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Autore: SummerBreeze    18/12/2011    5 recensioni
Tratto dalla storia: «P come perfezione, puntualità, precisione, professionalità! P come Peyton, un cognome, una garanzia!» [..] Una mano alzata compare all'orizzonte dal fondo dell'aula ma non riesco a distinguerla per via della moltitudine di corpi ammassati – neanche fosse un lazzaretto – dei miei compagni, che credo stiano dormendo... O facendo un'orgia, non saprei; non ci sarebbe da stupirsi in ogni caso. «Hai dimenticato p****na, Novice»
E fu così che il mio castello di sogni e speranze crollò come il muro di Berlino nell'89.
L'artefice? Ma Logan Shepherd, naturalmente. Lui è quello che potrei definire come la mia nemesi, l'anello di congiunzione tra l'uomo e lo stronzo – nel vero senso della parola –, il capello sulla tua pietanza preferita, la pioggia nel giorno del tuo matrimonio, un giro gratis quando hai già pagato, un buon consiglio che non hai seguito e... No, cavolo. Quella è Alanis Morrisette!
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Les liaisons dangereuses

CAPITOLO VI: La linea sottile.






Ci sono cose che vanno dette, non importa quanto possano suonare stupide.

Per certe cose non si può aspettare il momento giusto. Potrebbe non essercene un altro. 
Mary E. Pearson 
  


Dire che c'è imbarazzo nell'aria fin dal primo secondo in cui i miei occhi hanno incrociato quelli marroni di Jake nella stanza del preside, sarebbe un eufemismo. Per fortuna Finch non si è accorto di nulla, troppo preso dalla fretta di andare a quel convegno; con lui l'abbiamo scampata ma con Edward credo che la cosa sarà più difficile. Ha capito che c'è qualcosa che non va, la tensione si può tagliare con il coltello e per lui, io sono un libro aperto.
Inoltre ho un gran bisogno di parlare con Jake da sola per chiarire quanto è successo ieri notte e come dovremo comportarci: se si viene a sapere che ho baciato il supplente di lettere, sia io che lui siamo completamente fritti. Devo trovare un modo per far allontanare Edward prima che sia troppo tardi! E' l'unica occasione che abbiamo per stare insieme tranquilli senza destare sospetti.
«Edward, ti vedo annoiato! Se vuoi, puoi andare! Tanto il giro della scuola è quasi finito, non credo il signor Bloom abbia bisogno di entrambi.»
Il mio migliore amico – ammesso che lo sia ancora e non mi odi a morte – mi lancia uno sguardo truce. «Ti ringrazio per l'interessamento ma no, porterò il mio compito a termine proprio come mi è stato richiesto.»
Quando fa così è davvero odioso! Se la mette così, a mali estremi, estremi rimedi.
Afferro il mio cellulare e compongo qualcosa sulla tastiera.

Me:
Devi aiutarmi.

Una manciata di secondi dopo, ecco che risponde. Il fatto che Charlie viva in simbiosi con il suo cellulare, una volta tanto può tornare ultile.

Charlotte:
Dimmi tutto Tesssoro! Problemi in vista con i due fustacchioni con cui vai girando per la scuola?

Non voglio neanche sapere come fa a saperlo di già.

Me:
Ma come fai? Comunque sì. Sono nei guai. Devi fare in modo che Edward se ne vada!

Charlotte:
Che porca! Non ti è bastato già ieri sera con Jake? Comunque ricevuto.


