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Autore: irene862    22/12/2011    1 recensioni
Seguito di:
- dolce e delicata come il miele
- red line
Raccolta: Momenti di vita tra Gerard e Sophie
Dal quinto capitolo:
Lei cominciò a ridacchiare. Eravamo sedute sul divano, una di fronte all’altra.
“Non so proprio dove, quando e perché tu abbia deciso di fargli proprio quel regalo. Che piano strampalato!“
“Hey, mi hai aiutato tu a metterlo in pratica, non dimenticarlo. Anzi sono sicura che senza il tuo preziosissimo aiuto non ci sarei mai riuscita.”
“Mhm … forse. Comunque è bellissima! Mi piace molto. “ rispose lei sorridendo contenta
“Si, è stupenda! E sono contenta di regalargliela”
“E dell’altro regalo? Gli hai detto qualcosa?”
“Ma no, sei matta? Lo conosci, se glielo avessi detto si sarebbe precipitato qui sul momento lasciando baracca e burattini. Tu, mia madre e mio fratello siete gli unici a saperlo”
“Si, hai ragione. Sarebbe impazzito e avrebbe abbandonato set e film mandando a rotoli il suo contratto.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
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Halloween

HALLOWEEN

 

 

 

 

 

 

“Josh, tesoro vieni qui. Dobbiamo mettere il cappottino perché fuori fa freddo!” dissi avvicinandomi a mio figlio con in mano il suo giacchetto.

Josh annuì e sorridendo allargò le sbraccia per aiutarmi ad infilarglielo.

Avevo appena finito di indossare il mio quando sentì il campanello della porta suonare. Aprendola vi trovai il viso sorridente della mia carissima amica Chris.

“In perfetto orario come vedi!” disse lei a mò di saluto

“Ciao Chris. Siamo pronti” annunciai sorridendo prendendo per mano Josh e chiudendo a chiave la porta di casa

“Che bello, non vedevo l’ora di fare un giro per Los Angeles” annunciò lei allegra

“Sono contentissima anche io” risposi annuendo “E, ti devo confessare che sono curiosissima di andare a scegliere le nostre zucche.” aggiunsi euforica

Josh saltellava contentissimo, era tra me e Chris e teneva per mano entrambe.

“Josh, sei contento di andare a prendere la tua zucca?” domandò Chris con tono dolce

“Si, szia e la pendo gande gande pecchè poi io e papi ci giochiamo!” rispose mio figlio euforico e ridacchiando felice

Io e Chris sorridemmo insieme

“E Gerard?” domandò lei subito dopo

“Stamattina è dovuto uscire di corsa per incontrare Bob… lavoro sai!” risposi alzando le spalle “Sarà a casa per cena, suppongo” aggiunsi pensierosa

“Capisco. E per quella storia delle lettere? Gli hai parlato?”  mi domandò

“No, non ancora” risposi scuotendo il capo avvilita

“Ma come Soph! Perché no? Devi dirglielo, assolutamente” ribatté lei

“Lo so, lo so. E’ che in questi giorni è così contento. E’ così felice che non me la sono sentita di scaricargli addosso questa spiacevole sciocchezza. Tutto qui”

“Non è una sciocchezza, Sophie! E tu lo sai. Quella donna è pericolosa. Le cose che ti ha scritto in quelle dannate lettere sono orribili e assolutamente false! Ti avevo consigliato di farle vedere a Gerard ma ora penso che questo non basti. Devi andare alla polizia anzi dovete andarci assieme!” fece lei con enfasi girandosi a guardarmi

Io ricambiai lo sguardo, cercando mentalmente di rimanere serena. Tentai di sorridere per rassicurarla ma lei, conoscendomi bene, non se la bevve e mi abbracciò.

La prima lettera era arrivata circa tre settimane prima e aveva sconvolto tutto il mio mondo. Le lettere erano indirizzate a me, firmate da una donna, una certa Anna, che si definiva la fan numero uno di Gerard. Anna scriveva che non ero all’altezza di stare al fianco di Gerard, che non solo ero brutta ma anche non avevo pregi, né valori. Che ero una persona inutile e che lo avevo irretito e illuso. Diceva che lo sfruttavo, che volevo solo i suoi soldi e che in realtà non tenessi a lui.

