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Autore: elyforgotten    21/12/2011    3 recensioni
La mia nuova fanfic parla di Cassandro, valoroso e cinico condottiere macedone, e della sorella di Alessandro...
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"Siamo tutti maledetti, sorella." Dichiarò Alessandro con un sorriso amaro. "Tu, io, Efestione, Cassandro e i nostri genitori"
A quel tempo Tasmin non diede molta importanza alle parole del fratello; ma soltanto alla fine dei suoi giorni lei avrebbe pensato alle parole del suo re e ne avrebbe fatto ammenda.
Era vero. Erano tutti maledetti.
Tuttavia loro avrebbero pagato un prezzo peggiore, rispetto a quello che era stato destinato ai loro antenati.
Molto peggio…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2 CAPITOLO

 

 

Il re impiegò parecchi mesi per perdonare l’insolenza dei figli avvenuta nel giorno del suo matrimonio, ma alla fine li fece rientrare a corte.

Li aveva spediti da un lontano parente della regina Olimpiade in Grecia, ma anche se a loro non mancava niente in quel palazzo lussuoso comunque si erano sentiti in gabbia in quei mesi senza poter uscire o vedere nessuno.

Alessandro si era adattato e stava recependo la punizione con onore mentre Tasmin restava chiusa a chiave nella sua stanza e per giorni si rifiutava di mangiare e persino di bere, per ribellarsi alla decisione ingiusta del padre.

Infatti quando ritornarono a Pella in Macedonia tutti e due i principi avevano l’aspetto sciupato e trasandato; soprattutto Tasmin che era dimagrita notevolmente e i suoi bellissimi capelli castano ramato avevano perso la loro tipica lucentezza.

Il re vedendo come si erano ridotti i suoi figli chiese loro se i parenti della regina li avessero maltrattati.

Alessandro rispose che i servi del lontano zio di sua madre li avevano serviti con tutte le riverenze e gli onori ma purtroppo sia lui che la sorella avevano sentito terribilmente la mancanza di casa.

Tasmin invece con la sua tipica arroganza rispose che era naturale che si fossero ridotti in quello stato pietoso dopo come il loro padre li aveva trattati e cacciati.

Filippo sorrise con un ghigno e disse:

Non hai perso la lingua lunga però figlia mia. Dovrei forse mandarti a scavare nei templi dei nostri Dei per scacciare quell’arroganza nel tuo volto? O magari basterà qualche frustata?”

Alessandro si intromise per difendere la sorella e disse che non era necessario e che avevano imparato la lezione.

Il re sospirò spazientito e rispose:

Va bene, non ho voglia di litigare un’altra volta e oggi è una bella giornata per rovinarla con frustate e ulteriori litigi. Andate nelle vostre stanze e datevi una sistemata; vostra madre vuole vedervi subito”

 

Per fortuna le ancelle riuscirono a fare un ottimo lavoro e finalmente Alessandro e Tasmin ripresero un po’ di colore e li sistemarono al meglio.

Quando Olimpiade vide dopo tanti mesi di assenza il suo adorato figlio, lo abbracciò fortemente fino a stritolarlo e lo guardò attentamente per vedere se era rimasto lo stesso.

Tasmin restava dietro di loro di qualche passo guardando la scena affettuosa tra madre e figlio.

Dopo aver baciato un milione di volte il suo prediletto, Olimpiade si girò verso la figlia e la abbracciò, dandole un bacio sulla fronte, senza dire niente.

Finalmente siete tornati! Ho sentito molto la vostra mancanza, anzi troppo. Ma non c’è un minuto da perdere, dobbiamo passare subito all’attacco.”

In poche parole riassumò quello che era successo in quei mesi: Euridice come da previsioni aveva avuto un maschio forte e sano e Attalo già pregustava il potere, essendo il reggente del nascituro, inoltre tra qualche giorno ci sarebbero stati dei festeggiamenti in onore del re macedone al quale sarebbe accorsa tutta la Grecia.

Olimpiade chiese alla figlia di lasciarla sola con Alessandro e lei con un sorriso forzato uscì.

