IL DESTINO DI UNA STREGA
19° Capitolo
Il sole era appena sorto in cielo, quando un sonoro trambusto, la fece destare dal letto a baldacchino, dove la sera prima Hao l’aveva portata in braccio, dopo il lungo pomeriggio passato al laghetto.
Si stropicciò gli occhi facendo cadere il lenzuolo che copriva le sue nudità e si guardò attorno.
Non c’era anima viva nella camera, eppure le era sembrato di sentire qualcuno entrare.
La vista era ancora mezza annebbiata e quindi le venne l’istinto di chiedere se c’era qualcuno.
?: Sono io
Riconobbe all’istante quella voce e si accorse soltanto in quel momento di essere nuda sotto le lenzuola cremisi.
Si coprì istantaneamente il corpo con il lenzuolo ed arrivò gattonando alla fine dl letto, per guardare la creaturina, che non si vedeva da quell’altezza, essendo coperta dal mobile di legno.
Ivy: Buongiorno Opacho
Disse sorridente. Quel piccolo bambino era così adorabile.
Opacho: Buongiorno anche a te Signorina Ivy
Lo guardò meglio, accorgendosi soltanto in quel momento di ciò che aveva in mano.
Ivy: Che cos’è?
Opacho glielo porse. Era uno strano dischetto argenteo molto affilato, sullo stile dei ninja, solo che sembrava semplicemente un disco di dimensione molto ridotte.
Opacho: E’ la tua nuova arma. La userai come doppio mezzo
Ivy: E l’altro mezzo dov’è?
Opacho: Te lo darà il Signor Hao
Ivy: Ok
Ivy scese dal letto e cercò la vestaglia da notte, ma non la trovò.
Imprecò mentalmente dopo aver inciampato nelle lenzuola.
Volse lo sguardo verso il bambino che si era comodamente seduto sulla sponda del letto e la guardava incuriosito.
Ivy: Opacho, non è che potresti aspettarmi fuori?
Opacho: Il Signor Hao mi ha detto di controllarti
Ivy: Capisco
Andò verso il cassettone ottocentesco di noce ed aprì uno dei cassetti, intarsiati di filigrane d’oro.
Prese l’intimo che le serviva, visto che ogni vestito della sera prima sembrava essere sparito.
Ivy: Questa è tutta opera di Hao
Opacho sorrise vedendola in quello stato.
Opacho: Nell’armadio troverete l’abito che ha scelto per oggi Il signor Hao, per voi
A quelle parole si catapultò all’armadio ed aprì le ante scure.
Vi trovò dentro un bellissimo abito da battaglia nero, ripiegato accuratamente in un angolo.
Lo prese in mano un po’ impacciata, per cercare di non far scivolare via il lenzuolo, ma questo non bastò.
Ivy: Giuro che lo friggo quell’idiota
Hao: Ma davvero?
Eccolo!
Ivy: Ciao Hao
Affermò mentre si andava a parare dietro il pareo di carta di riso bianca.
Ivy: Uscite tutti e due!
Hao fece cenno ad Opacho di andare fuori, divertito dalla situazione pazzesca in cui si era ritrovato complice.
Il bambino gli sorrise ed uscì.
Hao: Ti vergognavi di fronte ad un bambino?
Ivy: Bhè ecco… sì
Hao: Uhm
La ragazza uscì da dietro la tela di carta e lo guardò sbigottita.
Ivy: Ma… cosa vedono i miei occhi? Come mai questo look?
La rossa rise di gusto vedendolo vestito come un comunissimo ragazzo di sedici anni. Un paio di jeans larghi con i bordi sfilacciati e le ginocchia consumate con grandi tasche di fronte e dietro e una lunga camicia nera che copriva quest’ultime.
Hao: Ti piaccio?
Ivy: E mo lo chiedi anche? Certo
La chiave fu inserita nella toppa e chiuse impaziente, come se volesse chiudere velocemente per fare qualcosa.
Ivy: Come mai chiudi?
Chiuse mentre spariva nuovamente dietro il pareo, dove si infilò gli slip ed il reggiseno nero tranquillamente, senza pensare a cosa avesse in mente il suo ragazzo.
Hao: Ti voglio parlare
Ivy: Puoi aspettare un secondo?
Hao: Certo, ma fai presto… ah già… cosa te ne pare dell’abito che ti ho comprato?
