Expect
the Unexpected
is
Smarter than
Trust
in Possible Things.
Fourth Act: To Know
Chapter Eighteen, part two: London Bridge is falling down with my
certainties.
May pov
Dicembre
2010 (Presente)
Il mercoledì mattina inizia sempre con il buon profumo
delle frittelle cucinate da Brendon, dato che Pete viene sempre da noi a fare
colazione… Stamattina l’odore arriva fino in stanza, ma il mio ragazzo mi sta
ancora dormendo accanto. Mi muovo appena e lui si sveglia, arricciando il naso
per sentire l’odore che c’è nell’aria.
-…devo essere in un sogno.-
Sussurra, prima di alzarsi a sedere e guardarsi attorno. Io
lo imito, per poi infilare le pantofole e la felpa.
-Impossibile…-
Mi sento dire, mentre entrambi scendiamo le scale, un po’
come due bambini che la notte della Vigilia vanno a sgamare Babbo Natale che
lascia loro i regali. E appunto rimaniamo con l’amaro in bocca e disillusi,
trovando William che si destreggia davanti ai fornelli.
-Buongiorno… Vi ho svegliato?-
Domanda, mentre mette un’altra frittella in cima alla pila
che ha cucinato. Una quantità industriale che sarebbe andata bene se ci fossimo
trovati ancora in dormitorio…
-Più o meno… Ma… Che stai facendo?-
Mi avvicino a lui e lo guardo negli occhi, ancora rossi per
le lacrime che deve aver versato tutta la notte.
-Cucino la colazione!-
Brendon si lancia a strappargli la padella di mano e la
sbatte nel lavandino, per poi spegnere la fiamma del gas ed appoggiare le mani
sul ripiano. Lo sento sospirare pesantemente, mentre William lo guarda offeso
con la bocca socchiusa. Posso capire che sta provando in questo momento… La
speranza che fosse stato tutto un brutto sogno che è stata subito uccisa nel
vedere che in cucina Pete non c’è. Gli appoggio una mano sulla spalla, prima di
posare la fronte sulla sua schiena.
-Dai, siediti che preparo il caffè…-
Mormoro, prima di andare alla moka strascicando i passi.
Brendon e William si siedono e rimangono in silenzio ad osservare le frittelle,
come se ad entrambi facessero solo ribrezzo. Credo che dovremmo darle a Bogart…
Io di certo non mi ingozzerò, me ne basterà mezza. Metto le tazze davanti ai
ragazzi, prima di prendere posto anche io e sorseggiare il mio caffèlatte non
guardando in faccia nessuno. Poi Brend sospira ed appoggia la tazzina sul
tavolo con un po’ troppa violenza.
-Non ce la faccio… Non ha senso far colazione con delle
frittelle oggi!-
Sbotta, alzandosi di colpo ed attirando gli sguardi su di sé.
Will si porta le mani al viso e ricomincia a tremare, probabilmente pensando ad
altro. Forse a Gabe, da solo in quella grande casa non troppo lontana da qui…
-Brend… William non ha fatto apposta non prendertela.-
-Non me la sto prendendo con lui… Dio, May! Ma ti rendi
conto che stai sempre a proteggerlo?-
Allarga le braccia infastidito e poi si volta per salire le
scale, lasciandomi a fissare il punto in cui era con gli occhi sgranati.
Beckett si scopre la faccia e mi guarda stranito, prima di scuotere la testa.
-Non sta bene…-
-Lo so. Ma… Sta solo dicendo quello che pensa veramente
senza trattenersi.-
Mi alzo e subito seguo il mio ragazzo, prima che decida di
buttarsi dal balcone. Lo trovo nella stanzetta
che fissa la chitarra come se gli avesse fatto il torto peggiore del
mondo. Poi vado ad abbracciarlo da dietro e lui sospira, voltandosi verso di
me.
