NEVE DI
MARZO
Titolo: Neve di Marzo
Pairing: : ReitaxAoi (principale) ReitaxOC, AoixKai e Aoix.... (sorpresa)
Warning:I contenuti della storia che vi apprestate a leggere sono a tematica
omosessuale, e presenta descrizioni esplicite di atti sessuali tra maschi.
Perciò, se vi fa schifo e dovete offendere.. non leggete U.U
Disclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartengono e i fatti narrati
non sono mai successi, tutto è stato scritto senza fini di lucro ma per puro e
semplice divertimento!
Note: Ehm.. Non ho scusanti, lo so T^T Ma siccome non avevo ricevuto molte
recensioni con il primo capitolo del remake mi ero un po depressa e poi ho
passato un periodaccio davvero pesante che mi ha fatto perdere completamente
l'isiprazione T^T
Però l'importante è ritornare nello status adatto noh? T^T vero? mi
perdonate? E soprattutto... recensite vero??? Se no mi deprimo e non scrivo più
niente =ç=
Spero che questa versione vi piaccia, voglio continuare a scrivere e finirla...
ci tengo davvero tanto! Anche perchè un
po mi rappresenta.. fa parte di me e vorrei vederla finita T^T
Commentate~ a presto ragazze *si mette
subito a scrivere il terzo capitolo visto che si sente ispirata*
bye~
______
Ancora non riuscivo a capacitarmi di come tu, ragazzino dai capelli
corvini, sia riuscito ad entrarmi prepotentemente nella mente così in fretta.
Erano passate settimane ormai dal
nostro ultimo incontro e ancora non riuscivo a togliermi dalla testa la tua
risata, maledettamente dolce e dannatamente penetrante, i tuoi occhioni enormi
e spensierati, neri e profondi come la pece e il tuo profumo, che ricordava
molto l'odore agrodolce delle pesche estive dei campi dell'Hokkaido; ancora
ora, chiudendo gli occhi, posso ricordare chiaramente questi piccoli
particolari.
Per la prima volta in tutta la mia vita mi ero ritrovato dinnanzi a
questo muro, il muro della mia coscienza.
Fino a quel momento ero praticamente certo che nessuno al mondo sarebbe
stato così speciale da fare breccia nella mia corazza di cemento, specialmente
un'altro ragazzo; tuttavia senza saperne il motivo, mi ritrovavo seduto su quel
sedile tanto piccolo e tanto scomodo, pensando a cosa avrei fatto se percaso ti
avrei rivisto.
Tirai un lungo sospiro, cercando di spezzare la lunga sequenza dei
pensieri che occupavano dannatamente la mia mente da quelle che sembravano ore
per me, ma tutto quello che riuscii a fare fu aspirare un'ingente quantità di
ossigeno misto a puzzo di sudore, che a causa delle decide e decine di persone
che si erano radunate nel vagone, riempiva quelle pareti di metallo e vetro;
almeno, grazie a quell'odoraccio, mi ero preso una pausa da quella che ormai
era diventata una tortura psicologica bella e buona, specialmente per quell'ora
del mattino.
< Ryo-kun? > sentii una voce chiamare il mio nome, obbligandomi
finalmente a destarmi dal mio stato semicomatoso.
Alzai lo sguardo verso la persona che stava seduta davanti al mio sedile
con fare curioso e quasi infastidito. < Mi hai ascoltato? > Mi disse
ancora una volta, aumentando leggermente il tono della voce.
< Scusa, non... >
< Va bene, va bene.. > Kouyou, il mio amico d'infanzia <
Siccome non ho fatto i compiti, ora tu ed io, ci saltiamo la prima ora! va
bene? >
Il mio unico amico aggiungerei.
L'unico, fino a quel momento, che riusciva a girarmi e rigirarmi a suo
piacimento; infatti non cercai nemmeno di protestare al suo chiaro ordine,
acconsentì con un leggero movimento di capo e ritornai a fissare il panorama
mattutino delle strade, ancora poche caotiche, di Tokyo.
< Sai chi mi ha chiesto di te? > L'unica pecca che aveva il suo
carattere era quella di essere estremamente fastidioso, specialmente quando si
trattava di interagire con le altre persone poco consone a relazionarsi con gli
altri.
< Chi? > Chiesi, quasi più per cortesia che per reale curiosità.
< Shiroyama, della mia classe. Non pensavo vi conosceste, anzi, non
pensavo conoscessi altre persone! > Quasi sobbalzai dal mio posto, mi
sembrava già strano che qualcuno potesse chiedere di me, ma lui, era proprio
fuori da ogni possibile candidato.
Era dannatamente intuitivo, ma sinceramente non mi andava di rivelare a
nessuno cosa stessi provando in quel periodo, soprattutto perchè non era ben
chiaro nemmeno a me.
< No perchè mi sembrava piuttosto insistente > Finì di parlare
anzando le spalle, per poi ritornare al suo giornale.
Ad occhi esterni potevamo sembrare davvero un duo di amici alquanto
insolito, lui fin troppo logorroico, sempre pieno di cose da raccontare e
disposto ad accoglierti con un grande sorriso, anche quando in realtà non
desiderava altro che piangere, mentre io, perennemente assorto nei miei
pensieri, taciturno e avvolto nella mia aura di assoluta antipatia.
Molte volte chiedevano a Kouyou come potesse frequentare una persona
come me, ma gentilmente lui piegava la testa e sorridendo diceva gentilmente:
"Non posso decidere io a chi voler bene, no?" . Mi ritrovai a
sorridere come un'idiota al solo pensiero della sua faccia buffa.
