Negli
immensi misteri del tempo
e dello spazio, sento le tue braccia
intorno alle mie spalle
e non ho paura.
( Brown )
Capitolo
otto
<<
Questo
cavallo è bellissimo Signore. >>
<<
Lo so.
>>
Con
le mani in
tasca osservavo lo stalliere che spazzolava il mio Aramis. Quel cavallo
era
molto importante per me. L’avevo trovato ancora piccolo e
selvaggio. All’inizio
era stata dura ma con Jonathan ero riuscito a portarlo a casa e ad
educarlo.
Sorrisi e gli accarezzai la folta criniera nera, come la notte.
<<
Edward!
Edward! >>
Mi
voltai e vidi
Jonathan arrivare con il suo cavallo. Si fermò davanti a me
e scese.
<<
Brutto
bastardo mi hai lasciato lì come un salame e te ne sei
andato! Bell’amico che
sei! >>
Mi
dette una lieve
spinta, per gioco, che io ricambiai.
<<
Tu
piuttosto, sapevi che non volevo andare in quel posto. >>
<<
Per
Janet? Sai, abbiamo parlato un po’ quando te ne sei andato.
>>
<<
Parlato?
>> gli feci eco io, ben sapendo che non si potevano
vedere.
<<
Sì,
sembra cambiata. >>
<<
A me non
sembra affatto. >> borbottai ricordando che aveva provato
a sedurmi. E io
non ero stato da meno.
<<
Ho visto
che ci provava con te. Dovrei essere geloso sai? Tutte le belle donne
vengono
da te. >>
A
quelle parole
pensai a Sophie, che in quel momento era a casa mia. Sapevo che da
quella
disastrosa notte, in cui lui le aveva confidato i suoi sentimenti e lei
l’aveva
rifiutato, non si erano più parlati. Quando si vedevano si
salutavano a mala
pena.
<< Che intendi dire che Janet
è cambiata?
>>
Decisi
di cambiare
discorso, perché non sapevo come dire a Jonathan che molto
probabilmente avrei
dovuto sposare la donna che amava.
<<
Oh,
perché… Edward ma hai dimenticato le buone
maniere? Dai invitami a bere un
bicchierino. >> fece cenno alla villa poco lontana e io
non potei
rifiutare. Come immaginavo, mentre passavamo dal salone vidi Sophie
seduta su
un divano con sua madre e la mia.
<<
C’è anche
lei. >> disse in un sussurro il mio amico, prendendomi
per il braccio.
<<
Sì.
>> sospirai, cercando di portalo via prima che lo
vedessero.
<<
Jonathan
, caro che piacere vederti. >>
Chiusi
gli occhi
nel sentire la voce di mia madre. Jonathan la raggiunse e io mi sentii
davvero
male. Capii che era meglio dirgli subito tutto.
<<
Salve
Duchessa, come state? >>
<<
Bene e
tu? >>
<<
Molto
bene, grazie. >>
Mi
avvinai
anch’io, mio malgrado e vidi Sophie alzarsi e venire da me
con un sorriso.
<<
Edward.
>>
Mi
accarezzò il
volto con una mano che io presi tra le mie, abbassandola. Jonathan
guardava
Sophie ma lei fece finta di nulla.
<<
Jonathan,
sai che io e Edward presto ci sposeremo? >>
Sgranai
gli occhi
e guardai la mia migliore amica, incredulo. Il silenzio si fece irreale.
<<
Tesoro
quindi hai deciso? >>
<<
Mamma,
io… >>
<<
Hai fatto
la scelta giusta! >>
<<
Ce ne hai
messo di tempo! >> rincarò la dose la marchesa
Dubheron.
Mi
sentii un
groppo in gola e allontanai malamente Sophie da me, che mi
guardò sorpresa. Sentii
uno spostamento d’aria alle mie spalle e vidi il mio migliore
amico uscire
fuori di gran carriera.
<<
Noi due
parliamo dopo >> dissi inviperito verso Sophie e uscii
anch’io.
<<
Jonathan,
fermati ti prego >>
Si
stava dirigendo
verso il suo cavallo e alle mie parole si fermò. Lo
raggiunsi e non feci in
tempo a realizzare che mi diede un pugno in faccia, facendomi uscire
sangue dal
naso e dalla bocca.
