MOSTRA
DEL CINEMA DI VENEZIA
“Oh che schifo! Sono un orrore!”
Ero in piedi di fronte allo specchio ed indossavo un abito
lungo fin sotto le ginocchia di color blu notte. Ma più mi guardo e più mi vedo
brutta.
Sono
grassa! Sono troppo grassa.
Sono
brutta e grassa! Assomiglio alla tenda di un circo, maledizione!
Era il terzo vestito che provavo e che inevitabilmente scartavo.
Non avevo ancora trovato quello che non mi facesse assomigliare ad un elefante.
“Merda!” esclamai iniziando a piangere. Mi accasciai a terra e
prendendomi il viso tra le mani iniziai a dare sfogo alla mia tristezza.
“Soph? Sophie, cosa c’è?” mi domandò Gerard preoccupato
Io non risposi ed iniziai a piangere più forte. Non volevo
che lui mi vedesse, non volevo che lui mi sentisse. Ero triste ed arrabbiata
con me stessa. “Tesoro, cosa è successo?” domandò ancora, abbassandosi e
tentando di togliermi le mani dal viso.
La trovai rannicchiata a terra a piangere con le mani sul
viso e il corpo scosso dai singhiozzi.
Lentamente la presi in braccio e la posai sul letto, poco
lontano. La feci sedere e mi inginocchiai ai suoi piedi. Con dolcezza le tolsi
le mani dal viso e con due dita sotto il mento, lo sollevai in modo da poterla
guardare.
“Perché stai piangendo, Soph?” domandai nuovamente mentre le
asciugavo le lacrime che imperterrite scendevano copiose dai suoi occhi
“Non mi sta più bene nulla! Nessuna maglietta, nessun gonna,
neppure un dannatissimo paio di jeans! “ rispose lei singhiozzante.
Non riuscivo a capire quale fosse il punto perciò le risposi solo
con uno sguardo confuso.
“Sono grassa! Sono una cicciona sempre affamata che non ha
nessun vestito da mettere! Sono bruttissima!” spiegò lei ricominciando a
piangere
“Ed è solo per questo che piangi? “ domandai innocentemente
per poi sorridere
Lei a quelle parole reagì male “Come sarebbe a dire solo per
questo? N-non mi vedi??!! Sono una balena! Sono bruttissima, sono grassa e mi
faccio schifo!” disse tutte quelle cose urlando e alzandosi di botto mi
allontanò da lei
Si coprì nuovamente il viso con le mani e ricominciò a
piangere
“Girati e guardami!” le dissi serio arrivandole alle spalle
“Adesso, Sophie!” le ingiunsi nuovamente ma con tono più fermo
Lei, con gli occhi rossi, singhiozzò ma fece come dettole “Sophie,
tu per me sei e rimani la donna più bella del mondo!”
Lei scosse il capo “Non è vero … ora proprio no!” rispose lei
“Anche adesso. Ora lo sei ancora di più amore mio! Sei
bellissima perché porti in grembo mio figlio e lo sarai ancora di più quando lo
darai alla luce“ le dissi avvicinandomi
e stringendola a me. “Ti rendi conto … sarà parte di entrambi ed insieme saremo
una famiglia” aggiungi poco dopo
“Oh, Ger, questo lo so e non vedo l’ora! Ma … ma io parlavo
di me.” fece lei “Guardami … sono enorme! Quale uomo si avvicinerebbe mai?”
continuò lei ancora triste
“Uno che vuole fare una brutta fine, sicuramente!” le dissi
abbracciandola ancora più forte dandole poi
un tenero bacio sui capelli
“Oh Gerard, sii serio” mi supplicò lei accoccolata al mio
petto
“Ma lo sono!” ribattei serissimo allontanandola un poco da me
ed incantandomi come sempre a guardare i suoi occhi “Sei bellissima ed io ti
amo da morire!” la baciai con passione per poi aggiungere “Comunque ho capito
cosa volevi dire e ti posso assicurare che hai torto. Io ti amo e ti desidero
sempre con la stessa identità!”
“Anche se adesso sono grassa?” mi domandò lei con occhi dolci
“Oh, amore! Sei così ingenua a volte. Se solo sapessi … i
pensieri peccaminosi che mi passano per la testa in questo momento” le dissi
accarezzandole con il pollice le labbra carnose
Lei mi guardò per diversi secondi come se stesse cercando di
vedere la verità delle mie parole attraverso i miei occhi. “Davvero?” mi
domandò poi con voce bassa asciugandosi le lacrime.
