Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: francar2225    21/12/2011    1 recensioni
Gran ballo in maschera ad hogwarts nel I anno accademico successivo alla fine della guerra
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BALLO IN MASCHERA.
1.
“Dai Ron, per favore….”
“Mi dispiace, davvero, ma non posso.”
Ron si sciolse dall’abbraccio e si alzò dal letto. Si infilò i pantaloni e cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza nervosamente. Hermione, seduta sul letto, lo stava guardando con aria imbronciata e questo lui non riusciva proprio a sopportarlo. Sospirò.
“Hermione, cerca di capire. Il Carnevale è il periodo in cui il negozio di scherzi lavora di più. Non posso lasciare George nei guai per andare ad un ballo in maschera.”
“Ma sarà l’evento dell’anno accademico ad Hogwarts! Ci saranno tutti!”
“Hermione, ti prego…”  Ron si sedette di nuovo sul letto e le prese la mano. La guardò. Era bellissima. E lui rimpiangeva ogni giorno di non essere tornato ad Hogwarts dopo la fine della guerra.
Hermione era arrivata alla Tana insieme a Ginny per tracorrere le vacanze di Natale con la famiglia Weasley,Harry compreso, e non c’era stata notte in cui non era sgattaiolata fuori dalla stanza che divideva proprio con Ginny  per andare da Ron. Erano state notti meravigliose, piene di dolcezza e passione, e presto Ron aveva smesso di chiedersi se Harry, che occupava ormai stabilmente la vecchia stanza di Percy, aspettasse che Ginny rimanesse sola per sgattaiolare a sua volta nella stanza di quest’ultima.
Nonostante fosse costretto ad ammettere di vivere in un sogno, Ron non era tranquillo. “Troppo bello per durare.” Si ritrovava a pensare spesso.
Infatti non era durata. Quella sera, a cena, Errol, il gufo dei Weasley, si era schiantato per l’ennesima volta sulla finestra della cucina. Ginny si era alzata ed era andata a prendere il messaggio che il gufo, ormai tramortito, portava con se. Lo aveva aperto, e aveva lanciato un gridolino estasiato leggendolo. “Un ballo in Machera! Ad Hogwarts! La sera del Martedì Grasso!”
Hermione si era alzata ed era corsa incontro a Ginny. “Fammi vedere!”
“Guarda, ci sono i nostri inviti, e possiamo portare che vogliamo! Tu verrai Harry?”
“Certo.” Harry aveva sorriso, indulgente.
Hermione aveva letto il suo invito sorridendo felice, e Ron si era sentito morire. “Ti prego signore, fa che non me lo chieda.” La notizia del ballo lo aveva gettato nel panico. Sapeva che non sarebbe mai potuto andare. Il carnevale era sempre stato  il periodo più atteso da Fred e George, il periodo in cui i loro scherzi andavano letteralmente a ruba, fin dai tempi della scuola. E poi, quando faceva affari un negozio di scherzi se non a Carnevale?
“Tu verrai Ron?” A Ron venne voglia di smaterializzarsi.  Non voleva deludere Hermione, ma sapeva di essere costretto a farlo e ora, mentre le teneva la mano e guardava i suoi occhi tristi, ebbe la certezza che era così.
“Desideravo tanto andare al ballo con te Ron. Al ballo del Ceppo non mi hai invitata….”
“Non mi nominare il ballo del ceppo!” Ron si alzò di scatto, gli occhi fiammeggianti.
Hermione non si lasciò intimidire dallo sguardo assassino di lui e continuò, imperterrita “… E alla festa di Lumacorno stavi con Lavanda.”
Ron aprì la bocca per risponderle per le rime, ma il pensiero di lei che soffriva le diede il buon senso di non commentare.
Tentò di baciarla, ma lei si voltò e cominciò a vestirsi.
“Cosa stai facendo?”
“Sono stanca. Me ne vado a dormire.”
Quando Hermione uscì dalla stanza, Ron si gettò sul letto e chiuse gli occhi cercando disperatamente una soluzione.
 
2.