Finalmente ritornò a respirare aria pulita… quella stanza era ricolma di inganni e di complotti e sicuramente sua madre stava cercando il modo migliore per insidiare il figlio.

Tasmin andò a sedersi nei giardini interni del palazzo per rilassarsi e godersi il sole del suo paese.

Le bellezze che possedeva la Macedonia non le aveva nessuno: quel splendido giardino era circondato da grosse pietre in cui ci si poteva sedere benissimo, e circondavano un’enorme giardino ricolmo di fiori e erba.

Le erano mancati quella tranquillità e serenità tipica di casa sua, a parte i soliti litigi che avvenivano a palazzo.

Sentì all’improvviso una mano sfiorarle la spalle e lei spaventata si girò, cadendo quasi per terra.

Ho saputo che eri tornata e sono subito corso a vedere come stavi. Ma non mi aspettavo che tu svenissi per terra quando mi avresti rivisto” disse Cassando con un sorriso sulle labbra.

Tasmin lo guardò sorpresa non aspettandosi di vederlo così presto… anche se non voleva ammetterlo quel viso così bello e affascinante le era mancato più di tutti, persino della sua casa stessa e ne aveva la prova proprio adesso.

Si ricompose e si sedette nuovamente sulle pietre; non aveva voglia di lanciargli delle battutine acide perciò decise di stare al suo gioco.

Gli sorrise audace:

E tu invece Cassandro sei felice di vedermi? Hai passato questi mesi di lontananza placando i tuoi piaceri e ossessioni su qualche altra preda?”

Lui fu sorpreso di quella risposta ambigua e provocante e si sedette vicino a lei:

Nessuno potrebbe mai eguagliare il fascino che tu eserciti su di me, lo sai” rispose lui guardandola magnetico negli occhi.

Lei rise.

Davvero? Provamelo” rispose sfacciata ricambiando il suo sguardo.

Sapeva che era un errore, che non era saggio comportarsi così soprattutto con lui ma Tasmin era sicura di poter reggere il gioco.

Cassandro non se lo fece ripetere due volte e le prese il viso tra le mani avvicinandosi provocante alle sue labbra.

Fu interrotto da un fastidioso mormorio e si accorse all’ultimo che era proprio Tasmin e che si era allontanata di qualche centimetro dal suo viso, con sguardo accigliato.

Voi uomini pensate sempre le stesse cose. Non voglio donare la mia virtù a un uomo come te, ti chiedo un’altra cosa invece… tu desideri il potere no? E io sono disposta a concedertelo, ma soltanto un po’, se tu mi confidi tutto quello che è successo in mia assenza”

La delusione e la consapevolezza di essere stato beffato da una ragazza più giovane e meno esperta di lui lo fece alzare con violenza e la guardò dall’alto in basso.

Stai mentendo principessa” rispose freddo.

Invece no, io non mento mai. Credimi potrei essere la persona più sincera che tu abbia mai incontrato nella tua vita piena di inganni e tradimenti. Voglio soltanto sapere cosa si è detto e fatto in questi mesi, tutto qui”

Tasmin lo guardava fisso negli occhi dimostrando la sua sincerità ma lui non le credeva minimamente.

E ti fideresti davvero della mia parola? Considerando l’opinione che hai della mia integrità?”

Potrei essermi sbagliata no? Fornisci la prova che mi sbaglio” rispose Tasmin sfacciata.

Cassandro questa volta non riuscì a resisterle. Era così bella sotto la luce del sole e in mezzo alla natura sembrava una dea immortale, la cui bellezza poteva essere alla pari di quella di Afrodite.

La fece stendere con una leggera spinta sull’erba, che era circondata dalle pietre, e si distese sopra di lei delicatamente.

Lei sembrava calma e lo guardava seria negli occhi senza fiatare. Per fortuna non era arrossita.

E cosa mi offriresti in cambio Tess?” le alitò in viso Cassandro, sfiorandole il volto leggermente, come se fosse un oggetto prezioso.

Tasmin sentì il peso del suo corpo sul suo, riuscendo a malapena a sopportarlo, perché avrebbe tanto voluto toccarlo ma non osava farlo.

Restava immobile, temendo che qualcuno entrasse proprio in quel momento e deglutì nervosa.

