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Autore: faith15    20/12/2011    1 recensioni
In un modo o nell'altro eravamo diventati una coppia. Senza sapere niente l'uno dell'altro, avremmo imparato a conoscerci con il passare dei giorni e degli anni.
Avrei imparato ad amarlo e ad odiarlo, a trattarlo da re e a capire le sue dolci menzogne; avrei imparato a dipendere totalmente da lui, avrei anche capito in seguito che una persona può sopravvivere, e non vivere, senza il proprio cuore. Mi promisi che non lo avrei mai lasciato andare, ma come ogni promessa che si rispetti nemmeno la mia era destinata a durare in eterno; il mio cuore troppo giovane e inesperto si stava promettendo cose troppo grandi, l'avrei perso.. ma in quel momento non me ne curai.
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NEVE DI MARZO








Titolo: Neve di Marzo

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)


Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U
Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!











E fu così che mi ritrovai immerso in un mondo nuovo.

Totalmente estraneo ai miei occhi.

Un mondo di cui non riconosco ne i colori ne il profumo, ma di cui farò parte per molto tempo.

Un mondo perfetto ma nello stesso tempo completamente sbagliato.




Parole, parole e solo parole.

Le ore rinchiuso in quella scuola passavano così lentamente che ogni tanto credevo che il tempo amasse prendersi gioco di noi e smettesse di scorrere. Il professore di filosofia era un finto perbenista, una di quelle persone che cercava di farti capire quanto il mondo potesse essere bello nella propria complessità, esortandoti ad essere una persona migliore, affidabile e profonda, quando questo, dentro di se, non aveva altro che vigliaccheria e disonestà.

Ormai ero perfettamente conscio che l'unico modo per poter vivere al meglio era usare il cervello, il proprio e non quello degli altri. Provavo quasi pena per tutte quelle persone che pendevano dalle sua labbra come se la loro stessa vita dipendesse da quelle misere parole dette senza nè un significato nè un vero credo.

Sorrisi amaramente, alzando lo sguardo verso la finestra poco distante da me.

< Qualcosa non va,Suzuki-san? > Cercò di attirare la mia attenzione il vecchio vigliacco, quegli occhi color pece mi fissavano a mo' di sfida < Assolutamente no! > Senza distogliere lo sguardo da lui risposi, tranquillamente. < La mia lezione ti annoia? > Chiese ancora, conoscendo già la reale risposta a quella sua stupida domanda.

< No! > Risposi, ignorando qualsiasi altra pretesa di conversazione da parte sua, quello che proprio volevo evitare era un'altra divergenza con lo stupido personale di quella scuola.

L'ora per fortuna passò, non velocemente ma prima che potessi accorgermene era già ora di pranzo e non vedevo l'ora di addentare il mio pasto, non c'era cosa migliore che un bel bento colmo di cibo per alleviare le sofferenze di un'intera mattinata di noia assoluta.

< Ehy Ryo, senti.. > una vocina molto acuta mi chiamò alle spalle. Quando mi voltai vidi una ragazza della mia c lasse, rossa in viso e di costituzione robusta, mentre cercava probabilmente di mettere insieme tutte le parole che conosceva per formulare al meglio la domanda che stava per rivolgermi torturava il povero fazzoletto che avvolgeva il suo bento.

< Pranzeresti con me oggi?> La voce si fece improvvisamente bassa che a steto riuscii ad udirla, era carina non lo nego ma purtroppo non era il mio tipo, o almeno lo sarebbe stato prima di capire che in quel periodo la mia attenzione era rivolta ad un altro individuo della stessa scuola ma dal sesso un tantino differente dal suo.

< Mi dispiace > Cercai di rifiutare gentilmente, cercando di non offenderla o sminuire la sua richiesta davanti alle amiche < Purtroppo ho già un impegno per oggi, magari domani, che ne dici? > Purtroppo ero fatto così, davanti a certe cose non riuscivo proprio a dire di no, anche se la cosa in questione non mi interessava affatto.

< Ok! > La vidi sorridere felicemente ed allontanarsi tutta saltellante per essere riuscita ad ottenere un pranzo dal sottoscritto.

< Ryo~chan > Eccolo li, la mia condanna quotidiana!

Kouyou non era di certo una persona tranquilla e silenziosa. Mi sentii quasi morire mentre la sua presa ferrea si strinse attorno al mio collo quasi fosse una morsa d'acciaio.

< Ho una fame da lupi e tu non ti degni di passare alla mensa? Siamo arrivati fino a qui solo per prendere te, sai? Me la pagherai..> Si..siamo?

Allontanai lo sguardo dal mio migliore amico e iniziai a cercare in giro per la classe, individuando subito il suo compagno di sventure. Yuu.

Stava in disparte, fissando la scena divertito come pochi. Ormai tutti erano abituati a queste scene di "affetto" tra me e Kouyou, ma evidentemente lui ancora no.