Ivy: Lo devo ancora indossare
Si distese sul letto e posò lo sguardo sull’ombra di Ivy, bella e sinuosa, che si stagliava lungo la parate dietro di lei.
Abbozzo un sorriso che dipinse sul suo volto una dolcissima aria da santarellino e si stiracchiò le braccia.
Ivy: A che ora ti sei svegliato?
Hao: Alle cinque!
Ivy: E come mai?
Hao: Dovevo andare a ritirare il tuo abito da combattimento
Ivy: Non posso indossare la mia vecchia divisa?
Hao: Ma quella è mezza distrutta
Ivy: Colpa tua!
Hao: Sempre a me la colpa! Uffi
Ivy: E dai…
Stupì Hao, facendosi vedere in tutto il suo splendore, con il nuovo abito che le aderiva al corpo come una seconda pelle.
Ivy: … come sto?
Completamento nero con solo alcune rifiniture rosse che erano i nastri che le chiudevano il corpetto davanti sul petto. Una gonnellina a pieghe che più che altro, aveva il ruolo di farla più graziosa, visto che subito sotto, un paio di pantaloncini alla pescatore si attaccavano perfettamente alla sua pelle bianca.
Hao: Sei meravigliosa. Ma ora…
Le fece cenno con la mano destra di sedersi vicino a lui, sulla sponda del letto, dopo essersi tirato su e lisciato i capelli, per farli tornare ordinati.
Hao: …ora parliamo. Dobbiamo assolutamente capire ciò che ti turba… l’altro giorno il discorso è rimasto in sospeso
Ivy: Va bene
Si sedette più comodamente andando ad avvicinarsi al petto di Hao, dove appoggiò la fronte, per cercare il suo calore.
Strinse la camicia nel palmo della mano sinistra e baciò una guancia del ragazzo.
Ivy: Promettimi che non me lo farai più raccontare
Hao: Sì, non ti preoccupare…
Ivy: Non puoi leggermi nella mente?
Hao: No, per queste cose… purtroppo sono meglio le parole dette che pensate
Ivy: Capisco
Hao: Vuoi qualcosa da bere, prima di dirmi tutto ciò?
Ivy: No, altrimenti sarei capace di rimandare
Hao: Su
Ivy: Quella sera, di otto anni fa, c’era tempesta ma i miei genitori erano così impazienti di arrivare a casa di mia nonna che non pensarono a ciò che poteva accadere. All’improvviso, non so cosa, …forse un animale bhè, …mio…mio padre fece sbandare la macchina verso la corsia opposta e in quell’istante stava venendo un camion che portava delle lastre di metallo per costruzione
La voce di Ivy era straziata da singhiozzi sommossi e piccole incrinature nel tono. Hao la strinse a se per confortarla, ma per risposta Ivy rimase ferma impassibile, perché niente la doveva distrarre dal racconto o altrimenti, si sarebbe dovuta fermare e quindi non avrebbe più avuto il coraggio di continuare con le spiegazioni.
Ivy: Poi il botto… e dopo… tutto buio
Sospirò.
Ivy: Mi sono risvegliata credo, dopo mezz’ora dall’incidente e…
I suoi occhi si fecero vitrei e le pupille nere si assottigliarono come quelle dei gatti.
Ivy: E’ tutta colpa mia, dovevo insistere… ma i miei erano troppo testardi e contenti di vedere la nonna…
Con il cuore a mille disse quelle ultime parole che tanto l’avevano spaventata un quegli ultimi anni.
Ivy: Mio padre morì sul colpo a causa della frattura del lobo frontale del cranio contro il volante e… mia madre… fu attraversata da parte a parte da una lastra di metallo caduta dal camion… io mi sono salvata per miracolo. Un miracolo, lo hanno sempre detto tutti…
Hao: Perché?
Ivy: Perché se la lastra di metallo fosse stata più lunga, sarebbe arrivata anche a me, invece, mi ha sfiorato soltanto il petto. La cicatrice mi è rimasta per molto tempo, ma pochi anni fa è sparita
Hao: Mi dispiace
Ivy pianse qualche lacrima e guardò Hao, che l’aveva ascoltata per tutto il tempo.
Ivy: Ero ricoperta completamente dal sangue di mia madre
Finì accasciandosi sul letto.
Hao: E così abbiamo scoperto perché ti fa così tanta paura il sangue… e la porta che non trovi…
Ivy: E’ perché non riesco ad uscire da questo orrore. Non faccio altro che pensarci da quella notte.