«Danielle» mi rimbecca Edward, infastidito «Che ne dici di mettere da parte il cellulare?»
«Ho finito.» sibilo in risposta. Per fortuna che ci sarà Charlie a dargli una lezione!
In men che non si dica, ecco Charlie all'orizzonte, più bello e chiccoso che mai, seguito da una nuvoletta di profumo per uomo. «Salve professor Bloom! Io sono Carlos Esteban Diego Antonio Miguel Julio Patrick Brown, ma lei può chiamarmi Charlie. O come le pare! Sa, da uno come lei mi farei chiamare in qualsiasi modo!»
Jake osserva Charlie smarrito, tendendogli la mano. «Credo che mi limiterò a chiamarti Charlie, ma grazie.»
La checca si lascia andare a una risatina frivola. «Mi scusi, il fascino del proibito! Ogni volta che vedo un prof avvenente, sento un qualcosa dentro, un impulso irresistibile che mi dice “Provaci, Charlie”!»
Jake assume un'espressione sempre più inorridita. Almeno non è scappato con le mani ai capelli come fece il signor Milton qualche giorno fa, sono passi avanti. «Charlie, che ci fai qui?»
Ma il mio amico è talmente preso dai suoi deliri che glissa la mia domanda, sommergendoci con un fiume in piena di parole. Ho come l'impressione di aver fatto un buco nell'acqua... Non che ci sia qualcosa di strano, ultimamente tutto ciò che faccio si trasforma in qualcosa di terribile e ingestibile! Sono la Re Mida dei disastri. «Prof, lei che insegna letteratura ne sa sicuramente qualcosa riguardo ciò che sto per chiederle.»
Sento che sta per spararne una grossa.
«Charlie...» lo rimbecco io, ma senza risultato.
«Ehm, sì. Certo.»
«Bene! Cos'è che fa rima con “razzo”?»
Oh mio Dio.
«Ora capisco perché il signor Milton è scappato a gambe levate! Charlie, c'è altro all'infuori del sesso.» lo redarguisce Jake, divertito. Almeno sta allo scherzo, va acquistando punti! Non che la cosa mi riguardi.
«Sesso orale? Preliminari? Massaggi erotici? Sesso anale? Quello fa parecchio male.»
E' un istituto popolato prevalentemente da ninfomani e satiriaci! E quella di chiamare Charlie è stata una pessima idea, sono più nei casini di prima. «Charlie, che diavolo ci fai qui me lo spieghi?» sbotto furiosa.
Perlomeno ho ottenuto la sua attenzione.
«Ah già.» mormora lui, laconico. «Edward, devi aiutarmi!»
«Io?»
La checca assume un'espressione sempre più mesta e teatrale «Proprio tu! Sei la fonte dei miei guai!»
«E perché mai?»
«Ti ricordi quel ragazzo che mi hai presentato? Quel poeta maledetto, il Baudelaire dei poveri? Quello molto caliente?»
Come se Baudelaire fosse ricco. «Ti riferisci a Jonah?»
«Ah, si chiama così?» Charlie e la credibilità sono due rette parallele che non si incontreranno mai. «Beh, proprio lui. Johnny! Sai, stamattina mi ha lasciato!»
E detto ciò, scoppia in un drammatico pianto senza nemmeno le lacrime.
«Ma che ti importa? Non ricordavi neanche il nome!» ribatte Edward.
«Cacchio. Beh, allora devi aiutarmi in letteratura! Lunedì abbiamo compito e non so assolutamente niente. Avrei chiesto a Jimmy, ma sai com'è, lui mi ha lasciato!»
«C'è Danielle!»
«Giammai! Non potrei studiare al cospetto di tanta crespaggine di capelli. Penserei alle soluzioni per renderli più morbidi.»
Ancora con la storia dei capelli crespi! Non è vero che sono così brutti! In tutto questo, Jake è passato dal totalmente scandalizzato all'assoluto divertimento, sta ridendo di gusto da circa 5 minuti buoni; può darsi che sia una risata isterica.
