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Autore: Marzi Jaymes    21/12/2011    1 recensioni
"Per sempre?" Sussurro..
"No, fino a quando ci sarà posto per me nel tuo cuore."
"Ci sarà sempre."
"Ok, allora per sempre.". Sorrido
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap 6 Ok gente, lo so' che vi ho fatti infuriare parecchio con il capitolo precedente, pero' abbiate pazienza e fiducia, e vi prometto che finira' bene (credo ahahahha)... Ok... come in ogni capitolo ringrazio chi ha messo la mia storia tra le preferite (6) chi nelle seuite (8)..e a tutti quelli che mi hanno recensita, insieme a quelli che leggono silenziosi e non recensiscono. Ringrazio Desi e Eli per avermi aiutata con qualche nome...
 Boh, questo capitolo lo dedico a me.. che all'amore ci ho sempre creduto.
 SPERO di riuscire a scrivere qualcosa di decente, e un po' piu' lungo (so che a voi piacciono i capitoli lunghi, tranne alla mia migliore amica Stè. BECCATELO STRONZA <3).

*Buona lettura a tutti :D

                                     
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*










Pov Kristen
 

What can you do when your good isn't good enought and all that you touch tumbles down?
Cosa puoi fare quando il buono che c'è in te non basta, e tutto cio' che tocchi va in rovina?

 

Sei e mezzo di mattina, valigie in mano e musica nelle orecchie. La musica che mi rispecchia da sempre.
Afferro i due bagagli che ho e li trascino giu per le scale, dopo aver rincontrollato per la cinquantesima volta di non aver lasciato biancheria/vestiti/chiavi e cazzate varie in giro per quella che tra poco sara' la mia non-casa. Mi avvio verso la porta lentamente, sembra quasi che i miei piedi e il mio corpo si rifiutino di lasciare il posto in cui in qualche modo è cresciuta la nostra storia, premesso sempre che sia iniziata... Apro il portone ed esco fuori dove mi aspetta il taxi, entrando in contatto con un'altra splendida giornata di , precisamente quella del 24 giugno.. Mi giro e fisso la mia casa, ormai chiusa..e mi passano avanti un sacco di immagini di questi due anni: Io e Dakota che vomitiamo sul tappeto dopo esserci ubriacate in modo epico, le nottate insonni, la prima notte con Robert...e l'ultimo giorno. I baci rubati sul divano, tra due semplici ma carichi sguardi.
"Signorina è pronta?" mi urla il tassista da dentro il taxi.
Mi giro e l'osservo senza spiccicare una parola, per tornare di nuovo a guardare la mia casa per altri venti secondi, o almeno credo siano venti secondi. Mi volto e inizio ad incamminarmi verso il taxi, che mi portera' all'aeroporto. Torno a L.A, Dopo due brevissimi anni torno in quella che è stata la mia casa/citta' da quando sono nata. Dopo due anni torno a contatto con i miei tre fratelli piu' grandi, con mia madre...e con il ricordo di mio padre. Sono venuta a Londra per scappare dai suoi ricordi, e ora scappo da Londra per lo stesso motivo. Stare nello stesso luogo in cui sono successe le cose aiuta a riviverle, ed è la cosa peggiore, quando la cosa che ti verrebbe riproposta sotto gli occhi la vuoi cancellare completamente dalla testa. Guardo fuori del finestrino, incantandomi nei posti che ho amato tanto, e che non rivedro' mai piu'..o almeno l'intenzione è quella. Ci mettiamo una buona mezz'ora per arrivare all'aeroporto di Londra, quasi pieno. La gente qui di solito parte a fine Giugno, e ci siamo quasi...