< Perchè ridi? > Mi chiede, inclinando la testa proprio come
l'immagine che avevo stampata in mente, cosa che mi fece ridere ancora con più
insistenza.
< Ehy coso? Ridi di me per caso? > Mi chiese sbuffando,
lanciandomi la rivista che aveva tra le mani.
< Sei carino quando ti arrabbi! > Gli dissi, senza pensare
minimamente alle mie parole; vidi il suo viso arrossire nel giro di pochi
secondi. Non essendo una persona che si lasciava andare facilmente con i
complimenti mi sorpresi io stesso delle mie parole < Smettila Suzuki! Sai
che... >
< Quanto casino che fai Takashima! > Posso dire che nello stesso
istante in cui alzai gli occhi verso l'alto, trovandomi davanti al tuo viso
sorridente, persi qualche anno di vita. I tuoi capelli neri, leggermente
spettinati ti cadevano lungo il viso, ornando alla perfezione la tua pelle
bianca, macchiata leggermente da quelle occhiaie violacee che ti rendevano
umanamente bellissimo.
Non ero gay, non lo ero mai stato, la sola vista di un ragazzo nudo mi
faceva venire i brividi, eppure quando guardavo la sua figura aggraziata ma
mascolina, tutti gli stereotipi
dell'amore moderno crollavano come un castello di sabbia durante l'alta marea; uomo o donna che era,in
sedici anni era stato l'unico a farmi provare quella strana sensazione di avere
un macigno sullo stomaco, tanto pesante da farti mancare il fiato.
< Le tue cose hanno bisogno di un posto privato, no perchè potrei
anche volermi sedere! > Aggiunse, aggiungendo un sorriso di pura ironia,
cosa che capii più avanti, era una delle sue migliori abilità.
< Non sei per niente spiritoso, sai? > Disse il biondo,
raccogliendo le sue cose, gettate senza ritegno sul sedile accanto al suo per
far posto al moro.
< Sai che alla fine ti voglio bene! > Commentò, sedendosi nel sedile davanti al
mio. Deglutì leggermente quando le sue gambe toccarono per sbaglio il mio
ginocchio; non capivo cosa mi stava succedendo.
< Buon giorno Ryo-san! > Sorrise dolcemente, obbligandomi ad
alzare gli occhi per osservarlo nuovamente in viso.
< Buon giorno! > La voce mi
morì in gola, uscendo dalla mia bocca in modo quasi gruttuale e spaventoso.
Odiavo sentirmi in quel modo; totalmente incapace di gestire una normale
situazione di dialogo con un normale ragazzo della mia scuola.
< Allora, Shiro-kun! Vieni con noi a fare colazione? > E per di
più il mio migliore amico non riusciva a tenere chiusa quella sua bocca tanto
carnosa quanto vogliosa di parlare come una radiolina.
Vigliaccamente abbassai lo sguardo, rimanendo in silenzio per tutto il
tragitto in treno; nonostante tutto, sentivo il suo sguardo vigile sulla mia
figura silenziosa, era come un falco in cerca della sua preda, ma al momento
instaurare un discorso con il sottoscritto non era così facile.
< La prossima fermata è la nostra! > Si alzò di colpo Takashima,
seguito da Yuu.
< Kyu-kun, mi sa che io me ne ritorno a casa! > Dissi
all'improvviso, poco consapevole delle parole che avevo appena pronunciato. Non
sarei riuscito a reggere altri silenzi e altre sensazioni poco chiare, dovevo
prima chiarire delle cosette con me stesso prima di poter girare liberamente al
fianco di Shiroyama.
< Ah, vai via? > Fù Yuu a rispondermi, voltandosi di scatto. Il
suo sguardo si fece cupo, la sua voce nel pronunciare quelle tre brevi parole
aveva perso gran parte della vitalità che aveva qualche minuto prima <
Perchè non rimani? >
< Io.. non.. >
< Rimani! >
Disagio.
Non sapevo cosa rispondere. Le sue parole quasi imploranti mi avevano
lasciato completamente basito.
In pochi secondi, davanti al leggero velo di tristezza che aveva coperto
i suoi occhi da cerbiatto che io stesso avevo causato, avevo capito che non
volevo che il bagliore che rendeva quel viso così speciale si spegnesse,
soprattutto per colpa mia.
< E va bene! > Afferrai le mie cose e li seguii vicino alla porta
d'uscita.
< Sono felice che viene anche Ryo-kun con noi! > Aggiunse,
appoggiando una mano sul mio braccio prima di scendere gli scalini e
raggiungere Kou.
Era bastato un semplice gesto.
Un tocco.
A far crollare tutti i dubbi che avevo in mente, lasciandomi
completramente disarmato ed indifeso davanti a questa
esperienza che non ero pronto ad affrontare ma che era comunque arrivata.
Il mio destino era ancora tutto
da vedere, ma da quel giorno capii che era arrivato il momento di aprire
leggermente il mio cuore ad un'altra persona.
Non era amore, non ancora. Ma non potevo negare che quello che
provavo non era semplice e pura
curiosità che si prova verso un'amico.
Mi stavo innamorando.
Mi stavo innamorando di un ragazzo dai capelli dello stesso colore delle
tenebre più scure e affascinanti, ma nonostante questa leggera consapevolezza
non potei fare altro che arrendermi e farmi trascinare in quell'inferno che era
l'amore.
Il buio mi acceca e mi rende suo schiavo.
Corro, urlo e non provo dolore.
Sarà questa la mia dannazione o è soltanto il
passaggio alla mia vera vita?
To be Continued...