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Autore: Fiorels    19/12/2011    63 recensioni
E tutto va proprio come avevo immaginato; in poco, pochissimo tempo, resto sola. Sola con le mie lacrime, con i miei pensieri, con i miei ricordi.
Sola con quell’amore che doveva essere la nostra svolta.
Sola senza sapere di non esserlo davvero.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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TP - cap 3 Allora ragazze eccoci qui! Iniziamo col dirvi che siamo completamente scioccate, sconvolte, entusiaste e stra-mega-happy per il vostro amore per la storia e le stupende recensioni che ci lasciate!!!
shghggaycysdhgcfsdghfhgsdhgfgh è tutto ciò che possiamo dire per descrivere adeguatamente come stiamo *___*.
Detto questo, eccoci qui al capitolo 4, il penultimo! Grazie a tutte le fantastiche ragazze le cui menti hanno pensato il soprannome 'Scialba Shelby'. Cloe l'ha rubato e messo in vostro onore in questo capitolo xD. Pensiamo che Haley vi farà morire dal ridere perciò ahahah tenetevi forte mentre leggete...anche perchè finalmente molti punti oscuri saranno rivelati O______O. Vogliamo ringraziare ancora una volta tutte voi che continuate a seguirci e a dimostrarci una dose enorme di amore su fb. Non pensavamo di trovare amiche così in sintonia con noi (e anche un pò pazze come noi hihihi ).
Bene vi lasciamo al capitolo e...
E chi sarà al campanello??? O_O
Buona lettura!!!!
P.S= Il capitolo è diviso in due pov diversi e se volete c'è un piccolo suggerimento musicale da ascoltare dal Kris pov in avanti.
Un mega bacio!!







Capitolo 4

now.
 
