico e decisero di chiedere lì per il lavoro.
-Ehi signore, può darci del lavoro, non ci servono molti soldi-, sorrise il biondo che era più bravo a relazionarsi con le persone al contrario del moro. Il vecchietto che era intento a girare una vite si voltò,- Tu mi sembri sano e forte, ma l’altro…-, tentennò nel finire la frase.
-Chiederò a qualcuno di intelligente-, se ne andò stizzito Sasuke.
-Ci vediamo più tardi-, lo salutò Naruto agitando la mano in aria e sorrise immaginandosi il moro imprecare per la stupidità dell’uomo che credeva il biondo più forte di lui. Il ragazzo abbronzato si diede subito da fare con l’entusiasmo tipico dei giovani, anche Sasuke stava lavorando, lavava i tendoni che poi sarebbero stati messi sulla struttura. Appena calò il sole la strada prese vita, le luci furono accese, i musicisti presero a suonare, i palloncini invasero il cielo, i calici si riempirono e il cibo fu servito. Naruto si era infilato dietro un bancone a cuocere salcicce e bistecche, beveva fiumi di birra e  sorrideva alle persone; Sasuke si era allontanato con due bicchieri in mano, aveva trovato un posto nascosto e se ne stava seduto sul muretto di cinta di una casetta apparentemente abbandonata ad aspettare una telefonata del biondo.
-Fanculo Naruto-, disse improvvisamente dopo un’altra mezzora ad aspettarlo e bevve in un sorso entrambe le birre versando molto del liquido chiaro sulla maglietta.
 
Il biondo venne mandato via con la sua paga nella tasca dei pantaloni e qualche extra che era finito casualmente dalla cassa alle sue vecchie converse. Era felice come una pasqua, anche se non capiva perché proprio pasqua e non natale, forse era un po’ ubriaco, portava ciondolando due panini in mano chiamando Sasuke ad alta voce; domandò a qualcuno descrivendogli l’aspetto particolare del suo amante e alla fine lo trovo accasciato a terra apparentemente addormentato e bagnato di birra. Rise e capì di farlo fin troppe volte, così tanto che erano diventati banali quei suoi sorrisi bellissimi. Lasciò cadere il cibo e si buttò addosso al moro poggiando la testa nell’incavo del collo, sentì le braccia forti stringersi intorno al suo busto.
-Ti stavo aspettando-, gli sussurrò docile all’orecchio.
-Da ubriaco sei davvero sincero-, singhiozzò Naruto.
-Non sono ubriaco-, si tirò indietro, prese il viso abbronzato con entrambe le mani e baciò quelle labbra già socchiuse. Era stato il biondo ad insistere per fare quel viaggio, per allontanarsi dai pregiudizi e dai giudizi di una città dove tutti conoscevano i loro nomi, dove tutti erano pronti a separarli per il volere e il bene di non si sa chi. Alla fine, per quanto andassero lontano, era sempre uguale: seduti nella terra, nascosti, bagnati a baciarsi lontano dagli occhi di tutti perché la loro storia era strana, malata.
-Non te lo dico spesso, ma io ti amo-, il moro si alzò, tirò su con se l’altro, intrecciò le dita pallide con quelle abbronzate e prese a correre verso la festa.
-Dove andiamo?-, chiese senza fiato Naruto.
-A baciarci davanti tutti-, urlò fuori di se Sasuke.
-Sei impazzito, è successo, lo sapevo che sarebbe successo!-, rise il biondo andando a sbattere contro la schiena  ampia dell’altro che si era fermato improvvisamente. Al centro della via, bancarelle da un lato, palco dall’altro, bambini che giocavano con gli yo-yo da una parte, adulti a bere birra e loro lì in mezzo, per mano, con il fiatone, le gote arrossate. In quel momento era come fottere il mondo intero, quando le due bocce si posarono l’una sull’altra, le lingue si toccarono avide, bisognose di avere ancora quel tocco bagnato. La musica continuava a suonare, le persone a passeggiare, i bambini a giocare, nessuno gli puntava le dita contro, nessuno gli stava per picchiare. Si staccarono ansanti, sul viso di Sasuke si poteva quasi scorgere un mite sorriso, un’illusione bellissima che fece battere il cuore del biondo più di quanto già non facesse.