Hao: Avevi soltanto sei anni… anch’io ho perso mia madre a quell’età
Si distese anche lui e l’abbracciò.
Ivy: Come hai fatto ad uscirne?
Hao: Non ci sono ancora uscito
All’improvviso Ivy fu presa da un attacco di energie improvvise e si catapultò sopra Hao, che la guardò sorpreso dalla sua azione. Era sempre stato lui quello sopra!
Ivy: Credi che tutto passerà dopo la morte di ogni essere umano che cammina su questa terra?
Sembrava essere diventata un’altra persona. Era arrabbiata, anzi furiosa, nel vero senso della parola.
Ivy: Hao la vendetta non porta a nulla… ti sentirai ancora più vuoto dopo… io lo so… perché non sai quante volte ho cercato di tagliarmi le vene, ma sai, che darsi la colpa per ciò che è successo è la cosa più orrenda che si possa fare. Io l’ho capito soltanto ora, ma sembra che tu dopo mille anni ancora non lo abbia capito.
Non è stata colpa tua la morte di tua madre, eri piccolo, piccolo come me… i bambini non possono fare niente per i grandi, finché non diventano adulti…
Hao non aveva aperto bocca, preso dall’euforia che Ivy gli stava dimostrando.
Ivy: Ora ci sono io… possiamo colmare i vuoti nel nostro cuore con l’amore che proviamo ognuno per l’altro
Baciò le labbra di Hao e gli sorrise.
Ivy: Tu hai me adesso, lascia gli altri fuori dalla nostra vita. Dimenticatene perché ci siamo soltanto noi due
Il giovane sembrò pensarci un secondo. La sua espressione era così diversa da quelle solite che lo distinguevano. Sembrava tranquillo ed in pace con se stesso.
Hao: Quindi dovrei fregarmene di ciò che stanno facendo gli umani alla terra
Ivy: Non proprio, ma unendo le forze, potremmo fermarli passo dopo passo. Siamo o non siamo potenti? Tu sarai Shaman King mentre io la più potente erede mai vista della famiglia Malloy! Insomma, saremo persone importantissime che potranno cambiare il mondo poco alla volta
Hao: Perché non subito?
Ivy: I cambiamenti improvvisi possono fare molto male agli uomini, ricordatelo
Soddisfatta, distese completamente il corpo sopra quello da Hao e chiuse gli occhi, per imprimere meglio nella mente il suo profumo.
Hao: Non so come hai fatto, ma…
Ivy: Ma?
Hao: Mi hai fatto cambiare idea
Ivy: Che cosa?
Ivy alzò di scatto la testa e lo guardò dritto negli occhi. Altro che stupita! Era più che sbalordita!!
Ivy: Ti ho fatto cambiare idea, così velocemente?
Hao: Non credere, ci stavo pensando da molto tempo
Ivy: Così mi stupisce Signor Hao
Hao Ma davvero?
Continuarono a scherzare ed a coccolarsi per diverso tempo, fino a quando non arrivò il piccolo Opacho ad interrompere la situazione.
Hao: Normalmente si usa bussare, Opacho!
Opacho: MI scusi Signor Hao… ma è stato lei a dirmelo
Hao: Già
Ivy: Di fare cosa?
Hao: Di chiamarci se ci fossimo messi a perdere tempo
Ivy: Perché?
Hao: Te lo sei già dimenticata?
La rossa saltò giù dal letto con una velocità mai vista e uscì fuori dalla stanza seguita a ruota da Opacho, che rise di gusto per aver interrotto una situazione così pazzesca.
Ivy: Gli allenamenti!!!!!
Sentì urlare Ivy che lo fece alzare intenzionalmente.
Hao: E diamo inizio a questi benedetti allenamenti, una buona volta
Sospirò mentre usciva dalla stanza. 1,2, 3, 4 e riaprì di scatto e andò di corsa al cassettone. Si era dimenticato di una cosa molto importante. Frugò fra le sue cose quando non si fermò.
Hao: Eccolo
Prese in mano un piccolo pugnale dove era stata incisa sulla lama una fenice, molto somigliante a Flower.
Hao: Ti ho trovato una degna padrona, Aneks…
TO BE CONTINUED…
Ciao!Ciao!!^^
Una bacione a serenità e ad Anna-Yoh!!