POV Robert


Rimasi ansimante con le mani sul ripiano della cucina. Kris se n’era andata al suono del campanello ma riuscivo ancora a sentirla addosso. Le sue labbra, la sua pelle, il suo sapore, il suo..
Chiusi gli occhi, cercando con ogni parte di me stesso di riprendere il controllo, ma fu tutto inutile. Avevo cercato per giorni di dire a me stesso che lei era solo..solo un vecchio amore.
Solo la madre di mia figlia.
Solo una potenziale amica futura.
Che lei era solo..solo Kristen.
Ma, dopotutto, era proprio questo il problema.
Lei era Kristen. Lei e nessun’altra. Nessuna sarebbe mai stata lei: la mia amante, confidente, migliore amica. Tutto allo stesso tempo.
Però c’era qualcun’altra nella mia vita adesso, qualcuno che sarebbe stato distrutto e devastato se avesse saputo ciò che avevo fatto.
Io mi stavo per sposare. Stavo per sposare una donna forte e fantastica che mi aveva letteralmente salvato da me stesso, dall’alcool e dalla depressione che avevo attraversato. Avevamo condiviso sette anni insieme e..e non si meritava un trattamento simile. Io le dovevo tutto, ogni singola cosa buona che avevo fatto dopo Kristen. Non potevo gettare tutto al vento per un bacio che non significava nulla e..e anche se il campanello non fosse suonato noi ci saremmo fermati.
Certo, come no.
Perché quello era stato solo un errore.
Un bell’errore, però.
Forse avevo avuto uno di quegli strani momenti di debolezza che tutti hanno prima di fare il grande passo. Sì, era per questo che l’avevo fatto:per provare che non c’era più nulla tra me e Kristen. E, infatti, quel bacio non aveva significato niente.
Bugiardo.
“Cazzo..”
Avrei continuato ad angosciarmi e a parlare come un pazzo con la mia coscienza se non avessi sentito una voce famigliare mescolata a quella di Kristen. E ogni mio pensiero sul fatto che quella persona non potesse essere lì, si volatilizzò quando vidi la figura alta ed esile di Shelby entrare in cucina come un tornado impazzito, seguita a ruota da una confusa e scioccata Kristen.
Entrambe erano rosse in viso, seppur chiaramente per due ragioni opposte. I miei occhi incrociarono per un attimo quelli di Kristen, enormi ed imbarazzati; uno specchio esatto di quelli che dovevano essere i miei.
“Tu che ci fai qui?”.
Il mio tono di voce uscì totalmente sbagliato e mi sentii in colpa nell’esatto istante in cui colsi il dolore sul volto di Shelby.
“Io..insomma, volevo dire. Come sei arrivata? Quando..io..” balbettai. Perché diavolo averla lì, nella cucina di Kristen,  sembrava così sbagliato e fuori luogo mentre esserci io sembrava così..giusto?
“Beh, non certo grazie a te” la voce di Shelby era strana, diversa dal suo solito tono allegro e gentile. “Hai detto che dovevi venire a Vancouver a risolvere una faccenda. Una faccenda? A dieci giorni dal nostro matrimonio? Ma io..io mi sono fidata di te. E poi Tom si fa sfuggire il suo nome” puntò il dito contro Kristen, senza però togliere gli occhi da me “Non mi ci è voluto molto per farmi dire che eri qui con lei, a casa sua e..” una lacrima le rigò il viso e mi sentii morire.
“Tom non ti ha spiegato. Shelby, c’è una spiegazione logica a..”
“Una spiegazione logica? Una..” cercò di prendere un lungo respiro anche attraverso le lacrime “Stai vivendo qui con lei da una settimana, mentendomi, e tra dieci giorni noi dovremmo sposarci! E hai anche il coraggio di dirmi che c’è una spiegazione logica?”
A quel punto kris fece un passo avanti. “No, aspetta, lo so che sembra brutto ma..è tutto un grosso malinteso.”
Shelby scattò, guardandola con un odio che non avevo mai visto sul suo volto. “Tu stai zitta. Dopo tutto quello che gli hai fatto, hai davvero un bel coraggio a..”
“Che sta succedendo?”
Tutti e tre sobbalzammo e ci ritrovammo a fissare la porta della cucina dove Haley se ne stava appoggiata allo stipite.
“Perché urlate? State litigando? Non litigate, dai..” i suoi occhi assonnati si posarono su Shelby e si spalancarono. Non perse neppure un secondo a gettarsi su di me, impaurita.
“Sei una ladra?” domandò cauta rivolgendosi a Shelby “No, forse sei una pazza. Hai l’aria di una appena uscita dal manicomio. Vuoi ucciderci tutti e farci a pezzi ?”
“Cosa? Io..no. Ma  chi diavolo sei tu?”
Haley alzò il viso verso di me. “Papà ma questa chi  è? Tu la conosci?”
Le avrei risposto ma il gemito sorpreso e sconvolto di Shelby mi distolse da mia figlia.
Kris si schiarì la voce, passandosi le mani nei capelli. “Io.. amore questa donna è la fidanzata di papà, non è una pazza. Lo sai che papà ha una fidanzata, no? Te l’avevamo detto..”sibilò tra i denti “E io ti avevo detto che dovevi dire tutto a Shelby, Rob”
E avrei davvero dovuto farlo perché lei sembrava letteralmente sul punto di svenire o di collassare. Il suo sguardo passava, angosciato, su noi tre senza sapere su dove posarsi.
“Haley, vieni. Andiamo di sopra. Ti leggo una storia..”
“Ma io voglio dormire con papà” alzò gli occhi e sporse il labbro all’infuori “E poi vorrei una tazza di cioccolata, mi è venuta fame”
“Haley..”
“Papino ti preeeeeeeeeeeeeeeego”
Avrei voluto poter cedere come facevo sempre e dirle che avrei fatto tutto ciò che voleva, ma ero troppo focalizzato sul volto pallido e sconvolto della mia fidanzata.
“Fatti fare la cioccolata dalla mamma” risposi “Poi dopo vediamo cosa fare. Io devo parlare in privato con Shelby.”
Non sembrò affatto felice della risoluzione della cosa ma si sedette ugualmente al tavolo, senza obiettare e con un grosso broncio sul viso.
Presi delicatamente la mano di Shelby nella mia e la condussi al piano di sopra, fino alla camera che occupavo. Dopo essersi seduta sul letto e aver bevuto un po’ d’acqua sembrò aver riacquistato un colorito leggermente più roseo.
“Io..non..non capisco”
“Lo so, lo so” mi sedetti al suo fianco e la circondai con le braccia.
Come diavolo avevo fatto ad essere così idiota? Ero stato assorbito da Haley e dal mio volerla solo per me ma quella donna era la mia fidanzata. La mia futura moglie e..e presto avrei dovuto dividere ogni piccola cosa della mia vita con lei. Compreso il mio amore per mia figlia. Tenendola all’oscuro avevo solo rischiato di ferirla irreparabilmente ed era l’ultima cosa che avrei voluto fare.
“E’ una storia lunga e complicata. Ascoltami, ok?”
Annuì e si voltò a guardarmi. Questa volta seria e senza più lacrime agli occhi.
Iniziai la mia storia partendo da ciò che era successo il giorno del provino. Non era necessario rivangare i dettagli più tristi della fine della mia storia con Kristen visto che sapeva già ogni cosa e di questo fui immensamente grato. I suoi occhi si fecero enormi e carichi di rabbia e comprensione mano a mano che le spiegavo tutto ciò che era successo in quei giorni. Eppure mi ritrovai a escludere dal mio racconto alcune parti e, paradossalmente, le più importanti. I momenti che ci avevano avvicinati in quei giorni, le piccole cose che avevamo condiviso insieme: i film sul divano, le cene a tavola, i giochi..
“Una figlia..” il gemito si Shelby mi riscosse dal mio torpore “Wow, è..è scioccante.”
“Già..”
“Io..” strinse i pugni sulle ginocchia, livida “Ho una gran voglia di andare lì fuori e prenderla a calci in culo. Come ha potuto tenerti nascosta tua figlia per sette anni? Certo posso capire che non sapere chi il padre fosse deve averla fatta sentire una sgualdrina, che poi è quello che è..”
“Shelby non dire così”
I suoi occhi mi fissarono scioccati. “La difendi? Perché diavolo la difendi?”
“Io no..non la difendo ma per Haley..” sospirai cercando di scacciare il fastidio che le parole di Shelby mi avevano procurato.
Kris non era affatto una sgualdrina, lei era..una brava madre e..
“E’ la mamma di Haley e bene o male saremo legati per sempre. Perciò credo che la cosa migliore sia avere tutti un rapporto sereno e ripartire da zero. Non voglio che mia figlia si senta stretta fra due fuochi e non sappia cosa dire o come comportarsi.”
I suoi occhi si addolcirono velocemente. “Hai ragione, ovviamente. Insomma..scusami. Se tu la puoi perdonare di certo posso farlo io. In fondo è sempre stato quello che ti ho detto di fare: dimenticare il passato e andare oltre. Perciò sì..cercherò di essere il più civile possibile. E..oddio ti ho accusato di tutte quelle cose orribili quando sono arrivata”
“Non fa niente, eri sconvolta e..”
Prima che potessi rendermene conto le sue labbra erano sulle mie, morbide e calde. Così simili a quelle di Kristen eppure così diverse..
Si staccò e, quando tornò a guardarmi, aveva un espressione triste e mortificata.
“No, è stato imperdonabile. Come se tu e lei poteste..insomma, dopo tutto ciò che ti ha fatto dovevo capire che tra voi due non potrebbe esserci più nulla. Sono stata davvero una sciocca,vero?”
Se avessi voluto quello sarebbe stato il momento per essere sincero. Per dirle del bacio, per dirle..
Ma c’era poi davvero qualcosa da dire?
Confessarle la verità avrebbe cambiato qualcosa o sarebbe servito solo a ferirla irreparabilmente?
Bacio o non bacio io e Shelby ci saremmo comunque sposati presto; le avevo fatto una promessa e l’avrei mantenuta ad ogni costo.
“Sciocca? Solo un pochino” sussurrai “Ma ti amo comunque”
Avvicinò nuovamente il volto al mio. “Anche io ti amo.”
“Ehm..ehm..”
Ci allontanammo di scatto e una Haley piuttosto arrabbiata si gettò sul mio grembo allacciandomi le mani al collo e affondando il capo sul mio petto.
“Cattivo, avevi detto che venivi da me e invece la mamma voleva mandarmi a dormire senza di te” sbottò “E invece io non ci vado se tu non ci sei.”
Strinsi il suo corpicino caldo a me, beandomi di quelle attenzioni. Mi aveva accettato con gioia sin da subito e vederla ricercare il mio affetto costantemente mi faceva sentire amato  come mai prima.
“Dormo con te, ok? Non preoccuparti” sussurrai respirando il buon profumo dei suoi capelli. “Prima però vorrei presentarti ufficialmente una persona che per me è molto importante. Haley, questa signora si chiama Shelby ed è la mia fidanzata. Shelby, lei è Haley, la mia bambina.”
Shelby fu la prima a sporgere la mano e a salutare con un sorriso. Haley la scrutò per un attimo prima di allungare, titubante, la manina.
“Piacere” disse “Scusa se non ti ho riconosciuta subito, prima. Ti avevo già vista su un giornale ma sembravi diversa.” Tossicchiò “Immagino che Photoshop faccia miracoli.”
Oh ca..
Iniziavamo bene!
“Ok, beh è ora della nanna. Tutti a dormire, su, domani ci aspetta un lungo volo fino a Londra” mi alzai tenendo Haley tra le braccia “Shelby, il nostro programma era di partire domani col volo delle 11. Se avessi saputo che..”
“Oh non preoccuparti” scosse la mano e mi resi conto che era ancora un po’ confusa su come interpretare la battuta su Photoshop “Mi prenoto un posto su internet. Di solito in prima classe c’è sempre disponibilità residua.”
Le diedi un bacio veloce sulle labbra e, quando mi allontanai di un passo, i miei occhi si posarono su Kris, ferma sulla porta con un’espressione assorta e illeggibile sul volto.
Illeggibile, forse per chiunque, ma non per me.
Stava pensando al nostro bacio, esattamente come avevo fatto io sino a quel momento.
 “Buonanotte, allora” mormorai, oltrepassandola con Haley fra le braccia.
Scossi il capo. Non c’era niente a cui pensare.
Niente.
 
 
 
