Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Violet Tyrell    22/12/2011    6 recensioni
Sentivo uno strano calore attorno agli occhi, ma mi rifiutavo di crederci.
Io che piangevo solo quando si trattava di Quidditch.
Lo sapevo che questo era diverso e mi chiedevo se, magari, non fosse solo uno scherzo. Forse qualcuno voleva solo divertirsi alle mie spalle.
"Sei tornato... Lo sapevo che un giorno sarebbe accaduto".

Note: Questa storia partecipa al " Una carrellata di primi baci contest" di Acquamarine - in attesa di giudizio(tanto so com'è andata lol)
Personaggi: Oliver Baston, Claire(OOC)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nickname (se diversi, nominate sia quello di EFP che quello del forum):Violet Acquarius 
Titolo: Quella volta che ...
Genere: Sentimentale, Malinconico, introspettivo.
Raiting:  Verde 
Avvertimenti:  One-shot, Missing moments
Introduzione  Sentivo uno strano calore attorno agli occhi, ma mi rifiutavo di crederci.
Io che piangevo solo quando si trattava di Quidditch.
Lo sapevo che questo era diverso e mi chiedevo se, magari, non fosse solo uno scherzo. Forse qualcuno voleva solo divertirsi alle mie spalle.
"Sei tornato... Lo sapevo che un giorno sarebbe accaduto".
Note: Di Oliver Baston sappiamo poco e nulla. Sfidando qualunque pairing, ho deciso di utilizzare come OC Claire, una Babbana u.u insomma, non c'erano solo le streghe. Poi se mi andrà in seguito userò questa coppia(che mi piace, oh si) per magari o uno spin off o un prequel di qualcosa.
Per la scelta del nome ringrazio PotionFang LOL disturbata in un gruppo di FB XDDDDD è la prima volta che narro in prima persona in punto di vista maschile, spero di essere credibile lol
Personaggi: Oliver Baston, Claire(OOC)
Luogo: Bosco 
Promt: neve
 




 

 Quella volta che ...

 
Conosco Claire da una vita, eppure, in quel momento, mi sembrava di vederla realmente per la prima volta. Nei lunghi anni in cui ho frequentato Hogwarts ho pensato a lei, qualche volta, ma non la ricordavo così.
 
Avevo otto anni la prima volta che la vidi, seduta sull'altalena da sola, con il gatto in braccio; ricordo ancora il grido improvviso con cui aveva lacerato l'aria nell'istante in cui la catena dell'altalena si era spezzata, rigettandola in aria.
Mi mossi senza pensarci e l'afferrai appena prima che cadesse per terra, evitando che si facesse molto male.
Solamente in seguito me ne resi conto: avevo involontariamente compiuto una magia davanti ad una Babbana, ma la mamma mi aveva detto di non preoccuparmi. 
Non l'avevo fatto apposta, mi aveva rassicurato con un sorriso radioso.
Ma io sapevo che non era vero: avevo voluto aiutarla, e c'ero riuscito.
E' stato in quel momento che apprezzai davvero l'idea di essere destinato ad essere un mago; fino ad allora mi era sembrata una realtà ovvia e priva di significati particolari.
 

