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Jack mi strinse forte i capelli e mi fece male. Mi trascinò e mi sbattè al muro,poi mi piantò addosso i suoi occhi grigi,quasi bianchi. Cercai di parlare,ma le parole mi morirono in gola. Sentii le sue labbra pericolosamente vicine alle mie. Sorrise cattivamente e mi accarezzò.

- Sorellina ..-con l'indice partì dalla tempia e scese lungo la mia guancia,lungo il mio mento,lungo il mio collo,sorridendo cattivamente. Le sue mani si unirono sulle mie scapole e sbottonarono il primo bottone della mia camicia. Benchè avessi il suo fiato pesante addosso stavo morendo dal freddo e lo vidi poggiare il naso sul mio collo.

- Non sarai perfetta quanto la tua amichetta ..Ma potrei accontentarmi ..-. 

Gli afferrai i polsi e cercai di togliermelo addosso,ma si liberò facilmente e mi poggiò le sue mani grosse e pesanti sulle spalle. Me le passò attorno al collo e,per evitare che io potessi dargli calci,bloccò le mie gambe tra le sue.

- Ohoh ..Alice non può più tornare in superficie ..- Rabbrividii ancora.

Con foga iniziò a baciarmi il collo e a sbottonarmi la camicia. E no,non era affatto piacevole essere l'oggetto del desiderio di un qualcuno di abominevole.

- Lasciami,Jack,ti prego ..- stavo per mettermi a piangere,ma lui mi piantò addosso di nuovo i suoi occhi assurdi e mi bloccai.

- Ma piccola -il suo soprannome mi faceva paura - Mi lasci solo,così ..scontento e insoddisfatto ..?-

- Jack,tu non sei più nulla per me,toglimi le mani di dosso .. Giuro che mi metto a urlare,Jack,se non mi lasci ..-

Mi zittì con un lungo e sgradevole bacio e poi mi sorrise ancora. Le mie labbra tremavano. Mi mise una mano sulla bocca.

- Shh,piccola Alice .. Nessuno potrà sentirti qui,e sarai mia come non lo sei mai stata ..-.

Il suo naso continuò a scendere lungo il mio collo e le sue mani a sbottonarmi la camicetta. Mi teneva addosso i suoi occhi,sentinelle bianche della sua follia.

- Hai degli occhi splendidi,piccola Alice ..Due pozzi,non c'è che dire ..-

- Smettila di chiamarmi Alice,besti..-non mi fece finire la frase che mi baciò una seconda volta e provò a leccarmi,ma mi divincolai.

- Ma come,piccola Alice .. Sono io ...- E si avvinghiò ancora,questa volta con più foga. Mentre cercavo di divincolarmi tentò di raggiungere la lampo dei miei jeans,ma gli arrivò un calcio nel ginocchio da parte mia.

Coprì con le mani la parte colpita,guardandomi con ira. Poi tolse la mano sinistra dal ginocchio e estrasse dal giubbotto un coltello da cucina. Sbiancai e nella mia mente dissi varie preghiere.

- Adesso giochiamo in maniera diversa,piccola Alice ..Sono io più grande di te,ricordalo ..-

 

Quante furono? Ah sì ..Dieci,le contai con la mente. Dieci coltellate. Mirò a caso,il ragazzo,l'importante era finirmi. E al più presto.

Finito il suo lavoro mi guardò soddisfatto. Ormai sentivo la presenza della morte,la mia morte,aleggiare intorno a me.

Si chinò e mi baciò,per l'ultima volta. Era un bacio che credetti dolcissimo,forse per la follia dell'agonia. Sorrise mentre mi baciò. Poi le sue mani scivolarono fino alla zip,aprirono i jeans e non potei più fermarlo,visto che ormai non ero altro che .. morta. Si unì a me,agonizzante,pallida e vicina all'addio, e iniziò ad ansimare e ad eccitarsi,sempre più. Vidi nel suo volto un'espressione di lugubre piacere. Ma la sua opera non era finita. Col coltello ancora in mano poi iniziò dal collo. Me lo recise ben bene,nemmeno fossi stata un tacchino nel Giorno del Ringraziamento;poi  tagliò il mio braccio destro,con precisione,e lo stesso fece col sinistro. 

Si fermò lì e si sfregò le mani,ancora più soddisfatto.

 

E feci il mio ultimo viaggio,dentro un sacco nero per la spazzatura,trascinandomi dietro un fiume di rosso sangue.