-MayMoon, la vita non ha più senso adesso.-
-Allora facciamola finita…-
Rispondo freddamente, alzando gli occhi ed incrociando i
suoi lucidi di lacrime.
-Se non hai nulla per cui vivere è inutile stare al mondo,
Brendon… Quindi perché non ti ammazzi? Sarebbe la prima volta in cui agiresti
per egoismo.-
Lui resta a guardarmi e poi
scuote la testa, sedendosi sul divanetto marrone e portandosi le mani alle tempie.
Non sono mai stata la persona adatta a consolare Brendon, posso solo rispondere
malamente e sperare che capisca da solo… Certo, in una coppia questo non è
affatto positivo. Ma Brend, non sono affatto sicura che in una relazione come
la nostra ci sarebbe ancora posto per tutta quella tenerezza e
quell’apprensione che giuro di aver provato. Me ne ricordo benissimo…
May pov
Ottobre
2006 (Passato)
“È solo un coglione che non ha capito nulla
della vita e privo di utilità pratica… deve ringraziare solo di avere una voce
vagamente ascoltabile”
Era sempre
bello sapere che quella che una volta era un dei miei migliori amici aveva
questa bella opinione di una persona che era praticamente la mia fotocopia al
maschile. Probabilmente avrei dovuto semplicemente inchinarmi davanti a Jill e
dirle che lei era la persona migliore al mondo, ringraziandola per aver avuto
la compassione di prendere me come cantante dei Killer Peaches nonostante fosse
solo per la mia voce vagamente ascoltabile. Se pensavo che nemmeno potevo
competere con Beckett mi veniva voglia di spaccare il mondo intero e poi
strapparmi le corde vocali. Tanto non è che servivano a molto, no?
Notare che poi
della vita ce ne parlava Jilliahn Bayler, che era risaputo essere una donna con
mille esperienza dolorose alle spalle. Ah sì, le è morto il gatto due anni fa.
Ricordatelo May, questi sono problemi grossi! Quando ti muore il gatto impari
tutto riguardo allo stare al mondo, eh? Sì, insomma, Beckett che aveva tirato
avanti da solo aiutando sua madre e sua sorella perché era l’unico uomo di casa
non capiva nulla. Nemmeno io capivo nulla, allora. Il mio gatto era ancora vivo
e vegeto.
Non mi sarei comunque abbassata a
discutere, quando sapevo di avere ragione io. Non era mia intenzione sentire
una parola di più là dentro… Londra l’avrei vista il giorno dopo, per quanto
fossi curiosa di visitarla subito.
-MayMoon… Non correre così sennò poi in
hotel mi dici che sei stanca e dormi subito!-
Brendon mi afferrò la mano prima che
scendessi da sola le scale della metro e così mi voltai a guardarlo in
cagnesco. La sua preoccupazione era principalmente che non avremmo scopato…
Fantastico. Grazie per la considerazione. Insomma avevo capito benissimo come
stavano le cose: se non per andare a letto, non servivo proprio a nulla.
-Era mia intenzione dormire infatti.-
-Ma è il nono mesiversario di…-
Sfilai la mano dalla sua per portarmela
sugli occhi e gli girai le spalle, muovendo gli occhi in modo convulso per il
nervoso.
-Cazzo, Brend. Sei l’unico che si ricorda
il giorno in cui ha perso la verginità e lo festeggia. Non ne hai vergogna? Non
hai altro da ricordare? Cristo santo, io nemmeno mi ricordo chi mi ha portato a
letto la prima volta!-
-Ma MayMoon… Per me è importante perché
tu mi hai…-
-Ricorda questo come il giorno in cui
invece vai in bianco.-
Lo interruppi e salii sul treno, seguita
immediatamente da lui che mi osservava sbigottito. Ci aggrappammo al palo e ci
scambiammo un lungo sguardo, ma non riuscivo proprio a farmi prendere sul serio
da lui e metterlo in soggezione. Figuriamoci, era troppo ingenuo ed innamorato…
-Dai, non fare la stronza!- Ammiccò e mi
accarezzò la guancia. –So che in verità anche tu vuoi stringerti a me tutta la
notte.-
Annuii sorridendo malizoso e io invece
rimasi con la mascella contratta dalla rabbia. Perché non riusciva a capire
quando era il momento di smettere di fare lo scemo?