Io annuì con la testa sempre guardandola cominciando ad
accarezzarle la guancia
Lei ridacchiò felice “Ne rimarrei scandalizzata?”
“Al contrario … ne saresti deliziata!” risposi malizioso
“Mhm … peccato, allora!” rispose lei accarezzandomi il petto
con dita leggere “Dobbiamo andare a quell’evento stasera…”
La strinsi a me sussurrandole “piccolo diavolo tentatore” e lentamente
cominciai ad allentarle i lacci che tenevano insieme il vestito che aveva indosso
“Comunque abbiamo ancora un po’ di tempo … e potrei mostrarti qualcosina!” mi avvicinai per baciarla e con mani tremanti
le sciolsi i capelli intrecciati.
Lei mugolò qualcosa ma non vi badai, presi d’assedio le sue
labbra e le accarezzai con le mie. Gliele stuzzicai con la lingua finché, Sophie,
con un respiro profondo si lasciò andare. Le dischiuse ed io cominciai ad
esplorarle la bocca con la lingua.
Amavo il suo sapore e sentivo il suo alito fresco nella mia
bocca. Agganciai la sua lingua con la mia, incatenandole insieme. Le mie mani sfioravano
dolci il suo viso, il suo tenero collo, le sue spalle morbide come il velluto mentre
le sue le sentivo artigliate alla mia schiena, desiderose di un maggior
contatto.
Accarezzando le sue braccia, le abbassai le spalline
dell’abito. Quello, in pochi secondi, cadde a terra ai suoi piedi lasciandola
con la sola sottoveste ed un paio di decolleté a coprire la sua nudità.
“Solo qualcosina?” mi domandò lei con occhi accesi di
passione
“Mhm, magari non solo qualcosina” risposi con voce roca.
Con dita leggere cominciai ad accarezzarle il corpo. Avevo
letto da qualche parte che il corpo di una donna incinta era molto più reattivo
del normale, la pelle molto più sensibile e il piacere si triplicava.
Il suo sguardo non lasciò il mio nemmeno per un secondo
mentre i miei occhi sfioravano leggeri il suo seno gonfio e pieno, i suoi morbidi
fianchi, le sue cosce e le sue gambe. La gravidanza l’aveva ammorbidita in
alcuni punti ma hai miei occhi non era mai stata così bella come in quel
periodo.
La sua voce, il suo profumo, la sua risata, la sua
morbidezza, la sua pelle e il suo corpo continuavano ad attrarmi come una
falena veniva inesorabilmente attirata dalla luce.
La presi, finalmente, tra le braccia e la invitai a sedersi
sul letto. Mi inginocchiai ai suoi piedi e senza distogliere lo sguardo da lei,
dai suoi occhi e dal suo viso, le tolsi le scarpe che lanciai poi dietro di me.
Con tocchi leggeri le massaggiai la pelle liscia e delicata partendo dai piedi.
Salì verso le gambe che accarezzai e massaggiai brevemente per poi arrivare ai
suoi fianchi e alle sue cosce. Le strinsi forte nelle mani finché non sentì un
piccolo mugugno di protesta da parte sua.
Lambii, accarezzai e toccai la sua pelle vellutata per
minuti, ore o forse giorni chi lo sa. Scesi con la bocca su quello splendido
corpo e seguendo lo stesso percorso intrapreso prima, le lasciai scie rugiadose
e piccoli morsi.
Le allargai con lentezza esasperante le cosce e guardandola
le dissi “Sei irresistibile per me” scivolando ancora di più sul suo corpo e accarezzando
la sua tenera intima carne con la lingua. Il suo odore, l’odore della sua
pelle, l’odore della sua carne e della sua eccitazione erano per me come una
droga. Ne ero quasi dipendente.
La leccai, stuzzicandola sapientemente e gustando ciò che di
lei sapevo appartenermi. Il suo corpo, il suo cuore, la sua mente, la sua anima
mi appartenevano. Appartenevano a me e a nessun’altro esattamente come io
appartenevo a lei.
Ero
suo, solo suo.
