by aquarius
 
 
 
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         CAPITOLO VIII
 
Cecilia non riusciva ad addormentarsi;
non faceva altro che pensare alla serata con Bill e a quanto era accaduto tra loro e cercava di fare il punto della situazione, per quanto possibile.
Lei lo amava, ormai ne era consapevole.
Amava il suo modo di parlare veloce e un pò cantilenante, amava il suo gesticolare, amava il suo sorriso un pò imbronciato o il suo modo di mettersi sempre in posa come se fosse costantemente davanti ad una macchina fotografica, amava i suoi baci e soprattutto amava il modo in cui l’aveva fatta sentire.
 
Bill l’aveva riaccompagnata a casa e poi era ripartito per Amburgo, le aveva promesso che si sarebbero risentiti presto, ma come?
lei non aveva avuto il coraggio di chiedergli il numero di telefono e lui, sicuramente non si fidava abbastanza per darglielo spontaneamente.
Forse non voleva sentirsi vincolato o forse non voleva più rivederla…..ecco che ricominciava con le solite lugubrazioni!
Provò ad addormentarsi ma era impossibile: tutte le volte che chiudeva gli occhi rivedeva Bill, sentiva il suo profumo, il sapore delle sue labbra risentiva il calore delle sue mani sul suo corpo…..
infilò la testa sotto al cuscino nel tentativo di nascondere anche a sè stessa il rossore sulle sue guance, poi finalmente la stanchezza prese il sopravvento e si addormentò.
 
Il giorno successivo fu un disastro!
Concentrarsi sugli impegni quotidiani era oltremodo faticoso.
Staccarsi dai ricordi, da quella nuvoletta dove la sua mente si era rifugiata e ritornare alla realtà, era particolarmente difficile.
Continuava a contare i minuti che la separavano da Bill e non vedeva l’ora di tornare a casa e di sentire la sua voce.
Ma non fu così.
Invano aveva aspettato una sua telefonata seduta davanti al telefono, ma di Bill nessuna traccia.
Man mano che il tempo passava l’euforia aveva lasciato il posto alla tristezza ed alla frustrazione.
“Bill, perchè non mi chiami?”, la domanda batteva come un martello nella testa e nel cuore di Cecilia, ma non seppe rispondere.
 
 Continuò a rigirarsi nel letto e a guardare la sveglia ma il sonno proprio non arrivava, così alle luci dell’alba si alzò e si mise a studiare nel vano tentativo di non pensare a lui.
 
La giornata fu anche peggio del previsto.
Marie, l’aveva fatta sentire una perfetta incapace; se le cose continuavano di questo passo poteva dire addio al posto in compagnia.
Si sforzava di sorridere nonostante tutto, ma il pensiero ritornava sempre a Bill.
Chissa dov’era, cosa stava facendo, forse l’aveva già dimenticata, forse era stato tutto un sogno, era stato solo il frutto della sua immaginazione ….eppure il senso di abbandono che provava era reale.
Ma perchè si era cacciata in questa situazione!
Prima di conoscerlo, tutto era più semplice……ora invece soffriva per un sentimento che non sapeva neanche se, in qualche modo, fosse ricambiato. Le aveva completamente scombussolato la vita e questo la spaventava.
Era spaventata dal fatto che non riusciva più a controllare il suo cuore, i suoi sentimenti e da questo ne sarebbe uscita sicuramente a pezzi.
 
Aveva contato male il tempo ed era entrata in ritardo arrancando per mettersi in linea con gli altri ballerini e in più Hermann le aveva lanciato un’occhiataccia.
“Accidenti a te Bill!”.
 
Tornò a casa distrutta.
Non ebbe nemmeno la forza di mangiare, si fece la doccia e si infilò a letto e dopo un pò si addormentò profondamente.
 
Il suono del telefono la fece sobbalzare, Cecilia accese la luce e guardò la sveglia, ma chi poteva essere alle quattro del mattino?
allungò il braccio verso il tavolino e sollevò la cornetta.
“Pronto?” disse Cecilia palesemente infastidita e con la voce ancora assonnata.
“Hei ballerina, ti ho svegliata?” la voce di Bill, la fece trasalire ed immediatamente il suo cuore iniziò a batterle talmente veloce che le mancò la voce.
“cia……em “fece un colpetto di tosse “ciao Bill, ma ti sembra questa l’ora di chiamare? sono le 4.00!” disse tentando di dissimulare l’immensa felicità che provava nel sentire la sua voce.
“Scusa, ma ti sto chiamando dall’aereoporto. Parto per gli Stati Uniti e tornerò solo alla fine del mese; volevo salutarti e  dirti che penserò a te, ai tuoi baci. Sentirai almeno un pò la mia mancanza?” chiese sornione;
“Sì, mi mancherai moltissimo, mi manchi già adesso” rispose sincera Cecilia e poi si morse un labbro dandosi della stupida per essere stata così esplicita.
“Era quello che volevo sentire. Devo imbarcarmi, ci sentiamo presto auf Wiedersehen Cecilia”.
” auf Wiedersehen Bill” e riattaccò.
Maledizione Bill sei capace di mandarmi in confusione e farmi perdere quel pò di autocontrollo che ancora mi resta!
 
20 giorni, 20 lunghissimi giorni senza vederti…….come farò a sopravvivere?

                                                         continua