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Autore: hello_tw    20/12/2011    2 recensioni
Tratto dalla storia: " Non posso dormire. Sono stato privato anche di questo. Ma non significa che non possa sognare. "
Edward si troverà immerso nelle terre del sogno che prime gli erano sconosciute, ma che si riveleranno essere fonte di infinita dolcezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Se Edward potesse sognare...

 
<< Edward Cullen! Sei un mostro! >>
I suoi occhi fissi nei miei, mentre il suo sguardo diventata sempre più freddo e lontano.
<< Stai lontano da me >> disse lentamente, scandendo ogni singola parola. Un fremito nella sua voce.
La sua mano scivolò veloce dalla mia, portandosi via quel tocco caldo d’amore che per un secolo avevo tanto desiderato.
 
Questo avrei dovuto sognare quella notte.
Non posso dormire. Sono stato privato anche di questo.
Ma non significa che non possa sognare.
 
 
La scuola oggi mi ha quasi fatto venire la nausea; la mia mente concentrata su mille pensieri diversi che vorticavano ordinatamente nel mio universo personale.
Un universo che da qualche giorno sento vacillare di ogni millenaria sicurezza. Al suo centro sta nascendo qualcosa di nuovo, che non ho mai provato prima.
E ciò mi spaventa.
Non sono io a controllare gli eventi. Non dipendono da me tutte quelle nuove sensazioni che qualcuno sta iniettando nel mio cuore morto.
E devo accettarlo. Vulnerabile, inerme, per la prima volta nella mia esistenza mi trovo a combattere una battaglia senza alcuno scudo.
Perché, probabilmente, ho passato l’ultimo secolo a far finta che non esistesse la cosa per la quale mi trovo ora a bramare.
 
<< Edward, vieni a caccia con noi? >>. Alice mi distoglie dalla lettura di un libro con la sua voce trillante.
<< No, credo di non averne bisogno per ora >>
<< Edward, caro, c’è qualcosa che non va? >>. Esme, mia madre, si avvicina da dietro il divano appoggiando le mani sulle mie spalle. << Ci farebbe piacere averti con noi. È una battuta di famiglia >>
Apprezzo l’infinita premura che da sempre ha avuto nei miei confronti.
<< No mamma, davvero stasera ho bisogno di stare solo >>. Mi volto a ringraziarla con lo sguardo.
<< Come vuoi, tesoro >> percepisco la preoccupazione e la delusione nel tono della sua voce.
<< Fratellone mi abbandoni allora, eh? Caccerò un alce anche per te allora >>
Alice mi fa sorridere, ci riesce sempre.
Una volta che la mia famiglia si è gettata a correre nella foresta, rimango da solo nella grande casa.
La percepisco vuota, e spengo le luci una ad una con calma. Mi rintano nella mia stanza e percorro con lo sguardo tutta la fila ordinata di CD.
Essendo abituato all’assenza di silenzio nella mia mente, decido che la via migliore per supplire questa mancanza è ascoltare della buona musica.
Un compositore italiano fa al caso mio. Inserisco il CD nel lettore e faccio partire la melodia. 
http://www.youtube.com/watch?v=P7Cd3C9qGJM
Mi ricorda lei.
Mi stendo sul divanetto in pelle nera vicino alla grande vetrata e chiudo gli occhi.
Non posso dormire.
Ma posso sognare.
Voglio sognarla.
La causa del mio sconvolgimento, la mia tempesta, la mia rovina.
La mia primavera, la mia rinascita.
Il mio sole d’inverno.
Ogni pensiero, per quanto casto, non è lecito. Io non dovrei nemmeno pensarla!
Lei non avrebbe dovuto pronunciare il mio nome quella notte.
Non avrebbe dovuto.
Ma l’ha fatto.
Perciò anche io non dovrei. Ma chiudo gli occhi e lascio volutamente andare il controllo dei miei pensieri.
 