«Edward non vorrai mica abbandonare un amico in difficoltà!» commento io con sottile ironia e per poco rischio di essere fulminata con lo sguardo da lui, ma ben gli sta.
«Puoi andare. Ci penserà Danielle a farmi finire il giro, non c'è problema. E grazie mille per la tua disponibilità!»
Senza neanche dargli il tempo di ribattere, Charlie afferra Edward per il braccio e lo trascina via con sé, urlando a Jake che “non vede l'ora di rivederlo a lezione”.
Sempre il solito Charlie Brown.
Finalmente io e Jake siamo rimasti soli. «Prof, vuole vedere la stanza più isolata dell'istituto?»
«Mi stai facendo una proposta indecente?» ammicca lui sottovoce, per evitare di essere sentito.
Okay, il discorso potrebbe prendere una brutta piega. «Ehm. Vorrei prima parlarti.»
«E sia»
Senza dare troppo nell'occhio, conduco Jake negli archivi della scuola, l'unica stanza protetta da un codice – neanche fossimo nel caveau di una banca – di cui io, per caso assolutamente fortuito, sono a conoscenza. Ci sono dati molto riservati e nessuno può metterci piede se non le persone autorizzate, tra cui io. Cosa fa fare l'essere la cocca del corpo docenti!
Durante il tragitto ho avuto modo di osservare meglio Jake – e soprattutto da sobria e alla luce del sole – e mi sono resa conto che è veramente un bel ragazzo: si vede fin da subito che è molto carismatico e attraente, inoltre ha un sorriso meraviglioso, gli occhi dall'espressione molto intensa, la barbetta incolta e i lineamenti molto decisi. Trasuda mascolinità da ogni dove.
Non ha per niente l'aria acerba di un ragazzino, lui è proprio... Uomo.
E devo dire che la cosa mi stuzzica parecchio.
«Ti avevo detto che speravo di rivederti presto, ma non pensavo tanto presto.» esordisce lui, non appena dentro «E sicuramente non nelle vesti di un'alunna. E' proprio un bell'impiccio»
«Un impiccio bello e buono. Che si fa?»
«Danielle, c'è qualcosa di speciale in te» esordisce lui e sembra un tantino titubante. Stiamo forse per arrivare alla parte del maledettissmo “ma”? «Ieri ti ho notata subito mentre eravamo al Qube e volevo davvero rivederti, specie dopo aver conversato. Sai essere brillante persino da brilla»
Arrossisco per il mezzo complimento e mi lascio sfuggire un sorrisino. «Dov'è il ma
«Il “ma” è che entrambi rischiamo veramente moltissimo. Io il mio posto di lavoro, tu la tua futura ammissione alla Brown e un'espulsione!»
La verità mi piomba addosso con un sapore molto amaro.
Jake è un ragazzo più grande, interessante, brillante, intelligente, attraente e sinceramente interessato a conoscermi meglio: ho sempre sperato di incontrare un ragazzo così – e meno che mai avrei pensato che ciò sarebbe accaduto in una discoteca - e ora che me lo ritrovo a portata di mano, non posso neanche pensare di instaurare qualcosa che vada al di là del semplice scambio di idee perché lui è un mio insegnante.
Eppure lui ha ragione, con questa storia rischiamo davvero grosso: non ho intenzione di rinunciare al mio brillante futuro per uno sconosciuto, per quanto questo possa essere il potenziale uomo dei miei sogni. «Sì, hai ragione.»
«Amici?» propone lui, tendendomi la mano.
Gli stringo la mano con decisione ed esclamo sorridendo «Amici.»
Allora perché nessuno dei due si ostina a mollare la mano dell'altro? Ma non ho neanche il tempo di formulare una risposta sensata, che Jake mi attira verso sé e annulla completamente la distanza tra di noi baciandomi.
Alla faccia dell'amicizia.


