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Autore: darkroxas92    21/12/2011    6 recensioni
Fin dall'inizio dei tempi, l'Oscurità e la Luce sono state in lotta tra loro, tuttavia, nessuna delle due ha mai avuto il sopravvento sull'avversaria, lasciando l'universo in Equilibrio.
Dark, in apparenza è un ragazzo freddo e solitario, dal passato misterioso e oscuro, ma in realtà è un custode che combatte in segreto per salvare il suo mondo dalle forze che lo minacciano.
Dark, il custode dell'Equilibrio, si unirà a Sora, Riku e Kairi e comincerà un viaggio per i mondi, alla ricerca della verità su se stesso, per rimediare ai suoi errori... e per impedire che il passato si tramuti in un nuovo terribile presente.
Nuovi nemici, nuovi alleati: il gruppo di prescelti dalle armi leggendarie dovrà fare del suo meglio per fronteggiare questa minaccia.
Dal capitolo 54: "Io… ho rinunciato per sempre all’amore. È un sentimento per deboli, che ti rende incapace di ragionare…"
Attenzione: la fiction per la maggior parte dei capitoli è di rating arancione, ma in alcuni raggiunge il rosso (i quali verrano segnalati).
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
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E finalmente, ecco qui il capitolo 65!

Stavolta non vi ho fatto aspettare troppo XD.

Allora, vediamo... non voglio anticiparvi troppo su questo capitolo, perciò vi dirò questo: tra le recensioni del capitolo 62, ho ricevuto una specie di sfida: equagliare il capitolo 62. Ebbene, non mi sono limitato a equagliarlo, ma anche a superarlo! Presto, molto presto, vedrete il capitolo che sconvolgerà (come se non lo fosse abbastanza XD) questa fiction!

Mentre per i capitoli che potrebbero spingervi a sbattere la testa sul muro, dovrette aspettare un pochino di più, ma neanche troppo XD.

Beh, prima di passare alla recensioni, ringrazio Fly89 per avermi fatto da betareader e vi lascio un comunicato: la sera del 24 dicembre, controllate le nuove fiction della sezione Kingdom Hearts...

@ Franz3v: Ovvio che la fine doveva far preoccupare. Se non vi faccio preoccupare adesso, dopo mi rimanete tutti stecchiti a terra XD

@ cece95: No, no, Dark e gli altri ricordano tutto. Semplicemente Dark si chiede che cosa sia esattamente successo, tutto qui. Uhm... spero di non venire denunciato per aver creato una nuova dipendenza XD. Il mio nome invece... è rigorosamente top secret XD

@ niki_: Oh, lo so che la mia mente è contorta. Quando mi sveglio, negli occhi vedo la mappa di un labirinto per trovare il tasto di avvio XD. Comunque tranquilla, credo riuscirai ad arrivare ai 18 prima che questa fiction risulti letale... o almeno, dipende se il capitolo 67 e 70 usciranno dopo XD. Per il momento, il 67 è stato classificato come calamità naturale... Va beh XD. Per Riku... *inserisce videocassetta* si prega di vedere queste due vaghe imitazioni della mia reazione: 1 e 2 (dal minuto 13:32 al 13:44) XD. E con questo, aggiungo una seconda fan di Riku sulla lista dei miei probabili assasini... *tira fuori lista stile lista dei buoni di Babbo Natale*. Per i prossimi capitoli, tranquilla... sono solo riusciti là dove chiunque finora aveva fallito XD (rivelerò che cosa al momento giusto XD).

@ Inuyasha_Fede: Beh, se ti ho lasciato senza parole, è un buon segno XD

E ora, finalmente...

 

Capitolo 65: L’esame! Chi diventerà Master?

Il custode dell’equilibrio continuava a guardare fuori dall’oblò.

“Dark…” fece Sora, non sapendo però come continuare.

“Sì, come vi ho già detto, l’Oscurità è mio padre… ma è anche vero che la Luce è mia madre.” Lo interruppe lui, lasciando gli altri custodi in silenzio.

“Ma com’è possibile?” domandò Edward. “Stiamo parlando di due essenze! Credevo che per luce e oscurità s’intendesse dire buono e malvagio!”

“Per noi custodi non è così: le categorie principali sono divise secondo la forza per cui combattiamo e che ci fornisce il potere: la Luce è colei che vi ha donato i Keyblade. Ora posso rivelarvelo, ma ero in contatto diretto con lei, sebbene ignorassi cosa significasse per me.”

“Cos’hai detto?!” esclamò sorpreso Riku.

“È così. Ogni volta che stava per scegliere un nuovo custode, lei mi avvertiva. In questo modo, sapevo come agire con loro, però negli ultimi tempi non ho più saputo nulla. Certo, per alcuni era ovvio, ma per altri no. Avevo intuito che non fosse un buon segno, per questo ho deciso di andarmene.”

“Credevi che saremmo stati in pericolo?” chiese Kairi.

“Credevo che troppa luce avrebbe attirato il nemico, ma non potevo andarmene senza dire nulla a Hikari. Lei avrebbe cominciato a cercarmi e avrebbe messo in secondo piano la guerra. Per questo le ho proposto di sostenere il mio esame per diventare una Master del Keyblade. E lei ha accettato, dopo che le spiegai tutto questo, tralasciando giusto la parte di mia… madre… non perché non mi fidassi, ma perché sembrava assurdo anche a me.”

Hikari continuò a guadarlo in silenzio.

“Durante il nostro breve viaggio, abbiamo incontrato Edward, Ichigo e Jessie. I primi due sono stati scelti come custodi della Luce, mentre Jessie si è sbarazzata della sua parte oscura, che però ora ha un corpo tutto suo.”

“Poi c’è un’altra notizia.” Lo interruppe Pan. “Pare che tutti i nostri nemici si siano alleati. Quando mi sono trasformata, oltre a Jyassmie c’era un altro tizio con una benda sull’occhio, come un pirata.”

“Braig!” Esclamò Lea. “Immaginavo che anche gli altri membri dell’Organizzazione fossero tornati in vita come me. Nel regno dell’Oscurità ho avuto il dispiacere di incontrare Isa, alias Saix…”

“Se Xehanort sta mettendo su una nuova Organizzazione, è una cosa che dovremmo verificare al più presto. Ora, però, voglio sapere… cos’è successo quando hai incontrato tuo padre?” chiese Sora.

Dark abbassò lo sguardo.

“Mi ha contattato usando un mio omonimo di quel mondo. Ha distrutto come se niente fosse una casa, anche se di questo non c’è da meravigliarsi, e in poco tempo ha steso sia me che Hikari. Ha subito mostrato un evidente odio nei suoi confronti, accusandola di avermi deviato. Io non riuscivo a capire cosa intendesse dire… O meglio, non potevo, non sapendo cosa intendesse con deviato…”

“Così, dopo aver preso Dark per il collo, ci ha rivelato la verità.” Continuò Hikari. “La mia colpa era di avergli fatto conoscere l’amore, quando ci siamo conosciuti. E non è tutto… Xehanort quando a suo tempo ha inviato il custode che mi ha eliminato, era sotto la sua influenza. Sperava così di riportare Dark sulla via da lui scelta…”

“Il colpo che ha ucciso Hikari era destinato a me… ma io non sarei finito distrutto. Solo la mia parte di luce sarebbe stata eliminata, lasciandomi in balia dell’oscurità… cosa che è successa quella notte. Mio padre ha iniettato oscurità pura dentro il mio corpo, che ha così perso il suo status di equilibrio. La mia coscienza in quel momento si è spenta. Vedevo tutto, sapevo cosa stavo facendo… ma non potevo fermarmi… ero diventato un burattino dell’Oscurità… Ho sottoposto Hikari a torture che non oso nemmeno dire…”

“È vero, ma sono stata io a permetterlo. Non mi sono difesa. Non volevo attaccarti. Non ne ho avuto il coraggio…”

“Hikari…” fece la sorella, incapace di consolarla.

“E come hai fatto a tornare in te?” chiese Black Star.

Dark fece un colpo di tosse, mentre la ragazza spostò lo sguardo.

“Diciamo che alla fine… la mia coscienza ha avuto la meglio…” rispose il Keyblader, cercando di non guardare Hikari.

I custodi li guardarono, incuriositi da quella reazione.

“Ehm… è successo qualcosa di… particolare in quel momento?” domandò Pan.

