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Autore: irene862    19/12/2011    1 recensioni
Seguito di:
- dolce e delicata come il miele
- red line
Raccolta: Momenti di vita tra Gerard e Sophie
Dal quinto capitolo:
Lei cominciò a ridacchiare. Eravamo sedute sul divano, una di fronte all’altra.
“Non so proprio dove, quando e perché tu abbia deciso di fargli proprio quel regalo. Che piano strampalato!“
“Hey, mi hai aiutato tu a metterlo in pratica, non dimenticarlo. Anzi sono sicura che senza il tuo preziosissimo aiuto non ci sarei mai riuscita.”
“Mhm … forse. Comunque è bellissima! Mi piace molto. “ rispose lei sorridendo contenta
“Si, è stupenda! E sono contenta di regalargliela”
“E dell’altro regalo? Gli hai detto qualcosa?”
“Ma no, sei matta? Lo conosci, se glielo avessi detto si sarebbe precipitato qui sul momento lasciando baracca e burattini. Tu, mia madre e mio fratello siete gli unici a saperlo”
“Si, hai ragione. Sarebbe impazzito e avrebbe abbandonato set e film mandando a rotoli il suo contratto.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
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Last time - Mostra del Cinema di Venezia

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

 

 

 

 

 

 

“Oh che schifo! Sono un orrore!” 

Ero in piedi di fronte allo specchio ed indossavo un abito lungo fin sotto le ginocchia di color blu notte. Ma più mi guardo e più mi vedo brutta.

Sono grassa! Sono troppo grassa.

Sono brutta e grassa! Assomiglio alla tenda di un circo, maledizione!

Era il terzo vestito che provavo e che inevitabilmente scartavo. Non avevo ancora trovato quello che non mi facesse assomigliare ad un elefante.

“Merda!” esclamai iniziando a piangere. Mi accasciai a terra e prendendomi il viso tra le mani iniziai a dare sfogo alla mia tristezza.

“Soph? Sophie, cosa c’è?” mi domandò Gerard preoccupato

Io non risposi ed iniziai a piangere più forte. Non volevo che lui mi vedesse, non volevo che lui mi sentisse. Ero triste ed arrabbiata con me stessa. “Tesoro, cosa è successo?” domandò ancora, abbassandosi e tentando di togliermi le mani dal viso.

 

 

 

 

 

 

 

 

La trovai rannicchiata a terra a piangere con le mani sul viso e il corpo scosso dai singhiozzi.

Lentamente la presi in braccio e la posai sul letto, poco lontano. La feci sedere e mi inginocchiai ai suoi piedi. Con dolcezza le tolsi le mani dal viso e con due dita sotto il mento, lo sollevai in modo da poterla guardare.

“Perché stai piangendo, Soph?” domandai nuovamente mentre le asciugavo le lacrime che imperterrite scendevano copiose dai suoi occhi

“Non mi sta più bene nulla! Nessuna maglietta, nessun gonna, neppure un dannatissimo paio di jeans! “ rispose lei singhiozzante.

Non riuscivo a capire quale fosse il punto perciò le risposi solo con uno sguardo confuso.

“Sono grassa! Sono una cicciona sempre affamata che non ha nessun vestito da mettere! Sono bruttissima!” spiegò lei ricominciando a piangere

“Ed è solo per questo che piangi? “ domandai innocentemente per poi sorridere

Lei a quelle parole reagì male “Come sarebbe a dire solo per questo? N-non mi vedi??!! Sono una balena! Sono bruttissima, sono grassa e mi faccio schifo!” disse tutte quelle cose urlando e alzandosi di botto mi allontanò da lei

Si coprì nuovamente il viso con le mani e ricominciò a piangere

“Girati e guardami!” le dissi serio arrivandole alle spalle “Adesso, Sophie!” le ingiunsi nuovamente ma con tono più fermo

Lei, con gli occhi rossi, singhiozzò ma fece come dettole “Sophie, tu per me sei e rimani la donna più bella del mondo!”

Lei scosse il capo “Non è vero … ora proprio no!” rispose lei

“Anche adesso. Ora lo sei ancora di più amore mio! Sei bellissima perché porti in grembo mio figlio e lo sarai ancora di più quando lo darai alla luce“  le dissi avvicinandomi e stringendola a me. “Ti rendi conto … sarà parte di entrambi ed insieme saremo una famiglia” aggiungi poco dopo

“Oh, Ger, questo lo so e non vedo l’ora! Ma … ma io parlavo di me.” fece lei “Guardami … sono enorme! Quale uomo si avvicinerebbe mai?” continuò lei ancora triste

“Uno che vuole fare una brutta fine, sicuramente!” le dissi abbracciandola ancora più forte  dandole poi un tenero bacio sui capelli

“Oh Gerard, sii serio” mi supplicò lei accoccolata al mio petto

“Ma lo sono!” ribattei serissimo allontanandola un poco da me ed incantandomi come sempre a guardare i suoi occhi “Sei bellissima ed io ti amo da morire!” la baciai con passione per poi aggiungere “Comunque ho capito cosa volevi dire e ti posso assicurare che hai torto. Io ti amo e ti desidero sempre con la stessa identità!”

