L’ Amore Conta
-Ho fame. E
sete. E freddo- si lamentò Logan, sbuffando.
-Logan!-
esclamò Zoey, esasperata. –Lo stai ripetendo da
almeno un’ora- disse, mentre camminava su e giù
per la stanza.
-Mi sto anche
annoiando, perché non ti siedi qui? Affianco a me. Ho
un’idea per far passare il tempo più velocemente.
-No, grazie-
rispose. –Preferisco morire dalla noia, piuttosto che
sfiorarti.
-Ah, mia cara
Zoey… quante bugie mi ma soprattutto ti
stai raccontando?
-Cosa
vorresti dire?
-Fra qualche
giorno- cominciò, alzandosi dalla panca per avvicinarsi a
lei – ti renderai conto di quanto le mie parole sono vere.
Zoey
inarcò un sopracciglio, scettica.
-Comincerai a
pensarmi più spesso e ogni volta che lo farai su questo
splendido visino – allungò una mano per sfiorarle
una guancia –spunterà un sorriso. Ti verranno in
mente tutte le giornate passate in mia compagnia e desidererai avermi
accanto a te.
-Illuso-
-Il tuo
comportamento è così comune… sono le
quattro fasi e tu… –si zittì per
qualche secondo, come se la stesse valutando- tu sei nella seconda fase-
-Fasi? Ma di
che stai parlando?-
Le prese la
mano e le fece alzare prima un dito –Fase numero uno:
l’odio. Per te questa fase ha avuto una durata mooolto lunga.
Seconda fase: il rifiuto – e alzò un altro dito.
–Quella che per inciso stai attraversando ora. Non
c’è bisogno di spiegazioni, vero? –e le
fece l’occhiolino. –Terza fase: la cotta.
Mmm… arriverai a questa tra pochissimo. Ultima e quarta
fase: il “ti amo”-
-Mai sentite
tante cavolate tutte insieme!-
-Cavolate?
E’ la sola e pura verità!-
-Chi
è quel pazzo che te l’ha dette?-
-Mio padre,
ovviamente-
Zoey fece uno
strano verso. –Stiamo apposto-
-Perché?-
-Logan, tuo
padre ti ha insegnato a sganciare reggiseni a tredici anni-
Il ragazzo
sorrise ricordando quel giorno. –L’
attività padre-figlio che mi è stata
più utile-
-Idiota-
-Gelosa,
Zoey?-
-Non credo
proprio-
-Se vuoi
posso dartene una dimostrazione pratica…-.
Logan le si
avvicinò da dietro, sfiorandole la schiena.
-Un altro
passo e…-
Le braccia di
Logan velocemente la strinsero a sé da dietro,
infilò le mani nelle tasche della sua felpa, la strinse
più forte, contro il suo petto. Chiuse gli occhi, respirando
il dolce profumo dei suoi capelli.
Non ce la faccio, la devo baciare, pensò, e
al diavolo tutte le mia paranoie.
Zoey non si
mosse, girò lentamente il viso verso di lui. Gli occhi fissi
in quegli di Logan, quasi sfidandolo.
Un secco
bussare spezzò l’atmosfera che si era creata.
Così faticosamente.
-ZOEY!-
La ragazza si
allontanò immediatamente da Logan, spaventata da quel rumore
improvviso.
-LOGAN!-
-E’
Chase- mormorò il ragazzo, sbuffando.
Tempismo del cazzo. Arrivava sempre nei momenti meno opportuni. Come
sempre.
La porta si
spalancò, rivelando una delle cuoche e Chase, che
entrò nella stanza velocemente.
-Ragazzi-
disse, sollevato di non averli trovati appiccicati come due
sanguisughe. –Eccovi-.
Zoey fece
qualche passo verso di lui. –Oh, finalmente Chase, stavo per
uccidere Logan. Non lo sopportavo più. Grazie per avermi liberata-.
Logan non
rispose, era inutile discutere davanti all’amico di quello
che stava per accadere qualche secondo fa.
Chase
sorrise, prendendola sotto braccio e trascinandola via. –Di
niente. Sono sempre al tuo servizio, lo sai-
Logan fece
una smorfia. Chase era il solito amicone delle donne; proprio per
questo Zoey lo vedeva soltanto un amico. Lo sapevano tutti che essere
il migliore amico della ragazza di cui si è innamorati non
porta a niente. La linea che divide odio e amore, si sa, è
sottilissima, perciò per lui era molto più facile
conquistare Zoey dato che il loro rapporto non era mai stato troppo
idilliaco. E per di più, lui,al contrario –gli
dispiaceva dirlo ma era la verità- di Chase
aveva una adorabile e soprattutto bella faccia
–da schiaffi-, dettaglio che lo avrebbe aiutato a vincere la
scommessa.
Confusa.
Confusa. Confusa.
Cosa le stava
succedendo? Logan non le aveva mai fatto quell’effetto prima
d’allora!
Strinse fra
le braccia il cuscino, chiudendo gli occhi. Subito le venne in mente il
suo abbraccio e quel bacio che grazie (o a causa?) di Chase, non
avevano avuto l’opportunità di darsi. Era inutile
negare la realtà: era attratta da quel pallone gonfiato!
Seppellì il viso nel cuscino un secondo dopo aver dato vita
a quel pensiero. Era impossibile! Quel ragazzo era talmente
presuntuoso, pieno di sé e…e… bello
completò in automatico la sua mente.
Passa
più tempo di me davanti allo specchio.