 
Quando Ron scese in cucina, la mattina dopo, era decisamente di cattivo umore. Le ragazze sarebbero ripartite quella sera stessa, pertanto lui e Hermione non avrebbero più avuto modo di stare da soli, nemmeno per chiarire la questione del ballo in maschera, sempre che ci fosse qualcosa da chiarire in proposito.
Le risa provenienti dalla cucina lo investirono in pieno. Si fermò per ascoltare. Le ragazze stavano facendo progetti sugli abiti, i capelli e il trucco per il ballo, mentre Harry rideva commentando di tanto in tanto.
D’un tratto le risa cessarono e Ron Sentì Harry dire: “Mi dispiace che Ron non possa venire.”
“Anche a me.” La voce di Hermione si incrinò leggermente.
“Perché non ci vai con Draco Malfoy al ballo?” Le parole di Ginny gelarono Ron.
“Malfoy?” il tono di Harry assunse una nota stupita. “Da quando frequenti Draco Malfoy?”
“Io non frequento Draco Malfoy! Abbiamo solo fatto insieme una ricerca per pozioni. Lumacorno ci ha diviso in coppie. Ha scelto lui, non potevo rifiutarmi.”
“Ne ha parlato tutta la scuola, Draco è pazzo di lei, e comunque è molto cambiato, vero Hermione?”
Hermione era rimasta in silenzio.
“Quelli come lui non cambiano mai Ginny.” La voce di Harry aveva assunto un tono di rimprovero.
“Beh, permettimi di contraddirti Harry.” La voce di Hermione vibrò nell’aria, chiara, decisa. “La guerra ci ha cambiato tutti, chi più, chi meno. E anche se all’apparenza Draco è sempre lo stesso, qualcosa, nel profondo lo ha scosso, e lo ha cambiato. Esternamente non si vede ma…”
Basta. Questo era decisamente troppo. Nel sentire Hermione parlare in quel modo di Draco Malfoy Ron venne colto da un attacco di gelosia così violento da spingerlo ad irrompere nella cucina. “Allora, qualcuno mi dice cos’è questa storia?” Tremava per la rabbia.
I tre amici si voltarono verso di lui con aria stupita. “Quale storia?” Chiese Hermione.
“La storia tra te e Malfoy! Quando pensavi di dirmelo?” Ora Ron Urlava.
“Innanzi tutto non è una storia! E non te l’ho detto perché non la ritenevo una cosa importante!” Hermione si era alzata in piedi e lo fronteggiava spavalda. La rabbia di lui aumentò.
“NON lo ritenevi Importante? NON lo ritenevi importante!” Ron era fuori di se. La storia del ballo in maschera, unita alla tensione accumulata e alla gelosia, avevano provocato una reazione a catena ormai incontrollabile. Harry e Ginny desiderarono ardentemente trasfigurarsi in qualsiasi cosa potesse farli uscire da quella cucina, Hermione invece si avvicinò ancora di più a lui.
“No Ronald Weasley, non lo ritenevo importante! E la tua reazione è decisamente smisurata!”
“Ti ha baciata?”
“Cosa?”
“Siete stati a letto insieme?”
Ogni parola che Ron pronunciava sembrava attanagliargli la gola fino a soffocarlo.
“Questa tua gelosia è assurda e patetica!”
“Rispondi alla mia domanda Hermione.” Ron ora non urlava più, ma la sua voce era così gelida da congelare l’inferno. Continuava a tremare.
“Non ho intenzione di farlo. Se non ti fidi di me è un problema tuo.” Hermione fece per lasciare la stanza, ma lui l’afferrò per un braccio.
“Dimmi cosa c’è tra te e Malfoy o tra noi è finita.”
La ragazza lo fissò con occhi freddi. “Va bene Ron. E’ finita.” E con queste ultime parole uscì dalla stanza.
Ron la vide allontanarsi con passo fiero. Quando lei fu scomparsa definitivamente dietro la porta, si accasciò su una sedia con la testa tra le mani. Ginny si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla. “Ron…” Lui guardò sua sorella per un attimo senza vederla. “Lasciami solo.” Rispose alla fine.
 
3.