Insomma io non ero niente mentre lei, al contrario, era perfetta per lui. E che l’avrebbe fatto davvero felice perché, al contrario di me, lei amava veramente Gerard. Io, secondo lei, no.

Erano arrivate tre lettere, l’ultima proprio un paio di giorni prima. E non sapendo con chi sfogarmi, né tantomeno come comportarmi, ne avevo parlato con Chris. Le avevo mostrato le lettere e lei dopo averle lette mi aveva abbracciato forte lasciandomi piangere fino a farmi sfogare.

“Come ti ho già detto, quella Anna sempre sia il suo vero nome, è una pazza con problemi personali e gravi disturbi sociali. Tra l’altro non si sta limitando ad offenderti, cosa peraltro inconcepibile, ma nell’ultima ti ha addirittura minacciato. E’ folle!” continuò lei sempre più infervorata

Il suono della sua voce mi riportò al presente distogliendomi dai miei pensieri. Scossi la testa, mi voltai verso di lei costringendola a fermarsi “Hai ragione. La penso esattamente come te, lo sai. Ma credo che avvisare la polizia sia eccessivo. “

“Non mi sembra proprio, mia cara. Dopotutto questi squilibrati che infastidiscono, pedinano e controllano la vita dei vip sono imprevedibili” replicò lei

“Il punto è proprio questo. Non capisco perché se la sia presa con me dato che non sono una celebrità.” risposi riprendendo a camminare

“Si, questo è vero. Ma sei la compagna di Gerard Butler, uno degli attori più importanti e famosi al mondo quindi sei un potenziale bersaglio per questa fantomatica fan.”

“Forse, hai ragione Chris. Stasera ne parlerò con Gerard ed insieme decideremo sul da farsi” risposi sorridendole

Lei annuì e sospirò sollevata. Eravamo arrivate alla nostra meta: il Mr. BonesPumpkin Patch di Los Angeles.

 “Sai in Italia, Halloween, non è una festa così sentita come qui in America. Mentre da quando vivo a Melrose è un’usanza irrinunciabile. Inoltre è una delle feste preferite sia da Gerard che da Josh!”

“Oh, si ti credo. Io e George siamo cresciuti festeggiandolo. E’ una di quelle tradizioni che credo porteremo con noi per sempre. Le zucche, i festoni, i costumi, le maschere e i trucchi … la adoro anche io! Quest’anno lo festeggerò assieme a Jared e … non vedo l’ora! Sarà il nostro primo halloween, che bello!” commentò Chris sorridendo e prendendo in braccio Josh e facendolo volare per aria.

Sorridendo, entrammo per scegliere la zucca più bella.

“Avevo sentito parlare di questo posto solo suo giornali” continuai verso di lei continuando a guardarmi in giro

“Beh, Mr. BonesPumpkin Patch è il posto in cui bambini e famiglie vip americane si ritrovano per scegliere le zucche più belle da intagliare ed esporre con un lumino fuori dalla porta. E’ un vero e proprio ritrovo di star che quasi sfilano come se fossero sul red carpet! Tszk!” commentò lei un poco acida

Io scoppiai a ridere di cuore e così anche lei. Josh si guardava attorno con gli occhi illuminati e con un dolce sorriso sul viso.

“Bene, allora. Sei pronto amore?” domandai dolcemente a mio figlio

Lui annuì felicissimo e libero dalle braccia di zia Chris si lanciò alla ricerca della sua zucca, ridendo da matti con noi dietro ad inseguirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eravamo lì da più di un ora quando Josh, liberatosi dalla mia mano, si lanciò poco lontano “Mamma! Mamma ho tlovato la mia szucca!” esclamò lui prendendo in mano una zucca abbastanza piccola ma della misura giusta per le sue manine “Eccola!” esclamò ancora correndo felice per mostrarmi il suo trofeo.

Mi chinai ad osservare il suo bottino e con un sorriso replicai “E’ perfetta, tesoro!” lo abbracciai “Sei stato bravissimo!”

Lui sorrise felicissimo e mi abbracciò forte lasciandomi un bacio sulla guancia, per poi correre a far vedere la zucca a Chris, a pochi metri da noi. Lo seguì con lo sguardo finchè non lo vidi con lei.