Do la mancia al tassista, che mi augura buon viaggio e buona fortuna per tutto e scendo, prendendo i bagagli e iniziando a trascinarli fino al metal detecktor. Mi pesano, ma in realta' mi pesa di piu' il cuore, la lettera. Quella benedetta lettera mi ha ucciso letteralmente..e so' che per Robert è stato piu' o meno lo stesso, con la differenza che mi avra' detto un sacco di parolacce dietro, la stessa persona che ho amato così tanto in questo mese, senza sapere neanche il perchè. Forse la prima persona che in questi due anni davvero mi ha dato una casa, come se avessi avuto davvero una famiglia di venti persone. Ma ora è tardi, e non devo pensarci, soprattutto per me. Inizio a fare la fila per imbarcarmi sull'aereo, quando una mano grande si deposita sul mio braccio, tremante. Mi prende per mano e mi fa girare... Il mio cuore inizia a battere all'impazzata e quasi come un gesto automatico prendo la sua mano fredda e l'appoggio sulla mia guancia, bagnandola di lacrime.
"Perchè sei venuto Robert...? Ti prego...è...è difficile. Vai via..." dico tra un singhiozzo e l'altro. Ci osserva un po' di gente, il che al momento mi frega meno di zero..
"Non posso lasciarti andare.. non posso. Avevamo detto per sempre, te lo ricordi?"
"Dio Robert, lasciami andare ti prego. Ci siamo rovinati la vita a vicenda, basta ora... devi...crescere la tua famiglia... Reese lo è ora. Se non vuoi lasciarmi andare per te, fallo per me.. ti prego"
"Non ti lascio..non lo faccio, non ora nè per me nè per te... Se parti ora, ti giuro che ti vengo a prendere. No. Non ti lascio andare."
Perchè dev'essere tutto così dannatamente difficile? Come faccio a dire di no a quegli occhi? Agli occhi che amo ancora..i piu profondi e sinceri che abbia mai visto? Gli unici occhi che mi guardano come una persona..e non come un qualcosa da vincere, da portare a letto?
Il mio sguardo è perso nel vuoto dell'aeroporto... non so' cosa dire, ne' cosa fare.
"Kristen, ti prego.. mi ami?"
"Si, Robert. Lo sai..."
"Perchè cazzo vai via..?".
"Lo sai perchè vado via...". Riesco a sentire i suoi pugni stringersi e le sue braccia, seguite da tutto il corpo irriggidirsi.
"Se mi ami davvero, non salire su quell'aereo. Resta, cambiero' per te, te lo giuro..Riusciro' a sopportare un figlio e farlo crescere, ma solo avendoti al mio fianco. Resta, Kristen.. non... non andare via.." Mi stringe in un abbraccio lunghissimo che mi godo ancora un po'... L'ultimo abbraccio.
Raccolgo un po' di coraggio e mi libero dalla sua stretta, mentre lo guardo negli occhi, evidentemente lucidi e bagnati, come i miei. Non piangere Kristen. Non ora..
"Io, beh.. non sopporto l'idea che tu possa avere un bambino con un altra, non so' perchè ho detto il contratio dieci giorni fa'. Lasciami andare...". Lo guardo di nuovo negli occhi profondi, uno sguardo che sono appena capace di mantenere e mi giro, dirigendomi verso la cassa a mostrare il mio biglietto aereo. Sola andata. Nessun ritorno, nessun rimorso. Mi giro verso Robert che mi guarda incredulo con le mani vicino al viso e un addio compare sulle mie labbra, che si curvano verso il basso.. mentre lui si accascia a terra, stressando i suoi capelli. Mi volto e inizio a salire le scale dell'aereo, prendendo il posto vicino al finestrino. Osservo fuori, fregandomene di tutto il casino che ho intorno, e resto sola con me stessa, con i miei ricordi. Il telefono inizia a vibrare all'interno della mia borsetta Burberry quasi nuova. Lo prendo dopo aver letto la cerniera.
"Ti aspettero', lo sai? Te l'ho promesso e lo faccio, Kristen."..
Quando mollera'? quando mi rendera' le cose facili?
Di questo passo penso che non lo dimentichero' davvero mai. Mai.
Apro il telefono per prendere la scheda e la butto nel cestino. Forse così sara' facile.. forse non lo sara' lo stesso.
Su questo mondo ci sono milioni di anime, e a me ne servirebbe una. Solo una. Darei via la mia vita, tutta me stessa per garantire un futuro gioioso all'uomo che amo. Senza di me.

