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Autore: shesfede    22/12/2011    6 recensioni
Bastò un attimo per scombussolare tutto. I miei occhi incrociarono il verde smeraldo dei suoi e per me fu come entrare in trans. Il pavimento era freddo, ma il contatto col corpo caldo di Harry rendeva tutto stranamente piacevole. Le mie narici furono pervase dal suo profumo dolce e allo stesso tempo attraente. Un profumo che non sentivo così vicino da tanto tempo. Respirava lentamente e sentivo il suo fiato posarsi delicatamente sul mio viso. Eravamo entrambi immobili, vittime di una forza di gravità potente al punto tale da paralizzarci.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Get me with those green eyes, baby.'
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CAPITOLO 18

 
I giorni passavo lenti e opprimenti. Erano trascorsi circa due mesi da quando Harry se ne era andato, ma il ricordo di quel Natale era fisso nella mia mente come un tatuaggio sulla pelle. Ogni volta che chiudevo gli occhi rivivevo quei momenti e non potevo fare a meno di piangere. Non uscivo più di casa, se non per andare a lavoro. Passavo le mie giornate chiusa in camera ad ascoltare musica triste, che non faceva altro che peggiorare il mio umore. Mangiavo solo perché era Louis a mettermi il cibo in bocca e non perché sentissi realmente fame. I ragazzi avevano anche loro perso ogni tipo di contatto con Harry e ne erano usciti distrutti, specialmente mio fratello. Adesso eravamo a fine febbraio, anche se in realtà non prestavo più tanta attenzione allo scorrere del tempo. Il primo del mese era stato il suo compleanno. Un giorno da dimenticare per tutta la tristezza che regnò in casa per quelle ventiquattro ore.
Ero in camera mia, con la testa appoggiata al cuscino e le cuffie nelle orecchie quando Louis entrò. Vidi le sue labbra muoversi e mi tolsi le cuffiette per poterlo ascoltare, anche se non ne avevo voglia. Lentamente la melodia e le parole di Ghost Of You di Selena Gomez si fecero lontane, fino a essere inudibili.
“Il pranzo è quasi pronto, scendi?” domandò. Mi rivolse un sorriso, con la speranza di convincermi al primo tentativo.
“Non ho fame.” Lui sbuffò, come da copione. Era stanco e ne aveva tutte le ragioni.
“Julie, devi mangiare” mi disse premurosamente.
“Non ho fame” risposi senza neanche guardarlo in faccia.
Non si fece scoraggiare da quel mio atteggiamento e venne a sedersi sul letto, accanto me.
“Questa sera arriva l’amico di Zayn, quello che verrà ad abitare con noi.”
Ecco come mio fratello metteva il dito nella piaga senza neanche rendersene conto. Un amico di Zayn, un tale di cui non ricordo il nome, si era appena trasferito dall’Irlanda e i ragazzi avevano pensato bene di dargli la camera di Harry.
“Non mi interessa” dissi acida.
“Basta cazzo, basta!” mi urlò contro. Mi voltai di scatto a guardarlo. Quella era la prima volta che Louis si arrabbiava con me in quel modo.
“Ti rendi conto che stai buttando via la tua vita così?” disse afferrandomi per le spalle e scuotendomi forte.
“Cosa vuoi che faccia? Che finga che tutto vada bene quando non è vero?” Lo spinsi via ed uscii dalla camera senza dargli tempo di rispondere.
“Dove stai andando ora?” lo sentii urlare. Mi seguì fino al piano di sotto, dove mi sorprese a mettermi il giubbotto.
“Non farmi arrabbiare Julie, rispondimi” continuava a darmi contro.
“Cazzo Louis non sei papà, mettitelo bene in testa. Non devo dare conto a te di come vivo la mia vita!” urlai.
Sbattei la porta e lasciai quella casa correndo. Quando mi avvicinai al centro, rallentai iniziando a camminare a vuoto per le vie di Londra. C’era un sacco di gente in giro nonostante fosse l’ora di pranzo. Era questo il bello di quella città. Ovunque andassi e a qualunque ora, c’era sempre qualcuno in giro. Anche se tutti erano sempre pronti ad ignorarti. Adocchiai un parco e pensai di fare un giro all’interno. Era abbastanza piccolo, con qualche giostra e una fontana che zampillava acqua proprio di fronte all’entrata. Dava un forte senso di rifugio. Per chiunque volesse scappare quello era decisamente il posto ideale per nascondersi. Era strano, ma non lo avevo mai visto prima d’ora. Era buffo come le persone ignorassero ciò che avevano sempre avuto sotto il naso, me compresa. Iniziai a camminare, cercando invano una panchina vuota su cui sedermi. Poi ne vidi una infondo al viale. C’era già qualcuno seduto, ma poco importava. Misi le mani in tasca e mi incamminai con passo deciso verso di essa. Mi ci sedetti, senza dire niente.
