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Autore: Mrs C    21/12/2011    3 recensioni
Hermione amava il Natale. Non tanto per i regali, quanto per l'atmosfera di serena pace che si respirava in quei giorni. Le piaceva sedersi vicino alla finestra, nella sua piccola casa di periferia, e osservare la neve scendere dal cielo cupo e nuvoloso, carico di fiocchi candidi. Le persone ci passavano sotto senza prestarci attenzione, ma lei sì. Hermione imprimeva nella sua mente ogni piccolo dettaglio di quelle giornate, per poi riviverle quando avrebbe voluto, come un ricordo prezioso. [...]
Ma quell'anno non sarebbe stato così. Quell'anno, non avrebbero festeggiato insieme nessun Natale. Non ci sarebbe stato nessun albero addobbato, nessun angioletto di perline appeso ai rami e nessun bacio di buon augurio allo scoccar della mezzanotte. Non ci sarebbe stato niente. E questo la devastava. [...]
- Malfoy, sei un incapace! - Brontolò Hermione, strappandogli la colla dalle mani.
- Bada a come parli, Mezzosangue! Questa calla è appiccosa, ed è liquida! Mi si è attaccata alle dita! - Bofonchiò il ragazzo, strappandole il tubetto dalle mani.
- Si chiama colla, razza di idiota! Non è difficile attaccare le perline a un pupazzetto di legno! - Gridò esasperata, alzando gli occhi al cielo.
- Vaffanculo, Granger! - Replicò il biondo per tutta risposta - Ti farò vedere di cosa sono capace.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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- Herm...
- Sì?
- Sei sicura che sia il caso?
- Che vuoi dire?
- Che forse dovremmo lasciar perdere. Insomma... è un periodo un po' particolare. Non credi?
- No, non credo. Sarà un modo per passare il tempo, Harry. Non preoccuparti.
-... come vuoi.





