Cuore di Pietra

Silente di maggio, si cosparge di stellato orizzonte.
Scogliera d’argento al selenide raggio,
che di sirene il canto parea prender voce.
Passi lenti per il baratro infinito,
passi tristi per il non ritorno.
Numi avversi del destin crudele
invoco alle porte del buio,
con rabbia e sdegno.
Che autorità mosse la mano?
Che presunzione, diede a me, sì infausto fato?
Chi, come, perché?
Già greca e felin poeta chiesero invano
e nel silenzio si spensero.
Nulla intorno,
avvolgi caldo questo core stanco.
Pace non trovo,
e di rabbia confusa
s’increspan l’onde salate negli occhi.
Pace, si pace.
Il tutto tace.
S’apre il cor, per il tuo capriccio.
Della mia disperazione sei il fautore.
Orrore, rabbia, dolore.
Padre potente, nulla t’acquieta.
Distruggi il mio cuore.
Cuore di pietra.

^Melanto^