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Autore: faith15    26/11/2010    1 recensioni
In un modo o nell'altro eravamo diventati una coppia. Senza sapere niente l'uno dell'altro, avremmo imparato a conoscerci con il passare dei giorni e degli anni.
Avrei imparato ad amarlo e ad odiarlo, a trattarlo da re e a capire le sue dolci menzogne; avrei imparato a dipendere totalmente da lui, avrei anche capito in seguito che una persona può sopravvivere, e non vivere, senza il proprio cuore. Mi promisi che non lo avrei mai lasciato andare, ma come ogni promessa che si rispetti nemmeno la mia era destinata a durare in eterno; il mio cuore troppo giovane e inesperto si stava promettendo cose troppo grandi, l'avrei perso.. ma in quel momento non me ne curai.
Genere: Dark, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NEVE DI MARZO

 

Titolo: Neve di Marzo

 

Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)

 

 

Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi. Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U

Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e semplice divertimento!

 

Note: Ehm.. Non ho scusanti, lo so T^T Ma siccome non avevo ricevuto molte recensioni con il primo capitolo del remake mi ero un po depressa e poi ho passato un periodaccio davvero pesante che mi ha fatto perdere completamente l'isiprazione T^T

Però l'importante è ritornare nello status adatto noh? T^T vero? mi perdonate? E soprattutto... recensite vero??? Se no mi deprimo e non scrivo più niente =ç= 
Spero che questa versione vi piaccia, voglio continuare a scrivere e finirla... ci tengo davvero tanto!  Anche perchè un po mi rappresenta.. fa parte di me e vorrei vederla finita T^T


Commentate~  a presto ragazze *si mette subito a scrivere il terzo capitolo visto che si sente ispirata*

 

bye~

 

 

 

______

 

 

Ancora non riuscivo a capacitarmi di come tu, ragazzino dai capelli corvini, sia riuscito ad entrarmi prepotentemente nella mente così in fretta.

Erano passate  settimane ormai dal nostro ultimo incontro e ancora non riuscivo a togliermi dalla testa la tua risata, maledettamente dolce e dannatamente penetrante, i tuoi occhioni enormi e spensierati, neri e profondi come la pece e il tuo profumo, che ricordava molto l'odore agrodolce delle pesche estive dei campi dell'Hokkaido; ancora ora, chiudendo gli occhi, posso ricordare chiaramente questi piccoli particolari.

Per la prima volta in tutta la mia vita mi ero ritrovato dinnanzi a questo muro, il muro della mia coscienza.

Fino a quel momento ero praticamente certo che nessuno al mondo sarebbe stato così speciale da fare breccia nella mia corazza di cemento, specialmente un'altro ragazzo; tuttavia senza saperne il motivo, mi ritrovavo seduto su quel sedile tanto piccolo e tanto scomodo, pensando a cosa avrei fatto se percaso ti avrei rivisto.

Tirai un lungo sospiro, cercando di spezzare la lunga sequenza dei pensieri che occupavano dannatamente la mia mente da quelle che sembravano ore per me, ma tutto quello che riuscii a fare fu aspirare un'ingente quantità di ossigeno misto a puzzo di sudore, che a causa delle decide e decine di persone che si erano radunate nel vagone, riempiva quelle pareti di metallo e vetro; almeno, grazie a quell'odoraccio, mi ero preso una pausa da quella che ormai era diventata una tortura psicologica bella e buona, specialmente per quell'ora del mattino.

< Ryo-kun? > sentii una voce chiamare il mio nome, obbligandomi finalmente a destarmi dal mio stato semicomatoso.

Alzai lo sguardo verso la persona che stava seduta davanti al mio sedile con fare curioso e quasi infastidito. < Mi hai ascoltato? > Mi disse ancora una volta, aumentando leggermente il tono della voce.

< Scusa, non... >

< Va bene, va bene.. > Kouyou, il mio amico d'infanzia < Siccome non ho fatto i compiti, ora tu ed io, ci saltiamo la prima ora! va bene? >

Il mio unico amico aggiungerei.

L'unico, fino a quel momento, che riusciva a girarmi e rigirarmi a suo piacimento; infatti non cercai nemmeno di protestare al suo chiaro ordine, acconsentì con un leggero movimento di capo e ritornai a fissare il panorama mattutino delle strade, ancora poche caotiche, di Tokyo.

< Sai chi mi ha chiesto di te? > L'unica pecca che aveva il suo carattere era quella di essere estremamente fastidioso, specialmente quando si trattava di interagire con le altre persone poco consone a relazionarsi con gli altri.

< Chi? > Chiesi, quasi più per cortesia che per reale curiosità.

< Shiroyama, della mia classe. Non pensavo vi conosceste, anzi, non pensavo conoscessi altre persone! > Quasi sobbalzai dal mio posto, mi sembrava già strano che qualcuno potesse chiedere di me, ma lui, era proprio fuori da ogni possibile candidato. borbottai, cercando di non attirare molto la sua attenzione.

Era dannatamente intuitivo, ma sinceramente non mi andava di rivelare a nessuno cosa stessi provando in quel periodo, soprattutto perchè non era ben chiaro nemmeno a me.

< No perchè mi sembrava piuttosto insistente > Finì di parlare anzando le spalle, per poi ritornare al suo giornale.

Ad occhi esterni potevamo sembrare davvero un duo di amici alquanto insolito, lui fin troppo logorroico, sempre pieno di cose da raccontare e disposto ad accoglierti con un grande sorriso, anche quando in realtà non desiderava altro che piangere, mentre io, perennemente assorto nei miei pensieri, taciturno e avvolto nella mia aura di assoluta antipatia.

