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Autore: RavenLuna89    19/12/2011    3 recensioni
Dal capitolo 4
Mi avevano picchiata, imprigionata, umiliata e ora anche questo..
Per me non poteva andarmi peggio..
Una visione mi svegliò dal mio stato di incoscienza.
Vidi Jasper in una foresta, immobile.
Poi non lo vidi più..
No c'era qualcosa che non andava.
La visione tornò indietro e mi mostrò ancora Jasper nella foresta.
Poi un susseguirsi di immagini insensate,
Jasper che saltava in avanti per decine di metri..
La velocità con la quale correva... Non era normale.
Poi l'ultima visione mi fece raggelare.
Un cervo a terra copero di sangue e la bocca di Jasper aperta sul suo collo.
Mi svegliai urlando ma due braccia fredde mi impedirono di muovermi.
"Mary Alice sono io!"
Al suono della sua voce mi tranquillizzai per alcuni minuti..
Genere: Drammatico, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Successivo alla saga
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INTRODUZIONE

 

Correre! Devo continuare a correre!

Nella mia mente continuavano a susseguirsi sempre i stessi flash..

Il mio patrigno che si avventa su di me.

Solo che stavolta non ero riuscita ad evitare che accadesse.

La visione mi aveva avvertito ma io non gli avevo dato importanza.

Si era avventato su di me e io con una spinta gli avevo fatto perdere l'equilibrio facendogli sbattere la testa allo spigolo del comodino.

Correvo con gli abiti tutti stracciati e sentivo il sangue colarmi sulle gambe.

Ero caduta talmente tante volte che mi ero sbucciata tutte e due le ginocchia.

"Ehi signorina tutto bene?"

Un ragazzo venne verso di me e poi svenni.

Quando mi svegliai ero in un letto di ospedale.

"Finalmente si è svegliata."

"Lei chi è?"

"Io sono il dottor Brown. Si ricorda cosa le è successo?"

Per qualche minuto feci mente locale.

"Il mio patrigno ha tentato di... mi è saltato addosso. Io l'ho spinto via e ha sbattuto la testa allo spigolo del comodino.

Io per la paura sono scappata e poi mi ricordo di essere svenuta per strada.."

"Si ricorda il suo nome?"

"Mary Alice Brandon."

Dopo tre giorni di ospedale mi fecero fare una seduta psichiatrica.

Li con l'inganno mi estorsero il mio segreto più grande: le mie visioni.

Così con il consenso di mia madre e di quel porco del mio patrigno mi mandarono in un ospedale psichiatrico.

Ovvio che non credettero alla storia della tentata violenza.

In fondo... chi crederebbe mai ad una pazza...

QUALCHE GIORNO DOPO...

I giorni passano incessantemente.

Ormai sono sono una delle tante qua dentro.

Una delle tante da torurare e da umiliare ripetutamente.

All'inizio mi ribellavo a quelle angherie ma ora accetto tutto passivamente. Tanto nessuno riesce a vedere quello che vedo io. Nessuno..

E nessuno mi crede neanche di fronte all'evidenza.

Visioni senza senso si affollano nella mia mente. Mi vedo io fuori da questa prigione con altre persone strane.. Non tanto per il loro aspetto (sembrano tutti dei modelli) ma per gli occhi. Hanno tutti gli occhi ambrati. Ma sopratutto continuo a vedere lui.

L'angelo dai capelli biondo miele. Quei riccioli delicati che gli incorniciano il volto tanto delicato che se lo avessi davanti avrei paura di toccarlo.

Ogni volta che avevo delle visioni sulle mie braccia apparivano dei numeri, delle date.

In futuro capì che in tale data si sarebbero avverate.

Nessuno oltre me riusciva a vedere quelle date.

Cosa che mi rendeva ancora più pazza agli occhi attenti dei dottori.

Stanotte un altro sogno.

L'angelo biondo.

Non era la prima volta che lo sognavo ma stavolta il sogno era ancora più definito proprio come se si dovesse avverare da li a poco.

Nel sogno io ero caduta a terra e lui mi aiutava ad alzarmi.

Quando nel sogno gli presi la mano mi svegliai bruscamente.

Avrei tanto voluto che fosse vero.

Neanche mi resi conto che delle lacrime stavano scendendo silenziosamente sul mio viso.

Un inserviente bussò rumorosamente sulla porta della mia camera, anzi una cella, per svegliarmi.

Sobbalzai per la paura quando sentì che stava aprendo la porta con le chiavi.

Dopo il grosso inserviente entrarono due dottori e un'infermiera per farmi prendere le pasticche.. Non male come colazione.

Le  mandai giù tutte senza discutere. Non sarebbe servito a nulla.

Poi notai sul polso una nuova data.

Era una nuova data. 15/10/2010...

Che questa data fosse legata al sogno che ho fatto stanotte?

Beh lo avrei scoperto tra poco visto che oggi era il 15 ottobre...

Mi ero fissata a guardare quella data anche mentre camminavo nel corridoio così sbadatamente inciampai e caddi a terra.

"Ehi tutto bene?"

Udii una voce mai sentita prima.

Era calda e roca. Alzai lo sguardo e incontrai due occhi dorati..

Incastonati nel viso del mio angelo dai capelli biondi.

Guardai diversi secondi quella mano pallida tesa verso di me e quando l'afferrai constatai che era gelata.

"G-grazie.."

"Non devi parlare con gli inservienti piccola pazza!"

L'inserviente più grande mi diede un ceffone sbattedomi al muro.

Non era la prima volta e sicuramente non sarebbe stata l'ultima.

"Ma che diavolo fai sei matto?"

Quella domanda rasentava il ridicolo!

"Potevi farle male."

"Non me ne frega niente. Sai Jasper sei nuovo di qui e tante cose non le sai.. Ma imparerai a sfogare su di loro le tue pulsioni e i tuoi istinti. Tanto se anche lo dicessero a qualcuno chi credi che gli crederebbe?!"

"Sparisci!"

Ero scossa da violenti tremiti e avevo cominciato a piangere.

"Stai bene?"

Annuì senza parlare.

"Non è la prima volta eh?"

"No e non sarà l'ultima.."

"Non puoi ribbellarti?"

"Potrei ma non servirebbe a nulla. Solo ad alimentare ancora di più la loro rabbia."

"Ma non potete parlarne con i medici?"

Non capivo il senso di quelle domande ma, inspiegabilmente, mi sentivo spinta a rispondergli senza una ragione apparente.

"Jasper giusto? Io sono qua dentro perchè mi è stata diagnosticata un elevato grado di schizzofrenia e manie di persecuzioni. Nessuno mi crederebbe."

"Io ti crederei."

"Grazie ma almeno che tu non abbia una laurea segreta in psicologia non mi servirà a molto."

"Sei fin troppo sarcastica per essere una affetta da schizzofrenia. Come mai ti hanno sbattuta qua?"

"Affari miei!"

Mi allontanai da lui lasciandolo impalato nel corridoio.

Avevo molta voglia di parlare con lui ma di sicuro non gli avrei mai detto nulla riguardo alle mie visioni.

 

   
 
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