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Autore: Saralasse    23/12/2011    11 recensioni
[...]Una sensazione di pericolo l’aveva colta quando aveva inserito la richiesta fra le altre sul tabellone delle missioni, tuttavia si era detta che non poteva essere niente di reale, non era una missione complessa e il villaggio da cui giungeva si trovava nei pressi della città.[...] Una nuova storia sulla mia coppia preferita, NaLu naturalmente! Enjoy it ;)
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Natsu si svegliò di soprassalto, spaventato da ciò che aveva visto nel sonno; perché mai aveva visto Lucy in mezzo a tutte quelle fiamme? E perché urlava tanto disperatamente il suo nome, ormai non era più in pericolo, c’era lui a proteggerla… si guardò intorno, dapprima confuso da quella stanza che non conosceva ma subito i ricordi di ciò che era accaduto nelle ultime ore accompagnarono la consapevolezza di aver ritrovato la giovane maga.

L’alba doveva essere vicina a giudicare dal chiarore che penetrava attraverso i vetri delle finestre e si alzò stiracchiandosi, raggiungendole per guardare fuori. Sorrise, vedendo Lucy riflessa sulla superficie trasparente: se ne stava ritta dietro di lui e si voltò ma la stanza era vuota esattamente come prima.

“Ma che…”, tornò a guardare la finestra e Lucy era di nuovo lì.

“Natsu ti prego… ti prego, portami via da qui, queste fiamme mi fanno paura… quella non sono io…”.

Vedendola scomparire, Natsu posò la mano sul riflesso come se potesse trattenerlo. “Lucy!”, esclamò voltandosi ancora, soltanto per vedere il nulla aleggiare fra le pareti. ‘Dannazione Lu… lo sai che non le capisco queste cose, che vuoi dire?!’.

Il rumore della maniglia che scattava lo distrasse dai suoi pensieri e Lucy fece capolino nella stanza.

“Natsu! Come mai già sveglio?”.

“Un incubo…”, disse soltanto lui fissando la persona che aveva davanti; come poteva credere che quella non fosse Lucy? Eppure… quel riflesso evanescente aveva parlato di fiamme, forse le stesse in cui l’aveva vista intrappolata e in lacrime, chiamarlo disperatamente… doveva sforzarsi di capire.

“Che genere di incubo?”, chiese lei avvicinandosi e scostandogli un ciuffo ribelle dalla fronte.

Natsu chiuse gli occhi a quel contatto e inspirò a pieni polmoni il suo odore: era il profumo di Lucy, su questo non c’erano dubbi ma aveva una nota stonata, un vago sentore di cenere e zolfo che non apparteneva a lei. “Ho sognato te”, disse d’un tratto, fissando gli occhi nei suoi. “Eri intrappolata nelle fiamme e piangevi, invocando il mio nome”.

Lucy allargò impercettibilmente gli occhi, sollevandosi sulle punte per stringergli le braccia al collo e baciarlo, delicatamente, schiudendo le labbra sulle sue. All’inizio, Natsu si irrigidì, sorpreso da quell’iniziativa; ma non passarono che pochi secondi prima che ricambiasse con trasporto, troppo felice di sentire quella bocca morbida sulla sua, di stringere finalmente il corpo di Lucy fra le proprie braccia.

“Dimentica i tuoi timori”, disse lei tra un bacio e l’altro mentre lo trascinava verso il letto.

Natsu si fermò, afferrandola per le braccia, gli occhi nei suoi, fissi come se tentasse di frugarle l’anima. “Che stai facendo? Questo non è da te, Lu”.

“Cosa ci trovi di così strano? Siamo stati lontani per tanto tempo, e non voglio più sprecarne altro”, disse spostandosi a baciargli il collo.

Il Dragon Slayer rafforzò la presa, a disagio per quelle attenzioni e scosse leggermente Lucy. “Smettila. Lei non farebbe una cosa simile in questo modo, in questa situazione… tu chi sei? Dov’è Lucy?”.