“Dimmi ancora una volta che tu non c’entri”
“Io non c’entro” ripetè Haley tranquilla, troppo assorbita dall’ambiente circostante per prestare davvero attenzione alle mie parole.
“Haley..”
“Guarda che forte la mia stanza!” Corse attraverso il piccolo salottino di una delle suite del Ritz, seguendo il ragazzo che ci aveva aiutati con le valige. “Non sono mai stata in così tanti alberghi diversi! E tutti bellissimi”
Si gettò sul letto, scompigliando tutti i cuscini e il copriletto, troppo felice per poter essere contenuta..
“Le serve altro signore?”
Scossi il capo, dando una bella mancia al ragazzo che uscì dalla stanza lasciandoci soli.
Kristen entrò in quella che, per i giorni seguenti sarebbe stata la camera di Haley, e si sedette sul letto accanto a lei.
“Tuo padre ti ha fatto una domanda e voglio che gli rispondi. Sinceramente.”
E io non potei trattenere un mezzo sorriso notando che quella situazione rispecchiava totalmente le mie fantasie. Quando eravamo insieme avevo sempre pensato che io sarei stato il papà buono e permissivo e lei la madre che faceva rispettare le regole e, infatti, le cose stavano andando esattamente così.
Mi ricomposi quando Kris mi lanciò un’occhiataccia.
Haley si mise seduta composta e alzò gli occhi al cielo molto teatralmente. Come diavolo aveva pensato di non essere una buona attrice era incomprensibile per me, visto che era chiaramente tagliata.
“Mi ferisce molto che i miei genitori, coloro che mi hanno dato la vita, pensino questo di me” sollevò lo sguardo indignata “Io non ho fatto nulla”
La sua risposta non mi suonò affatto convincente ma il mio amore per lei era così spropositato ed enorme che, anche se quella fosse stata una bugia, non me la sarei presa poi più di tanto. Certo, Shelby era tutta un’altra storia..
La mattina di partire per Londra Shelby non era più riuscita a trovare il suo passaporto salvo scoprire, due ore dopo, che era misteriosamente finito nel tritarifiuti.  Questo aveva significato che Shelby era dovuta andare al consolato britannico a farsi fare un certificato provvisorio e aveva perso il nostro volo.
“Papà” Haley mi posò una mano sulla spalla “Mi spiace davvero. Ma devi ammettere anche tu che Shelby era molto sconvolta quando è arrivata a casa nostra. Forse ha posato la borsa in cucina e forse il passaporto è caduto accidentalmente nel lavello e forse il tasto dei tritarifiuti si è attivato da solo e..” scosse le spalle “Dopotutto è anche colpa tua”
Strabuzzai gli occhi, mezzo divertito. “Mia?”
“Beh, se tu le avessi detto chi ero sin da subito..” tagliò corto “E adesso scusate ma mi devo vestire per incontrare i nonni. Mi metto un vestito, ok? Le nonne delle mie compagne vogliono sempre che siano eleganti anche se a me i vestiti proprio non piacciono molto. Farò questo sforzo..”
Si legò i capelli biondi in una coda alta e corse ad afferrare la sua valigia, trascinandola in bagno e barricandosi dentro a fare chissà che cosa. Dovevo ammetterlo, la amavo, ma dovevo ancora capire da chi diavolo aveva preso tutta quella energia, parlantina e vivacità. Di certo non da me e Kristen che tendevamo ad essere piuttosto pigri e solitari. Forse da Lizzie, pensai con un sorriso.
Avevo detto a tutti che ci saremmo incontrati a casa dei miei quel pomeriggio alle quattro e, ad essere sincero, non vedevo l’ora. Tom era il solo a sapere chi Haley fosse, mentre per gli altri sarebbe stata una vera e propria sorpresa.
Una bomba atomica più che una sorpresa, ma non c’era un modo soft per comunicare la notizia. Non a questo punto almeno.
“Mi spiace” Kristen posò la mano sulla mia, naturalmente, e il gesto causò una vera e propria scarica di adrenalina nel mio corpo.
Stai calmo, stai calmo..
“Mmm, per cosa?”
Rise. “Lo sai che è stata lei. Non so cosa le sia passato per la testa. Forse ha paura che quando ti sposerai non avrai più molto tempo per lei e ha voluto guadagnare un paio di giorni per averti tutto per se.”
“Non..non voglio che lei pensi questo” risposi veloce. “Insomma, voglio che sappia che io ci sarò sempre e che..Dio devo ancora parlarne con Shelby ma posso prendermi un po’ di tempo libero dal lavoro e magari cercare una casa a Vancouver.”
Kris rafforzò un po’ la stretta su di me e, in un gesto totalmente inatteso, posò il capo sulla mia spalla. “Troveremo un modo, vedrai.”
Sentii ogni nervo, ogni fibra del mio corpo irrigidirsi al contatto del suo corpo contro il mio. E il suo profumo.
Non durò più di due secondi. Si staccò subito, non appena si accorse di cosa aveva fatto. Non so se il suo gesto fosse dovuto ad un attimo di debolezza o se , per un istante, avesse pensato di essere tornata nel passato.
Di certo, per me, era stato così.
“Scusa, non..”
“Kris non..”
Parlammo insieme, contemporaneamente, imbarazzati come due ragazzini.
Sussultammo quando sentimmo scattare la serratura del bagno ed Haley uscì dalla porta, piazzandosi davanti a noi con una giravolta.
“Allora, che ne pensate?”
Indossava un grazioso abitino rosso con dei fiocchi di neve natalizi e stivali pesanti.
Colsi al volo l’occasione per uscire da quella situazione imbarazzante e fastidiosa.
Così piacevolmente fastidiosa..
“Sei bellissima” tossicchiai “Tu..mm Kristen sei certa di non volere venire?”
Scosse il capo. “No, questo è un momento che è giusto condividere tra voi. Li saluterò un altro giorno.”
“Ok”
Francamente sapevo che la sua era una bugia ma non mi sentii di contraddirla. Sapeva benissimo che i miei non l’avrebbero accolta a braccia aperte e che , anzi, ce l’avrebbero avuta a morte con lei per aver impedito loro di conoscere una nipote per ben sette anni. Lo stava facendo per Haley, perché quel giorno così importante per lei non fosse macchiato da rabbia e risentimento.
“Allora andiamo!” sussultò mia figlia tirandomi per la manica del giubbotto.
Ebbi solo il tempo di voltarmi un secondo. “Kris..grazie.”
Annuì solamente, prima di mettere su il sorriso più esagerato e finto che le avessi mai visto. “Andate, su, o farete tardi. Divertitevi, mi raccomando. Tanto io ho un po’ di lavoro da sbrigare qui in hotel.”
Sentii il cuore pesante per tutto il viaggio in taxi e, se non fosse stato per Haley e la sua raffica di domande, non sarei riuscito a levarmi dalla mente Kris e l’immagine del suo volto così triste. Avevo creduto di odiarla quando avevo scoperto di Haley, ma vedendo la madre che era, i sacrifici che aveva fatto per farla vivere felice e al meglio..
Non potevo non pensare di essermi sbagliato totalmente. La mia Kristen era ancora lì, nascosta da qualche parte, e ogni giorno ne ritrovavo un nuovo pezzetto.
Haley sembrò felice ed eccitata fino a che il taxi non parcheggiò davanti a casa dei miei genitori. In quel momento divenne seria e muta, cosa che non era assolutamente da lei.
Scendemmo nell’aria fredda, quasi gelida, e grigia; qualche piccolo fiocco di neve svolazzava nell’aria. Dopo che il taxi si allontanò mi chinai davanti a lei: sistemai i suoi capelli biondi sotto il berretto di lana e le baciai il nasino. Non rise.
“Tesoro, che c’è?”
“E se non gli piaccio?” mormorò “Hai detto che ho due cugini. Magari non mi vogliono bene come ne vogliono a loro”
Mi sentii spezzare il cuore davanti al suo viso combattuto fra la voglia di entrare e farsi conoscere e la paura di non essere accettata.
