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Autore: Aniel_    22/12/2011    4 recensioni
Qualcosa però riuscì a cogliere la sua attenzione: sotto il comodino antistante al letto di Sirius, riuscì a cogliere appena quello che doveva essere un quaderno, o un libro. Lo afferrò con cautela e soffiò via la polvere che sicuramente lo ricopriva da anni.
"Harry? Chi è Mary MacDonald?" chiese titubante Ron sfogliando il quaderno, scritto in una grafia femminile ed elegante.
"Non ne ho idea" ammise lui, afferrando il quaderno.
Ogni tanto, tra le pagine riusciva a cogliere nomi familiari come quello di Sirius, Remus, Peter e, con sua grande sorpresa, quello di James e Lily.
"Io so chi è Mary MacDonald!" tuonò all'improvviso Harry, facendo sobbalzare l'amico.
"A volte non hai l'aria proprio intelligente, Harry! Senza offesa..."
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Mary MacDonald, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Era passato appena un anno dalla grande battaglia di Hogwarts: la minaccia di Voldemort era ormai solo un vago ricordo, anche se, ogni tanto, ombre di maghi oscuri da poco affermatisi creavano il caos. Nulla che comunque non si riuscisse a gestire. Harry varcava la soglia di Grimmauld Place numero dodici per la prima volta dopo molto tempo, felice di non essere solo. Ron, dal canto suo, si lamentava di quanto l'ossessione di Ginny per i M.A.G.O si stesse trasformando in una sorta di patologia chiaramente non curabile.

"E' normale che sia in ansia, Ron" ammise Harry, varcando la porta che conduceva al salotto "se non fosse stato per il minuscolo dettaglio di aver fatto fuori il più grande mago oscuro di tutti i tempi, a quest'ora saremmo costretti a sostenere gli esami anche noi!"
"Combatterei contro dieci Voldemort piuttosto che fare i M.A.G.O" rispose un Ron terrorizzato.
"Adesso non esageriamo!"
"Vuoi scherzare? Hai idea dell'aria malsana che entrambe le nostre ragazze si stanno costruendo intorno? Hermione è diventata pazza. Ieri pomeriggio mi ha lanciato in fronte il libro di Trasfigurazione solo per averle domandato se volesse del thé. Mi ha urlato di non distrarla!"

Harry scoppiò in una fragorosa risata, pensando che, effettivamente, una Ginny infuriata e un'altrettanto Hermione schizzata per via degli esami avrebbero fatto concorrenza al peggiore mago oscuro del mondo.

"Da dove vuoi cominciare?" domandò Ron, afferrando uno scatolone ancora vuoto.
"Dalla camera di Sirius, direi. Credo di aver lasciato qualcosa lì." rispose Harry, iniziando a percorrere le scale che portavano al primo piano.

La camera di Sirius era totalmente messa a soqquadro, in maniera peggiore di quanto Harry ricordasse. Piton aveva frugato tra le cose di Sirius tempo prima, ma il ragazzo poteva scommettere che i Mangiamorte avessero fatto lo stesso dopo aver scoperto il loro nascondiglio l'anno precedente.

"Bene amico, io inizio da là!" propone Ron, indicando l'armadio muffito alla sua destra.

Harry, sconfortato da tutta quella confusione, si inginocchiò cercando qualcosa sotto il letto. Frugarono entrambi per ore, riuscendo a recuperare un fermaglio di Hermione, la lista della spesa di qualcuno di cui ignoravano il nome, un anello di quelli tipici da sorpresa di un pacco di patatine, e un libro di incantesimi.

"Sai che abbiamo sprecato gran parte della mattinata alla ricerca del nulla assoluto?" domandò Ron, stendendosi sul pavimento sudicio.

Qualcosa però riuscì a cogliere la sua attenzione: sotto il comodino antistante al letto di Sirius, riuscì a cogliere appena quello che doveva essere un quaderno, o un libro. Lo afferrò con cautela e soffiò via la polvere che sicuramente lo ricopriva da anni.

"Harry? Chi è Mary MacDonald?" chiese titubante Ron sfogliando il quaderno, scritto in una grafia femminile ed elegante.
"Non ne ho idea" ammise lui, afferrando il quaderno.

Ogni tanto, tra le pagine riusciva a cogliere nomi familiari come quello di Sirius, Remus, Peter e, con sua grande sorpresa, quello di James e Lily.