Different traditions - Salvata da se stessa





1.
Hermione amava il Natale. Non tanto per i regali, quanto per l'atmosfera di serena pace che si respirava in quei giorni. Le piaceva sedersi vicino alla finestra, nella sua piccola casa di periferia, e osservare la neve scendere dal cielo cupo e nuvoloso, carico di fiocchi candidi. Le persone ci passavano sotto senza prestarci attenzione, ma lei sì. Hermione imprimeva nella sua mente ogni piccolo dettaglio di quelle giornate, per poi riviverle quando avrebbe voluto, come un ricordo prezioso. Fin da quando era bambina, aveva festeggiato il Natale con i suoi genitori, facendo insieme dei piccoli angioletti di perline che poi avrebbero appeso nell'albero addobbato che avevano preparato insieme. Era una ricorrenza che Hermione aspettava con impazienza, e che ogni anno non mancava mai nella sua famiglia. Anche quando era entrata a Hogwarts, e aveva iniziato a passare le vacanze alla  Tana, non aveva mai lasciato i suoi genitori soli la notte di Natale. La loro era una tradizione che li faceva sentire uniti e felici. Ma quell'anno non sarebbe stato così. Quell'anno, non avrebbero festeggiato insieme nessun Natale. Non ci sarebbe stato nessun albero addobbato, nessun angioletto di perline appeso ai rami e nessun bacio di buon augurio allo scoccar della mezzanotte. Non ci sarebbe stato niente. E questo la devastava. Hermione si alzò dal letto di malavoglia, quella mattina del 24. Erano le dieci passate, molto strano per lei che di solito si svegliava per prima, e dal solotto provenivano suoni di pentole e piatti smossi. Sicuramente la Signora Weasley era già a lavoro per il cenone di quella sera. La sola idea di dover passare quel giorno in compagnia la rendeva nervosa, al punto da farle venire voglia di dormire per i prossimi due giorni. Scese le scale in punta di piedi, per non farsi sentire per poi avanzare, con altrettanta lentezza, verso la cucina. Girò la maniglia per poi aprire la porta, trovandosi di fronte il ciuffo irriverente di Draco Malfoy. Hermione rimase immobile per pochi secondi, quel tanto che bastava per abituarsi alla presenza dell'essere estraneo in casa. Draco Malfoy fece qualche passo indietro, stranamente, senza insultarla né dire alcunché. Hermione non gli rivolse nemmeno la parola, entrando in cucina e salutando distrattamente i presenti. Non era ancora abituata ad avere quel ragazzo in giro per la Tana come se ci fosse sempre vissuto. In un tacito accordo, dopo che lui aveva abbandonato l'Oscuro Signore, avevano deciso di ignorarsi a vicenda o al massimo, se proprio dovevano rivolgersi la parola, di non scambiarne più di due o tre, possibilmente a monosillabi.
- Buongiorno Hermione cara. Caffé? - Domandò, gentile come sempre, la Signora Weasley, versando già la bevanda in una tazza comparsa dal nulla.
- Sì, grazie. - Rispose lei a voce bassa.
- Mi sembri un po' pallida tesoro, non hai dormito bene? - Chiese ancora, preoccupata.
Hermione scosse la testa, senza però guardarla negli occhi. Non era il caso di dirle che non dormiva proprio per niente anche se cercava di apparire tranquilla, di sorridere e di essere cordiale per quanto possibile. Ma il 24 era un giorno particolare, e proprio non riusciva a fingere. Non era mai stata brava, in questo, in effetti..
- Questo pomeriggio cosa facciamo? - Chiese Ron, svegliatosi da poco, intuì Hermione, visti gli occhi appannati e le pesanti occhiaie.
- Dobbiamo fare gli angioletti con Hermione.- Mormorò Harry, sorridendo all'amica.
- Potremmo andare a fare shopping. - Propose Ginny, con un sorriso smagliante, ignorando bellamente la risposta del suo ragazzo, detta appena poco prima - Devo giusto comprare qualche regalo e qualcosa da mettere per la festa di stasera. Mi accompagnerai vero, Herm?
Hermione alzò gli occhi dalla tazza di caffè, stringendone il manico con forza. Chi era presente non emise un fiato.
- Non avevamo deciso di rimanere a casa per decorare l'albero con gli angioletti di perline? - Ribatté, senza nessun tono particolare.
Ci fu un minuto di silenzio, in cui Harry e Ron si lanciarono un'occhiata veloce mentre Ginny sembrava non accorsersi dell'atmosfera che, pian piano, si stava creando.
- Possiamo benissimo farli domani, che cosa cambia? - Chiese con un sorriso - I regali sono importanti! E' la vigilia, Herm! E poi non possiamo certo presentarci alla festa vestite con degli stracci, scusa.
Hermione annuì con poca forza. Si alzò in piedi, lasciando la tazza di caffé semi-piena e spostando la sedia dal tavolo.
- Quindi mi accompagnerai? - Domandò, ignorando Harry che cercava di farle capire che non era il caso di insistere.
- Puoi andarci da sola, Ginny. - Replicò Hermione con tono piatto - Io non verrò alla festa, non scenderò per il cenone e sicuramente non mi vedrete nemmeno domani. Signora Weasley, le chiedo scusa.
La donna non disse nulla, limitandosi ad annuire velocemente, scoccando poi un'occhiata a sua figlia minore. Quando Hermione aprì la porta per uscire, di nuovo gli occhi grigi di Draco Malfoy furono l'unica cosa che vide. Ma questa volta, a differenza dell'altra, non si spostò. Nel frattempo, Ginny si alzò in piedi a sua volta. Il volto scuro, riflesso nei suoi occhi d'acqua, curiosi.
- Perché non vieni? - Chiese, seria - Te la sei presa perché ti avevo dato la mia parola che avremmo fatto insieme gli angioletti di perline? Ma dai, in fondo che cosa cambia se li facciamo oggi o doma-
- Cambia! - Alzò la voce, zittendo l'amica quasi immediatamente. Le lanciò un'occhiata di traverso, liberandosi dalla presa ferrea della sua mano. - Cambia, Ginny.
Diede uno spinto a Malfoy, acchiappò il suo giubbotto dall'appendiabiti e spalancò la porta, uscendo al gelo dell'inverno, in mezzo alla neve candida che l'accolse come una vecchia amica.