-No che non voglio stare tra le braccia
di chi mi considera una nullità.-
Affermai gelida e forse un po’ troppo
crudele, dato che lui sgranò gli occhi sconvolto.
-Non ti considero una nullità! Io?! Ma
sei impazzita?-
Si portò le mani al petto rischiando di
cadere per la frenata della metro, ma restando in piedi miracolosamente.
-Oh, non devi giustificarti… Vai
tranquillo. So benissimo da sola di non essere come te e Jill… E forse dovrei
scusarmi se non sono perfetta come voi. La mia mancanza di utilità pratica è
davvero una cosa che potrebbe farvi vomitare. Perdonatemi.-
Detto questo uscii dalle porte della
metro volendo sbrigarmi a raggiungere l’hotel. Lui mi raggiunse e cercò
inutilmente di prendermi a braccetto, ma io gli restai a debita distanza. Sì,
forse la stavo prendendo troppo sul personale… Ma alla fine avevano iniziato
loro a non avere un po’ di tatto per i miei sentimenti, sapendo che Will era il
mio migliore amico e che lo era appunto perché eravamo simili. Io mica mi
mettevo ad insultare gratuitamente la gente a cui loro erano affezionati. Anche
perché non avevo nulla contro Gabe o Pete… Insomma, a modo mio volevo bene
anche a loro nonostante non fossi poi ricambiata. Perlomeno da Gabe, dato che
Pete alla fine a me sembrava tenerci… Un po’ come teneva a tutti. Forse non ero
degna di stima, chissà. Se tutti pensavano di me le stesse cose che Jill
pensava di Beckett ci credo che non mi ero fatta troppi amici se non Will e
Ryan.
Aprii la porta della mia stanza senza
aver ancora detto una parola, nemmeno in ascensore quando Brend cercava di
tirarmi fuori qualcosa con espressioni da cane bastonato. Ovviamente scappai
dritta in bagno per chiudermici dentro a chiave, lasciandolo da solo di là.
-May… Quando hai finito poi vengo a
lavare i denti!-
Avrebbe dovuto lavarli la mattina
seguente, dato che era mia intenzioni non uscire finchè non mi fossi sbollita.
Mi guardai allo specchio e presi le salviettine struccanti per levarmi il
fondotinta e l’ombretto, restando poi a fissare il mio riflesso. Sbuffai
sconsolata e scivolai a sedermi per terra, rovistando nella borsa per trovare
il mio I-phone. Sotto la foto dell’orso c’erano ormai un centinaio di commenti
su quanto fosse carino e poi notai il messaggio privato di William e quello di
Sisky che subito andai a leggere. Quest’ultimo mi diceva che voleva che gli
portassi a casa il modellino di un autobus e ridacchiai appena rispondendo che
gliel’avrei comprato. Poi lessi quello che mi aveva scritto Will e mi arrabbiai
ancora di più con il mondo fuori da quel bagno.
Inbox: billbeckett “ ‘Trifoglio di
prestigio’ uh? ;) Molto modesta la signorina. Btw sappi che ho la canzone che
farà boom. No spoiler :P Ps c’è una mosca lì?”
Lo rilessi un paio di volte e mi chiesi
da dove avesse tirato fuori la storia della mosca. Scossi la testa ed appoggiai
la fronte alle ginocchia, chiedendomi perché nessuno in verità riuscisse a
capire William e lo prendessero in antipatia. Poi mi decisi a rispondegli,
mentre ascoltavo Brendon che canticchiava una canzone dei Killer Peaches.
