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Autore: F l a n    23/12/2011    7 recensioni
È una normalissima notte quella in cui Blaine trova una sorta di strano umanoide accasciato per terra, nel parco. Blaine ha sempre creduto nelle forme di vita extraterrestri, ma presto dovrà rendersi conto che Kurt Hummel non è semplicemente quello che lui crede "un Alieno" dalle sembianze umane.
Come farà Kurt Hummel a tornare da dov'è venuto?
E, precisamente, da dove proviene?
Un alternate Universe tendente allo sci-fi.
***
Estratto dal capitolo 2:
"Il ragazzo, o quello che era, si scostò velocemente da lui, per poi cadere nuovamente sulle ginocchia, evidentemente troppo debole per qualunque movimento.
“Chi sei?” chiese Blaine, avvicinandosi ancora a lui, ricevendo solo uno sguardo diffidente, contrariato. I suoi occhi blu brillarono.
Blaine tese una mano in avanti, ma l’altro si scostò ancora, camminando sulle ginocchia. Stranamente la sua tuta, pur essendo bianchissima, non era né sporca di terra né di erba. Blaine ne concluse che quello che stava indossando doveva essere un tessuto particolarmente speciale.
“Sei umano?” chiese ancora, accucciandosi su di lui, fino ad essere al pari del suo viso, “non voglio farti del male."
[Klaine scritta per il BigBangItalia]
Genere: Romantico, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note di inizio capitolo: Come sempre vorrei ringraziare chi mi segue e chi mi recensisce. Sono molto felice di sapere che questa storia abbia attirato la vostra attenzione :) da questo in capitolo in poi si comincia ad addentrarci nel 'vivo' per così dire. Vi lascio alla lettura e ci rivediamo a fine capitolo.

5. “We are the aliens”


 “Se non puoi neanche dirmi da dove vieni… dimmi almeno che cosa sei. Non so, hai caratteristiche umane, ma eppure non credo tu lo sia, indubbiamente non sei un animale. Ha un nome la tua razza o sei un alieno?” la voce di Blaine era visibilmente irritata e lo era anche il suo comportamento. Si sentiva frustrato perché quella situazione non stava andando da nessuna parte e lui non poteva tenere nascosto Kurt in casa propria per sempre. E poi oddio, era così… bello, troppo bello ai suoi occhi ed aveva paura della sua bellezza così algida, del suo temperamento, aveva paura della sua voce nella propria testa, aveva paura di non poter reggere il colpo se se ne fosse mai andato. Dovevano trovare una soluzione per il bene di entrambi; Blaine non si lamentava di averlo intorno, si lamentava del fatto che se ci si fosse affezionato troppo, avrebbe perso qualcuno di importante, ed era stanco di perdere persone importanti. La sua vita era un disastro, un vero disastro e lui non voleva di certo che la cosa peggiorasse.
“Alieno?”la voce di Kurt, ora nella sua testa, suonava sprezzante, “secondo questo ragionamento siamo tutti alieni. L’alieno è quella presenza estranea al tuo pianeta, quell’essere diverso dalla popolazione dominante. È riduttivo definirmi alieno, perché supponiamo anche solo per un momento che sia tu ad essere su un altro pianeta, in tal momento saresti tu un alieno. Lo siamo tutti, in fondo. No, non puoi definirmi totalmente alieno e non posso spiegarti perché. Sono molto più simile a te di quanto non immagini, senti il bisogno di etichettarmi solo perché è il vostro vizio: etichettare gli altri vi è necessario, vi da la sicurezza che nient’altro invaderà i vostri spazi, vi da un posto nel mondo, vi fa esser certi che dovete fare certe cose o mangiarne altre. Voi esseri umani avete paura del diverso, per questo sentite il bisogno di dare un nome a qualcosa che non sia fatto di carne ed ossa o che produca bambini. Siete razzisti, per altro, ma questo lo affronterete. Per rispondere alla tua domanda, Blaine, sì, puoi definirmi alieno se lo vuoi, ma non mi spunteranno i tentacoli e non sono un mutaforma. Non mi è concesso dirti la mia razza, sono spiacente. Di questo ne va la mia incolumità e credimi, anche la tua.”

