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Autore: Ari_92    22/12/2011    16 recensioni
Ultimo anno al liceo McKinley, ma le cose sono andate un po’ diversamente da come le conosciamo.
Blaine si è appena trasferito, ma non ha mai conosciuto Kurt.
Cosa succederebbe se, tra nuovi Club e nuovi amici, Blaine perdesse la testa per un ragazzo che sembra detestarlo? Cosa succederebbe, se questo ragazzo nascondesse un segreto?
- “...Mercedes? Chi è quel ragazzo?”
La ragazza si voltò verso Blaine di scatto, quasi avesse dimenticato di non essere sola.
“Si chiama Kurt. Kurt Hummel.” Il ragazzo esitò un attimo, prima di chiederle ciò che lo tormentava dalla prima volta che aveva posato lo sguardo su quel giovane dagli occhi di ghiaccio.
“Cosa gli è successo?” -
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon giovedì sera a tutti :)
Lo so: sono in ritardo ç______ç Non posso dire nulla a mia discolpa, se non il fatto che oggi sono stata tutto il giorno alla disperata ricerca del regalo-di-Natale-perfetto per una mia cara amica... ma questo non c’entra un emerito nulla con questa storia, per cui la smetto di tediarvi u.u
 
Allora, ci eravamo lasciati con Blaine che stava per cimentarsi in un’eroica impresa... Come andrà a finire? Ehehe... tutte le risposte in questo capitolo, ovviamente... Ok, devo seriamente smetterla di scrivere queste cose come prefazione, dopo è ovvio che nessuno le legge se istigo così tanto a iniziare il capitolo, e- Ok, basta, sto diventando logorroica. *Lo sei già!* ...Sì, lo so ç____ç
Beh XD Prima di lasciarvi (finalmente!) al capitolo, ne approfitto per ringraziare le supermegafoxyawesomehot HopeAndHuggy, Safelia22, aleka_80, Silv_, Tallutina, tartufo, Alessandranna, anastasianapp, LexyDC__, Sirymcgregorsakuraelisa e Maggye_Lullaby che hanno recensito lo scorso aggiornamento! Grazie mille :D
E un grazie particolare a tutti coloro che hanno messo questa FF tra preferite, seguite o ricordate! Vi adoro tutti *____*
 
 

 
 
 




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
È strano, quasi assurdo come possa bastare un’immagine sfocata, un suono ovattato o un odore confuso a risvegliare ricordi che fanno parte della nostra memoria, catapultandoli violentemente nel presente.
Ed era proprio quel genere di sensazione che investì Blaine, una volta varcata la porta del bagno.
 
C’era una cartelletta marrone abbandonata sotto ad uno dei lavandini, dalla quale sporgeva l’angolo di qualche quaderno. Gli bastò un’occhiata per capire a chi appartenesse.
 
Poi un tonfo – l’ennesimo – e un libro che volava sul pavimento quasi fino ai suoi piedi.
 
Blaine sapeva che gli bastava fare un passo, uno solo, e non ci sarebbe più stato il cubicolo del bagno a nascondere la sua presenza.
 
Un passo, e si sarebbe rivisto davanti lo stesso incubo che lo tormentava ogni notte. Un passo e, in qualche modo, avrebbe trovato la maniera di aiutare Kurt.
 
Blaine stesso si stupì quando, anziché paralizzarsi, le sue gambe avanzarono automaticamente.
 
 
Sentì il cuore vacillargli nel petto.
 
C’erano tre tizi avvolti nella loro giacca dei Titans, ognuno dei quali era più o meno il doppio di Blaine. Il primo era di spalle, coprendo con la sua stazza buona parte della scena, il secondo lo affiancava, e il terzo stava semi accovacciato a terra, impedendo facilmente al corpo che placcava di ribellarsi in alcun modo.
 
Blaine rabbrividì alla vista di quella mano troppo grande premuta sulla bocca di Kurt.
 
“Allora, principessa? Devo ricordarti di nuovo come stanno le cose da quando- ”
 
“Lascialo stare.”
 
