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Autore: Saralasse    21/12/2011    9 recensioni
[...]Una sensazione di pericolo l’aveva colta quando aveva inserito la richiesta fra le altre sul tabellone delle missioni, tuttavia si era detta che non poteva essere niente di reale, non era una missione complessa e il villaggio da cui giungeva si trovava nei pressi della città.[...] Una nuova storia sulla mia coppia preferita, NaLu naturalmente! Enjoy it ;)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Natsu aveva seguito Succuba senza esitazioni e ora lei lo stava guidando verso lo stesso villaggio di Wisteria che Lucy avrebbe dovuto raggiungere quando era sparita. La cosa infastidì non poco il Dragon Slayer che continuava a dare dello stupido a se stesso e a tutti i membri della gilda per non averla trovata prima; possibile che fosse tanto vicina e non l’avessero trovata?!

Succuba dal canto suo, non aveva quasi più parlato durante tutto il tragitto, se non per rispondere “No” al continuo chiedere di Natsu “Siamo arrivati?”. Sembrava che niente la scalfisse, nemmeno l’essere oggetto delle continue attenzioni degli uomini che non potevano fare a meno di fissare più a lungo possibile quel corpo tanto esposto ai loro sguardi lascivi.

Quando imboccarono lo stesso sentiero che aveva portato via Lucy, Natsu strinse i pugni in una morsa ferrea… la stessa nella quale avrebbe stretto lei quando l’avesse rivista perché non intendeva lasciarla andare mai più. Sei mesi senza di lei erano stati i più penosi della sua vita, e dire che credeva di aver toccato il fondo alla scomparsa di Lisanna; eppure, perdere Lucy, entrare nella sua casa sperando di sentirla strillare di non intrufolarsi, dormire nel suo letto sperando al mattino di ritrovarsi fra le braccia lei e non il suo cuscino, era stato troppo da sopportare. Un sorriso gli incurvò le labbra al pensiero che presto tutto questo sarebbe stato soltanto un ricordo: triste ma pur sempre qualcosa da lasciar smarrire nel passato.

“Siamo quasi arrivati”, disse finalmente Succuba. “La mia padrona desidera ardentemente incontrarti. Sono certa che non ne resterai deluso”.

“Non mi interessa. Voglio solo che mi dica dove si trova Lucy”.

“Abbi fiducia, la incontrerai prima di quanto pensi”.

Succuba guidò Natsu lungo le strade di Wisteria, stranamente affollate sebbene il tramonto fosse passato da un pezzo; lo stomaco del mago gli ricordò penosamente che non aveva messo niente sotto i denti da quando erano partiti quella mattina.

“Ehi Succuba, spero che Angela abbia qualcosa da mangiare per me”.

“Si chiama Angĕlus, cerca di ricordarlo”.

Natsu sbuffò sonoramente seguendo la donna all’interno di una casa spaziosa ma sobria al centro di Wisteria. Non appena ebbero varcato l’ingresso, un uomo alto e massiccio si fece loro incontro, fermandosi a pochi passi di distanza. Indossava una lunga e ampia cappa nera che copriva interamente il suo corpo, lasciando fuori soltanto la testa. Il cranio completamente rasato e le sopracciglia perennemente aggrottate a ombreggiare gli occhi verdi, ardenti come fuochi fatui, gli conferivano un aspetto tutt’altro che amichevole.

“Sei in ritardo Succuba”.

“Non avevo limiti di orario mi pare. Dov’è Angĕlus?”.

“Nel salone”, fu la laconica risposta dell’uomo che si dileguò nell’oscurità dell’androne.

Succuba alzò le spalle, apparentemente indifferente a quell’atteggiamento e si voltò a guardare Natsu con un strano sorriso sul volto.

“Seguimi”, disse, il tono insolitamente gentile come non era più stato dopo la loro partenza.

Il Dragon Slayer annuì e si incamminò seguendo i passi di Succuba lungo un corridoio che gli parve infinito tanta era la voglia di vedere la persona che avrebbe potuto condurlo da Lucy; finalmente, la sua accompagnatrice si fermò e aprì la porta davanti a loro, rivelando un ambiente luminoso e caldo, a giudicare dal tepore che giungeva dalla soglia.

“Entra, Natsu”, disse precedendolo all’interno, e si avvicinò a una poltrona chinandosi a parlare con la persona che vi sedeva.

Natsu esitò qualche secondo prima di entrare anche lui e si fermò nel bel mezzo della stanza, aspettando che Angĕlus si facesse vedere. Succuba fece un passo indietro e la donna con la quale aveva scambiato non più che poche battute si alzò, voltandosi perché lui potesse vederla. Il mago sbarrò gli occhi, incredulo dinanzi a quel viso che da mesi tormentava il suo sonno.