Il viaggio sta finendo e sto per scendere dall'aereo. Inutile dire che ho avanti a me mia madre, e i miei tre fratelli. I miei occhi sono ancora lucidi e bagnati, e si nota. Si nota troppo. Mio fratello Cam si avvicina a me e mi stampa un bacio sulla fronte, prima di avvolgermi in un abbraccio epocale e piu' caldo che mai, al quale si aggiungono anche mamma e Dana e Taylor, i miei fratelli adottivi, ma poco importa.. restiamo così, a goderci questo momento tipo per recuperare gli anni persi, gli abbracci di Natale, capodanno.. e della festa del ringraziamento.
E ora 'sta lontananza fa male. Meno male.
 

I giorni stanno passando, passano molto molto lentamente, in modo mostruoso. Il ricordo di Robert brucia, anche troppo, piu' di quanto sapevo che sarebbe accaduto. Piu' di quanto in realta' mi aspettassi. Molte volte mi blocco, per strada, a casa...come se lui in qualche modo fosse qui con me... e' strano come a volte mi giro verso qualcuno che sembra avere la sua stessa voce...e la delusione è profondissima, quando scopro che invece non lo è. Sono passati appena due mesi, e mi sembra che in realta' siano passati dieci mila anni. Cerco tutti i giorni di soffocare il dolore, tra un paio di cuffie e sotterrando le mie grida nel cuscino, prendendo a morsi le lenzuola per far uscire via tutto.. Ogni cosa seguita da almeno quindici sigarette al giorno e molto spesso fiumi di liquore, vomitati nel cesso di casa, mentre Cam mi mantiene la testa... e rimetto, rimetto anche l'anima.
"Kristen, non puoi continuare così, torna a Londra. Averti qui e vederti cosi mi fa male.. preferisco averti lontana e sentirti felice al telefono ogni due tre giorni.". La frase di mamma, la solita frase di mamma da quando ho messo piede in questa casa.
La mia risposta era ed è sempre il silenzio.
Ma lei non sa'. Non sa niente di me, non sa niente di Robert, o di Reese. Pero' credo che lei capirebbe, insomma...appoggerebbe Robert. Lo farebbe perchè lei ha cresciuto due figli non suoi... Dana e Taylor.. Ma non sarebbe lo stesso, non lo sarebbe e basta. Robert è gentile..e so per certo che finiranno per tornare insieme. Crescere un figlio è difficile, lo so per certo.. e non è piu' facile crescerlo soli, con la presenza di un padre solo una volta a settimana, quindi meglio che sia cosi. E lui lo sa piu di me, cosa significa crescere senza un padre.
E' ormai fine agosto e siamo in vacanza (se per me si puo definire così) al mare in qualche posto sperduto. Sto continuamente sulla sdraio a pensare...
Ho bisogno di lui cazzo... di stringerlo come facevo prima... o molto di piu'.. Mi manca tantissimo, soprattutto quando prendo in mano quella foto scattata scherzando e la stropiccio tra le mani..come adesso. L'unica cosa che mi rimane di lui, l'unica cosa che mi rimane di noi, anche se un noi forse oggi non esiste piu'.. Tutto sembra avere l'odore di Robert, persino me stessa. Non riesco a scrollarlo di dosso, è come se ormai facesse parte della mia pelle. Quando smettero' di pensare continuamente a lui? Basteranno tre anni?
 Posso farcela. Devo farcela. 
"Nana, la smetti di tenere il muso ventiquattr'ore al giorno? Ti prego, scollati da quella sdraio o ti prendo di peso.."
"Cam, lasciami in pace.." concludo seccata.
"3...2...1...SCAPPA!"
Rimango immobile sulla sdraio con la foto in mano a guardare verso di lui, con aria scocciata e di sfida. Gli faccio una pernacchia..e me ne pento subito. Cam inizia a correre affondando i piedi nei ciottoli levigati e mi prende in braccio, mentre la foto cade sotto la sdraio. La osservo rimpicciolirsi, mentre mi allontano sempre di piu, sulla schiena di quella bestia di mio fratello. Inizio a scalciare e a dimenarmi per farmi lasciare.
"Cazzo Cam, torna indietro. Mi è caduta una cosa importante...giuro...giuro che faccio quello che vuoi dopo. Dai"
Immediatamente si gira e mi permette di raccogliere la foto e di metterla nella borsa, al suo posto, prima di riprendermi in braccio e portarmi fino alla riva del mare, per buttarmi in acqua. Cazzo che freddaaaaaaaa. Inizio ad arrancare e muovere le mani per tornare in superficie, osservando il viso divertito di Cam. Mi avvicino a lui con aria offesa e inizio a tirargli qualche colpetto sui pettorali scolpiti, senza ottenere niente.
"Calma ninja..calma..Allora...sono due mesi che stai qui, non ti ho vista mezzo sorriso su quel bel visino stressato. Ora se non mi spieghi tutto ti metto con la testa nell'acqua finchè non parli, mh? Ti ricordo che ne sono capace." sorride, mentre in me torna il ricordo di quando eravamo bambini. Lo faceva, lo faceva davvero.
"Okay".
Ci sediamo a riva, nell'acqua, io sulle sue gambe mentre lo guardo in faccia...e gli racconto la nostra storia...
"Kristen, sei stata una vera cretina, lo sai? Perchè l'hai lasciato andare..? Ti avrebbe amata il doppio, sarebbe stato attento a non trascurarti.. e magari avresti avuto una creatura che ti avrebbe chiamato mamma. E a me zio."
"Cam, non capisci..Non puoi capire affatto, mh? Lascia perdere. Ora sono qui, con te, mamma, Dana e Taylor...e..papa'. Si perchè in un certo senso c'è anche lui"... Si blocca per un attimo, forse per pensare un po' a papa' e blatera qualcosa di incomprensibile, portandosi le mani agli occhi.
"Si, ma non è come vorresti.. Qui non c'è Robert, Stew"
Gia'.. qui non c'è Robert. Qui non c'è il suo profumo, non ci sono le sue mani, le sue labbra, i suoi capelli.
"Sto bene, grazie. Davvero..."
"Ok, allora stasera vieni con me alla festa di George."
"E festa sia." sorrido un po' forzatamente...
"Sei pronta...?"
"Per fare...?" chiedo divertita..
"Per correre?"
"Tanto non mi prendi..."
"Okay, è una sfida... 3..2..1..."
Mi alzo e scattante inizio a correre sui ciottoli quasi incandescenti della spiaggia e mi rifugio sotto la sdraio con la schiena poggiata a terra... Cam si inginocchia e mi accarezza le guance rossastre per via del sole ancora tiepido di fine agosto, mentre osservo ancora una volta la foto, pensando a quanto ero felice il giorno che l'ho incontrato.
"Cosa guardi Stew?"
"Mh.." sposto la foto dal mio petto e gliela appiccico sul naso, lui dolcemente la prende e la osserva per pochi minuti, con una faccia stupita..
"Oh beh, che dici? Vuoi parlare o hai deciso di continuare a guardare quella foto per 39.000 anni?"
"Magari potessi vivere altri 39.000 anni.." dice ridendo... attaccando la risata anche a me..
"E' che..la luce che hai negli occhi in questa foto è qualcosa di eccezionale...e poi non hai un filo che non sia al posto suo e neanche mezzo segno di stanchezza o tristezza. Insomma...sei... bellissima. Peccato che tu sia mia sorella..." conclude divertito..
 Gli levo la foto dalle mani con rabbia finta e mi alzo, iniziando a prenderlo a pugni leggeri..e in pochi secondi ci ritroviamo a rotolare sui ciottoli duri che si appiccicano facilmente alla pelle, per poi restare stesi l'uno affianco all'altro ridendo.
"Kristen, torna a Londra.."
"No, Cam, restero' qui...che tu lo voglia o no".
"Ma..."
"Niente ma, Cam. Questo è quello che ho deciso.."

