Les liaisons dangereuses
CAPITOLO
VI: La linea sottile.
Ci sono cose che vanno dette, non importa quanto possano suonare stupide.
Per certe cose non si può aspettare il momento giusto. Potrebbe non essercene un altro.
— Mary E. Pearson
Dire
che c'è imbarazzo nell'aria fin dal primo secondo in cui i
miei
occhi hanno incrociato quelli marroni di Jake nella stanza del
preside, sarebbe un eufemismo. Per fortuna Finch non si è
accorto di
nulla, troppo preso dalla fretta di andare a quel convegno; con lui
l'abbiamo scampata ma con Edward credo che la cosa sarà
più
difficile. Ha capito che c'è qualcosa che non va, la
tensione si può
tagliare con il coltello e per lui, io sono un libro aperto.
Inoltre
ho un gran bisogno di parlare con Jake da sola per chiarire quanto
è
successo ieri notte e come dovremo comportarci: se si viene a sapere
che ho baciato il supplente di lettere, sia io che lui siamo
completamente fritti. Devo trovare un modo per far allontanare Edward
prima che sia troppo tardi! E' l'unica occasione che abbiamo per
stare insieme tranquilli senza destare sospetti.
«Edward,
ti vedo annoiato! Se vuoi, puoi andare! Tanto il giro della scuola
è
quasi finito, non credo il signor Bloom abbia bisogno di
entrambi.»
Il
mio migliore amico – ammesso che lo sia ancora e non mi odi a
morte
– mi lancia uno sguardo truce. «Ti ringrazio per
l'interessamento
ma no, porterò il mio compito a termine proprio come mi
è stato
richiesto.»
Quando
fa così è davvero odioso! Se la mette
così, a mali estremi,
estremi rimedi.
Afferro
il mio cellulare e compongo qualcosa sulla tastiera.
Me:
Devi
aiutarmi.
Una manciata di secondi dopo, ecco che risponde. Il fatto che Charlie viva in simbiosi con il suo cellulare, una volta tanto può tornare ultile.
Charlotte:
Dimmi
tutto Tesssoro! Problemi in vista con i due fustacchioni con cui vai
girando per la scuola?
Non voglio neanche sapere come fa a saperlo di già.
Me:
Ma
come fai? Comunque sì. Sono nei guai. Devi fare in modo che
Edward
se ne vada!
Charlotte:
Che
porca! Non ti è bastato già ieri sera con Jake?
Comunque ricevuto.
«Danielle»
mi rimbecca Edward, infastidito «Che ne dici di mettere da
parte il
cellulare?»
«Ho
finito.» sibilo in risposta. Per fortuna che ci
sarà Charlie a
dargli una lezione!
In
men che non si dica, ecco Charlie all'orizzonte, più bello e
chiccoso che mai, seguito da una nuvoletta di profumo per uomo.
«Salve professor Bloom! Io sono Carlos Esteban Diego Antonio
Miguel
Julio Patrick Brown, ma lei può chiamarmi Charlie. O come le
pare!
Sa, da uno come lei mi farei chiamare in qualsiasi modo!»
Jake
osserva Charlie smarrito, tendendogli la mano. «Credo che mi
limiterò a chiamarti Charlie, ma grazie.»
La
checca si lascia andare a una risatina frivola. «Mi scusi, il
fascino del proibito! Ogni volta che vedo un prof avvenente, sento un
qualcosa dentro, un impulso irresistibile che mi dice
“Provaci,
Charlie”!»
Jake
assume un'espressione sempre più inorridita. Almeno non
è scappato
con le mani ai capelli come fece il signor Milton qualche giorno fa,
sono passi avanti. «Charlie, che ci fai qui?»
Ma
il mio amico è talmente preso dai suoi deliri che glissa la
mia
domanda, sommergendoci con un fiume in piena di parole. Ho come
l'impressione di aver fatto un buco nell'acqua... Non che ci sia
qualcosa di strano, ultimamente tutto ciò che faccio si
trasforma in
qualcosa di terribile e ingestibile! Sono la Re Mida dei disastri.
«Prof, lei che insegna letteratura ne sa sicuramente qualcosa
riguardo ciò che sto per chiederle.»
Sento
che sta per spararne una grossa.
«Charlie...»
lo rimbecco io, ma senza risultato.
«Ehm,
sì. Certo.»
«Bene!
Cos'è che fa rima con “razzo”?»
Oh
mio Dio.
«Ora
capisco perché il signor Milton è scappato a
gambe levate! Charlie,
c'è altro all'infuori del sesso.» lo redarguisce
Jake, divertito.
