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Autore: DeAnna     18/12/2011    5 recensioni
Una piccola fluff Carlisle/Jasper esattamente la sera del compleanno di Bella....La storia, spero, è meglio del sommario!!! Read, enjoy and review!
(QUESTA STORIA FA PARTE DELLA SERIE : JASPER & CARLISLE, MOMENTS BETWEEN FATHER AND SON)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
- Questa storia fa parte della serie 'Jasper & Carlisle: moments between father and son.'
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Nda: Buon pomeriggio! Lo so la mia, ormai, è una mania, ma la sola cosa che posso dire, a mia discolpa, è che sono posseduta dall'amore per Jasper....Che ci posso fare: lo adoroooo!!!!

É la mia sola scusante!!!

Ed ora spero che a qualcuno piaccia, che la leggiate e mi facciate sapere che ne pensate!!!



Non è la carne né il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli.



Carlisle

Ho visto mio figlio ignorare il conforto dei suoi fratelli e della sorella: nulla di ciò che dicevano o avrebbero potuto dire pareva consolarlo.


Era immerso nel proprio dolore.


Ho visto mia figlia abbracciare il proprio compagno, sussurrargli parole che nessuno di noi poteva sentire (per quanto, notoriamente, i nostri sensi siano molto più sviluppati di quelli umani!), parole d'amore, parole che volevano farlo sentire meglio, farlo sentire amato, farlo sentire compreso.


Oggi ha perso il controllo e ha quasi attaccato Bella.


Sapevo che odiava se stesso per questo, che non riusciva a perdonarsi o ad accettare che non era colpa sua; che lui aveva fatto da catalizzatore per la sete di sangue di chiunque di noi, sfogando poi la frustrazione di tutti.


Mia moglie si era avvicinata a me.

"Carlisle” ha detto, la preoccupazione evidente anche nel modo in cui pronunciava il mio nome, gli occhi pieni d'amore


Mi guardava.


Sapevo che si aspettava una risposta, ma io non riuscivo a parlare.


Carlisle – ha ripetuto, guardandomi negli occhi – tesoro, ti prego parlami. Parla con me”


Ci ho provato.

Ho aperto la bocca, ma non riuscivo ad emettere alcun suono.


Quello che è successo stasera è stato solo un incidente. Sarebbe potuto succedere a chiunque” ha dichiarato, accarezzandomi dolcemente.


Lo so - ho risposto, finalmente - lo porto a caccia. Devo fare qualcosa per aiutarlo. Io non sopporto di vederlo così!”


Le ho dato un bacio, prima di allontanarmi.



Jasper

Ho sentito lo sguardo di Carlisle su di me, il dolore che lui irradiava e ….l'amore?


Sapevo di aver combinato un enorme guaio.


Ho attaccato Bella, avrei potuto ucciderla....

L'ho visto baciare Esme ed allontanarsi da lei per venire verso di me.

"Jasper" Carlisle era davanti a me.

Lo guardai dritto negli occhi, prima di rispondere. “Si signore” .


Da bambino, quando ero ancora umano, e poi da neonato, nei primi anni della mia vita da vampiro, mi avevano insegnato che non si guarda negli occhi qualcuno che è più anziano di te, ma l'ho fatto comunque.

"Vieni" mi ha detto facendo cenno di seguirlo, cosa che, ovviamente, ho fatto senza alcuna domanda.


L'ho seguito mentre correva fuori, fino al bosco, fino a quando non si è fermato in una zona abbastanza isolata perché nessuno potesse vederci o sentirci.


Spero che abbia voglia di venire a caccia con me” ha dichiarato, semplicemente.


L'ho guardato, stupito, e ho risposto immediatamente “Si signore”


Ho lasciato che i miei pensieri seguissero il loro illogico corso, senza soffermarmici e mi sono, invece, concentrato solo sulla caccia.


Mentre cacciavamo, però, ho notato che Carlisle si voltava spesso a guardarmi, ad osservare ciò che facevo.


La cosa mi ha ferito: non aveva davvero più alcuna fiducia in me?