“Ora pensiamo alla zucca grande” dissi a me stessa parlando ad alta voce

Giravo da qualche minuto quando una donna mi si avvicinò

“Cosa ci fai qui?” domandò diretta guardandomi in faccia

“Come scusi?” domandai perplessa

“Tu non dovresti essere qui. Non è posto per te! “ continuò lei

“Non capisco cosa intende, mi scusi. Lei lavora qui?” domandai educatamente

“Assolutamente no! Ma come ti permetti?!?” replicò irosa alzando di scatto il capo e fulminandomi con un’occhiataccia

Si avvicinò lentamente e mi guardò con aria disgustata “Tu non dovresti stare qui. Non sei niente! Come faccio a fartelo capire? Sei stupida, per caso?” domandò lei con un ghigno sul viso

“No, certo che no. Mi scusi … ma chi è lei? Cosa vuole?” domandai a mia volta

Aveva uno sguardo strano, pieno di odio e di rancore. Non mi piaceva per nulla.

“Io ti ho avvisata! Stai lontana da lui. Tu non meriti Gerard. Non sei nulla mentre lui è tutto. Vai via e lascialo in pace. Dovrei esserci io al tuo posto e credimi … ci sarò presto. Te lo ripeto per l’ultima volta, fai un favore a te stessa e lascialo stare. Altrimenti … sono sicura che ti capiterà qualcosa di brutto!” E con un’ultima gelida occhiata fece per allontanarsi

Poi come ricordandosi di qualcosa si piegò in avanti e prendendo una grossa zucca, posizionata proprio vicino ai suoi piedi me la lanciò addosso “Eccoti la zucca, stronza!”

Accadde tutto così improvvisamente che non mi resi conto dell’accaduto finchè non sentì dolore alla mano. Quella donna mi aveva lanciato in viso quella pesante zucca, ma, forse in un gesto istintivo, avevo alzato le mani a coprirmi il viso. La zucca aveva così colpito la mano destra e parzialmente il collo. La forza dell’impatto mi aveva sbilanciata e fatta cadere a terra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Stai meglio, ora?” mi domandò ancora la mia amica Chris

Dopo l’incidente eravamo tornate subito a casa perché i fotografi, appostati come avvoltoi in cerca della loro preda, non si erano persi l’accaduto ed avevano cominciato a scattare foto.

Ero semi-distesa sul divano con del ghiaccio sulla mano, con Josh accoccolato vicino a me inconsapevole dell’accaduto.

“Ti sei fatta la bibi, mamma?” mi domandò innocentemente

“Si, amore. La mamma è caduta e si è fatta male” risposi dolcemente accarezzandogli il capo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sophie?” sentì la sua voce tesa appena varcato il portone di casa.

Eravamo a casa di Jared, a cui avevamo spiegato l’accaduto e che si era poi precipitato ad avvisare Gerard.

“E’ di là sul divano” sentì dire da Chris

Entrarono entrambi, seguiti da Jared. “E’ vero?” domandò lui avvicinandosi e inginocchiandosi per essere alla mia altezza “Dimmi solo se è vero!”

“Papino!” esclamò Josh abbracciandolo felice “La mamma ha la bibi”

Gerard aveva spalancato le braccia e lo aveva preso in braccio, baciandolo sul capo, senza però ascoltare davvero le sue parole. Il suo sguardo era catturato dal mio viso e dalla mia mano

“Josh tesoro, vieni con me e la zia Chris” si intromise Jared  “Si, Josh. Facciamo merenda assieme!” disse Chris prendendo in braccio mio figlio dalle braccia di Gerard

Non avevano chiuso nemmeno la porta che con gesti delicati mi tolse il ghiaccio per poter guardare la mia mano. “Oh mio Dio. Ma che cosa ti ha fatto quella pazza?” si abbassò per baciarmi ma io mi scostai lentamente. Poi accortosi del grosso ematoma violaceo che avevo sul collo sgranò gli occhi.

“Devo parlarti” gli dissi mettendomi seduta e facendogli spazio sul divano

 

 

 

 

“Starai scherzando, voglio sperare!” disse appena finì di parlare

Gli avevo raccontato tutto. Delle lettere, di questa Anna, delle cose scritte e del fatto che, poco prima di colpirmi, mi avesse minacciato.