Il tizio che aveva appena parlato si voltò di scatto insieme al suo compagno, trovandosi di fronte un ragazzino dai riccioli scuri, tanto esile quanto sorprendentemente determinato.
I giocatori di football rimasero interdetti per un attimo, osservando il nuovo arrivato in un irreale silenzio.
Un istante, infatti, che bastò a Blaine per intercettare gli occhi di Kurt: grandi, febbricitanti, terrorizzati, mentre saettavano per tutta la stanza.
 
Quelle iridi trasparenti, che non fecero altro se non infondere a Blaine una forza che non sapeva di poter cogliere da uno sguardo così sconvolto e che, nonostante tutto, non tradiva una lacrima.
 
I tre ragazzi scoppiarono a ridere.
 
“E tu chi saresti per dirci quello che possiamo e non possiamo fare, mh?”
 
Blaine esitò.
 
Chi era, in fondo? Chi era lui per Kurt?
 
Il volto del più alto dei tre si illuminò di consapevolezza.
 
“Oh! Sei il suo ragazzo, non è così?” Esclamò con una scintilla negli occhi, che Blaine non avrebbe potuto descrivere in altro modo se non pura e gratuita malvagità.
 
“Ti fai scopare da questo qui, adesso? E noi che pensavamo che l’anno scorso- ”
“Lascialo andare!” Fece di nuovo Blaine, vagamente consapevole delle lacrime che avevano iniziato a scendergli in silenzio.
 
Per quella situazione.
 
Per se stesso.
 
Per Kurt.
 
Per tutto.
 
Uno dei ragazzi strattonò il giovane steso a terra per la sua felpa slargata e – Blaine se ne accorse solo in quel momento – lacerata in più punti.
“Quanto scommetti che possiamo suonarle a entrambi, ragazzo nuovo? Non ne bastava uno di froci in questa scuola, a quanto pare...”
 
 
Blaine valutò velocemente la situazione, con la fredda lucidità dettata dell’esigenza del momento.
 
Tre ragazzi che non era oggettivamente in grado di fronteggiare. Kurt immobilizzato a terra. Un’unica via d’uscita alle sue spalle.
 
C’era una sola soluzione possibile – magari non la più nobile – ma l’unica che li avrebbe salvati da quella situazione.
 
Iniziò a urlare.
 
“Ma che caz- ”
Uno dei due tra quelli in piedi si slanciò verso Blaine nel tentativo di afferrarlo, ma il ragazzo riuscì a schivare la sua presa e a destreggiarsi agevolmente oltre lo stretto antibagno, fino a chiedere aiuto dal corridoio, la sua voce che rimbombava per le corsie vuote.
 
Quando il ragazzo afferrò Blaine, i primi studenti iniziavano già a fare capolino dalle proprie aule, attirati dalle grida.
 
“Questa te la farò pagare, piccolo bastardo, mi hai capito?” Sibilò scaraventandolo con tutte le sue forze contro la porta del bagno, proprio mentre un professore non meglio identificato correva in loro direzione.
 
 
                                                                  ***
 
 
“Allora? Volete decidervi a spiegare cosa diavolo è successo?!”
Kurt si agitò sulla sedia, fissando insistentemente un punto imprecisato sotto la cattedra del preside.
Seth, Anthony e Gregor erano seduti di fronte a Figgins, lui e Blaine agli estremi, leggermente in disparte.
 
Era successo tutto incredibilmente in fretta: un attimo prima era a un passo dal laboratorio di Chimica, un attimo dopo loro erano riusciti a prenderlo.
 
Poi era sul pavimento del bagno, con Seth che si accingeva a fare esattamente ciò che aveva minacciato il giorno prima in uno di quegli stupidi bigliettini che gli infilavano nell’armadietto quando infrangeva le regole.
 
Poi era arrivato Blaine.
 
Blaine che, senza motivo, aveva rischiato di essere pestato per aiutare un ragazzo che con lui si era sempre dimostrato freddo e distaccato.
 
Che gli aveva detto di stargli lontano.
 
Kurt lasciò correre involontariamente lo sguardo fino al ragazzo riccioluto dall’altra parte della stanza, immobile sulla sua sedia, le mani strette l’una nell’altra.
 
E tremava, Kurt poteva coglierlo distintamente.
 
Abbassò in fretta gli occhi sulla propria felpa strappata e sgualcita.
Senza neanche sapere come, Kurt si ritrovò a domandarsi se Blaine fosse davvero gay, come aveva insinuato poco elegantemente Seth alcuni minuti prima.
 