< Vuoi uccidermi? No perchè così non avrai più la mia onesta compagnia durante i tuoi pranzi reali! > Cercai di parlare riuscendoci a malapena tanto tossivo.

< Siediamoci e mangiamo! Mangerei anche te al momento! > Sbuffai, fingendomi offeso mentre prendevamo posto tutti e tre nei banchi vicino alla finestra, inutile precisare che Kou non perse molto tempo prima di aprire il suo pasto e divorarlo in fretta e furia.

< Allora, com'è andata la tua mattinata? > Mi chiese il moro, forse più che per reale interessamento la sua domanda era nata con l'intento di spezzare l'atmosfera piuttosto imbarazzante che si era creata senza Kouyou che parlava ogni due secondi.

< Non male, noiosa e lenta come al solito! > Mormorai, addentando un pezzo di pollo < E la tua? > deglutii

< Il tuo amico qui non ha fatto altro che parlarmi di quanto avesse voglia di uscire! > Disse sorridendo, indicandolo divertito.

< Azzardati che ti taglio le mani! > Ringhiai al biondo, notando la sua mano allungarsi verso il mio bento con fare minaccioso.

< Da quanto vi conoscete? > Domandò, quasi stupito per la confidenza che c'era tra noi due.

< Da quando questo giovane microcefalo aveva ancora un cervello, non lo usava eh, ma c'era. Ovvero da 9 anni! > Sentenziai quella frase sentendomi quasi orgoglioso di avere un'amicizia così duratura in un età dove solitamente le vecchie amicizie contano poco o niente.

Yuu ci guardò sinceramente colpito prima di alzarsi per gettare della cartaccia nel cestino, non potei fare altro che seguire ogni suo movimento con lo sguardo.

Era magnetico, non ci potevo fare niente; erano passate ormai diverse settimane da quando ammisi a me stesso di essermi invaghito di un ragazzo, da all'ora non avevo fatto altro che pensare lui, valutare i pro e i contro di questa quasi desiderata storia d'amore. I pro erano molti, ma anche i contro non scherzavano.

Nel frattempo, mentre la mia mente era presa ad osservare le spalle di quel quasi dio del portamento, i miei occhi non potevano non cadere sul suo sedere. Ancora ora posso giurare che quel gesto fu più che involontario, non potevo ancora accettare il fatto che il mio cuore batteva per un uomo figuriamoci sbavare per il suo didietro.

< Neh~ Ryo-chan~ Dimmi una cosa! > E come un fulmine a ciel nuvoloso eccolo, conoscevo benissimo quel tono malizioso ed indagatore.

Poi quando sentì il suo braccio passarmi attorno le spalle pensai solamente di abbandonare tutto e scappare via. Sapevo già dove volesse arrivare la sua futile curiosià! Era stupido ma fino ad un certo punto, poi mi conosceva più di quanto io stesso potessi conoscermi. Lui sapeva già tutto, forse anche da molto più tempo prima di me.

< Non ti sarai mica preso una cotta per Shiroyama, vero? > Mormorò nel mio orecchio, con quella voce dannatamente roca e paurosamente sensuale. Mi irrigidì immediatamente, facendolo ridere di gusto.

< Lo sapevo! > Concluse da solo, battendo quelle sue dannate mani per un paio di volte.

< Che diavolo dici, non è vero! perchè mai lo chiedi?> Cercai di negare, rimanendo pietrificato al mio posto.

< Ah no? Ho sbagliato allora? Non ti sei mai stato goffo davanti ad una persona, non hai mai balbettato e soprattutto, non hai mai guardato nessuno con quello sguardo da "oddio mio, sei la cosa più bella che io abbia mai visto" >

Quello che mi faceva paura non era tanto quello che stava dicendo, ma era il modo in cui lo faceva che mi terrorizzava. Il sorriso sadico sul volto, la mano che era ritornata sulla mia spalla che più come contatto intimo significava "se scappi ti spacco la clavicola" e quel dannato entusiasmo. Era quello che più mi inquietava.

< Hai sbagliato alla grande! > Obbiettai, cercando di rimanere il più serio possibile, fingendomi anche un po' arrabbiato. < E poi...> Cercai di spiegarmi, ma la frase mi morì in gola notando lo sguardo curioso di Yuu puntato giusto su di noi.

< Che succede qui? > Chiese ad entrambi, ma l'unica risposta che ottenne fu un "niente di che!" da un Kouyou ancora più sorridente del solito.

< Va bene! > Non deve averci creduto molto ma almeno lui è sempre stato bravo a nascondere la propria curiosità e a fare finta di niente.

< Comunque io ora ho una cosa urgente da fare, mi dispiace ma scappo! > Raccolsi di fretta alcune cose e scappai via dalla MIA aula.


