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Autore: emme30    21/12/2011    9 recensioni
[IN PAUSA] AU, FutureFic, SimilFantasy? forse Sci-Fi.
In un futuro non troppo lontano la vita delle persone è comandata a bacchetta da un nuovo farmaco, una nuova avanguardia della ricerca genetica: la Famiglia-47.
Con il solo impiego di due patrimoni genetici differenti, reperibili da un singolo capello, non c'è più bisogno di ricercare l'amore della vita per mettere su famiglia. Dopo un iniziale rifiuto, tutti riescono ad accettare questa novità in campo scientifico e umano e ben presto diventa il metodo principale per creare quel nucleo familiare tanto bramato e desiderato.
Ma in un futuro in cui la procreazione è comandata dalla scienza, c'è ancora spazio per l'amore?
La storia di Harmony, Sugar, Sebastian e Rory. I figli dal futuro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Dave/Kurt, Quinn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. Nomi.

Pà, sono a casa!”

Sebastian chiuse la porta dietro di sé, appoggiò le chiavi di casa in un portacenere di vetro al centro del mobiletto all'entrata, si tolse la giacca di pelle per appenderla all'appendiabiti accanto all'entrata e si diresse in camera per togliersi le scarpe e appoggiare la borsa a tracolla con i libri accanto alla scrivania.

Si stiracchiò mentre si spogliava e sentì ad un tratto una risata provenire dalla cucina, una risata familiare e che conosceva bene. Sorrise e infilandosi distrattamente le ciabatte si precipitò nella direzione in cui aveva sentito quei rumori che lo avevano incuriosito tremendamente.

Guarda un po' chi è arrivato.”

Sebastian fece un grande sorriso sulla porta della cucina mentre si infilava una felpa scura nel vedere il padre e uno dei suoi migliori amici a chiacchierare con una birra in mano, uno appoggiato al lavello e l'altro al tavolo.

Mi era sembrato sentire una risata familiare. Sei venuto a darmi i soldi che mi devi visto che ho vinto la nostra scommessa?”

L'uomo rise prima di portarsi la bottiglia di birra alle labbra e berne un paio di sorsi.

Te lo puoi scordare ragazzino. Puckerman non lo batte nessuno, neppure il suo migliore allievo finocchio.”

Sebastian si appoggiò contro lo stipite della porta lanciando un'occhiata prima a suo padre che sorrideva e scuoteva la testa e poi a Puck che lo guardava con aria di sfida.

Scommettiamo?”

Possiamo scommettere quanto vuoi. A quanti ragazzini sei questa settimana?” il tono di sfida di quello che fino a quando aveva quattordici anni aveva chiamato “zio Noah” lo colpì in pieno, facendolo scoppiare a ridere.

Dodici.”

Puck spalancò gli occhi stupito e un po' scioccato, guardando prima lui e poi Dave. “Non ci credo.”

Dave scosse la testa prima di buttare via la bottiglia vuota e prenderne una piena dal frigo. “Purtroppo posso confermare, non mi ricordo quando è stata l'ultima volta che abbiamo fatto colazione io e lui da soli.”

Puck rise incredulo mentre Sebastian gli lanciava uno dei suoi migliori sguardi prima che suo padre interrompesse qualunque cosa avesse voluto dire.

A proposito, ha chiamato George e ti ha lasciato qualcosa come quattro messaggi. Dice che gli manchi e vuole rivederti.”

Sebastian corrugò la fronte, pensieroso. “George...?”

Dave alzò le spalle. “Ha detto di chiamarsi così, credo sia il biondino con cui ti ho beccato martedì mattina.”

No, quello era Mark. Uhm... George. Sinceramente non ho idea di chi sia.”

Puck scoppiò a ridere più forte di prima, scostandosi dal mobile per andare a battere il cinque con il ragazzo. “Sono così fiero di te. Ti ho cresciuto proprio bene!”

Il raschiare di gola di Dave dietro di loro si fece sentire forte e chiaro, facendo sospirare Puck e ridere Sebastian. “Sì, vabbè, meno male che non sei venuto su come quest'orso qua e che hai dato ascolto al buon Puckzilla.”

Dave scosse la testa. “Sto cominciando a pentirmi di avervi lasciato insieme quando Sebastian era piccolo per quei viaggi di lavoro.”

Io no, altrimenti a quest'ora invece di avere un libro degli ospiti in camera sarei tipo... prete? Quand'è l'ultima volta che ti sei fatto una bella scopata, eh pà?”

Abituato ai modi poco gentili del figlio dovuti alla troppa vicinanza con Puck, Dave sospirò e scosse a testa, alzando gli occhi al cielo e mormorando qualcosa sottovoce.

Noah ridacchiò tra sé e sé e diede una gomitata nel fianco al ragazzo. “E lascialo stare, non è che deve venirti a raccontare a te cosa fa. E comunque mi scadi parecchio sui ragazzini che ti chiamano a casa e riempono la segreteria di tuo padre di messaggi eh, cosa ti ho sempre insegnato?”

Ma non è colpa mia!” Sebastian guardò l'uomo indignato. “E' colpa di papà che li invita a colazione!”

E secondo te cosa dovrei fare? Li vedo uscire dalla tua camera che camminano tutti storti, sconvolti e anche imbarazzati a morte. Un caffè mi sembra il minimo.”

Sebastian scosse la testa guardando Puck e cercando approvazione nel suo sguardo. “E' lì che sbagli, perchè se si sentono a loro agio poi pensano che mi freghi qualcosa di loro, quando invece quello che mi interessa è una scopata e basta. Giusto, zio?”

Puck rise di gusto portando una mano sulla spalla del ragazzo. “Esattamente, e sono fiero di essere lo zio pervertito che ti ha iniziato a tutto ciò!”

Dave li guardò di sottecchi sospirando. “Io in verità lo sono un po' meno.”

Dettagli, dettagli. L'importante è che il ragazzo si diverta.”

Non sono d'accordo neanche su questo.”

Oh Dave ma quanto rompi, è giovane, affidabile, sano e studioso. Cosa vuoi di più dalla vita?”

Sebastian era troppo occupato a prendersi una birra in frigo per accorgersi dello sguardo che si erano scambiati i due uomini esattamente dietro le sue spalle, e cominciò a frugare nel cassetto delle posate per cercare l'apribottiglie. “Comunque, mi vengono i miei 50 dollari, ti ho battuto, Beth mi ha detto che tu sei solo a sette.”

Ehi, ehi, da quando voi due vi sentite per parlare delle nostre scommesse?” Sebastian si voltò giusto in tempo per sorridere all'espressione indignata di Puck.

Da quando non mi fido di te e anche da quando le ho presentato il suo attuale scopamico, sapevi che ha la passione per i ragazzi più giovani? Un gran bel fico, peccato non sia gay, altrimenti papà gli avrebbe già offerto il caffè.”

Puck si accigliò a quelle parole, incredulo come non mai di sapere che la figlia non era del tutto casta come credeva nonostante avesse fatto di tutto per tenerla lontana dal mondo del sesso il più possibile, ignaro però che era lo stesso Sebastian a trovarle gli “amici” già da almeno un paio d'anni.

Allora, questi soldi?”

Te li scordi, il ragazzino che ti telefona a casa ti ha fatto decisamente perdere, e se permettete adesso dovrei andare a fare quattro chiacchiere con quella disgraziata di mia figlia.”

Dave e Sebastian risero mentre Puck prendeva il suo giubbotto da una sedia e li salutava uscendo, facendo sbattere rumorosamente la porta dietro di sé e lasciando gli altri due in cucina.

Dire che Sebastian adorava Puck era un semplice eufemismo. Era uno degli amici più cari di suo padre e ci era praticamente cresciuto insieme, anche perchè Dave quando lui era piccolo era nel pieno della sua carriera. Spesso doveva fare importanti viaggi di lavoro e non potendo portarsi dietro il figlio, lo lasciava alle cure di Puck che era molto più che contento di avere un maschio a cui insegnare tutte le cose che si rifiutava di dire a Beth.