“Io ti ho amata sin da subito” risposi sincero “E ti ameranno anche loro. Non perché hai un bel vestitino o sei intelligente. Non ti devi sforzare di essere chi non sei. Ti ameranno perché sei la loro nipotina e fai parte della famiglia. Ok?”
“Ok” sussurrò
Feci finta di morderle il pancino e fu con gioia che sentii una sua risata. “E sai chi altro ti vorrà bene? Shelby.”
Visto l’incidente col passaporto mi sembrò giusto sollevare l’argomento.
“Mmmm, certo” protestò sarcastica “Le matrigne amano sempre i bambini!”
“Haley.”
Scosse le spalle e prese il mio viso fra le mani. “Non mi interessa molto di piacerle papà. Mi interessa solo che tu mi vuoi bene per sempre e non te ne vai più.”
Ci misi meno di un secondo a stringerla con tutta la forza che avevo in corpo. “Papà ti vorrà bene sempre e adesso che ti ha trovata non ti lascerà andare mai più, intesi?Tu sei la persone che amo di più al mondo.”
“Anche più di Shelby?”
Mi sentii un po’ in colpa per la facilità con cui la risposta scivolò dalle mie labbra. Ma era la verità.
“Sì, sì. Anche più di Shelby”
“Ehi, non è che in tutto questo voler bene c’è anche un po’ di spazio per il povero, vecchio Tom ?”
Io ed Haley alzammo di scatto la testa, anche se avrei riconosciuto la voce di Tom ad occhi chiusi. Se ne stava avvolto nel suo cappotto e ci guardava un po’ in ansia.
Ma non aveva motivo di averne.
Tom era il solo che Haley non avesse timore di incontrare. Le avevo parlato di lui nel corso della nostra settimana a Vancouver e avevano persino scambiato i saluti al telefono una sera, prima di dormire. Perciò non mi stupii affatto quando lei gli saltò letteralmente tra le braccia e gli strinse la mano.
“Ciao, io sono Haley Stewart. Ti posso chiamare zio Tom?”
Risi come un pazzo quando vidi l’espressione un po’ scioccata del mio amico tramutarsi in un sorriso che avrebbe illuminato tutta Londra.
“Cazzo sì, suona bene zio Tom”
“Hai detto una parolaccia. Adesso devi darmi un dollaro per il mio barattolo delle parolacce” protestò lei.
“Non ce l’ho un dollaro” Tom la rimise a terra e si frugò in tasca. “ma ho una sterlina.”
Haley scrutò il pezzo di carta stropicciata a lungo, come se temesse che Tom la volesse fregare. “Sì, può andare bene”
Strinse le nostre mani nelle sue, piccole e avvolte dai guanti, mentre ci avvicinavamo alla porta di casa.
Tom non poteva smettere di guardarla e lo fece solo un attimo per potermi parlare.
“E’ identica a te. Identica”
“Lo so” risposi veloce. “Senti, com’è la situazione dentro?”
“Sono tutti un po’ nervosi, me l’ero svignata fuori per fumare una sigaretta. Non sanno che gli devi dire di così importante. Ci sono svariate teorie ma di certo non si aspettano..mm lei” arruffò i capelli di Haley dopo averle levato il cappellino “Non vedo l’ora di vedere le loro facce. ”
Entrammo nel corridoio e aiutai Haley a levarsi sciarpa e cappotto.
“Senti, stai un secondo in cucina con lo zio, ok? Io cerco di..prepararli e poi ti faccio fare l’ingresso trionfale che meriti”
Annuì, la parte da diva del suo animo che prese chiaramente il sopravvento.
Presi un profondo respiro prima di percorrere i passi che mi separavano dal salotto. Una volta entrato mi ritrovai davanti l’intera famiglia schierata, seduta sul divano e sulle poltrone. Persino i figli di Victoria e Liz, che avevano solo tre e cinque anni, mi guardavano seri e preoccupati.
Mamma fu la prima ad alzarsi ed abbracciarmi. “Rob dicci tutto, siamo così in ansia”
“Mamma, non è nulla di grave” la riportai seduta accanto a papà.
“E allora perché non ti siedi anche tu e ci dici tutto?”
“Perché…mmmm, preferisco stare in piedi e vedervi tutti faccia a faccia”
“La tua dolcissima e simpatica fidanzata non c’è?”
Ovviamente il commento di Liz non mi sorprese troppo visto che sembrava che le donne della mia famiglia non gradissero troppo Shelby. Non avevo mai compreso questa animosità, visto e considerato il carattere aperto di Shelby e il fatto che a mio padre, invece, piaceva tantissimo.
“No, in effetti lei non è a Londra.”
Mamma alzò la mano bloccando ogni mio discorso e mettendo su quella che io chiamavo la ‘finta faccia triste’. “Rob, non dire nulla. Abbiamo capito tutto subito. Una parte del mio cuore ha sempre saputo che fra te e Shelby non poteva davvero funzionare ed è meglio che tu l’abbia capito ora, anche a pochi giorni dalle nozze, piuttosto che dopo. Sarebbe stato solo peggio e”
“Rob” intervenne Vic afferrando il telefono “Non preoccuparti di niente. Ci pensiamo noi a disdire tutto.”
Paul, il marito di Liz, si alzò e mi diede una pacca consolatrice sulla spalla, seguito a ruota da suo figlio Michael.
“Zio Lob, ti siamo tuuuuti vicini” sussurrò con la saggezza dei suoi cinque anni.
E tutto questo ancora prima che io avessi aperto bocca.
“Io vi ringrazio” ribattei acido riportando l’attenzione su di me “Ma io e Shelby ci sposeremo come sempre il 24. Vic, metti giù quel telefono per favore. Quello che dovevo dirvi è di tutt’altro genere. Perciò se poteste gentilmente sedervi di nuovo..”
Tutti ripresero posto, confusi, bisbigliando fra loro nuove possibili congetture.
Ok, era adesso o mai più.
“Quando sono andato a Los Angeles per un provino dieci giorni fa ho incontrato una persona che non vedevo da tempo” iniziai “Ho incontrato Kristen. Stewart.”
Mamma si portò le mani alla bocca, Liz rabbrividì e sembrò che Vic stesse avendo una sincope.
“E lo dici così? Tranquillamente?” commentò scioccata “Il suo nome è stato per anni come quello di Voldemort e ora lo dici come se..nulla fosse?”
Mi fissarono sconvolti, probabilmente dubitando della mia salute mentale. E non li biasimavo visto che kris era da sempre un argomento tabù in casa e tutta la mia famiglia aveva sofferto quando ci eravamo lasciati. Scacciai i ricordi dolorosi che mi stavano sviando da ciò che era realmente importante.
“Sì, avete capito bene. Ho incontrato Kristen e..è venuto fuori che lei in questi anni ha avuto qualcosa di mio e..” mi bloccai. Come diavolo si diceva una cosa così scioccante alla propria famiglia? Forse avrei dovuto prepararmi un discorso ma, ormai, era tardi. “Qualcosa di mio che è cresciuto ed è diventato una..creatura splendida”
“Una pianta?” domandò Michael confuso.
“No” risposi prendendo un respiro. Il più lungo della mia vita. “Haley vieni qui.”
Haley entrò titubante, aggrappata alla mano di Tom, salvo poi stringere convulsamente la mia.
“Vi presento Haley. Mia figlia. Mia figlia e di ..Kristen”
Lei alzò piano la mano libera. “C..ciao”
In quel momento avrei davvero voluto avere una telecamera per riprendere la scena e le espressioni sconvolte della mia famiglia. In quei secondi successe letteralmente il finimondo, mentre la mia piccola rimaneva aggrappata al mio fianco.
Ci fu qualche urlo, qualche pianto, molte occhiate stupefatte , mormorii sconvolti e, purtroppo, anche alcune occhiate omicide di mia sorella Liz che mi chiese dove alloggiasse Kristen.  Non glielo dissi, ovviamente, e cercai di focalizzare la sua attenzione sulla nostra piccola Haley, invece. Non potei non tirare un enorme sospiro di sollievo e di gioia quando Haley trovò il suo posto sulle ginocchia di mia madre, stretta in un abbraccio fra lei e papà. Era esattamente il posto che le era sempre spettato. Pochi minuti dopo si liberò per venire da me e abbracciarmi, felice come mai l’avevo vista prima.
“Papà, hai visto? Piaccio alla tua famiglia!”
“E’ anche tua adesso” la corressi.
“La mia famiglia” mormorò piano, assaporando le parole ad una ad una. “La mia famiglia.”
 