Non so perchè lo feci, paura? non lo so. Probabilmente è stato un segno del destino. Mi chiedo ancora se fossi rimasto lì, seduto a quel tavolo facendo finta di niente, le cose sarebbero andate come sono andate ora? Questa domanda mi persegueta come mille altre.



Entrai in bagno, era vuoto e silenzioso.

Volevo un momento da dedicare a me stesso per riorganizzare al meglio il mio cervello e fare pace con la mia coscienza. Mi sedetti su uno di quei bagni inutilizzati, chiudendomi dentro come se quelle tre assi di legno potessero proteggermi da qualsiasi attacco nemico.

Non ero mai stato un codardo, eppure la sua sola presenza mi faceva tremare le gambe. Odiavo queste reazioni.

< Ryo? > Dannazione.

Non risposi. Portai le gambe strette al petto, cercando di ignorare quella voce. Un verme, ecco cos'ero.

< Ryo? > Sapeva che ero li, probabilmente mi aveva visto entrare e io cercavo di fargli credere il contrario? Potevo far sentire stupido Kouyou ma non Yuu, lui era troppo sveglio.

Il mio cervello cercava mille piani di fuga mentre il mio cuore cercava di convincermi ad uscire da lì, ovviamente il secondo ebbe molto più effetto sulle mie azioni!

< Fai l'uomo Suzuki! > Mormorai tra me e me, stringendo i pugni come segno di auto-incitamento cercando dentro di me tutta la forza nascosta per reggere una conversazione con il moro.

Spalancai la porta, forse avrei dovuto semplicemente aprirla come fanno le persone normali ma no, la spalancai di forza... colpendolo praticamente in pieno.

< CRISTO! > Urlò Yuu, portandosi la mano al petto < Ma sei idiota? > mi urlò contro prima di cominciare ad inveire contro chissà quali altre divinità create dalla sua mente contorta.

Ero basito, forse non avevo ancora capito bene cosa fosse successo, come fosse successo e soprattutto non sapendo tutte queste cose non sapevo esattamente cosa fare.

< Il ditoo! > Disse, fissandomi con occhi semisgranati < Aprimi l'acqua per favore! >

Mormorai qualche parola priva di senso, entrando nel panico, prima di obbedire ai suoi ordini. Se prima potevo pensare di avere qualche speranza con lui, da lì in poi anche una lucertola avrebbe potuto conquistarlo prima di me.

< Mi dispice! > Dissi quasi sussurrando, prendendogli la mano e portandogliela sotto il getto d'acqua fredda. Non solo ero scappato senza nessun reale moltivo, in più gli avevo rotto un dito e mi ero anche preso dell'idiota. Perfetto.

< Fa niente! > Mi rispose lui di rimando, mordendosi le labbra. < Dispiace anche a me...per l'idiota! > Lo vidi nascondere il suo dispiacere dietro un finto sorriso.

Poi calò il silenzio, nella stanza si sentiva solo il rumore dell'acqua che scendeva giù nel lavandino.

< Senti! > Ci vollero ben 10 minuti prima che Yuu aprì bocca, rompendo quell'atmosfera che piano piano mi stava uccidendo violentemente < Io dovrei.. >

< Ti fa ancora male? > Chiesi, interrompendolo quasi senza accorgermene.

< Nono, apposto! > Rispose, rendendosi conto di avere ancora la mano sotto il getto freddo dell'acqua.

< Meno male, magari... > Stavo per ricominciare a blaterare su cose senza senso quando sentì la sua mano poggiarsi sul mio braccio, quasi come se volesse attirare la mia attenzione verso qualcosa di ben più importante di quello che stavo per dire io.

< Devo parlarti, Ryo! > Era serio in volto, mi faceva paura.

Per diversi secondi iniziai a pensare a così tante cose che la testa iniziò a girarmi.

Lo avevo spaventato e l'idea principale che avevo per la testa era che non volesse più ne parlarmi ne vedermi, soprattutto quando la sua presa diventò sempre più leggera, fino a scomparire completamente.

Vidi il suo braccio cadergli lungo il fianco. Restammo entrambi in attesa di un qualcosa di indefinito per qualche secondo, che a mio avviso sembravano più delle ore; pensai anche che a luipotesse piacere kouyou e che in realtà voleva solamente dei consigli dal sottoscritto, probabilmente se così fosse stato prima lo avrei incoraggiato a farsi avanti, poi però mi sarei rinchiuso dentro al box del bagno per mettere fine alla mia povera esistenza inutile.

< Tu.. > Stentava a pronunciare quelle parole, stavo fottutamente tremando.

< Tu mi piaci, ecco. > Disse d'un tratto, senza respirare e senza guardarmi.