Te l’ho detto” rispose titubante

Parlavi in astratto, nessuna cosa concreta.” Mormorò Cassandro scendendo a sfiorarle il collo e il petto con la mano possessiva.

Tasmin faceva fatica a respirare e socchiuse gli occhi assaporando quel momento. Le mani di Cassando stavano scendendo lungo la sua vita sottile e si fermarono all’ombelico, poi ritornò su a fissarla in viso estasiato e a sfiorarle delicatamente i capelli.

Tra di loro l’attrazione era chiaramente palpabile, come se fosse una scossa elettrica che invadeva entrambi i loro corpi.

Lei aprì gli occhi velocemente e alzò la testa per avvicinarsi al suo viso.

Non vuoi allora?” chiese sorridendo affascinante.

Ma all’improvviso Cassandro si scostò da lei e sospirando si alzò, lasciandola sola.

Sarebbe stato troppo facile agire così… lui pensava che non doveva affrettare le cose in quel modo e inoltre non si fidava del repentino cambiamento di Tasmin. Sicuramente c’era sotto qualcosa e lui non voleva farsi fregare.

Ci rivedremo Tasmin” sussurrò serio andandosene via, prima di lanciarle un’ultima occhiata.

Lei si alzò perplessa chiedendosi perché aveva reagito così… era sicurissima che lui avrebbe ceduto e invece…

<< Poco male, mi rivolgerò a qualcun altro di più fidato >> pensò come se non gliene importasse niente.

Invece in cuor suo Tasmin si sentiva delusa per quello che non era successo e che aveva invece sperato che accadesse.

Ripensava al fremito che aveva sentito quando lui le aveva sfiorato il suo corpo con una lentezza disarmante.

Scosse la testa cercando di non pensarci più e uscì dal giardino.

 

 

 

Luna!” gridò gioiosa Tasmin mentre correva ad abbracciare la sua ancella prediletta.

La donna non appena vide la principessa quasi le venne un infarto e ricambiò l’abbraccio con gioia.

Siete tornata principessa!” esclamò tra le lacrime.

Le due sciolsero l’abbraccio e si guardarono a vicenda con felicità.

Luna conosceva Tasmin da tutta una vita, infatti era stata lei a crescerla fin dall’infanzia e a darle il suo latte. L’affetto che le era mancato da parte della madre Olimpiade, Tasmin l’aveva ricevuto sempre da Luna che era diventata una di famiglia per lei, anche se era di umili origini.

Luna infatti aveva perso i genitori fin da piccola, non aveva nessuno al mondo ed era entrata a palazzo per misericordia del re e aveva cominciato con degli umili lavori di serva. Quando Olimpiade diede alla luce i suoi tre figli, Luna li accudì tutti con affetto e devozione, ma solo con Tasmin le trasmetteva veramente il suo amore materno e sincero. E lei gliene era profondamente grata.

Ti hanno trattata bene in mia assenza?” chiese Tasmin guardandola, visto che spesso i soldati avevano il vizio di allungare le mani, soprattutto con le belle donne.

Si mia signora si” rispose piangendo ancora.

Luna dovresti smetterla di chiamarmi così. Sei come una madre per me”

La donna fu profondamente commossa per le parole della principessa, che ormai considerava una figlia per lei.

Come state? Vi vedo sciupata e triste” rispose Luna preoccupata, facendola sedere sul letto.

Mi mancava stare qui…

E quel Cassandro vero?”

Tasmin alzò lo sguardo fulminea:

Adesso osi troppo. Anche se siamo in confidenza, non ti permetto di parlare di queste cose”

Luna abbassò lo sguardo dispiaciuta:

Scusatemi principessa, starò al mio posto”

Tasmin sospirò amaramente, pentendosi di come le aveva appena parlato:

Per gli Dei sì è così! Di te mi fido ciecamente e ho bisogno di parlarne con qualcuno… sei mai stata innamorata Luna?”

Tutto il mio amore che avevo da offrire l’ho donato a voi, principessa” rispose Luna titubante.