“Ad ogni modo, ora fatemi un riassunto veloce di quel che è successo nel regno delle tenebre. Ho visto che anche Lea è diventato un custode.” Continuò Dark, cambiando discorso.

“Qui gatta ci cova…” disse a bassa voce la Sayan. “E scommetto che se qui ci fosse Marco, sarebbe d’accordo con me…”

 

**************

 

“Etciù!” fece Marco.

“Che fai, starnutisci durante un combattimento?” chiese Asuka, colpendolo con una sfera di fuoco, facendolo volare qualche metro addietro.

“Asuka!!!” urlò lui, rialzandosi “Ma non sai far altro che combattere?!”

“Certo che no, ma sono qui apposta per questo. Se poi tu ti metti a starnutire all’improvviso non è colpa mia.”

“Umph… non l’ho mica fatto apposta… qualcuno deve avermi nominato da qualche parte…”

“Vediamo…” fece Koji. “Yeerk? Heartless? Nessuno? Custodi? Qualche altro nemico?”

“È bello sapere quanto l’universo ti apprezzi…” commentò l’Animorph, sospirando. “Eppure ho una strana sensazione…”

“Suvvia, cosa vuoi che sia successo?” chiese Saiko. “Che Dark e Hikari si siano baciati? Quello basterebbe per causare la fine dell’universo seduta stante!”

“Vuoi vedere che era quella la causa di quel vento oscuro?” azzardò Tsuna.

I custodi rimasero in silenzio per qualche secondo.

“Nah!” fece Ryo. “Per un vento di quel tipo, dovrebbe averla prima torturata.”

“Sei fortunato che non ti senta Kairi. Mi sembra piuttosto protettiva nei confronti di sua sorella, sai?” disse Justin.

“Bah. Possiamo tornare agli allenamenti o vi devo colpire con una cicatrice del vento tutti quanti?” disse Inuyasha.

 

**************

 

“Capisco… quindi ora Yen Sid e Master Aqua ci stanno aspettando…” disse Dark, aprendo un varco. “Allora non ci conviene farli aspettare ulteriormente.”

“Aspettate un secondo!” lo interruppe Black Star. “Cos’è quest’esame di cui state parlando?”

“È un esame che serve per salire di grado, diciamo. I Master del Keyblade sono considerati i custodi migliori.”

“Capisco…” fece l’assassino, mentre entravano nel varco.

 

Quando uscirono, si ritrovarono di fronte alla torre del mago.

“Se la vedesse Kid, probabilmente impazzirebbe…” commentò Black Star, osservando la struttura, per poi abbassare lo sguardo.

“Non preoccuparti: l’oscurità li ha presi, è vero, ma questo non significa che non torneranno come prima. Guarda Ansem: tutti lo avevano visto esplodere, eppure è ancora vivo.”

“Infatti è così.” Confermò una voce, mentre il portone si apriva.

Yen Sid uscì dal palazzo, seguito da Aqua, Kagome, Topolino, Paperino e Pippo.

“Master Dark, Master Hikari. È un piacere incontrarvi di persona.” Disse il mago, inchinandosi.

I due custodi lo imitarono.

“Lo è anche per noi, Master Yen Sid.” Rispose Dark.

“Vedo che hai eliminato i tuoi dubbi.”

“Sì. Finalmente sono venuto a conoscenza della mia vera natura: sarò anche l’Equilibrio stesso, ma continuerò a combattere per la Luce. Non approvo i piani di mio padre, e mi opporrò con tutto me stesso.”

“Dunque è vero: tu sei veramente il figlio dell’Oscurità e della Luce.” Fece Aqua. “Non credevo potessi esistere realmente. Ero convinta che fossi semplicemente il nuovo custode dell’Equilibrio.”

Dark la guardò.

“Questa volta non avrò bisogno di alcun emissario. Agirò in prima persona. Impedirò che la storia si ripeta.”

“Decisamente determinato a quanto vedo.” Disse una voce alle loro spalle.

Terra e Ventus si stavano avvicinando al gruppo, per poi fermarsi a pochi metri di distanza.

“Aqua ci ha subito contattati non appena tornata, e siamo venuti anche noi qui per l’esame. Non siamo dei veri e propri Master, ma la nostra esperienza è sufficiente per potervi assistere.”

Yen Sid annuì.

“Ora che ci siamo tutti, possiamo andare.” Disse, per poi alzare una mano.

Prima che i custodi se ne rendessero conto, si ritrovarono da tutt’altra parte.

Di fronte a loro il Castello dell’Oblio si ergeva per tutta la sua grandezza.

“Master Aqua. È arrivato il momento di rimuovere il sigillo.”

La custode annuì, per poi evocare il Keyblade grigio, che puntò contro il portone del castello.

Immediatamente, le mura del castello furono percorse da un’onda di luce, che lo ricoprì interamente, per poi illuminarlo come un sole.

I custodi si portarono una mano sopra gli occhi per non rimanere accecati.

Quando li riaprirono, si ritrovarono di fronte ad un castello completamente diverso: la struttura di fronte a loro era in rovina, e si poteva perfettamente notare che buona parte era stata distrutta.

Ma non fu l’unico cambiamento.

Il piazzale su cui si trovavano ora era circolare e ne mancava un’enorme fetta, facendo sì che si potesse vedere l’oblio in cui galleggiava.

Anche il paesaggio era completamente mutato: attorno a loro c’erano decine di colline.

Ma il cielo, purtroppo, era rimasto nero.

“È tutta colpa mia…” fece Terra. “È solo colpa mia se ora è così… Maestro…”

“Terra…”

“Lo ricostruiremo.” Rispose Aqua. “Finita la guerra, ricostruiremo questo mondo, riportandolo al suo antico splendore.”

“Per il momento, però, dobbiamo accontentarci.” Disse Yen Sid, avvicinandosi al castello, per poi girarsi.

“Come sapete, ho deciso di far sostenere a Sora, Riku e Kairi l’esame per diventare Master del Keyblade. Oggi sarà deciso chi di loro guadagnerà tale rango. Potrebbero passare tutti e tre, come nessuno di loro.”

“Master Yen Sid.” Lo interruppe Dark. “Se è possibile, vorrei proporre un altro custode per l’esame.”

Tutti si voltarono verso di lui.

“Di chi si tratta?”

“Propongo Edward Elric. Sono convinto che possa superare l’esame. L’abbiamo allenato insieme io e Hikari per quasi un anno, in una dimensione diversa dalla nostra.”

“Cosa?!” esclamò il diretto interessato. “Scusa, ma non dovresti chiederlo prima a me?!”

“Se vuoi puoi rifiutare, ma è un’occasione che solitamente capita una sola volta ai custodi. Se lo superi, avrai accesso a maggiori conoscenze, escluse ai normali custodi.”

“E sia.” Fece Yen Sid. “Esamineremo anche il tuo candidato.”

“Eh no!” urlò Black Star. “A questo punto, voglio sostenere anch’io quest’esame!”

“Ma sei impazzito?” gridò Lea. “Sai a malapena usare la magia, e non hai sufficiente autocontrollo!”

“E con questo? Da quel che ho capito, così diventerò ancora più simile ad una divinità! Non potrei sopportare che una terza persona mi superi!”

“Black Star, eh?” fece l’anziano mago. “Ti ho osservato a lungo. La forza non ti manca, come nemmeno la determinazione. E va bene, esaudirò il tuo desiderio: sottoporrò anche te all’esame.”

“Davvero?! Yahoooo!!!” urlò l’assassino, saltando dalla gioia. “Allora, cosa dobbiamo fare?”

“Pazzesco…” commentò Kagome. “Ci sono sempre più custodi sotto esame…”

“Dark, Hikari, Terra, Ventus: avvicinatevi per piacere.” Continuò.

I quattro custodi annuirono, affiancandosi a lui e a Aqua.

“Ora vi presenterò l’esame! Data l’aggiunta dei due nuovi esaminandi, dovrò apportare qualche modifica, ma per fortuna avevo delle riserve. L’esame consisterà in un combattimento.”

“Yahoooo!!! Perfetto!” urlò Black Star. “Su, chi devo sconfiggere?”

Yen Sid lo ignorò.

“Un combattimento… contro i Master del Keyblade.”

Il sorriso di Black Star si congelò, mentre sul volto degli altri quattro apparve pura sorpresa.