Dopo essere uscita da quell'archivio, mi sento insolitamente leggera.
Oltre ad esserci baciati per un lasso di tempo davvero notevole, io e Jake abbiamo colto l'occasione per conversare un po' ed ho scoperto tantissime cose sul suo conto: ha 25 anni, si è laureato in lettere moderne alla Columbia University e poi ha conseguito il master in giornalismo sempre nella stessa, attualmente sta cercando un lavoro in qualche testata – il mondo del giornalismo è molto crudele e competitivo – e visto che i soldi scarseggiano, per ora ha accettato di fare il docente di letteratura, materia che ama.
Inoltre ho scoperto che sua zia è nella commissione per le ammissioni alla Brown e se gli dimostro di essere una studentessa abbastanza meritevole – non che ce ne sia bisogno, il mio curriculum scolastico parla da solo – potrebbe scrivermi lui stesso una lettera di raccomandazione e parlare con sua zia, quindi la carica di presidentessa del consiglio studentesco non mi servirebbe a molto, ma non si sa mai.
In altre parole, potrei mandare a quel paese Logan e dirgli di infilarsi il suo piano da depravati lì dove non batte il Sole; anche perché non posso mandare avanti la buffonata che c'è tra me e lui, considerato che io e Jake abbiamo deciso di comune accordo di accollarci il “rischio” e provare a frequentarci di nascosto.
E stasera avremo il nostro primo appuntamento ufficiale, sono in brodo di giuggiole!
Lo so, è veramente rischioso, ma voglio almeno tentarci. Inoltre è il primo ragazzo interessato a me – e che mi interessa – a non essere un disasattato o un caso umano, il che è tutto dire. Non sarà il grande amore, ma sento che è la mia possibilità di conoscere e frequentare un ragazzo in una maniera che non contenga ricatti, ripicche, patti basati sul sesso e cose del genere: una relazione normale. Per quanto di normale possa esserci nel frequentare il proprio supplente!
Ovviamente il tutto dovrà avvenire in gran segreto, tranne che per Charlie: sono sicura che lui sappia già tutto.
Ed eccomi qua, di fronte alla stanza 7, nonché alloggio della mia nemesi: devo mettere fine a questa situazione e all'assurdo rapporto venutosi a creare tra noi due. Allora perché sono talmente paralizzata da non riuscire neanche a bussare?
Chiudo gli occhi, inspiro profondamente e dopo enspiro e ripeto il procedimento almeno un paio di volte: era ciò che mi faceva sempre fare la mia analista francese durante i momenti di ansia e di solito funzionava.
E allora perché il mio pugno si rifiuta di toccare quella porta?
Quand'è che sono diventata così codarda? Diamine!
Prendo il coraggio a due mani e busso contro il legno della porta di Logan: o la va, o la spacca! «Novice!» esclama sorpreso, non appena mi vede.
«Dobbiamo parlare.»
Senza nemmeno aspettare che me lo chiedesse, entro nella sua stanza e gli impongo di chiudere la porta; sto cominciando a pensare di essere bipolare, non capisco nemmeno da dove provenga tutta questa sicurezza, ma devo dire che mi piace.
«Entra pure!» mi apostrofa il biondo, chiudendo la porta.
«Io e te abbiamo chiuso. La situazione che si sta venendo a creare è insana e io non voglio vendermi per dei voti alle elezioni e...»
«Ho capito. Il professore deve scopare davvero bene.» commenta acido.
Improvvisamente divento paonazza in viso.
«Io... Ma...» tento di ribattere qualcosa, ma le parole non mi escono fuori: sento ribollire un mix di rabbia e sdegno.
«Me l'ha detto Colin» continua lui «Vi ha visti al Qube venerdì sera e ha riconosciuto il tizio quando Gladys l'ha accompagnato qui. Abbiamo chiesto chi fosse, visto che non era mai stato qui! So già tutto, Peyton.»
«Tra me e Jake non c'è assolutamente nulla! E' il nostro professore, sarebbe poco etico!»
Dire bugie non è proprio il mio forte e ho l'impressione che non se la sia bevuta.
«Chiamarlo Jake invece è etico? Chiamare per nome qualcuno che sta al di sopra di te nella scala gerarchica, denota parecchia confidenza. Certo, a meno che lui non stia sopra non solo nella gerarchia...»
«Tu vaneggi.» sibilo furente «E non ti azzardare a dire una cosa del genere in giro!»
«Evita di farmi irritare, allora. Ora vai fuori, ho da fare e tu mi sei d'impiccio.»
Senza farmelo ripetere due volte, mi dirigo verso la porta ed esco fuori dalla stanza con l'intento di non entrarci mai più. Stupido schifoso Shepherd.
L'unico lato positivo di questa situazione è che adesso non dovrò preoccuparmi più di lui e delle sue sparate... Come cavolo ho potuto pensare di essere presa da lui? E' un essere abominevole e spregevole; sta tentando di rovinarmi la vita per diletto, ma da oggi in poi non glielo permetterò più.
A questo punto però, direi di prendere due piccioni con una fava e chiarire anche con Edward: l'idea che lui ce l'abbia con me non mi piace affatto, tengo troppo a lui e farò di tutto per farmi perdonare!