"Io so chi è Mary MacDonald!" tuonò all'improvviso Harry, facendo sobbalzare l'amico.
"A volte non hai l'aria proprio intelligente, Harry! Senza offesa..."
"No, ascoltami! Ti ricordi quando ho visto i momenti principali della vita di Piton? Nel pensatoio, l'anno scorso!"
"Certo che mi ricordo!" rispose Ron, offeso.
"Ho visto Piton parlare con mia madre, e lei era infuriata per via di Avery e Mulcibier. A quanto ho capito stavano per fare del male a Mary MacDonald. Ed è sempre lei quella che ha avvertito mia madre la sera in cui Piton l'aspettava fuori dal ritratto della Signora Grassa per scusarsi."
"Quindi Mary era un'amica di tua madre?"
"Suppongo di si." rispose euforico Harry, sfogliando il quaderno come se si trattasse di una sacra reliquia.

Aprì la prima pagina di getto, speranzoso che non si trattasse solo di un quaderno di appunti della vecchia studentessa. Un respiro di sollievo lo riempì sino in fondo all'anima, quando si rese conto che probabilmente quel quaderno era la cosa più preziosa che gli fosse mai capitata tra le mani.

E' il primo settembre 1977 e non capisco perché sia circondata da tutta questa malafede. Insomma, io vorrei fare la giornalista dopo Hogwarts e magari lavorare per la Gazzetta del Profeta. Tutto quello che voglio fare quest'anno è documentare, e non capisco perché siano tutti così scettici. Il fatto è che credono che una volta divenuta famosa divulgherò tutto quello che ho scritto. Si fingono imbarazzati e attaccati alla propria privacy, ma non possono darla a bere a me, soprattutto quei due personaggi di Sirius Black e James Potter, che vivono solo per auto-elogiarsi ed essere elogiati. Non che non possano permetterselo, questo è chiaro [ok, questo commento non è mio, ma Black mi ha costretta ad inserirlo!]. E' il primo settembre 1977, il nostro ultimo anno ad Hogwarts. Ecco, questa come premessa dovrebbe andare bene...



Sirius era troppo intento a scartare la decima Cioccorana per dar retta ad un James geloso e decisamente insopportabile.

"So che sei incazzato solo perché Evans continua imperterrita a chiamarti per cognome, ma dopo sei anni uno potrebbe farci l'abitudine, non credi?" domandò Peter, dando un'occhiata ogni tanto alle figurine scartate da Sirius.
"No. Ma avete visto come mi ha salutato? Con quell'aria da signora perfettini! -Ciao Potter, ancora non hai intenzione di sistemarti la divisa come si conviene? Sono Caposcuola sai? E' mio compito mantenere l'ordine-" esordì James, imitando la voce della ragazza.
"A parte il fatto che ti prendeva in giro, così, per divertirsi, e poi di che ti lamenti scusa? Sono anni che ti dico di sistemarti quella divisa come si deve. Tu lo chiami 'stile', ma io aggiungerei 'stile da morto di fame!' Santo Dio, James, datti una sistemata, sembri un poveraccio." osservò Sirius, mentre sul suo volto si imprimeva uno sguardo disgustato.
"Sei un amico, davvero." si lamentò James di tutta risposta.

Frank e Alice, ormai soprannominati Signore e Signora Paciock, si staccarono l'uno dall'altra, giusto in tempo per poter ridere dell'espressione di James.

"Davvero, in questo momento ti farei una foto. Mary, prendi appunti sul perché il nostro Potter sia così imbronciato oggi!" suggerì Alice, e Mary scribacchiò subito qualcosa sul suo fedele quaderno.
"Lasciami dare un'occhiata MacDonald, ti prego. Ti prometto che non strappo la pagina, davvero!" la implorò Sirius, cercando di afferrare il prezioso quaderno della ragazza, prima ancora che lei gli desse il permesso.
"Stammi lontano Black!" urlò lei, cambiando immediatamente posto.
Sirius sbuffò divertito all'espressione della ragazza, lanciandole uno sguardo languido pieno di malizia. "Ammettilo però, non vedevi l'ora che ti saltassi addosso, vero dolcezza?"
Mary avvampò, lanciandogli contro quello che doveva essere il pranzo di Frank. "Ma ti sembra modo?" le domandò a quel punto il ragazzo, indeciso se indispettirsi o ridere divertito.
"Volete davvero continuare mentre io soffro per amore?" gridò James con fare melodrammatico.
"Sai, a volte credo che Evans non ti voglia intorno perché ti considera una donna" ammise Sirius, in perfetto stile suicida.