“E non solo: ho deciso di richiamare dai propri mondi altri cinque guerrieri, che affiancheranno i Master nei duelli. Saranno scontri uno contro due. Tuttavia, per essere promossi non sarà necessaria la vittoria: dovrete dimostrare che i vostri cuori sono degni del Keyblade.”

“Cinque guerrieri non custodi?” ripeté Lea, affiancandosi a Kagome, Pan, Topolino, Pippo e Paperino. “Ma chi potrebbero mai essere?”

Come risposta, cinque varchi si aprirono di fronte a Yen Sid, dai quali uscirono cinque figure diverse.

“Ehi ehi, sono tutto infuocato!” disse la prima di esse, un ragazzo dai capelli rosa e una giacchetta leggera smanicata, che lasciava intravedere un tatuaggio rosso sulla spalla, e una sciarpa bianca a quadretti rossi; facendo sbattere i pugni tra di loro, dai quali uscirono delle piccole fiamme.

“Umph. E questi dovrebbero essere i temibili avversari?” fece un uomo al suo fianco, dai capelli neri tutti all’insù e una tuta blu integrale, che lasciava scoperte le braccia.

Un altro ragazzo, dagli occhi rossi e capelli azzurri che andavano sull’argento, sbadigliò. “Che noia… maledizione, tra tutti gli allenamenti, proprio questo doveva capitarmi? Speriamo solo di non morire…”

“Uhm… non ho ancora ben capito cosa dovrei fare… Però immagino di dover combattere, vero?” chiese un ragazzo, che portava un cappello di paglia e sotto l’occhio sinistro era ben evidente una cicatrice.

“Ehi, perché io sono l’unico ad avere un’arma?” chiese l’ultimo ragazzo, dai capelli argentati, portandosi sulle spalle un’enorme spada. “Mi fa sentire in qualche modo inferiore…”

“Zio Vegeta?!” esclamò Pan, riconoscendo l’umo dalla tuta blu.

“Ehilà.” La salutò lui. “Così è qui che sei finita, eh? Tuo nonno non ha saputo dircelo… Credo che tua madre lo stia ancora inseguendo assieme a quella squinternata di sua moglie.”

“Eh eh… era quello che temevo…”

“Uh? Da quando hai la coda?” chiese Vegeta, notandola solo in quel momento.

“Da poco prima di diventare una Super Sayan, eh eh…” rispose lei, ridendo vedendo la faccia leggermente sorpresa del Sayan.

“Molto bene.” Disse Yen Sid, interrompendoli. “Si sosterrà uno scontro alla volta, alla fine del quale sarà annunciato subito il risultato. L’ordine sarà il seguente…”

Tutti si girarono verso di lui.

“Il primo sarà Edward Elric. Verrà esaminato da Master Hikari, la quale sarà affiancata da Monkey D. Rufy.”

“Non ci andrò leggera, sappilo.” Disse la custode, guardando l’alchimista.

“Subito dopo sarà la volta di Riku, contro Terra e Vegeta.”

“Umph. Spero che tu sappia combattere, ragazzino.” Fece Vegeta, guardando Riku.

“Poi Kairi, contro Master Ventus e Haru.”

“Per fortuna che Elie non è qui… non avrebbe reagito bene sapendo che devo combattere contro una ragazza…” commentò l’argenteo.

“A seguire Sora, contro Aqua e Natsu.”

“Evvai!” esclamò quest’ultimo. “Spero che tu sappia farmi prendere fuoco, altrimenti non ci sarà un combattimento degno di Fairy Tail!”

“E infine… Black Star contro Master Dark e Kurogane Taito.”

“Uhm… qualcosa mi dice che quel tipo mi farà fuori…” osservò quest’ultimo, come se nulla fosse.

“Vedo che sei uno che si preoccupa molto della morte, eh?” ironizzò l’assassino. “Ma se speri di impietosirmi, ti sbagli di grosso!”

“Basta che tu ci metta più di quindici minuti per uccidermi. Mi basta questo.”

“Q-Quindici… Ma mi prendi per un debole?!”

“Basta così!” disse Yen Sid. “Edward Elric, vieni avanti. Gli altri stiano indietro.”

“Dunque devo cominciare proprio io, eh?” fece lui, fermandosi al centro della piazza, mentre Hikari e Rufy si avvicinavano a lui.

“Che fame…” fece quest’ultimo, sbadigliando. “Ehi tu, vedi almeno di farmi divertire. Ho lasciato la mia ciurma per venire qui, sai?”

“Mi dispiace, ma io non ne sapevo nulla. Cosa intendi dire con ciurma?”

“Intendo dire che stai parlando con il futuro re dei pirati, ovvio!” rispose lui, come se niente fosse.

“Se Jack fosse stato qui, non l’avrebbe presa bene…” commentò Sora con un piccolo sorriso.

“Allora Ed, sei pronto?” chiese Hikari, evocando il Keyblade.

“Ho altra scelta?” chiese lui.

“Allora cominciate!” ordinò Yen Sid.

Senza perdere un secondo, l’alchimista pose a terra le mani, facendo subito spuntare dal terreno decine di torri.

Hikari le evitò volando, mentre Rufy fu colpito in pieno.

“Spero di non avergli fatto troppo male…” fece Ed, vedendo il pirata volare in alto a causa dell’urto, per poi ricadere a terra.

Tuttavia, con sua grande sorpresa, il ragazzo invece di restare a terra, rimbalzò in alto, sorridendo come se nulla fosse.

“C-Cosa?! Non si è fatto nulla!”

“Spiacente, ma io sono di gomma! Non puoi farmi male in questo modo!” rispose il pirata, per poi tirare indietro il braccio. “Gom Gom Pistol!”

Prima che Edward potesse capire cosa stesse per fare, Rufy fece il gesto di tirargli un pugno, anche se si trovava a parecchi metri di distanza, e con grande sorpresa dell’alchimista, il suo braccio s’allungò, fino a raggiungerlo e colpirlo in pieno, facendolo volare qualche metro indietro.

“P-Pazzesco… Può manipolare il suo corpo… come se fosse veramente di gomma! Ma è impossibile! Dovrebbe essere un homunculus per poterlo fare!”

“Homunculus?” ripeté Rufy. “È una cosa che si mangia?”

“Come faccio a sconfiggerlo? Qualunque mio colpo sarà inefficace…”

“Temo che tu ti sia dimenticato che hai due avversari da affrontare.” Disse la voce di Hikari alle sue spalle, costringendolo a voltarsi, giusto in tempo per ritrovarsi una sfera di fuoco puntata contro.

Edward abbassò subito le mani a terra, creando in tempo un muro che lo separò dall’esplosione, la cui forza d’urto fu comunque sufficiente a sbalzarlo nuovamente via.

“M-Maledizione…” fece, rialzandosi, ignorando un rivolo di sangue che gli scendeva dalla testa e osservando i due avversari. “Qui la situazione non è affatto buona… la mia alchimia è inutile… Non posso di certo ferirli mortalmente…”

“Cavoli…” disse il pirata, portandosi un pollice della mano in bocca, per poi cominciare a soffiare.

In pochi secondi, il suo braccio s’ingrandì a dismisura, diventando quello di un gigante.

Nello stesso instante Hikari preparò una sfera di ghiaccio.

‘Pensa Edward, pensa!’

Ma tutto ad un tratto, l’alchimista si ritrovò in un altro posto.

“Di nuovo qui?” chiese, osservando il mosaico ai suoi piedi.

“Ehilà Acciaio!” fece una voce alle sue spalle.

Edward si girò subito, ritrovandosi di fronte ad un uomo che indossava un’uniforme militare blu, con un paio di guanti bianchi sulle mani.

“Colonello? Che cosa ci fa qui?”

“Che domanda stupida. Prima di tutto, io non sono il vero Mustang, ma solo un’emanazione dei ricordi che hai di lui. Secondo… sono qui su sua precisa richiesta.”

“Richiesta di chi?”

“Non ti viene in mente nessuno? Dopotutto, stai sostenendo l’esame per diventare Master, no?”

Edward sgranò gli occhi.

“Vuoi dire… che è stata la Luce a inviarti qui?”

“Bingo. Le è sembrato che tu fossi piuttosto agitato, e così ti ha fatto prendere questa pausa. Un Master non deve solo dimostrare la sua forza. Deve dimostrare di poter usare il suo cuore come forza.”