-Potremmo rimanere qui a vivere-, e questa volta sorrise sentendo un sentimento vero accompagnato a quel gesto, a quella semplice increspatura delle labbra. Il moro alzò le spalle lasciando libero spazio alla scelta di Naruto; faceva sempre così Sasuke, non si prendeva mai le responsabilità delle proprie azioni, non voleva avere torto se ce ne fosse stato modo, lasciava scegliere all’altro così da poterlo rimproverare, così da litigare, così da poter far  pace, di solito con del sesso. Naruto si abbandonò fra le sue braccia e iniziò a muoversi al ritmo della musica, sembravano una delle tante coppie che sotto il palco ballavano, nessuno li guardava con astio.
-Forse questa città è il paradiso e noi siamo morti durante un incidente d’auto-, propose il biondo parlando direttamente dell’orecchio dell’altro con voce bassa, sussurrata, come se ad alzarla tutto si sarebbe distolto.
-Uhm-, si limitò il moro posando il mento tra i capelli biondi, avevano perso morbidezza, non trovavano mai posto in alberghi con i pochi soldi che avevano e quando riuscivano a lavarsi era senza balsamo o shampoo; quei capelli avevano il dolce odore amaro di Naruto, il suo sudore, per via del lavoro, sapeva sempre di buono, selvatico.
-Troviamo una camera-,furono le parole del biondo.
 
Un quarto della loro paga era andata persa per pagare una stanza almeno decente, con l’acqua calda e il letto senza scarafaggi. Aprirono la porta soddisfatti, buttarono i vestiti a terra senza curarsene e corsero in bagno, nella piccola doccia stretta per i loro corpi. L’acqua li colpì in pieno, la sensazione meravigliosa dell’acqua calda tra i loro baci, i capelli sciolti sotto del sapone tra le dita, li fece dimenticare tutta la stanchezza del viaggio, l’amarezza di esser dovuti scappare, la consapevolezza di non avere i soldi per il mangiare, per la benzina, per i vestiti. Uscirono a fatica, i corpi intrecciati sembravano non passare per la piccola entrata, bagnati scivolarono sul materasso morbido, Naruto si lasciò sfuggire un gridolino di gioia e Sasuke lo fece gridare di più. Grazie all’acqua le due dita scivolarono all’interno senza farsi sentire, il moro allargò con quelle l’apertura, con estrema cura come solo un feticista farebbe, si piegò a leccare al suo interno, i capelli neri strattonati dalla presa del biondo che lo richiamava verso qualcosa che richiedeva più attenzioni, spiccava poco sopra, retto e duro, tremava impaziente di assaggiare il calore della gola e forse delle carni dell’altro. Sasuke assecondò l’amante, si calò sul suo bisogno e lo baciò in punta guardando dritto negli occhi azzurri mentre afferrava la base e ne percorreva con la lingua la lunghezza.
-Voglio possederti-, gemette Naruto alzandosi a sedere e accarezzando la guancia che pompava la sua asta. Il moro si alzò e parlò soffiando sulla punta,- Dopo-. Finì di pronunciarsi e si infilò forte all’interno respingendo sulla schiena l’altro, il bacino alzato per far affondare di più in profondità il membro bollente. Fino al mattino, fino alla fine del tempo pagato, poco prima di raccogliere tutti i vestiti, rubare gli asciugamani, gli spazzolini e le saponette, si stuzzicavano ancora mentre preparavano la borsa mettendoci dentro i cuscini e il phon, sempre dell’albergo. Naruto era allegro come da tempo non era più, saltellava sulla strada verso la macchina con due borsoni e la tanica di benzina, cantava “Country Roads” senza conoscere bene le parole, ma gli bastava il ritmo e le sillabe mangiate. La macchina li aspettava, fedele e vecchia, nessuno le metteva le mani addosso, era come una suora. E ripresero a correre per il prossimo paese, la successiva festa, la nuova saga delle polpette.
-Questa volta cerchiamo la sagra delle lasagne-.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Midori_chan