Natsu si
svegliò di soprassalto,
spaventato da ciò che aveva visto nel sonno;
perché mai aveva visto Lucy in
mezzo a tutte quelle fiamme? E perché urlava tanto
disperatamente il suo nome,
ormai non era più in pericolo, c’era lui a
proteggerla… si guardò intorno,
dapprima confuso da quella stanza che non conosceva ma subito i ricordi
di ciò
che era accaduto nelle ultime ore accompagnarono la consapevolezza di
aver
ritrovato la giovane maga.
L’alba
doveva essere vicina a
giudicare dal chiarore che penetrava attraverso i vetri delle finestre
e si
alzò stiracchiandosi, raggiungendole per guardare fuori.
Sorrise, vedendo Lucy riflessa
sulla superficie trasparente: se ne stava ritta dietro di lui e si
voltò ma la
stanza era vuota esattamente come prima.
“Ma
che…”, tornò a guardare la
finestra e Lucy era di nuovo lì.
“Natsu
ti prego… ti prego, portami
via da qui, queste fiamme mi fanno paura… quella non sono
io…”.
Vedendola
scomparire, Natsu posò la
mano sul riflesso come se potesse trattenerlo.
“Lucy!”, esclamò voltandosi
ancora, soltanto per vedere il nulla aleggiare fra le pareti.
‘Dannazione Lu…
lo sai che non le capisco queste cose, che vuoi dire?!’.
Il rumore della
maniglia che
scattava lo distrasse dai suoi pensieri e Lucy fece capolino nella
stanza.
“Natsu!
Come mai già sveglio?”.
“Un
incubo…”, disse soltanto lui
fissando la persona che aveva davanti; come poteva credere che quella
non fosse
Lucy? Eppure… quel riflesso evanescente aveva parlato di
fiamme, forse le
stesse in cui l’aveva vista intrappolata e in lacrime,
chiamarlo
disperatamente… doveva sforzarsi di capire.
“Che
genere di incubo?”, chiese lei
avvicinandosi e scostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte.
Natsu chiuse gli
occhi a quel
contatto e inspirò a pieni polmoni il suo odore: era il
profumo di Lucy, su
questo non c’erano dubbi ma aveva una nota stonata, un vago
sentore di cenere e
zolfo che non apparteneva a lei. “Ho sognato te”,
disse d’un tratto, fissando
gli occhi nei suoi. “Eri intrappolata nelle fiamme e
piangevi, invocando il mio
nome”.
Lucy
allargò impercettibilmente gli
occhi, sollevandosi sulle punte per stringergli le braccia al collo e
baciarlo,
delicatamente, schiudendo le labbra sulle sue. All’inizio,
Natsu si irrigidì,
sorpreso da quell’iniziativa; ma non passarono che pochi
secondi prima che
ricambiasse con trasporto, troppo felice di sentire quella bocca
morbida sulla
sua, di stringere finalmente il corpo di Lucy fra le proprie braccia.
“Dimentica
i tuoi timori”, disse
lei tra un bacio e l’altro mentre lo trascinava verso il
letto.
Natsu si
fermò, afferrandola per le
braccia, gli occhi nei suoi, fissi come se tentasse di frugarle
l’anima. “Che
stai facendo? Questo non è da te, Lu”.
“Cosa
ci trovi di così strano?
Siamo stati lontani per tanto tempo, e non voglio più
sprecarne altro”, disse
spostandosi a baciargli il collo.
Il Dragon Slayer
rafforzò la presa,
a disagio per quelle attenzioni e scosse leggermente Lucy.
“Smettila. Lei non
farebbe una cosa simile in questo modo, in questa
situazione… tu chi sei? Dov’è
Lucy?”.
La ragazza lo
lasciò andare e chinò
il capo, gli occhi lucidi delle lacrime che stava per versare.
“Tu non mi vuoi.