“Lu…”, fu l’unico suono che uscì dalla sua gola strozzata.

 

Natsu non poteva crederci: dopo quasi sei mesi di agonia, passati a tormentarsi nel rimorso di non averla salvata, Lucy era lì, ferma a pochi passi da lui. Gli sorrideva e non potè reprimere l’impulso di stringerla.

“Natsu. È passato molto tempo…”.

Non lasciò che terminasse la frase, raggiungendola in poche falcate e abbracciandola, ripromettendosi di tenerla stretta per sempre, preso dall’irrazionale timore di perderla di nuovo se soltanto si fosse allontanata di un passo da lui.

“Lu… ti ho cercata tanto… tanto, ma non riuscivo a trovarti”, sussurrò fra i suoi capelli d’oro. Quanto gli era mancato svegliarsi in piena notte per il solletico che gli facevano sul viso!

Lucy alzò le braccia a sua volta, stringendo a sé Natsu, e chiuse gli occhi. “Anche tu mi sei mancato”.

“Perché non sei tornata, eri così vicina!”, esclamò Natsu senza muoversi dalla sua posizione.

Un lampo di panico attraversò gli occhi di Lucy che guardò Succuba prima di rispondere. “Ecco… è una storia lunga Natsu… non ti va di mangiare qualcosa prima?”.

Il mago sollevò la testa mostrando il suo solito sorriso a Lucy e le posò una mano sul viso. “Sì, hai ragione, ne parleremo dopo… abbiamo tutto il tempo che vogliamo ed io ho molta fame in effetti”, disse mentre il suo stomaco confermava rumorosamente e suscitava le risa di lei.

“Va bene allora! Succuba, ci faresti portare qualcosa?”, chiese facendo per scostarsi dall’abbraccio ma Natsu la trattenne, rafforzando la presa.

“Dove vai?”.

“Non volevi mangiare?”, chiese Lucy, confusa da quel suo atteggiamento.

“Voglio mangiare ma non voglio lasciarti!”.

“Non vado da nessuna parte, mi siedo accanto a te”.

Natsu la strinse più forte, baciandole la fronte. “No Lu… voglio stare così”.

Lucy sorrise e si rassegnò all’idea di rimanere seduta sulle sue gambe durante tutta la cena e anche dopo; Natsu distoglieva lo sguardo da lei soltanto il tempo necessario per individuare le cibarie sulla tavola apparecchiata per loro, e pretese di tenerla fra le braccia anche quando sedettero vicino al camino, acceso nonostante la stagione non fosse tanto avanzata. Ora che l’aveva finalmente con sé, la stanchezza di quell’interminabile giornata si faceva sentire ma il mago non intendeva cedere al sonno.

“Me lo dici adesso perché non sei tornata?”.

“Domani. Riposa adesso”, disse Lucy tendendosi a baciargli le palpebre già socchiuse, e Natsu crollò addormentato con la testa sulla sua spalla.

Succuba si avvicinò, appoggiandosi con gli avambracci allo schienale e guardò i due con un’espressione divertita.

“Ci sei riuscita finalmente, Angĕlus”.

Angĕlus si sciolse dall’abbraccio, alzandosi in piedi e stiracchiandosi. “E’ coriaceo, non credevo che avrebbe impiegato tanto a cedere al mio incantesimo del sonno”.

“Cosa facciamo con lui?”.

“Mi serve, lo sai bene. E mi serve in forma quindi guai a voi se doveste torcergli un solo capello. Chiama Incŭbo e portatelo di sopra”.

Succuba appoggiò il mento nell’incavo della mano. “Questa sera te la sei cavata ma come pensi di convincerlo a fare quello che vuoi? Non impiegherà molto a capire…”.

“Succuba!”, esclamò furente Angĕlus. “Ti ho dato un ordine, mi hai sentita?!”.

Succuba sussultò, la paura visibile nei suoi occhi di ghiaccio, e si sollevò, accennando un inchino. “S-si, ti chiedo scusa”, disse rimanendo a testa bassa anche mentre usciva dalla stanza.

Angĕlus si avvicinò al camino, fissando le fiamme che ebbero un guizzo. ‘Presto... manca poco Pravus. Una settimana soltanto e il Numero Bestiae sarà compiuto’.

“Angĕlus”, la chiamò una voce maschile.

“Portalo di sopra Incŭbo. E lo ripeto, non osate sfiorarlo con un dito o vi farò rimpiangere le fiamme dell’inferno come docili carezze”.