 
Il sole pomeridiano risplende sulle sue guance rosee. Se Afrodite è sempre stata considerata la dea più bella, l’Olimpo e i suoi abitanti non si erano ancora accorti che sarebbe arrivata una ragazza la cui bellezza dovrebbe essere contemplata oltre questo mondo.
È seduta sulla panchina al centro del piccolo tempietto del giardino di casa mia.
Non è rilassata, lo si capisce dalle sue dita che giocano continuamente con il tessuto della gonna. Tiene la testa china, lo sguardo basso, come se qui piccoli riccioli che sfuggono alla sua acconciatura possano nasconderle il volto. E questo suo atteggiamento di manifesta timidezza quasi mi dà fastidio. Voglio poter ammirare la luce del suo volto.
Percorro il piccolo sentiero a passo più spedito, avviandomi con impazienza verso di lei.
In prossimità del tempietto cerco di calmarmi. Sono un uomo, devo mantenere un certo contegno.
Rallento il passo, cerco di calmare il respiro. L’unica cosa che non riesco a scacciare è il mio sorriso, l’emblema della sua presenza accanto a me.
Mi siedo accanto a lei, ma non mi permetto di sfiorarla.
È un caldo pomeriggio d’estate. I colori delle chiome degli alberi sono lucenti, il bianco delle case brillante e il cielo azzurro senza nubi.
Nessuno dei due è rilassato: io mantengo la schiena eretta, e lo stesso fa lei.
Ma non posso staccarle gli occhi di dosso. La sua bellezza è devastante. Anche lei si gira e mi lancia un’occhiata imbarazzata, fugace. Ma il desiderio di catturare tutto il suo sguardo e mantenerlo ancorato al mio si fa sempre più forte e insostenibile. Così le prendo una mano tra le mie. Il sottile braccialetto di perle di cui le ho fatto dono qualche tempo prima adorna il suo polso delicato. Ma ciò che maggiormente cattura la mia attenzione è l’anello ovale e tempestato di piccoli diamanti posto al suo anulare. Inaspettatamente, le sue dita si stringono alle mie e si gira nella mia direzione.
Le sorrido continuando ad accarezzare la pelle candida e vellutata del dorso della sua mano.
Non accenna a parlare, ma il ritmo del suo respiro si fa più sostenuto.
<< Isabella, state bene? Avete troppo caldo? Possiamo rientrare se lo desiderate >>
Declina la mia offerta e mette a tacere le mie preoccupazioni con un cenno del capo.
<< No, Edward, sto bene, vi ringrazio >>
Al suono della sua voce il mio cuore accelera. In natura per le mie orecchia non può esistere suono più armonioso. Adoro tutto di lei, e tra una settimana saremo vincolati l’uno all’altra.
<< C’è qualcosa che non va? Siete agitata >> chiedo nuovamente.
<< N-no, no, tutt’altro >> Osserva per un momento l’anello che ieri sera le ho infilato al dito alla festa del nostro fidanzamento. << Sono solo… felice. E spero di riuscire a rendere felice voi >>
Isabella ha solo sedici anni, ma ragiona già come una donna. Sua madre deve averla istruita a riguardo della vita matrimoniale. Le famiglie di entrambi hanno fatto in modo che avvenisse la nostra unione, ma nessuno di noi due si è sentito costretto. Per qualche celeste ragione tutto è venuto da sé.
<< Ma io sono felice. Mi basta sapere che voi lo siete per essere contagiato dalla stesa euforia >>
<< Mi sembra incredibile di aver trovato una persona come voi… >> dice arrossendo. << Credevo avrei rimpianto la mia vita da ragazza una volta sposata, ma con voi so che non sarà così >>
Portai una mano alla mia bocca e vi lasciai un bacio. << Non dovrete mai avere paura di me, non deve nemmeno sfiorarvi l’idea. Sapete cosa provo per voi >>
Ai nostri tempi è difficile trovare l’amore in un matrimonio, spesso se questo è combinato. Può esservi la dedizione, il rispetto, anche se spesso a prevalere è l’uomo, l’autorità infatti spetta a lui. Ma tra noi non sarebbe mai stato così.