Infatti la povera donna non aveva nessuno al mondo, a parte lei. Se le avrebbero tolto Tasmin probabilmente si sarebbe tolta la vita perché quella piccola ragazza era l’unica cosa che aveva.

I mesi che avevano trascorso separate, erano stati per lei un vero inferno.

Tasmin le sorrise dolcemente.

Non parlo di amore verso un figlio o un fratello…ma un amore vero”

Voi amate Cassandro mia signora?” domandò Luna preoccupata che la sua prediletta soffrisse o venisse ferita.

No! Certo che no! Mi piace… è inutile che lo neghi, è molto bello e affascinante… mi intriga molto perché non è come gli altri.”

Mia signora permettetimi di dirlo ma… uomini come Cassandro non potrebbero mai renderla felice” rispose per avvertirla del pericolo. Luna aveva visto crescere Cassandro negli anni e aveva capito di che pasta era fatto.

Era malvagio.

Ti assicuro che il piacere è diverso dalla felicità… alcune cose sono più preziose perché non durano” mormorò triste. In fondo al cuore infatti Tasmin sapeva che il suo desiderio per quell’ uomo era un sogno impossibile e non sarebbe mai durato.

Quindi voi sapete già quale sarà il vostro destino?”

Nessuno di noi può saperlo… ma so per certo che non devo mai abbassare la guardia con lui, mai.”

Luna sospirò sentendosi rassicurata.

Tasmin all’improvviso le chiese quello che voleva veramente sapere… Cosa era successo durante la sua assenza e glielo domandò senza giri di parole.

Mia signora… come potrei saperlo io…?” domandò imbarazzata.

Sappiamo entrambe che tu sai sempre tutto di tutti perché giri per il palazzo indisturbata, puoi ascoltare le conversazioni altrui e inoltre… Sei una bella donna Luna…

Tasmin lasciò la frase in sospeso per non imbarazzarla ulteriormente ma la donna aveva capito dove voleva arrivare.

Luna aveva superato da tempo l’età da marito ma a dispetto di altre non aveva ancora un capello bianco e il viso era perfetto e liscio come una giovane di vent’anni.

Poi erano tutti al corrente che il re anni fa ne aveva fatto di lei la sua amante prediletta, ma questo non aveva toccato minimamente né l’affetto che Tasmin provava per lei né il rispetto della regina Olimpiade.

Tasmin sapeva che Luna doveva acconsentire ai desideri perversi del padre perché altrimenti lui avrebbe potuto cacciarla via senza rimorsi e buttarla in mezzo a una strada, inoltre sapeva che quella donna così buona e dolce non acconsentiva ad esaudire i desideri del re, perché era una semplice puttana, ma solo per necessità e paura.

Olimpiade d’altro canto non le interessava con chi andasse il re, perché ormai aveva perso il conto dei figli bastardi che aveva disperso in tutta Grecia, e poi era grata a Luna perché le aveva salvato la vita.

Molti anni prima infatti Olimpiade dormiva come d’abitudine insieme a Alessandro in mezzo ai serpenti, ma una notte il re irruppe nella sua stanza per abusare di lei e quando aveva visto i serpenti nel letto col figlio, si arrabbiò a tal punto che quasi la strangolò.

Luna sentì le urla del piccolo Alessandro perché dormiva nella camera a fianco e si precipitò subito nella sua stanza per impedire che l’ammazzasse.

Altre ancelle la seguirono e liberarono la regina dalla presa del re.

Maestà no! In nome degli Dei!” implorò Luna prendendo in braccio il povero Alessandro, che era traumatizzato, e cercò infine di calmarlo tra le sue braccia.

Tasmin ritornò alla realtà e stette a sentire ciò che aveva da dire l’ancella.

Infatti Luna essendo l’amante tutt’ora di alcuni generali e consiglieri vicino al re sapeva molte cose e si confidò con la principessa: da quando Euridice aveva partorito un maschio, un erede “puro” e non appartenente a quella barbara di Olimpiade, il potere della sua famiglia era aumentato e Alessandro rischiava veramente di essere ripudiato, con tutta la sua famiglia al seguito.

Tasmin ascoltò attentamente e qualche volta sgranò stupita e shockata gli occhi blu, per quello che Luna le stava dicendo.