Send billbeckett
a direct message “Pretendo spoiler. Ne ho il
diritto. >_< Quando non dormi fatti sentire, I need U. Londra è bella ma
triste. I miss LA. :( ”
Rilessi un attimo prima di spedire e
guardare la porta sentendo che Brend si era deciso a zittirsi. Probabilmente si
era accorto che se cantava svegliava mezzo hotel, dato l’ora. Il cellulare non
tardò a vibrare e subito risposi sentendo Beckett ed un casino esagerato
dall’altra parte. Là dovevano essere le otto e mezza di sera… Indi per cui
mancava un’ora al concerto di quella sera.
-Londa è triste? Ci sono stato… Ma sai
che non è così male? Devi solo trovare dove sbattere la testa per andare a
divertirti… Di certo è meglio che qui. Dico, non parlo con Gabe da due
giorni..-
Mi disse tutto ad un fiato, prima di
aggiungere un “ciao May” alla fine.
-E come mai non gli parli? …Ciao Will.-
Sentii Brendon arrivare alla porta e
bussare preoccupato.
-Parli con me, mia regina delle fatine?-
-No. Sono al telefono…-
Lui si zittii e si allontanò, così fissai
la porta un po’ in preda ai sensi di colpa. Mi dispiaceva trattare così Bden
per colpa di un’affermazione di Jill.
-Oh, guarda, lasciamo perdere il perchè.
È un coglione che parla troppo e basta… Tu come mai sei giù di morale?
L’orsetto ti ha trattato male?-
-No, è l’unico bravo con me qui… Mi
dispiace per Gabe. …piuttosto, Beck… Volevo chiederti una cosa.-
Mormorai, fissandomi nervosa lo smalto
giallo che Gwen mi aveva spalmato sulle unghie il giorno prima. Lui restò ad
aspettare che parlassi per qualche istante prima di tossicchiare impaziente.
-Ho un live tra un po’… Devo portare il
cellulare sul palco con me aspettando che tu mi faccia la domanda?-
Sorrisi sentendo che in tutta
quell’indisposizione in verità era preoccupato per quello che avrei potuto
chiedergli. Non riuscii ovviamente a domandargli se venivo considerata una
nullità dai suoi amici, così come i miei lo pensavano di lui.
-…com’è la canzone?-
-Ho detto niente anticipazioni, McLean…
Non mi convincerai.-
Io sospirai e mi raggomitolai su me
stessa, sentendo una lacrima scivolare lungo la guancia. Oh… Piangevo perché
ero triste per una volta e la cosa mi stupì abbastanza. Di solito lo facevo per
l’ansia...
-William… Per favore. Provami che non
siamo nullità…-
Lui rimase in silenzio un attimo e poi lo
sentii prendere fiato.
-May, è davvero uno scazzo sentirti
piangere al cellulare e non poter far nulla. Ma non siamo di certo nullità… che
stupidaggine.-
Disse un po’ stizzito, prima di rilassarsi
ed iniziare a cantare. Mi chiedo ancora oggi per chi siano state scritte quelle
parole perché erano piene di una strana malinconia, certo, senza contare le
metafore insensate.
-I’m not gentleman, I can be
a prick… And I do regrets more than I admit…-
Canticchiò prima di bloccarsi e io tirai
su col naso, asciugandomi gli occhi.
-Beck, continua… è bellissima…-
-Vorrei vederti sorridere per le mie
parole. Non sentirti piangere. Quando torni, May?-
Mi domandò abbastanza triste, mentre io
scuotevo la testa.
-Presto… Tornerò presto.-
Lo sentii sospirare pesantemente, mentre
la voce di Sisky faceva da sottofondo dicendo di ricordarmi del regalo. Sorrisi
appena immaginando la faccia completamente infastidita di William che gli
rispondeva di comprarselo sul ebay.