Continuo a fare a piedi nudi avanti e dietro nella mia stanza da almeno buoni venti minuti con addosso lo sguardo divertito di Cam mentre sorseggia il suo thè, da perfetto inglese, anche se in realta' è americano come me.
"Devi andare a sposarti, Stew?"
"Cretino" sussurro e gli butto il cuscino addosso
"Signora Jules buona sera" dice Cam rivolgendosi a nostra madre. Ora qui è scoppiata la moda di chiamare i propri genitori per nome.. e non piu' mamma o papa'.. ed è una cosa che non capiro' mai, onestamente. Mamma, pensandola ugualmente, gli lancia la sua occhiataccia di sempre e si rivolge a me, lanciandomi un pacchettino morbido.
"Mamma non è il mio compleanno...". Borbotto.
"Aprilo e zitta Kristen, fai come se fosse il 9 aprile passato...".. Sorride e mi da le spalle, iniziando a scendere le scale..
Apro il pacchetto e mi blocco stupita: dentro c'è un vestito blu notte, corto a malapena da coprire mezza coscia e con un corpetto stretto, pieno di strass luccicanti bianchi e blu, che formano diversi cuori..
Lo poggio sul letto e faccio alzare Cam, mandandolo a calci nel sedere fuori dalla mia stanza.. Inizio a vestirmi e mi pettino i capelli, oggi piu' ondulati del solito, lasciandoli cadere morbidi sulle spalle e sulla schiena un po' scoperta.. Passo l'ombretto e la matita Blu sugli occhi e metto le scarpe alte che mi ha regalato Dakota a Londra, qualche mese fa. Mi manca così tanto Londra. Mi manca la foschia la mattina presto e gli inglesi esagitati.. Mi manca l'accento britannico..e..mi manca Robert.
Interrompo i pensieri, prima di sbavare tutto e inizio a scendere le scale, sotto gli occhi strabuzzati di mamma, Dana e Cam. Taylor è gia' in macchina ad aspettarci da almeno quindici minuti.
"Oh, cazzo" sussurra Dana. Sento il sangue caldo pizzicarmi la faccia dall'interno e sicuramente avro' sviluppato un colorito da peperone.
"Niente commenti, oppure vengo in jeans e vans". Nessuno fiata, mentre Dana viene a prendermi sotto braccio e usciamo di casa, dopo le solite ramanzine di mamma.
Non bevete troppo, non vi bucate, non fumate troppo..eccetera eccetera. Che palle!  
Saliamo in macchina e iniziamo a sfrecciare sulla strada vuota, piu' o meno come due anni prima, solamente un po' piu' cresciuti...e anche un po' piu' scemi.
Il volume della musica alla festa è altissimo e si sente anche per strada, a un bel po' di distanza.. Arrivati, tre amici di Dana, Taylor e Cam che credo di non conoscere si avvicinano alla macchina, lasciando all'oscuro il quarto ragazzo del quale riesco a notare solamente il profilo, e neanche un po' di viso.
"Piacere, io sono Harry, e loro sono Thomas ed Andrew" sussurra l'amico piu' carino stringendosi la mano. Accento britannico marcato e lineamenti perfetti, altro tuffo al cuore.  Il ragazzo dietro di loro sparisce, lasciandomi perplessa. Riesco a notare il suo fisico scolpito, i suoi capelli neri disordinati e la sua camminata strana...
"Kristen, andiamo?" sussurra Thomas prendendomi la mano, l'afferro abbastanza imbarazzata mentre scendo dalla macchina e la mollo subito, lasciando i ragazzi soli e correndo avanti...
La casa è enorme e il soggiorno è pieno di ragazzi e ragazze che ballano tutti attaccati con le mani verso il soffitto. C'è puzza di alcool e qualche siringa sul pavimento, ragazzi che si baciano e altri che limonano a terra, o sul divano. I gemiti delle diverse coppie riempiono la stanza, insieme alla musica a palla che si diffonde in tutte le stanze della casa.
Inizio a bere, fumare e ballare per conto mio, con almeno dieci ragazzi che mi guardano le gambe e la scollatura da sotto a sopra.. Le mie gote sono rosse, dovuto tutto al troppo caldo e all'alcool ingurgitato da minuti ormai. Un ragazzo si avvicina a me appoggiandosi alla mia parte posteriore, facendomi sentire il suo membro che preme dietro i suoi pantaloni.. Ho il cervello talmente infradiciato e confuso che non riesco a capire e inizio a strisciarmi al suo corpo marmoreo.
"Sono Stew" gli sussurro all'orecchio ridendo, dopo averglielo morso...
"Tyler".
Mi prende per mano e mi porta al piano di sopra... Mi appoggia al muro e inizia a baciarmi con forza, spingendo la sua lingua all'interno della mia bocca, che cede subito, lasciandosi in un bacio lunghissimo e carico di desiderio. Mi guarda negli occhi e inizia ad accarezzarmi le cosce, dopo avermi presa in braccio e buttata sul letto.  L'immagine di Robert che mi scaraventa al muro si presenta avanti ai miei occhi, ma non riesco a fermarmi, non riesco a capire niente. La mia forza di volonta' e' davvero molto ridotta.. in quello stato. Le mie mani iniziano a scivolare sulla sua schiena, mentre preme con forza su di me... Inizia a sfilare il corpetto del mio vestito, lasciandomi mezza nuda. Gioca col mio seno, lasciandomi sfuggire un gemito di piacere. Sto andando a fuoco, e l'acqua non sarebbe capace di spegnermi..
