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Autore: Elpis Aldebaran    19/12/2011    7 recensioni
Tutte le volte che mi sentivo smarrita, Naruto mi riconduceva sulla via di casa.
Mi ci è voluta la loro morte, per capire quale fosse il mio posto nella vita.

[NaruSaku(Sasu); SakuIno friendship]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Hanging by a moment

I’m falling even more in love with you, letting go of all I’ve held on to

I’m standing here until you make me move

I’m hanging by a moment here with you

 

 

 

 

NaruSaku(Sasu)

SakuInofriendship

 

 

 

 

 

 

 

Ti accorgi di amare una persona solo dopo averla persa.

Questa frase, nella mia vita, l’ho sentita un sacco di volte, fino alla nausea.

È vera, che altro posso dire?

Ma nessuno ha mai pensato che vale anche il contrario.

Solo dopo aver perso una persona, ti accorgi che forse non l’hai amata davvero, che mancava qualcosa a quell’amore apparentemente solido, forte, immutabile.

Tutte le volte che Sasuke mi ha rifiutata e abbandonata, mi sono sentita mancare l’aria, annegavo senz’acqua, inghiottita e sopraffatta dai miei sentimenti troppo forti e troppo grandi.

Due o tre volte, lo ammetto, ho pensato e sperato di morire.

Ma tutte le volte che cadevo nel baratro, che sprofondavo fino alla disperazione, trovavo sempre un appiglio da cui riemergere; un sorriso mi faceva tornare alla realtà.

Non c’erano parole, non c’erano pacche sulla spalla, solo un sorriso appena accennato che mi mostrava che non ero sola, che potevo farcela perché non ero una debole.

Tutte le volte che mi sentivo smarrita, Naruto mi riconduceva sulla via di casa.

Mi ci è voluta la loro morte, per capire quale fosse il mio posto nella vita.

Quando Ino in lacrime mi ha indicato i loro corpi freddi, adagiati sull’erba, sprofondati in un sonno eterno, il mio primo pensiero è stato “Naruto non porta il copri fronte, chissà dove l'ha lasciato, questo idiota!”.

Non mi è saltato in mente che non avrebbe più riaperto gli occhi, che non mi avrebbe più sorriso, che non mi avrebbe più sfiorato la guancia, solo per darmi coraggio.

Non ho pensato a Sasuke, steso accanto a lui, finalmente col volto rilassato, di chi ha trovato la pace dopo un viaggio durato una vita intera, alla ricerca della verità, della vendetta, di qualcosa.

C’è stato solo quel pensiero idiota, fuori luogo, il mio cervello non è riuscito a formulare niente di più intelligente, niente che avesse un senso se non che Naruto non aveva il copri fronte.

Sono andata a cercarlo, nonostante Ino mi urlasse di tornare indietro, perché ero sconvolta, secondo lei. Ma io mi sentivo bene, mi dava solo noia che non ci fosse quel dannato copri fronte. Naruto lo trattava come un figlio, tutte le sere se lo rigirava tra le mani guardando incantato il simbolo della Foglia; cercava le sue motivazioni per continuare a lottare, trovava il coraggio per andare avanti.

L’ho ritrovato il copri fronte, piegato e scheggiato, praticamente da buttare. L’ho raccolto e sono tornata indietro, dove ninja in abito nero si consolavano a vicenda, con sospiri dispiaciuti e voci spente.

Ancora non ho pianto.

Sono qui che guardo Naruto dormire, mi sembra di sentire il suo russare.

Quando si sveglierà, gli dirò che deve stare più attento alle sue cose, non posso sempre stargli dietro come una mamma.

«Sakura, ti prego…».

Ino è veramente fastidiosa, piange sempre per qualsiasi cosa.

Shikamaru si avvicina, mi guarda con compassione, posa una mano sulla mia spalla; mi dice qualcosa all’orecchio, ma onestamente non l’ho ascoltato.

Tengo ancora il copri fronte di Naruto in mano, aspettando che lui apra gli occhi.

Guardo il viso di Sasuke e solo adesso mi accorgo di quanto fossero duri i suoi lineamenti, di quanto fossero neri i suoi capelli; Naruto ha dei tratti più gentili, senza dubbio. Forse è anche più bello.

«Sakura, loro non… oddio, ti prego, vieni via!».

Ino, davvero, sei fastidiosa.

Shikamaru ha il buon gusto di portarla via, mentre lei continua a piangere e a urlare qualcosa del tipo “è la mia migliore amica, non posso lasciarla! Vattene, Shikamaru!”.

Anch’io ti considero ancora la mia migliore amica, Ino, ma in questo momento ho solo bisogno che Naruto e Sasuke aprano gli occhi, perché ci sono tante cose che devo dirgli.

Aspetterò qui anche tutta la giornata, se necessario.

Devo dire a Sasuke che nonostante tutto, gli voglio bene.