Come quel pensiero si insinuò nella sua mente, Kurt sentì una fitta dolorosa al cuore e decise che no, non poteva essere.
 
Seth era un idiota, e Blaine troppo gentile o troppo stupido per tenergli testa.
 
“Sarò costretto a convocare i vostri genitori. Sappiate che rischiate seriamente l’espulsione tutti e tre.” Li ammonì Figgins, fallito l’ennesimo tentativo di farsi spiegare cos’era successo esattamente.
“Hummel, vuoi esporre tu l’accaduto?” Kurt scosse meccanicamente la testa, senza aspettare l’occhiata piuttosto esplicita che sapeva gli sarebbe arrivata da Gregor. Il preside sospirò esasperato.
“E’ nel tuo interesse, lo capisci questo?” Silenzio.
“E tu, Anderson? Hai qualcosa da dire?” Blaine aprì la bocca per parlare, ma Kurt riuscì a intercettare il suo sguardo, mimando un impercettibile no con la testa.
 
Blaine squadrò Kurt con attenzione, e il ragazzo si sentì irrimediabilmente svuotato da quello sguardo così forte e vivo, così profondamente diverso dal suo.
 
Era fisicamente doloroso avere quegli occhi addosso, in realtà.
 
“No.” Concluse, facendo sbuffare sonoramente il preside Figgins.
 
“Bene. Posso capire che ora siate scossi e che magari non abbiate voglia di parlare davanti a loro. Va bene. Potete andare in infermeria, mentre io mi occupo di questi tre.”
L’uomo non fece in tempo a finire la frase che Kurt si era già alzato in piedi, sperando di non tradire con le proprie smorfie il dolore che gli pulsava su buona parte del corpo, e uscì più in fretta possibile dall’ufficio del preside.
 
Non voleva parlare con Blaine.
Non poteva parlare con Blaine.
 
 
                                                                  ***
 
 
Blaine si chiuse la porta di vetro alle spalle, accennando un saluto all’uomo seduto alla scrivania. Poi si voltò, e quasi si mise a correre.
 
“Kurt! Dove stai andando? L’infermeria è dall’altra parte!” Esclamò seguendo la sagoma sottile del ragazzo lungo il corridoio.
Kurt cercò goffamente di fuggire per un altro paio di minuti, fino a quando si bloccò sul posto e si voltò di scatto verso Blaine.
“Sono in questa scuola da tre anni, so dov’è l’infermeria, ok?”
Blaine aveva Kurt di fronte. A poche spanne da lui, e una e una sola una domanda gli martellava nel cervello.
 
“Come... Come stai?”
Kurt sgranò i suoi occhioni spauriti e per un attimo, solo un attimo, Blaine avrebbe potuto giurare di leggerci qualcosa di diverso dal solito muro con il quale si schermiva dal resto del mondo.
 
Per un attimo, Blaine fu abbagliato dalla loro luce.
 
Poi Kurt abbassò lo sguardo.
“Non ti ho chiesto io di intervenire.” Mormorò, glaciale come al solito.
 
Blaine avrebbe dovuto, avrebbe voluto arrabbiarsi per un’affermazione del genere, soprattutto ora che aveva ancora le mani scosse da tremiti per il panico di poco prima.
 
Ora che – anche se Kurt non poteva saperlo – aveva sfidato i suoi stessi incubi per cercare di salvarlo.
Contro ogni logica, qualsivoglia buon senso, certo. Eppure l’aveva fatto.
 
“Lo so. Non hai risposto alla mia domanda, però.” Kurt boccheggiò, tormentandosi tra le dita l’orlo strappato della felpa.
“...Andiamo in infermeria.” Concluse il ragazzo dagli occhi chiari, senza incrociare lo sguardo di Blaine.
 
Arrivarono nella stanza in completo silenzio, e lasciarono che l’infermiera li facesse accomodare su due lettini, dietro una spessa tenda di stoffa azzurra.
 
“Aspettate qui, ok? Io intanto chiamo i vostri genitori.”
“Non c’è bisogno, sto bene.”
“Ma se sei appena stato aggred- ”
“Sto bene.” Ripeté Kurt fermamente, facendo annuire l’anziana donna con riluttanza. Li lasciò soli nella stanza con un sospiro, per poi dirigersi in segreteria.
 