Dave non era tanto d'accordo, ma il sorriso di Sebastian dopo che aveva passato un pomeriggio con Puck era sempre così radioso da rassicurarlo abbastanza da non curarsi di quanto l'amico fosse un caso disperato, e ad ogni modo si fidava abbastanza da sapere che non sarebbe mai diventato un teppista.

La cosa era degenerata al massimo quando Sebastian aveva avuto l'età per fare tutte quelle prime esperienze da adolescente, e fu quello il momento in cui prese completamente altre strade rispetto a quelle che il padre aveva pensato per lui. Aveva scoperto chi gli piaceva giocare con i ragazzi, sedurli con il suo avvenente fascino, incantarli e farli cadere ammaliati ai propri piedi – in tutti i sensi possibili.

Nonostante Dave avesse provato a dissuaderlo, la stima che aveva nei confronti di “zio Noah” lo aveva portato a seguire più i suoi consigli che quelli della figura paterna, diventando in poco tempo un personaggio molto simile a un gigolò. E la cosa non gli dispiaceva neanche tanto, gli piaceva essere al comando, gli piacevano le avventure di una notte, e dopotutto, tutti si comportavano in quel modo, il sesso era puro divertimento, e a lui piaceva divertirsi.

Lo sapevo che si sarebbe rifiutato di ammettere che avevo vinto io. Santana me l'aveva detto.”

Sebastian ridacchiò guardando il padre che nel frattempo aveva cominciato a preparare la cena. “Scommesse o no, non è tanto carino questo tuo modo di fare, lo sai vero?”

Il ragazzo sbuffò portandosi la bottiglia quasi vuota alle labbra.

Inutile che sbuffi, non è bello che usi la gente così, potrà essere anche divertente quanto vuoi, ma non c'è da andarne fieri.”

Bla bla bla. Non mi mancava sentirmi fare la ramanzina, sai?”

Potresti provare a impegnarti e trovare una persona con cui stare davvero, al di fuori del sesso.”

Sebastian alzò le spalle. “E a cosa mi servirebbe? Ad avere tutte le rogne possibili immaginabili? No grazie.”

Gli affetti non sono rogne Seb, sono persone su cui puoi contare.”

Ma io sono di poter contare su di te, su Puck, sulle mie amiche. Di cosa altro ho bisogno? Di qualcuno che mi dica cosa devo o non devo fare?”

Beh, male non ti farebbe.”

Ma ci sei già tu per questo, lo stai facendo esattamente in questo momento, e la cosa mi sta già annoiando.”

Dave sospirò. Quanto avrebbe voluto che il ragazzo fosse un po' meno strafottente. Decisamente lasciarlo con Puck quando era piccolo non era stata un'idea saggia, anche se ormai era un po' tardi per pentirsi.

Metti tavola? Come è andata oggi?”

Sebastian alzò le spalle prima di cominciare a frugare nei cassetti e nelle credenze. “Normale, niente di che, anche se un giorno di questi quella faccia da stoccafisso la investo.”

Dave si voltò dando le spalle ai fornelli. “Chi vorresti investire?”

Uno che viene in università da me e che è in tutti i miei corsi. E dire che lo odio è dire poco.” il tono di Sebastian era arrabbiato, e Dave riconobbe anche un velo di frustrazione in quelle parole.

Non l'avevo mica capito.”

E' a fare lettere solo perchè suo padre ha scritto un libro, e tutti lo conoscono anche se poi è un idiota completo. E tutti i professori a lodarlo quando se va bene tutti i saggi che consegna lui non li ha mai neanche letti e glieli ha fatti il paparino. Per non parlare degli esami, all'ultimo parziale di letteratura moderna ha chiesto a una come si scriveva dattilografo. E poi il professor Black viene a dire a me che ho il massimo dei voti di tutte le materie che dovrei essere più come lui. E questo solo perchè gira voce che in università io sia andato con il professor Crowlence. Ah ma guarda, un giorno di questi lo investo.”

Dave rise nel vedere Sebastian appoggiare con forza i piatti sul tavolo, enfatizzando tutti i movimenti e imitando quel ragazzo che tanto gli stava antipatico. “Non sono sicuro di voler sapere se quella voce che gira sia vera. E se lo investi basta che poi con il rettore non ci devo andare a parlare io. Anche perchè mi è bastata quella volta che eri alle elementari e ti sei messo a tirare giù i pantaloncini a tutti i bambini in palestra.”

Sebastian rise al ricordo. “Che adorabile bambino precoce. Me lo ricordo ancora il ceffone che mi hai dato usciti dalla presidenza.”

Certo, adorabile.” rise Dave dandogli le spalle e girando il mestolo in una pentola ricolma di qualcosa con decisamente un ottimo profumo. “Ma come si chiamerebbe questo tipo che ti sta così tanto simpatico?”

Sebastian sbuffò contrariato.

Rory.”

Rory... come?”

Eh, non me lo ricordo, non è che mi imparo le sue generalità, anzi, se me lo dimentico è meglio. Però sono sicuro che ha due cognomi, è uno di quelli con due genitori. Uno mi pare inizi per A...”

Sebastian si sedette su una sedia accavallando le gambe e portandosi una mano tra i capelli, fissando il padre che si era voltato per guardarlo con un sopracciglio alzato.

An... Ano... Andi... Ande..r...son! Sì, ecco, Anderson. Uno sicuramente è quello, ma l'altro non mi viene assolutamente in mente.”

Dave si voltò di nuovo verso la pentola nascondendo il volto nel vapore della pietanza che stava cucinando. “Hummel.”

Sebastian rimase un attimo in silenzio a guardare le spalle del padre. Era strano il tono con cui si era espresso, non era più scherzoso come poco prima, si era fatto più serio e...strano.

Uhm, sì è quello. Ma come fai a saperlo? Li conosci?”

Dave non si voltò e il suo tono di voce si fece più profondo. “Non proprio, mi sembra fossero amici di Quinn e Santana un po' di anni fa.”

Quando eravate ancora al liceo?”

Già.”

In cucina cadde il silenzio, interrotto ogni tanto dal rumore del mestolo contro la pentola o da Sebastian che spostava le cose sul tavolo.

Comunque. Quel Rory è un idiota e ogni volta che lo vedo mi viene l'orticaria. Tra l'altro,” si interruppe per bere un sorso d'acqua. “Harmony tutte le volte che lo vede diventa scema come una bambina dell'asilo.”

Dave si voltò con un sorriso. “Ovvero?”

Mah, l'altra sera siamo usciti noi tre e l'abbiamo beccato al bar, e appena lei lo ha visto ha cominciato a balbettare, e tu la conosci Harmony. Lei non balbetta mai.”

Dave rise leggero. “Si vede che si è presa une bella cotta!”

Secondo me vuole solo che lui le tolga le mutande ma è troppo pudica per dirlo. E' sempre a studiare, anche se a parer mio in biblioteca fa qualcosa che non ci dice.”

Sempre a condurre tutto al sesso. Tu stai diventando davvero peggio di Puck. E se fosse solo innamorata?”

Ti direi che mi sembra una gran cazzata, e che con una scopata risolverebbe tutto.”

Dave sospirò e alzò gli occhi al cielo prima di mettere la pietanza calda nei due piatti e sedersi di fronte al figlio, chiudendo la conversazione scuotendo la testa e facendogli segno di mangiare.

A guardarli dal di fuori sembravano così tanto diversi che nessuno avrebbe mai detto che fossero imparentati, e non solo per il fisico o i lineamenti, ma anche per il modo di comportarsi e rapportarsi con gli altri e con la vita. Sebastian non ricordava di aver mai visto suo padre alzare la voce o tirargli uno schiaffo a parte quelle poche occasioni in cui aveva fatto davvero dei gran casini e allora sapeva di esserselo meritato. E anche quando si cacciava nei guai, Dave non aveva la forza di arrabbiarsi con lui, rimaneva arrabbiato per qualche ora, ma poi passava tutto ed era come se non fosse successo nulla. Non usciva quasi mai se non con Santana o con Puck e pensava di non averlo mai visto uscire per un appuntamento.