 
Villa Malfoy aveva lo stesso aspetto tetro dell’anno prima. Fermo davanti all’enorme cancello di ferro battuto, Ron fu percorso da un brivido. Era stato una sola volta dentro quella casa e ne era uscito vivo quasi per miracolo, con Hermione semisvenuta tra le braccia.
Hermione…. Ron sospirò. Non l’aveva più vista ne’ sentita dopo la furiosa lite alla tana. Quando aveva reagito all’apatia che lo aveva pervaso e le era corso dietro, lei si era già smaterializzata. Le uniche notizie che era riuscito ad avere da allora erano quelle che gli dava Ginny, ed era stata Ginny ad informarlo della notizia di cui tutti, secondo lei, non facevano che parlare. Hermione aveva cominciato a frequentare assiduamente Draco Malfoy, e i due sarebbero andati insieme al ballo in maschera.
La gelosia aveva cominciato di nuovo a rodergli l’anima e i giorni successivi alla notizia erano stati per Ron i più brutti della sua vita. Se ne stava per ore chiuso nella sua stanza, sdraiato sul letto, ripensando ai momenti belli trascorsi con Hermione, e rivivendo attimo dopo attimo la lite che aveva messo la parola fine alla loro storia. Sua madre era molto preoccupata, e nemmeno Harry era riuscito ad aiutarlo. Tutte le sue esortazioni a fare qualcosa per salvare l’amore che lo univa a Hermione  erano cadute inesorabilmente nel vuoto. Poi, un freddo giorno di Febbraio, qualcosa era cambiato.
“Si?” La voce stridula di un elfo rispose al citofono che Ron aveva appena suonato.
“Sono Ronald Weasley, ho un appuntamento con Draco Malfoy.”
“Il SIGNOR Malfoy.” Il tono di voce dell’elfo assunse un tono stizzito.
“Il signor Malfoy” ripetè Ron. Tutto a un tratto aveva voglia di vomitare.
Il cancello si aprì e Ron si ritrovò a percorrere la strada che portava alla villa cercando di fermare il tremore che lo aveva pervaso dal momento che aveva varcato la soglia di quell’orribile casa.
“Il signore non ha un mantello?” La voce dell’elfo lo fece sobbalzare.
“No.” Ron non aveva mai portato un mantello in vita sua, a parte quello di Hogwarts. L’elfo lo guardò con disapprovazione e lui si sentì a disagio.
Quando arrivarono nell’enorme salone dove Hermione era stata torturata da Bellatrix Lestrange, trasalì.
“Si accomodi, il Signore arriva subito.”  Ron annuì e l’elfo si allontanò.
Rimasto solo trasse un profondo respiro.
“Bene, bene, bene. ”
La voce di Draco Malfoy lo fece sobbalzare di nuovo. “Sono troppo nervoso” pensò.
“Devo dire che il tuo gufo mi ha incuriosito molto Weasley. Non credevo nemmeno che ne avessi uno….”
Era entrato nella stanza con passo lento e deciso. Vestito completamente di nero sembrava spettrale almeno quanto la casa. Fece cenno a Ron di sedersi su una poltrona e si sedette sull’altra. Ron non si mosse e Draco inarcò le sopracciglia. Il suo sguardo rimase freddo come il ghiaccio.
“Spero tu abbia un buon motivo per farmi lasciare la scuola di corsa.”
Ron venne subito al sodo: “Lascia stare Hermione Malfoy. Qualsiasi cosa ci sia tra voi.”
Le labbra di Draco si curvarono in un sorriso cattivo. “Mi era sembrato di capire che tu non avessi  più alcun diritto su di lei.”
“Beh, non è così.”
“Lei non è dello stesso parere. Ha fatto un gran salto di qualità decidendo di uscire con me, non trovi? Devi ammettere che non riusciresti mai a reggere il paragone.”
“Ho retto quello con Harry Potter, Malfoy. Non mi fai paura.”
Il sorriso di Draco divenne diabolico. “E a letto? Sei mai stato capace di darle quello che le do io? Sai, non ero mai stato con una mezzosangue.”
Se Malfoy avesse tirato fuori la bacchetta e avesse lanciato a Ron una maledizione cruciatus, lui avrebbe sofferto meno. Impallidì. “Non chiamarla mezzosangue.”
