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Autore: CharlieSBrown07    18/12/2011    2 recensioni
Tutto era confuso: C'èrano luci,freddo e urla che intonavano all'unisono il suo nome. Tutto mi pesava terribilmente. Siamo arrivati al punto che avrei dovuto amare tutto questo ma invece odiavo quei striscioni stampati a caratteri grandi il suo nome,odiavo la sua faccia pulita che sorrideva al quella folla esuberante tenendomi per mano senza guardarmi negli occhi. "Sara sei una stupida egoista" Pensai. Non sopportavo tutto questo; Lo volevo tutto per me,non volevo condividerlo con la musica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Saalve a tutti! Ed eccovi quì la mia ff che pensavo da mesi. So benissimo che non è un gran che e che sarà piena di errori grammaticali dato che la scrivo la sera prima di andare a letto, ma mi piaceva l'idea di condividerla con voi. Ah volevo dirvi che se non leggo tutte le vostre ff non è per cattiveria, ma perchè non voglio essere condizionata: non vorrei certo scrivere cose già scritte da altre!
Questo è soltanto il prologo della storia. Spero vi piaccia. (:
Buona Lettura. xxx
PS: Userò la grandezza media per il testo perchè non ci vedo, o meglio, il carattere è troppo piccolo. (:

We Found love


"L’ altro giorno piangevi così forte da non respirare più. Confesso: ho avuto un brivido di terrore. Si può morire piangendo? Meglio non saperlo.
Il trucco ti era arrivato fino alle piccolissime pieghe del collo. Stavi bevendo le tue lacrime, la bocca screpolata per l’ aria in difetto. Io non sono una persona brava a consolare. Sono capace di ascoltare, di piangere insieme a qualcuno ma non sono capace di abbracciare. Non sono capace di accarezzare i capelli di qualcuno che si sente morire. Non mi sento mai abbastanza importante per avere la capacità di far stare meglio qualcuno. Così, anche in quella circostanza ho aspettato, con il cuore che mi scoppiava, che tu ti calmassi. Ti guardavo: il dolore è ormai uno spettacolo, ma io ti guardavo per controllare che tu non ci affogassi dentro. Ti ho offerto un bicchiere d’ acqua, ho cercato di distrarti e di fare qualche battuta. Non piangevi più ma avevi due occhi spaventosi, vuoti. Ci si poteva precipitare dentro a quegli occhi. Quando è iniziato questo tormento? Non c’ è mai un motivo particolare per il quale una vita inizia a fare completamente schifo. Forse è stato quel tizio che non ti ha amata, ma non è abbastanza. Forse i tuoi genitori assenti quando avrebbero dovuto esserci e pressanti quando avresti voluto sbagliare in pace. Forse la solitudine. I nonni che se ne vanno, lo smettere di studiare. Crescere. Forse l’ incertezza della vita, il non sapere cosa succederà quando tutte le ossa diventeranno polvere.
Io davvero non lo so, non so cosa sia successo. Non hai voglia di svegliarti la mattina, dici. Depressione, dicono. Medicine, dicono altri ancora.
Perdonami se come al solito non ho saputo parlarti mentre ti tenevo la mano.
Facciamo così. Facciamo che ti scrivo. A te piace leggere, no?
Volevo dirti che non voglio che tu prenda le medicine. Non ancora.
Voglio raccontarti come mai mi alzo dal letto ogni volta.
Ok?
Bada bene. Non vivo per fare cose che mi piacciono, vivo per fare cose di cui non potrei fare a meno. Cerca di capire la differenza, è fondamentale.
Non potrei fare a meno di darmi lo smalto.
Ecco, stai già sorridendo. Non mi prendi sul serio, lo immagino.
Hai presente quando ti guardi le unghie colorate e ti sembra di aver fatto un bellissimo lavoro? Totalmente sgombra da qualsiasi ansia, totalmente concentrata sulle tue mani.
Io lo trovo meraviglioso.
Non potrei fare a meno di sudare.
Mi piacciono le giornate frenetiche, quelle dove non hai un minuto per pensare. Mi piace correre dietro a lui, mi piace prendere il sole per 5 ore di fila. Voglio sudare. Quando sudi, stai facendo un buon lavoro.
Non potrei fare a meno di perdere qualcuno.
Non sono pazza, no. Cerca di seguirmi.
Ogni volta che ho perso qualcuno, sono stata costretta a cercarmi. Ho dovuto ricominciare, mi sono dovuta ricostruire nemmeno fossi una casa disabitata da decenni. Ho scoperto nuove passioni, ho aperto gli occhi su persone che non avevo mai visto eppure c’ erano sempre state. Da ogni perdita ci ho guadagnato un po’ di libri letti in più, un po’ di canzoni nuove, un po’ di sana rivalsa.
Sono ancora qui, sono forte allora.
Rendermi conto di essere sopravvissuta a lui è stata l’ iniezione di autostima più grande della mia vita.
Non potrei fare a meno di darmi la crema, la sera.
Già. Hai letto bene.
E’ il mio regalo per essere sopravvissuta un giorno in più. Inizio dai piedi, mi soffermo a lungo sulle caviglie. Oltrepasso velocemente quelle gambe delle quali mi vergogno tanto fino a raggiungere il collo.
Allora chiudo gli occhi. Mi dedico dieci minuti. Non sono molti, ma meglio di niente…no? In quel piccolissimo tempo mi dico che tutto sommato sono brava. Una brava ragazza, una ragazza buona. Sono ancora dei pregi, nonostante tutto.
Ti dai mai la crema, la sera?
Non potrei mai fare a meno di farmi l’ amore.
Uffa. Che imbarazzo amica mia, confessarti questo. Non ne abbiamo mai parlato.
Non potrei mai fare a meno di prendere i treni.
E’ sempre la stessa storia, sono fissata.
Sì, si incontrano un sacco di persone interessanti sui treni…puoi immaginarti mille vite e uscire dalla tua.
Eppure no, non è per questo che devo prendere un treno al mese.
Vedi, dai finestrini dei treni, sulle rotaie, a volte puoi scorgere dei fiori: papaveri.
La prima volta che li ho visti mi sono venute le lacrime agli occhi. Lo sai, sono troppo sensibile.
Se un papavero riesce a crescere tra le rotaie, io posso farcela. No?
Tu puoi farcela.
Sì, immagino le tue obiezioni.
“Vuoi convincermi a vivere per una crema, uno smalto e un papavero?”
Beh, sì.
Se non dovessero bastarti, puoi sempre pensare a me.
Sai, io ti voglio bene come un bambino al suo gioco preferito.
Adesso prova a sorridere, chiamami, vieni a darti lo smalto con me.
Io ti insegnerò a giocare con la vita, tu mi insegnerai ad abbracciare.
Con affetto. Giulia."



