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Autore: Beapot    17/12/2011    4 recensioni
"Non ci parlavamo ed eravamo troppo chiusi nel nostro dolore e nei nostri pensieri per preoccuparci dell'altro, ma lei mi mancava.
Così vicina, eppure così distante."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'I wish I could love you'
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A Morgana85, per augurarle un felice compleanno!

 

Ecco perché non posso lasciarti

 

Dopo la partenza di Ron eravamo ancora più soli.

Non ci parlavamo ed eravamo troppo chiusi nel nostro dolore e nei nostri pensieri per preoccuparci dell'altro, ma lei mi mancava.

Così vicina, eppure così distante.

Mi mancavano le sue teorie contorte su come trovare il prossimo Horcrux e i suoi rimproveri, mi mancavano i suoi sguardi preoccupati quando si accorgeva che la cicatrice bruciava di nuovo.

Passava le giornate nascondendo gli occhi gonfi di pianto dietro il libro che ormai conosceva a memoria, e vederla raggomitolata in una coperta a leggere vecchie fiabe per bambini mi inteneriva.

Non era giusto che continuasse a soffrire, e ogni singhiozzo che non riusciva a trattenere era un tuffo al cuore per me.

Hermione, ho preparato qualcosa da mangiare.” dissi incerto.

Non ho fame.” mormorò girandosi dall'altra parte per evitare che vedessi le sue lacrime.

Dovresti mangiare.” tentai avvicinandomi piano, ma lei si ritrasse verso il muro facendo cigolare il letto.

Tu dovresti pensare a cosa fare, invece che stare qui con le mani in mano.” buttò lì, e quelle parole mi colpirono in pieno.

Strinsi nervosamente i pugni e abbassai lo sguardo.

Mi stava facendo male, mi stava aggredendo, anche se il suo tono era mite. Non potevo vedere il suo viso, ma sapevo che vi era dipinta un'espressione dura.

Mi voltai senza dire niente e tornai ai fornelli, dando un'ultima mescolata a quella che sarebbe dovuta essere una zuppa. Nemmeno le mie peggiori pozioni avevano mai avuto un aspetto così poco invitante.

Lasciai che il vapore proveniente dalla pentola mi appannasse le lenti degli occhiali, dando una giustificazione al pizzicore agli occhi che mi aveva colpito dopo le sue parole.

Strinsi i denti e cercai di non pensarci, ma dentro di me sapevo che era delusa da me quanto Ron.

Forse si era addirittura pentita di non averlo seguito, e ora era costretta a stare con me perché non aveva un altro posto dove andare. A quel pensiero un'altra stretta mi strinse lo stomaco, e un moto di rabbia e frustrazione si impadronì di me.

Colpii con forza la pentola facendola cadere a terra e bruciandomi il dorso della mano.

Al diavolo il pranzo, tanto non avevo davvero fame.

Tutto a posto?”

La sua voce arrivava dalla stanza accanto, lievemente preoccupata, ma io non risposi.

Non sapevo se la mia voce sarebbe stata incrinata dalla rabbia o dalla disperazione.

Cercai di alleviare almeno il dolore fisico che mi ero causato alla mano, anche se al momento era una buona distrazione da quel turbine di pensieri che mi angosciava.

Harry?

Sentii i suoi passi avvicinarsi, attutiti dal contatto con la stoffa della tenda, ma non mi voltai neanche quando mi fu alle spalle e mi posò una mano sul braccio.

Mi scostai bruscamente e lei si immobilizzò trattenendo il fiato.

Feci evanescere i resti del mio tentativo di pranzo con un pigro gesto della bacchetta, tanto per avere qualcosa da fare e non preoccuparmi della sua presenza.

Fammi vedere.”

Disse notando la bruciatura sulla mia mano, e io la lasciai fare.

Dopo una rapida occhiata tornò sui suoi passi borbottando qualcosa che somigliava a “Dittamo”, e poco dopo fu di nuovo al mio fianco con una boccetta che ormai conoscevo bene.

Iniziò a spargermi la pozione sulla ferita e dovetti trattenere un esclamazione di dolore. Cavolo, se bruciava!

Strinsi i denti e spostai lo sguardo, sempre deciso a non incontrare il suo, mentre lei faceva apparire delle bende per fasciarmi la ferita.

Ecco perché non potrei mai lasciarti da solo.”

Disse con un sorriso tenero ammiccando alla mia mano.

Poco fa mi sembrava che la pensassi in maniera diversa.”

Ribattei amaramente, guardandola male.

Le sue guance arrossirono e lei iniziò a fissare il pavimento imbarazzata.

Harry, lo sai che non volevo dire niente che ti facesse male. Non potrei mai farlo.”

Ammise piano, quasi sussurrando ai suoi piedi.

E invece l'hai fatto.”

Non riuscivo proprio a trattenermi. Mi aveva ferito e non le avrei permesso di sentirsi meno in colpa solo perché diceva di essersene pentita.

Ormai la scusa dell'Horcrux non reggeva più; nei primi tempi tendevamo ad accusare quello del nostro nervosismo, ma dopo la fuga di Ron e la rispostaccia di Hermione non c'erano più dubbi.

Si dice sempre quello che si pensa, e anche quella volta non era stato diverso.

Gli occhi di Hermione si velarono di lacrime dopo le mie parole.

Harry...”

La sua voce era incrinata dal pianto che le si era bloccato in gola, ma non sarebbe riuscita a intenerirmi.

Ero così spezzato dentro che avrei continuato a scagliarle contro tutta la mia frustrazione e il mio dolore anche se mi avesse implorato di smetterla.

E fu quello che feci.

So bene che ti sei pentita di non averlo seguito un attimo dopo che è sparito tra gli alberi! So che sei rimasta qui perché non sapevi dove trovarlo! Sei qui con me in questa schifosissima tenda solo perché non hai nessun altro posto dove andare! Ma sai che ti dico? Ti accompagno alla Tana per Natale così resti lì e non sarai costretta a rimanere con me.”

Avevo dentro tanta di quella rabbia che presi a urlare senza neanche rendermene conto. Ogni parola che dicevo era una coltellata per lei, che smise di trattenere le lacrime lasciandole cadere libere e silenziose, e una liberazione per me.

Continuai così per qualche minuto, sentendo il sangue pulsarmi nelle tempie, finché non mi accorsi che la liberazione stava lasciando il posto al senso di colpa e a nuovo dolore per le ferite che le stavo infliggendo.

Mi fermai leggermente stordito per riprendere fiato, e in quel momento Hermione si avvicinò a me mormorando il mio nome.

Harry...” un sussurro ancora spezzato, un attimo e vidi il suo viso a pochi centimetri – troppo pochi – dal mio.

Un altro istante e sentii le sue labbra cercare le mie, quasi disperatamente.

E' soprattutto per questo che non ti lascerei mai solo.”

Disse interrompendo il bacio e guardandomi con una luce che non avevo mai visto prima nei suoi occhi.

Ho bisogno di te.”
 

***


NdA: spero che la storia ti piaccia, anche se forse non è un gran che perché sono solo agli inizi... però l'iniziativa del BirthDay - A mi piaceva molto e non potevo rinunciare a pertecipare :)
- Bea

   
 
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