E i risultati sono estremamente positivi.
E’
un pallone gonfiato.
Ma ti attrae.
Di lui non ci
si può fidare.
Lo conosci poco e niente.
Ma…
Scosse la
testa, cercando di mettere fine a quella discussione fra la sua parte
più saggia e quella –decisamente malata- che
vedeva Logan Reese un ragazzo affascinante, interessante e dolce. Per
ora la Zoey saggia ne era uscita miseramente sconfitta e Logan
continuava a conquistare continuamente sempre più punti. Le
opzioni, si disse, erano due: dare una microcosmica
possibilità all’essere o chiudere ogni rapporto
con lui… doveva prendere una decisione al più
presto, ne andava della sua salute mentale, cavolo!
Prese a pugni
il cuscino, cercando di renderlo più comodo, poi chiuse gli
occhi liberando la sua mente da ogni pensiero; si diceva che la notte
portasse consiglio e lei in quel momento ne aveva un assoluto bisogno.
Si dice che
il destino abbia la sua puntualità. Ma nel caso di Zoey, il
destino oltre ad essere maledettamente in ritardo, aveva anche un nome
preciso: Logan Reese.
Il giorno
dopo alla disastrosa punizione in mensa, era talmente stanca da non
aver sentito la sveglia suonare, perciò mentre le sue
compagne di stanza erano già uscite dirette alla lezione
della prima ora, lei era ancora in pigiama e cercava di trovare una
felpa e insieme infilarsi un paio di calzini.
Dopo aver
trovato una felpa pulita in mezzo al grande disordine della camera,
accaddero tre cose molto velocemente e contemporaneamente.
Mentre in
fretta e furia toglieva la maglia del pigiama, Logan –chi
altri se no?- entrò in camera all’improvviso,
gridando “Colazionee!”, trovandola seminuda e con
la testa per metà nella felpa.
-Bel
reggiseno- commentò lui, cogliendola di sorpresa.
–Mi piace il colore-.
Zoey
infilò immediatamente la felpa, arrossendo.
-Non ci
credo, Logan. Non ci credo. Adesso chiudo gli occhi e tu sparisci! Cosa
diavolo ci fai qui?-
-Ti ho
portato la colazione- rispose, alzando un sacchetto bianco di carta e
pieno.
-Mi stavo
cambiando!- esclamò, arrabbiandosi sempre di più
a causa del tono tranquillo del ragazzo, che a quanto pareva non capiva
la gravità di quello che era appena successo.
-Mm,
sì l’ho notato… ti ho anche detto
“bel reggiseno”, non ricordi?-
-La porta era
chiusa, non dovevi entrare!-
-Era chiusa
sì, ma non a chiave-
Zoey
sbuffò, si avvicinò velocemente al ragazzo;
alzò la mano, decisa a prenderlo a schiaffi: quando era
troppo era troppo! Ma non fece in tempo, Logan le prese il polso,
bloccandola e con un movimento la tirò a sé,
avvicinando i loro corpi.
Lui scosse il
capo, facendo un mezzo sorriso. –Ho i riflessi pronti,
tesoro- le sussurrò ad un palmo dal viso. I visi erano
vicinissimi, pochi centimetri e si sarebbero baciati. Di nuovo.
-Dieci…-contò.
-Nove-
continuò lei.
Piacevolmente
sorpreso che si fosse arresa così facilmente,
accorciò ancora di più la distanza,
più sicuro.
-Cinque-
-Quattro-
Logan si
avvicinò completamente, baciandola e non riuscì a
pensare altro che “finalmente!”; era duro
ammetterlo, ma in quel momento baciarla lo fece stare bene.
Ma quella
sensazione piacevole sparì e lui si allontanò di
scatto, portandosi una mano sulla bocca: Zoey lo aveva morso.
Lei rise,
osservando l’espressione strana che comparì sul
volto del ragazzo. –Ti ho fatto male?- lo prese in
girò.
-Sì
– rispose lui. –Vipera-
-Oh, poverino-
Logan le mise
le mani sui fianchi e velocemente la spinse sul letto, cadendo poi su
di lei. Si sollevò leggermente per non pesare sul suo corpo
e la intrappolò sotto di lui.
-Logan, hai
due secondi per alzarti o faremo tardissimo alla lezione!-
-Sei con
me… in questa posizione… come dire…
compromettente? E pensi ad argomenti futili come la scuola?-
Zoey
guardò la sveglia più vicina, per poi
divincolarsi furiosamente una volta visto l’ora.
–Oddio, Logan, basta scherzare! Non voglio un'altra
punizione, andiamo!-
Il ragazzo
sembrò pensarci su per un attimo, poi le diede delicatamente
un bacio sul collo e si alzò, porgendole la mano per
aiutarla ad alzarsi.
-Ora
sparisci!- esclamò, ignorando la sua mano e mettendosi in
piedi.
Lui
sbuffò, ridendo. –Come sei pesante. Vado, vado!-.
Non ci credo ragazze! Finalmente sono riuscita ad
aggiornare :D mi ci è voluto un anno, ma sono tornata a
scrivere questa storia, che, ripeto, ho intenzione di finire. Spero che
il capitolo vi sia piaciuto, come –o perché no?-
di più dell’altro xD Ditemi
un po’ voi!
Se non riuscissi ad aggiornare prima di Natale
–sono decisa ad aggiornare regolarmente- vi faccio tantissimi
auguri, ragazze :D!
Ciao,
ciao!