1- Another World




Era strano come le nuvole fossero bianche a quell’altezza: avevo sempre immaginato che fossero lì, ferme nel cielo senza mai sapere il loro essere incorporee e movimentate. Le nuvole filtravano quell’immenso paesaggio che si vedeva dall’oblò: tutto sembrava così piccolo e insignificante che riusciva a farti sentire imponente. Eppure ero soltanto una ragazzina che aveva preso per la prima volta un aereo. Avevo sempre avuto un animo avventuriero e coraggioso, curioso di scoprire posti nuovi, ma non avevo mai avuto la possibilità di appagare quel desiderio. Forse l’ansia di mia madre che mi frenava ogni volta o la paura di non essere in grado di cavarmela da sola.
Diedi un leggero sguardo allo schermo che in quel momento segnava le 11:13. Alle 11:43 sarei atterrata. Mi tolsi le cuffie dalle orecchie che avevo messo soltanto per non attaccare bottone con la signora seduta alla mia sinistra e cercai con lo sguardo le mie amiche: Sofia ed Annie erano riuscite a sedersi vicine e in quel momento stavano ridendo come matte, molto probabilmente, per qualche sciocchezza ma le adoravo così: erano capaci di rendere tutto così perfetto. Jane, invece, era seduta un po’ più avanti e molto probabilmente stava finendo di leggere quel libro da cui non si staccava mai. Se Annie e Sofia erano due forze due uragani, Jane era la tranquillità fatta a persona.
-E’ passata la paura?-
Quella signora seduta alla mia sinistra non mi voleva lasciare tregua: all’inizio del viaggio aveva cominciato a parlare senza mai fermarsi, fino a che non ebbi la brillante idea di mettermi le cuffie nelle orecchie e scusandomi con lei dicendole che volevo riposare. Lei, aggrottando la fronte, mi lasciò perdere.
-Si grazie- Le risposi semplicemente. All’inizio non volevo quasi salire sul quell’aereo: il fatto di volare non mi entusiasmava così tanto dato che provavo delle vertigini assurde solo affacciandomi da un balcone.
Annie si accorse dei miei sguardi che le rivolgevo e mi fece un sorriso e sillabò un “ci siamo”: Tra meno di un’ora saremmo arrivate a Londra.



TO BE CONTINUED

  
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