Anche se si lamentava continuamente di lui, Sebastian lo adorava in ogni modo possibile e immaginabile, anche quando lo chiamava cinquanta volte al giorno o lo rimproverava per l'ennesimo ragazzo che si era portato a casa. E sapeva che il sentimento era reciproco.

Non parlavano quasi mai loro due, non passavano molto tempo insieme e forse non avevano un rapporto come quello Quinn e Harmony o Sugar e Santana, ma non c'era neanche bisogno di dire quanto anche i silenzi insieme erano importanti per entrambi.

Cenarono in un silenzio più che confortevole, interrotto solo dal rumore delle posate e dei piatti di ceramica o dei bicchieri sollevati e poi posati sul tavolo. Una cena rilassante e tranquilla, una di quelle che entrambi preferivano, che sarebbe probabilmente finita con un qualche film d'azione in TV o una partita di football.

Come sta Quinn?” chiese Dave quando ormai avevano finito di cenare e si apprestavano a mettere a posto la cucina. La preoccupazione nella sua voce era più che evidente e Sebastian capì perchè aveva aspettato così tanto a fargli quella domanda.

Imbottita di antidepressivi. Harmony era abbastanza preoccupata.” rispose guardando fisso il piatto sporco di fronte a sé senza riuscire ad alzare lo sguardo.

Ci ha provato di nuovo? Domani passo a trovarla prima di andare in ufficio, tanto immagino che ci troverò Santana, no?”

Probabilmente sì, stanotte rimane Harmony lì con lei, la vado a prendere io domani mattina per portarla in università, anche se spero di convincerla ad andare a casa a farsi una dormita, conoscendola passerà la notte a studiare e vegliare su Quinn.”

Dave si alzò prendendo i piatti sul tavolo per metterli nel lavello scuotendo la testa. “Povera stella, dille che se vuole stare da noi intanto che Quinn è in ospedale non-”

Già fatto pà, ma lo sai com'è, non la lascerebbe mai sola.”

Dave annuì, dandogli ragione e cominciò a sparecchiare la tavola. “L'ha presa tanto male?”

Harmony? Eh, direi. Anche se...”

Sebastian si interruppe al pensiero di cosa avevano parlato in macchina mentre andavano in clinica e la frase rimase incompleta sulle sue labbra. Non sapeva se dirlo ad alta voce, ma dopotutto forse suo padre sapeva qualcosa di più a riguardo. Qualcosa che Quinn non avrebbe mai detto ad Harmony.

Anche se..?”

Sebastian si morse il labbro, massaggiandosi le mani e indeciso se parlare o meno, ma fu il ricordo del viso preoccupato della sua amica a convincerlo.

Abbiamo ipotizzato una cosa oggi in macchina, che potrà anche sembrare assurda, ma ti assicuro che mi ha dato molto da pensare.”

Dave chiuse l'acqua del lavandino, si asciugò le mani con uno strofinaccio e tornò a sedersi con un'espressione più seria, dovuta al tono di voce utilizzato dal figlio.

Continua.”

Sebastian sospirò e si portò una mano tra i capelli. “Non so neanche come dirlo senza sembrare un completo idiota, non... lascia perdere, è una cazzata tanto.”

Sebastian.”

Harmony dice che Quinn sta così perchè pensa all'altra sua madre, sai, la donatrice per la F-47.”

In cucina scese un silenzio fitto e completamente diverso rispetto a quello confortevole che c'era stato durante l'ora di cena. L'atmosfera divenne subito opprimente e in quel momento Sebastian si pentì amaramente di aver detto quelle cose ad alta voce, ma qualcosa nello sguardo di suo padre lo fece continuare.

Dice che probabilmente erano state innamorate quando erano più giovani, poi questa ragazza qua l'ha lasciata e Quinn, distrutta dal dolore, ha deciso di avere Harmony con la F-47 per poter avere un po' quella ragazza che amava così tanto sempre al suo fianco.”

Dave lo guardò per un poco con occhi spalancati e una strana espressione sul volto, prima di scuotere la testa e appoggiarsi con fare stanco e spossato al mobile.

L'unica cosa che uscì dalle sue labbra e che Sebastian non si sarebbe mai aspettato di sentire fu un semplice nome, detto con un tono dolce e malinconico.

Rachel.”

 

****

 

Sei silenziosa stasera.”

Sugar tirò su il naso dal piatto della cena con un sospiro, incontrando lo sguardo caldo e apprensivo di Santana. Appoggiò la forchetta sul tavolo, ammettendo con un sorriso un po' forzato di non aver detto molto da quando avevano salutato Quinn e Harmony in clinica.

Sia durante il viaggio in macchina, che nelle ore precedenti in cui aveva aiutato la madre a preparare la cena, era stata davvero silenziosa, il che era davvero strano visto il suo carattere aperto e socievole che la portava a fare discorsi infiniti e ad avere sempre un'opinione su qualcosa. Passava le ore a discutere con la madre su teorie buffe che si inventava, stupendosi ogni volta di quanto Santana potesse darle ragione quando invece Sebastian ed Harmony la guardavano come se fosse l'ultimo fenomeno da circo.

Era più piccola di loro, ma non per questo era considerata una stupida, anzi. Di solito era lei quella che fermava i loro incredibili battibecchi o quelli tra Santana e Dave ogni volta che i due uomini andavano a mangiare a casa loro. Quando i due adulti si mettevano a discutere a tavola di argomenti oltremodo folli che di solito riguardavano qualche evento del loro passato, Sebastian si estraniava subito sospirando e mormorando qualcosa tra sé e sé, ma lei si metteva sempre in mezzo per evitare di farli litigare. Non le piacevano i litigi, le discussioni e quando la gente alzava troppo la voce.

Le piacevano i sorrisi e le risate, e faceva sempre di tutto per evitare di arrivare a situazioni del genere.

Santana l'aveva sempre definita un piccolo uccellino al quale era impossibile non volere bene e al quale era impossibile fare un torto, e lei non se l'era mai sentita di contraddirla. Le piaceva il suo carattere, le sue buffe e folli opinioni su qualunque cosa, il modo in cui riusciva sempre a far sorridere tutti.

Ma nulla toglieva al fatto che aveva davvero una lingua lunga in quasi ogni momento della giornata – Harmony aveva giurato di averla sentita parlare anche nel sonno – e che quindi quel suo silenzio un po' troppo prolungato si era fatto visibilmente notare.

Alzò le spalle, sentendo ancora lo sguardo di Santana su di sé, e cominciò a giocare con una polpetta avanzata nel piatto.

Penso.” disse con tono spento che nascondeva molto di quello che avrebbe in realtà voluto dire.

Era da quando avevano fatto quel discorso in macchina che aveva un solo pensiero per la testa, un pensiero che martellava e voleva farsi sentire più di qualunque altra cosa.

C'è qualche ragazzo che ti dà da pensare?”

No..”

Qualche ragazza?”

Neanche...”

E' per Quinn e Harmony?” Sugar alzò la testa e incontrò lo sguardo della madre, riuscendo a intravedere uno spesso velo di preoccupazione in quelle iridi scure che si era fatto sentire anche nel suo tono di voce.

Beh sì...”

Santana sospirò affranta, e cercò la mano della figlia per stringerla forte nella sua. “Vedrai... vedrai che andrà tutto bene. Si sistemerà e-”

Perchè sta così male, mamma?” Sugar non la lasciò neanche finire il discorso che strinse forte la mano morbida e calda di Santana e le lanciò uno sguardo confuso e spaventato.

Lei non rispose subito, abbassò gli occhi sul piatto, ma non lasciò andare la mano della figlia.

E' complicato e non... non credo di essere la persona più indicata per parlartene.”

Ma tu lo sai.”

Certo che lo so. Quinn è sempre stata la mia migliore amica, è ovvio che so per quale motivo una volta al mese decide di ingoiarsi un flacone di pillole.”

Ma se sai perchè fa così... per quale motivo non glielo impedisci?”

Nessuno può impedirle di prendere quella decisione. Ci ho provato tante volte a fermarla, ma non ci sono mai riuscita.”

Perchè fa così?” insistette Sugar appoggiando i gomiti al tavolo, impaziente e curiosa.

