Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: xjonaswhore    18/12/2011    4 recensioni
Sbuffò lanciando il cellulare sul divano.
Joe ridacchiò apertamente < una delle tante? > chiese, conoscendo l’incapacità del fratello di tenersi una ragazza per più di una settimana.
Nick fece un cenno d’assenso < una delle tante > confermò piatto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Ciao! Non sarà una FF lunghissima, massimo 10 capitoli,
sperò che vi piaccia e che la commentiate!
p.s. è sia una #Niley che una #Jemi

senza recensioni non continuo!
( so che è una cos odiosa, ma non mi va di sprecarci tempo se la storia non piace )


p.s. THE JONAS ARE BACKKKKKKKKKKKKKKK!
xx Ellie.
 

 
 
 
 
 
 
 








Nick fissava il cartello con la scritta ‘ Los Angeles’, mentre, sotto il caldo afoso di metà settembre la lunghissima fila di auto si apprestava ad entrare in città. L’aria condizionata non riusciva a sovrastare il caldo, e piccole goccioline di sudore calavano dalla nuca del ragazzo. I Rayban scuri lo proteggevano dal sole quel tanto che bastava per riuscire a guidare dritto, e l’odore di salsedine arrivava fino a lì.
La musica in sottofondo quasi non si sentiva per colpa di tutti quei clacson strombazzanti, e mentre la Mustang del ragazzo entrava finalmente in città lui si accorgeva di quanto gli sembrasse di essere tornato indietro nel tempo.
Da quant’è che non metteva piede in quella città? Si chiese,mentre guardava fuori dal finestrino.
 Tanto, forse troppo tempo. Chissà se tutto era rimasto com’era. Se i negozi erano ancora al loro posto, se i ristoranti erano sempre quelli. Chissà se le persone che ci abitavano erano ancora le stesse.
Sospirò, parcheggiando la macchina davanti al suo vecchio appartamento.
Di sicuro, lui era cambiato.
La via era silenziosa, erano le due del pomeriggio e di sicuro la maggior parte della gente era in casa o in spiaggia.
Aprendo il baule, scoraggiato dalla vista delle molteplici e pesantissime valige, lo richiuse con un tonfo, dicendosi che le avrebbe portate su più tardi.
Girò la chiave nella serratura, con calma. Non era del tutto sicuro di voler tornare indietro nel passato.
Il salotto era proprio come lo ricordava. I divani bianchi, la televisione a schermo piatto e quel quadro strano sulla parete.
Quel quadro.
Ricordava la sua risata, quando lo aveva visto la prima volta. Gli aveva detto che quel quadro era strano, come lui. E poi lo aveva baciato.
Scosse la testa. Non era venuto lì per perdersi nei ricordi. Era lì per dimostrarsi di essere andato avanti, di essersi rifatto una vita, una vita che non aveva nulla a che fare con lei.
Lo squillo del telefono lo fece sobbalzare, e si affrettò a leggere il messaggio.

- Ehi Nick, sei arrivato? Ti va se alle cinque passo da te? Bhè, io passo comunque-
Nick sorrise, riconoscendo in quel buffo modo di fare suo fratello Joseph.
Da quanto tempo non lo vedeva? Sospirò, facendo un rapido calcolo. Probabilmente 4 anni.
Non aveva nemmeno idea di come fosse la sua nipotina, e dubitava che lei sapesse della sua esistenza. Non perché fra loro ci fosse qualcosa che non andava, ma semplicemente perché in quegli anni si erano allontanati, tutti assorbiti dalle loro nuove vite, e si erano dimenticati di preservare il loro rapporto.
Nick quasi non ricordava più come fosse fatto Joe. Lui e Kevin si vedevano più spesso, in quanto abitavano entrambi a New York. E con più spesso, intendeva una o due volte ogni qualche mese più qualche incontro casuale.
Stremato, si buttò sul divano, notando con stupore che non c’era nemmeno un briciolo di polvere. Sua madre doveva senz’altro essere passata a sistemare, prima del suo arrivo. Pensò di chiamarla per ringraziarla, ma non fece in tempo a formulare il pensiero che il sonno lo rapì.
 
Un rumore insistente lo stava disturbando.
Aprì gli occhi scocciato, e ci mise qualche secondo per realizzare dove fosse e che quel fastidioso rumore non era altro che suo fratello che bussava alla porta.
Si alzò in fretta, mettendosi a correre e rischiando di scivolare mortalmente.
Aprì la porta trafelato, ritrovandosi davanti quello che una volta era il suo migliore amico.
< Joe > disse, ansimante e con un sorriso.
Il fratello non rispose, attirandolo a se e stringendolo in un abbraccio.
Gli era mancato, tanto.
 
 
 
< quindi adesso vivi a New York? > chiese Joe, tanto per scremare quell’imbarazzo che si era creato.
Nick annuì, mentre stappava le due birre che aveva portato Joe.
< e ti sei dato al musical, no? > chiese di nuovo, nonostante sapesse benissimo la risposta.
Nick annuì un’altra volta, passando una birra al fratello.
Dopo che, di comune accordo, avevano decretato la fine dei Jonas Brothers, avevano intrapreso tre vite diverse: Kevin ora aveva una vita normale, un lavoro normale e una famiglia normale. Joe, per quanto qualcosa di normale potesse essere collegato a lui, aveva messo su famiglia, e la sua carriera di cantante proseguiva di bene in meglio.nick aveva deciso di continuare a recitare nei teatri, e di scrivere ancora musica per questo o quell’artista.
Il silenzio che regnava nella stanza fu interrotto nuovamente dallo squillo del cellulare di Nick, che roteò gli occhi prima di rispondere.
< ciao amore > disse, con un finto tono euforico.
Con la coda dell’occhio vide Joe sorridere.
< si, sono arrivato verso le due >
< perché non ti ho chiamato? Oh, mi sono addormentato >
< si, sono con Joe adesso. Si, ti chiamo io. Ciao. Anche io >
Sbuffò lanciando il cellulare sul divano.
Joe ridacchiò apertamente < una delle tante? > chiese, conoscendo l’incapacità del fratello di tenersi una ragazza per più di una settimana.
Nick fece un cenno d’assenso < una delle tante > confermò piatto.
 

 
  
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