“Di solito si chiede se il posto è libero” disse il tizio che era già lì. Non risposi e pensai che forse aveva ragione lui. Mi alzai, ma lui mi trattenne per un braccio.
“Non ho detto che devi andartene” disse abbozzando un sorriso. Si levò giù il cappuccio della felpa che stava indossando, in modo da scoprirsi il viso. Era un ragazzo della mia età più o meno, almeno credevo. Aveva gli occhi azzurri come il cielo in una bella e calda giornata d’estate e i capelli biondi come i raggi del sole. Forse un po’ troppo biondi.
“Carino il pigiama” disse indicandomi. Abbassai lo sguardo su di me e solo allora mi accorsi di essere uscita senza prima vestirmi. Mi maledissi mentalmente per la mia poca attenzione. Dovevo divertirlo molto, dato che scoppiò in una risata. Era spontanea e aveva davvero un bel suono. Era tanto tempo che non sentivo qualcuno ridere di gusto. Non so come, ma iniziai a ridere anch’io, contagiata da lui.
“Ah bene, pensavo che fossi una di quelle tipe depresse che vivono rinchiuse in camera” disse sorridendomi. Quel sorriso mi fece arrossire. Ero sicura di essere rossa in viso, dato che sentivo le guance bruciare sempre di più. Era davvero un bel sorriso il suo.
“Sto solo passando un brutto momento.” Non dovevo dargli nessuna spiegazione, eppure mi andava di parlare con qualcuno. Volevo parlare con lui.
“Sai, quando io sono giù di morale canto. Aiuta a distrarmi” disse facendo spallucce. Mi venne un’improvvisa voglia di sentirlo cantare, ma mi trattenni dal chiederglielo.
“Sai, in realtà io canto sempre. Quando sono triste, quando sono felice, quando ho fame –fece una pausa- canto pure sotto la doccia” disse ridendo.
“Sei strano forte” dissi scoppiandogli a ridere in faccia.
“Disse la ragazza in pigiama” replicò facendo il finto offeso. Continuai a ridere senza motivo.
“Sai, tutti hanno il loro lato strano” disse tornando serio.“Vedi quel tizio” disse indicandomi un uomo seduto a qualche metro da noi. Annuii una volta individuato il tipo. “Ecco, lui sta dando da mangiare a dei piccioni.” Osservai attentamente l’uomo ed effettivamente stava lanciando briciole di pane agli uccelli. “Ora starai pensando che quell’uomo sia un pazzo, eppure se lo guardi meglio puoi capire che è un avvocato famoso” disse sicuro di sé.
Mi voltai e lo guardai scettica. “Come fai a dire che è un avvocato?”
"Beh, da tante cose. Il vestito gessato per iniziare, oppure l’orologio che gli brilla al polso. Oppure quella ventiquattro ore che è accanto a lui. Magari non sarà un avvocato, ma comunque è un tizio pieno di soldi” mi fece notare. Solo allora notai anch’io tutti quei particolari che fino a poco fa per me erano praticamente inesistenti.
“Niall” disse poi.
“Il tizio si chiama Niall?” chiesi sbalordita tornando a guardare lui e lasciando perdere l’uomo.
“No” disse ridendo. “Io mi chiamo Niall” precisò.
Mi sistemai delle ciocche di capelli dietro le orecchie dal nervosismo per la pessima figura appena fatta. “Oh, si certo, era ovvio, lo avevo capito” cercai di rimediare. “Io sono”
“Hilary?” mi interruppe lui. Feci una faccia strana e scossi la testa.
“Hannah allora?” ci riprovò.
“No, io mi chiamo”
“Hayley” mi precedette di nuovo.
“Julie” mi precipitai a dire, prima che sparasse un altro nome.
“Julie?” ripeté. “Ne sei sicura?” Risi a quella domanda.