Ti comporti esattamente come quella mattina, quando ti ho confessato
cosa provo
per te… ma cosa credi, l’ho capito! Tu vuoi
Lisanna, adesso che è tornata io
posso finire abbandonata in un angolino, vero?! E pur di giustificare
il tuo
atteggiamento meschino, insinui che io non sia me stessa!”,
esclamò alzando il
capo di scatto.
Natsu, che non
aveva interrotto il
contatto con Lucy nemmeno per un momento, la abbracciò,
accarezzandole la
schiena; nonostante fosse consapevole che quello fosse solo un guscio
vuoto
senza la sua anima, non poteva fare a meno di stringerla.
“Tutto questo non è
vero. Voglio molto bene a Lisanna ma solo come un’amica. E tu
hai occupato il
corpo di Lucy, quindi lasciala stare e sparisci prima che mi arrabbi
sul
serio!”.
Concluse
fissando negli occhi la
persona che avrebbe dovuto essere Lucy. Angĕlus per tutta
risposta storse la
bocca in un sorriso sinistro mentre afferrava per il collo Natsu e lo
sollevava, apparentemente senza sforzo e recitava un incantesimo.
“Văcŭum
Corporis. Peggio per
te Dragon Slayer. Avresti potuto trascorrere quanto vi resta felice,
con la tua
cara amica Lucy; ma hai scelto di soffrire anzi tempo e osi addirittura
minacciarmi! Una cosa te la concedo però: questo corpo
sarà tuo, almeno per una
notte prima che finiate entrambi. Ti resta solo da decidere se
preferisci
godere di quel momento o viverlo soffrendo”.
Natsu stringeva
le mani attorno al
braccio di Angĕlus nel
tentativo di liberarsi da quella presa che si faceva sempre
più stretta e
minacciava di togliergli l’aria; l’incantesimo che
lei aveva utilizzato doveva
avergli prosciugato ogni energia e stentava ancora a credere a
ciò che stava
accadendo, come poteva aver vissuto il paradiso e l’inferno
nel giro di così
poco tempo?! Lucy… cosa ne era stato di lei? Il suo corpo
era vivo, davanti a
lui, ma Lucy…
“L-Lucy…
dov’è?”.
“Quanto
sei curioso! Penso di poter
rispondere a qualcuna delle tue domande, però, questa
mattina mi sento di buon
umore… lei è qui, da qualche parte”,
disse Angĕlus
picchiettandosi la tempia con
un dito. “Semplicemente la mia volontà la soffoca
fra le fiamme dell’inferno.
Non puoi salvarla, perciò smettila di opporre resistenza e
amala. Lei lo
desidera. Non vuoi farla felice?”.
Il mago
sbarrò gli occhi, confuso
da quelle parole; Lucy era da qualche parte prigioniera nel suo
corpo… che
razza di magia poteva fare una cosa simile? Come se non bastasse, Angĕlus sembrava
essere davvero troppo potente
perché potesse sconfiggerla, lo stava soffocando con una
sola mano! Aveva
bisogno di temporeggiare ma soprattutto doveva parlare con Lucy.
“F-fammi
parlare con lei”, riuscì a
dire nonostante la stretta della donna.
“Sei
noioso oltre che impiccione,
lo sai? E va bene, te la lascio per un po’… forse
un’ora, forse pochi minuti,
dipende da quanto mi sentirò magnanima!”, disse Angĕlus sogghignando
mentre lasciava
cadere a terra Natsu, troppo pesante per le sole forze di Lucy.
“Lu?”,
riuscì a chiedere il ragazzo
nonostante la tosse, e prima di avere il tempo di aggiungere altro si
ritrovò
Lucy fra le braccia. Tornò a respirare il suo profumo e
questa volta non sentì
più quegli odori non suoi: era lei, soltanto lei e nessun
altro.
Erza passeggiava
nervosamente
avanti e indietro per la gilda, tentando in quel modo di sfogare un
poco
dell’ansia che l’aveva assalita; non era da lei
agitarsi in quel modo ma non
era nemmeno tipico del master Makarov spaventarsi a quel modo per un
nemico,
chiunque egli fosse.