 
“Lo verrà a sapere comunque. Quando espelleranno quei tre idioti tuo padre verrà convocato.” Kurt non rispose, continuando a guardare fisso nel vuoto, quasi come se tutto ciò che gli era appena accaduto non lo riguardasse.
 
Blaine sospirò.
“Questo... non è la prima volta che succede, non è vero?” Il ragazzo scosse impercettibilmente la testa, accovacciandosi un po’ più in là sul proprio lettino, quasi a volersi schermire dal suo interlocutore.
 
Di nuovo.
 
“Ma perché? E’ come dicono loro, perché sei gay?”  Chiese Blaine, rievocando quelle poche frasi che i tre sconosciuti di prima avevano sputato loro in faccia.
Si vergognò parecchio quando, nonostante tutto, si trovò a sperare che il motivo fosse proprio quello, così da avere anche solo una mezza speranza con quel ragazzo tanto strano quanto magneticamente affascinante.
 
Kurt sembrò smettere improvvisamente di respirare.
 
Alzò gli occhi di scatto e incontrò lo sguardo di Blaine, che vi lesse talmente tanto odio che il cuore gli si strinse nel petto.
 
“Ascoltami bene, Blaine. Non importa cosa abbiano detto. Io non sono... così.”
 
Certo che non era così.
Era stato un anno insieme a Brittany, eppure faceva male ugualmente.
Vide Kurt tremare, ed era fisicamente difficile non sporgersi quanto bastava per stringerlo tra le braccia, nella speranza di infondergli un po’ di quel calore umano al quale sembrava tanto estraneo.
 
Kurt ci mise qualche istante a formulare a sua volta una domanda.
“Tu... Tu sei così? Come hanno detto loro?”
 
Blaine stava per dirglielo.
 
Stava per mandare all’aria la propria copertura in quella scuola, stava per correre il rischio di ributtarsi razionalmente in quell’incubo che gli aveva reso necessario il trasferimento alla Dalton.
 
Stava per farlo, e l’avrebbe fatto se non  avesse colto tutto l’odio dello sguardo di Kurt pochi attimi prima, quando gli aveva chiesto se fosse gay.
Non aveva molte certezze in vita sua, eppure sapeva che non avrebbe retto se lui lo avesse disprezzato.
 
“No.” Rispose, senza guardarlo negli occhi.
“...Comunque non ho nessun problema con i gay.”
 
Kurt annuì lentamente.
“Mi dispiace per quello che hai visto... e sentito. Me la sarei cavato, comunque.” Fece alzandosi dal lettino e davvero: non aveva l’aria di uno che è in grado di camminare da solo.
“Aspetta, posso...” Si offrì lasciando a sua volta il proprio posto e avvicinandosi all’altro, nell’intento di dargli una mano a reggersi in piedi.
 
Kurt indietreggiò istantaneamente, fino a sfiorare la parete con le spalle.
“No, non... non voglio essere toccato.” Confessò a occhi bassi e, sorreggendosi contro il muro, raggiunse la porta a vetri dell’infermeria, con Blaine che lo fissava immobile.
“Dovresti andare a casa anche tu, come ha detto l’infermiera. Non sei nelle condizioni di tornare in classe...”
“Blaine, quello che hai fatto oggi... è stato...” Sospirò, gli occhi persi da qualche parte lontano da quella stupida stanza.
“...Tuttavia ti prego di rispettare quello che ho detto stamattina. D’ora in poi stammi lontano.”
Blaine socchiuse la bocca, il cuore ridotto in brandelli sempre più sfilacciati, eppure incapace di odiare il ragazzo pallido, terrorizzato e bellissimo che aveva di fronte.
 
“Questa è una cosa che non ti posso promettere...” Sussurrò, ma Kurt si era già chiuso la porta alle spalle.
 
 
                                                                  ***
 
 
 
Kurt non avrebbe voluto essere aiutato.
Non aveva chiesto lui che Blaine intervenisse, nel modo più assoluto.
Anzi, se avesse potuto scegliere avrebbe desiderato direttamente che quel ragazzo non si fosse mai trasferito al McKinley.
 