 Malfoy rise, ma gli occhi non tradirono alcuna emozione  “Perché, cosa vuoi fare, lanciarmi un mangialumache? Spero che in questo caso la tua bacchetta ora funzioni.”
“Sono passati quei tempi.”
Draco si alzò e per un attimo i due si fronteggiarono in silenzio. Gli occhi di Ron fiammeggiarono.
“Però, ne hai fatta di strada amico.”
“Non sono tuo amico Malfoy.”
Draco annuì. “Dami un buon motivo per farmi da parte.”
“Senza di lei non ce la faccio ad andare avanti.”
Malfoy tornò a sedersi. “E questo sarebbe un buon motivo?”
“E’ l’unico che ho.”
“E come farai a dimenticare che è stata a letto con me? Come farai a non chiederti, ogni notte, se sarai riuscito a farle provare quello che le faccio provare io? Come farai Weasley?”
 “Sapevo che Harry sbagliava a tirarti fuori dalla stanza delle necessità.”
Malfoy abbozzò un sorriso. “C’è altro?”
“Si. Non voglio che tu vada al ballo con lei. Sarò io ad accompagnarla.”
Draco malfoy fissò Ron Weasley per un istante eterno, e a quest’ultimo parve di leggere un barlume di umanità negli occhi del suo nemico. Fu solo un attimo.
“Devi amarla davvero molto.”
Ron non rispose.
“E sia, ma non ti ci abituare.” Draco Malfoy si alzò e si avviò verso l’uscita, segno che la conversazione per lui era finita.
“Grazie Draco.”  Quelle parole stupirono Ron stesso per primo. Da quando lo conosceva non aveva mai chiamato Malfoy  per nome.
Ma dovettero colpire anche Malfoy stesso, perché era quasi arrivato alla porta quando si voltò. “Per la cronaca Weasley. Non sono mai andato a letto con la tua ragazza. Non l’ho mai nemmeno baciata. E’ troppo innamorata di te per pensare a qualcun altro. Ed ora sparisci dalla mia vista.”
Con queste ultime parole, Draco Malfoy uscì dalla stanza lasciando Ron con il cuore leggero come una piuma.
 
4
 
L’abito argenteo a balze di tulle faceva di Hermione la ragazza più carina tra tutte quelle che stavano scendendo la scalinata che conduceva alla Sala Grande. Accanto a lei, Harry e Ginny si tenevano per mano.
“Sei sicura di voler andare da sola?”
Hermione sorrise: “Sono stata torturata, sono quasi morta dentro la stanza delle necessità infuocata di Ardemonio e sono stata inseguita da un serpente gigante. Non sarà certo Draco Malfoy a spaventarmi.”
Harry sospirò: “Tu e Draco Malfoy, è questo che mi fa rabbrividire!”
Ginny lanciò al ragazzo un occhiata di traverso. Poi si rivolse all’amica  “Ci riferiamo al significato che la camera dei segreti ha per te.”
“Il passato è passato.” Hermione sospirò. Era totalmente inutile ripensare al primo bacio che lei e Ron si erano scambiati proprio all’interno di quella camera. Era arrivato il momento di separarsi. La Sala Grande era gremita di gente dagli abiti sfavillanti e dai mantelli colorati, con le maschere che facevano da padrone. I tre ragazzi indossarono le loro, poi Hermione li salutò. “A dopo.”
“Ci  vediamo… Hai la bacchetta con te?” le chiese Harry.
Ginny lo fulminò con lo sguardo. “Non ne avrà bisogno. Ne sono sicura.”
 
Giunta di fronte all’entrata della camera dei segreti, prima ancora di pronunciare la fatidica parola in serpentese che serviva per aprirla, Hermione vide una coppia di fidanzati uscirne furtivamente. Sorrise. Anche la camera dei segreti era cambiata, come molte altre cose ad Hogwarts, dopo la guerra. Il basilisco che vi aveva dimorato per più di 50 anni, e che era stato ucciso da Harry durante il loro secondo anno, era stato portato via per ordine della nuova Preside, la prof. Mc Granitt, e, ben presto, la parola d’ordine per entrare si era diffusa a macchia d’olio per tutta la scuola. Non era raro, adesso, trovare coppie di fidanzati che si recavano lì per stare da soli.