Il vecchio mago
era uscito per
raggiungere Porlyusica e parlare con lei della faccenda, nella speranza
di
trovare una soluzione. Aveva già riferito loro che le uniche
in grado di
fronteggiare Succuba e Incŭbo erano
lei e Mirajane; alle proteste degli altri maghi, Gray e Gajeel in primis, aveva spiegato loro che di
sicuro Lucifer alimentava, grazie ai suoi poteri, la magia oscura di
cui i suoi
sottoposti facevano largo uso e indeboliva, di contro, ogni altro tipo
di magia.
Il Satan Soul e l’Armatura del Purgatorio pur non
appartenendo a maghi neri,
utilizzavano quello stesso tipo di magia oscura che si sarebbe ritorta
contro i
loro nemici.
“Erza,
fermati per favore”, la
richiamò dolcemente Mirajane. “Abbiamo una grossa
responsabilità ma sono certa
che salveremo i nostri nakama, non temere”.
“Non
è solo questo, Mira. Se
fallissimo condanneremmo il mondo intero, non solo Natsu e
Lucy”.
“Proprio
per questo non falliremo”.
Titania si
fermò a guardare
sorpresa Mirajane, colei che un tempo veniva definita ‘il
Demone’: da molto
tempo non scorgeva tanta determinazione nel suo sguardo. Forse, alla
fine,
sarebbero davvero riuscite nel compito assegnato loro dal master.
“Certo,
se Gildarts fosse stato qui
mi sarei sentita più sicura”, disse
all’improvviso Mira, facendo pentire Erza
dei suoi stessi pensieri.
“Ma
insomma Mira! Ci credi o no
nella nostra vittoria?!”.
“Dai,
dai Erza, è naturale che ci
creda!”.
Mirajane
sorrideva tranquilla ed
Erza lasciò andare un sospiro: a volte trovava
incredibilmente inquietante quel
sorriso così dolce, forse in fondo Mira era ancora a pieno
titolo un ‘demone’.
Natsu teneva gli
occhi chiusi, le
braccia serrate attorno al corpo di Lucy che singhiozzava contro il suo
petto:
ognuno di essi era una pugnalata al suo cuore, un monito severo che gli
ricordava di non averla protetta quando doveva. Socchiuse piano gli
occhi,
osservando quella capigliatura bionda che gli stava solleticando il
collo; si
avvicinò piano baciando la fronte di Lucy e le
tirò su il viso con delicatezza,
asciugando le lacrime con i pollici.
“Lucy,
non piangere”.
Lucy scosse la
testa, voltandosi
nel suo abbraccio per potergli stringere le braccia al collo e rimase
ferma
qualche secondo con la fronte sulla sua spalla.
“Natsu… ti prego, trova il modo
di sconfiggerla, io… io voglio tornare a casa con
te”, disse infine sollevando
il viso per poterlo guardare.
Natsu
rafforzò la presa attorno a
lei, chinandosi fino a sfiorarle la fronte con la propria.
“Te lo giuro Lu,
farò qualsiasi cosa per riportarti a casa, qualsiasi! Non
devi allontanarti mai
più senza di me, neanche quando sei tanto arrabbiata che
vorresti scappare
via”.
“Mi
dispiace… non avrei dovuto
reagire a quel modo ma… io dovevo dirti la
verità, non potevo più tenermi tutto
dentro, lo capisci? Se non mi ami, non mi interessa
più… ora quello che voglio
è tornare a Fairy Tail, di nuovo padrona di me
stessa”.
“Davvero
non ti interessa?”, disse
lui avvicinandosi ancora fino a sfiorarle la bocca con la propria,
costringendola dolcemente a schiudere le labbra sotto le sue.
“Natsu…
tu…?”, chiese Lucy quando
la lasciò andare.
“Lu,
non mi hai dato il tempo di
finire quel giorno. Se fossi rimasta ad ascoltare, adesso sapresti che
io provo
lo stesso che provi tu, ti a…”.