Sug, lascia stare, non capiresti.” Santana cercò di chiudere il discorso alzandosi da tavola e con fare scocciato iniziò a sparecchiare, ma Sugar non si diede per vinta e continuò a cercare l'attenzione della madre con il tono più dolce di cui era capace nel tentativo di dissuaderla.

Spiegami, sono sicura di riuscire a capire.”

No tesoro, è qualcosa che non hai mai visto, è qualcosa che fa male. E io non voglio una cosa del genere per te. Non voglio che tu stia male.”

Sugar aggrottò le ciglia, non riuscendo bene a capire per quale motivo c'entrasse lei in quella situazione.

Cosa c'è di così pericoloso? Cosa potrebbe farti stare così male?”

Una... cosa. E non... ” Santana si interruppe, alzando gli occhi al cielo e borbottando qualcosa in spagnolo che Sugar non capì. Fece il giro del tavolo e mise una sedia accanto a quella della figlia, per poi prendere la mani tra le sue. “E' quasi una malattia dalla quale Quinn non può guarire. E' una forma di depressione grave. Non è una cosa contagiosa, ma fa male. E'... pericoloso perchè non sai quando potresti prenderla e soprattutto non sai come combatterla. Non lo sa Quinn e non lo sa nessuno. Lei sta così perchè non riesce più ad essere forte e questa malattia se la sta portando via. Lo so che non riesci a capire, ma posso-”

Perchè dovresti voler combattere l'amore, mamma?”

Santana si ritrasse a quella domanda, guardando stranita la figlia.

Quinn è innamorata e la cosa la distrugge perchè la persona che dovrebbe essere al suo fianco non ricambia i suoi sentimenti, non è così?”

Santana boccheggiò, lo sguardo perso nel vuoto, cercando di far uscire qualcosa che avesse un senso dalle sue labbra carnose, ma l'unica cosa che si sentì nella cucina fu un balbettio sconnesso.

Dopo qualche istante di silenzio Santana riuscì a trovare l'uso della lingua e della parola. “Chi ti avrebbe detto una cosa del genere?”

Ce l'ha detto oggi Harm in macchina. Dice che Quinn sta male per l'altra sua madre, io non ci credevo tanto, ma da quando ho iniziato a pensarci è diventato davvero il motivo più plausibile.”

Santana lasciò andare le mani della figlia e se le portò in grembo abbassando lo sguardo.

Mamma, ho rag-”

Rachel. Si chiama Rachel. Eravamo a scuola insieme, cantavamo nello stesso glee club. Aveva una voce bellissima, e io non la sopportavo.”

Santana alzò lo sguardo e fece un debole sorriso alla figlia. “Erano innamorate... no, innamorate non rende abbastanza. E Quinn era felice, felice come non l'ho mai vista in vita mia. Riuscivano a completarsi a vicenda, bisticciavano continuamente per poi fare pace qualche minuto dopo. E anche prima che cominciassero a frequentarsi ci sono sempre state l'una per l'altra, si aiutavano a vicenda, inconsapevoli del forte sentimento che le legava, fino a quando l'ultimo anno non si sono messe insieme.” Santana fece un altro sorriso, più ampio e sincero quella volta e Sugar potè giurare di aver visto qualcosa brillare negli occhi scuri della madre.

Cosa è successo poi?”

Santana sospirò e il suo sorriso scomparve come era venuto. “Quando è stato il momento di decidere per il college hanno fatto una brutta litigata, Quinn non ha mai voluto dirmi cosa si sono dette, ma da quel giorno non si sono più parlate. Rachel è tornata tra le braccia del suo ex, si sono sposati e hanno avuto un paio di bambini. Quinn è andata avanti a testa alta, ma non credo di averla mai vista sorridere come quelle volte in cui usciva dai ripostigli dei bidelli con le guance rosse seguita da Rachel, almeno fino a quando non ha deciso di avere Harmony. E' stata lei la sua salvezza, almeno fino a quando un paio di mesi fa Quinn è tornata in depressione.”

Sugar la guardò in silenzio per qualche minuto, cercando di assimilare completamente l'espressione rammaricata sul volto della madre e cercando di decifrare cosa volesse dire quello sguardo spento. Aveva notato un cambiamento nel tono della voce si Santana mentre parlava. Quando aveva raccontato di quando si erano lasciate si era incrinato qualcosa nei suoi occhi, sembrava quasi che stesse raccontando una sua esperienza, e non quella di un'amica.

Sembrava fosse lei quella con il cuore spezzato.

Ma si sta davvero così male per amore mamma? Quinn è sempre stata così allegra.. io non... per quale motivo non è riuscita ad andare avanti? C'è pieno di persone al mondo di cui innamorarsi.”

Santana fece un altro debole sorriso e le prese di nuovo le mani. “Solo una è la tua anima gemella però. La persona senza la quale non riesci a vivere e per la quale vivi e respiri.” disse alzandosi per poggiare le labbra sulla fronte della figlia e fare nuovamente il giro del tavolo.

Sugar la guardò un attimo prima di appoggiare i gomiti al tavolo e il mento sui palmi.

Troverò anche io la mia anima gemella?”

Santana alzò le spalle mentre frugava in uno scaffale vicino ai fornelli. “Spero per te che sia a lieto fine, anche se un vita senza complicazioni amorose non sarebbe un schifo, tesoro.”

Fortunatamente Sugar conosceva abbastanza bene la madre per cogliere un velo di tristezza in quelle sue parole che volevano sembrare superficiali ma che invece avevano un significato preciso e molto più pesante. Guardò i lineamenti tesi e nervosi sul suo volto, come se volesse tacere su quell'argomento e non parlarne più, ma la curiosità di Sugar non voleva per nulla mettersi da parte, anzi, la sua fantasia sfrenata aveva già cominciato a lavorare per riuscire a risolvere il mistero nascosto nell'animo di Santana e scoprire cosa la affliggesse tanto.

Si mise a pensare allo sguardo che aveva visto sul viso di Quinn in quegli ultimi mesi e non ci mise molto a collegarlo a quello che stava vedendo in quel momento sul volto stanco e triste della madre.

Sugar non era una ragazza ingenua come il suo carattere poteva dare da pensare, fece due più due e capì il motivo di tutto, di quei lineamenti tesi, di quel tono da cuore spezzato, di quello sguardo vuoto.

Collegò tutti i pezzi di quel puzzle disordinato grazie soprattutto a un ricordo di quando era piccola che sebbene era un po' sbiadito riuscì a farle capire moltissime cose, la dolcezza di sua madre nei suoi confronti soprattutto. Perchè Santana Lopez era tutto tranne che gentile con il prossimo, spesso era scorbutica, offensiva e mai troppo carina, ma Sugar era sicura di non averla mai sentita essere così perfida nei suoi confronti, sebbene quando era piccola faceva i peggiori disastri istigata dei suoi due amici.

Un ricordo sbiadito, un incubo dovuto a un temporale particolarmente violento che l'aveva svegliata all'improvviso con le lacrime agli occhi e che l'aveva convinta ad andare a farsi calmare nel letto di mamma.

Si era accoccolata a lei mentre nel dormiveglia la donna le carezzava i capelli e le baciava la fronte. Ricordava di aver udito un nome prima di addormentarsi, un nome che non aveva mai più sentito in tutta la sua vita e che fino a quel momento aveva dimenticato.

Guardò la madre ancora un attimo, indecisa se continuare quel discorso che Santana aveva fatto di tutto per chiudere ma che il suo istinto non si sentiva ancora pronto ad archiviare.

Prese coraggio e un bel respiro prima di parlare.

Mamma, la tua anima gemella di chiamava Brittany?”

 

****

 

E che fine avrebbe fatto questa Rachel?”

Sebastian si portò la tazza di the alle labbra corrugando le sopracciglia nella direzione del padre che alzò le spalle quasi assente.

Si è sposata con il suo ragazzo fisso del liceo e adesso credo abbia un paio di marmocchi. Ma non ne sono sicuro.”

E come la conoscevi tu?”

Stessa scuola, ma io la conosco per sentito dire. Non conoscevo Quinn quando stavano insieme.”

Come mai?”

