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Autore: isline    05/08/2006    2 recensioni
Ciao a tutti! Dopo due one-shot, mi cimento in una storia lunga venutami in mente dopo aver riletto l’Ordine della Fenice. Dopo 15 anni tormentati ricordi tornano ad affollare le notti di Harry e persone e luoghi amati ripopolano la sua vita un po’ spenta. Buona lettura a tutti! Se riceverò recensioni (buone o cattive, ma soprattutto costruttive) continuerò a pubblicare e scrivere (per ora sono ferma al capitolo 13). Grazie in anticipo a tutti! N.B. La ff in questione non tiene conto degli avvenimenti del VI libro.
Genere: Malinconico, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

Capitolo 6

 

 

 

Incidente di Volo

 

 

 

I ragazzini erano compostamente allineati nel cortile della scuola; Harry se ne meravigliò molto, ma scoprì presto che era solo una conseguenza della reverenza che provavano per lui. Si sentì presto imbarazzato e fuori luogo: in realtà, al contrario di quanto gli eventi della sua vita sembravano mostrare, a lui non piaceva essere al centro dell’attenzione. Ripresa la scopa in mano, ritrovò la sua sicurezza e insegnò ai suoi attentissimi alunni qualche mossa. Nonostante fossero tutti del secondo anno, vi era qualcuno che sembrava non sapere nemmeno quale fosse il lato giusto per impugnare la scopa. Un ragazzo in particolare se ne stava imbambolato con i piedi ben saldi sul prato.

- Come si chiama?- gli chiese Harry; e quello avvampando balbettò:

- Jim, Jim Kalospax-

- Signor Kalospax, mi vuole dire cosa ci fa ancora per terra?-

- Beh, beh io…-

- Allora?- Harry si scoprì essere un po’ troppo brusco, allora gli sorrise amabilmente: Jim allora rispose.

- …Soffro di vertigini…-

Da quando Harry viveva nel mondo della magia non aveva mai sentito una storia del genere: un mago con le vertigini! Gli venne da ridere ma si trattenne per rispetto.

- Venga, l’aiuto io-

Mentre atterrava per aiutare il suo timoroso alunno, sentì un rumore. Si voltò di scatto con orrore: aveva già intuito cosa stava accadendo. Si lanciò in picchiata sulla sinistra: Tom Carty, approfittando della sua distrazione, si era arrischiato in acrobazie pericolose troppo in alto, e ora stava cadendo. Tutto, agli occhi di Harry, rallentò stranamente. Frazioni di secondo si dilatavano davanti a lui, dissolvendo ogni cosa all’infuori di Tom: l’aveva quasi agguantato, impedendogli una tragica caduta, quando fra loro si frappose un altro ragazzo ignaro. La testa della scopa di costui colpì violentemente il petto di Tom e anche l’altro alunno perse l’equilibrio. La mente di Harry reagì con una straordinaria lucidità e prontezza: cambiò direzione, saltò in piedi sulla sua scopa e, con un salto mortale all’indietro, si frappose col la scopa tra i ragazzi e il terreno. Atterrò con Tom sotto il braccio destro e l’altro giovane aggrappato alla mano sinistra. Tutto tornò alla sua velocità normale e Harry si sentì inzuppato di sudore. Attorno a lui tutti gli alunni atterravano lenti e con cautela, facendo scrosciare, però, un forte applauso. Harry li guardò torvo.

- Mai più, nessuno di voi, per quanto si creda un campione, deve azzardarsi a fare qualsiasi cosa senza il mio permesso!- la sua voce tuonò di un’ira che sorprese tutti. Nessuno forse aveva capito la gravità di quello che stava per accadere. – Incosciente!- urlò a Tom disteso per terra, dolente e inerme. Poi gli puntò contro la bacchetta e lo sollevò. – La lezione è finita- aggiunse e portò Tom in infermeria: aveva di sicuro qualche costola rotta.

Decise di fare una passeggiata per far sbollire l’ira e si trovò a camminare lungo la foresta proibita. Il fumo che fuoriusciva dal camino di Hagrid attrasse la sua attenzione, e senza accorgersene si trovo presto a bussare alla sua porta. Un tanfo lo investì appena il guardiacaccia aprì la porta: si svegliò un po’ dalla sua indolenza e si lasciò accogliere. Dentro la puzza era molto forte e si chiese cosa diamine stesse cucinando.

- Non è andato molto bene il tuo primo giorno “dietro la cattedra”, vero?- gli disse Hagrid.

- Vedo che le notizie continuano a spargersi con la stessa incredibile velocità, qui ad Hogwarts…-

- Ci credo! Hai fatto con la scopa una manovra veramente incosciente…e leggendaria-

- Incosciente è stato quello stupido ragazzino! Ma io non lo so! che cosa gli passava per la testa?-

- Sei stato tu a mancare nel tuo dovere di sorvegliarlo- la voce di Hermione si eresse da dietro la poltrona voltata verso il fuoco.

- Stavo aiutando un altro alunno!- Harry incominciò a scaldarsi

- Un insegnante deve mantenere il suo occhio vigile su tutti!-

- Io non sono un insegnante, ma un Auror! Se…-

- Allora torna a fare l’Auror!-

Harry quasi non ci vide più. Che cosa mai voleva Hermione da lui? Che cosa caspita era venuto a fare lui lì? Non valeva la pena riallacciare i rapporti con quella!