2.
Ginny non era una cattiva amica. Anzi, si poteva dire che era quella con cui aveva legato di più, con cui aveva vissuto momenti più intimi e felici. Oltre che tristi. Le voleva un gran bene ed era sicura che quel bene  fosse ricambiato. Ma quando si trattava delle sue cose, Ginny diventava incredibilmente egoista e, non lo avrebbe mai voluto dire ma così era, anche incredibilmente stupida. Ne avevano parlato a lungo, del motivo per cui quel Natale non sarebbe stato felice per lei, e i loro amici le avevano promesso che, anche se non era la stessa cosa, li avrebbero fatti insieme quegli angioletti di perline che tanto le stavano a cuore. Erano una famiglia, dopotutto. Avrebbero passato le festività insieme, si sarebbero stretti in un forte abbraccio e avrebbero aspettato l'inizio del nuovo anno con la speranza che tutto diventasse migliore. Allontanare i suoi genitori dalla città, mentre con un incantesimo aveva fatto scordare loro di avere persino una figlia, era stata una sua decisione che non aveva mai rimpianto perché la Guerra iniziava a diventare pericolosa. Ma era normale che si sentisse triste, era normale che il suo cuore stesse implorando di fare qualcosa di normale, almeno per un giorno. Era il suo modo per rimanere una ragazzina di sedici anni, prima di essere un'eroina del Mondo Magico. E questo, Ginny, che aveva tutta la sua famiglia intorno, probabilmente non riusciva a capirlo. Hermione sospirò, osservando una nuvoletta di condensa che si formava dalla sua bocca e si disperdava tra i fiocchi di neve. Dalla tasca della giacca, Hermione prese l'ultima sigaretta rimasta e se la portò alle labbra, cercando di far scattare un vecchio accendino di suo padre, senza nemmeno riuscirci.
- Non sapevo fumassi, Granger.
Hermione trasalì, voltandosi di scatto all'indietro. Draco Malfoy, avvolto in un maglione di lana pesante e il suo consueto mantello da mago, l'osservava con curiosità malcelata, lasciandola trasparire dal solito disprezzo che le riservava sempre. Da quando viveva alla Tana quella era la prima volta che apriva una conversazione con chiunque, e specialmente con lei, dopo aver firmato quell'accordo non scritto di 'silenzio di copertura'.
- Non sapevo che t'interessasse. - Replicò lei, voltandogli nuovamente le spalle.
- Infatti non m'interessa. - Le rispose lui, indifferente, sedendosi per terra, in mezzo alla neve.
L'accendino finalmente scattò, la sigaretta si accese e il sapore del tabacco le scivolò in gola senza far rumore. Aveva iniziato durante il Ballo del Ceppo, dopo che Ron l'aveva scartata per andarci con Padma Patil. Le aveva sequestrate a un gruppo di ragazzine secondo anno e se l'era tenute, senza consegnarle né parlarne a nessuno. La sua prima infrazione al regolamento, il primo vizio che non era riuscita a togliersi e il primo segreto che aveva tenuto con i suoi amici.
- Ne hai un'altra? - Chiese il biondo Serpeverde, senza guardarla nemmeno per sbaglio.
Hermione sbuffò, espellendo il fumo dai suoi polmoni.
- No. - Rispose, secca.
Non riusciva a capire perché stesse cercando di aprire un discorso con lei, in quel momento e in quella situazione. Senza farsi vedere, spostò gli occhi sul biondo al suo fianco. Era fermo, guardava davanti a sé senza realmente vedere niente. Non tremava per il gelo, non si lamentava per la neve e dalle sue labbra sottili non usciva un fiato. Il sole che si rifletteva sulla neve, si rifletteva anche sulla sua pelle facendolo sembrare più pallido di quanto non fosse già. Sembrava quasi inumano, constatò Hermione, distogliendo finalmente gli occhi dalla pelle del ragazzo.
- Mio padre non mi ha mai fatto festeggiare il Natale.
Hermione fece appena in tempo a voltarsi di scatto per vedere il ragazzo alzarsi in piedi, spolverandosi le ginocchia sporche di cristalli bianchi.
- Diceva che era una festa per babbani. I Purosangue dovevano starne alla larga. - Fece una smorfia - Non ho mai passato un Natale in famiglia. Non ho mai saputo fare... gli angioletti di perline.
Il primo pensiero che sfiorò il cervello di Hermione fu che lui avesse battuto la testa da qualche parte. Da quando lo conosceva, quello era il primo discorso di senso compiuto, più o meno lungo, che gli avesse mai sentito fare. Pensò anche, in un secondo momento, che la scena a cui aveva assistito in cucina l'avesse in qualche modo turbato, o quanto meno costretto a un pensiero diverso dal solito "purosangue-mezzosangue". Hermione sospirò, alzando il braccio verso di lui. Fra l'indice e il medio, la sigaretta ancora a metà.
- Vuoi? - Chiese, senza guardare negli occhi grigi di lui.
Malfoy rimase zitto e fermo per qualche secondo. Poi la prese, ne inspirò una profonda boccata e si buttò a peso morto per terra, affondando nella neve. Hermione pensò, forse per la prima volta, che c'erano delle circostanze nella vita per cui anche un tipo borioso come lui, poteva trasformarsi in un semplice ragazzo di sedici anni, cresciuto troppo in fretta. Come lei.