La ragazza lo lasciò andare e chinò il capo, gli occhi lucidi delle lacrime che stava per versare. “Tu non mi vuoi. Ti comporti esattamente come quella mattina, quando ti ho confessato cosa provo per te… ma cosa credi, l’ho capito! Tu vuoi Lisanna, adesso che è tornata io posso finire abbandonata in un angolino, vero?! E pur di giustificare il tuo atteggiamento meschino, insinui che io non sia me stessa!”, esclamò alzando il capo di scatto.

Natsu, che non aveva interrotto il contatto con Lucy nemmeno per un momento, la abbracciò, accarezzandole la schiena; nonostante fosse consapevole che quello fosse solo un guscio vuoto senza la sua anima, non poteva fare a meno di stringerla. “Tutto questo non è vero. Voglio molto bene a Lisanna ma solo come un’amica. E tu hai occupato il corpo di Lucy, quindi lasciala stare e sparisci prima che mi arrabbi sul serio!”.

Concluse fissando negli occhi la persona che avrebbe dovuto essere Lucy. Angĕlus per tutta risposta storse la bocca in un sorriso sinistro mentre afferrava per il collo Natsu e lo sollevava, apparentemente senza sforzo e recitava un incantesimo.

Văcŭum Corporis. Peggio per te Dragon Slayer. Avresti potuto trascorrere quanto vi resta felice, con la tua cara amica Lucy; ma hai scelto di soffrire anzi tempo e osi addirittura minacciarmi! Una cosa te la concedo però: questo corpo sarà tuo, almeno per una notte prima che finiate entrambi. Ti resta solo da decidere se preferisci godere di quel momento o viverlo soffrendo”.

Natsu stringeva le mani attorno al braccio di Angĕlus nel tentativo di liberarsi da quella presa che si faceva sempre più stretta e minacciava di togliergli l’aria; l’incantesimo che lei aveva utilizzato doveva avergli prosciugato ogni energia e stentava ancora a credere a ciò che stava accadendo, come poteva aver vissuto il paradiso e l’inferno nel giro di così poco tempo?! Lucy… cosa ne era stato di lei? Il suo corpo era vivo, davanti a lui, ma Lucy…

“L-Lucy… dov’è?”.

“Quanto sei curioso! Penso di poter rispondere a qualcuna delle tue domande, però, questa mattina mi sento di buon umore… lei è qui, da qualche parte”, disse Angĕlus picchiettandosi la tempia con un dito. “Semplicemente la mia volontà la soffoca fra le fiamme dell’inferno. Non puoi salvarla, perciò smettila di opporre resistenza e amala. Lei lo desidera. Non vuoi farla felice?”.

Il mago sbarrò gli occhi, confuso da quelle parole; Lucy era da qualche parte prigioniera nel suo corpo… che razza di magia poteva fare una cosa simile? Come se non bastasse, Angĕlus sembrava essere davvero troppo potente perché potesse sconfiggerla, lo stava soffocando con una sola mano! Aveva bisogno di temporeggiare ma soprattutto doveva parlare con Lucy.

“F-fammi parlare con lei”, riuscì a dire nonostante la stretta della donna.

“Sei noioso oltre che impiccione, lo sai? E va bene, te la lascio per un po’… forse un’ora, forse pochi minuti, dipende da quanto mi sentirò magnanima!”, disse Angĕlus sogghignando mentre lasciava cadere a terra Natsu, troppo pesante per le sole forze di Lucy.

“Lu?”, riuscì a chiedere il ragazzo nonostante la tosse, e prima di avere il tempo di aggiungere altro si ritrovò Lucy fra le braccia. Tornò a respirare il suo profumo e questa volta non sentì più quegli odori non suoi: era lei, soltanto lei e nessun altro.