Secondo lei, durante la festa in onore del re sarebbe accaduto qualcosa… non sapeva cosa ma c’erano strane voci in giro.

Ti ringrazio Luna. Farò tesoro di quello che mi hai appena detto”

Bisogna essere cauti signorina, cauti!” gridò Luna spaventata e timorosa per quello che poteva capitare alla sua bambina.

Tasmin le sorrise e uscì dalla stanza. Stava andando dalla madre.

 

 

 

Madre” mormorò Tasmin entrando nella sua stanza e facendo un leggero inchino.

Tasmin! Non abbiamo avuto occasione di parlare, come stai?” le chiese con un tono stranamente dolce, accarezzandole il volto.

So quel che sta succedendo madre… Alessandro rischia davvero di non avere il trono? Che davvero quel bastardello prenda il suo posto?” domandò subito arrivando al dunque.

La regina si fece improvvisamente seria e fredda:

Ho tutta la situazione in mano, non devi preoccuparti per questo”

Se andrà avanti così saremo tutti quanti esiliati o peggio…” sussurrò a malapena la principessa, perché sapeva quale destino era in serbo per i figli rinnegati dal proprio re.

Ti ho detto che ho già risolto tutto, figlia mia” rispose con un sorriso agghiacciante.

Hai ordito qualche tranello ai danni del re immagino, ma come si potrebbe fare? E’ sempre sorvegliato da guardie e pure il suo dannato bastardo”

Le frasi minacciose e dure di Tasmin non tralasciavano dubbi. Anche lei aveva avuto la stessa idea di Olimpiade, ma lei l’aveva già messa in atto.

Quindi saresti disposta a tutto per la tua salvezza e per perseguire le tue ambizioni? Sei proprio la mia degna figlia e i tuoi avi sarebbero orgogliosi di te” rispose sua madre fiera.

Tasmin ricambiò seria il suo sguardo. Certe volte non bisognava guardare in faccia a nessuno e questa non era un eccezione.

Se devo scegliere tra la mia vita e quella di qualche bastardo o di un padre che ho sempre disprezzato so già quale sarebbe la mia scelta”

Quanto vorrei che tuo fratello avesse il tuo sangue freddo”

Madre dovreste smetterla di stare così appiccicata ad Alessandro… sembra… dilaniato dall’amore ardente che prova per voi. Per non parlare dell’ossessione di compiacere a tutti i costi Filippo.” Rispose Tasmin preoccupata.

Alessandro capirà prima o poi che tutto quello che faccio, lo faccio per lui…

Tasmin scosse la testa, rendendosi conto di una cosa terribilmente importante:

Lui non vorrà mai diventare re così… il senso di colpa lo divorerà ed è troppo innamorato della gloria per rubarla a qualcuno”

Lui non ruberà niente a nessuno, il trono è suo di diritto!”

La figlia aveva già capito le intenzioni omicide della madre, non la giudicava per questo anzi probabilmente lei avrebbe fatto lo stesso, ma bisognava contare cosa sarebbe successo dopo... E se qualcuno lo avesse scoperto? Era un piano a doppio taglio.

Ci sono troppe cose che potrebbero andare storte. Sono anni che tentate di uccidere vostro marito ma non ci siete mai riuscita”

Non ti affannare troppo tesoro… domani sarà un giorno di festa” rispose Olimpiade sorridendo.

Certo, vedere mio padre che soddisfa il proprio ego davanti a milioni di greci, che divertimento!” mormorò ironica Tasmin.

La regina le sorrise diabolica senza dire niente.

Dal suo sguardo, sua figlia aveva già capito tutto.

 

 

 

 

Alessandro, durante i festeggiamenti, cavalcava a fianco del padre e c’era aria di festa e felicità ovunque.

Tutti acclamavano il loro re e presto la Macedonia avrebbe invaso la Persia, la potenza più grande del mondo.

Tasmin indossava un vestito blu molto bello e camminava lungo le scalinate per cercare il suo posto vicino alla madre.

Seduto in alto di qualche gradino c’era anche Cassandro col resto della sua famiglia.