 
  
POV Kristen (suggerimento musicale)
 
Non avevo mai visto mia figlia così felice. Mai.
Lei amava la mia famiglia, i miei genitori e i suoi zii, ma erano sempre state le sole persone che aveva conosciuto. Chissà quante volte si era domandata di suo padre, degli altri suoi nonni, di possibili cuginetti?
E io non avevo mai capito questo suo bisogno.
Lo avevi capito, ma sei sempre stata troppo codarda.
L’avevo privata della possibilità di vivere gli anni felici e spensierati che ogni bambina meritava e avrei dovuto vivere con questo rimorso per sempre.
Quei pochi giorni che aveva passato coi Pattinson erano bastati per farli letteralmente innamorare di lei ed Haley era  in overdose di essere così amata e venerata. Aveva trovato due nuovi nonni e zie pronti a viziarla e coccolarla e due cuginetti più piccoli che la seguivano ovunque e pendevano dalle sue labbra: l’ideale per lei che non aveva mai amato troppo le bambole e i giochi da femminuccia. E benché vederla eccitata, felice ed amata mi riempisse di gioia , non potevo evitare il devastante senso di colpa.
E di disagio, nel trovarmi seduta davanti a tre persone che mi odiavano letteralmente, una tazza di caffè fra le mani.
Caffè.
Già quello era un segno che avrebbe dovuto farmi fuggire a gambe levate. I Pattinson non ti offrivano il caffè, ti offrivano una bella tazza di Earl Grey . Sapevo che non avrei dovuto dare retta a Rob e che ci saremmo potuti incontrare in centro direttamente.
Rob voleva portare me ed Haley a fare un tour di Londra visto che negli ultimi giorni era stata così assorbita dalla sua nuova famiglia che a malapena  riusciva a mettere il naso fuori da casa Pattinson. Tornava da me in Hotel solo la sera per dormire ed in pratica non la vedevo quasi mai. Ma era felice e questa era la sola cosa che contava. Tutto ciò che guastava il suo umore era Shelby e il fatto che era tornata in città tre giorni prima e il dover dividere suo padre con lei.
Quel giorno aveva pranzato dai Pattinson e Rob mi aveva convinto ad incontrarci lì e, stupidamente, avevo accettato. Perciò questa era la ragione per cui mi trovavo seduta sul divano, sotto gli sguardi assassini di Liz, Vic e Richard. Beh, forse non Richard visto che sembrava il solo a disagio almeno quanto me.
“Allora Kristen” domandò cauto “Che hai fatto in questi anni?”
“Io..”
“Che domanda papà” ribattè Liz acida “ha cresciuto la figlia di Rob senza dire una parola a nessuno. Mi sembra ovvio, no?”
Sorseggiai il caffè.
Direi che me l’ero meritata..
“Scrivo..sai lavoro nelle sceneggiature, produzioni..”
“Capisco, capisco”
Il discorso cadde nel nulla.
Disagio. Ecco cosa sentivo solamente. Ed era terribile avvertirlo lì, in quella casa che una volta era stata la mia. Ma dopotutto non potevo lamentarmi. Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Diceva così il detto , no?
Le cose peggiorarono solamente quando Clare entrò in salotto, nello stesso istante in cui Rob varcò la porta di casa. Era rimasta sempre al piano di sopra ad aiutare Shelby a scegliere un’acconciatura adatta alla cerimonia e avevo seriamente pregato che ci restasse finchè non me ne fossi andata. Ovviamente la fortuna non era proprio dalla mia parte.
“Ciao Clare” mormorai imbarazzata tenendo lo sguardo fisso sul tappeto. Ormai potevo pregare soltanto che non mi buttasse fuori a calci sotto lo sguardi Haley che era da qualche parte a giocare col figlio di Lizzie.
“Kristen” rispose fredda ma, quando alzai gli occhi, notai che la sua indifferenza era solo una maschera, come forse quella del resto della famiglia in fondo. Quelle persone credevano che fossi un mostro che aveva spezzato il cuore del loro figlio tradendolo con un altro uomo e che gli aveva nascosto una figlia per sette anni. E  il fatto che non fosse del tutto vero non contava nulla. Ai loro occhi ero una persona orribile e nulla avrebbe mai potuto riscattarmi eppure, allo stesso tempo, ero ancora la ragazza che in passato avevano amato e trattato come qualcuno di famiglia.
Guardò il contenuto della mia tazza e lanciò un’occhiataccia alle figlie. “Che diavolo le avete servito?”
“Caffè” risposi pronta, il mio sguardo che si alternava da lei a Rob “ma è buonissimo davvero”
“Caffè? Siamo inglesi, per favore datele una tazza di tè”
Vic borbottò qualcosa che somigliava tanto a un ‘che se lo faccia il tè’
“Te lo preparo io Kris” si offrì Rob “Lo prendi ancora con latte e un cucchiaino di miele?”
“Io..”
Le parole mi morirono in gola subito.
“Te lo ricordi ancora?”
“Io..” esitò un attimo, distogliendo lo sguardo “Sì, sì, certo..”
“Mamma, papà!” fortunatamente Haley scelse quel momento per irrompere in salotto già con indosso il cappotto e il cappello di lana “Andiamo? Michael dice che c’è questo fantastico negozio di giochi. Mi ci porti papà, mi ci porti? Papino ti pregoooooooo”
“Certo, dove vuoi amore mio”
Saltai in piedi prendendo il giubbotto e infilandomelo di corsa. A quel punto ero perfino disposta ad accettare che Rob cedesse e le comprasse Buckingham Palace pur di non restare un altro minuto lì dentro.
“Il taxi è fuori che ci aspetta” disse Rob “Vado a dare un bacio a Shelby e arrivo”.
Quella frase fu come un pugno allo stomaco e un’improvvisa ondata di nausea  mi lasciò senza fiato. Avevo bisogno di aria e di uscire da lì.
“Vieni Haley” le presi la mano e la trascinai fuori. L’aria fredda mi aiutò e non mi importò neppure di non aver salutato nessuno. Già mi odiavano, ormai che senso aveva fingere..
“Sali in macchina, amore”
Obbedì probabilmente avvertendo il mio sconforto in qualche modo e si strinse a me. L’avvolsi con un braccio, mentre appoggiavo il volto contro il finestrino gelido.
Non piangere davanti a lei, non piangere.
Lo avevo fatto per anni, perché ora era così difficile?