 

Erza passeggiava nervosamente avanti e indietro per la gilda, tentando in quel modo di sfogare un poco dell’ansia che l’aveva assalita; non era da lei agitarsi in quel modo ma non era nemmeno tipico del master Makarov spaventarsi a quel modo per un nemico, chiunque egli fosse.

Il vecchio mago era uscito per raggiungere Porlyusica e parlare con lei della faccenda, nella speranza di trovare una soluzione. Aveva già riferito loro che le uniche in grado di fronteggiare Succuba e Incŭbo erano lei e Mirajane; alle proteste degli altri maghi, Gray e Gajeel in primis, aveva spiegato loro che di sicuro Lucifer alimentava, grazie ai suoi poteri, la magia oscura di cui i suoi sottoposti facevano largo uso e indeboliva, di contro, ogni altro tipo di magia. Il Satan Soul e l’Armatura del Purgatorio pur non appartenendo a maghi neri, utilizzavano quello stesso tipo di magia oscura che si sarebbe ritorta contro i loro nemici.

“Erza, fermati per favore”, la richiamò dolcemente Mirajane. “Abbiamo una grossa responsabilità ma sono certa che salveremo i nostri nakama, non temere”.

“Non è solo questo, Mira. Se fallissimo condanneremmo il mondo intero, non solo Natsu e Lucy”.

“Proprio per questo non falliremo”.

Titania si fermò a guardare sorpresa Mirajane, colei che un tempo veniva definita ‘il Demone’: da molto tempo non scorgeva tanta determinazione nel suo sguardo. Forse, alla fine, sarebbero davvero riuscite nel compito assegnato loro dal master.

“Certo, se Gildarts fosse stato qui mi sarei sentita più sicura”, disse all’improvviso Mira, facendo pentire Erza dei suoi stessi pensieri.

“Ma insomma Mira! Ci credi o no nella nostra vittoria?!”.

“Dai, dai Erza, è naturale che ci creda!”.

Mirajane sorrideva tranquilla ed Erza lasciò andare un sospiro: a volte trovava incredibilmente inquietante quel sorriso così dolce, forse in fondo Mira era ancora a pieno titolo un ‘demone’.

 

Natsu teneva gli occhi chiusi, le braccia serrate attorno al corpo di Lucy che singhiozzava contro il suo petto: ognuno di essi era una pugnalata al suo cuore, un monito severo che gli ricordava di non averla protetta quando doveva. Socchiuse piano gli occhi, osservando quella capigliatura bionda che gli stava solleticando il collo; si avvicinò piano baciando la fronte di Lucy e le tirò su il viso con delicatezza, asciugando le lacrime con i pollici.

“Lucy, non piangere”.

Lucy scosse la testa, voltandosi nel suo abbraccio per potergli stringere le braccia al collo e rimase ferma qualche secondo con la fronte sulla sua spalla. “Natsu… ti prego, trova il modo di sconfiggerla, io… io voglio tornare a casa con te”, disse infine sollevando il viso per poterlo guardare.

Natsu rafforzò la presa attorno a lei, chinandosi fino a sfiorarle la fronte con la propria. “Te lo giuro Lu, farò qualsiasi cosa per riportarti a casa, qualsiasi! Non devi allontanarti mai più senza di me, neanche quando sei tanto arrabbiata che vorresti scappare via”.

“Mi dispiace… non avrei dovuto reagire a quel modo ma… io dovevo dirti la verità, non potevo più tenermi tutto dentro, lo capisci? Se non mi ami, non mi interessa più… ora quello che voglio è tornare a Fairy Tail, di nuovo padrona di me stessa”.

“Davvero non ti interessa?”, disse lui avvicinandosi ancora fino a sfiorarle la bocca con la propria, costringendola dolcemente a schiudere le labbra sotto le sue.

“Natsu… tu…?”, chiese Lucy quando la lasciò andare.