Una mano estranea mi afferra il polso, facendomi girare di scatto. Il mio cuore si blocca, il respiro diventa affannato e una lacrima mi riga il viso. Ryan scappa, con il disgusto negli occhi, ancora carichi di desiderio verso il mio corpo.
"K-kyle..."... Il suo sguardo è pieno di terrore e di schifo nei miei confronti. Riesco a notare anche una punta di rabbia, che lascia subito spazio a compassione, dolore e tanta, tanta tristezza.
Il mio corpo reagisce, buttandosi immediatamente sopra di lui, stringendogli i fianchi con le gambe nude.
 Saro' anche sbronza, ma non abbastanza da dimenticare il suo corpo pieno di aghi, collegato a una macchina che lo aiuta a lottare su un lettino di ospedale e una stanza triste e buia per la sua stessa vita, la vita del mio migliore amico, quasi finita per colpa di un'overdose, due anni fa. Inizio a piangere disperatamente sulla sua spalla. E' l'unica cosa che posso fare, perchè non potrei/saprei fare altro. Non saprei fare di meglio.  Non so chiedergli scusa per averlo lasciato li' a lottare da solo ed essere scappata da L.A per degli stupidi ricordi. Non so chiedergli scusa per non averlo piu' cercato, e in realta' sapevo che fosse morto. E l'ho pianto, l'ho pianto ogni giorno, come se mi fosse stato tolto un fratello. E in realta' me lo sono tolta io stessa, quel fratello. Il mio quarto fratello. E ora essere tra le sue braccia mi faceva enormemente paura, ma mi sto sentendo come se avessi ritrovato una parte di cuore, persa per sempre.
Mi accarezza i capelli e mi da un bacio sulla guancia rivolta verso di lui, mentre il mio sguardo è ancora perso nel vuoto del pavimento e il mio viso è sorretto dal mio mento, ancora scavato bene nella sua spalla destra, come una bambina.
"shhhhh" mi sussurra all'orecchio e mi porta in una camera piu' pulita, abbassando le serrande.
Non riesco a fiatare, non riesco a chiedere scusa.. Non riesco a pensare.
"Non...non dovevi fermarmi, non dovevi farlo..dovevi lasciarmi fare" sputo tutto d'un fiato.
"Non l'avrei mai fatto, Kristen..sono il tuo..."
"NON SEI NIENTE, NON SEI NIENTE. SE FOSSI STATO IL MIO MIGLIORE AMICO NON TI AVREI LASCIATO A MORIRE IN QUEL LETTINO D'OSPEDALE, KYLE.." urlo singhiozzando, portandomi le mani agli occhi e stropicciandoli con foga.
Si avvicina a me e mi prende il mento, dopo avermi asciugato le lacrime...ormai quasi inarrestabili.
"Sono qui, ora. Tu sei qui..siamo di nuovo insieme, mh? Sei ancora la mia migliore amica..Non ce l'ho mai avuta con te."
Dovrebbe odiarmi, dovrebbe farlo. La codarda sono stata io. Solo io.  
"Mi...mi dispiace Kyle, mi dispiace."
"Lo so' che ti dispiace."
E mi stringo al sicuro tra le sue braccia sentendomi di nuovo inarrestabile, imbattibile, come tanti anni fa.
"Come stai, ora?"
"Ora sto meglio, grazie Kyle!"
"Non mi...riferivo a te.. Mi riferivo a Robert."
Sento il cuore contrarsi e farmi male in qualche modo e il sangue e il respiro accelerare, e affannarsi. Come sa di Robert?
M
i blocco e non spiccico mezza parola, mantenendo un'aria spaventata e interrogativa..
"Oh, Cam era preoccupato e... mi ha raccontato tutto...Non prendertela con lui per favore. Sono io che ho insisti....."
Non gli lascio finire la frase e gli poggio l'indice sulle labbra, bloccando l'afflusso delle parole.
"Non devi giustificarti, lo so quanto è importante per te la mia felicita'..e quanto lo è sempre stata. Non.. non so' perchè sono fuggita via davvero, sarei dovuta rimanere li' con te, non ho fatto cio' che mi spettava fare, dovevo lottare insieme a te. Ora mi sentirei meglio, e forse non sarei partita per Londra, con te sano affianco. Mi faceva male vederti così e non volevo soffrire piu', non dopo papà. Non volevo affrontare un altra morte...Non quella del mio migliore amico, dopo appena due giorni di distanza..."
"Nana, il tuo cuore era a pezzi. Ero io che dovevo smetterla di bucarmi e ascoltarti. Dovevo rimanerti io vicino, a consolarti. Ho spezzato il cuore a te e anche a tua madre. Ho sbagliato. Voi avevate bisogno di aiuto e io sono andato."
"Ora siamo qui pero'.. basta rimorsi, basta rimpianti.."
"Stew..."
"Mh?"
"Mi sei mancata... tanto"
"Mi sei mancato anche tu"