Oh certo, perché adesso avevo l’immagine di Rob e Shelby stampata in testa e, allo stesso tempo, avevo stampato sulle labbra ancora il sapore di Rob. Erano passati giorni ma era ancora lì, indelebile come un marchio a fuoco.
Cercai di ricompormi per il bene di Haley e, quando Rob salì sul taxi,  avevo un aspetto quasi normale.
“Allora, si va prima da Hamsley?”
Annuii ed Haley fece altrettanto, anche se notai il suo visino preoccupato per la prima volta da giorni, e mi maledissi mentalmente. Sin da quando era piccola era facile per lei capire le mie emozioni ed il mio stato d’animo, specialmente se si trattava di avvertire il mio stare male. Mi vergognavo un po’ che , a volte, la nostra relazione si invertisse e lei diventasse la mia protettrice.
“Tutto bene mamma?”
“Certo” mi finsi entusiasta e serena “Spero solo di non prendermi l’influenza ma per adesso va tutto ok. Nel caso, mi riaccompagnate in hotel. Ma ora si va al negozio di giocattoli più bello di Londra!”
E così facemmo.
Inghiottii il dolore come sempre e misi su il migliore sorriso che potei per la mia bambina. Perché lei era la sola cosa che contasse davvero sempre, in ogni momento. Il fatto che fosse felice e amata; e niente me lo rendeva più palese come il vederla girare per le corsie di quell’enorme fiera di giochi aggrappata alla schiena di Rob, indecisa su cosa prendere.
Erano così simili quando aggrottavano insieme le sopraciglia nel tentativo di capire il funzionamento di un gioco o ridevano davanti ad un pupazzo particolarmente buffo. Per Haley il sole nasceva e tramontava su Rob ed era giusto così; lui era una brava persona che meritava tutta la felicità del mondo ed una figlia che lo venerasse e lo adorasse. Si meritavano l’un l’altro e io..io avevo sbagliato tutto.
“Kris?” Rob mi scosse il braccio e sussultai “Ti va? Allora, ti va di fare un giro?”
“Mamma, ti prego?”
Sbattei gli occhi, cercando di scacciarne l’umidità.
Ci trovavamo in mezzo alla strada e loro avevano finito le loro coppe di cioccolata con panna. Non avevo neppure toccato la mia.
La gettai veloce nella spazzatura.
“Come?”
“Mamma ma dove hai la testa?” Haley si sbattè la mano sulla fronte e tentai di sorridere “Ti prego andiamo sul London Eye?! Ti prego?”
“Ma certo, piccola” acconsentii.
Dopotutto se dovevamo farci del male perché non farlo del tutto?
Rob comprò i biglietti per tutti e tre e presto ci ritrovammo in una delle grandi cabine che salivano verso l’alto. La fila non era stata molto lunga ma la cabina era piena visto che era quasi ora di chiusura.
“Mamma io voglio andare a guardare a quella finestra la in fondo” disse velocemente mollando la mia mano “Voi restate pure qui.”
“Haley no, ti perdi, vieni..” ma lei era già scivolata, piccola e agile, fra la gente e si era piazzata davanti ad un vetro poco lontano.
Lo sapevo cosa stava facendo e lo sapevo anche quando aveva tirato fuori ‘Twilight’, quando aveva preteso che dormissimo tutti insieme, quando aveva sabotato il passaporto di Shelby..
Voleva che i suoi genitori stessero insieme.
Ma non capiva che era troppo tardi e che, con ogni suo piccolo gesto, mi uccideva lentamente.
Qualcuno dietro di noi ci spinse e mi ritrovai premuta contro il vetro, il corpo di Rob contro il mio. Le sue mani si aggrapparono alla mia vita e i polpastrelli mi sfiorarono la pelle.
Mi sentii a pezzi e felice come mai negli ultimi anni. Era l’inferno ed il paradiso.
Il suo respiro mi carezzava il collo.
“Ricordi quella notte? Proprio qui, sopra Londra..”
No, ti prego, no. Ti prego non farlo.
Chiusi gli occhi e deglutii.
In un attimo tornai a quella notte di più di sette anni prima.
Il cuore mi batteva nel petto e, nonostante il piacere immenso, avevo il viso rosso per l’imbarazzo.
Se qualcuno ci avesse visti, sarebbe stata la fine.
“Rob tu sei pazzo. Non possiamo”
“Sì che possiamo.”
Le sue labbra erano febbrili sulle mie. Carezzavano la mia pelle bollente e non ne avrei mai avuto abbastanza.
“Rob..”
“E’ per questo che ho prenotato l’intera struttura solo per noi. Non ci salirà nessuno stanotte qui sopra” mormorò. La nostra cabina si immobilizzò proprio nel punto più alto sopra Londra. Voltai il capo mentre lui succhiava il mio collo e vidi le luci illuminare tutto.
“Fai l’amore con me” mormorò “Fai l’amore con me qui..”
“Sì”. Fu tutto ciò che riuscii a rispondere.
Era stato prima che tutto andasse in pezzi. Ero tornata da una pausa sul set dopo settimane che non ci vedevamo. Quando ancora ero felice. Prima di quel maledetto giorno in Africa. Non prendevo più la pillola per via di tutte le vaccinazioni che mi avevano fatto e quella notte, lì sopra Londra..
“Io credo che sia stata quella notte che l’abbiamo concepita” continuò. Rabbrividii “Non abbiamo preso precauzioni e io so che è stata quella notte..”
Mi staccai con un  gesto secco, anche se mi costò una brutta botta contro la balaustra. Ancora un istante addosso a lui e sarei morta di dolore; lo avevo sempre considerato impossibile ma ora sapevo che era così. Ero ad un solo piccolo passo dal non poter più continuare a vivere se non avessi fatto qualcosa.
“Non mi sento bene, io..Haley, vieni qui immediatamente”
Trotterellò di nuovo verso di noi e ripresi a respirare solo quando ci ritrovammo di nuovo nell’aria fredda. Fermai il primo taxi, quasi rischiando di gettarmici sotto, balbettando la scusa dell’influenza.
Non alzai gli occhi per guardare Rob, limitandomi a baciare Haley, e mi sedetti dentro al veicolo. Solo quando lo sentii muoversi mi lasciai andare alle lacrime.
Non volevo vedere Haley soffrire ma sperare invano che tra me e Rob ci potesse essere qualcosa l’avrebbe solo ferita di più. Era tutto finito. Tutto.
“Se ne farà una ragione. Lo supererà, lo supererà..” mormorai quella frase come un mantra fino all’Hotel ma, quando arrivai, non sapevo  più  se stavo parlando per mia figlia o  solo per me stessa.
 