Carlisle

Sono rimasto vicino a mio figlio. Volevo essere certo che non incontrassimo nessuno. Pensavo che la cosa avrebbe fatto sentire peggio Jasper, ma dopo un po' ho notato che le mie premure sembravano turbarlo. 


Non ho bisogno di leggere la mente, come fa Edward, o di sentire le emozioni, come Jasper stesso, per capire quando qualcosa infastidisce uno dei miei figli.


Ho deciso di stargli lontano per un po' e di lasciare che corresse da solo, davanti a me e mi sono seduto su una piccola roccia, con la testa tra le mani, a pensare.


Jasper.


Mi sono girato in tempo per vedere Carlisle seduto su una roccia, con la testa fra le mani.


Deve essere davvero molto arrabbiato con me. Probabilmente sta pensando quale punizione merito.


Sapevo che non aveva realmente bisogno di nutrirsi perché era già stato a caccia con Esme, ma aveva bisogno di un posto in cui noi due fossimo soli.

Forse stava solo cercando un modo per dirmi che non potevo più vivere con loro.


L'ho guardato intensamente e lui ha ricambiato il mio sguardo e.....sorrideva.


Carlisle

Ho sentito il profumo di Jasper prima di sapere che era accanto a me.


Averlo vicino a me mi piaceva. Ho sorriso ed ho visto la sorpresa sul suo giovane viso.

Penso che non fosse la reazione che si aspettava perché ha fatto un passo indietro prima di avvicinarsi di nuovo.


Siediti” gli ho detto, battendo la mano accanto a me, sulla roccia.


Lui ha fatto quanto gli ho detto ed ha aspettato qualche minuto, prima di cominciare a parlare.

«Carlisle....Io non so davvero che dire.... Perché so che 'mi dispiace' non è sufficiente. So che non il mio è un comportamento inaccettabile. Se non vuoi che viva più con voi....bhè sappi che capisco perfettamente”


Jasper ha preso fiato, prima di continuare il suo discorso, ma ho alzato la mano, per bloccarlo.


L'ho guardato.


Ho guardato mio figlio.

"Jasper, io non ti sto chiedendo di andartene. Sì, le tue azioni sono inaccettabili, ma non imperdonabile. Capisco che stai ancora cercando di vivere secondo il nostro stile di vita . So che biasimi te stesso per qualcosa che poi, alla fine, non è nemmeno solo colpa tua "

Lui mi ha guardato con i grandi occhi dorati spalancati : “ Io....io ho pensato che volessi mandarmi via....” ha mormorato.


Ho scosso la testa “Io non chiederei mai a nessuno dei miei figli di lasciare la nostra casa, la nostra famiglia. Se posso chiederlo: cosa ti ha fatto pensare che non ti volessi più con noi?” gli ho risposto


Jasper.



Mi sono voltato a guardare l'uomo che considero un padre.

Sono tornato a casa e ho sentito chiaramente il tuo dolore. E anche prima, dopo la caccia, ti ho visto riflettere .... sembravi così assorto....e preoccupato......



Ho sentito Carlisle fare un , inutile,respiro profondo prima di parlare, "Jasper, mi sentivo male perché sapevo che tu stavi male. Stavo riflettendo perché.....Io avrei voluto prendere su di me tutto il tuo dolore e il male che senti...."

Mi sono voltato a guardarlo di nuovo.

Non capisco cosa dici. Perché dovresti volere una cosa del genere? Carlisle, non capisco davvero." ho detto

Un sorriso faceva brillare il suo viso "Jasper, c'è qualcosa che devi capire dell'essere padre”

Mi ha guardato con uno sguardo strano .


Un padre è qualcosa che non avrei mai avuto la possibilità di essere.




Carlisle

Ho guardato mio figlio che mi fissava, sorpreso.

Sapevo che probabilmente non capiva quello che avevo detto.

Ma io volevo fargli sapere che era mio figlio e che io lo amavo più di quanto lui, probabilmente, avrebbe potuto mai sapere.