“Anche se adesso sono grassa?” mi domandò lei con occhi dolci

“Oh, amore! Sei così ingenua a volte. Se solo sapessi … i pensieri peccaminosi che mi passano per la testa in questo momento” le dissi accarezzandole con il pollice le labbra carnose

Lei mi guardò per diversi secondi come se stesse cercando di vedere la verità delle mie parole attraverso i miei occhi. “Davvero?” mi domandò poi con voce bassa asciugandosi le lacrime.

Io annuì con la testa sempre guardandola cominciando ad accarezzarle la guancia

Lei ridacchiò felice “Ne rimarrei scandalizzata?”

“Al contrario … ne saresti deliziata!” risposi malizioso

“Mhm … peccato, allora!” rispose lei accarezzandomi il petto con dita leggere “Dobbiamo andare a quell’evento stasera…”

La strinsi a me sussurrandole “piccolo diavolo tentatore” e lentamente cominciai ad allentarle i lacci che tenevano insieme il vestito che aveva indosso “Comunque abbiamo ancora un po’ di tempo … e potrei mostrarti qualcosina!”  mi avvicinai per baciarla e con mani tremanti le sciolsi i capelli intrecciati.

Lei mugolò qualcosa ma non vi badai, presi d’assedio le sue labbra e le accarezzai con le mie. Gliele stuzzicai con la lingua finché, Sophie, con un respiro profondo si lasciò andare. Le dischiuse ed io cominciai ad esplorarle la bocca con la lingua.

Amavo il suo sapore e sentivo il suo alito fresco nella mia bocca. Agganciai la sua lingua con la mia, incatenandole insieme. Le mie mani sfioravano dolci il suo viso, il suo tenero collo, le sue spalle morbide come il velluto mentre le sue le sentivo artigliate alla mia schiena, desiderose di un maggior contatto.

Accarezzando le sue braccia, le abbassai le spalline dell’abito. Quello, in pochi secondi, cadde a terra ai suoi piedi lasciandola con la sola sottoveste ed un paio di decolleté a coprire la sua nudità.

“Solo qualcosina?” mi domandò lei con occhi accesi di passione

“Mhm, magari non solo qualcosina” risposi con voce roca.

Con dita leggere cominciai ad accarezzarle il corpo. Avevo letto da qualche parte che il corpo di una donna incinta era molto più reattivo del normale, la pelle molto più sensibile e il piacere si triplicava.

Il suo sguardo non lasciò il mio nemmeno per un secondo mentre i miei occhi sfioravano leggeri il suo seno gonfio e pieno, i suoi morbidi fianchi, le sue cosce e le sue gambe. La gravidanza l’aveva ammorbidita in alcuni punti ma hai miei occhi non era mai stata così bella come in quel periodo.

La sua voce, il suo profumo, la sua risata, la sua morbidezza, la sua pelle e il suo corpo continuavano ad attrarmi come una falena veniva inesorabilmente attirata dalla luce.

La presi, finalmente, tra le braccia e la invitai a sedersi sul letto. Mi inginocchiai ai suoi piedi e senza distogliere lo sguardo da lei, dai suoi occhi e dal suo viso, le tolsi le scarpe che lanciai poi dietro di me. Con tocchi leggeri le massaggiai la pelle liscia e delicata partendo dai piedi. Salì verso le gambe che accarezzai e massaggiai brevemente per poi arrivare ai suoi fianchi e alle sue cosce. Le strinsi forte nelle mani finché non sentì un piccolo mugugno di protesta da parte sua.

Lambii, accarezzai e toccai la sua pelle vellutata per minuti, ore o forse giorni chi lo sa. Scesi con la bocca su quello splendido corpo e seguendo lo stesso percorso intrapreso prima, le lasciai scie rugiadose e piccoli morsi.

Le allargai con lentezza esasperante le cosce e guardandola le dissi “Sei irresistibile per me” scivolando ancora di più sul suo corpo e accarezzando la sua tenera intima carne con la lingua. Il suo odore, l’odore della sua pelle, l’odore della sua carne e della sua eccitazione erano per me come una droga. Ne ero quasi dipendente.