Erano passati anni, il mondo era cambiato, ma decisi di tornare ugualmente a casa quell'anno. Per la prima volta sentivo il bisogno di rivedere i miei amici, i miei genitori: se fosse accaduto loro qualcosa non me lo sarei mai perdonato.
Apparentemente, erano tutti al sicuro, grazie a quel dannato Stato di Sangue, ma non mi sentivo ugualmente tranquillo, neanche nel ritrovarmi tra quegli alberi familiari. 
Mi era sempre piaciuto quel posto e in inverno, quando tornavo a casa da Hogwarts, era il mio rifugio, ma ora si era trasformato nel luogo in cui rischiavo di perdere me stesso definitivamente. C'era una ragione per cui le lettere inviate ai miei genitori non avevano ricevuto risposta, ed erano quelle lapidi all'inizio del bosco a fornirmela.
Sentivo uno strano calore attorno agli occhi, ma mi rifiutavo di crederci.
Io che piangevo solo quando si trattava di Quidditch.
Lo sapevo che questo era diverso e mi chiedevo se, magari, non fosse solo uno scherzo. Forse qualcuno voleva solo divertirsi alle mie spalle.
"Sei tornato... Lo sapevo che un giorno sarebbe accaduto".
Mi voltai in maniera repentina, con la bacchetta sfoderata, senza pensare alle conseguenze; in quel momento stavo pensando a tutt'altro, perciò non ero preparato nel vederla di nuovo.
Erano passati molti anni, anche se silenziosamente ci eravamo osservati da lontano: una strana amicizia fatta di sguardi e di poche parole. La ricordavo ancora come una bambina, ma la ragazza che mi stava di fronte sembrava una creatura del bosco. Facevamo parte di due mondi differenti, ed ero il solo a sapere che essi non avrebbero mai potuto fondersi realmente.(i due mondi)
"Claire, quanto tempo... Sei proprio tu, vero?" Mi sentivo un idiota, ma volevo esserne sicuro; solo dopo mi ricordai della bacchetta proprio grazie al suo strano sguardo, e maledissi la mia impulsività. E di certo si sarebbe domandata che cosa ci facevo con una scopa vicino a me, e vestito in quel modo così diverso dal suo.
Era davvero diventata molto carina, mi piaceva quella luce nei suoi occhi: non credo di averne mai visti di così blu, in perfetto contrasto con la pelle candida e i lunghi capelli neri nascosti sotto al pesante cappuccio della sua giacca beige. La vidi annuire: non mi fece, invece, alcuna domanda, e la cosa mi sorprese. Di solito i Babbani erano curiosi, ma in fondo non avevo voglia di dare spiegazioni, oltre al fatto che era proibito dalle nostre leggi.
In quel momento mi accorsi di essere contento della sua presenza; Claire allungò una mano verso di me, e dopo qualche attimo di esitazione la strinsi. Non so perché, ma così accadde e per lungo tempo la osservai mentre camminavamo in quel bosco, le lapidi sempre più lontane.
Non dissi molto in quelle ore, mi limitavo ad ascoltarla senza fare domande: mi piaceva la sua voce, non era più la stessa timida bambina che ricordavo.
Non aveva paura di me, constatai con un sorriso, forse ero io quello spaventato da lei e da quello strano batticuore. Quando il sole cominciò a sparire lentamente per lasciare il posto alle stelle, decisi di seguire l'impulso e l'abbracciai.
Percepivo il calore del suo corpo contro il mio, in quel momento non poteva esistere nient'altro e la neve che ci circondava rendeva solamente tutto più perfetto. "Dovresti tornare indietro ora, Claire..."
Dovevo dirglielo, anche se forse mi avrebbe giudicato pazzo. Dovevo sembrarlo davvero, dato che ogni tanto avevo avvertito la curiosità dei suoi occhi rivolta al mantello che indossavo.
"Solo se vieni con me, Oliver, non mi va di restare ancora da sola..."
Dovevo riconoscere che non mi attendevo quelle parole così esplicite, eppure dentro di me sapevo che era questo lato di lei a piacermi tanto. Sempre diretta, ma mai sfacciata, delicata ma allo stesso tempo forte.
Forse lo era più di me. 
Appoggiai la mano dalla sua spalla, cosa che, come notai, la fece leggermente sussultare. Forse non si era aspettata quel gesto da me; per un lungo momento dopo essermi voltato di nuovo ad ammirare quelle due iridi blu, chiedendomi perché avessi anche solo pensato di lasciarla andare, e dopo quello che mi sembrò un'eternità l'attirai gentilmente verso di me, baciandola. 
Fu l'istante in cui la neve continuò a cadere che sfiorai le sue labbra con le mie; fino a quel momento mi ero sentito estremamente a disagio, ma il momento in cui sentii finalmente quel contatto tutti i miei dubbi sparirono.
Non mi ero mai soffermato a pensare a ciò che poteva significare un bacio, ed era stato un bene. Fino a quel momento mi ero sentito preda di uno strano conflitto interiore, ora invece la paura si era dissolta, o forse era rimasta intrappolata nella neve assieme a noi, ma all'esterno. Ci guardava, forse, attendeva di tornare a ricordarmi che non avevo nessun diritto di fare quel che stavo facendo. Eravamo parte di due mondi diversi, ma che mai come in quel momento erano stati uniti.
Per un momento provai l'impulso di allontanarla, per il suo bene, ma non ero in grado di farlo. Mi sentivo diviso a metà, ma per quei minuti lasciai che le mie barriere crollassero, perdendomi in quel gesto paradisiaco e tentatore allo stesso tempo.
Forse fu la certezza che non mi avrebbe respinto a convincermi di poter osare un po' di più, trasformando quel bacio da dolce e tenero a qualcosa di molto più deciso e passionale; riconoscevo di sentirmi strano, quasi ovattato, ma scelsi di non porre alcun ostacolo alle emozioni.
Era quasi meglio della sensazione che mi pervadeva quando giocavo a Quidditch.
No, lo era certamente, ma mi ripromisi di non pensarci. 
Dopo quella che mi parve un'eternità, sentii di poter tornare a respirare, lasciandomi però tentare da quella struggente sensazione che provavo e che mi spinse a tenerla ancora tra le mie braccia. Mi sentii attraversare da una dolce scossa quando lei appoggiò la testa sulla mia spalla. 
Mi aspettavo una domanda, magari persino uno schiaffo, ma la sola cosa che ottenni in quel bosco fu il silenzio. E la sua presenza, in quel momento, mi salvò.

Il mondo é nuovamente cambiato, c'é la pace e la guerra é solo un ricordo che non scomparirà mai. So che non é accaduto nulla a Claire; quando me ne sono andato per lottare ho personalmente provveduto a posizionare degli incantesimi difensivi.
Forse, in quel momento, stavo tornando solo per accertarmene coi miei occhi; non avevo deciso che cosa fare, forse troverò la risposta mentre osserverò la neve sciogliersi definitivamente. Ripercorrerò il sentiero nel bosco, e mi accontenterò di guardarla da lontano.
Di contemplare un passato ancora adesso pregno di importanza. 


   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Violet Tyrell