Dave sospirò, rifiutandosi di guardare Sebastian negli occhi. “Club diversi. Loro erano nel gruppo di canto e io della squadra di football. Non andavamo troppo d'accordo.”

Sebastian storse il naso. “Cosa vuol dire, a me mi stanno sul cazzo quelli di filosofia, ma me li faccio lo stesso.”

Ma tu sei un caso a parte.”

Nah, sono solo più sveglio di te.”

Dave fece quello che era l'ennesimo sospiro della serata e riempì una tazza di acqua calda. Sperava che la conversazione si fosse chiusa lì, ma Sebastian non era troppo d'accordo.

E tu mi stai dicendo che Quinn sta così male per questa Rachel che non ricambia tutto questo amore?”

Dici poco.” mormorò Dave.

Però... però non ha molto senso. Voglio dire, soffrire così tanto è davvero da... non lo so... però dai! Come è possibile stare così male per una persona? Come può impazzire perchè non la si ha vicino? Non so se crederci a una cosa del genere, mi sembra tutto così... fuori dal normale.”

Sebastian si appoggiò allo schienale della sedia e accavallò le gambe guardando confuso Dave, che era rimasto più che sconcertato da quel discorso. Riusciva a vedere quanto fosse serio Sebastian da quello sguardo pieno di domande a cui non riusciva a trovare una risposta, come se non riuscisse a capire sul serio come si potesse stare male per amore.

Ma d'altronde come poteva capire una cosa simile quando la società in cui viveva cercava di far credere quanto fosse normale basare un rapporto tra due persone solo sul sesso e non sul sentimento sincero che poteva nascere dal frequentarsi e conoscersi?

Aveva visto troppi ragazzi diversi uscire dalla camera del figlio e sebbene avesse sempre cercato di fargli capire quanto fosse importante fidarsi di altre persone che non fossero la sua famiglia, non ci era mai riuscito. Era sempre stato troppo diverso da lui caratterialmente e forse non aveva mai avuto la forza di impiantargli idee che non fossero di suo gradimento, aveva preferito che la pensasse come voleva su un sacco di questioni, certe volte mettendo da parte la cosa giusta per vederlo sorridere.

E in quel momento non sapeva neanche cosa rispondergli. Santana diceva sempre che era meglio che i loro figli non sapessero cosa fosse l'amore verso un'altra persona al di fuori del nucleo di amici e familiari così da non farli rimanere delusi nel caso non fossero stati fortunati. Ma i discorsi della sua migliore amica erano sempre da prendere con le pinze, Santana dopotutto ne era uscita scottata e non era troppo affidabile.

Aveva sempre preferito che Sebastian sapesse cosa voleva dire essere innamorati di qualcun altro, sentire il proprio cuore battere forte per un'altra persona, affrontare anche delle delusioni, soprattutto in quel periodo che era giovane e aveva tutta la vita davanti per poter affrontare e cercare di capire un sentimento del genere. Ma nonostante tutti i suoi sforzi lui era sempre stato più testardo e non gli aveva mai dato ascolto.

Sembri stupito anche tu da una cosa del genere. Non devo essere troppo nel torto allora.”

Dave scosse la testa, risvegliato dai suoi pensieri dalla voce di Sebastian e si sedette di fronte a lui con una tazza di the fumante.

No, non è questo il punto. E' che... oh Dio, come faccio a spiegartelo..?”

Prova a utilizzare le parole, sai, di solito si fa così.”

Uh, zitto.”

Sebastian ridacchiò, adorava far innervosire il padre con quegli stupidi battibecchi. Si portò la tazza quasi vuota alle labbra e guardò impaziente Dave che si strofinava il naso, girava il cucchiaino nella tazza e aveva lo sguardo fisso sul tavolo di fronte a sé.

Lo so che ti sembra una cosa da pazzi, ma è possibile innamorarsi di qualcuno e stare bene con quella persona senza sentirsi costretto, o in una gabbia, o in un posto in cui non si vorrebbe essere. Un'anima gemella con cui passare la vita nella più completa felicità. Si da il caso che Quinn l'abbia trovata ma non sia riuscita a tenerla per sé, non sia riuscita ad andare avanti per conto suo senza di lei. Tutto lì, non mi sembra difficile da comprendere.”

Sebastian alzò le spalle. “Boh, non è che mi interessi più di tanto alla fine, se magari evitasse di farsi tutte queste paturnie non starebbe così male e anche Harm sarebbe più tranquilla.”

Non è così facile, non è una cosa che puoi comandare.”

Mi sembra solo una perdita di tempo e spero che questa cosa mi rifugga fino alla fine dei miei giorni.” Sebastian si alzò e mise la tazza nel lavandino. “Deve essere una schifezza sentirsi così per un'altra persona.”

Dave non rispose subito e continuò a girare tranquillo il cucchiaio dentro la tazza, facendo scendere il silenzio in cucina. “Direi che è più che una schifezza. Ma se ami qualcuno e il sentimento non è corrisposto non puoi sentirti in altro modo.”

E tu lo sai così bene perchè...?” Sebastian fece cadere la domanda in modo casuale tra loro due, appoggiandosi al mobile del lavandino e guardando con nonchalance le spalle del padre, curioso come non mai di sapere per quale motivo quella sera fosse così fissato con quei discorsi.

Più di una volta gli aveva sentito dire certe cose, ma era prima di sapere a cosa era dovuta la depressione di Quinn e di venire a conoscenza di tutti quei dettagli che a dirla tutta avrebbe preferito ignorare.

Nonostante i discorsi del padre, faceva fatica a credere a quello che gli stava dicendo, credere che si potesse perdere la testa dietro ad un'altra persona. Avrebbe potuto capire la perdita di un figlio, un genitore, un amico. Ma non una persona con cui alla fine si faceva solo del sesso, perchè era inutile stare a raccontarsela,

alla fine di quello si parlava.

Inoltre quei discorsi gli avevano messo ansia, perchè se era vero che Quinn stava così male per amore... beh, il suo sguardo e i suoi lineamenti sciupati gli facevano paura. E gli faceva paura pensare di arrivare a ridursi così per un'altra persona, non riusciva assolutamente a concepirlo.

Non mi dirai che anche tu...”

Oh, ma cosa stai dicendo? Ne so perchè la mia migliore amica è bene o male nelle stesse situazione di Quinn. Non ci credo che una persona sveglia come te non l'ha notato. Mi deludi proprio, eh.”

Nel pronunciare quelle parole Dave si voltò verso di lui e sfoderò un sorriso prima di portarsi alle labbra la tazza di the e bere un paio di sorsi.

Ah, ecco, volevo vedere. Santana?” Sebastian ridacchiò, sentendosi in qualche modo leggermente più sollevato e andò a sedersi al suo posto passandosi una mano tra i capelli. “Anche lei con 'sta stronzata dell'amore?”

Anche lei.”

E Sug sarebbe la figlia che avrebbe potuto avere della tipa di cui era follemente innamorata?”

Dave fece roteare gli occhi prima di tossire leggermente. “Diciamo di sì.”

Ed io?”

Dave lo guardò aggrottando le ciglia. “E tu cosa?”

Beh, Harmony e Sugar sono venute al mondo perchè sia Quinn che Santana volevano una copia della loro anima gemella da portare sempre con sé, come se la cosa non fosse abbastanza da brividi. Non è che anche io sono una cosa del genere? Magari l'altro mio padre è Puck, il che spiegherebbe il perchè sono tanto simile a lui.” Sebastian guardò il padre serio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere alla faccia inorridita che aveva fatto Dave nel momento in cui aveva nominato Noah.

Ok, prima di tutto....aaaargh ma come ti viene in mente una cosa del genere? E poi...seriamente...Puck?”

Sebastian rise ancora più forte all'espressione scandalizzata del padre. “Quindi la mia ipotetica madre sarebbe una sconosciuta su un catalogo e davvero sono nato perchè ti sentivi solo?”

Hai un modo di riassumere le cose che fa pena. Ma seh, diciamo così.” Dave inclinò la testa di lato per poi sorridere.

Oh meno male, almeno io ho un genitore sano. Un po' rompipalle, ma almeno senza queste paturnie dell'amore perduto o cazzate del genere.”