Almeno sta allo scherzo, va acquistando punti! Non che la cosa mi
riguardi.
«Sesso
orale? Preliminari? Massaggi erotici? Sesso anale? Quello fa
parecchio male.»
E'
un istituto popolato prevalentemente da ninfomani e satiriaci! E
quella di chiamare Charlie è stata una pessima idea, sono
più nei
casini di prima. «Charlie, che diavolo ci fai qui me lo
spieghi?»
sbotto furiosa.
Perlomeno
ho ottenuto la sua attenzione.
«Ah
già.» mormora lui, laconico. «Edward,
devi aiutarmi!»
«Io?»
La
checca assume un'espressione sempre più mesta e teatrale
«Proprio
tu! Sei la fonte dei miei guai!»
«E
perché mai?»
«Ti
ricordi quel ragazzo che mi hai presentato? Quel poeta maledetto, il
Baudelaire dei poveri? Quello molto caliente?»
Come
se Baudelaire fosse ricco. «Ti riferisci a Jonah?»
«Ah,
si chiama così?» Charlie e la
credibilità sono due rette parallele
che non si incontreranno mai. «Beh, proprio lui. Johnny! Sai,
stamattina mi ha lasciato!»
E
detto ciò, scoppia in un drammatico pianto senza nemmeno le
lacrime.
«Ma
che ti importa? Non ricordavi neanche il nome!» ribatte
Edward.
«Cacchio.
Beh, allora devi aiutarmi in letteratura! Lunedì abbiamo
compito e
non so assolutamente niente. Avrei chiesto a Jimmy, ma sai
com'è,
lui mi ha lasciato!»
«C'è
Danielle!»
«Giammai!
Non potrei studiare al cospetto di tanta crespaggine di capelli.
Penserei alle soluzioni per renderli più morbidi.»
Ancora
con la storia dei capelli crespi! Non è vero che sono
così brutti!
In tutto questo, Jake è passato dal totalmente scandalizzato
all'assoluto divertimento, sta ridendo di gusto da circa 5 minuti
buoni; può darsi che sia una risata isterica.
«Edward
non vorrai mica abbandonare un amico in
difficoltà!» commento io
con sottile ironia e per poco rischio di essere fulminata con lo
sguardo da lui, ma ben gli sta.
«Puoi
andare. Ci penserà Danielle a farmi finire il giro, non
c'è
problema. E grazie mille per la tua disponibilità!»
Senza
neanche dargli il tempo di ribattere, Charlie afferra Edward per il
braccio e lo trascina via con sé, urlando a Jake che
“non vede
l'ora di rivederlo a lezione”.
Sempre
il solito Charlie Brown.
Finalmente
io e Jake siamo rimasti soli. «Prof, vuole vedere la stanza
più
isolata dell'istituto?»
«Mi
stai facendo una proposta indecente?» ammicca lui sottovoce,
per
evitare di essere sentito.
Okay,
il discorso potrebbe prendere una brutta piega. «Ehm. Vorrei
prima
parlarti.»
«E
sia»
Senza
dare troppo nell'occhio, conduco Jake negli archivi della scuola,
l'unica stanza protetta da un codice – neanche fossimo nel
caveau
di una banca – di cui io, per caso assolutamente fortuito,
sono a
conoscenza. Ci sono dati molto riservati e nessuno può
metterci
piede se non le persone autorizzate, tra cui io. Cosa fa fare
l'essere la cocca del corpo docenti!
Durante
il tragitto ho avuto modo di osservare meglio Jake – e
soprattutto
da sobria e alla luce del sole – e mi sono resa conto che
è
veramente un bel ragazzo: si vede fin da subito che è molto
carismatico e attraente, inoltre ha un sorriso meraviglioso, gli
occhi dall'espressione molto intensa, la barbetta incolta e i
lineamenti molto decisi. Trasuda mascolinità da ogni dove.
Non
ha per niente l'aria acerba di un ragazzino, lui è
proprio... Uomo.
E
devo dire che la cosa mi stuzzica parecchio.
«Ti
avevo detto che speravo di rivederti presto, ma non pensavo tanto
presto.» esordisce lui, non appena dentro «E
sicuramente non nelle
vesti di un'alunna. E' proprio un bell'impiccio»
«Un
impiccio bello e buono. Che si fa?»
«Danielle,
c'è qualcosa di speciale in te» esordisce lui e
sembra un tantino
titubante. Stiamo forse per arrivare alla parte del maledettissmo
“ma”? «Ieri ti ho notata subito mentre
eravamo al Qube e volevo
davvero rivederti, specie dopo aver conversato. Sai essere brillante
persino da brilla»
Arrossisco
per il mezzo complimento e mi lascio sfuggire un sorrisino.