Pov Robert

Sono passati due mesi e mezzo. I due mesi e mezzo piu' lunghi della mia vita.. equivalenti piu' o meno a due anni della mia vita. Ho soffocato il dolore tra donne e sesso, droga, alcool e musica..

'No, i can't take one more step towards you, cuz all that's waiting is regret. And don't you know i'm not your ghost anymore, you lost the love I loved the most...I've learned to live half alive.'
'No, non posso piu' fare ulteriori passi verso di te perchè tutta questa attesa è un rimpianto e non sai che non saro' piu' il tuo fantasma? Hai perso l'amore, io ho amato di piu e ho imparato a vivere, mezzo morto.'


Mi fa paura. Fa paura il fatto che le canzoni che ascolto di me sappiano tutto, fa paura il fatto di affrontare la solitudine di nuovo. Non sono solo, non lo sono affatto... La mia casa è piena: Liz, Tom, Reese con in grembo il mio bambino. 4 anime, e il mio cuore è vuoto. Non mi è mai capitato di sentirmi soffocare per la solitudine in una stanza piena. E' un qualcosa che non si puo' spiegare. Sentirsi morire ogni giorno e non poter far niente. Da quando mi sono accasciato a terra in quell'aeroporto, da quando le ho lasciato quella mano, sento il rumore dei suoi passi farsi sempre piu' lontano, sparire. Sento i suoi pensieri bussare alla mia porta la notte, e non riesco a non farli entrare. Poi spariscono, come lei, il suo viso e i suoi profondi occhioni verdi.