Infatti, come previsto, James annuì debolmente con fare infuriato e gli si gettò addosso. "Brutto bastardo, come ti permetti. Adesso ti faccio vedere io..."
"In effetti, dopo aver assistito a questa scena raccapricciante potrei essere d'accordo con Sirius. Che fai, Jamy? Ci vuoi provare con lui? Sta tranquillo, non ti giudicheremo male...dopotutto Sirius è un gran bel ragazzo." disse Frank, soffocando a stento le risate.
"E chi sarebbe la donna adesso? Non mi sembra che mi stia complimentando con Sirius per la sua bellezza!" disse James, offeso.
"Si è vero, ma non sono io che gli sto mettendo le mani addosso!"

James lanciò un'occhiataccia a Sirius, e si rese conto che, in effetti, il tutto sarebbe potuto sembrare inadeguato e fraintendibile. Si rimise a sedere lontano dall'amico, che intanto gli spediva occhiate languide, profonde quasi quanto quelle di Mary.

"Fai schifo Padfoot." sentenziò alla fine, incrociando le braccia.
"Non dire così tesoro, mi ferisci" rispose l'amico sorridendo.

James scattò in piedi, sbattendo la testa sonoramente contro il proprio bagaglio. Si rigettò sul sedile imprecando e maledicendo se stesso. "Quando tornando quei due?" chiese trattenendo le lacrime.
"La riunione dovrebbe finire tra una decina di minuti." rispose Mary, intenta a non restituire i numerosi sguardi di un Sirius fin troppo sicuro di sé.

Dopo quello che era successo tra loro erano stati particolarmente attenti a non farne parola con nessuno. Non che fosse successo qualcosa di irreparabile; avevano solo alzato il gomito l'ultima sera ad Hogwarts ed erano finiti per baciarsi. Erano sempre stati buoni amici, decisamente troppo allegri per il gruppo, e si divertivano a stuzzicarsi l'un l'altra, ma non erano mai andati oltre.

Mary non ricordava neppure come fosse successo di preciso. L'unica cosa che era riuscita a mettere a fuoco dopo un'estate intera di rimuginamenti, era stata la sala comune praticamente deserta alle quattro del mattino, entrambi che crollavano per terra ridendo e le loro labbra che si cercavano distrattamente seppur con una certa precisione. Non ne aveva parlato con nessuno, né con Lily né con Alice: sebbene sapesse che tra loro non sarebbe successo più nulla, non voleva dar adito a dicerie infondate.

"Siamo qui, siamo tornati e siamo ancora vivi." annunciò Remus, irrompendo nello scompartimento e addentando quella che doveva essere cioccolata.
"Oh guarda chi c'è, il signor perfettini. Un malandrino...caposcuola! Non si è mai sentita una cosa simile!" si lamentò Sirius "Capisco che sei il più responsabile dei quattro, ma non a questo livello. Insomma Moony, Caposcuola...non ti vergogni? E poi, dico io..." il ragazzo si interruppe, cogliendo il disappunto sul viso di James e uno sguardo terrorizzato su quello di Peter. Remus, invece, era riuscito a strozzarsi con la propria cioccolata.
Prima ancora che il ragazzo riuscisse a comprendere il motivo di tutte quelle occhiatacce, una Lily Evans, scivolata dentro lo scompartimento insieme a Remus, domandò: "Malandrini? Moony? Cosa sono, i vostri nomi in codice?"

Sirius a quel punto sbiancò, totalmente mortificato di averla fatta davvero grossa. Se c'era una cosa che pochi sapevano sul "magnifico Sirius Black" era che, una volta messo in difficoltà, non riusciva più ad uscirne, almeno non con dignità.

Forse a causa del suo viso, che era diventato pericolosamente scarlatto, oppure chissà per quale benedizione del cielo, Frank rispose alla rossa con una certa naturalezza: "Malandrini perché hanno la maturità di bambini di otto anni, lasciando stare il fatto che adorano la parola, considerando che è la fusione di due parole di lingue diverse: malus dal latino e aner dal greco. Questa è stata più un'idea di Remus, sai che è un tipo abbastanza acculturato."
Gli altri si ritrovarono a fissarlo a bocca aperta, mentre Lily si affrettava a fermarlo "Ok, ok, d'accordo. Non voglio lezioncine prima ancora di arrivare a scuola! Voglio solo rilassarmi."rispose, prendendo posto accanto a Mary.

James si lasciò andare un respiro di sollievo, cosa che non sfuggì ad Evans, la quale immediatamente partì in uno dei monologhi che da sempre la contraddistinguevano.