3.
- Malfoy, sei un incapace! - Brontolò Hermione, strappandogli la colla dalle mani.
- Bada a come parli, Mezzosangue! Questa calla è appiccosa, ed è liquida! Mi si è attaccata alle dita! - Bofonchiò il ragazzo, strappandole il tubetto dalle mani.
- Si chiama colla, razza di idiota! Non è difficile attaccare le perline a un pupazzetto di legno! - Gridò esasperata, alzando gli occhi al cielo.
- Vaffanculo, Granger! - Replicò il biondo per tutta risposta - Ti farò vedere di cosa sono capace.
Hermione non sapeva bene perché fosse in quella situazione. Avevano fumato una sigaretta in due, nel freddo più profondo della giornata, senza più dire una sola parola. E quando erano rientrati, insieme, si erano diretti velocemente verso la cucina scambiandosi un'occhiata fugace. Poi avevano iniziato ad armeggiare con colla, perline e piccoli pupazzi di legno. Malfoy non aveva mai festeggiato il Natale e lei non l'avrebbe festeggiato quell'anno, senza che Malfoy si fosse inserito a forza in quella strana situazione. Non l'avrebbe mai ammesso, probabilmente, ma stare lì a litigare con quel ragazzo, riprendendo "le vecchie abitudini", la faceva sentire quasi a casa.
- Ah, guarda! Ci sono riuscito! - Esclamò il biondo, sollevando l'angelo di perline per aria.
Non era perfetto, in più punti le perline si staccavano e le ali dell'angioletto, interamente di cartapesta, sembravano staccarsi da un momento all'altro. Ma era come quelli che faceva lei quando era piccola. Come quelli per cui i suoi genitori la lodavano e le davano una carezza sulla testa, sorridendole con amore. Hermione guardò il suo, di angioletto. Perfetto. Negli anni, aveva imparato la tecnica giusta e ormai non sbagliava un colpo. Alla luce di quel mezzogiorno che ormai andava a trasformarsi in pomeriggio, i due angioletti così diversi brillavano di una luce propria. Hermione allungò una mano verso la zazzera bionda di Malfoy, scompigliandoglieli con dolcezza e una confidenza mai anche solo azzardata tra loro.
- Sei stato bravo. - Mormorò a voce bassa, arrossendo furiosamente subito dopo.
Malfoy non disse nulla per diversi minuti. In cucina si sentivano solo i rumori delle pentole della Signora Weasley che preparava pranzo e cena per lo stesso giorno ma che faceva finta di non sentire e vedere ciò che le capitava intorno. Gli altri probabilmente erano usciti, andati a fare compere. Hermione pensò che era un bene che non fossero lì ad assistere a quella scenetta fra lei e Malfoy. Non perché le desse fastidio, quanto perché era privato. Un momento solo per loro due, che finalmente iniziavano a trattarsi come due esseri umani e non come due nemici senza arte né parte. Stavano dalla stessa parte, dopotutto. Anche se era strano pensarla così per tutti e due, dopo sei anni di odio comune.
- Comunque questa calla è fastidiosa. - Brontolò il ragazzo, ghignando.
Hermione lo guardò per pochi istanti, scoppiando poi in una risata sommessa. Stavano entrambi facendo del loro meglio per passare dei momenti tranquilli, come due semplici ragazzi adolescenti che iniziavano a scoprirsi reciprocamente. Ma, in quel particolare istante, fu grata al biondo per aver alleggerito quell'atmosfera carica di aspettative e di domande.
- Si dice colla, razza di idiota!