Sono tornato con Reese, forse solo per dimenticare Kristen e le sue fottute mani. E' sbagliato, pero' chiodo scaccia chiodo, no?  
Questi giorni sono stati così fottutamente pieni. Reese non mi ha lasciato solo un attimo, neanche per fumare una sigaretta o per fare una doccia.
Le sue mani mi accarezzano la schiena, interrompendo ogni mio contatto con la fantasia.. ogni mio contatto con Stew.
"Robert, dovresti smetterla di essere preoccupato. Non farmi stare male, che ne risente il bambino"
"Scusa, Reese. Staro' piu' attento". BALLE.  
Mi accarezza e mi stringe tra le dita sottili i capelli, come faceva ogni sera Kristen, e i crampi invadono buona parte del mio corpo..
Mi giro verso di lei e le prendo la mano, cercando di scacciare via i pensieri per non imbattermi in quelli piu' duri da battere, e gliel'appoggio sulla pancia, che non presenta ancora nessun tipo di gonfiore o protuberanza.
"Reese, questa pancia è troppo piccola. Sei di tre mesi e sei così magra, andiamo dal ginecoloco.."
La sua faccia impallidisce e inizia a balbettare.. e a tossire..
"N..no è tutto apposto. Ho fatto il controllo ieri dal mio ginecologo. Tranquillo."
"Non è apposto niente, sarei piu' tranquillo se ti visitasse il mio amico.. C'è la mia creatura li' dentro, quindi muovi il culo. Andiamo"
Sorride e mi da un bacio lungo sulle labbra, cercando di distrarmi dal discorso ma io non mollo. Scaccio via il suo viso con un gesto lento e attento, mi alzo e la prendo in braccio salutando tutti e uscendo dalla porta. Lei protesta iniziando a scalciare contro le mie gambe, che non ne risentono affatto.
"M E T T I M I   GIU'. S U B I T O".
"Ma anche no, signorina".
La carico di peso in macchina e mi tiene il broncio per tutto il percorso. Chase è mio amico e si è laureato l'anno scorso in ginecologia e ostetricia. Non ho un appuntamento ma sono sicuro che fara' la visita, se glielo chiedo io.
Arriviamo avanti casa sua, dove tiene parte dell'attrezzatura per fare le radiografie. Suono il campanello, tenendo ancora Reese stretta a me,  ancora protestante.
Chase mi stringe in un abbraccio calorosissimo, per quanto gli e' possibile.
"Entra pure, Robert".

Sono venti minuti che siamo qui dentro ad aspettare e Reese non si è ancora calmata, continua a sbraitare e a gridarmi parolacce contro, ma poco mi importa.
Dopo pochi secondi ci chiama Chase, facendoci segno di entrare nello studio.. Riprendo -ancora una volta- Reese di peso e la poggio sul lettino in pelle nera all'interno di una stanza azzurra con dei fiocchi dello stesso colore, solo piu' scuro.
"Allora vediamo cosa combina questo signorino qui dentro"..
Passano i minuti e mi diverto a osservare Reese frustrata sotto l'aggeggio che ha in mano Chase, con le braccia intrecciate sotto il seno, evidenziandoglielo.
Dopo non so esattamente quanto tempo la faccia di Chase diventa sconvolta.. unita a quella di Reese, che ha smesso finalmente di protestare e si è abbandonata alla tristezza.
Chase si alza e cammina verso di me, prendendomi per il braccio e trascinandomi nell'angolino...
"Robert, li' dentro non c'è assolutamente nulla..." mi sussurra all'orecchio..
"Li' dentro, dove?". Faccio finta di non capire quello che ho appena sentito, o forse non ho davvero sentito bene-
"Non c'è nessun bambino..e neanche segno di aborto. Reese... non è incinta, Robert. Non lo è MAI stata".
"Stai scherzando, vero?" dico stupito e incredulo. La mia voce si fa disprezzante e piena di rabbia, seguita dalle mie espressioni facciali, quando incontrano lo sguardo di Reese.
"No"...
Scosto Chase con i guanti ancora impregnati di gel e vado vicino a Reese, lanciandole un'occhiata che ricordera' a vita. Sento montare e crescere in me il dolore e la rabbiain pochissimi secondi. Non sono mai stato cosi' arrabbiato come adesso. MAI. Esco fuori dalla porta sbattendola, quasi correndo, a passo sostenuto senza sentire altri passi che non siano i miei. Entro in macchina e inizio a sfrecciare sulla strada del ritorno, con la musica che mi sfonda i timpani e un rimorso. Quello di averle creduto.