“Cosa vuoi dire?”

“Direi che è piuttosto semplice, Edward.” Fece un’altra voce, mentre di fronte a lui appariva un altro uomo. “Devi riuscire a usare il tuo cuore come arma.”

“Hohenheim… ci sei anche tu, eh?”

“Allora Acciaio, cos’hai intenzione di fare? Ti arrendi?”

Ed rimase in silenzio per qualche secondo, per poi sorridere.

“Sapete… credo che vi siate dimenticati di un particolare…”

 

“Io sono il più giovane Alchimista di Stato!” urlò, ritrovandosi nuovamente di fronte a Rufy e Hikari.

Senza perdere un secondo, evocò il Keyblade, che venne subito circondato dai fulmini dell’alchimia, per poi partire a tutta velocità contro la custode.

Hikari scagliò subito la sfera, che però fu tagliata a metà da Ed, che le puntò contro il Keyblade.

“Niente di personale, ma temo di non avere altra soluzione.” Disse, creando una sfera di luce, che lo circondò completamente.

La Master fece giusto in tempo a portare la sua arma di fronte a sé, prima di essere scagliata via dal colpo di Edward, che le lanciò contro tutta la luce che l’aveva circondato.

“E ora pensiamo a te!” disse, facendo uscire dal Keyblade dei piccoli fulmini, per poi volare contro Rufy, che per tutta risposta si preparò a colpirlo con il pugno.

“Basta così!” urlò Yen Sid, facendo così fermare i due attacchi.

“Cosa? Ma se non ho ancora fatto nulla!” si lamentò Rufy.

“Non importa. Edward Elric: complimenti. Hai dimostrato di essere degno del rango di Master.”

L’alchimista spalancò gli occhi, lasciandosi cadere a terra.

“Complimenti.” Fece Hikari, mettendogli una mano sulla spalla. “Esame superato con successo.”

“Credevo sarebbe stato più difficile…”

“Io ho fame!!!” urlò Rufy, come se nulla fosse.

“Pazzesco come lui sia tranquillo…” fece Kagome.

“Basta perdere tempo.” Li interruppe Vegeta, facendosi avanti. “Vedi di darti da fare, moccioso. Detesto i combattimenti inutili, e non credere che mi tratterrò.”

“Lo stesso vale per me. Ti ho scelto come mio erede, ma non ci andrò leggero.” Fece Terra, affiancandolo, mentre Riku si faceva avanti, evocando il Keyblade.

“Beh, direi che è il momento di mettere alla prova la mia forza. Ho abbandonato l’Oscurità, e ora dimostrerò di essere degno della Luce!”

“Belle parole, ma non m’interessano!” urlò Vegeta, portando avanti le mani, tra le quali cominciò ad apparire una sfera d’energia, che pochi secondi dopo scagliò contro il custode, che la evitò volando, lasciando che esplodesse poco lontano, provocando uno spostamento d’aria.

“Cavoli… quel tipo non scherza…”

“E nemmeno io!” fece Terra, mentre il suo Keyblade si trasformava, diventando un cannone, dal quale uscì una sfera di luce diretta contro Riku, che dovette difendersi usando la sua arma, finendo comunque spinto diversi metri più in là.

“Non male come colpo.” Disse Vegeta, osservando il Keyblade di Terra tornare normale. “Ma niente di esagerato.”

Il custode sorrise.

“Non importa. Non cerco più il potere.”

“Davvero? Mi dispiace per te. Io invece continuerò a cercarlo fino alla fine. Fino a quando non avrò sconfitto Kakaroth!” urlò il Sayan, mentre i suoi capelli diventavano biondi.

“Cosa?” esclamò sorpreso Riku. “Un super Sayan?!”

“Non te l’aspettavi, vero moccioso? E ora muori!” disse Vegeta, mostrando il palmo di una mano.

Prima che il custode potesse reagire, dalla mano uscì un raggio d’energia, che lo colpì in pieno, provocando un’esplosione attorno a lui.

“Riku!” urlarono in contemporanea Sora e Kairi.

“Fantastico! Quello sì che è potere!” esclamò Black Star. “Quel tipo dev’essere molto forte!”

“Non ha la benché minima pietà…” fece Hikari. “Speriamo che Riku sia ancora vivo…”

“Tranquilla.” Rispose Dark. “Sono sicuro di sì.”

“E tu come fa ad esserne certo?” chiese la custode, vedendo solo in quel momento dei piccoli fulmini rossi ai piedi del custode, spalancando gli occhi per la sorpresa.

Quando la polvere dell’esplosione si diradò, Riku ne uscì malconcio.

I suoi vestiti erano andati distrutti in più punti: la sua giacchetta era ormai ridotta ad un colabrodo, mentre i suoi pantaloni lunghi erano ormai diventati corti.

“C-Cavoli…” fece. “Me la sono vista davvero brutta…”

“Complimenti, sei ancora vivo. Credevo che saresti stato disintegrato nel nulla…”

“Sono stato fortunato… Tutto qui…” rispose il custode, sorridendo.

“Interessante… Per essere un semplice umano, sei piuttosto forte… Ma vediamo fino a che punto resisterai…” disse, alzando anche l’altra mano.

Ma questa volta Riku agì subito.

Saltò subito in alto, evitando così il doppio raggio d’energia, che andò invece a esplodere poco lontano.

Poi, senza dare il tempo a Vegeta di preparare un terzo attacco, li puntò contro il Keyblade, dal quale uscì un raggio di luce, che colpì in pieno in Sayan, senza però causare troppi danni e lasciando giusto qualche graffio.

“Tutto qui?” chiese lui, mentre i suoi capelli tornavano neri, per poi girarsi. “Bah… E lui dovrebbe essere uno di quelli che hanno il compito di salvare l’universo? Tanto vale andarsene.”

“Sei sicuro? Potresti pentirtene.” Fece Terra.

“Se il massimo che è riuscito a farmi è qualche graffio, non ho motivo per combatterlo. Non c’è nemmeno gusto ad eliminarlo e dire che Kakaroth mi aveva detto che i custodi sono molto forti, e che uno di loro era riuscito a tenergli testa…”

“Ehi, tu! Guarda che io non sono ancora stato sconfitto!” urlò Riku, volandogli contro, con il Keyblade pronto a colpirlo.

Il Sayan, come se niente fosse si girò, evitando l’arma per pochi centimetri e colpendo con un pugno in pieno stomaco il custode, che sputò immediatamente sangue, per poi venire schiantato a diversi metri di distanza, rimanendo a terra.

Vegeta si avvicinò, per poi alzare una mano verso di lui.

“Detesto chi non si arrende… Sei un debole, perciò tanto vale che ti elimini ora. Sono rimasto piuttosto deluso…”

Detto ciò, creò una sfera d’energia, che lanciò contro il custode, che esplose.

 

 

Quando Riku riprese i sensi, ebbe la sensazione di trovarsi avvolto dall’acqua.

‘Dove mi trovo…?’ si chiese, aprendo lentamente gli occhi, senza riuscire a vedere comunque nulla, per poi richiuderli.

‘Capisco… sono di nuovo nell’oscurità… Alla fine, non sono riuscito ad eliminarla dal mio cuore…’

“Ti arrendi così facilmente? Certo che sei ben diverso dal Riku che conosco io…” disse una voce, poco lontana da lui.

Il custode spalancò gli occhi, guardandosi subito attorno.

“Chi sei?” urlò. “Dove sei?”

“Dietro di te.” Rispose la voce.

Riku si girò, ritrovandosi di fronte ad una ragazza circondata da una leggere luce.

“Jessie? Com’è possibile? Credevo fossi rimasta sul tuo mondo…”

“Spiacente, ma non sono la Jessie che conosci tu.” Rispose lei. “Vengo da un’altra dimensione e sai, lì sono piuttosto… legata con l’altro te…”

“C-Cosa vuoi dire?” domandò l’argenteo, arrossendo appena.

“Non è il caso di dirtelo… piuttosto, veniamo al sodo della questione: sei sicuro di volerti arrendere così? In fondo, potresti ancora vincere, no?”

“E tu come fai a saperlo? L’hai detto tu stessa che conosci un altro me…”

“Ed è per questo che ci sono anch’io.” Fece una seconda voce, che Riku faticò ad accettare.

