Crystal Rain
Stanotte
stranamente il cielo è limpido, un leggero vento fresco sfiora il mio viso e la
mia pelle.
I miei
occhi scrutano l’orizzonte osservando i monti davanti a me, le luci frenetiche
delle auto che camminano su e giù per le strade, come alla ricerca di qualcosa.
Sento
soltanto rumore di alberi spostati dal vento, qualche cicala e, di rado,
qualche auto che nervosamente suona il clacson.
Alzo
gli occhi, lei è sempre lì.
La
luna stupenda come sempre circondata, almeno stanotte, da miliardi di stelle
visibili a occhio nudo.
Sospiro
e sorrido.
Mi
capita spesso di uscire in terrazzo la notte, non so bene per quale motivo.
Forse
per pensare o ancor più probabile per non pensare a nulla.
“yaawn”
Ho sonno, si io ho sempre sonno. Beh.. non
sempre ma lo affermo almeno dieci volte al giorno.
Ah
scusate, dimenticavo io sono Ray, Ray Fox.
Ho
17 anni e sono figlia unica. Torniamo a noi...
Scendo
la scalinata che mi porta al piano inferiore di casa mia dove sono collocati
cucina, soggiorno, secondo bagno e ingresso.
Saltello
in cucina… che c’è? Si io saltello quando mi annoia camminare…
…sono
i segreti del mestiere non potete capire.
Dicevo…
saltello in cucina, apro il frigo e bevo un po’ di latte.
“Ray
quante volte ti ho detto di prendere il bicchiere?”
“…mamma
perde il sapore con il bicchiere! E comunque ho già finito, visto? Nessuno ha
visto niente!”
Mia
madre…
…mia
madre si chiama Sylvie e ha 35 anni, è una donna alta, magra con dei capelli
lunghi mossi e castani, ha gli occhi azzurri tendenti al grigio, amo i suoi
occhi.
È la
co-direttrice di un giornale di moda, ha un senso
dello stile assurdo, senso che a me manca del tutto.
Lei
deve essere sempre e dico sempre in ghingheri per eventuali ospiti o per
presumibili uscite di lavoro.
Non
per altro alle nove di sera è agghindata con un maglioncino nero alternato ad
una fantasia bianca, lungo fino a metà coscia, tagliato di sbieco, pantaloni
neri strettissimi e stivaletti neri. Ovviamente trucco abbinato all’abbigliamento
e capelli raccolti da un fermaglio nero in uno chignon.
“Notte
mà!” Mi avvicino e le schiocco un bacio sulla
guancia.
“Notte
tesoro!”
Risalgo
gli scalini e mi dirigo verso la camera-studio di papà.
Aaron,
un uomo di 37anni alto, con i capelli castani e gli occhi verdi.
Sto
per dargli la buona notte ma quando sto per spiccicare una parola, lui mi
precede
“Buona
notte Crystal Rain” e si volta ridendo.
“Uffa
papà ti ho sempre detto di chiamarmi Ray solo ed esclusivamente Ray, se vuoi ti
faccio anche lo spelling” mi limito a fargli una linguaccia e voltarmi verso la
porta ma lui mi prende dai fianchi e mi butta sul letto facendomi il solletico.
Con
le lacrime agli occhi dalle risate lo prego di smetterla finché non vinco la
battaglia.
Tento
di rimettermi in sesto intanto mio padre mi scruta…
“…che
c’è?” sbotto infastidita.
“Ma
mi potresti spiegare per l’ennesima volta perché odi così tanto il tuo nome..
Crystal Rain?”
Odio
quando ci ribatte
“Grr, beh direi perché sembra il nome di un bagnoschiuma?”
la risata fragorosa di mio padre mi fa salire ancora di più i nervi, mi alzo di
scatto e vado per uscire dalla stanza quando papà mi prende dal polso e mi
abbraccia.
“Allora
buona notte RAY. Ti voglio bene” e mi dà
quel bacio in fronte che solo un padre sa dare.
Mi
diverto con lui, sarà che lo vedo come un amico più che come un padre.
Sono
entrata nella vita di mia madre e di mio padre quando avevano rispettivamente
diciotto e vent’ anni, erano due Hippy suppongo, non me ne hanno mai parlato
apertamente e approfonditamente e io non ho mai chiesto molto.
Arrivo
nella mia camera e mi imposto davanti allo specchio.
“Ma
da chi ho preso?”
Me
lo chiedo spesso, io sono più o meno alta, ho dei lunghissimi capelli rossi,
si, rosso fuoco, occhi cangianti, cambiano colore. Eh beh…
…il
mio sguardo cade sull’abbigliamento, senso dello stile nullo. Completamente
nullo. O perlomeno, molto personalizzato.
Vado
a dormire, il sonno si impossessa di me in men che
non si dica.