4.
Hermione si chiese se la festa fosse nel pieno della sua attività. Rispetto agli altri giorni, la famiglia Weasley aveva invitato tutta la parentela, tutti gli amici e conoscenti che avevano conosciuto nel corso della loro vita. Avevano allargato la grande sala, avevano piazzato l'albero più grande che avevano trovato proprio al centro e poi si era pensato alle decorazioni natalizie sparse per tutta la casa. E ovviamente alla cena, ci pensava la Signora Weasley. Lei, però, di quella riunione, sentiva solo la musica e le voci. Nella sua stanza, con un paio di vecchi jeans e un maglioncino bianco, coricata su un letto comodo sotto alla finestra che dava sul cielo terseo, Hermione non riusciva a prendere sonno. Non per i rumori, quanto per i pensieri che le affollavano la testa, gli uni su gli altri, con forza. Aveva deciso di non scendere, e non era scesa. E nessuno dei suoi amici erano andata a cercarla né a chiamarla. Solo la Signora Weasley, ogni tanto, andava a cercarla per chiederle come stava. E lei rispondeva ogni volta con "bene". Bene. Niente andava bene. Ma questo non poteva di certo dirglielo. Mancava poco a mezzanotte e sarebbe arrivato il Natale, con lo scambio dei regali, gli auguri, gli abbracci... Hermione strinse con forza il cuscino, premendoselo sul volto. La tristezza era tornata, più forte di quella mattina. E non c'era nessuno che la salvasse da se stessa.
- Stai cercando di ucciderti, Granger? Potevi chiamarmi, ti avrei dato una mano.
Quella voce graffiante l'avrebbe riconosciuta tra mille. E anche se non poteva vederlo, ci avrebbe scommesso che sulle sue labbra era comparso un ghigno. Il solito ghigno, aggiunse fra sé e sé.
- Vattene, Malfoy. - Mormorò, gracchiante.
- Alzati da quel letto, Mezzosangue. - Disse in tono piatto - Poi se vuoi suicidarti non ti fermerò, ma dobbiamo fare quello per cui ci siamo impegnati tanto.
Hermione si alzò a mezzo busto nel letto, con gli occhi socchiusi e i capelli scompigliati.
- Di che diavolo stai parlando, Malf-
Si bloccò a metà quando vide, tra le mani del biondo, i due angioletti così diversi fra loro che avevano costruito quel pomeriggio. Ci mise mezzo minuto a capire che Malfoy era l'unico che aveva salito le scale, era andata a cercarla e le aveva dato una buona motivazione per scendere giù e festeggiare quel dannato giorno, anche per quell'anno in cui non c'era proprio nulla per cui festeggiare. Sbuffò, buttando a terra il cuscino con cui stava cercando di soffocarsi poco prima, e alzandosi in piedi. Dal basso, Hermione fissò gli occhi grigi di Draco Malfoy per la prima volta senza evitarli. E quella fu anche la prima volta che il Serpeverde guardava dritto nei suoi occhi nocciola e la vedeva come una persona triste, esattamente com'era lui quel giorno. Le porse l'angioletto senza dire nulla, facendo scivolare una mano verso la sua e intrecciando le loro dita in una stretta di solidarietà, calma e amichevole. Hermione pensò che in quel momento il suo cuore avrebbe potuto esplodere, per quanto stava battendo forte. E anche se lo faceva per via di Malfoy, non le importava più nulla.
Ad ogni gradino, il rumore dei festeggiamenti si faceva più incessante e la musica si espandeva nelle loro orecchie. Le risate, i canti, il profumo di cannella... tutto era come doveva essere in un giorno come quello. Ma non importava, a lei e a Malfoy non importava assolutamente nulla di niente e nessuno. L'albero spiccava al centro del pavimento, addobbato con palline bianche, nastri azzurri e grigi, con lucine incantate che volavano intorno ai rami cambiando posizione ogni secondo. La stella brillava sulla punta dell'abete, seminando polverina dorata per tutta la sala e ogni tanto abbandonava il suo posto per far visita anche a chi non era lì accanto per poterla ammirare. Malfoy non abbandonò la sua mano nemmeno per mettere l'angioletto di perline in uno dei rami, e lei fece lo stesso. Erano vicini, come i loro proprietari, e si scontravano spesso come attirati da una forza magnetica che non riuscivano a comprendere. Più o meno come le labbra di Hermione che si scontrarono, prepotenti, contro quelle di Draco Malfoy in un bacio casto e pieno di gratitudine mentre l'orologio ticchettava la mezzanotte del 25 dicembre.
- Buon primo Natale, Malfoy. - 
- Bentornata, Granger. E buon Natale. -




Spazio scribacchina

Io odio il Natale. E non è un modo di dire, è un periodo che non sopporto - tranne per le vacanze - ma per il resto mi mette addosso una tristezza infinita. E devo dire che da questa fanfiction si capisce.
Ci sono alcune cose da spiegare, prima di tutto: questa storia è ambientata al natale VI anno, Hermione ha già fatto partire i suoi genitori per lidi sconosciuti e Draco Malfoy si è redento unendosi all'ordine. In sintesi, è questo, ma penso si capisce, a parte forse per l'anno in cui accade tutto.
A proposito, Different traditions partecipa alla splendida iniziativa delle Blue Ladies, l'Albero delle Dramione! La mia ff sicuramente non è all'altezza ma ci tenevo da morire a partecipare, così ho subito scelto un prompt: l'angioletto di perline. E come vedete questa storia ne è costellata. Dedico questa piccola storia a chi mi segue, a chi leggerà ma specialmente a voi Dramioniste dello splendido gruppo di cui faccio parte *-* spero vi piaccia (o quanto meno che non vi schifi XD). Buon Natale a tutti voi!


ps. Piccolo quesito: secondo voi perché Draco le dice 'bentornata? u.u


Jess



   
 
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