Probabilmente smisi di respirare anche io dopo aver sentito ciò. "Tu mi piaci, ecco"

No, non respiravo e mi dimenticai anche di sbattere le palpebre.

Non era stato un "Mi piace Kouyou" o "mi fai schifo.." ma era un "Tu mi piaci, ecco.".

Non riuscivo a credere a quello che avevo appena sentito uscire dalle sue labbra e anche se da una parte ero felice come un bambino il giorno di natale, dall'altra ero terrorizzato a morte.

Era quello che avrei voluto sentirmi dire, eppure quella paura mi aveva completamente paralizzato, non riuscivo a muovere nessun muscolo del corpo.

Yuu era immerso nell'angoscia, il suo sguardo era fisso sul mio viso per cercare ogni piccolo cambiamento d'espressione e il suo respiro diventava sempre più irregolare.

< Scusami! > sussurrò < Non volevo dirtelo così, ma sentivo che dovevo farlo! Io... > Distolse lo sguardo < Avevo paura che mi odiassi. Non mi parli praticamente mai, scappi quando mi vedi troppo vicino a te. Se arrivo con Kou il tuo sguardo...>

Non volevo farlo stare così, era triste per colpa della mia stupida reazione.

Lui mi piaceva , eppure i miei sentimenti erano ancora così in contrasto tra loro per poter essere felice e saltellante per il bagno.

Mi decisi finalmente ad aprire la bocca < Io non sono gay! > per dire cose completamente inutili.

< Capisco.. > Esclamò, seriamente pentito di quello che aveva confessato poco prima.

< Però.. > Dovevo rimediare e anche al più presto < Quando ti vedo divento goffo, sudo, non so mai come comportarmi e cosa dirti > Dissi tutto d'un fiato, cercando di arrivare al più presto al punto. Il mio tono era più supplichevole, dovevo cercare di fargli capire quello che in realtà provavo.

Non era per niente facile dover ammettere a se stessi che la relazione che al momento più bramavi era quella con un altro uomo.

Lo vidi annuire, sorridendo per la prima volta in quella mezz'ora.

< Perciò.. > Cercò di parlare ma mi sentii in dovere di interromperlo.

< Quello che voglio al momento è stare con te, lo voglio con tutto me stesso. Ma sono così confuso su come dovà essere il mio comportamento nei tuoi confronti che non so cosa fare! > Sembravo un pazzo, avevo preso a camminare come un ossesso da una parte all'altra del bagno cercando di trovare le parole più adatte a quella situazione.

< E se imparassimo insieme? > Mi bloccò, mettendosi davanti a me, bloccando il mio vaneggiamento < E se provassimo ad affrontare quest'esperienza insieme? Credi che per me sia facile? Pensi che io abbia avuto altre relazioni? E' la prima volta anche per me, cosa credi! > boccheggiai quasi sentendo quelle parole, poi sorrise.

Il sorriso più dolce che io abbia mai visto e forse fu quello a convincermi a buttarmi dentro questa follia chiamata amore.

< Potrei provarci! > Dissi, guardandolo dritto negli occhi < Ma dovrai essere molto paziente con il sottoscritto, va bene? > Sorrisi anche io, finalmente.

< Lo prometto! > Rispose, spostandosi dolcemente una ciocca color pece dietro all'orecchio.

Ci guardammo, imbarazzati, per qualche secondo. Dio solo sa quali pensieri gli attraversarono la testa in quel momento; avrei pagato oro e argento per scoprirlo.

< La campanella è suonata da un bel pezzo, abbiamo perso l'inizio delle lezioni! > Disse d'un tratto, interromendo la raffica di pensieri che avevano ri-riempito la mia testa vuota; mai avevo pensato così tanto nell'arco di una giornata.

< Ormai è tardi per toranere indietro. Si esce prima! > Esclamai, afferrando la borsa dimenticata ai peidi del bagno ed uscii.

< E le mie cose? >

< Mando un messaggio a Kou e gli dico di prendertele! >


In un modo o nell'altro eravamo diventati una coppia. Senza sapere niente l'uno dell'altro, avremmo imparato a conoscerci con il passare dei giorni e degli anni.

Avrei imparato ad amarlo e ad odiarlo, a trattarlo da re e a capire le sue dolci menzogne; avrei imparato a dipendere totalmente da lui, avrei anche capito in seguito che una persona può sopravvivere, e non vivere, senza il proprio cuore. Mi promisi che non lo avrei mai lasciato andare, ma come ogni promessa che si rispetti nemmeno la mia era destinata a durare in eterno; il mio cuore troppo giovane e inesperto si stava promettendo cose troppo grandi, l'avrei perso.. ma in quel momento non me ne curai.






Vorrei poter chiudere gli occhi e ricominciare tutto.
Niente paura.
Niente bramosia.
Solo amore.
Ma questo, ormai, non ci è più concesso.



   
 
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