Lentamente, dall’oscurità accanto a Jessie apparve un ragazzo dai capelli argentati, che circondò le spalle della compagna con un braccio.

“Chi meglio di te può conoscerti?” chiese lui, guardandolo divertito.

“Quindi tu sei…” mormorò.

“Siamo venuti qui dopo aver ricevuto una chiamata piuttosto strana da una sfera di luce. Ci ha detto che avevi bisogno di aiuto per superare un esame difficile…”

Mentre diceva ciò, il Riku accanto a Jessie alzò la mano libera, dalla quale uscì una sfera d’acqua, che volò verso l’altro custode, fermandosi di fronte a lui.

“È una parte del mio potere. Non posso donartelo tutto, ma se ti dimostrerai degno, riuscirai a riportarlo alla sua forza originale.”

“Che cos’è?”

“Lo scoprirai presto.” Rispose Jessie, chiudendo gli occhi. “Ora però è meglio che tu torni indietro. Non è bene che due dimensioni restino in contatto troppo a lungo.”

Mentre diceva ciò, sia lei che l’altro Riku cominciarono a scomparire nell’oscurità, lasciando nuovamente al buio il custode.

Riku riuscì ad individuare la sfera d’acqua di fronte a lui.

“Non so perché l’altro me stesso mi ha donato questa sfera… ma dubito che l’abbia fatto senza un motivo. Proviamo ad avere fiducia in me stesso!” esclamò, afferrandola con entrambe le mani.

 

 

Vegeta fece un ghigno divertito, mentre il fumo si levava, coprendo il cratere formatosi dopo l’esplosione.

“È finita.” Disse, girandosi.

Ma non appena fece il primo passo, sentì il rumore dell’acqua che s’infrangeva sotto di lui.

“Che cosa…?!” esclamò, girandosi.

La nube di polvere fu spazzata via da un colpo di vento, rivelando così una grossa fenice d’acqua, al cui interno si trovava Riku.

Con sorpresa di tutti, non sembrava avere alcun problema a respirare, e le sue ferite si stavano lentamente rimarginando, scomparendo come se non fossero mai esistite.

“Che razza di diavoleria è questa?” fece Vegeta.

Riku sorrise, per poi muovere un braccio, imitato subito dall’ala della fenice, la quale si diresse contro il Sayan, investendolo in pieno con un piccolo tsunami, facendolo soccombere alla sua forza.

“I-Impossibile!” urlò Vegeta. “Come può essere diventato così forte da trascinarmi via?!”

Terra sorrise.

“Sembra che abbia ricevuto un piccolo aiuto…” disse, usando per un attimo due toni diversi di voce.

“L’esame di Riku si conclude qui.” Esclamò Yen Sid. “Riku è promosso al rango di Master.”

Non appena ebbe pronunciato queste parole, l’onda s’infranse, subito seguita dalla fenice, che lasciò così libero Riku, che atterrò a terra senza difficoltà.

“Fantastico!” esclamò Sora, raggiungendolo assieme a Kairi. “Dove hai imparato quella magia?”

“Sarebbe troppo difficile da spiegare… credetemi…” rispose l’albino, sorridendo e guardandosi la mano destra. “Però… credo di dover ringraziare me stesso…”

“Uh? Cosa vuoi dire?”

“Ne parlerete dopo.” Fece Dark, raggiungendoli. “Ora dobbiamo procedere con gli altri esami.”

Mentre diceva ciò, Ventus e Haru raggiunsero il centro della piazza.

Kairi fece un respiro profondo, poi li raggiunse.

“Kairi, eh?” fece Ventus. “Sarà curioso affrontarti… in fondo, anche se per poco tempo, siamo stati entrambi ospiti dello stesso cuore.”

“Già, ma come puoi immaginare, non ho intenzione di farti vincere facilmente per questo.” Rispose la custode, evocando il Keyblade.

“Come vuoi… principessa.” Replicò Ventus, imitandola.

“Principessa?” chiese Haru, mentre impugnava la spada. “Non dirmi che è di sangue regale! Ho già avuto abbastanza problemi causati da quel tipo di sangue…”

“Anarchico?” domandò Ven.

“No, teorico principe di uno stato che è stato disintegrato cinquant’anni fa. È lo stesso?”

“Spiacente, ma nel mio caso, per principessa intende una persona dal cuore privo d’oscurità.” Fece Kairi.

“Nato privo d’oscurità.” La corresse Ven. “Altrimenti anch’io dovrei far parte della categoria, dato che quando Xehanort ha estratto Vanitas dal mio cuore, io sono rimasto privo di essa.”

La custode sorrise, per poi partire all’attacco.

Haru tirò fuori dalla tasca uno strano ciondolo, dalla forma simile a una croce greca, che applicò sulla spada, che cambiò subito aspetto, diventando meno larga e facendo apparire sulla lama la scritta ‘Explosion’.

“Niente di personale.” disse, parando il fendente della custode.

Prima che Kairi potesse fare qualcosa, fu percorsa da una serie di piccole esplosioni, che la scaraventarono indietro, mentre Haru arretrò solo di qualche centimetro, ignorando qualche piccola ustione sulle proprie mani.

“Forse ti ho fatto avvicinare troppo…” fece, mentre la spada tornava nuovamente alla sua forma originaria.

“Cavoli… che razza di spada è quella?” chiese la custode, rialzandosi.

Ma prima che potesse dire altro, fu costretta ad alzare il Keyblade, parando così un attacco di Ven.

Non appena i due Keyblade si scontrarono, il custode saltò all’indietro, per poi creare una sfera di fuoco, che scagliò contro Kairi, che rispose con una di ghiaccio, facendole così annullare a vicenda e creando una piccola nube di vapore che offuscò la vista alla custode.

Quando riuscì a tornare a vedere, i suoi avversari non erano più di fronte a lei.

“Dove sono-” ma s’interruppe, distratta da un rumore proveniente da cielo.

Sopra di lei, Ven e Haru stavano volando sopra una specie di skateboard gigante, con lo spadaccino pronto a colpirla.

Kairi alzò il Keyblade e chiuse gli occhi, preparandosi all’impatto.

Per qualche secondo, rimase come sospesa nel tempo.

Pochi secondi le sembrarono minuti interi.

“Usa la luce!”

Kairi spalancò improvvisamente gli occhi, facendo scomparire il Keyblade e alzando le mani verso i due avversari.

“Che cosa-?!” esclamò Haru, per poi notare gli occhi di Kairi.

Non erano più azzurri, ma bianchi, completamente bianchi.

Prima che lo spadaccino e il custode potessero fare qualcosa, attorno a loro apparvero decine di spuntoni di luce, che volarono contro di loro.

Il loro mezzo di trasporto s’illuminò, scomparendo e lasciandoli cadere, nella speranza di evitare di essere colpiti.

Tuttavia, con loro sorpresa, invece di scontrarsi tra di loro, gli spuntoni cambiarono direzione, seguendoli.

“Maledizione!” urlò Haru, mentre la sua spada cambiava forma, assumendo la stessa di prima.

Senza perdere ulteriore tempo, colpì uno degli spuntoni, causando così una serie di esplosioni a catena, che ebbero l’unico effetto di investire lui e Ven, facendoli sparire nell’esplosione.

“Ven!” urlarono insieme Terra e Aqua.

I due caddero a terra pochi secondi dopo, con il corpo ricoperto di varie ustioni.

Kairi si girò verso di loro, mentre i suoi occhi tornavano alla normalità, osservando Ventus rialzarsi a fatica.

“Basta così.” Ordinò Yen Sid, guardando sorpreso Kairi.

‘Com’è possibile?’ pensò. ‘Il potere che ha usato…’

“Mia madre ha donato parte del suo potere a Kairi.” Fece Dark, completando inconsapevolmente il ragionamento dell’ex Master.

“Come scusa?” chiese Riku.

“Mia madre ha aumentato i suoi poteri. Il che significa che ha qualcosa in mente per lei.”

“Come sarebbe a dire?” intervenne Kairi. “Io…”

“Non ha importanza. Stando così le cose, anche Kairi diventa Master del Keyblade.” Decretò Yen Sid, per poi girarsi verso Sora. “Ora tocca a te, prescelto del Keyblade. Tu sei l’unico tra i presenti che ha ricevuto il Keyblade senza averne mai visto uno prima. Perciò tu sei da considerare come il vero custode, il prescelto della Luce. Sei pronto per sostenere la prova?”