<<
Va
all’inferno Edward! >> urlò, salendo
poi sul cavallo.
Mi
passai la
manica della camicia bianca sul viso e si macchiò di rosso.
<<
Lascia
che ti spieghi, Jonathan. >>
<<
Tra tutte
le donne che puoi avere giusto la mia, vero? >>
Mi
girò attorno
con il cavallo e io rimasi nella mia posizione.
<<
Non è
tua. >> mi ritrovai a dire stupidamente.
<<
Hai
scelto Amber per molto tempo e lei non è rimasta ad
aspettarti. >>
continuai.
<<
Da quanto
tempo sei innamorato della tua migliore amica, eh? >>
<<
Non è
così e lo sai. Sono stato praticamente obbligato!
>>
<<
Non mi
interessa ascoltarti. Sposati quella stupida, io non voglio
più sapere nulla di
voi. >>
Impennò
il cavallo
e andò via, lasciandomi solo in mezzo a una moltitudine di
polvere. Avevo
sbagliato. Avrei dovuto dirglielo subito, magari avrebbe reagito allo
stesso
modo, ma avrei avuto modo di spiegarmi e non sarebbe dovuto succedere
in questo
modo. Rientrai e cercai Sophie, ignorando le chiacchiere entusiaste
delle due
donne in salone. La trovai in biblioteca e chiusi la porta con un
tonfo.
<<
Edward,
non essere arrabbiato. >>
<<
Ti
permetti pure di dirmi questo? Ti avevo detto che dovevo pensarci,
Sophie.
>>
La
presi per le
braccia e la scossi leggermente.
<<
Non è
vero! Non c’è nulla da pensare lo sai. Tu devi
sposarti e io sono un ottimo
partito. >>
La
lasciai andare
ma lei mi si gettò tra le braccia.
<<
Io ti
amo, Edward. >>
Guardai
quegli
occhi lucidi e sospirai stancamente.
<<
Io no,
Sophie. Mi dispiace. >>
Lei
si allontanò
stizzita e camminò avanti e indietro per un po’.
<<
Te ne
renderai conto, ne sono certa, altrimenti imparerai ad amarmi.
>>
<<
Perché
sei così egoista? >> dissi, non riuscendo
più a riconoscerla.
<<
Sei tu
che lo sei! Sono destinata a sposare un uomo vecchio, che sa solo Dio
ciò che
mi farà e a te non importa? >>
Scossi
il capo e
mi portai le mani ai capelli.
<<
Perché
l’hai detto davanti a Jonathan? Lui ti ama dannazione!
>> quasi urlai.
<<
Lui mi ha
tradito, non capisci! >>
<<
Sophie ti
prego, tutto questo è uno sbaglio. >>
<<
No, ormai
è fatta. Stasera lo dirò anche a mio padre.
>>
Cercai
di fermarla
ma andò via prima che potessi farlo. In ogni caso mia madre
aveva già avvertito
mio padre e io non potevo più fare nulla. Non volevo stare
un minuto di più in
quella casa, così me ne andai di corsa a prendere Aramis.
Dovevo vedere Bella,
subito.
<<
Dove vai?
>>
Incontrai
Sophie
all’ingresso ma la ignorai e continuai per la mia strada.
<<
Da quella
cortigiana? >>
Mi
fermai di botto
e tornai indietro, stavolta seriamente arrabbiato.
<<
Sì, vado
dalla mia Isabella, che ha molto più buonsenso e
dignità di te. >>
Mi
guardò
sconvolta e io mi apprestai a raggiungere la scuderia. Senza aspettare
lo
stalliere, sellai malamente Aramis e ci salii in groppa, per poi
partire a
tutta velocità verso Bosco Verde. Talmente ero preso dai
miei pensieri che
arrivai prima del solito. Scesi e la cercai in casa, senza trovarla.
Leah e
Jacob non c’erano neppure stavolta, ma non era colpa loro.
Avevano da fare con
il raccolto e non potevano mancare. Sospirando, la cercai per il
giardino.
Anche se le incognite erano molte preferivo che andasse da Janet. Con
lei avrei
parlato, non volevo che Bella sapesse di ciò che
c’era stato in passato, ma
almeno non sarebbe stata sola. Camminai per la grande distesa verde,
respirando
a pieni polmoni il profumo dei fiori lì intorno. Era una
bella giornata di
sole. Il cielo era limpido e alcune rondini volavano indisturbate.