“Lu, non mi hai dato il tempo di finire quel giorno. Se fossi rimasta ad ascoltare, adesso sapresti che io provo lo stesso che provi tu, ti a…”.

Lucy lo zittì posandogli una mano sulle labbra. “Non lo dire! Natsu ti prego, non dirlo! Se ci tieni che usciamo da qui tutti e due, devi tacere!”.

Natsu la guardò sollevando un sopracciglio; che cosa c’entravano adesso i suoi sentimenti con quella pazza che usava il corpo di Lucy come se fosse il suo? “Non ti capisco Lu”.

“Natsu, Angĕlus e gli altri non sono esseri di questo mondo”, disse lei tenendo lo sguardo basso. “Angĕlus in realtà si chiama Lucifer e ha perso il suo corpo moltissimi anni fa, ecco perché vuole il mio ma… ha bisogno di un’ultima cosa prima che possa considerarlo suo a tutti gli effetti”.

Era arrossita mentre pronunciava le ultime parole e Natsu attese per diversi secondi che continuasse ma sembrava aver esaurito le parole.

“Di cosa ha bisogno, Lu?”.

“Che un uomo… che un uomo mi faccia sua e… ci ha provato in questi mesi ma sono riuscita sempre a riprendere il controllo del mio corpo e rifiutarmi prima che ciò accadesse. È per questo che ti ha fatto venire qui. Pensa che se sarai tu io non mi opporrò”.

Il Dragon Slayer era rosso di rabbia e di imbarazzo ma non distoglieva lo sguardo da Lucy. “Quegli uomini… ti hanno fatto qualcosa?”.

“No, mi sono sempre ripresa in tempo e dopo i primi giorni non ha più tentato. Ha frugato nei miei ricordi, per trovare quella che ritiene sia la persona giusta”.

“Io non lo farò mai Lucy! Non approfitterò del tuo corpo in questo modo, se lo può scordare!”.

Lucy sorrise stringendo le mani di Natsu nelle sue e si chinò in avanti appoggiandosi al suo torace. “Lucifer crede che tu non provi i miei stessi sentimenti, e che per me sarebbe un’esperienza dolorosa, il che è essenziale perché le cose vadano come vuole. Però Natsu… non devi toccarmi prima che sia passata una settimana da quando sei arrivato. Lei continua a dire che quel giorno il Numero Bestiae sarà compiuto e avrà finalmente un corpo, non so cosa voglia dire ma ti prego, resisti, non credo che mi lascerà più libera fino ad allora, non sarei io”.

“Non ti sfiorerò con un dito”.

Natsu prese il viso di Lucy fra le mani e fece per baciarla quando gli giunse un odore pungente di cenere e zolfo. Angĕlus, o Lucifer, l’aveva di nuovo portata via.

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Buongiorno ragazze ^^

Bene, finalmente Natsu ha potuto parlare con Lucy senza che ci fosse Angĕlus a fare da tramite… a questo punto chiariamo che non intendevo scrivere un racconto erotico; se è venuta fuori la faccenda del rapporto sessuale come ultima tappa per consegnare il corpo di Lucy a Lucifer, è per via della natura di Succuba e Incŭbo che nella loro versione originale sono creature fantastiche e lussuriose, molto temute durante il Medioevo. Se siete curiosi vi basterà dare un’occhiata alle relative voci su Wikipedia per avere un’idea di ciò che intendo ;)

Per il prossimo aggiornamento temo dovrete aspettare più del solito, domani è la Vigilia in fondo :P Siate pazienti ;)

E adesso, come di dovere, un grazie enorme alle dolcissime ragazze che mi recensiscono ogni capitolo: grazie, ve l’ho detto tante volte ma ve lo ripeto, per me è fondamentale sapere cosa pensate degli sviluppi della storia, anche per correggere il tiro se necessario! E un grande grazie va anche alle persone che continuano a leggere e seguirmi, grazie ^^

Alla prossima :)

  
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