Lei gli lanciò un’occhiata e lui le sorrise, facendole un inchino con la testa.

Principessa. Spero che vi godrete i festeggiamenti in questa giornata acclamata da tutti”

Le gioie della mia famiglia sono anche le mie” rispose facendo un sorriso forzato.

Sedetevi non restate in piedi, tanto la cerimonia inizierà tra un bel po’” disse Antipatro, il padre di Cassandro, invitandola a sedersi vicino a loro.

Visto che non c’era posto accanto a loro, lei si sedette in un gradino più in basso.

Cassando allungò il collo per sussurrarle qualcosa all’orecchio:

Hai poi scoperto ciò che volevi sapere?”

Certamente”

Quali metodi di persuasione hai usato questa volta?” chiese malizioso. Il tono basso che usava faceva risultare la sua voce ancora più affascinate.

Non è come pensi Cassandro. Mi sono rivolta a persone fidate e visto che tu non lo sei ho imparato a fare a meno del tuo aiuto”

Cassandro rise per niente convinto della sua risposta e si alzò, porgendole la mano:

Permettetimi di accompagnarvi alla vostra postazione”

Lei accettò, anche per non mancare di rispetto al resto della sua famiglia, e si alzò toccando la mano di Cassandro.

Un’ altra scossa le percorse la schiena e tentò di non farci caso, anche se la sua mano tremò mentre si intrecciava nella mano calda di Cassandro.

Dopo aver sorpassato alcune persone e non sentendosi osservato, Cassandro le sussurrò all’orecchio:

Non volevo mancarti di rispetto ieri e ho agito così sia per il mio bene sia per il tuo Tess. Meno cose sai meglio è”

So più di quanto immagini” rispose guardando davanti a sé.

Cosa ha ordito questa volta tua madre?”

Tasmin sorrise dentro di sé; era inutile che Cassandro facesse finta di non sapere perché era ovvio che quelli che ambivano al potere e al trono sapessero del tradimento che sarebbe avvenuto entro qualche minuto.

Non gli rispose e continuò a camminare, mentre si accorse che lui stava stringendo sempre di più la presa sulla sua mano come se non volesse lasciarla andare.

Sono arrivata, qui si siederà mia madre. Puoi andare ora Cassandro, sicuramente tu e tuo padre dovrete parlare di molte cose oggi” rispose sedendosi vicino al trono.

Lui la guardò con un’occhiata perplessa, perché davvero lui non sapeva niente del piano che la regina aveva in mente ai danni del re, e pensò che quell’aurea misteriosa che circondava la figura di Tasmin fosse sospettosa. E magnetica…

Avrebbe voluto chiederle di più ma purtroppo stava arrivando Olimpiade seguita da Luna e quindi se ne andò.

Finalmente Tasmin ritornò a respirare… la presenza di Cassandro la metteva sempre in soggezione e non sapeva mai come comportarsi e nemmeno cosa dirgli per non scoprirsi troppo… e la sua mano era così calda a causa di quel contatto così causale…

All’improvviso sentì la voce della madre.

Si crede un Dio! Ha bevuto così tanto vino il povero Filippo che ha perso la testa!” esclamò divertita Olimpiade accompagnata dalla fida Luna.

Si parò dinnanzi a lei Attalo, che si era seduto anche lui in una postazione vicino al trono e accanto a lui c’era sua nipote Euridice, che teneva in braccio il figlio appena nato.

Maestà” la falsa cortesia di Attalo fece irritare più Tasmin che Olimpiade.

<< Avrai ben poco da sorridere tra qualche minuto, serpe fastidiosa >> Pensò furiosa la principessa.

Olimpiade si avvicinò a Euridice e le augurò che il nascituro si godesse l’evento.

Ma quel moccioso non smetteva un attimo di piangere e la madre si scusò dicendo che era molto stanco.

Con un sorriso solare la regina si sedette nel trono reale vicino alla figlia maggiore.

Le trombe all’improvviso suonarono e entrò una guardia nell’arena… tra poco sarebbe venuto il momento.

Tasmin era ansiosa e le tremavano le mani; non riusciva a stare ferma e pensò sul serio che dovessero fermare tutto quanto.