 
 
E così il tempo era passato.
 Perché non importa quanto tu non voglia che questo succeda. Il tempo finisce sempre per scorrere e il giorno che hai temuto di più in tutta la tua vita finisce per arrivare. E tu non sai cosa fare, sola ed impotente, mentre i minuti e le ore scorrono troppo potenti per essere bloccati.
In meno di ventiquattr’ore Rob sarebbe stato un uomo sposato. Sposato con la donna che, in quel preciso momento, sedeva a pochi metri da me, felice e sorridente come ogni giovane sposa che si rispetti. Sarebbe stato sposato con una donna che non ero io, nonostante ci fosse stato un tempo  in cui avevo fermamente creduto che sarei stata la sola a potere dividere la vita con lui.
Ma avevo perso quel diritto molti anni prima e ormai non mi restava altro da fare che mettermi in un angolo e guardare l’uomo che amavo essere felice, sapendo che io non lo sarei mai stata. Una parte del mio cuore aveva sperato..aveva pregato che il bacio fra noi avrebbe cambiato le cose, ma era stata solo un’ illusione. E per Rob era stato meno di niente, probabilmente solo il frutto dell’attrazione che c’era sempre stata fra noi.
Chimica..
Sì, tutti avevano sempre detto che era forte e sempre presente fra noi..e forse era ancora così.
Ma l’amore, il suo amore..quello ormai apparteneva solo a Shelby.
Ma perché diavolo avevo accettato l’invito all’addio al nubilato della donna che stava per sposare il mio grande amore? Cosa avevo nella testa che non funzionava bene?
Haley entrò nella cucina di casa Pattinson, in cui mi trovavo, con un’aria furtiva e subdola che non mi fece presagire nulla di buono.
“Ciao” saltellò fino ad arrivare a me, sorridente ma chiaramente colpevole di qualcosa.
“Haley, cosa..”
Non ebbi il tempo di finire la frase che Shelby entrò in cucina, con ancora indosso uno di quei veli di tulle dello stupido gioco che stavamo facendo mezz’ora prima, reggendosi la chioma di capelli biondi al lato del capo.  Clare le veniva subito dietro.
“Cara, calmati, sono certa che verrà via”
“No” strillò “Non verrà via, no! Oddio dovrò tagliare la ciocca e tutta l’acconciatura sarà rovinata. Il mio matrimonio sarà rovinato per sempre!”
Una grossa gomma da masticare era appiccicata proprio al centro dei suoi capelli e spiccava come un pugno in un occhio. In realtà con le unghie stava riuscendo a tirarne via gran parte ma lei era comunque sull’orlo della lacrime.
Mi sentii un verme nel rendermi conto che, in fondo, una piccola parte di me godeva di quella situazione. Scossi il capo, disgustata da me stessa, e i miei occhi caddero su mia figlia che ridacchiava con la mano premuta sulla bocca senza farsi sentire.
Oh cielo, ci mancava solo questa..
Per distogliere totalmente l’attenzione da Haley mi alzai e, pronta, riuscii a dare un po’ di aiuto; ricordavo che il ghiaccio aiutava a seccare la gomma e, infatti, in pochi minuti riuscimmo a renderla abbastanza dura da staccarla quasi totalmente. Tagliammo la piccola ciocca rovinata che si mimetizzò perfettamente con il resto della chioma.
Shelby mi gettò addirittura le braccia al collo per la gratitudine. Francamente non capivo come potesse pensare ai capelli il giorno del suo matrimonio con un uomo così speciale. Fossi stata io li avrei tenuti al vento e avrei di certo indossato le scarpe da tennis.
Già, peccato che la sposa non fossi io..
“Sei stata una salvatrice” biascicò scacciando le lacrime col dorso della mano “Sai all’inizio io..ti temevo e lo so che è assurdo ma mi sentivo così minacciata da te. Ma sei davvero una brava madre e una brava persona e..Dio, sei sicura che tu non possa proprio venire alle nozze? Ci farebbe piacere..”
“Eh no, vorrei ma..ho un impegno di lavoro improrogabile. Dovrete accontentarvi della piccola Haley” sorrisi “Che sono certa si comporterà benissimo. Vero Haley?”
Diedi le spalle a Shelby e fissai mia figlia truce finchè non ottenni un ‘sì’ abbastanza convincente.
“Oh lei è buonissima! Sono io che sono un fascio di nervi totale. Prima mi è addirittura parso di vedere qualcosa di grosso ed orribile fuori dalla finestra, pensa un po”
Mi sentii mortificata quando Haley rispose, sarcastica, che probabilmente era solo il suo riflesso sul vetro. Mi trattenni a stento dal darle un pizzicotto.
“Beh, mentre le altre  bevono Margaritas io vado a dare una lavata ai capelli” disse Shelby e io colsi la palla al balzo per ritagliarmi la mia via di fuga.
“Io..ti saluto adesso,allora. Ho ancora qualche strascico dell’influenza dei giorni scorsi e vorrei riposare” mentii.
Influenza.
Buona scusa per chiuderti in albergo e non essere disturbata, soprattutto se un grande matrimonio era alle porte e nessuno voleva rischiare il contagio.
Dopo averla salutata se ne tornò di là, trascinando Clare con sé e lasciando me ed Haley sole.
Mi sedetti sulla sedia davanti alla sua e presi il suo visino tra le mani, costringendola a guardarmi. Quella notte  sarebbe stata lì a dormire per essere già pronta per la cerimonia del giorno dopo e avevo bisogno di fare la chiacchierata che avevo rimandato per troppo, troppo tempo.
“Haley, tu non puoi fare queste cose” mormorai piano “Io so che tu sei una bambina buona e gentile e quello che fai a Shelby non è giusto. Lei non ti ha fatto niente.”
Incrociò le braccia al petto ma abbassò lo sguardo. Conoscevo la mia bambina e sapevo che si stava sentendo male per ciò che aveva fatto. Sapeva la differenza fra giusto e sbagliato ed era qualcosa di cui ero sempre stata molto fiera.
“Non la voglio quella. Scialba Shelby..pff” mi rispose a mezza voce “Non mi piace per niente”
Già beh, nemmeno a me..
Mi morsi la lingua. Quella non era la verità, ero solo maledettamente gelosa e lo era anche Haley ma mia figlia, a differenza di me, non aveva alcun motivo per sentirsi minacciata.
“Ma è sempre gentile con te. E..e piace a papà. Lui la ama e vuole stare tutta la vita con lei e tu questo devi capirlo e rispettarlo. E poi non è che la dovrai vedere sempre, ok?”
Lei annuì, mesta.
“Papà ti ama tanto e sarai sempre la sua ragazza numero 1,ma questo non significa che non possa essere felice anche con Shelby. Riusciremo a bilanciare le cose ed essere tutti soddisfatti.”
Haley alzò il viso e mi sorrise cauta. “Mi dispiace per la gomma nei capelli. E anche per il passaporto.”
Era la prima volta che lo ammetteva guardandomi negli occhi e sentii un moto di orgoglio verso la mia piccola, grande bimba.
“Non fa niente. Io non lo dico a nessuno. Sarà il nostro piccolo segreto. Tu però da ora in poi comportati bene e fai quello che ti dice papà. Noi ci vediamo domani dopo la fine del matrimonio” dissi “E adesso è il caso che tu vada di sopra a fare il bagno e poi nanna. Sono già le dieci”
Ci stringemmo per diversi minuti e sentii gli occhi pungere quando la vidi correre su per le scale. Domani sarebbe stato un giorno orribile e avrei dato tutto per poterla avere con me ma..ma era uno dei momenti più importanti che Rob avrebbe mai vissuto e non potevo privarlo della figlia. Non dopo tutto ciò che già gli avevo tolto.
Aspettai seduta sull’ultimo gradino, con già indosso il giubbotto, l’arrivo del taxi che mi avrebbe riportata in hotel. Non ero stata l’anima della festa quindi, di certo, nessuno avrebbe sentito la mia mancanza.
“Gomma nei capelli eh? Astuto”
Voltai il capo e vidi Lizzie appoggiata alla parete al mio fianco. Era la prima volta che mi rivolgeva volontariamente la parola.
“Devo averle fatto vedere troppe volte Genitori in trappola “ risposi alzandomi ed afferrando la borsa mentre sentivo il clacson all’esterno. “Stammi bene Liz.”
Ruotai la maniglia ma mi fermai quando la sentii parlare ancora.
“Non ti odio e spero che tu lo sappia. Ma non riesco a capire come tu possa averci fatto questo. Avrei voluto essere lì e..” scoppiò a ridere, amara “..e organizzarti una festa per il bambino e tenere il mio nipotino fra le braccia e..anche se fra te e Rob le cose erano andate male. Cristo santo ancora nemmeno so perché vi siete lasciati ma niente poteva essere così brutto da tenere nascosto un bambino al proprio padre.”
Co..cosa?