Non poteva comparire nella sua vita come se niente fosse, fare l’eroe della situazione per scopi non meglio identificati che davvero, Kurt non voleva sapere.
Non sapeva neanche perché gli aveva chiesto a sua volta se Seth e gli altri avevano insinuato la verità, in infermeria.
 
Blaine aveva detto di no e ovvio, no, certo.
 
Kurt avrebbe solo voluto sapere cosa voleva Blaine da lui e, magari, cosa lui stesso voleva da Blaine, dato che era la prima persona con cui scambiava due parole da un anno a quella parte.
Per quale motivo, poi? Che straccio di ragione aveva per fidarsi di lui? Nessuna, appunto, per questo non avrebbe dovuto fargli tanto male pregarlo di stargli alla larga.
 
Kurt ingoiò l’ennesimo groppo alla gola, vagamente consapevole che, prima o poi, non avrebbe più avuto la forza necessaria per tenersi tutto dentro.
 
 
                                                                 ***
 
 
“Blaine! Oh mio Dio...”
“Mamma dai... sto bene.” Cercò di tranquillizzarla Blaine, come la raggiunse all’ingresso della scuola.
“Come puoi dire di stare bene?! Il preside ha detto che hai cercato di difendere un tuo compagno di scuola da tre ragazzi che- ”
“Mamma, lo so. Ma davvero, mi hanno solo spinto, non mi sono fatto niente.” La donna annullò in un attimo la distanza che li separava, abbracciando Blaine in un modo di cui il ragazzo si rese conto di aver bisogno solo in quell’istante.
 
“Ha detto che convocheranno i loro genitori.” Sussurrò tra i riccioli del figlio, passandogli dolcemente una mano lungo la schiena.
“Mi dispiace tanto, Blaine.”
Lui annuì appena, lasciandosi cullare dalle braccia rassicuranti di sua madre, nella speranza che riuscissero a portarlo da qualche parte lontano da quella stanza, lontano da quella scuola.
 
Lontano da Kurt.
 
 
                                                                  ***
 
 
Quando lunedì tornò a scuola, Blaine non si stupì di non incrociare Kurt per i corridoi neanche una volta.
 
“Ciao nanetto impomatato! Ci sei oggi al Glee Club?” Chiese Santana che, come suo solito, era magicamente apparsa dal nulla. Il ragazzo si voltò verso di lei, stringendo mollemente il libro di spagnolo.
“Oh mio Dio! Hai un aspetto orribile! Che ti è successo?” Blaine fu scosso da un brivido come le immagini degli incubi che gli avevano tolto il sonno in quei giorni tornarono a galla.
 
“Non ho dormito bene.” Tagliò corto. Santana alzò gli occhi al cielo.
“Era una domanda retorica, ok? Non mi interessa saperlo veramente.”
“...”
“...Comunque oggi faresti bene ad esserci alle prove: non per allarmarti ma le Provinciali sono la prossima settimana, gnometto.”
 
Le Provinciali.
 
Benissimo: se n’era completamente dimenticato.
 
La ragazza fece per andarsene, per poi bloccarsi sul posto e balbettare qualche parola che, a quanto pareva, le era molto difficile pronunciare.
“Per quello che è successo sabato... Hai avuto coraggio. Per quanto ne possa avere un ragazzino alto un metro, s’intende.” Concluse velocemente.
“Beh, grazie...? Suppongo.” La ragazza si strinse nelle spalle, lasciandolo solo davanti all’aula di Spagnolo.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
...Visto che per una volta ho fatto la brava persona e il capitolo è finito in modo tranquillo? Bene, non fateci l’abitudine u.u *sente da qui i sospiri rassegnati* ...eh già u.u
Che dire di questo capitolo? Beh, se non altro sappiamo qualcosa di più sul nostro misterioso Kurt, anche se alcuni suoi comportamenti sono ancora parecchio, parecchio strani :S
...Piccolo spoiler? Avremo un momento Finn/Kurt, nel prossimo capitolo ;) (come fratelli! Non pensate male :S) e altre cosucce Klainose che non svelerò u.u *troll face*
Ancora grazie mille a tutti! A lunedì con il sesto capitolo :)
BUON NATALE :D!!!
  

  
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