Per la prima volta da quando si erano incontrati, il tono di Kurt era più alterato ed il suo sguardo pareva trasparire una vera emozione, una specie di amarezza e di disarmo morale di fronte alla sua ingenuità. Blaine ne rimase colpito tanto quanto offeso; lui adorava il diverso, non lo temeva, eppure dal discorso di Kurt lo aveva appena paragonato a qualsiasi altro umano sulla terra; eppure lui non gli avrebbe mai chiesto di farsi esaminare, non lo avrebbe mai ucciso per vivisezionarlo come la maggior parte degli scienziati o fanatici avrebbero fatto.

“Hai ragione.” Rispose secco, Blaine, allontanandosi qualche passo da lui, “ sono stato uno stupido… non ti posso aiutare. Tu non ti fai aiutare, ed allora direi che le nostre strade possono anche dividersi qua,” la sua voce era un po’ spezzata, rotta dalla delusione e dall’amarezza. Non avrebbe voluto reagire così in realtà, c’erano tantissimi altri modi per rispondergli, ma in quel momento era talmente incazzato con se stesso e con lui che non riuscì a dire altro. Voltò la schiena e cominciò a camminare, con il capo chino.

Kurt allungò una mano verso di lui, quasi di riflesso.
“Ehi, no… non andare via!” entrò nella sua testa ancora una volta e strinse la presa al suo braccio.
“Non volevo offenderti. Io vorrei dirti tutto, ma non posso, non posso proprio!” Blaine si voltò verso di lui, facendogli mollare la presa.
“Perché non puoi?”
“È pericoloso. Te l’ho detto. Ma… facciamo così. Ti dirò come potrai aiutarmi con l’elettronica e tu non mi farai più domande sulla mia provenienza.”
Blaine inarcò un sopracciglio, portandosi le mani sui fianchi e cercando di capire quale fosse la propria convenienza.
“Non fare quella faccia. Tu vuoi aiutarmi, no? Io voglio tornare da dove provengo ed ho bisogno che la mia gente riesca a contattarmi… siete all’antica, ma forse troverò qualcosa.”
Il tono di Kurt ora era più leggero, meno cattivo e pretenzioso, meno distante.

“Tu… tu mi confondi. Provo l’irresistibile bisogno di aiutarti ma anche quello di lasciarti al tuo destino, eppure, c’è qualcosa che non me lo permette e, dannazione, non so che cosa,” lo sguardo di Blaine era calamitato dagli occhi di Kurt e sapeva che non era la prima volta che accadeva. C’era qualcosa in lui che lo attraeva profondamente come non lo aveva mai attratto nessun’altro.

“Tuttavia… proverò ad aiutarti, credo non mi rimanga altra scelta,” sospirò, Blaine, poggiandosi le mani sui fianchi e vedendo nell’altro uno sguardo di pura riconoscenza e le sue labbra incurvate in un sorriso.

Un sorriso.

Era la prima volta che glielo vedeva fare ed onestamente era sorpreso. Certo, non era di quei sorrisi aperti, ma era pur sempre un qualcosa, un inizio, probabilmente.

 “Dunque, penso che ti porterò in un negozio di elettronica qua vicino. Sperando che almeno una di quelle cose vada bene se assemblata con altre… cos’è che devi costruire?”
“Una specie di trasmettitore. Mi serviranno onde particolarmente forti da poter sfruttare. Che sistemi usate qui?”
“Mi stai chiedendo se usiamo cose come… il Bluethoot o il Wireless?”
“Sì, il Wireless è un ottimo esempio. Anche se antiquato.”
“Il Wireless.”
"Oh. Bene, vedrò cosa potrò fare…”

