“Ma
guarda guarda che
bella coppietta cha abbiamo qui…”
Jaden
scattò indietro
come se improvvisamente le labbra di Jesse scottassero e si rimise a
sedere,
guardandosi nervosamente intorno; l’altro, al contrario, si
mosse lentamente:
si mise a gattoni e cominciò a vagare nelle vicinanze
passando le mani nell’erba,
come cercando qualcosa.
Jaden
lo guardò confuso
e non poté fare a meno di dirgli: “Jesse, va bene
che Viper non è proprio
altissimo, ma non credo riesca a nascondersi
nell’erba…” lo disse tanto
seriamente che il blu si voltò a guardarlo prima di
scoppiare a ridere.
Sembrava
stesse per
morire: rideva talmente tanto che aveva finito con il rotolarsi
nell’erba, le
mani premute sulla pancia e gli occhi chiusi con agli angoli delle
lacrime cristalline
che premevano per liberarsi dalla trappola delle folte ciglia del
ragazzo.
“Perché
ridi?” anche se
era una domanda logica, mentre lo diceva Jaden si sentì
stupido: evidentemente
doveva essersi perso qualche pezzo.
Dopo
un paio di lunghi
secondi Jesse riprese almeno in parte il controllo di sé e
riuscì a rimettersi
in ginocchio, la braccia strette intorno al proprio corpo per il freddo
notturno: “Non è Viper, non del tutto almeno.
È solo la sua voce: registrò
questa frase anni fa, la prima volta che persi la scommessa e
disseminò
minuscoli registratori per tutti il bosco circostante: tutte le volte
che
scappavo le attivava e mi mettevano talmente tanta strizza che
cominciavo a
correre fino a farmi beccare immancabilmente dalle sue telecamere;
dobbiamo
stare attenti, in questa zona non ce ne sono, ma basta inoltrarsi un
po’ di più
nel bosco per vedere la follia messa in atto da Viper.
Fortunatamente,
a lungo
andare, ho scoperto i suoi trucchi ed ho imparato ad evitarli, quindi
non
dovremmo finire nei guai se stiamo attenti.” Mentre parlava
Jesse aveva
individuato il mini-registratore e lo aveva lanciato verso
l’interno del bosco,
quindi era tornato il silenzio più assoluto.
Jaden
fissò l’amico con
occhi spalancati, come se non lo avesse mai visto prima ed in un certo
senso
era così: ora riconosceva in il suo migliore amico, ma stava
velocemente
scoprendo molte cose nuove su di lui, e doveva ammettere che quello lo
spaventava, tanto che rimase zitto e immobile a fissare
l’altro; fu lo sguardo
ferito di Jesse a riscuoterlo: “Non mi guardare
così, per favore. So che non è
divertente, ma è così e almeno fin quando non mi
libero di Viper dovrai
imparare a conviverci… poi, se vorrai, sarai liberissimo di
sparire e non sarò
certo io a trattenerti. Ti chiedo solo si aspettare un
po’.” Jesse abbassò lo sguardo
sulle proprie mani tornando ad essere il ragazzo a tratti allegro a
tratti
timido che Jaden aveva conosciuto più di un anno primo sul
tetto della scuola.
Quel
ricordo fece
sorridere lo Slaifer Rosso, che si sentì in colpa per aver
lasciato capire così
facilmente che era terrorizzato dalle novità di Jesse; si
alzò e si avvicino
rapido all’altro, inginocchiandosi al suo fianco:
“Guardami.” Non riusciva più
a vedere i suoi occhi chiari, nascosti da una fitta cortina di capelli
blu;quando
Jesse scosse la testa, Jaden capì che stava piangendo.
“Piccolo,
guardami.” Ripeté
alzando il mento di Jesse con due dita e
costringendolo a fissare gli occhi nei propri:
“Non fare così, dai…”
Gocce
salate rigavano
dispettose le guance di Anderson, che sembrava voler sparire per la
vergogna: “Mi
comporto come una ragazzina isterica, scusami. Non dovrei farlo,
io…”
“Ascoltami.”
Jaden lo
interruppe quasi subito: “Ti conosco bene ormai e so
benissimo che sei timido,
bello bello e un po’ pazzerello.”
Cercarono
entrambi di
trattenere un sorrisetto, invano, quindi Jaden riprese a sussurrare:
“So che
hai paura, non sei costretto a fingere che non sia
così… chiunque sarebbe
terrorizzato al tuo posto, quindi non ci vedo niente di strano, anzi.
Ti prometto
che ci libereremo di Viper e poi non sparirò: ti voglio
troppo bene per sparire
ancora.”
Jesse
lo fissò qualche
secondo quindi sorrise dolcemente e sussurrò un
“grazie” appena udibile, gli
occhi chiari carichi di speranza.
Jaden
sorrise a sua
volta e lo attirò a sé per baciarlo ancora prima
di rendersene conto: era bello
baciare Jesse, era… caldo.
Era
strano sentire il
suo migliore amico diventare qualcosa di più, ed era
altrettanto strano
rendersi conto di volerne sempre di più: Jesse era come una
droga per lui, ma
decisamente era una droga che gli piaceva… gli piaceva da
morire e molto, forse
troppo per un ragazzo di diciotto anni, intensamente.
***
Viper
stava seduto sul
letto di Jesse, furente: aveva riattivato tutte le telecamere e i
registratori,
ma Anderson ormai era cresciuto e non cadeva più noi suoi
trucchetti… come se
non bastasse, ora era libero: evidentemente Yuki lo aveva liberato: era
stato
stupido rifare il patto davanti a lui, ma non credeva lo avrebbe mai
fatto.
Invece,
ora Jesse era
libero e non poteva più controllarlo.
Ma
i tempi erano
cambiati e non aveva intenzione di sparire, scommessa o non scommessa:
Jesse
Anderson era SUO, gli apparteneva fin dalla nascita, fin da quando lo
avevano
nominato suo padrino.
Non
aveva intenzione di
lasciar andar quel servetto diligente che aveva addestrato nel tempo e
soprattutto non voleva rinunciare a lui come puttanella: Jesse era
fottutamente
bello e sapeva… distrarlo.
Soprattutto
se, come
aveva detto a Yuki, lo prendevi dal verso giusto; quindi doveva trovare
assolutamente una soluzione e riprendere il controllo su quel ragazzo.
E
quello comportava
anche la casuale morte di Jaden: quello stronzo aveva osato rubargli la
troia
personale e gliela avrebbe pagata cara.
Ma
ormai era solo
questione di tempo: prima o poi avrebbero fatto un passo falso e lui li
avrebbe
beccati.
E
poi, il fatto che
LORO stavano per arrivare, non faceva altro che facilitarli il
compito… sarebbe
sicuramente stata una bella sorpresa per Jesse, proprio come quelli
scemi si
erano ripromesi…