Scossi la testa in segno di negazione

“Soph, cazzo… perché non me lo hai detto?” era furioso

“Avrei dovuto lo so … ma … ma non ho trovato il tempo” risposi con voce bassa facendomi piccola piccola sul divano

“Non hai trovato il tempo??!! Tre settimane, Sophie! Tre fottute settimane e tu dici che non hai avuto tempo?!?” si era alzato di botto allontanandosi da me

“Ascolta, so che sei arrabbiato … e … e ne hai tutto il diritto. Mi dispiace di non avertene parlato. Mi dispiace tanto. Ma in questi giorni eri così contento, così felice che non volevo farti preoccupare inutilmente” replicai abbassando il capo

“Inutilmente? Non mi pare che sia una cosa inutile! Guarda cosa ti ha fatto quella pazza!” replicò lui tornando ad alzare la voce

Io continuavo a tenere il viso basso e quando lui si decise a voltarsi e guardarmi, mi sollevò il viso per avvicinarlo al suo “Ti prego non piangere … non sopporto di vederti piangere, lo sai”  mi sussurrò lui dolce

Lo abbracciai e scoppiai a piangere “Mi dispiace Ger. Non volevo. Non volevo tenertelo nascosto … ma non sapevo cosa fare. Avevo paura. Mi dispiace!” dissi tra i singhiozzi

Mi strinse stretta e mi lasciò sfogare accarezzandomi i capelli con lenti gesti

“Amore, io non sono arrabbiato … o meglio … lo sono ma non con te! Come potrei esserlo? Ma avresti dovuto parlarmi di quelle dannate lettere. Sono preoccupato a causa di questa donna perché, fan o meno, non si può permettere di mandare lettere di minacce o tentare di farti del male. Dobbiamo andare  alla polizia e denunciare tutto.” disse lui serio

“Prima però ho bisogno di vedere un dottore. La mano mi fa davvero male. Pensavo fosse solo una storta dovuta alla botta ma ora non penso sia solo questo.”

“Vuoi dirmi che non sei ancora andata in ospedale? Ma sei matta? Potrebbe averti rotto il polso o che so io! Dai alzati, ci andiamo immediatamente” mi sollecitò lui aiutandomi ad alzarmi. Eravamo di fronte l’uno all’altra quando prendendomi il viso delicatamente sotto il mento lo girò per verificare il danno alla base del collo “Dio … quella donna è pazza! Sono incazzato nero con quella stronza! Quando Jared mi ha telefonato stavo per avere un infarto!”

Mi strinsi a lui ancora di più, che di riflesso mi abbracciò stretta stando ben attendo a non farmi male.

 

 

Andammo in ospedale mentre Josh rimase a casa super-coccolato dai suoi zii. Il medico mi diagnosticò lussazioni dorsali estese alla mano destra e gravi traumi dell'articolazione interfalangea. Per il colpo al collo disse che l’ematoma, essendo così esteso, avrebbe impiegato molti giorni a guarire; sarebbe stato dolorante e violaceo per più di una settimana. Gerard durante tutta la visita masticò imprecazioni a mezza voce contro quella donna.

Tornammo a casa in serata dopo essere andati a denunciare alla polizia, di cui riuscì a dare un identikit molto preciso. Mostrammo loro le lettere di minacce, i referti del dottore dovuti al suo attacco di follia verso di me, dichiarando tutto quello che mi aveva detto prima di aggredirmi. Gerard era furioso e si augurò di poter farla arrestare presto.

 

 

Tornammo a casa, a Melrose, due giorni dopo.

 

 

 

 

Nei giorni seguenti all’incidente, io e Josh non venivamo persi di vista neppure per un istante da Gerard. In quel periodo si prese una breve vacanza dal lavoro per poterci stare vicino. Tutti insieme, ci immergemmo in una dolce e rassicurante atmosfera famigliare, fatta di dolci risvegli con colazione a letto, giornate all’insegna di risate e giochi con Josh e notti infuocate con l’uomo che amavo più di me stessa.

 

 

Qualche mese dopo sui giornali io e Gerard leggemmo questo titolo:

“Presa ed arrestata la donna che da mesi molestava con lettere di minacce la famiglia Butler!”

Seduti vicini sul divano ci guardammo sorridendo, lui mi strinse a se mentre il nostro bambino giocava felice e sereno ai nostri piedi, poco lontano il camino crepitava lanciando calde scie di tepore.

  
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