Dove sono?
Mi sento stordita, confusa.
Mi guardo intorno.
Davanti a me un cancello, uno di quelli delle vecchie ville.
È nero ma sembra quasi arrugginito.
Mi volto.
Dietro di me il nulla, un’enorme macchia bianco
– grigiastra è come se avesse mangiato tutto ciò che mi precede.
“è solo nebbia, Ray, solo ed esclusivamente
nebbia”
me lo ripeto di continuo, una cosa è certa, io lì dietro non ci
vado!
Spingo delicatamente il cancello per entrare, un leggero
cigolio riempie quel silenzio quasi assordante, entro, in quella che
apparentemente sembra quasi una villa.
Sotto di me un pavimento a ciottoli, scomodo per camminarci, alla
mia destra e alla mia sinistra un giardino molto ben curato nulla di secco, nessuna erbaccia, nessun fiore fuori posto, tutto
dannatamente perfetto ma così inspiegabilmente morto!
Continuo a camminare, ma il semplice rumore dei miei passi viene quasi sovrastato da sospiri, sussurri, urla!
Voci che mi sembra di conoscere.
“DOVE SIETE?!”
Mi giro, mi rigiro, ma alla mia vista non appare nessuno!
“Calmati Ray inspira ed espira”
Mmi ritrovo spesso a parlare con me stessa in terza persona, strano
per voi, ma a me viene incredibilmente normale.
Proseguo ugualmente anche se vorrei essere davvero altrove, i
miei passi sono lenti, sono pronta a scattare qualunque cosa succeda.I miei occhi scrutano ogni
minimo dettaglio.
All’improvviso
mi fermo…
… non per mia
scelta!
“Ma cos..”
Qualcuno mi
tocca la spalla, no ma che dico mi blocca la spalla e con forza mi tiene
immobile. Tento di voltarmi ma non riesco!
“..ch..chi
sei?!”
In risposta una
voce soave, dolce, quasi rilassante mi sussurra all’orecchio:
“Il tuo
protettore, chiedi a lui. Voglio quello che mi spetta e lo sai”
Frase smorzata,
è senza senso!
“..cos..cosa
vuoi dire?”
Una risata
leggera, direi piacevole, conclude quella frase.
Ad un tratto mi
sento libera di muovermi finalmente, decido di voltarmi ma dietro di me il
nulla. Nessun ’ ombra lontana, nessuno nei paraggi.
Poi un rumore
davanti a me, un cigolio, mi volto di scatto e subito dopo la porta della villa
si apre.
“C’E’ QUALCUNO
ALLA PORTA!! TI VEDO, FATTI AVANTI!!”
Nessun
movimento, nessuna risposta.
Più mi avvicino
più mi rendo conto che quella sagoma è di qualcuno che conosco.
“..no, no,
NO!!!”
Spaventata e
curiosa allo stesso tempo corro verso la porta, entro.
L’acqua mi bagna
i piedi, guardo per terra, l’acqua è rossa, il rosso del sangue. Alzo gli
occhi, lei, morta…
e attorno un
lago di sangue…
Apro
gli occhi e mi siedo di scatto. Sono sudata, ho il respiro affannato. Cerco di
capire bene dove sono, ciò che mi circonda. Vedo il mio letto, una sensazione
di sollievo si impossessa di me, mi volto.
Sono
le 4 del mattino.
È
stato solo un sogno,di nuovo l’ennesimo e ricorrente incubo, nemmeno la dolce
notte mi lascia tranquilla.
È
ormai la terza volta che faccio lo stesso sogno, se almeno così posso
chiamarlo, sempre uguale. Solo una cosa cambia: il finale!
Una
morte cruenta per tre persone a cui tengo, ma sempre diversa.
Mi
avvio verso il bagno e guardandomi allo specchio noto le mie occhiaie.
“non
ce la faccio più”
Asciugo
le gocce di sudore sulla mia fronte,corro al piano di sotto in cucina, bevo un
sorso d’acqua e torno a letto.
“Ray
fatti condizionare di meno” mi dico.
Dopo
di che chiudo gli occhi e mi addormento.
Stavolta
non sogno o perlomeno non ricordo se ho sognato.
Surprise! Clicca:
Mamma e Papà Fox:
[url=http://img696.imageshack.us/img696/1098/papray.jpg]Aaron Fox[/url]
[url=http://img693.imageshack.us/img693/6381/mammadefinitiva1.jpg
]Sylvie Fox[/url]
ed ecco la
protagonista
[url=http://img686.imageshack.us/img686/5797/raydefinitiva.jpg]Ray
Fox[/url]
Abbigliamento! Clicca:
________________________________Angolo Autrice
Questa
è la mia prima storia a capitoli.
Spero
davvero di completarla questa volta.
Grazie a tutti in anticipo
Clo