- Volevi riconquistare un po’ di fama, eh, signor Potter? Farti adulare un po’?-

Se non fosse stato per l’acutezza della voce di Hermione, ad Harry pareva di parlare ancora con Piton. Portò la mano alla bacchetta ed era pronto ad usarla, annebbiato da un’ira che mai lo aveva offuscato nel corso della sua carriera di Auror. Fu la grande mano di Hagrid a fermarlo. Harry si voltò a guardarlo; era sconcertato e gli teneva il braccio più che per trattenerlo, per chiedergli un perché. Harry si calmò un poco.

- Andiamo ragazzi! Come siete arrivati a questo?-

Cadde un profondissimo silenzio. Hermione si alzò e, senza guardarli in faccia, uscì, spingendo con violenza da un lato Harry, che si trovava ancora sulla soglia.

- Avevo sentito che i rapporti fra voi non erano più gli stessi…- Hagrid si schiarì la voce rendendo inconsapevolmente chiaro e manifesto quello che per pudore non aveva osato dire apertamente. – Ma non credevo foste arrivati a tanto.-

- Nemmeno io.- disse Harry sprofondando nella stessa poltrona sulla quale Hermione era seduta poco prima. Era in preda allo sconforto. Era stata un’idea stupida quella di tornare lì: maturò la decisione di ripartire subito l’indomani stesso, senza ulteriori indugi.

- Vado a parlare con la preside. Devo andarmene da qui- disse in tono mesto.

- Oh andiamo Harry, se è per oggi…hai fatto la cosa giusta! Non ricordi quanto fossi incosciente tu alla loro età?-

Ad Harry spuntò un sorriso dal cuore, subito velato. – Non è solo per quello…tutto è diventato così complicato…la mia vita non è come me l’aspettavo. E non è per Hermione.- disse anticipando l’obiezione di Hagrid – Sapevo che sarebbe finita e soprattutto che era una cosa sbagliata…doveva essere Ron il compagno di Hermione, ma durante la prigionia le cose sono cambiate.- stavano riaffiorando eventi troppo tristi. Prima che gli si spezzasse la voce, si affrettò a concludere – Vorrei solo riacquistare la sua fiducia-

Si sentì male e scoppiò a piangere e se ne vergognò: avrebbe voluto scappare, ma si sentiva incollato lì, scosso dai singhiozzi. Hagrid era ancora più imbarazzato di lui e gli porse una tazza di tè. Si sedette di fronte a lui e gli posò una mano sul ginocchio. Harry incominciò il suo lungo racconto: fatti vecchi e nuovi si ricongiunsero. Hagrid stette a sentirlo con una pazienza e una resistenza che era difficile aspettarsi da lui, così impaziente e impulsivo. Infondo quello era un po’ il suo ragazzo e con la vecchiaia si sentiva attaccato a lui più che in ogni altro momento.

- Devi parlare con lei, e con Ron. E’ necessario. Non capisco nemmeno come abbiate fatto a stare lontani per così tanto tempo: da ragazzini eravate sempre assieme.-

- Da ragazzini, Hagrid, eravamo solo ragazzini: era un’altra cosa-

- Ma sono sempre i tuoi amici. Se tu gli parlassi col cuore, come hai fatto con me, ti capiranno.- fece una pausa come se stesse misurando con esattezza le parole e poi disse – Anche se le tue fossero…beh…solo paranoie…loro saprebbero cosa dire o fare, certo meglio di me. Siete cresciuti insieme-

- Ho perso da molto questa versione incantata e illusoria dell’amicizia...Ron… dopo quello che è successo, anche se io ufficialmente non gli avevo fatto nessun torto…io sapevo che nel suo intimo l’avevo ferito…il rapporto con Ron non è stato più lo stesso: alla fine non ci siamo più visti…-

- Dimmi Harry, tu saresti capace di fare tutto per loro? Ed Hermione, nonostante tutto, non è venuta a curarti a Hogsmead? Adesso va a letto, ormai è notte. Riposati, la notte porta consiglio.-

Si congedarono. Harry, sulla via del ritorno, non era perfettamente convinto della veridicità dei consigli del buon vecchio Hagrid, ma un po’ rincuorato sì, lo era: quando arrivò in camera, si addormentò con un sorriso

 

 

Ciao!

Scusate per il ritardo, ma il ritorno dalle vacanze è stato un po’ traumatico…

In questo capitolo la relazione tra Herry e Hermione si è un po’ inasprita, ma il rapporto tra i due è destinato a risanarsi. Del resto Hagrid ha colto nel segno: si vogliono ancora molto bene nonostante le apparenze.

Grazie Neko_tensai e arc…sono contenta di avere delle lettrici appassionate, mi stimola la creatività! E’ chiaro che non posso svelare prima del dovuto i motivi profondi dell’astio tra Harry e Herm, ma posso solo dire che arc ha ragione a sospettare in qualcosa di più profondo…

Leggete e scoprite…

A presto!

  
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