La leccai, stuzzicandola sapientemente e gustando ciò che di lei sapevo appartenermi. Il suo corpo, il suo cuore, la sua mente, la sua anima mi appartenevano. Appartenevano a me e a nessun’altro esattamente come io appartenevo a lei.

Ero suo, solo suo.

Alzai la testa dalla sua intimità solo per pochi secondi e la vidi preda del piacere. La schiena inarcata, le mani piegate all’indietro vicino ai fianchi, i seni alti e sodi svettavano sul suo enorme pancione, prova più che evidente del nostro amore. “Guardami, Sophie … guarda a chi non riesco a resistere“ e così dicendo mi ripiegai su di lei continuando quella dolce e lenta tortura dei sensi.

Sentivo i suoi gemiti di piacere, sentivo i suoi mugolii estasiati.

“Ti prego Gerard … fammi tua!” disse lei ormai quasi al limite

Piegata sulle braccia con sguardo languido mi pregò in tal senso. Mi strofinai con due dita le labbra per poi metterle in bocca e succhiare piano quel suo nettare così attraente. Mi chinai a baciarla sulle labbra con passione, accarezzandole il seno turgido e sensibile.

“Amore, ti prego …” sussurrò lei ancora

Io sorrisi, le deposi un altro bacio sul collo e posizionandomi tra le sue cosce la penetrai completamente con una sola spinta. “Sei mia, Sophie!” le accarezzai il pancione aggiungendo “E questo è nostro! E’ parte di noi … mio e tuo!” le baciai il pancione accarezzandolo nuovamente.

Arpionandole i fianchi, mi spinsi più profondamente in lei. Sophie sospirò deliziata ed io cominciai a muovermi in lei. “Ti amo Sophie” le sussurravo ad ogni nuova spinta. La sentivo tremare di piacere e mugolare il mio nome aggrappata alle candide lenzuola bianche uniche spettatrici del nostro appassionato atto di amore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella sera, all’evento tutto mi sembrava stupendo. Tutto era più luminoso, tutto più brillante, tutti erano più belli e più eleganti. Ero riuscita a trovare il vestito adatto e guardandomi attorno sorrisi felice.

Il più bello di tutti però era lui, il mio Gerard. Ed io con lui. Quella sera mi sentivo bella, forte e leggera. Mi sentivo sensuale e inarrivabile. Ero perfetta accanto a lui. Eravamo perfetti insieme.

Appena scesi dall’auto, che ci aveva portato al luogo dell’evento, migliaia di flash  ci accecarono la vista. Urla, fischi e voci che richiamavano la nostra attenzione da ogni dove. Avevo detto a Gerard di non lasciarmi da sola nemmeno per un secondo e lui fu di parola. Non abbandonò il mio fianco per tutta la serata, sia all’esterno, del palazzo che ci avrebbe ospitato, davanti a fotografi, giornalisti e paparazzi; sia all’interno tra decine e decine di attori, camerieri, persone della sicurezza e altri vip in generale.

Incontrammo moltissimi suoi colleghi e molti altri personaggi famosi. E per un attimo mi sentì fuori luogo ma una dolce carezza sulla schiena ed un suo bacio all’angolo della bocca mi rimisero a mio agio. Da quel momento in poi mi rilassai e mi godetti la serata.

Furono tutti particolarmente gentili e carini, forse un po’ troppo stucchevoli per i miei gusti tanto che lo feci notare al mio compagno. Tirando indietro la testa, Gerard, scoppiò a ridere e con una mossa fluida mi fece scivolare di fronte a lui.

“Non ti sfugge nulla, amore mio! “

Risposi con uno sguardo confuso mentre lui si limitava a dire “Questo è lo spettacolo. Fare buon viso a cattivo gioco” e con un bacio oltremodo intenso mise a tacere qualsiasi eventuale pensiero futuro.

 

 

 

 

 

 

 

Eravamo alla Mostra del Cinema di Venezia e Gerard si muoveva a suo agio con fotografi e giornalisti, come se fosse di casa. Rideva, scherzava e scambiava addirittura battute. Io al contrario ero un poco più agitata perciò mi limitai a stargli a fianco. Dissi poche parole ma sorrisi e risi moltissimo felicissima di essere con lui, tra le sue braccia.

Scattarono molte foto e guardandole anche ora, a distanza di tempo, ne riconosco la bellezza. Ero bellissima, la mia pelle luminosa, il mio viso sereno ed i miei occhi luccicavano come diamanti. Il vestito, cadeva dolcemente sul mio corpo accarezzandone le forme ed evidenziandone il pancione, che lui teneramente accarezzava di tanto in tanto.

Eravamo perfetti. Sorridevamo entrambi, felici di appartenerci. Eravamo uniti, anima e corpo, in maniera indissolubile.

  
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