«Dov'è
il ma?»
«Il
“ma” è che entrambi rischiamo veramente
moltissimo. Io il mio
posto di lavoro, tu la tua futura ammissione alla Brown e
un'espulsione!»
La
verità mi piomba addosso con un sapore molto amaro.
Jake
è un ragazzo più grande, interessante, brillante,
intelligente,
attraente e sinceramente interessato a conoscermi meglio: ho sempre
sperato di incontrare un ragazzo così – e meno che
mai avrei
pensato che ciò sarebbe accaduto in una discoteca - e ora
che me lo
ritrovo a portata di mano, non posso neanche pensare di instaurare
qualcosa che vada al di là del semplice scambio di idee
perché lui
è un mio insegnante.
Eppure
lui ha ragione, con questa storia rischiamo davvero grosso: non ho
intenzione di rinunciare al mio brillante futuro per uno sconosciuto,
per quanto questo possa essere il potenziale uomo dei miei sogni.
«Sì, hai ragione.»
«Amici?»
propone lui, tendendomi la mano.
Gli
stringo la mano con decisione ed esclamo sorridendo
«Amici.»
Allora
perché nessuno dei due si ostina a mollare la mano
dell'altro? Ma
non ho neanche il tempo di formulare una risposta sensata, che Jake
mi attira verso sé e annulla completamente la distanza tra
di noi
baciandomi.
Alla
faccia dell'amicizia.
Dopo
essere uscita da quell'archivio, mi sento insolitamente leggera.
Oltre
ad esserci baciati per un lasso di tempo davvero notevole, io e Jake
abbiamo colto l'occasione per conversare un po' ed ho scoperto
tantissime cose sul suo conto: ha 25 anni, si è laureato in
lettere
moderne alla Columbia University e poi ha conseguito il master in
giornalismo sempre nella stessa, attualmente sta cercando un lavoro
in qualche testata – il mondo del giornalismo è
molto crudele e
competitivo – e visto che i soldi scarseggiano, per ora ha
accettato di fare il docente di letteratura, materia che ama.
Inoltre
ho scoperto che sua zia è nella commissione per le
ammissioni alla
Brown e se gli dimostro di essere una studentessa abbastanza
meritevole – non che ce ne sia bisogno, il mio curriculum
scolastico parla da solo – potrebbe scrivermi lui stesso una
lettera di raccomandazione e parlare con sua zia, quindi la carica di
presidentessa del consiglio studentesco non mi servirebbe a molto, ma
non si sa mai.
In
altre parole, potrei mandare a quel paese Logan e dirgli di infilarsi
il suo piano da depravati lì dove non batte il Sole; anche
perché
non posso mandare avanti la buffonata che c'è tra me e lui,
considerato che io e Jake abbiamo deciso di comune accordo di
accollarci il “rischio” e provare a frequentarci di
nascosto.
E
stasera avremo il nostro primo appuntamento ufficiale, sono in brodo
di giuggiole!
Lo
so, è veramente rischioso, ma voglio almeno tentarci.
Inoltre è il
primo ragazzo interessato a me – e che mi interessa
– a non
essere un disasattato o un caso umano, il che è tutto dire.
Non sarà
il grande amore, ma sento che è la mia
possibilità di conoscere e
frequentare un ragazzo in una maniera che non contenga ricatti,
ripicche, patti basati sul sesso e cose del genere: una relazione
normale. Per quanto di normale possa esserci nel frequentare
il
proprio supplente!
Ovviamente
il tutto dovrà avvenire in gran segreto, tranne che per
Charlie:
sono sicura che lui sappia già tutto.
Ed
eccomi qua, di fronte alla stanza 7, nonché alloggio della
mia
nemesi: devo mettere fine a questa situazione e all'assurdo rapporto
venutosi a creare tra noi due. Allora perché sono talmente
paralizzata da non riuscire neanche a bussare?
Chiudo
gli occhi, inspiro profondamente e dopo enspiro e ripeto il
procedimento almeno un paio di volte: era ciò che mi faceva
sempre
fare la mia analista francese durante i momenti di ansia e di solito
funzionava.
E
allora perché il mio pugno si rifiuta di toccare quella
porta?
Quand'è
che sono diventata così codarda? Diamine!
Prendo
il coraggio a due mani e busso contro il legno della porta di Logan:
o la va, o la spacca! «Novice!» esclama sorpreso,
non appena mi
vede.
«Dobbiamo
parlare.»