-Devo andare adesso. Tu non fare la
cogliona e non abbatterti. Ricorda che ci saranno i VMA ed è un bel momento per
farti pubblicità vicino a Urie. Fatti fare tante foto, mi raccomando.-
E detto questo, riattaccò senza che
potessi salutarlo o chiedergli cosa non andava con Saporta. Così decisi di
alzarmi ed andare da Brendon, trovandolo a letto che mi aspettava sveglio. Lo
raggiunsi e senza dire troppo lo abbracciai, affondando il viso nel suo collo e
respirando il suo profumo. Lui mi baciò i capelli e sospirò rassicurato.
-Mi dispiace…-
-Tranquilla MayMoon.-
Mi rispose, facendo scivolare la mano
sulla mia schiena. Restammo così e alla fine ci addormentammo… Avevo ancora in
mente la melodia di Beckett, non gli avevo nemmeno chiesto il titolo della
canzone.
Però mi era rimasta in mente quella
frase, come se fosse l’azzardata risposta alle affermazioni di Jill. As bright as you wanted me to be…
La sera dopo scoprii il perchè Bill fosse
così triste al telefono e non parlasse con Gabe. Me lo spiegò Ryan mentre ce ne
stavamo da soli nella hall ad aspettare che i nostri corrispettivi ragazzi
scendessero.
-William mi ha chiamato oggi…-
Mi disse con tono piatto, osservando
attentamente il vaso di fiori davanti a noi.
-Ah sì? Anche io l’ho sentito ieri sera…-
Si voltò a guardarmi alzando un
sopracciglio come se gli avessi appena detto una cosa talmente ovvia che potevo
evitarla.
-Ti ha detto nulla sul fatto che Gabe gli
ha raccontato di essere profondamente attratto dalla mia ragazza?-
-No. Ora capisco perché era un po’ giù.-
Lui fece un verso contrariato, piegandosi
in avanti ed appoggiando i gomiti alle gambe sottili.
-Ho parlato con Gabe oggi… è meglio che
capisca di tenersi lontano da Jill.-
Lo guardai sospettosa, capendo che la sua
gelosia non gli permetteva di fidarsi degli altri. Eppure conoscendo Saporta
non avrebbe mai portato via la bionda a Ryan, perché non era così egoista e
prepotente. Figuriamoci…
-Spero solo che tu non gli abbia detto
che non devono nemmeno essere amici. Quello sarebbe troppo… Anche se secondo me
è sbagliato pure telefonare a Gabe per dirgli queste cose. Ognuno è libero di
innamorarsi di chi vuole.-
Sbottai un po’ infastidita dal
comportamento di Ross, dato che non mi piaceva affatto che si limitassero le
libertà del proprio partner.
-Anche Beck ha sbagliato spifferando
tutto…- Aggiunsi sbuffando. –Dico, okay che in amore tutto è lecito… Ma Gabe
non lo prenderà mai in simpatia se continua ad essere così subdolo.-
-William ha fatto bene. Questa si chiama
lealtà tra amici.-
Annuii lui, ritirando fuori la storia
della lealtà che tanto aveva propinato a Brend. Più che lealtà però qui mi
sembrava una specie di complotto strano, a William non importava nulla di Jill
e Ryan, voleva solo che Gabe smettesse di pensare alla bassista. E Ryan come un
cretino se la prendeva anche…
Evitai di rispondere a Ryan, anche perché
Brend e Jilliahn si degnarono ad apparire nella hall. Mi limitai solo a
scrivere un messaggio a Beckett dicendogli che Ross aveva parlato con Saporta,
almeno si poteva rallegrare di essere riuscito nel suo infido piano. Sì, di
certo stava festeggiando…
Continua…
…ecco qui anche la seconda parte.
Vi auguriamo Buon Natale e buone
vacanze!!
Al prossimo capitolo!
xoxo
Jess & Miky