Modera i termini!”

Oh, ma ti voglio bene anche se rompi il cazzo, pà. Lo sai ed è inutile che fai quella faccia.”

Dave si portò una mano tra i capelli e scosse la testa amareggiato, per poi sorridere e bere l'ultimo sorso di the dalla tazza.

Quindi l'amore perduto di Santana? Com'è la storia?”

Simile a quella di Quinn. Cambia il nome e il colore dei capelli.”

E poi sono io quello che non è capace di fare riassunti.”

Da qualcuno dovrai pur aver preso.”

Sebastian rise per poi alzarsi e sgranchirsi le gambe. “C'è qualche particolare della storia di Santana che dovrei sapere o è la stessa schifezza di Quinn senza la depressione? No, perchè mi ha scritto Alan poco fa di andare a casa sua che sua madre non c'è.”

Dave si portò una mano sulla fronte e borbottò qualcosa tra sé e sé prima di indicargli la porta con la mano. “Vai, esci da questa casa prima che ti cacci io a calci.”

Sebastian sorrise e gli fece un cenno con la mano prima di prendere giacca, chiavi e casco della moto e uscire di casa. Dave rimase in cucina, seduto al suo posto con la tazza di the vuota tra le mani.

Sul suo volto un sorriso che sapeva di rimpianti e cose non dette.

 

****

 

Cosa hai detto, scusa?”

Brittany, mamma. Si chiama così lei?”

Santana la guardò per qualche istante con la bocca aperta, cercò di dire qualcosa, ma dalle sue labbra non uscì alcun suono. Sugar notò che le mani le stavano tremando e si alzò in tempo per prenderle il bicchiere di vetro che stava per scivolarle tra le dita.

Dopo aver appoggiato il bicchiere sul tavolo tornò a guardare il viso della madre e per un attimo si pentì di averle fatto quella domanda, perchè l'espressione sul suo volto era davvero straziante. Stava quasi per dirle di lasciare perdere e che probabilmente aveva sbagliato a parlare quando Santana deglutì rumorosamente.

Chi ti ha detto quel nome?” Sugar non aveva mai sentito la madre usare un tono tanto gelido nei suoi confronti.

Mamma, mi dispiace non vol-”

Rispondimi. Chi ti ha detto quel nome.”

Sei stata tu. Una volta che ero piccola, sono venuta nel tuo letto dopo un incubo e mentre mi addormentavo ho sentito che lo dicevi. Solo che mi è venuto in mente solo adesso, e visto che è venuta fuori la cosa di Quinn io pensavo che fosse la stessa cosa.”

E perchè sarebbe dovuta essere la stessa cosa?”

Perchè entrambe avete lo sguardo perso nel vuoto e vi comportate come se vi mancasse qualcosa. L'ho notato oggi in clinica.”

Sugar guardò la madre negli occhi e in quel momento ebbe davvero paura di prendersi il primo ceffone della sua vita, perchè quello sguardo la trapassò completamente, lo sentì pesare sulle sue spalle, carico di paura e tristezza. Notò delle piccole rughe accanto agli occhi di Santana e in quel momento le sembrò che la madre fosse improvvisamente invecchiata di colpo. Vide la stanchezza di una vita intera nella sua espressione e non riuscì a non sentire una morsa al cuore nel leggere tutto il dolore che quei lineamenti trasmettevano.

Prima che riuscisse a dire qualcosa, Santana si voltò e uscì dalla cucina, dirigendosi in salotto. Sugar la seguì preoccupata, ma si fermò sull'entrata per vedere la madre tirare fuori una bottiglia di liquore dalla credenza e versarne un poco in un piccolo picchiere di vetro che aveva preso dalla vetrina del mobile in salotto.

Lo buttò giù di colpo, inspirando forte, prima di versarsene un altro e dirigersi verso il grande divano dal lato opposto della stanza.

Sugar non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare e nell'incertezza generale mosse un paio di passi titubanti verso il sofà, per poi sedersi accanto alla madre. Ci mise un po' a trovare il coraggio per parlare, ma poi decise che sarebbe andata fino in fondo a quella faccenda. Non era l'unica ad aver bisogno di una cosa del genere, dopotutto.

Mamma, vuoi parlarne?”

No.” replicò gelida Santana evitando il suo sguardo.

Mamma, parlami.” la ragazza tentò di nuovo, col il tono di voce più dolce e calmo possibile.

Non è il caso.”

Ti farebbe bene.”

Cazzate. Vai a dormire che è tardi.” Santana bevve il secondo bicchiere di quel liquido scuro in una volta sola, continuando ad evitarla.

Farebbe bene anche a me.”

Sugar, ti ho detto di andare a letto.”

Parlami di lei.”

No.”

Perchè no? Perchè non posso sapere niente? Perchè ti comporti così? Io voglio sapere di Britt-”

Un rumore forte. Santana con la mano levata e la guancia di Sugar improvvisamente rossa.

Eccolo lo schiaffo.

Sugar si voltò lentamente verso la madre, che nel frattempo si era portata la mano davanti alle labbra e dai suoi occhi cominciavano a scendere copiose lacrime.

Rimasero a guardarsi per qualche secondo, Sugar con la mano sulla guancia arrossata e Santana a cercare di trattenere i singhiozzi davanti a lei. Senza dire altro la donna si allungò verso la figlia per stringerla in un abbraccio e mormorare qualcosa di molto simile a delle scuse. Sugar era davvero senza parole, si aggrappò al braccio della madre e si lasciò accarezzare i capelli mentre sentiva la stoffa della maglietta inumidirsi sulla spalla. Perchè Santana aveva avuto quella reazione? Cosa l'aveva portata a schiaffeggiarla soltanto perchè voleva sapere qualcosa di più sul suo passato?

Gli sembrava di galleggiare in una dimensione parallela, di essere in un brutto sogno in cui non riusciva a capire come dovessero andare le cose. E soprattutto non capiva cosa volessero dire quelle lacrime.

Era davvero come Quinn allora.

Rimasero in silenzio per un po', abbracciate sul divano e ad ascoltare l'una il battito del cuore dell'altra, in attesa che una delle due parlasse. Dopo aver sospirato e tirato su con il naso un paio di volte, Santana cominciò a giocare con una ciocca di capelli della figlia e ad accarezzarle il braccio.

Era dolce come un cucchiaio di miele ed era bella come una mattina di primavera. Aveva un cuore grande e voleva bene a tutti. Era il mio angelo.”

Sugar la ascoltò in silenzio, mentre il cuore le batteva sempre più forte.

E' stata la mia prima vera amica. Ci siamo iscritte al corso di cheerleader il primo anno, e la prima cosa che mi ha detto negli spogliatoi senza neanche esserci presentate era se i miei genitori fossero fatti di cioccolato, perchè il mio profumo e il colore della mia pelle le ricordavano il suo cioccolatino preferito.”

Sugar sorrise e sentì la madre contro la sua fronte fare lo stesso.

E' stato il mio primo vero amore. Ma sono stata una sciocca, e non ho saputo apprezzarla come dovevo, e lei se n'è andata.”

Sugar sentì la presa della madre stringersi di più attorno alle sue spalle, e si avvicinò al suo corpo, appoggiando la testa al suo petto caldo.

Cosa è successo?”
“Non riuscivo ad accettarmi.” ammise semplicemente Santana. “Non riuscivo ad accettare di amarla. Non riuscivo ad accettare di non essere come gli altre ragazze che preferivano uscire con i maschi. Avevo paura del mondo intorno a me, della reazione dei miei genitori. Avevo paura di tutto. E così l'ho respinta, e oltre a perdere la mia anima gemella ho perso anche l'unica persona che sapeva come trattarmi. L'unica a farmi sorridere.”

Santana fece una pausa e Sugar avvertì gli occhi pizzicare e sua madre schiarirsi la voce. Non aveva mai notato quanto fosse triste, non aveva mai notato nulla in tutti quegli anni. Ma il suo dolore era reale, tangibile, che scorreva sotto le sue dita, e la colpì in pieno, facendola pentire di averle posto quella domanda e di averle fatto affrontare quel discorso.