"C'è qualcosa di magico nell'essere padre, biologico o meno. Ami i tuoi figli più di quanto hai mai pensato fosse possibile amare qualcuno. Vuoi solo la loro felicità e faresti qualsiasi cosa per risparmiare loro ogni dolore. Quando i figli soffrono desideri prendere su di te il loto dolore per farli stare di nuovo bene.... "

«Carlisle, io ancora non capisco." ha dichiarato Jasper.


Sentivo chiaramente che era sincero.

Ho sorriso un po '.


"Jasper,..... quando hai sentito il mio dolore....Bhè voglio che sappia che io stavo male non perché tu hai fatto qualcosa di sbagliato in casa mia, ma perché non riuscivo a liberarti da quell'enorme sofferenza. Avrei voluto solo farmi carico del tuo dolore!”


“Stai dicendo che volevi prendere su di te tutto il mio dolore e il rimorso?” mi ha chiesto ed io ho annuito, dicendo "Sì".

Ha sorriso un po' e si è allontanato leggermente “Ma perché Carlisle?” mi ha domandato

"Mio caro ragazzo, è perché ti voglio bene" Ho detto, mettendo la mano sul suo ginocchio mentre lui si voltava a guardarmi.



Jasper

Ho sorriso anch'io “Ok, ma..... perché mi seguivi quando stavamo cacciando? Volevi tenermi d'occhio? Non ti fidi di me? ” gli ho chiesto.

Carlisle si passò una mano fra i capelli “Jasper non è perché non mi fidavo di te, ma perché pensavo che se qualcuno si fosse avvicinato ti saresti sentito più a disagio...Mi spiace che abbia pensato che non mi fido di te....” rispose.

Mentalmente maledicevo me stesso per aver dubitato di lui mentre ho detto “Sono io che devo scusarmi”

Lui mi ha guardato, stupito prima di replicare: "Per cosa?"

Guardandolo dritto negli occhi ho dichiarato “Per aver pensato che diffidavi di me...E, soprattutto....mi spiace da morire per quello che è successo stasera.....per tutto il casino che ho combinato”

Carlisle mi ha accarezzato il ginocchio “Jasper non è colpa tua. Hai solo canalizzato la sete di sangue di un gruppo di vampiri... - ha ammesso tristemente - Non puoi sentirti in colpa per qualcosa che non potevi controllare e non devi assolutamente scusarti!”


Non puoi dire sul serio! Io sono l'unico che fatica ancora con....con... il sangue animale....” ho borbottato, pieno di vergogna, evitando i suoi occhi'

"Guardami" mi ha ordinato Carlisle. 


Ho alzato lo sguardo fino ai suoi occhi .


Jasper tu hai ottenuto risultati eccezionali nel minor tempo possibile. Nessuno avrebbe potuto fare di più...La tua vita prima....era....Bhè....certo non devo ricordatelo io.... Non devi assolutamente denigrare te stesso, anzi, al contrario: devi essere fiero di ciò che hai fatto fin ora! ”

Carlisle ...Io....” Ho cercato di dire qualcosa, ma non sapevo proprio cosa....


Jasper io non voglio assolutamente che tu ci lasci, ma se hai bisogno di stare solo per un po'.....se proprio devi.....prometti che tornerai a casa”


Ho scosso la testa in segno di diniego “No, non voglio...Se vuoi ancora qualcuno come me....” ho detto.



Carlisle

Se il mio cuore fosse stato in grado di battere si sarebbe sicuramente fermato alle parole di Jasper.

Ma certo che voglio che torni a casa! Io ti voglio bene. Tu non sei qualcuno: sei mio figlio!”

Ho visto il veleno uscire dai suoi occhi, come fossero lacrima “Carlisle....ti ….ti dispiacerebbe se ti chiamassi papà?”

Ho sentito le lacrime nei miei occhi “Figliolo, sarei felicissimo se lo facessi! - ho esclamato, abbracciandolo forte - Ti voglio bene!”

Tra le lacrime ha risposto con parole che mi hanno riscaldato il cuore "Anch'io ti voglio bene
papà».



Non è la carne né il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli (J. Schiller)

  
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