Buonasera a tutti! Sono
alla mia prima esperienza qui su EFP e, in tutta schiettezza, sono
veramente emozionata. Ho sempre adorato scrivere, è il mio
modo, seppur effimero e poco pragmatico, di estraniarmi dal mondo, di
credere che, in realtà, la vita non faccia così
schifo, di credere che, in realtà...potrebbe essere proprio
come io la vorrei, o come i miei occhi di ingenua ventunenne un po'
troppo sognatrice, un po' troppo romantica, la vorrebbero vedere.
Un
grazie speciale a TheCarnival, ed alla sua estenuante opera di
convincimento per farmi entrare in questo mondo meraviglioso. Senza
ulteriori indugi eccomi qui, a presentarvi la mia prima storia ( ancora
non ci credo*__*) scritta proprio con lei. A quattro mani. La storia di
una famiglia, un amore, che speriamo possa scaldarvi in questi giorni
di gelo natalizio. Che dire? Buona lettura <3
Il Natale è
ciò che ha sempre unito le famiglie e le persone, ma non
questa volta.
Ethan Crowford è
un Babbo Natale un po' imbranato assunto da poco al 'The Mall' da lei,
Honey Heartworth. Una donna -un capo- troppo esigente e rigido per i
gusti di Ethan.
Sunshine è una
bambina di 5 anni, cresciuta un po' troppo in fretta, perchè
privata da ogni magia che c'è nell'infanzia. Cos'hanno Ethan
e la piccola Sunshine in comune? Oltre all'affetto -chi ancora
incosapevole e chi esplicito- per Honey, la grande passione per il
Natale.
La donna però,
dopo la morte del marito, ha un rifiuto per questa festa. Cosa
succederà quando si ritroverà davanti i
più grandi addobbi mai visti? E come reagirà
quando scoprirà la più grande bugia nascostale da
Ethan?
INTRODUZIONE - "Quando
tutto ebbe inizio"
"Caro Babbo Natale,
Io vorrei...io vorrei..."
Era proprio strano che
una bambina della mia età sapesse già scrivere.
Forse non troppo strano. Mi aveva insegnato papà, con il
vecchio abbecedario della nonna. Dal primo giorno che me l'aveva
regalato, ero solita conservarlo in quell'antro dell'armadio un po'
nascosto, come un inconfessabile segreto.
Adoravo papà.
E lui adorava me.
Questo fino
alla sua morte, da quel momento cambiò tutto, la mamma era
diventata assente e fredda: irriconoscibile, una pietra. Non una
roccia. Le rocce non erano solite piangere ogni sera sul ciglio del
letto. Per questo per me era facilmente comprensibile il suo stato
d'animo. Pessima metafora? Forse, ma non è di questo che vi
voglio parlare.
Ma della storia di un
Babbo Natale...un po' speciale.