Almeno finchè non sei arrivata tu.”

Sugar tirò su la testa dal petto della madre, e si specchiò in quelle iridi scure che in quel momento erano leggermente lucide, sentendo quella frase echeggiare nelle sue orecchie e nei suoi pensieri.

Io?”

Certo, chi altro sennò? Non ho bisogno di altro se ci sei tu, mi hai ridato quello che lei mi aveva tolto senza rendersene conto. La speranza di amare di nuovo.”

Santana sorrise, un sorriso genuino, sincero e Sugar sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Si accoccolò al suo petto e la strinse forte mentre sentiva le guance bagnarsi di acqua salata e la mano della madre carezzarle dolcemente in capelli.

Non sapeva cosa dire, non sapeva come prendere la cosa. Era a conoscenza del fatto che sua madre la amasse ogni oltre previsione, ma che lei era ciò che veniva fuori dall'unione con la sua anima gemella?

Quella era una cosa completamente disarmante e non sapeva ancora se riusciva ad accettarla.

Cominciò a lasciar vagare la mente, persa in quello che sarebbe potuto essere, arrivando a chiedersi come sarebbe stata la sua vita se in quel momento fosse stata seduta sul divano con due donne felici invece che con una con il cuore a pezzi, tenuti insieme dalla sua sola presenza.

E non aveva mai pensato di essere così fondamentale per la madre, non aveva mai colto quella lieve sfumatura nel loro rapporto, e in quel momento non riuscì a non sentirsi il cuore in gola per il modo con cui quella braccia forti la stavano stringendo.

Rimasero a lungo in silenzio, Sugar cercando di ricostruire i pezzi di quell'ultima mezzora e della sua vita e Santana persa nei ricordi di un paio di occhi azzurri e dei capelli biondi.

Ma quindi,” riuscì a dire una volta calmate le lacrime, “Tu non finirai come Quinn, vero?”

La domanda echeggiò tra le due, e Sugar aveva davvero paura della risposta che poteva darle Santana.

Non potrei amore, non posso pensare di poterti perdere.”

Ma allora Quinn? Anche lei ha Harmony, e Rachel era la sua anima gemella eppure ha cercato di...”

Lo so, ma ti prometto che non farei mai una cosa del genere.”

Promettimelo.”

Te lo prometto.”

Sugar sospirò, strofinando il naso sulla camicia della madre.

E in quel momento cominciò a pensare a certi elementi del suo passato che aveva spesso dato per scontati, il modo con cui si guardavano Quinn e Santana, o le lunghe chiacchierate che le sembravano senza senso che faceva con Dave, o i loro martedì sera fuori casa. E cominciò a pensare ai suoi migliori amici, a cosa avrebbero detto se avessero avuto quelle stesse informazioni da parte dei propri genitori.

E l'anima gemella di Dave chi era?”

Cosa ti fa pensare che ci sian un'anima gemella anche per quello stordito?” scherzò Santana cercando di alleggerire la situazione.

Sugar alzò leggermente le spalle. “Boh, così, perchè mi sembra un discorso possibile dopo quello che ho scoperto stasera di te e di Quinn. O lui era l'unico fortunato tra di voi?”

Santana non rispose a quella domanda, continuò ad accarezzare dolcemente la testa della figlia e baciarle leggermente la fronte, e Sugar si dimenticò cosa le aveva chiesto persa in quelle coccole.

Avresti voglia di raccontarmi di lei, mamma?” chiese titubante dopo qualche minuto.

Cosa vorresti sapere?” la voce di Santana non era più tesa come prima, ma dolce e rilassata, forse aiutata dai bicchierini di Brandy che circolavano nel suo sangue.

Sul volto di Sugar si delineò un sorriso nel sentire che la madre non era turbata dalla sua domanda, e le rispose abbracciandola forte. “Tutto.”

 

****

 

Tesoro, sul serio, non ce n'è bisogno, vai a casa a dormire, possono prendersi cura di me qui.”

Alza la testa, mamma.”

Quinn sospirò e alzò leggermente il busto dal bianco letto dell'ospedale per lasciare che Harmony le mettesse un altro cuscino sotto la testa e le sistemasse la coperta di pile che aveva portato Dorothy.

Harm, ascoltami.”

No, mamma. Tu ascolta me. Io rimango qui, veglio su di te e domani mattina mi viene a prendere Sebastian per portarmi in università. E mi fai il piacere di dormire e non rompere, tanto sono maggiorenne e non me ne vado. Sono stata chiara?”

Quinn sospirò di nuovo sorridendo e scuotendo la testa. “Sono io la madre tra le due eh, non c'è bisogno di essere così acide.”

Harmony avrebbe voluto dirle che una vera madre non avrebbe mai cercato di togliersi la vita con il rischio di lasciare da sola la propria unica figlia, ma decise di mordersi la lingua e di non aggravare ulteriormente la situazione.

Era arrabbiata, era tanto arrabbiata con lei. Lo era sempre quando Quinn provava a fare certe cose. Ma quella volta lì aveva una ragione in più per esserlo, perchè finalmente aveva capito il motivo per cui sua madre si comportava così, perchè aveva quell'insano amore per le pillole, perchè una volta ogni paio di mesi doveva andare in ospedale e sentire i medici dire che la sua depressione peggiorava sempre di più.

Prima non sapeva, non capiva perchè Quinn agiva in quel modo. Ma da quando aveva capito che la depressione e quella misteriosa ragazza avevano un legame più che forte, la sua stima e ammirazione nei confronti della madre erano scesi a vista d'occhio.

Perchè non riusciva a comprendere per quale motivo dovesse comportarsi così per una ragazza, per quell'amore di cui tanto parlavano i libri di Sebastian, nel quale né lei né il suo migliore amico credevano più di tanto. Erano davvero molto simili sotto quel punto di vista, sebbene lui fosse una vera e propria puttana per quanto riguardava i ragazzi. Lei si limitava a dire di sì a quelli più belli, ma sicuramente non andava a vantarsi con gli amici di quanti se ne portasse nello stanzino dei bidelli. Era molto discreta, e ciò le aveva fatto più che bene per la sua favolosa carriera universitaria.

E le cose che si erano detti in macchina erano state più che determinanti per convincerla della sua insana quanto veritiera teoria. E avrebbe voluto delle risposte da parte di Quinn. Avrebbe davvero voluto sapere se era vero quello che aveva ipotizzato e che aveva raccontato quel pomeriggio ai suoi amici. Voleva sapere se era davvero per quell'amore perduto che si comportava in quel modo.

Ma aveva paura di peggiorare le cose, e non sapeva davvero come chiederglielo in modo delicato.

Sputa il rospo.” La voce di Quinn interruppe il flusso dei suoi pensieri e le fece alzare lo sguardo dal punto fisso su cui si era incantata.

Avanti, non guardarmi così e dimmi cosa ti turba.”

Harmony deglutì, sentendo la rabbia montarle dentro, ma quando parlò il suo tono era flebile. “Vorrei solo sapere perchè l'hai fatto.”

Quinn sospirò. “Tesoro-”

Perchè una volta ogni tanto ritieni che sia giusto volertene andare. Non sono abbastanza? Non vado bene? E' per colpa mia? Vorrei sapere queste cose, perchè io non ce la faccio più ad essere chiamata dall'ospedale per sentirmi dire che mia madre è stata ricoverata perchè ha cercato di togliersi la vita. Capisci che non ce la faccio più? Chiedo troppo?”

Man mano che parlava la rabbia si era trasformata in calde lacrime che avevano iniziato a rigarle le guance e la disperazione aveva cominciato a uscirle dai polmoni, la stessa disperazione che aveva cercato in tutti i modi di tenere nascosta agli occhi di tutti.

E oggi ho capito il motivo per cui lo fai. Perchè quell'amore del liceo di cui mi ha parlato più di una volta non era solo una cotta. Perchè è per colpa di quella ragazza che sei così depressa, quella stessa ragazza che ti ha spezzato il cuore e che scommetto quello che vuoi essere mia madre.”