Me:
Edward è con te?


Charlotte:
No, ha capito che c'era qualcosa sotto e mi ha liquidato. Ma dimmi, che ci facevi in camera di quello stallone? Non ti è bastato Jake? ;) Appena finisci col terzo uomo – non ti facevo così popolare, porcella! - passa da me, devi aggiornarmi su ciò che non so! E non aspettarti del sesso, quelle coi capelli crespi non mi piacciono.



Sempre il solito Charlie.
In occasioni del genere Edward preferisce starsene per i fatti suoi per calmarsi e rimuginare sugli accaduti e l'unico posto dell'Eaton in cui riesce a stare bene con sé stesso è il il gazebo di mattoni che c'è nel parco, a circa un centinaio di metri da qui.
E dopo aver camminato per una manciata di minuti, la mia ipotesi diventa certezza e scorgo la sua figura appollaiata sui gradini, ed è talmente intento ad osservare il cielo da non accorgersi nemmeno della mia presenza.
«Posso sedermi?» domando, interrompendo il silenzio.
Edward mi osserva con espressione dura, ma per fortuna non adirata e mi fa cenno di accomodarmi accanto a lui: i suoi occhi sono cupi, ma almeno il colore è ritornato tendente al nocciola. «Mi dispiace davvero tanto di averti nascosto quelle cose, Ed. E' solo che mi vergognavo veramente tanto, sapevo che non avresti capito... D'altronde cose del genere non sono comprensibili. Non volevo deluderti! Ma ti prego, smettila di avercela con me, la prospettiva che tu possa odiarmi non la reggo!» pigolo afflitta.
Sembro una bambina di 6 anni che è stata appena colta sul fatto.
«Magari riuscirti anche solo a detestarti, Dan.» commenta lui e percepisco un velo di amarezza nel suo tono di voce. «Ma non capisco perché tu ti sia abbassata a questo. Mi dispiace di averti aggredita in quel modo, non te lo meritavi!»
«In fin dei conti avevi ragione. Strepito tanto quando mi si dice di lasciarmi andare, perché non voglio ritornare ad essere quella che ero, eppure mi comporto ancora come una quattordicenne... Non riesco proprio a stare lontana dai casini.»
«Per tre anni e mezzo ci sei riuscita benissimo.» afferma lui, accennando un lieve sorriso e sulle sue guance fanno capolino le fossette. Quant'è meraviglioso quando ride?
Anzi no, lui è meraviglioso in generale.
«Comunque ho chiuso con Logan e tutte quelle schifezze, gliel'ho detto poco fa.»
«Davvero?» domanda quasi sollevato.
Annuisco leggermente col capo. «Non ho intenzione di continuare così.»
«E come mai quest'improvvisa decisione?»
Gli racconto di quello che è successo venerdì sera, della mia scoperta di oggi riguardo Jake – lui aveva già intuito qualcosa, visto il mio atteggiamento abbastanza eloquente – e di quello che è successo nell'archivio della scuola: man mano che procedo col mio racconto, l'espressione di Edward comincia a incupirsi di nuovo, così come i suoi occhi si colorano di verde scuro.
«Sei impazzita, per caso?» sbotta alla fine del racconto «E' il tuo docente!»
«Supplente a tempo indeterminato!» lo correggo, nella speranza di spezzare una lancia a mio favore. Ma come potrei con questa situazione? «Ma ce la fai ad essere felice per me una volta tanto? Jake ha soli 25 anni, io sono maggiorenne e vaccinata! Okay, rischio di mandare a quel paese la mia vita ma è un rischio che intacca soltanto me! Perché ti costa tanto essere almeno contento?»
«E me lo chiedi pure? Come faccio a essere contento a saperti tra le braccia di un altro? Prima Logan e adesso Jake!»
Lo osservo smarrita, ma non ho il coraggio di interromperlo.
«Danielle, non ci vuole un genio per capire che ti amo!»
Se prima ero smarrita, adesso sono davvero scioccata: lui mi ama? «Ma com'è possibile? Io... Io sono un disastro.»
«Tu per me sei perfetta. Non c'è un solo lato di te che non ami, anche quelli peggiori! E non è soltanto perché sei la mia migliore amica, ma da quando ci siamo conosciuti ho capito che tu eri diversa, eri speciale, perché quando sono con te riesco a percepire il mondo da tutt'altra prospettiva: anche l'impossibile sembra semplice, se è con te che lo affronto. Ed è così praticamente da sempre. Prima che ci conoscessimo era come se vedessi in bianco e nero, ma con te ho scoperto i colori: ed è per questo che ti amo. Tu colori il mio mondo, Danielle.»
Sono ancora talmente imbambolata e inebetita dalle sue parole che non riesco ad avere nessuna reazione: non ho mai sentito niente di più bello in vita mia. Per la prima volta mi sento speciale per qualcuno ed è una sensazione meravigliosa... Nessuno mi aveva fatta mai sentire così. «Edward, io...»
«So che per te non è così.» continua lui, senza neanche lasciarmi finire la frase. «Ma non mi arrendo, tantomeno mi lascio impaurire. Farò di tutto per averti, per te ne vale la pena».




Writer's corner.

Contrariamente alle mie previsioni sono riuscita ad aggiornare in un lasso di tempo più che decente! Questa settimana infernale per fortuna è giunta al termine... Ma tanto devo di nuovo mettermi a studiare, tra meno di un mese ho un altro esame che si rivelerà tutt'altro che una passeggiata. Stupida università, non vedo l'ora che arrivi il periodo tra metà gennaio/inizi di febbraio.
Passando a cose più graziose, tipo... Il capitolo! :D
Danielle vuole conoscere meglio il suo fascinoso Jake, scarica Logan e si sente dichiarare amore da Edward! Cose che non capitano tutti i giorni, insomma (non so voi... A me mai.)! E Charlie... Beh, Charlie è Charlie. Come reagirà Danielle? Che farà Logan (se pensate che sia finito tutto qui e che si accontenti di essere stato scaricato così, non avete capito niente ahahah)? E Edward (pulcino :3 se mi dicessero parole così belle, non ci penserei due volte a buttarmi tra le sue braccia -.-!)?
Insomma, diciamo che per Elle la tranquillità sarà un utopia (deliri di onnipotenza da autrice mode: on), ma in compenso noi ci divertiremo parecchio.
Dopo i miei deliri sclerotici, vado a buttarmi tra le braccia del libro di diritto pubblico, che è meglio e citando l'autorevolissima fonte Puffo Quattrocchi, vi saluto.
Un abbraccio,
Sara.
  
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