Una volta entrata, la ragazza venne assalita dai ricordi, ma cercò di scacciarli dalla sua mente. Mentre si chiedeva dove diavolo fosse finito Draco Malfoy, le luci all’interno della camera si spensero. Hermione cercò invano di capire se fosse uno stupido scherzo di carnevale, ma subito avvertì la presenza di Malfoy alle sue spalle. Si voltò e lo vide uscire da dietro uno dei leoni di Bronzo che si allineavano lungo la strada che conduceva al punto dove Harry aveva ucciso il basilisco, e dove lei e Ron si erano baciati per la prima volta.
Vestito completamente di nero, Malfoy indossava un lungo mantello anch’esso nero. Stranamente indossava il cappuccio, e una maschera nera, in evidente contrasto con l’abito bianco e argento di lei.
Hermione lo vide avanzare nell’oscurità con passo sicuro e ne rimase affascinata. Lui si avvicinò e lei sentì che le prendeva una mano. Il contatto con la sua mano calda le procurò un brivido lungo la schiena e si ritrovò incatenata, persa nei suoi occhi azzurri. Azzurri?
Non fece in tempo a chiedersi altro a proposito del magnetismo che Draco Malfoy emanava, ne’  di come avesse fatto a non accorgersene prima, perché lui aveva pericolosamente avvicinato la bocca alla sua. Per un folle istante Hermione pensò seriamente di baciarlo, ma l’amore che provava per Ron prese il sopravvento, e si tirò indietro. “Scusami, ma non posso farlo ”
Inaspettatamente Draco Malfoy sorrise ed Hermione, che si era aspettata una reazione completamente diversa, ne rimase per un attimo sconcertata. Qualcosa non andava…. “Aspetta un attimo…” Un flash passò nella sua mente. “Come hai fatto a spegnere tutte le luci contemporaneamente?” Avvicinò la mano al cappuccio, lo scostò leggermente, ed un ciuffo di capelli rosso fuoco fuoriuscì, ribelle.
“RONALD WEASLEY!”
Ron sorrise di nuovo, poi tirò fuori il suo deluminatore.
Hermione, fuori di se, cominciò a tempestarlo di pugni sul petto, proprio mentre lui riaccendeva le luci, poi Ron aspettò paziente che la sfuriata di lei finisse. Quando Hermione si fu calmata, la prese tra le braccia. “Quanto mi sei mancata!”
“Tu no!” La ragazza cercò di sciogliersi dall’abbraccio.
“Bugiarda.” La stretta di lui era salda, e alla fine Hermione cedette. Si abbandonò tra le sue braccia e pianse.
Non seppe mai dire quanto tempo rimasero lì, abbracciati, senza pronunciare parola. Poi sentì, remota, la voce di lui: “Dai Hermione, calmati.” Lei non si mosse, ma la sua voce calma ebbe l’effetto desiderato.
“Baciami  Hermione.”
“Cosa?”
“Baciami, fammi dimenticare quest’ultimo mese.”
“Non ho voglia di farlo.”
“Si che ce l’hai….”
“No!”
“Si.”
“No….”
“Si….” Ron sussurrò quest’ultima parola con le labbra sulle labbra di lei. Quando ebbe la certezza che non si sarebbe tirata indietro, la baciò. Hermione si perse nel bacio e, come sempre quando si trattava di Ron, dimenticò tutto.
 
5
 
Ron e Hermione uscirono dalla camera dei segreti abbracciati “Mi dispiace per il tuo ballo Hermione. Ci tenevi tanto… Credo che ormai sarà agli sgoccioli.”
“E’ stato bello anche così…” Hermione sorrise, maliziosa. Dopo il bacio, durato un tempo infinito, Ron l’aveva condotta per mano dietro un leone di bronzo, dove avevano fatto l’amore avvolti nell’enorme mantello di lui.
“Sai, non avevo mai veramente capito la funzione dei mantelli che tutti i maghi si ostinano a portare.”
Hermione scoppiò a ridere. “Non credo sia quella che hai utilizzato tu, la funzione dei mantelli Ron!”