Sono le cinque e sono nel panico, arrabbiato con me e con il mondo. Liz e Tom mi gironzolano in torno da quando sono tornato a casa e gli ho vomitato tutto l'accaduto in faccia. Un disastro.
"Perchè l'ha fatto?" continuo a chiedere senza ottenere nessuna risposta.."PERCHE' PORCA MERDA?"
La mano di Liz mi sfiora il collo e subito la rabbia cala di poco.
"Perchè sapeva che tu ti saresti occupato del vostro bambino e che avresti finito per ri-amare anche lei, Robert. Lei ti conosce troppo bene e sa che non avresti mai fatto crescere tuo figlio da solo con sua madre, non gli avresti fatto mancare niente. Non gli avresti fatto passare quello che abbiamo passato noi 3" si dice guardando Tom e me a turno negli occhi.
"Perchè non ci ho pensato prima?" mi chiedo a bassa voce..."Perchè non l'ho fatto?"
Il campanello inizia a suonare e Tom si dirige verso la porta per aprirla, mentre Liz mi stringe forte a se'. La finta-dispiaciuta figura di Reese fa capolino da fuori la porta, seguita da tutta la sua ipocrisia. I miei pugni si stringono come per difendere me e cio' che amo.. per non farle contaminare piu' niente di mio con le sue bugie stupide.
Si butta in ginocchio avanti a me e mi sussurra piu' volte scusa, con uno sguardo carico di tristezza.
"REESE, FUORI DA QUESTA CASA".
"Questa è casa mia, ora...Robert" dice singhiozzando. "Non puoi farlo?"
"NON POSSO? NON POSSO!! Guardati, Reese. VAFFANCULO. POSSO. POSSO. ALZATI E INFORCA QUELLA PORTA O TI GIURO CHE TI PRENDO A CALCI IN CULO. FUORIII!"
"No, no."
"VAI A FARE IN CULO FUORI  DA QUESTA VITA...QUESTO E' PER ME... PER KRISTEN...E PER LA NOSTRA STORIA ANDATA A PUTTANE PER LA TUA PESSIMA CONDOTTA E PER IL MIO TROPPO BUONISMO. NON VOGLIO PIU' VEDERTI. SPARISCI."
Lei continua a fissarmi incredula, spiegata sulle sue ginocchia. Tom la prende da sotto le braccia e la butta fuori dalla porta, chiudendo a chiave.
"Grazie, Tom." sussurro disperato.
"Sono qui" sussurra contemporaneamente con Liz.

I giorni e le ore sono passati velocemente. Passati senza che potessi bloccare il tempo, passati senza che potessi impedire o fare qualcosa. Passati piu' velocemente di quanto fosse accaduto in questi ultimi tre mesi.
Non ho piu' niente a cui far caso, niente piu' a cui badare, o di cui occuparmi. Ne' di Kristen, nè di Reese. Neanche piu' di me stesso, ora.
Il dolore ha continuato a rompermi le vene e non sto piu' vivendo, si puo' dire. Cammino per Londra, ammazzo il tempo così: tanti chilometri ogni fottuto giotno, come un senza-tetto. Gli sguardi carichi di compassione della gente e di Liz e Tom sono le uniche cose che riempiono le mie giornate, insieme ai lamenti. O semplicemente le svuotano, piu' di quanto lo siano gia'. Vuote..e nere.
Quando non cammino aspetto. Aspetto di vedere il display illuminarsi, aspetto il suo braccio attorno al mio bacino e le mie labbra incollate alle sue senza staccarsi per i prossimi 5 mesi...sebbene sappia che non accadra'... MAI.
Ho il telefono in mano da almeno 10 minuti, le mie mani continuano a tremare da dieci minuti al ricordo del motivo per cui è scappata via di qui, alla sua voce fredda mentre mi manda via dalla sua vita. All'immagine dell'aereo che parte, portandosi via parte del mio cuore. Sono dieci minuti che tento di scriverle un messaggio, dopo tre mesi. Ma nessuno mi sembra alla sua altezza. Alla nostra altezza.

Amore torna, ti prego. Questi mesi per me sono stati troppo duri, ci sono tante cose da dirti, e tante cose da fare, da sistemare Troppi vuoti da colmare.. Non avro' nessun bambino con nessuna donna, se non con te. Fai un passo verso di me, di nuovo? Torna...
Le mie mani schiacciano i tasti velocemente e il tasto invio. Me ne pento quasi subito e cerco subito di annullare, senza alcuna speranza.
Meglio rimpianti che rimorsi, Robert.
Ci ho provato, ci ho provato 2,3,4 volte da questo pomeriggio. Ho fucilato tutto il credito appena caricato sul telefono.

La neve continua a scendere e a posarsi sulle strade londinesi. Sono anni che non nevica e il freddo che c'è fuori, bilancia quello che ho dentro. E' l'esatto specchio.
E' quasi natale e la cosa che voglio è lei. E' chiedere troppo, forse? Si, penso di si. Lei è troppo, troppo per chiunque. Inteligenza bellezza e dolcezza, tutte in una persona sola. E lei..e' venuta giusto da me.

Continuo a leggere i messaggi nostri, con la testa appoggiata alla finestra..e il cuore distrutto, piu' di prima. 

'Sai una cosa?'
'Mh?'
finalmente ho trovato una fottuta ragione per sorridere"
'Si, e quale Pattz?'
'TU'.






   
 
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