"E quello cosa diavolo era? Vuoi che mi stia zitta per caso? Strano, dato che non ti lasci sfuggire l'occasione per parlarmi! Ma sai cosa c'è? Meglio così. Se non mi giri intorno, passerò sicuramente l'anno più bello della mia vita."

Tutti fecero passare avidamente i propri sguardi da James a Lily, il primo con la bocca spalancata e viola per l'imbarazzo, la seconda indispettita a guardare qualcosa di indefinito oltre il finestrino del treno.

"Ma ti sei sentita? Insomma, che diavolo ti ho fatto?" abbaiò James, che per la prima volta usava un tono simile contro di lei.
"Jamy" fece Remus, nella speranza di calmarlo, ma, una volta alzata una mano per zittirlo, continuò senza esclusione di colpi. "Quest'aria da ragazza perfetta ha stufato Evans, ha stufato anche me! Sei solo una bambina viziata e...stupida!"

Lily scattò in piedi, e per qualche secondo tutti ebbero l'impressione che volesse iniziare uno scontro alla babbana, ma probabilmente la sua nuova spilla da Caposcuola le suggerì quanto fosse sconveniente. Non sapendo cosa fare o dire, afferrò la propria borsa e si precipitò fuori dallo scompartimento.

James respirava a fatica, come se avesse appena ricevuto un bolide in pieno stomaco, e questo gli avesse in qualche modo compromesso la respirazione. Mary e Alice gli lanciarono occhiate di fuoco prima di lasciare anche loro lo scompartimento, alla ricerca dell'amica.

"Prongs, sei un così tale idiota!" sentenziò Remus, stropicciandosi gli occhi.
"Cosa? Io sarei l'idiota? Ma hai visto come mi ha trattato? Sarò anche innamorato ma non sono stupido!" ribatté James, alzandosi nuovamente di scatto, e sbattendo ancora una volta contro il proprio baule.
"Non le hai appena detto che ti sei stufato di lei?" osservò Peter, confuso.
"Sei proprio una donna, Prongs" affermò infine Sirius, divertito dalla piega che aveva preso la situazione.
"Voi due state zitti!" ordinò loro Remus, prima di spiegare tutto a James "James devi capire che non è un periodo facile per lei. La guerra è alle porte, e Lily sa di essere in pericolo per via delle sue origini. Sa anche di mettere in pericolo tutti quelli che le stanno intorno, la sua famiglia, persino noi. Poi, a quanto ho capito, la sorella continua a non parlarle e la madre non sta per niente bene. Se a tutto questo vuoi aggiungere il fatto che dovrà studiare come una forsennata per i M.A.G.O. col pericolo che ci rimanga secca a metà dell'anno, tutto non fa che amplificarsi!"
"Moony!" lo riprese James "Non le accadrà niente. Noi non permetteremo che le accada niente, non puoi parlare davvero così!"
"Remus ha ragione" si intromise Frank "In questa guerra una nata babbana è più in pericolo di qualsiasi altro, persino più di uno come Remus."

James scattò in piedi, facendo attenzione a non farsi male per l'ennesima volta, e scivolò fuori dallo scompartimento, deciso a dimostrare a quella stupida Evans quanto le proprie paure fossero irrilevanti e infondate.



"Era davvero tosta tua madre, amico!" ammise Ron, sfogliando qualche altra pagina del quaderno. "E tuo padre, scusa se te lo dico, era un vero idiota!"
"Lo so. Pensavo che dopo il quinto anno si fosse ripreso. A quanto pare Sirius si sbagliava..." osservò Harry, sorridendo.
"Non che Sirius fosse il massimo della serietà!"
"Mia madre li avrà fatti a pezzi tante di quelle volte...."
"Sembra Ginny!" disse Ron, terrorizzato.
"Saranno i capelli rossi, Ronald." ipotizzò una voce femminile sulla soglia della porta.


Note dell'autrice: ma salve! ^^ questa è la seconda longfic che mi è balzata in mente dopo ore di contemplazione in camera mia! Ci sono ancora cose che non mi convincono, ma vi prego, siate clementi! Ci sto lavorando giuro. Per quanto riguarda la storia, mi piace l'idea di mettere a confronto le due generazioni e sapere le opinioni di Harry a riguardo, spero che vi piaccia, davvero:) Adesso, volevo ringraziare tutte le persone che seguono "La storia dei Malandrini" sia qui su EFP, sia la pagina su FB: grazie, siete voi che riuscite ad ispirarmi e mi trasmettete la voglia di fare sempre meglio, grazie, grazie di cuore. Alla prossima, E.
   
 
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