Volevo piangere ma non ho potuto, ché questo corpo non sa lagrimare, nemmeno se muore qualcuno.
Così mi acquatto e mi gratto la faccia come chi scava nella terra per trovare l'acqua.
La mia amica era preoccupata e mi aveva detto: cerca gli spilli dentro al cuscino, ed ecco, ci ho trovato solo forcine, quelle comode con la punta arrotondata come le forbici che non fanno male.
Quindi pensavo, forse sono solo montata sbagliata. A me il dolore non scappa dagli occhi, mi si accumula sotto le unghie, dandomi un gran fastidio. Schiaccia e formicola e prude, e devo sfogarmi in qualche modo, altrimenti non posso scrivere e prendere per mano i bambini e impugnare una forchetta.
Così gratto, e leggo il passato nel colore della pelle che si nasconde sotto le unghie.
La notte sogno di essere una medusa e quello mi piace.
Ho letto in un libro che non hanno il cervello perché il loro corpo sa già tutto, e anche il mio corpo sa, ma solo perché le mani fanno la spia.