Molte volte chiedevano a Kouyou come potesse frequentare una persona come me, ma gentilmente lui piegava la testa e sorridendo diceva gentilmente: "Non posso decidere io a chi voler bene, no?" . Mi ritrovai a sorridere come un'idiota al solo pensiero della sua faccia buffa.

< Perchè ridi? > Mi chiede, inclinando la testa proprio come l'immagine che avevo stampata in mente, cosa che mi fece ridere ancora con più insistenza.

< Ehy coso? Ridi di me per caso? > Mi chiese sbuffando, lanciandomi la rivista che aveva tra le mani.

< Sei carino quando ti arrabbi! > Gli dissi, senza pensare minimamente alle mie parole; vidi il suo viso arrossire nel giro di pochi secondi. Non essendo una persona che si lasciava andare facilmente con i complimenti mi sorpresi io stesso delle mie parole < Smettila Suzuki! Sai che... >

< Quanto casino che fai Takashima! > Posso dire che nello stesso istante in cui alzai gli occhi verso l'alto, trovandomi davanti al tuo viso sorridente, persi qualche anno di vita. I tuoi capelli neri, leggermente spettinati ti cadevano lungo il viso, ornando alla perfezione la tua pelle bianca, macchiata leggermente da quelle occhiaie violacee che ti rendevano umanamente bellissimo.

Non ero gay, non lo ero mai stato, la sola vista di un ragazzo nudo mi faceva venire i brividi, eppure quando guardavo la sua figura aggraziata ma mascolina,  tutti gli stereotipi dell'amore moderno crollavano come un castello di sabbia  durante l'alta marea; uomo o donna che era,in sedici anni era stato l'unico a farmi provare quella strana sensazione di avere un macigno sullo stomaco, tanto pesante da farti mancare il fiato.

< Le tue cose hanno bisogno di un posto privato, no perchè potrei anche volermi sedere! > Aggiunse, aggiungendo un sorriso di pura ironia, cosa che capii più avanti, era una delle sue migliori abilità.

< Non sei per niente spiritoso, sai? > Disse il biondo, raccogliendo le sue cose, gettate senza ritegno sul sedile accanto al suo per far posto al moro.

< Sai che alla fine ti voglio bene! >  Commentò, sedendosi nel sedile davanti al mio. Deglutì leggermente quando le sue gambe toccarono per sbaglio il mio ginocchio; non capivo cosa mi stava succedendo.

< Buon giorno Ryo-san! > Sorrise dolcemente, obbligandomi ad alzare gli occhi per osservarlo nuovamente in viso.

< Buon giorno! >  La voce mi morì in gola, uscendo dalla mia bocca in modo quasi gruttuale e spaventoso.

Odiavo sentirmi in quel modo; totalmente incapace di gestire una normale situazione di dialogo con un normale ragazzo della mia scuola.

< Allora, Shiro-kun! Vieni con noi a fare colazione? > E per di più il mio migliore amico non riusciva a tenere chiusa quella sua bocca tanto carnosa quanto vogliosa di parlare come una radiolina.

Vigliaccamente abbassai lo sguardo, rimanendo in silenzio per tutto il tragitto in treno; nonostante tutto, sentivo il suo sguardo vigile sulla mia figura silenziosa, era come un falco in cerca della sua preda, ma al momento instaurare un discorso con il sottoscritto non era così facile.

< La prossima fermata è la nostra! > Si alzò di colpo Takashima, seguito da Yuu.

< Kyu-kun, mi sa che io me ne ritorno a casa! > Dissi all'improvviso, poco consapevole delle parole che avevo appena pronunciato. Non sarei riuscito a reggere altri silenzi e altre sensazioni poco chiare, dovevo prima chiarire delle cosette con me stesso prima di poter girare liberamente al fianco di Shiroyama.

< Ah, vai via? > Fù Yuu a rispondermi, voltandosi di scatto. Il suo sguardo si fece cupo, la sua voce nel pronunciare quelle tre brevi parole aveva perso gran parte della vitalità che aveva qualche minuto prima < Perchè non rimani? >

< Io.. non.. >

< Rimani! >

Disagio.

 

Non sapevo cosa rispondere. Le sue parole quasi imploranti mi avevano lasciato completamente basito.

In pochi secondi, davanti al leggero velo di tristezza che aveva coperto i suoi occhi da cerbiatto che io stesso avevo causato, avevo capito che non volevo che il bagliore che rendeva quel viso così speciale si spegnesse, soprattutto per colpa mia.

< E va bene! > Afferrai le mie cose e li seguii vicino alla porta d'uscita.

< Sono felice che viene anche Ryo-kun con noi! > Aggiunse, appoggiando una mano sul mio braccio prima di scendere gli scalini e raggiungere Kou.

Era bastato un semplice gesto.

Un tocco.

A far crollare tutti i dubbi che avevo in mente, lasciandomi completramente disarmato ed indifeso davanti a      questa esperienza che non ero pronto ad affrontare ma che era comunque arrivata.

 Il mio destino era ancora tutto da vedere, ma da quel giorno capii che era arrivato il momento di aprire leggermente il mio cuore ad un'altra persona.

Non era amore, non ancora. Ma non potevo negare che quello che provavo  non era semplice e pura curiosità che si prova verso un'amico.

Mi stavo innamorando.

Mi stavo innamorando di un ragazzo dai capelli dello stesso colore delle tenebre più scure e affascinanti, ma nonostante questa leggera consapevolezza non potei fare altro che arrendermi e farmi trascinare in quell'inferno che era l'amore.

 

 

 

 

 

Il buio mi acceca e mi rende suo schiavo.

Corro, urlo e non provo dolore.

Sarà questa la mia dannazione o è soltanto il passaggio alla mia vera vita?

 

To be Continued...

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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