Devo dire a Naruto che nonostante tutto il suo essere tonto, imbranato, una vera palla al piede al piede, sono innamorata di lui.

Sto qui e aspetto.

Tanto non ho fretta.

 

 

 

«Devi lasciarle del tempo».

Shikamaru mi tiene per le spalle, bloccando ogni mio tentativo di andare da Sakura.

È ferma da ore, in ginocchio accanto a Naruto, lo sguardo perso e le mani strette attorno al suo copri fronte.

Non credo che mi abbia sentito, quando ho cercato di allontanarla da lì.

Non credo che capisca cosa succede fuori dalla sua testa.

«E’ in catalessi! Non reagisce, non si muove! Non può stare così per sempre!».

Urlo e mi divincolo e Shikamaru mi lascia fare, sa che è inutile tentare di calmarmi.

La mia migliore amica è distrutta, ferita e persa; voglio starle vicino, farle capire che può sfogarsi con me, può prendermi a pugni se la fa stare meglio.

Ma Sakura non piange e non si lamenta, sta ferma e aspetta.

Tsunade sta ritardando i funerali perché non ha il coraggio di farla allontanare da lì.

«Ino, finiscila. Devi lasciare che metabolizzi la cosa».

«E’ sotto shock! Non capisce che sta succedendo!».

All’ennesimo urlo isterico, Shikamaru mi tira uno schiaffo.

Mi guarda severo, come un padre che guarda la propria figlia mentre fa i capricci; probabilmente è così che sembro, vista da fuori, ma io ho un debito con Sakura.

Quando è morto Asuma, lei c’era a consolarmi.

Shikamaru era distrutto, Choji si era isolato nel suo dolore e l’unica che mi avesse offerto una spalla su cui piangere era stata Sakura.

«Lei ha bisogno… di me», mugugno appena, perché ancora non ho finito le lacrime.

Shikamaru sospira e mi abbraccia, perché non può fare altro: si è arreso anche lui.

«Credimi, Ino, Sakura capisce quello che succede. Sta solo affrontando i suoi rimpianti e tu non puoi farci un bel niente».

Nego con la testa contro il suo petto, perché dopo il dolore per la perdita, la cosa che fa più male è l’impotenza, il sentirsi piccoli e inutili contro le disgrazie della vita.

Shikamaru mi guarda negli occhi, si assicura che mi sia calmata, poi si allontana, tornando ai suoi compiti, ai preparativi per il funerale.

Ma sono ancora convinta che Sakura abbia bisogno di un aiuto.

Mi avvicino e mi siedo sul prato accanto a lei, in silenzio, perché vedo dai suoi occhi che sta lottando contro il suo cervello.

Le prendo una mano e la tengo stretta.

In silenzio, mano nella mano, più vicine adesso che negli ultimi anni.

Stiamo in quella posizione per un sacco di tempo, tanto che le gambe si intorpidiscono e fanno male.

Poi arriva quel momento.

Sakura si lascia fuggire un singulto e spalanca gli occhi, torna alla realtà e i suoi occhi tornano a farsi vivi; lascia cadere il copri fronte nello stesso istante in cui lascia uscire la sua prima lacrima.

La sostengo mentre crolla.

La sostengo mentre finalmente piange.

 

 

Aspettare è inutile.

Non riapriranno gli occhi mai più.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note:

Partiamo dal presupposto che A) domani mattina ho un esame, B) sono depressa, C) per il fatto di essere depressa, sono isterica.

Tutti questi fattori hanno portato alla realizzazione di tale fan fiction, che credo necessiti di qualche delucidazione. Comunque se l’avete capita prima delle spiegazioni, stima profonda.

Innanzitutto, i pensieri di Sakura non sono coerenti e non hanno una logica. Non è un caso, è fatto apposta. La poverina ha perso momentaneamente il capo: è schizzata (come me in questo momento, ma andiamo avanti).

E’ in conflitto tra la Sakura dentro di sé che ha già realizzato che Naruto e Sasuke sono morti, e la Sakura che invece continua a sperare di avere una seconda occasione con loro, per dirgli tutte le cose che non ha mai detto in tanti anni.

Quindi è in conflitto e fa la fine che fa, poverella.

Ino è Ino, è isterica e il povero Nara fa quello che può.

E’ sconvolto anche lui dal lutto e i colpi di testa di Ino sono l’ultima cosa di cui ha bisogno. Per cui sì, gli tira un ceffone, giusto per farla rinsavire.

Non mi sembra di avere altro da dire.

Questa fic oggi mi piace, perché rispecchia il mio stato d’animo. Domani chissà.

 

Elpis A.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naruto © Masashi Kishimoto

“Hanging by a moment”, da No Name Face, 2000 © Lifehouse

Hanging by a moment – fanfiction © Elpis Aldebaran

   
 
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