Mi alzo ed esco dall’ombra ristoratrice del tempietto. Le porgo la mano, e Isabella vi appoggia delicatamente la sua, alzandosi e posizionandosi al mio fianco. Intreccio i nostri avambracci e la guido tra gli alberi.
Durante il nostro periodo di conoscenza, compresa la festa di fidanzamento, ci saremmo scambiati un numero di baci che sarebbe possibile contare sulle dita di una singola mano. Non ci era permesso lo scambio di simili effusioni, soprattutto se in pubblico.
Ma ora siamo soli, io e lei, senza nessuno ad osservare la cavalleria nei miei gesti o la pudicizia nei suoi. Così la appoggio appena al tronco di un noce, imprigionandola tra le mie braccia tese contro il tronco della pianta.
Lei incrocia le sue dietro la schiena, posando le mani sulla corteccia ruvida. Il suo sguardo nel mio.
<< Io vi desidero, Isabella, e non ho paura di ammetterlo di fronte a voi >>
Con una rapida occhiata ispeziona le parti circostanti del giardino, assicurandosi che siamo veramente soli. Nessun domestico, nessun giardiniere, nessun familiare nelle vicinanze in grado di rovinare questo momento.
<< Io.. Io vi amo >>
Queste parole sono come un invito a ciò che avevo in mente di fare: così la bacio. Un bacio dapprima lento, carico di timore nel rompere l’ultima barriera dell’imbarazzo di entrambi, per poi caricarsi di un desiderio che fatico a contenere.
Nel mezzo delle sconvolgenti sensazioni che si impadroniscono di noi non ci rendiamo conto del tempo che passa e del clima che cambia. L’aria si raffredda e il vento prende a soffiare via via più intensamente. Il cielo si è ricoperto di nubi che corrono ammassandosi l’una all’altra in una fitta coltre. A malincuore mi stacco da lei e la prendo per mano, trascinandola a correre verso casa.
Ma l’acquazzone è più veloce di noi, e ci sorprende prima di aver raggiunto la casa. Il suo abito si inzuppa subito d’acqua e ogni movimento viene privato di agilità. Agisco d’istinto, la prendo sotto la piega delle ginocchia e la sollevo, stringendola al mio petto.
Lei ride, di una risata cristallina e infantile, circondandomi il collo con le braccia. In fondo, potrebbe essere ancora una bambina, solo un po’ cresciuta. Il suo peso è quasi ininfluente, la mia corsa non viene rallentata.
Percorro a grandi passi le scale, ogni falcata comprende due gradini. Mi fermo sotto il portico, prima di spalancare la porta, e ancora una volta Isabella cattura totalmente la mia attenzione.
Sentire il suo corpo leggero tra le mie braccia mi dona sensazioni uniche. Il suo respiro è di nuovo accelerato, forse per la corsa, forse per la vicinanza che stavo annullando tra i nostri volti. Appoggio la fronte sulla sua, inspirando il profumo di fresia emanato dalla sua pelle. Non chiudiamo gli occhi, ma ci guardiamo intensamente, come due persone che di amano davvero. Perché è di questo che si tratta, di amore. Quell’amore che è stato in grado di farmi ricredere dalle mie vane aspirazioni militari, che mi ha fatto capire cosa desidero veramente.
<< Dovrei farvi scendere… >> sussurro al suo orecchio << Tra una settimana potrò condurvi così oltre questa porta >>
<< Giusto, avete ragione, dovrò pazientare ancora >> dice a metà strada tra il divertimento e la serietà.
<< In ogni caso >> dico afferrandole dolcemente i fianchi una volta scesa a terra << non vorrei sobbarcarvi la pena >> mi faccio più vicino a lei << di dover attendere anche per questo >>.
E la bacio con la stessa passione di prima. La sua timidezza scompare, e risponde con ardore.
La mia Isabella. Tra pochi giorni non esisterà più un “io” o un “tu”… solo “noi” si adatterà a descrivere ciò che siamo.
Lei è il mio presente, il mio futuro, la mia vita.
 