Risero entrambi, le nubi ormai dissipate. Tutte tranne una.
“Che c’è Hermione?”
“Beh, ecco” Hermione faceva fatica a parlare. Non voleva far innervosire Ron proprio ora. “E’ stato tutto meraviglioso Ron, davvero, ma io sarei dovuta andare alla festa…”
“… Con Malfoy.” Ron finì la frase per lei.
La ragazza arrossì. “Dovrei andare a cercarlo…”
“Non credo che Malfoy sia al ballo.”
“Come, scusa?”
Ron sospirò. “Sono stato a Villa Malfoy a chiedergli di lasciarti stare.”
“Tu sei pazzo…”
Ron fissò Hermione intensamente. “Sono pazzo di te.”
Lei scosse la testa. “Fammi capire bene Ron… Tu sei andato a Villa Malfoy dopo tutto quello che ci è successo là dentro, solo per chiedere a Draco di lasciarmi stare? E lui ha accettato?”
“Beh… si, e comunque lui ha accettato solo dopo essersi divertito un mondo a farmi soffrire e a farmi sentire un idiota.”
“Però…”
“Cosa…”
“Ma quanto mi ami?”
“Credevo che ormai tu lo avessi capito.”
 
6
Draco Malfoy arrivò al ballo e tutti si voltarono a guardarlo. I capelli argentei contrastavano magnificamente con il suo abito totalmente nero, e la ragazza che era con lui era di una bellezza a dir poco mozzafiato: I capelli lunghi, corvini, incorniciavano un viso dall’ovale perfetto e dalla pelle candida, mentre le labbra, scarlatte, erano in tinta con l’abito stretto che si allargava alla base in una nuvola di tulle.
Harry e Ginny stavano ballando quando li videro entrare. “Bastardo…” sibilò Harry “Sapevo che non ci si poteva fidare di lui.”
“Calma Harry, sono sicura che c’è una spiegazione plausibile.”
“Oh si, e Draco Malfoy me la darà immediatamente. Altrimenti rimpiangerà amaramente di essere uscito con me dalla stanza delle necessità.”
“Harry, no…” ma Harry si era già allontanato in direzione della coppia.
“Guarda guarda… Harry Potter…. Posso presentarti la mia compagna? Astoria Greengrass.”
La ragazza sorrise.
Harry lo fulminò con lo sguardo. “Dov’è Hermione, Malfoy. ”
“Non con me, questo mi sembra ovvio.”
La ragazza sorrise di nuovo e a Harry venne voglia di schiantarli entrambi.
“Non fare il finto tonto, sai benissimo cosa intendo. Dovevi venire con Hermione. Dov’è?”
“In buona compagnia, stai tranqillo.”
“Che vuoi dire?” Harry  fissò Malfoy, diffidente.
Draco sorrise ironico poi si spostò lasciando passare Ron e Hermione che arrivarono proprio in quel momento tenendosi per mano. Quando lo sguardo di Ron incrociò quello di Draco Malfoy, ad Harry sembrò di leggere una sorta di complicità che lo spiazzò, ma fu solo un attimo, ed il ragazzo si chiese se per caso no se lo fosse immaginato. L’arrivo di Ginny pose fine alle sue riflessioni. “Come sono contenta! Allora avete fatto la pace! Cosa è successo? Dovete raccontarmi tutto!!” Hermione prese Ginny per mano e i tre ragazzi si diressero verso il buffet.
Harry vide  Draco Malfoy osservare la coppia che si allontanava con espressione indecifrabile e di colpo capì.
“Harry!” Ginny lo chiamò.
“Arrivo!” Harry si rivolse a Malfoy. “E’ stato un bel gesto da parte tua.”
Il ragazzo lo guardò con gli occhi freddi come il ghiaccio “Non so di cosa tu stia parlando”.
“Ron e Hermione. Hai lasciato che tornassero insieme”
 Draco Malfoy spostò lo sguardo verso la coppia che stava ridendo insieme a Ginny.“Vi devo la vita Potter, ed io non sono uno che dimentica.”
Con queste ultime parole prese per mano la sua ragazza e si diresse verso la pista da ballo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: francar2225