Sora annuì, per poi dirigersi verso il centro della piazza, seguito da Aqua e Natsu.

“È passato molto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti…” cominciò la Master. “Allora ti dissi che avresti dovuto riportare Riku sul sentiero della luce, salvandolo dalle tenebre, e così hai fatto. Ora, io ti sottoporrò al tuo esame più importante. Preparati.” Concluse, evocando due Keyblade.

Uno grigio e uno blu.

“Io sinceramente non ci ho capito molto, ma pare che quest’esame sia molto simile a quello per diventare un mago di rango S, perciò non ci andrò leggero!” esclamò Natsu, facendo sbattere tra di loro i pugni.

“Non chiedo di meglio. Mostrerò tutte le mie capacità, senza chiedere aiuto a nessuno!” rispose il custode.

“Cominciate!” disse infine Yen Sid.

Sora scomparve subito alla loro vista, riapparendo alle loro spalle con una sfera di fuoco, che scagliò subito contro i due.

Aqua alzò i Keyblade, avvolgendosi così con una barriera cristallina, che la salvò dalle fiamme, che invece investirono in pieno Natsu, facendolo scomparire tra di esse.

“Fuori uno.” Fece Sora, per poi rimanere a fissare le fiamme.

Con sua sorpresa, esse cominciarono a essere aspirate in un punto preciso, scomparendo velocemente.

Quando scomparvero, Natsu riemerse dietro quelle poche rimaste, che finirono pochi secondi dopo nella sua bocca.

“Ottime fiamme, complimenti. Tra le più buone che abbia mai mangiato.” Disse il mago, sorridendo e pulendosi la bocca con la mano.

“Ti sei… mangiato il fuoco?!” esclamò sorpreso il custode.

“Certo. Io sono come un drago… un Dragon Slayer per la precisione. Il fuoco con me non ha effetto, anzi, mi potenzia. E ora lascia che ti dimostri cos’è il vero fuoco!”

Dopo aver detto ciò, cominciò ad aspirare aria, per poi chiudere le mani a pugno, lasciando un piccolo spazio tra i palmi e mettendole una dietro l’altra davanti alla bocca, come se stesse impugnando una cerbottana.

“Ruggito del Drago di Fuoco!” urlò, facendo uscire dalla bocca un tornado di fiamme, diretto contro Sora.

Il custode lanciò subito una sfera di ghiaccio, che però fu inglobata dal tornado come se niente fosse.

“Maledizione!” urlò, lanciando attorno a sé una barriera, giusto pochi instanti prima di essere colpito.

Ma con sua sorpresa, la barriera cominciò subito a incrinarsi, per poi infrangersi e lasciandolo alle fiamme, che lo investirono in pieno, ustionandolo in più punti e scaraventandolo diversi metri più in là, dove atterrò rovinosamente.

“D-Dannazione… è forte…” fece, rialzandosi e facendo per lanciarsi contro una magia curativa.

Ma prima che potesse farlo, Aqua apparve di fronte a lui, con una mano alzata, che abbassò subito.

Sotto i piedi di Sora apparve una pozza d’acqua che pochi secondi dopo lo scaraventò in aria, come se fosse stato un geyser.

Subito dopo, una serie di fulmini lo compirono in pieno, facendolo precipitare a terra.

“Voi custodi potete usare così tanti tipi di magie?” chiese Natsu, avvicinandosi a Aqua, che annuì. “Incredibile… il vecchio farebbe carte false per avere uno di voi nella gilda, ne sono sicuro…”

“Immagino fosse un complimento… Comunque è finita.” Rispose Aqua, girandosi.

“F-Fermi…” disse Sora, rialzandosi a fatica e barcollando.

In diversi punti, nonostante l’acqua, fumava ancora per l’alta temperatura a cui era stato sottoposto, e i suoi occhi erano celati dietro i capelli, che erano scivolati avanti.

“Io… non mi sono ancora arreso…” continuò, evocando il Keyblade.

“Sei resistente. Sono pochi quelli che riescono a parlare subito dopo aver ricevuto un mio colpo.” Fece Natsu, avvolgendo le proprie mani con il fuoco, per poi lanciarsi all’attacco.

Ma con sua sorpresa, Sora lo fermò usando una sola mano.

“Basta scherzare…” disse, alzando la testa e guardandolo con occhi fermi e determinati.

Prima che Natsu potesse fare qualcosa, le sue fiamme cominciarono a trasferirsi sul corpo di Sora, avvolgendolo completamente, ma lasciandolo illeso.

“Che cosa…!”

Qualunque cosa Natsu volesse dire, fu interrotta da un pugno del castano, che lo colpì in pieno volto, scagliando contro la porta del castello, che cadde assieme al mago.

Sora cominciò ad ansimare, mentre le fiamme scomparvero nel nulla.

Aqua lo guardò, mentre si girava verso di lei, con il Keyblade ancora abbassato.

“Io… continuerò… se mi dovessi arrendere ora… non avrei speranze nella guerra…” disse il custode.

Aqua sorrise, per poi lanciare sul ragazzo una magia curativa, che guarì completamente le sue ferite.

“Esame superato. Hai la determinazione sufficiente per il rango di Master e so che riuscirai a non trasformarla in oscurità.

Sora la guardò sorpreso, per poi lasciarsi cadere a terra.

“Allora è finita… Siamo tutti Master ora…” disse, sorridendo.

“Non è esatto.” Fece Dark, raggiungendoli.

“Manca ancora il più grande di tutti!” urlò Black Star, saltando dal margine della piazza direttamente al centro di essa, di fronte a Dark.

“Quindi tocca anche a me…” fece Taito, raggiungendoli. “Cavoli… non ho neppure un’arma da usare…”

“Se vuoi, posso creartela io.” Propose Dark.

“No… userò le mie conoscenze del karate… tanto non cambierà molto…”

“Come vuoi.”

“Ehi, voi, non sottovalutatemi!” urlò Black Star, per poi alzare un dito verso il cielo. “Io sono colui che supererà le divinità!”

“Allora, Taito…” fece Dark, ignorandolo. “Se sei stato scelto, significa che non sei un comune essere umano, vero?”

“Beh, non proprio… diciamo che sono molto difficile da sconfiggere… Perciò usa pure i tuoi attacchi più potenti senza preoccuparti per me.”

“Se lo facessi, questo mondo scomparirebbe nel nulla… Hai sentito, no? Io sono l’incarnazione stessa dell’Equilibrio… Annienterei Black Star e tutti gli altri qui presenti.”

“Come se tu potessi battermi! Ti sconfiggerò, dimostrando a tutti la mia superiorità!”

“Buona fortuna allora.” Rispose il custode.

“All’attacco!” urlò Black Star, partendo a tutta velocità contro Taito. “Prima occupiamoci dei più deboli! Un colpo e sarà K.O.!”

Prima che uno dei due potesse fare qualcosa, l’assassino colpi in pieno stomaco Taito con un pugno, facendo apparire attorno a lui decine di sfere nere, sopra le quali erano incisi degli ideogrammi.

Il ragazzo spalancò la bocca per il dolore.

Poi, come se niente fosse, il suo corpo esplose, ricoprendo Black Star di sangue e facendo volare la testa del ragazzo ai piedi di Kagome.

La ragazza abbassò lentamente il volto, incrociando per qualche secondo gli occhi vuoti dell’avversario di Black Star, per poi cadere a terra, faticando a non perdere i sensi per lo spavento.

“Cosa?!” esclamò sorpreso l’assassino. “Nessuno era mai esploso per questo colpo!”

“E aveva pure detto che era difficile da sconfiggere…” fece Sora, deglutendo.

“Ehi…” disse una voce.

Tutti cominciarono a guadarsi attorno, cercando di capire da dove provenisse.

“Sono quaggiù!”

Kagome voltò nuovamente lo sguardo verso la testa di Taito, i cui occhi erano nuovamente vivi, e si muovevano velocemente come per capire dove si trovasse.

“È rimasto qualcosa del mio corpo o solo la testa?” chiese.

Kagome stavolta cadde a terra svenuta.

“È- È ancora vivo?!” urlò Black Star, mentre attorno alla testa del ragazzo apparivano diversi cerchi magici.

In pochi secondi, dalla testa riapparve il resto del corpo, lasciando così che il ragazzo si rialzasse.