Deglutii con forza mentre le dita stringevano i manici della borsa in modo quasi compulsivo. “Voi..lui non vi ha detto perché ci siamo lasciati?”
Scosse il capo. “No, ma quando è tornato era devastato. Eppure non ci ha mai detto niente. Niente.” Sospirò “E’ qualcosa di così brutto?”
Sentii le lacrime colare senza alcuna possibilità di poterle fermare. Lui non aveva detto nulla. Mi aveva coperta, aveva cercato di salvarmi la faccia davanti alla sua famiglia perché loro non finissero per odiarmi o biasimarmi.
E l’aveva fatto per me.. nonostante tutto.
“Sì è brutto. Ma è stata sola colpa mia, perciò continuate ad odiare me”
Uscii di casa di corsa, precipitandomi in taxi, cercando di controllare i singhiozzi che mi squarciavano il petto. Che senso aveva avuto aver fatto l’attrice? Avevo arrogantemente creduto di sapere che cosa fosse il dolore, di saperlo rappresentare, ma la realtà era che non sapevo niente. Niente.
Perché se avessi anche solo immaginato di poter stare così male io..io avrei smesso di vivere molto tempo prima. 
E per il resto della vita era questo che dovevo aspettarmi? Solo altra sofferenza?
Probabilmente sì, perché sapevo che non avrei mai amato nessun’altro.
Con il suo matrimonio stavo seppellendo il mio cuore.
Arrivai in hotel completamente stremata e ringraziai Dio che Haley non fosse lì per vedermi in uno stato simile. Mi sentivo vuota, totalmente morta dentro.
“Signorina c’è una persona per lei. Ha insistito per aspettare” disse l’addetto alla reception ridandomi la chiave.
“Ma io non..”
“Kristen”
Ricominciai a piangere non appena riconobbi il tono di voce. Lo avevo evitato per giorni nonostante avesse pregato Rob di farci incontrare. Mi ero comportata come una codarda e avevo sempre detto di no. La verità era che lui era stata la persona che più avevo temuto di rivedere; perché era il mio migliore amico e.. ed ero stanca che tutti coloro che un tempo mi avevano amato ora provassero solo odio nei miei confronti.
Quando, però, alzai gli occhi su di lui non vi trovai l’odio che mi ero aspettata, solo..solo tanta tristezza. Non era cambiato di una virgola nel corso degli anni. Era sempre il mio migliore amico, era sempre..Tom.
Mi lanciai tra le sue braccia, scossa dai singhiozzi e onestamente non so come arrivammo alla mia stanza. Non so se mi trascinò, se mi portò in braccio o se si fece aiutare. So solo che mi ritrovai col capo posato sulla sua spalla, le nostre schiene sostenute dal divano.
E piangevo..piangevo per la prima volta da sempre davanti a qualcuno e non sola, accucciata nel mio letto mentre Haley dormiva.
Piangevo.
E piansi finchè non ebbi più alcuna lacrima da versare, solo dolorosi singhiozzi al petto. Tom mi mise in mano un bicchiere aiutandomi a bere. Era forte, ma il sapore non era importante. Ne ingoiai un altro sorso e riuscii a tirare un respiro seppur minimo.
Non so esattamente per quanto tempo restammo in silenzio ma, quando finalmente lui parlò, seppi che non avrei più potuto tacere.
“Non pensavo che ce l’avrebbe fatta Kris. E’stata..dura per lui. Diventò così..distante, chiuso, infelice.” Prese un lungo respirò e, quando voltai il capo, vidi le lacrime rigare anche il suo viso.
“E pensare che..eri incinta. Oddio kris i bambini sono una benedizione. Anche se..” si passò una mano sugli occhi “Anche se non eri certa chi fosse il padre, Rob ti sarebbe stato accanto. Io ti sarei stato accanto”
Non so neppure perché ma scoppiai a ridere quasi in modo isterico.
Non sapere chi fosse il padre..
“Il padre..già..”
Ingoiai un altro sorso nonostante la nausea.
“E poi..sei sparita così, nel nulla, dopo che hai confessato a Rob del tradimento. Avrei voluto avere la tua versione” sussurrò “Perché io ti conosco e so che..eri ubriaca? Vi eravate fatti una canna? E’ per questo che avete fatto sesso? Io so la persona che sei e tu non avresti mai potuto tradire Rob e..”
Basta.
Crollai.
Non ce la facevo più a tenermi tutto dentro. Dovevo parlarne con qualcuno perché portarmi quel segreto nella tomba era..no, non avrei retto ancora per molto.
Finii il bicchiere e fissai Tom che mi guardava stranito.
“Il padre poteva essere solo Rob. Non ho mai avuto alcun dubbio perché non l’ho mai tradito. Con nessuno e tantomeno con James che era un..era solo un collega e..” scoppiai di nuovo a ridere fra le lacrime “Era anche un attore penoso.”
Bevvi ancora finchè non sentii la gola ardere come fuoco.
“Ma lui ha creduto così facilmente alla mia bugia” continuai “E’ sempre stato così insicuro di se stesso che..non ha neppure immaginato che gli stessi mentendo. Io lo amavo disperatamente e non avrei mai, mai potuto fargli una cosa simile..”
Tom mi afferrò per le spalle, gli occhi spalancati.
“Ma allora perché? Perché diavolo lo hai detto?”
“Perché” gemetti “Perché credevo di avere l’HIV Tom. Un giorno andai in uno dei campi dei rifugiati e..ricordo che volevo disperatamente fare qualcosa, rendermi utile. Fu un gesto idiota, non era affatto sicuro ma ero giovane e testarda e..e ci andai. Ci fu un attacco di un gruppo di ribelli. Io non mi feci niente se non qualche taglio poco profondo sul braccio ma un bambino accanto a me…oh cielo lui perdeva tanto di quel sangue che..” deglutii mentre quelle orribili immagini ritornavano a galla dalla sabbia dei ricordi “Non ce la fece e morì fra le mie braccia. Quel bambino aveva l’AIDS. Ero certa al 90% di essere stata contagiata. Ne ero così sicura che..che mi ritrovai persa, Tom. Avevo 23 anni e una malattia che mi avrebbe portato nel giro di poco alla morte. Cosa avrei dovuto fare? Non volevo che Rob vivesse una vita a metà ma si sarebbe sentito costretto a stare con me se avesse saputo la verità e così gli ho detto di James.” Mi ripulii gli occhi con la manica della camicia ma altre lacrime bagnarono la stoffa “E quando ho scoperto di essere incinta ero ancora più devastata. Per la mia stupidità anche il mio bambino rischiava di nascere condannato. Presi tutti i farmaci per evitare il contagio del feto e poi al settimo mese..al settimo mese le analisi rivelarono che era stato un falso positivo. Non avevo l’HIV. Ero sana, mio figlio era sano e Rob era felice con Shelby. A quel punto io.. ho deciso che non potevo sconvolgere ancora la sua vita. Non avevo più alcun diritto.”
Tom rimase a fissarmi a bocca aperta per quelle che mi parvero ore. La richiuse solo per deglutire tre grossi bicchieri di tequila. Insieme, ci sdraiammo sul tappeto fianco a fianco.
“Non so cosa dire.” Sussurrò.
“Non c’è niente da dire.”
Si alzò di scatto a sedere. “E invece sì” mi guardò ovvio “La verità! Lui deve sapere.”
Scossi il capo.
No. Era felice. Stava per sposarsi. Ormai era tardi per noi e la verità non avrebbe cambiato quel fatto.
“No”
“Kris, non puoi tacere. Tu..Io l’ho visto con Haley. E’ di nuovo lui, il vecchio lui. Ha vissuto chiuso in se stesso tutti questi anni e, per quanto possa sembrare scontato o patetico, tu ti sei presa la sua anima quando lo hai lasciato. E adesso..adesso ce l’ha di nuovo. Ha te, ha Haley ed è di nuovo felice. Completo.”
Mi misi seduta anche io, guardandolo seria. Avevo bisogno che capisse. Lui doveva capire.
“E’ completo con sua figlia, non con me. Io non c’entro più nulla nella sua vita e tu mi devi” respirai contenendo le lacrime “Devi promettere che non gli dirai nulla. Mai. Se mi vuoi bene, Tom, me lo devi promettere.”
Non attesi la sua risposta e, presa la sua mano nella mia, mi lasciai ricadere sul tappeto. Le lacrime ricominciarono.
“Kristen..”
“Solo..solo prometti. Ti prego, prometti”
Avvertii le sue labbra tiepide sulla pelle della mia guancia.
“Lo..lo prometto”.
Si stese accanto a me.
“Bene” mormorai chiudendo gli occhi “Perché ormai è tutto finito. Tutto finito..”

 

 

Ebbene sì. E' tutto finito, quindi mettetevi l'anima in pace u.u Almeno fino a Natale :P hahaha 

Baci a tutte <3
As always, se volete stressarci un pò o mandarci minacce di morte si prega di farlo al nostro
profilo Facebook,  grazie u.u lol


Un bacio enorme! ♥
Cloe&Fio 

 

   
 
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