Strappai una
rosa rossa dal piccolo roseto, voluto proprio da Sophie e la cercai
ancora. Mi
fermai quando vidi una figura china su dei fiori. Era lei,
così la raggiunsi.
Sorrisi, sembrava una bambina che raccoglie i suoi fiori preferiti. Le
misi le
mani davanti agli occhi e lei dopo un gridolino spaventato, sorrise e
mi prese
le mani.
<<
Duca.
>>
<<
Cosa fai?
>> Mi accucciai accanto a lei e notai che aveva trovato
dei bei tulipani
gialli.
<<
Passo il
tempo. >>
<<
Ti
piacciono i fiori? >>
Lei
sorrise appena
e poi mi dette un bacio sulla guancia.
<<
A tutte
le donne piacciono, solo che nessuno me ne ha mai regalato uno.
>>
<<
Tutti
questi non ti bastano? >> le chiesi, mentre le
accarezzavo i capelli.
Doveva
aver vissuto
una vita dura. Ricordai il giorno in cui ci eravamo incontrati:
indossava degli
abiti logori e strappati, ma la sua persona riluceva anche in quelle
condizioni.
<<
Sì, ma
non è lo stesso. >>
Le
allungai la
rosa, lei perse il sorriso e mi guardò quasi emozionata.
<<
Per me?
>> sussurrò guardando la rosa rossa, come la
passione che sentivo per
lei.
<<
Sì,
piccola. >>
Mi
fece una grande
tenerezza mentre la prendeva dalla mia mano e l’avvicinava al
suo viso per
sentirne il profumo. Chiuse gli occhi per un attimo e io trattenni il
respiro.
Era una visione.
<<
Perché
siete venuto? Non mi venite mai a trovare di giorno. >>
La
osservai
attento. Le dava fastidio che l’avessi raggiunta? Oppure
voleva che andassi da
lei più spesso?
<<
Volevo
stare con te. >>
<<
E’ successo
qualcosa? >>
Sorrisi
e le posai
un bacio sui capelli.
<<
Sì,
bambolina. >>
Ci
fu una lunga
pausa in cui scrutai il suo bellissimo viso. Lei guardava la rosa e ne
sfiorava
i petali, come fossero un tesoro prezioso.
<<
Riguarda
Sophie? >>
A
quel nome
trasalii e sospirai.
<<
Lei è la
donna che quasi certamente dovrò sposare. >>
<<
Non
volete? >>
<<
Devo,
Isabella. >>
<<
Siete
contradditorio. Se ormai sapete che non avete scelta, allora
perché sembra che
in realtà c’è ne sia qualcuna per
evitare di sposarla? >>
<<
E’ una
ragazza bellissima ed è la mia migliore amica.
>> risposi, aggirando la
sua domanda.
<<
Dai
vostri occhi si vede quanto la desiderate. >>
replicò quasi nervosa.
Mi
voltai verso di
lei e la guardai curioso. Poi sorrisi e mi avvicinai fino a sfiorare la
sua
spalla con la mia. Avrei voluto fare qualche battuta, ma se anche le
avessi
fatto notare che stava diventando gelosa mi avrebbe dato qualche brutta
risposta.
<<
Desidero
solo te. >>
Lei
abbassò lo
sguardo per un attimo, ma poi mi spinse sull’erba e
salì su di me. Le pizzicai
un fianco e le sorrisi.
<<
Siete un
bugiardo, Duca. Non ci credo che Sophie non vi piace. >>
<<
Infatti
non è quello che ho detto. Solo che non voglio sposarla.
>>
<<
Quale
uomo non desidera sposare una bella donna? >>
domandò con fare ovvio.
<<
Io
>> risposi dopo una piccola pausa.
Lei
rise
debolmente e si abbassò per baciarmi. Cambiai velocemente
posizione, portandola
sotto di me.
<<
Che ne
sarà di me, adesso? Mi porterete dalla contessa?
>>
<<
Io voglio
che tu stia con me. Sempre. >>
Eravamo
entrambi
sorpresi per le mie parole. Da quando quella ragazza stava diventando
così
importante per me? Mi alzai a sedere e la portai con me.