La paura per la prima volta in tutta la sua vita invase il suo animo.

Sua madre se ne accorse e le accarezzò le mani:

Tranquilla figlia mia. Tutto si sistemerà”

Ma Tasmin non fu per niente convinta delle parole rassicuranti della madre, quando però all’improvviso suonarono le trombe di avvisaglia.

Il re stava per entrare nell’arena senza guardie e senza Alessandro.

Quando entrò tutti urlarono acclamando il loro re e Filippo sorrise felice credendosi un Dio, ma ad un tratto si avvicinò a lui un soldato.

Filippo sembrava confuso e ordinò al soldato di andarsene, ma questi lo baciò per poi sputargli in faccia; infine gli conficcò un pugnale in pieno stomaco.

Il re gridò di dolore e si accasciò a terra mentre il pubblico urlava e scappava terrorizzato; Olimpiade e la figlia erano rimaste immobili a guardare la scena: la regina aveva la vittoria in pugno e sorrideva soddisfatta, mentre la figlia osservava in stato di shock il padre morto. Ma ormai era tardi per tornare indietro.

Alessandro irruppe svelto dentro l’arena e cercò di tenere in vita il padre ma la ferita era troppo profonda e infatti l’unico occhio rimasto del re si chiuse per sempre.

Alessandro gridò dal dolore e pianse sul corpo senza vita del padre, a cui era sempre stato legato da un profondo affetto anche se Filippo non lo meritava.

Le guardie del re corsero vicino al cadavere gridando:

Hanno assassinato il nostro re!”

Alessandro, sporco di sangue, alzò il viso. Aveva un’espressione traumatizzata e per poco non sarebbe esploso dalla disperazione; stava guardando sua madre che sembrava godere della morte del marito e poi lei si girò felice verso Euridice e Attalo, che vedevano le loro speranze di insediarsi al trono, sfumare come neve al sole.

All’improvviso Efestione alzò il braccio di Alessandro e gridò:

Il re è vivo! Alessandro è il nostro nuovo re!”

Gli altri guardavano il nuovo re in modo sospettoso e accusatorio; persino Cassandro era sceso nell’arena e dubitava fortemente della buona fede dell’amico.

Tolomeo, un compagno d’infanzia di Alessandro, prese la corona dorata di Filippo e la mise in testa ad un Alessandro tremante, che non sapeva se essere felice o disperarsi.

Era lui il re adesso.

Efestione continuava a gridare per incitare la folla.

Gli Dei proteggano Alessandro! Gli Dei proteggano Alessandro! Gli Dei proteggano Alessandro!”

Il sorriso soddisfatto e famelico di Olimpiade non tralasciava dubbi nel cuore del figlio.

 

 

 

Successe il finimondo quel giorno. Nessuno si aspettava che Fillippo morisse né che Alessandro così giovane e inesperto diventasse re.

Tutti parlavano e cospiravano nell’ombra su un possibile tradimento da parte della famiglia reale nei confronti del re Filippo…

Tasmin era sicura che il fratello sarebbe corso da lei per chiedere spiegazioni; lui non era stupido e avrebbe sicuramente capito che lei sapeva tutto ma non aveva fatto niente per impedirlo.

Infatti sentì dei colpi violenti alla porta e poi la voce piena di collera di Alessandro:

Tasmin fammi entrare!”

Già che lui la chiamasse in quel modo col suo vero nome, non era un buon segno e la principessa si fece nuovamente prendere dal panico, nascondendosi in un angolo della sua stanza e chiudendosi a chiave.

Alessandro gridò ancora il suo nome ma all’improvviso tacque convinto che magari la sorella non fosse in camera.

Quando Tasmin sentì i passi di Alessandro allontanarsi dal corridoio fece un respiro di sollievo e si alzò. Non aveva mai avuto così tanta paura come quel giorno… e paura persino di suo fratello, che non aveva mai fatto del male a una mosca!

Si sentì ridicola ma sapeva che il punto debole di Alessandro era la famiglia e dopo la morte del padre niente sarebbe stato più lo stesso.

Soprattutto perché lei era colpevole quanto sua madre.