Senza
nemmeno aspettare che me lo chiedesse, entro nella sua stanza e gli
impongo di chiudere la porta; sto cominciando a pensare di essere
bipolare, non capisco nemmeno da dove provenga tutta questa
sicurezza, ma devo dire che mi piace.
«Entra
pure!» mi apostrofa il biondo, chiudendo la porta.
«Io
e te abbiamo chiuso. La situazione che si sta venendo a creare
è
insana e io non voglio vendermi per dei voti alle elezioni
e...»
«Ho
capito. Il professore deve scopare davvero bene.» commenta
acido.
Improvvisamente
divento paonazza in viso.
«Io...
Ma...» tento di ribattere qualcosa, ma le parole non mi
escono
fuori: sento ribollire un mix di rabbia e sdegno.
«Me
l'ha detto Colin» continua lui «Vi ha visti al Qube
venerdì sera e
ha riconosciuto il tizio quando Gladys l'ha accompagnato qui. Abbiamo
chiesto chi fosse, visto che non era mai stato qui! So già
tutto,
Peyton.»
«Tra
me e Jake non c'è assolutamente nulla! E' il nostro
professore,
sarebbe poco etico!»
Dire
bugie non è proprio il mio forte e ho l'impressione che non
se la
sia bevuta.
«Chiamarlo
Jake invece è etico? Chiamare per nome qualcuno che sta al
di sopra
di te nella scala gerarchica, denota parecchia confidenza. Certo, a
meno che lui non stia sopra non solo nella gerarchia...»
«Tu
vaneggi.» sibilo furente «E non ti azzardare a dire
una cosa del
genere in giro!»
«Evita
di farmi irritare, allora. Ora vai fuori, ho da fare e tu mi sei
d'impiccio.»
Senza
farmelo ripetere due volte, mi dirigo verso la porta ed esco fuori
dalla stanza con l'intento di non entrarci mai più. Stupido
schifoso
Shepherd.
L'unico
lato positivo di questa situazione è che adesso non
dovrò
preoccuparmi più di lui e delle sue sparate... Come cavolo
ho potuto
pensare di essere presa da lui? E' un essere abominevole e
spregevole; sta tentando di rovinarmi la vita per diletto, ma da oggi
in poi non glielo permetterò più.
A
questo punto però, direi di prendere due piccioni con una
fava e
chiarire anche con Edward: l'idea che lui ce l'abbia con me non mi
piace affatto, tengo troppo a lui e farò di tutto per farmi
perdonare!
Me:
Edward
è con te?
Charlotte:
No,
ha capito che c'era qualcosa sotto e mi ha liquidato. Ma dimmi, che
ci facevi in camera di quello stallone? Non ti è bastato
Jake? ;)
Appena finisci col terzo uomo – non ti facevo così
popolare,
porcella! - passa da me, devi aggiornarmi su ciò che non so!
E non
aspettarti del sesso, quelle coi capelli crespi non mi piacciono.
Sempre
il solito Charlie.
In
occasioni del genere Edward preferisce starsene per i fatti suoi per
calmarsi e rimuginare sugli accaduti e l'unico posto dell'Eaton in
cui riesce a stare bene con sé stesso è il il
gazebo di mattoni che
c'è nel parco, a circa un centinaio di metri da qui.
E
dopo aver camminato per una manciata di minuti, la mia ipotesi
diventa certezza e scorgo la sua figura appollaiata sui gradini, ed
è
talmente intento ad osservare il cielo da non accorgersi nemmeno
della mia presenza.
«Posso
sedermi?» domando, interrompendo il silenzio.
Edward
mi osserva con espressione dura, ma per fortuna non adirata e mi fa
cenno di accomodarmi accanto a lui: i suoi occhi sono cupi, ma almeno
il colore è ritornato tendente al nocciola. «Mi
dispiace davvero
tanto di averti nascosto quelle cose, Ed. E' solo che mi vergognavo
veramente tanto, sapevo che non avresti capito... D'altronde cose del
genere non sono comprensibili. Non volevo deluderti! Ma ti prego,
smettila di avercela con me, la prospettiva che tu possa odiarmi non
la reggo!» pigolo afflitta.
Sembro
una bambina di 6 anni che è stata appena colta sul fatto.
«Magari
riuscirti anche solo a detestarti, Dan.» commenta lui e
percepisco
un velo di amarezza nel suo tono di voce. «Ma non capisco
perché tu
ti sia abbassata a questo. Mi dispiace di averti aggredita in quel
modo, non te lo meritavi!»
«In
fin dei conti avevi ragione. Strepito tanto quando mi si dice di
lasciarmi andare, perché non voglio ritornare ad essere
quella che
ero, eppure mi comporto ancora come una quattordicenne... Non riesco
proprio a stare lontana dai casini.»