“E sono a meno una…” fece, guardandosi il palmo della mano sinistra, sulla quale era apparso uno strano disegno, e di cui una parte si stava dissolvendo.

“Com’è possibile?!” gli gridò contro l’assassino. “Ti ho visto esplodere davanti ai miei occhi… il tuo sangue mi ricopre ancora i vestiti! Come puoi essere vivo e intero?!”

“Spiacente… ma sono immortale.” Rispose il ragazzo.

“Immortale?” fece sorpreso Edward. “Senza essere una pietra filosofale o un Homunculus? Cavoli… Ling avrebbe fatto di tutto per scoprire il suo segreto…”

“Beh, non è che non posso morire…” disse Taito, mostrando il palmo della sua mano. “Ho a disposizione sei vite ogni quindici minuti… Quindi al momento posso morire altre cinque volte.”

“Davvero?” domandò Black Star, sorridendo. “Interessante… Vediamo se riuscirò a sconfiggerti in questo lasso di tempo allora!”

“Temo che tu stia dimenticando un piccolo particolare…” fece Dark, preparando una sfera di fuoco. “E cioè che questo combattimento è uno contro due.”

Prima che l’assassino potesse reagire, gli scagliò ai piedi la sfera, provocando un’esplosione che lo fece volare in aria, dove venne intercettato da Taito, che avvolse la sua mano destra con un’aurea azzurra, con la quale colpì in pieno Black Star, che venne rispedito a terra, mentre la parte superiore del corpo dell’immortale esplose, per poi ricomparire qualche secondo dopo.

“E meno due…” fece, osservando sparire un altro pezzo del simbolo sul palmo. “Ma quest’attacco è così…”

“M-Maledizione… è più forte di quanto credessi…” disse Black Star, rialzandosi, sputando a terra del sangue e spostando lo sguardo verso i due avversari, mostrando così che ora nelle sue pupille era apparsa una stella.

“E quello cosa significa?” chiese Taito.

“Semplicemente finirò di scherzare.” Rispose l’assassino, per poi evocare il Keyblade e sparire alla loro vista.

“Oh, finalmente comincia a fare sul serio.” Commentò Lea, sorridendo. “Ora sì che è un avversario temibile.”

“Cosa vuoi dire?” domandò Kairi.

“Black Star, come avrete visto, è un po’ particolare. Quando vuole, però, sa il fatto suo. È riuscito a mettermi in difficoltà, quando è entrato in questa… modalità.”

Come infatti diceva l’ex Nessuno, Black Star riapparve alle spalle di Dark, cercando di colpirlo.

Ma il custode si girò, afferrando il Keyblade con le mani e mollando un calcio nello stomaco all’avversario, facendolo volare via.

“Dovrai fare di meglio per colpirmi. Ricordati con chi hai a che fare. Non sottovalutare il tuo avversario.”

Black Star si rialzò, rievocando il Keyblade.

‘Maledizione…’ pensò. ‘È veramente forte… come posso sconfiggerlo? Tsubaki… se solo ci fossi tu…’

Ma senza rendersene conto, il paesaggio attorno a lui cambiò radicalmente, ritrovandosi in piedi sopra uno specchio d’acqua viola, dal quale uscivano diversi alberi, i cui rami li facevano somigliare a uomini stilizzati.

Alle sue spalle, una luna nera, con occhi, naso e una bocca aperta in un ghigno, che si stagliava su un cielo bianco.

“Questo posto…” fece, guardandosi attorno.

“Ciao, Black Star.” Disse una voce alle sue spalle.

L’assassino spalancò gli occhi, girandosi.

Di fronte a lui c’era Tsubaki, i cui vestiti ora erano azzurri come i capelli del custode, che lo guardava sorridendo.

“T-Tsubaki…” balbettò Black Star, incredulo. “Tsubaki, sei proprio tu?!”

La ragazza annuì con un sorriso.

“Bentornato.” Disse, poco prima di ritrovarsi avvolta da un abbraccio del suo maestro.

“Che bello, sei viva! Credevo che… che…”

“B-Black Star… Ma cosa ti prende?” chiese lei sorpresa.

“Temevo… di non rivederti più… Come hai fatto a salvarti?”

“Beh… ecco…”

“Sono intervenuta io.” Rispose una voce.

Accanto a loro, apparve dal nulla la figura di una donna vestita con una tunica dorata e i capelli color oro, agitati come l’acqua di un fiume, che ricadevano delicatamente sulle sue spalle libere dal vestiario. Il suo viso invece, era impossibile da definire perché era celato da un leggero velo bianco, sorretto da una sottile tiara, poggiata sul suo capo.

“E tu chi sei?” chiese l’assassino, senza però fare nulla.

La donna sorrise.

“Credo che tu conosca la risposta. Ho salvato io Tsubaki, ma aveva comunque subito ferite gravi, perciò le ho apportato qualche modifica.”

“Modifica? In che senso?”

“Diciamo che mi ha aggiornato.” Rispose la ragazza. “Ora posso tornare ad essere a tutti gli effetti la tua arma. Ora il mio aspetto principale è quello del tuo Keyblade.”

Black Star si girò verso di lei con gli occhi spalancati.

“Cosa?! Davvero?”

“Già.” Rispose la donna. “Ora il tuo Keyblade e Tsubaki sono la stessa cosa. Tutte le sua modalità si sono aggiunte al Keyblade, quindi cerca di non fallire nel tuo prossimo compito.”

Detto ciò, attorno alla donna cominciò ad apparire della luce, che divenne sempre più forte.

“E ora… è il momento di ripristinare questo mondo.” Concluse, scomparendo alla vista dei due.

 

 

Black Star fu improvvisamente avvolto da una forte luce.

“E ora cosa sta succedendo?” chiese Sora, mentre la luce si diffondeva velocemente ovunque.

“Questo potere…” fece Aqua, girandosi verso il castello, che stava venendo anch’esso avvolto dalla luce, poco prima che essa accecasse tutti quanti.

Quando scomparve, tutti sgranarono gli occhi.

Il pavimento, prima rovinato, era stato riportato al suo aspetto originario.

L’oscurità che avvolgeva il cielo era scomparsa, lasciando un cielo blu trapunto di stelle.

E il castello ora era nuovamente intero, con tutte le parti che erano andate distrutte, ora nuovamente al loro posto.

“Il mondo… Il nostro mondo…” fece Ventus.

“È tornato al suo antico splendore!” completò Terra.

Poco lontano, Dark osservò Black Star.

“Capisco… così, alla fine è intervenuta in prima persona…” disse, sorridendo, per poi tendere un braccio verso l’avversario. “Taito, allontanati. Per te lo scontro finisce qui.”

“Cosa?! Perché?”

“Non sopravvivresti.” Rispose lui semplicemente.

“L’hai detto tu…” fece Black Star, sorridendo. “Non sottovalutare l’avversario! Tsubaki, modalità Keyblade Incantato!”

Subito dopo aver detto ciò, attorno al Keyblade apparvero decine di linee nere, che lo avvolsero, raggiungendo anche le mani del custode, circondando anche lui.

Prima che Dark potesse fare qualcosa, un secondo Black Star apparve alle sue spalle, che lo colpì con un pugno, allontanandolo di qualche metro.

“Non puoi sconfiggerci!” urlò l’assassino.

“Non male, lo ammetto.” Rispose l’incarnazione dell’equilibrio, rialzandosi. “Va bene. Esame superato.” Decretò.

Black Star, che stava per attaccarlo nuovamente, si fermò a mezz’aria.

“Cosa?! Così?!” esclamò.

“Come per Kairi, anche tu sei stato riconosciuto da mia madre. Se ti ha donato nuovamente la tua arma, significa che anche per te ha grandi progetti e sei riuscito a colpirmi. Ora che ho tutti i ricordi dei miei reali poteri, non era per niente facile farlo. Certo, non ho dato il meglio di me, ma un novellino non sarebbe riuscito nemmeno ad avvicinarsi.”

“Molto bene allora!” fece Yen Sid, avvicinandosi, assieme a tutti gli altri. “L’esame si conclude qui. Sora, Riku, Kairi, Edward Elric, Black Star. Complimenti, Master del Keyblade.”

I cinque sorrisero.

“E ora seguitemi. Ho un dono per tutti voi. Anche voi, Dark e Hikari.” Disse, per poi voltarsi verso Terra, Ventus e Aqua.