“Più che sicura” dissi annuendo.
“Oh, scusa. Siccome ho visto il ciondolo con l’H pensavo che quella fosse la tua iniziale.”
Il mio umore tornò triste non appena strinsi tra le mia mani quella collana.
“Tutto ok?” mi chiese.
“Si, scusa” risposi mollando il ciondolo e iniziando a giocare con dei sassolini ai miei piedi.
“Scusa tu, non volevo far tornare a galla brutti ricordi” disse appoggiandomi una mano sulla spalla. Lo guardai negli occhi e vidi che era davvero dispiaciuto.
“Tranquillo” dissi prendendogli la mano e stringendogliela. Mi regalò un altro dei suoi sorrisi e improvvisamente mi sentii di nuovo bene.
Restammo a parlare su quella panchina per un paio di ore, anche se sembrò molto di meno.
“Beh Julie, mi piacerebbe tanto stare ancora con te, ma ho una valigia che mi aspetta a casa” disse alzandosi.
“Vai da qualche parte?” Non erano fatti miei, ma non volevo che se ne andasse.
“Mi trasferisco a casa di un amico” disse facendo spallucce.
“Bene, allora ci vediamo in giro” proseguì.
Alzai la mano e lo salutai mentre andava via. Lo seguii con lo sguardo fino all’entrata del parco. Quel ragazzo con la sua sola risata era riuscito a farmi stare bene. E a farmi dimenticare di tutto quanto per un po’ di tempo. Ripensai a Louis e a come lo avevo trattato. Ero stata ingiusta con lui, in fondo tutto quello che faceva, lo faceva per il mio unico bene. Mi alzai da quella panchina e a fatica mi trascinai verso casa.
“Sono tornata” gridai appendendo il cappotto.
Improvvisamente tutti quanti si precipitarono all’entrata. Erano spaventati, la paura si vedeva sul loro volto in un modo tremendo.
“Non farlo mai più. Non scappare più di casa” disse Louis in preda alla disperazione mentre mi si buttava addosso per abbracciarmi.
“O almeno se devi farlo porta con te il tuo telefono” disse Zayn lanciandomelo. Lo afferrai al volo, stupendo me stessa per la presa salda che avevo avuto.
Mi venne ad abbracciare anche lui, seguito a ruota da Charlie e Arianna. Liam non provò nemmeno ad avvicinarsi. I nostri rapporti erano peggiorati parecchio negli ultimi tempi.
“Scusatemi” fu l’unica cosa che riuscii a dire.
“Solo per questa volta” disse Louis prima di stringermi ancora.
“Soprattutto tu Louis.” Mi allontanai leggermente per poterlo guardare negli occhi. “Non volevo dire quelle cattiverie. Io non le penso sul serio. Scusami, scusami tanto” dissi tornando tra le sue braccia.
“Non è successo niente.” Mi diede un tenero bacio sui capelli e poi iniziò ad accarezzarli.
“Lo sai Julie, sei strana” mi disse perplesso. Mi allontanai di nuovo da lui, che questa volta sciolse l’abbraccio. Tornò vicino agli altri e insieme iniziarono a studiarmi dalla testa ai piedi.
“Mi state facendo una radiografia per caso?” chiesi ridendo. Improvvisamente si immobilizzarono, come se fossero imbalsamati.
“Che vi prende? Era solo una battuta” dissi facendo spallucce.
“Secondo me si è fatta qualcosa. È troppo di buon umore” disse Zayn agitando le mani, ma Ari prontamente gli tirò una sberla in testa.
“Sono andata al parco e ho conosciuto un ragazzo che mi ha fatto ricordare quanto sia bello sorridere” dissi senza neanche rendermene conto.
I ragazzi mi fissarono un altro po’ perplessi, ma poi si arresero alla mia spiegazione. “
Per la cronaca” disse Louis “sono contento di vederti di nuovo sorridere.”
Mi diede un bacio sulla fronte e poi mi trascinò insieme agli altri in salotto. 



here i am:
Ecco il capitolo diciotto, spero di non avervi fatto aspettare troppo.
Beh, come promesso ecco arrivato in scena il nostro bel biondo <3
Fatemi sapere cosa ve ne pare e cosa ne pensate di questa assenza di Harry colmata (o almeno è stato un tentativo lol) con l'arrivo di Niall :)

   
 
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