«Per
tre anni e mezzo ci sei riuscita benissimo.» afferma lui,
accennando
un lieve sorriso e sulle sue guance fanno capolino le fossette.
Quant'è meraviglioso quando ride?
Anzi
no, lui è meraviglioso in generale.
«Comunque
ho chiuso con Logan e tutte quelle schifezze, gliel'ho detto poco
fa.»
«Davvero?»
domanda quasi sollevato.
Annuisco
leggermente col capo. «Non ho intenzione di continuare
così.»
«E
come mai quest'improvvisa decisione?»
Gli
racconto di quello che è successo venerdì sera,
della mia scoperta
di oggi riguardo Jake – lui aveva già intuito
qualcosa, visto il
mio atteggiamento abbastanza eloquente – e di quello che
è
successo nell'archivio della scuola: man mano che procedo col mio
racconto, l'espressione di Edward comincia a incupirsi di nuovo,
così
come i suoi occhi si colorano di verde scuro.
«Sei
impazzita, per caso?» sbotta alla fine del racconto
«E' il tuo
docente!»
«Supplente
a tempo indeterminato!» lo correggo, nella speranza di
spezzare una
lancia a mio favore. Ma come potrei con questa situazione?
«Ma ce la
fai ad essere felice per me una volta tanto? Jake ha soli 25 anni, io
sono maggiorenne e vaccinata! Okay, rischio di mandare a quel paese
la mia vita ma è un rischio che intacca soltanto me!
Perché ti
costa tanto essere almeno contento?»
«E
me lo chiedi pure? Come faccio a essere contento a saperti tra le
braccia di un altro? Prima Logan e adesso Jake!»
Lo
osservo smarrita, ma non ho il coraggio di interromperlo.
«Danielle,
non ci vuole un genio per capire che ti amo!»
Se
prima ero smarrita, adesso sono davvero scioccata: lui mi ama?
«Ma
com'è possibile? Io... Io sono un disastro.»
«Tu
per me sei perfetta. Non c'è un solo lato di te che non ami,
anche
quelli peggiori! E non è soltanto perché sei la
mia migliore amica,
ma da quando ci siamo conosciuti ho capito che tu eri diversa, eri
speciale, perché quando sono con te riesco a percepire il
mondo da
tutt'altra prospettiva: anche l'impossibile sembra semplice, se
è
con te che lo affronto. Ed è così praticamente da
sempre. Prima che
ci conoscessimo era come se vedessi in bianco e nero, ma con te ho
scoperto i colori: ed è per questo che ti amo. Tu colori il
mio
mondo, Danielle.»
Sono
ancora talmente imbambolata e inebetita dalle sue parole che non
riesco ad avere nessuna reazione: non ho mai sentito niente di
più
bello in vita mia. Per la prima volta mi sento speciale per qualcuno
ed è una sensazione meravigliosa... Nessuno mi aveva fatta
mai
sentire così. «Edward, io...»
«So
che per te non è così.» continua lui,
senza neanche lasciarmi
finire la frase. «Ma non mi arrendo, tantomeno mi lascio
impaurire.
Farò di tutto per averti, per te ne vale la pena».
Writer's corner.
Contrariamente alle mie previsioni sono riuscita ad aggiornare in un lasso di tempo più che decente! Questa settimana infernale per fortuna è giunta al termine... Ma tanto devo di nuovo mettermi a studiare, tra meno di un mese ho un altro esame che si rivelerà tutt'altro che una passeggiata. Stupida università, non vedo l'ora che arrivi il periodo tra metà gennaio/inizi di febbraio.Passando a cose più graziose, tipo... Il capitolo! :D
Danielle vuole conoscere meglio il suo fascinoso Jake, scarica Logan e si sente dichiarare amore da Edward! Cose che non capitano tutti i giorni, insomma (non so voi... A me mai.)! E Charlie... Beh, Charlie è Charlie. Come reagirà Danielle? Che farà Logan (se pensate che sia finito tutto qui e che si accontenti di essere stato scaricato così, non avete capito niente ahahah)? E Edward (pulcino :3 se mi dicessero parole così belle, non ci penserei due volte a buttarmi tra le sue braccia -.-!)?
Insomma, diciamo che per Elle la tranquillità sarà un utopia (deliri di onnipotenza da autrice mode: on), ma in compenso noi ci divertiremo parecchio.
Dopo i miei deliri sclerotici, vado a buttarmi tra le braccia del libro di diritto pubblico, che è meglio e citando l'autorevolissima fonte Puffo Quattrocchi, vi saluto.
Un abbraccio,
Sara.