Nella stanza cadde il silenzio e Harmony non badò alle guance bagnate o al fatto che stava martoriando il fazzoletto che aveva tra le mani. I suoi occhi erano posati sul viso della madre e sulla sua espressione a metà tra lo scioccata e disperata.

Harmony si pentì delle cose che aveva detto riguardo a quella ragazza nel vedere il volto di Quinn, ma contrariamente a quello che si aspettava vide un timido sorriso delinearsi sulle labbra della madre, facendo scomparire quell'espressione che tanto l'aveva spaventata.

Da quanto tempo lo sai?” chiese semplicemente la bionda scostandosi un ciuffo di capelli dalla fronte.

Harmony rimase completamente spiazzata da quella domanda. Si sarebbe aspettata un pianto incontrollato della madre, magari un altro tentativo con le pillole, ma non un'ammissione così sicura.

D-da un po'. Ma me ne sono convinta oggi nel parlare con Seb e Sugar. Anche secondo loro è così.”

Vieni qui, dai.” Quinn si spostò su un lato del letto, facendo segno alla figlia di sdraiarsi accanto a lei.

Harmony si tolse le scarpe e si accoccolò al corpo della madre, stando attenta alla flebo che aveva al braccio e appoggiandosi al suo petto mentre tirava su con il naso. Era stata una giornata lunghissima e l'unica cosa di cui aveva bisogno era davvero un abbraccio, abbraccio che Quinn non si risparmiò a darle.

La strinse forte a sé e la ragazza sentì tutte le ansie e la tristezza scivolarle via dal copro e dalla mente, sperando che quel momento durasse per sempre.

Non pensare mai più che è per colpa tua. Non provarci mai più, hai capito? Mi spezza il cuore sapere che tu pensi queste cose di me. Tu sei tutto il mio mondo.”

Harmony venne colta di sorpresa da quelle parole.

Ma a quanto pare non ti basto.”

E'... è complicato tesoro. Io... io non voglio fare quello che faccio, e non... mi dispiace, mi dispiace davvero. Mi puoi perdonare?”

Solo se mi prometti che non lo farai mai più.”

Quinn le baciò la fronte e cominciò ad accarezzarle il braccio. “Te lo prometto.”

E quelle parole riuscirono in qualche modo a convincere Harmony, che sperò che la madre fosse riuscita a mantenere quella promessa. E ci credette, sperando di non rimanere delusa.

Come hai fatto a capire che era la stessa persona?” chiese Quinn con un sussurro pochi minuti dopo.

Non lo so, ma stamattina dopo che mi hanno chiamato dall'ospedale mi sono messa a pensare per quale motivo lo avresti fatto, e avevo tra le mani un libro che mi aveva prestato Seb che parlava di una donna che si suicidava perchè l'amore della sua vita era morto, o qualcosa di simile, ho letto solo il riassunto. E mi è venuto in mente così.”

Ha senso come cosa. Sei intelligente proprio come lei.”

Sono intelligente perchè sono intelligente, cosa c'entra quella là.”

Rachel voleva sempre avere un controllo maniacale su tutto. Sapeva sempre le cose che dovevano essere fatte e come dovevano essere fatte. Amava tenere a bada qualunque cosa.”

Harmony aprì la bocca per replicare quando si accorse di essere appena venuta a conoscenza del nome di sua madre. E quella descrizione che aveva fatto Quinn sarebbe stata benissimo applicabile anche al suo carattere frenetico, preciso e sempre controllato. E la cosa fu abbastanza per farla tacere.

Non le si poteva dire nulla. Una volta alle superiori quando il nostro professore di canto si è ammalato ha deciso di prendere il suo posto e voleva fare una lezione su che assoli avrebbe dovuto cantare lei alla gara. Santana quasi le saltava al collo.” Quinn rise leggermente, ma Harmony rimase di sasso, perchè non riusciva a credere che stava davvero sentendo parlare di Rachel, l'altra metà del suo patrimonio genetico, l'amore perduto di sua madre.

E la odiava. La odiava a morte. E la riteneva responsabile dello stato in cui si trovava Quinn, la riteneva responsabile di tutto quel dolore che aveva provocato sia a lei che a sua madre.

E per quale motivo non sarebbe funzionata?”

Quinn sospirò e cominciò a far scorrere le dita sul braccio della figlia. “Non ha funzionato e basta. Eravamo troppo diverse, e soprattutto volevamo cose diverse. Lei Broadway, io sognavo più in piccolo. Non eravamo fatte per stare insieme.”

Ma tu la ami ancora.”

Non potrei smettere di amarla neanche se volessi.” Ad Harmony si strinse il cuore quando sentì quella frase.

E perchè avresti deciso di avere un figlio con lei? Non potevi semplicemente andare avanti e dimenticarla?”

Volevo una parte di lei sempre con me, e non ho mai rimpianto quella scelta, perchè tu sei la figlia migliore che una madre possa desiderare. E' solo grazie a te che io sono ancora viva.”

Harmony rimase in silenzio, pensierosa. Avrebbe voluto dire tante cose, avrebbe voluto dire che non sarebbe rimasta in vita ancora a lungo se continuava di quel passo, avrebbe voluto farle sapere quanto odiava quella Rachel, avrebbe voluto dirle che non doveva stare così male perchè in fondo era solo una ragazza, avrebbe voluto capire per quale motivo Quinn non riusciva ad andare avanti.

Ma rimase zitta, a farsi coccolare dalle braccia della madre, come quando era piccola e gli incubi non la facevano dormire la notte.

Mamma,” esordì tutto a un tratto, decisa a mettere da parte almeno per il momento quel discorso che tanto le pesava sul cuore. “Mi canti la canzone che mi cantavi sempre quando ero piccola?”

Quinn le baciò dolcemente la fronte, e sorrise contro i capelli della feiglia. “Certo tesoro.”

E quando cominciò a cantare, Harmony lasciò che tutto scivolasse via, che ogni preoccupazione e brutto pensiero che aveva fatto quel giorno si andasse a nascondere in qualche parte remota del suo cervello, facendo spazio solo ai ricordi felici legati a quella canzone.

Lasciò che la sua voce la cullasse fino a farla addormentare.

My outsides are cool 
My insides are blue 
Everytime I think I’m through 
It’s because of you 
I’ve tried different ways 
But it’s all the same 
At the end of the day 
I have myself to blame 
I’m just trippin’ 

You can buy your hair if it won’t grow 
You can fix your nose if he says so 
You can buy all the make-up that M.A.C. can make 
But if you can’t look inside you 
Find out who am I to 
Be in a position to make me feel so damn unpretty 

I feel pretty 
Oh so pretty 
I feel pretty and witty and bright 

 


Uh uh uh sono riuscita ad aggiornare! Viva me :)
No vabbè, chiedo scusa per questa attesa infinita, non so se l'avete notato, ma il capitolo è un bel po' lungo. Anzi no, è lunghissimo, e io sono lentissima a scrivere, anche se ho tutta la storia in testa e so benissimo come andranno le cose :)
Ci terrei a precisare un paio di cose per tutti coloro che hanno letto tutto questo delirio:
- Ho in mente un favoloso happy ending per tutti, ma davvero per TUTTI, tutte le coppie e tutti i personaggi, non pensavo potesse esistere una cosa del genere ma fidatevi di me :3
- Io amo tantissimamente Rory, amo lui, il suo meraviglioso accento, e il suo faccino da cucciolo, e ci tengo a dire che anche se Sebastian lo odia non è il cattivo della situazione, anzi, è troppo puccio :3
- Il motivo per cui Seb è così tanto diverso da Dave è ovviamente per il fantastico zio noah, e poi vabbè, anche indirettamente Santana, ma diciamo che è più per colpa di Puck LOL
Ho riletto questo capitolo qualcosa come un'infinità di volte, spero davvero che sia riuscito bene, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, sapere almeno se i ragionamenti sono coerenti e se i personaggi vi piacciono :)
Grazie a tutte le persone che hanno commentato, non pensavo che l'idea potesse piacere così tanto, e grazie a chi ha messo la storia tra i preferiti/seguiti, vi amo tantissimo <3
A presto (spero)!
Marti


 

   
 
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