Lucy lo
zittì posandogli una mano
sulle labbra. “Non lo dire! Natsu ti prego, non dirlo! Se ci
tieni che usciamo
da qui tutti e due, devi tacere!”.
Natsu la
guardò sollevando un
sopracciglio; che cosa c’entravano adesso i suoi sentimenti
con quella pazza
che usava il corpo di Lucy come se fosse il suo? “Non ti
capisco Lu”.
“Natsu,
Angĕlus e gli altri
non sono esseri di
questo mondo”, disse lei tenendo lo sguardo basso.
“Angĕlus in
realtà si chiama Lucifer e
ha perso il suo corpo moltissimi anni fa, ecco perché vuole
il mio ma… ha
bisogno di un’ultima cosa prima che possa considerarlo suo a
tutti gli
effetti”.
Era arrossita
mentre pronunciava le
ultime parole e Natsu attese per diversi secondi che continuasse ma
sembrava
aver esaurito le parole.
“Di
cosa ha bisogno, Lu?”.
“Che
un uomo… che un uomo mi faccia
sua e… ci ha provato in questi mesi ma sono riuscita sempre
a riprendere il
controllo del mio corpo e rifiutarmi prima che ciò
accadesse. È per questo che
ti ha fatto venire qui. Pensa che se sarai tu io non mi
opporrò”.
Il Dragon Slayer
era rosso di
rabbia e di imbarazzo ma non distoglieva lo sguardo da Lucy.
“Quegli uomini… ti
hanno fatto qualcosa?”.
“No,
mi sono sempre ripresa in
tempo e dopo i primi giorni non ha più tentato. Ha frugato
nei miei ricordi,
per trovare quella che ritiene sia la persona giusta”.
“Io
non lo farò mai Lucy! Non
approfitterò del tuo corpo in questo modo, se lo
può scordare!”.
Lucy sorrise
stringendo le mani di
Natsu nelle sue e si chinò in avanti appoggiandosi al suo
torace. “Lucifer
crede che tu non provi i miei stessi sentimenti, e che per me sarebbe
un’esperienza dolorosa, il che è essenziale
perché le cose vadano come vuole.
Però Natsu… non devi toccarmi prima che sia
passata una settimana da quando sei
arrivato. Lei continua a dire che quel giorno il Numero
Bestiae sarà compiuto e avrà finalmente
un corpo, non so
cosa voglia dire ma ti prego, resisti, non credo che mi
lascerà più libera fino
ad allora, non sarei io”.
“Non
ti sfiorerò con un dito”.
Natsu prese il
viso di Lucy fra le
mani e fece per baciarla quando gli giunse un odore pungente di cenere
e zolfo.
Angĕlus, o
Lucifer, l’aveva di nuovo portata via.
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Buongiorno
ragazze ^^
Bene, finalmente
Natsu ha potuto
parlare con Lucy senza che ci fosse Angĕlus a fare da
tramite… a questo
punto chiariamo che non intendevo scrivere un racconto erotico; se
è venuta
fuori la faccenda del rapporto sessuale come ultima tappa per
consegnare il
corpo di Lucy a Lucifer, è per via della natura di Succuba e
Incŭbo che nella
loro versione
originale sono creature fantastiche e lussuriose, molto temute durante
il
Medioevo. Se siete curiosi vi basterà dare
un’occhiata alle relative voci su
Wikipedia per avere un’idea di ciò che intendo ;)
Per il prossimo
aggiornamento temo
dovrete aspettare più del solito, domani è la
Vigilia in fondo :P Siate
pazienti ;)
E adesso, come
di dovere, un grazie
enorme alle dolcissime ragazze che mi recensiscono ogni capitolo:
grazie, ve l’ho
detto tante volte ma ve lo ripeto, per me è fondamentale
sapere cosa pensate
degli sviluppi della storia, anche per correggere il tiro se
necessario! E un
grande grazie va anche alle persone che continuano a leggere e
seguirmi, grazie
^^
Alla prossima :)