<<
Dimmi
qualcosa di te. Non so quasi nulla. >>
<<
Non c’è
nulla da dire. >>
<<
Sì che c’è,
Isabella. Dimmelo. Non ti fidi di me? >>
Lei
non rispose e
prese a giocare con una mia mano.
<<
Non si
tratta di questo. Di quando ero piccola ricordo poco e poi sono stata
sempre
con Tanya. >>
<<
Prima di
lei? Non ricordi davvero nulla? >>
Sapevo
che c’era
qualcosa che non mi voleva dire. Lo leggevo nei suoi occhi sfuggenti.
<<
Non so chi
sono i miei veri genitori. Ho solo delle immagini sfocate che mi
ricordano la
mia infanzia. >>
<<
Quindi
non hai mai conosciuto i tuoi genitori? >> chiesi
lentamente, portandole
una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<<
No.
>>
<<
Bella
>> mi venne di nuovo spontaneo chiamarla così
e lei stavolta non disse
nulla. Le presi il viso tra le mani, ma cosa volevo dirle? Che il cuore
mi
stava scoppiando nel petto all’idea di una bimba sola e
impaurita che veniva
messa nelle mani di una vecchia vipera come Tanya?
Che
aveva fatto fin ora, senza di me?
Osservai
le
lacrime addensarsi nei suoi occhi e mi sentii totalmente impotente.
Avrei
voluto fare qualcosa per arginare la sua sofferenza, ma
l’unica cosa che potevo
fare era tenerla stretta a me ed è quello che feci.
<<
Mi sembra
di conoscervi da sempre. >>
L’allontanai
dal
mio petto e la guardai curioso.
<<
Ah sì?
>>
Lei
annuì.
<<
Sono
stata in un posto simile, credo. >>
<<
Che
intendi? >>
<<
Ricordo
una notte di intensa pioggia. Io che camminavo senza una meta e un
bambino
dagli occhi verdi come i tuoi che mi faceva compagnia, fin quando un
uomo e una
donna non mi sono venuti a prendere. >>
Aggrottai
le
sopracciglia. Quell’episodio somigliava tanto a quando mi ero
perso qui con
Jonathan e Sophie e avevo trovato una bambina sotto la pioggia.
<<
Dici che
ci siamo già incontrati? >> le dissi con un
sorriso appena accennato.
<<
Duca,
credete nel destino? >>
<<
No
>>
<<
E invece
dovreste. >>
<<
La smetti
di darmi del voi? >>
<<
Tu invece
smettila di lasciarmi senza di te. >>
La
guardai senza
capire e lei mi buttò di nuovo a terra, spingendo le mani
sul mio petto. Rimase
inclinata su di me, con i capelli che mi solleticavano il viso.
<<
Devi
sposarti per forza? >>
Stavo
per
rispondere quando lei si abbassò ancora di più,
fino a far sfiorare le nostre
labbra.
<<
Io non ti
basto, Edward? >>
Oh,
come avrei
voluto che lei avesse avuto un titolo nobiliare. Il pensiero fulmineo
che avrei
sposato più volentieri lei invece che Sophie mi sorprese.
<<
Sai qual’
è la risposta, bambolina. Adesso baciami. >>
Lei
sorrise furba
e proprio quando stavo per catturare le sue labbra con le mie, si
alzò ridendo.
La vidi scappare e scossi la testa incredulo. Se un giorno qualcuno mi
avesse
detto che mi sarei ridotto in questo modo non ci avrei mai creduto. La
inseguii, fino a quando non riuscii ad acchiapparla, facendola cadere
nell’erba
con me. Ammirai incantato il suo viso sorridente e compresi quanto
quella
ragazza mi fosse entrata dentro. Ormai ero spacciato, senza alcuna via
d’uscita.
***************************
Avevo
detto che
sarei tornata prima ed eccomi qui. Siamo vicini al punto fondamentale
della
storia. Janet sarà davvero determinante e capirete
perché. Non immaginate l’ovvio.
Certo qualche trappola ci sarà ( xD ) ma Janet è
davvero importante per la
risoluzione di molte cose. Sophie… non preoccupatevi troppo
; )
Forse posterò anche per Natale ma non ne sono certa,
perciò ringrazio tutti
quelli che mi seguono e vi auguro buone feste!