Alzai la testa dalla sua intimità solo per pochi secondi e la
vidi preda del piacere. La schiena inarcata, le mani piegate all’indietro
vicino ai fianchi, i seni alti e sodi svettavano sul suo enorme pancione, prova
più che evidente del nostro amore. “Guardami, Sophie … guarda a chi non riesco
a resistere“ e così dicendo mi ripiegai su di lei continuando quella dolce e lenta
tortura dei sensi.
Sentivo i suoi gemiti di piacere, sentivo i suoi mugolii
estasiati.
“Ti prego Gerard … fammi tua!” disse lei ormai quasi al
limite
Piegata sulle braccia con sguardo languido mi pregò in tal
senso. Mi strofinai con due dita le labbra per poi metterle in bocca e
succhiare piano quel suo nettare così attraente. Mi chinai a baciarla sulle
labbra con passione, accarezzandole il seno turgido e sensibile.
“Amore, ti prego …” sussurrò lei ancora
Io sorrisi, le deposi un altro bacio sul collo e
posizionandomi tra le sue cosce la penetrai completamente con una sola spinta.
“Sei mia, Sophie!” le accarezzai il pancione aggiungendo “E questo è nostro! E’
parte di noi … mio e tuo!” le baciai il pancione accarezzandolo nuovamente.
Arpionandole i fianchi, mi spinsi più profondamente in lei.
Sophie sospirò deliziata ed io cominciai a muovermi in lei. “Ti amo Sophie” le sussurravo
ad ogni nuova spinta. La sentivo tremare di piacere e mugolare il mio nome
aggrappata alle candide lenzuola bianche uniche spettatrici del nostro appassionato
atto di amore.
Quella sera, all’evento tutto mi sembrava stupendo. Tutto era
più luminoso, tutto più brillante, tutti erano più belli e più eleganti. Ero
riuscita a trovare il vestito adatto e guardandomi attorno sorrisi felice.
Il più bello di tutti però era lui, il mio Gerard. Ed io con
lui. Quella sera mi sentivo bella, forte e leggera. Mi sentivo sensuale e
inarrivabile. Ero perfetta accanto a lui. Eravamo perfetti insieme.
Appena scesi dall’auto, che ci aveva portato al luogo
dell’evento, migliaia di flash ci
accecarono la vista. Urla, fischi e voci che richiamavano la nostra attenzione
da ogni dove. Avevo detto a Gerard di non lasciarmi da sola nemmeno per un
secondo e lui fu di parola. Non abbandonò il mio fianco per tutta la serata,
sia all’esterno, del palazzo che ci avrebbe ospitato, davanti a fotografi,
giornalisti e paparazzi; sia all’interno tra decine e decine di attori,
camerieri, persone della sicurezza e altri vip in generale.
Incontrammo moltissimi suoi colleghi e molti altri personaggi
famosi. E per un attimo mi sentì fuori luogo ma una dolce carezza sulla schiena
ed un suo bacio all’angolo della bocca mi rimisero a mio agio. Da quel momento
in poi mi rilassai e mi godetti la serata.
Furono tutti particolarmente gentili e carini, forse un po’
troppo stucchevoli per i miei gusti tanto che lo feci notare al mio compagno.
Tirando indietro la testa, Gerard, scoppiò a ridere e con una mossa fluida mi
fece scivolare di fronte a lui.
“Non ti sfugge nulla, amore mio! “
Risposi con uno sguardo confuso mentre lui si limitava a dire
“Questo è lo spettacolo. Fare buon viso a cattivo gioco” e con un bacio
oltremodo intenso mise a tacere qualsiasi eventuale pensiero futuro.
Eravamo alla Mostra del Cinema di Venezia e Gerard si muoveva
a suo agio con fotografi e giornalisti, come se fosse di casa. Rideva,
scherzava e scambiava addirittura battute. Io al contrario ero un poco più agitata
perciò mi limitai a stargli a fianco. Dissi poche parole ma sorrisi e risi
moltissimo felicissima di essere con lui, tra le sue braccia.
Scattarono molte foto e guardandole anche ora, a distanza di
tempo, ne riconosco la bellezza. Ero bellissima, la mia pelle luminosa, il mio
viso sereno ed i miei occhi luccicavano come diamanti. Il vestito, cadeva
dolcemente sul mio corpo accarezzandone le forme ed evidenziandone il pancione,
che lui teneramente accarezzava di tanto in tanto.
Eravamo perfetti. Sorridevamo entrambi, felici di
appartenerci. Eravamo uniti, anima e corpo, in maniera indissolubile.