“Voi invece?”

“Resteremo qui. Ci alleneremo e quando la guerra comincerà, vi raggiungeremo.” Rispose la Master.

“Io… vorrei rimanere qua con voi.” Fece Kagome, rivolgendosi ai tre. “Voi siete in grado di insegnarmi ad usare la magia, vero?”

I tre la guardarono sorpresa.

“Perché vuoi imparare ad usare la magia?” chiese Terra.

“Voglio rendermi utile, ma i miei poteri al momento sono limitati, e nella guerra non servirebbero a molto.”

“Interessante…” commentò Lea. “Direi che potrei rimanere anch’io… Potrei aiutarti… se sono riuscito ad addestrare quel testone di Black Star, con te avrò vita facile.”

“Black Star non è un testone!” disse una voce, poco prima che il Keyblade dell’assassino s’illuminasse, lasciando il posto a Tsubaki. “Solo… è un po’ esaltato…”

Ma l’arma si fermò, notando lo sguardo di molti verso di lei.

“Ehm… che c’è?” chiese.

“Ma da dove sei uscita tu?!” esclamò Pan, indicandola. “E chi sei?!”

“Lei è Tsubaki.” Rispose Black Star, sorridendo. “La mia arma, l’unica in grado di stare al fianco di una divinità come me!”

“Aspetta… vuoi dire che la tua spada in realtà è una persona?!” domandò Natsu sorpreso. “Ma com’è possibile?!”

“Nel nostro mondo funzionava così. Ognuno aveva un partner, il quale poteva trasformarsi in un’arma.”

“Ma come mai è un Keyblade?” chiese Riku.

“Immagino ci sia lo zampino di mia madre anche in questo.” Rispose Dark, per poi aprire sei varchi. “Ma ora, direi che è il momento che ognuno torni nel suo mondo.”

“Tsk. Non è che mi sia divertito molto…” fece Vegeta, attraversando il varco di fronte a lui.

“Io invece sì! Non vedo l’ora di raccontarlo alla mia ciurma!” urlò Rufy, lanciandosi in quello davanti a sé.

“Bah… io ho solo perso due vite… per fortuna il quarto d’ora è quasi passato…” disse Taito, sparendo anche lui.

“Io invece lo voglio raccontare subito a Happy! Sono sicuro che morirà d’invidia!” disse Natsu, attraversando il quarto varco.

“Mentre io dovrò inventare una buona scusa… Se Elie scopre che sono stato qui, come minimo mi riduce in fin di vita…” sospirò Haru, attraversando il quinto.

Di fronte ai custodi rimase il sesto.

“Io credo verrò ancora con voi.” Disse Pan, sorridendo. “Ho ancora tante cose da imparare… e l’alchimia al momento è l’arte che m’ispira di più.”

“Non varrai mica che mi metta a farti da insegnante, vero?” domandò Edward sorpreso.

“Che c’è, Master? Paura?”

“Io? Figuriamoci! L’unico timore che ho è Winry… se viene a sapere che ho viaggiato con te, mi riempie la testa di bernoccoli con quella sua maledetta chiave inglese…” fece lui, attraversando il varco assieme agli altri.

 

 

“Che cos’è quella cosa?!” urlò Kid, indicando la torre di Yen Sid.

“Direi una casa…” rispose Soul, sbadigliando. “Anche se non ho capito cosa ci facciamo qui…”

“Cretini!” fece Excalibur. “Vi ci ho condotti io per salvarvi. L’oscurità vi stava conquistando!”

“Però non vedo Black Star e Tsubaki… Dove possono essere finiti?” domandò Maka, guardandosi attorno.

“Chi se ne importa?!” gridò Kid, portandosi le mani alla testa. “Quell’orrore continua a perseguitarmi! Devo rimediare! Liz, Patty, trasformatevi!”

Ma prima che le due ragazze potessero fare qualcosa, di fronte a loro apparve un varco.

“La tua paura è infondata. In fondo, ti ho solo chiesto di farmi da maestro, nient’altro.” Disse Pan, portandosi le mani dietro la testa.

“Concordo.” Aggiunse Black Star. “Cos’hai da temere? Di certo questa Winry non sarà tanto pericolosa, no?”

“Voi non la conoscete…” rispose l’alchimista, sospirando prima di fermarsi di fronte ai cinque ragazzi e a Excalibur.

“Black Star?!” fecero questi, guardando l’assassino. “Tsubaki?!”

“E voi cosa ci fate qui?” chiese lui, preparandosi a combattere. “Ne volete ancora?”

“Cretino!” urlò Excalibur. “Non sono più senza controllo.”

“Black Star!” urlò Kid, per poi indicare la torre. “Tu sai di chi è quella… cosa?!”

“È casa mia.” Rispose Yen Sid, con voce severa. “E se alzerai un solo dito contro la mia torre, ti scaraventerò in un mondo totalmente asimmetrico.”

Il ragazzo si pietrificò a quella risposta.

“Prima di darvi il mio regalo, vi dirò i vostri compiti.” Disse il mago. “Edward, Pan. Vorrei che voi continuiate da soli il vostro viaggio. Soccorrete i mondi che trovate in difficoltà. Lo stesso voglio che facciano anche Dark e Hikari, che in un primo momento dovranno accompagnare Black Star e Tsubaki. Sora, Riku, Kairi: voi invece andrete alla Città di Mezzo, assieme a Topolino, Paperino e Pippo, e addestrerete i sopravvissuti a combattere. A questo punto, dobbiamo avere più persone possibili dalla nostra parte, custodi e non.”

“Ricevuto!” risposero i custodi.

“Sì può sapere cosa sta succedendo?!” esclamò Soul.

“Avete di fronte a voi il nuovo Master del Keyblade, colui che supererà tutte le divinità!” rispose Black Star, puntando l’indice verso il cielo.

“Master del Keyblade?” ripeté Maka. “Aspetta… ma non è lo stesso titolo che Aqua ha detto di avere in quel messaggio?”

“Precisamente! E ora io sono al suo stesso livello!” rispose l’assassino, lasciando che i suoi amici spalancassero la bocca sorpresi e increduli.

“Ora basta parlare.” Disse Yen Sid, attirando nuovamente l’attenzione verso di sé. “Ho fatto preparare per tutti voi nuovi vestiti. Questi hanno diverse magie al loro interno, che sortiranno da scudo. Inoltre, potranno ripararsi da soli se dovessero venire danneggiati durante degli scontri.”

Dopo aver detto ciò, il mago schioccò le dita.

I vestiti dei sette custodi s’illuminarono, per poi venire sostituiti dai nuovi.

Dark si ritrovò un paio di pantaloni neri, accompagnati da una maglietta a maniche corte bianca con disegnato in nero sul davanti e sul retro il suo ciondolo, che ora si trovava attorno al suo collo con una collana argentata.

Hikari invece ebbe dei pantaloni lunghi azzurri, assieme ad una maglietta a maniche lunghe blu.

I vestiti di Sora invece rimasero sullo stesso modello, tornando però ai colori simili a quelli della sua prima avventura, con delle bretelle bianche che formavano una X sul petto.

Quelli di Riku invece rimasero pressoché invariati, limitandosi a cambiare colore ai jeans.

Kairi invece aveva una maglietta a maniche corte bianca, con disegnato sulla schiena un cuore; e un paio di pantaloncini rossi come i suoi capelli.

Black Star invece mantenne lo stesso tipo di vestiti, solo che ora erano completamente azzurri, con una stella d’oro sulla schiena e davanti.

E infine Edward si ritrovò con pantaloni lunghi e maglietta a maniche corte neri, con un mantello color oro che lo avvolgeva.

“Wow!” fece quest’ultimo, osservando il suo nuovo look. “Fantastici!”

“Concordo!” urlò Black Star. “Ora sì che sono una vera stella!”

Dark sorrise.

“Molto bene allora. Meglio non perdere altro tempo. Grazie di tutto, Yen Sid.” Disse, inchinandosi, per poi aprire un varco e rivolgersi ai suoi compagni di viaggio.

“Pronti?”

Tutti e tre annuirono.

“Andiamo anche noi.” Fece Edward, imitandolo, mentre Pan lo raggiungeva.

“Buona fortuna allora.” Disse Sora, salutandoli. “Ci vediamo presto!”

“Certo!” risposero tutti, sparendo poi nei varchi.

   
 
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