Perché sognare? Perché illudersi su ciò che non potrai mai avere?
Per alcuni sognare è essenziale, il perno centrale di ogni aspirazione. Ma io che aspirazioni potrei mai avere? A quali speranze potrei mai aggrapparmi?
La mia vita è finita il giorno in cui mi ammalai di spagnola.
Io non vivo. Io semplicemente mi limito ad esistere.
La vita spetta agli umani, a loro è permesso essere felici, ed io mi sto comportando come un illuso.
Eppure pensare a lei è più forte di ogni mia volontà di resisterle.
Perché era capitata nella mia non-vita una simile creatura?
Mentre cerco disperatamente di chiudere le porte della mia immaginazione, mi trovo già a correre attraverso gli alberi.
Le mie gambe si muovono da sole, senza che io possa fare nulla per fermarle.
Non voglio pensare a lei. Eppure non riesco a resistere al desiderio di vederla.
Mi avvicino silenziosamente alla casa bianca, arrampicandomi lungo la parete che conduce alla sua camera e apro la finestra.
Un’ondata travolgente del suo odore mi invade. Il caldo flusso tentatore si fa strada dentro alle mie narici, inebria i miei sviluppati centri dell’olfatto e brucia scendendo lungo le pareti della mia gola.
Una volta dentro, mi avvicino cauto al letto e il suo profumo si fa sempre più intenso. Mi inginocchio all’altezza della sua testa.
Si muove, stringe spasmodicamente il cuscino e piega le gambe portandole al petto, in posizione fetale. È come se avesse percepito il pericolo, e si fosse accovacciata in un inutile tentativo di difesa.
Ma non le farò mai del male. Sarebbe come ferire me stesso.
È così… innocente. Non posso fare a meno di lasciarmi cullare dalla bontà di questa ragazza.
<< Edward… >>. Preoccupato alzo il capo e punto lo sguardo verso il suo viso. Ma lei dorme ancora, ignara della presenza di un mostro accanto a lei.
Sorrido inconsciamente, grato di aver ottenuto ciò che avevo sperato di sentire.
“Non cedere, non devi farlo. Per lei” continuo a ripetere a me stesso.
Io sono il mostro, la ucciderei. E ciò non deve accadere.
Devo starle lontano. Continuare come se non fosse mai esistita.
<< Ti prego… >> la sua morbida voce impastata dal sonno.
“No, non dirlo. Non può succedere” penso e prego che non dica altro.
<< …resta con me >>.
“Maledetta fantasia” penso.
Eppure quelle parole sono uscite dalle sue labbra. E non erano controllate dalla razionalità, perciò posso presupporre che siano anche sincere. Non dubito di lei, è di me che non riesco a fidarmi.
Avvicino la mia gelida mano alle sue guance rosee e su una di esse lascio un’impercettibile carezza.
Quel gesto ha infuocato l’ultima parte di me pronta ancora a combattere per difendermi da lei.
Non continuerò più a sognarla.
Da ora, so che combatterò per averla.

 

 
NdA
Salve gente!:) Eccomi con un’altra shot!
Vi è piaciuta?Come vi è sembrata? Stupida? Banale? Troppo mielosa? Ditemi pure che fa schifo se lo pensate, lo accetto!xD In fondo di originalità non c’è gran che, però adoro perdermi a immaginare piccoli momenti vissuti dal mio personaggio preferito hihih!;)
Quindi mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate!:)
Allora, sono tutti pronti i regali?:) Io ho “quasi” terminato, me ne manca ancora qualcuno. Tra cui quello per chi segue la mia fic in corso “L’amore non va in vacanza”! Il capitolo sta procedendo, e arriverà quanto prima!:)
E della canzone che ne pensate? A me piace un sacco!:)
Vi ringrazio di aver letto questa storia!:) E vi auguro di trascorrere un Felice Natale!:)
Baci:*
Gloria
  
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