Si mise la testa fra la mani esausta non sapendo cosa fare… avrebbe dovuto essere felice, finalmente quel disgraziato del padre era morto e Alessandro era diventato re… ma allora perché era così triste e addolorata?

All’improvviso qualcuno bussò alla porta, non erano colpi violenti come quelli di Alessandro e Tasmin pensò che fosse Luna.

Ma quando aprì la porta si ritrovò davanti qualcun altro.

Cassandro non aveva mai visto Tasmin così abbattuta e demoralizzata, ma comunque le disse facendole un applauso:

Complimenti. Sei riuscita nel tuo intento, ma sinceramente credevo che non avessi il fegato per farlo”

Nella sua voce non c’era né rancore né pregiudizio… sembrava soltanto sorpreso.

Non è il momento Cassandro…” disse sospirando mentre lui entrava di sua iniziativa.

Credi che potrei fare la spia? Che andrei in giro a parlare dei tuoi piani omicidi? Non mi interessa anzi al posto tuo lo avrei fatto molto tempo prima” rispose serio senza un briciolo di emozione.

Non mi è di conforto” sussurrò irrigidendosi di fronte al suo sguardo inquisitore.

Quindi tu non c’entri nulla?” domandò dubbioso.

Di fronte al silenzio e allo sguardo sconvolto di Tasmin, lui le sorrise dolcemente.

Non c’è niente di cui vergognarsi… morti così sospettose accadono in ogni regno e poi era nell’aria che succedesse qualcosa prima o poi ai danni di Filippo; era odiato da molti”

Lei sospirò esausta, non riuscendo comunque a sentirsi meno colpevole.

Suppongo che dovrò imparare a convivere con questo fardello per tutta la vita”

Non dovresti roderti il fegato, hai fatto quello che dovevi”

La freddezza e il cinismo in cui diceva quelle parole sulla morte del suo re, incuteva in Tasmin una paura primordiale.

Non poteva stare con lui… non doveva farsi manipolare.

Dovresti andare ora” disse semplicemente, volendo restare sola.

Ma lui sembrava che non ne avesse la minima intenzione.

Se non sbaglio tu volevi fidarti di me no? Così mi hai detto in giardino prima di concederti a me” mormorò avvicinandosi con una strana espressione sul viso.

Lei arretrò di qualche passo intimorita.

Sei tu che mi sei saltato addosso e il mio era un espediente per sapere quello che era successo in mia assenza; mi dispiace deludere le tue alte aspettative” rispose cercando di non mostrarsi debole.

Lui le sorrise con un ghigno sulle labbra e si avvicinò ancor più vicino a lei.

Tasmin sentì il suo corpo tremare dall’emozione ma comunque restò immobile sostenendo il suo sguardo.

Cassandro posò le labbra nell’orecchio della ragazza:

Non credere di essere così tanto diversa da me, in verità noi due siamo uguali Tess, smettila di opporti”

Lui le sfiorò delicatamente le spalle mentre lei sembrava non reagire in alcun modo alle sue provocazioni… Cassandro alzò il viso per guardarla negli occhi e lei automaticamente si girò verso di lui.

Entrambi i loro sguardi erano freddi e glaciali e non facevano trasparire alcuna emozione, ma invece dentro di loro il calore di quella vicinanza li stava bruciando e consumando.

Tasmin restava ferma e immobile a fissarlo quando lui alla fine le sorrise galante, facendo dei passi indietro.

Vi auguro di passare una buona notte, principessa” mormorò tenendo le braccia dietro la schiena e uscendo dalla stanza.

Lei non replicò a quell’augurio così fuori luogo visto che non avrebbe per niente dormito quella sera, sia per quello che era successo al padre sia per quello che aveva provato quando lui le aveva sussurrato quelle parole all’orecchio…

Era davvero così? Era uguale a lui, così senza scrupoli?

In fondo lei aveva mandato a morte il proprio padre solo per la propria ambizione…

La testa le stava scoppiando e decise di non pensarci più altrimenti sarebbe impazzita.

E il giorno dopo avrebbe pure subìto le accuse i gli sguardi traditi del fratello…

 

FINE CAPITOLO!!

Commentate ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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