 

Quando Makarov era rientrato alla gilda, quella sera, non osava sperare che ci fossero notizie di Lucy: dopo i sette anni passati su Tenrou, sotto l’effetto di Fairy Sphere, aveva quasi creduto che ormai i suoi amati figli fossero invincibili, intoccabili da tutto se in qualche modo erano sopravvissuti persino ad un attacco di Acnologia. La scomparsa di Lucy aveva rimesso in discussione tutte le sue certezze, dissipato quell’euforia che si portava dietro dal loro ritorno, ritorno che non credeva nemmeno ci sarebbe stato per lui.

Ma nel sentire da Mirajane le novità circa la presunta ricomparsa della giovane maga, aveva quasi desiderato tornare a Tenrou e pregare Acnologia di terminare quello che aveva iniziato perché i suoi ragazzi non potevano; non avevano potuto inconsapevolmente dare il via a qualcosa che avrebbe definitivamente cancellato ogni forma di vita dal mondo.

“Master… cosa c’è che non va?”, chiese la voce gentile di Mira.

“Succuba. Sei sicura che il nome fosse questo?”.

Mirajane annuì, senza distogliere lo sguardo dal viso preoccupato di Makarov. “Si, ne sono sicura. C’è qualche problema?”.

“Ben più che qualche problema. Succuba è un nome maledetto, una sola può portarlo. Un essere che non è di questo mondo, l’araldo di qualcuno al cui cospetto Acnologia è soltanto un insetto fastidioso”.

“Cosa… master cosa sta dicendo?! Natsu è andato con lei a riprendere Lucy!”, intervenne Erza, sconvolta dall’espressione di Makarov più che dalla notizia in sé.

“Sto dicendo che la nostra unica speranza è che Natsu e Lucy gli servano per portare in questo mondo il suo signore… il loro signore; se Succuba è tra noi, anche Incŭbo cammina al suo fianco. Angĕlus potrebbe essere in realtà Lucifer, il capitano degli araldi di Pravus”.

“Frena vecchio, chi sono questi tizi dai nomi impronunciabili?!”, esclamò Gray.

Makarov si voltò a guardare Gray, troppo preso dalle sue preoccupazioni persino per sgridarlo. “Pravus è il male primordiale. Si dice che dal suo scontro con un’entità del bene supremo, nei tempi del mito, sia piovuta la magia su Earthland, consentendo a noi maghi di accedere a parte dei poteri di quegli esseri superiori. Quella magia era ancora però troppo pericolosa perché fosse utilizzata liberamente: noi la chiamiamo Lost Magic”.

Erza ascoltava attentamente, accigliata come era stata poche volte nella vita. “E cosa sa dirci dei suoi araldi?”.

“Seminavano morte e distruzione per conto di Pravus dovunque si recassero; nonostante tutto siamo fortunati perché dopo che il loro signore fu esiliato persero gran parte dei loro poteri. Lucifer, il più potente di loro e il più vicino a Pravus, perse addirittura il suo sembiante riducendosi a una volontà malvagia che accompagna Succuba e Incŭbo ovunque essi vadano”.

“Cosa crede che vogliano da Natsu e Lucy?”, chiese ancora Titania mentre cominciava a vagliare mentalmente le possibilità di salvare i suoi compagni.

“Lucy è una maga degli Spiriti Stellari, il che le consente di aprire una via per un mondo diverso dal nostro; come se ciò non bastasse, anche se non è pienamente consapevole, è molto potente, riesce ad aprire più Portali dello Zodiaco in rapida successione e non tutti i maghi evocatori riescono in questo. Potrebbe servire loro per aprire la strada a Lucifer oppure a Pravus stesso. Mentre Natsu… lui utilizza un tipo di Lost Magic, la magia Dragon Slayer è primordiale e ha delle potenzialità enormi. Forse serve per completare il rituale… le mie sono solo congetture ma dobbiamo riprenderceli prima che sia troppo tardi. Per loro e per il mondo”.

 

Fiamme. Dovunque si girasse non vedeva altro che fiamme, muri di fuoco invalicabili che sembravano animati di vita propria e guizzavano più intensi non appena provava ad avvicinarsi. Quello era un fuoco molto diverso da quello che conosceva e amava; le lacrime le offuscarono la vista mentre cadeva in ginocchio, raggomitolandosi su se stessa.

“Qualcuno mi aiuti…”, singhiozzò stringendo i pugni, e il pianto presto sfociò in un grido, il nome dell’unica persona che avrebbe potuto salvarla. “Natsu!”

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Buongiorno ^^

Bene, direi che le cose cominciano a essere un po’ più chiare ma non si sa ancora bene cosa sia accaduto a Lucy, lo scoprirete prossimamente ;) So che la trama sembra un po’ incasinata ma abbiate fede :P Quasi dimenticavo, la scena finale mi è stata ispirata dal trailer del primo movie di FT, già visto ;)?

Spero che questa mia idea di nemici abbia suscitato un poco il vostro interesse, naturalmente fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa molto piacere leggere le vostre idee ^^

  
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