 
Blaine accompagnò Kurt al negozio di elettronica; per quanto avesse tentato di nascondere le sue orecchie ed i suoi vestiti, qualcuno aveva notato qualcosa di strano in lui, ma per fortuna nessuno si era fermato a fare domande.
Accontentarlo non era stato affatto facile, specie perché secondo i suoi canoni aveva bisogno di cose un tantino sofisticate e sconosciute. Dal modo in cui le chiamava, Blaine aveva sempre la netta sensazione che quello strano ospite arrivasse da un qualche lontano futuro.
Alla fine, uscirono dal negozio di elettronica con due sacchetti pieni di pezzi per computer ed altre cose come cellulari di cui Blaine non riusciva a spiegarne l’acquisto. Non era stato divertente spendere tutti quei soldi per qualcuno che, fondamentalmente, neanche conosceva, ma non poteva nemmeno ritirarsi ora che gli aveva promesso che lo avrebbe aiutato.
“Whoa…” Blaine si accasciò sulla prima panchina disponibile e Kurt si adagiò accanto a lui con grazia.
“Stanco?”
“Un po’…e sono preoccupato. Non so, vorrei integrarti in casa mia perché tenerti nascosto sarà difficile, ma temo la reazione di mio padre. Posso provare a vestirti come un ragazzo, ma non credo che la prenderebbe comunque bene.
Kurt inarcò un sopracciglio, un po’ sorpreso.
“Non potrei essere solo un tuo amico?”chiese.
Blaine gli sorrise amaramente e scosse la testa, rivolgendo gli occhi al cielo.
“No, beh, sai io… sono… gay. Non so se sai che vuol dire…” esitò per guardare con attenzione la reazione dell’altro ragazzo, che non sembrava minimamente stupito da quella parola, ma non disse niente, per cui Blaine continuò;
“in altre parole, mi piacciono i ragazzi.”
Kurt lo guardò come se avesse detto la cosa più naturale del mondo e l’altro non riusciva davvero a spiegarsi come fosse possibile una reazione così… tranquilla. Anche le persone mentalmente aperte non avevano la sua stessa espressione.
“E non è una cosa normale, qui?”chiese dopo qualche minuto, lasciando Blaine di stucco.
“Beh, no. Qui no. Qui amare un ragazzo se sei un ragazzo o una ragazza se sei una ragazza non è del tutto normale. Certo con gli anni si stanno facendo progressi ma c’è ancora una netta differenza tra l’essere eterosessuale ed essere omosessuale. Non sono contento di come vanno le cose, ma così è, ed io posso farci poco. Ed è per questo che… se ti portassi a casa e mostrassi a loro tu non potresti dormire con me… penserebbero automaticamente che tu sia qualcosa come…” smise per un attimo di parlare, sbarrando gli occhi ed incantandosi di fronte a quel volto pulito, lo sguardo liquido e le labbra rosee; il suo cuore cominciò a battere un po’ più forte, ma cercò di ignorarlo, “come se tu fossi il mio ragazzo, o qualcosa del genere.”
“Oh…”Kurt spalancò un po’ le labbra, arrossendo sulle gote, fino ad allora rimaste sempre di un particolare bianco pallido, “capisco…”
“Spero che non sia un problema per te… comunque…” aggiunse, Blaine, completamente imbarazzato dall’argomento.
L’altro scosse la testa e gli concesse un altro vago sorriso.
“No, non lo è… affatto.”
Rimasero entrambi a guardare il cielo in silenzio, con le teste inclinate all’indietro e le espressioni perse nel vuoto, ognuno con i propri pensieri. Cosa dovessero fare in quel momento, non era ben chiaro a nessuno dei due.

Blaine avrebbe sicuramente voluto aggiungere qualcosa, ma in realtà c’era poco da dire. Era una situazione strana, praticamente piatta ed erano su una panchina in un parchetto con due sacchetti stracolmi di roba che non avrebbe saputo come combinare. La sua camera probabilmente si sarebbe presto trasformata in un laboratorio pseudo tecnologico in cui sua madre non avrebbe mai potuto metter piede.
Si chiese per qualche motivo che cosa diamine stesse facendo, e nonostante non trovasse una risposta sufficientemente razionale per spiegarselo, Blaine sapeva che quello era un segno del destino e probabilmente anche la cosa giusta da fare.

*

 Erano sulla strada di casa quando Kurt prese finalmente la parola per primo, dicendo una cosa che lasciò Blaine completamente di stucco.
“Tu prima hai detto che ti piacciono i ragazzi, giusto?”
“S-sì…” Blaine si voltò verso di lui, stupito.
“Sei mai stato con un ragazzo?”
“Oh… giusto una settimana e poco più fa, sì. Ma non mi piaceva davvero e quindi ci siamo lasciati. La sera in cui ti ho trovato mi ero appena lasciato con lui. Ma perché questa domanda?”
Kurt alzò le spalle e scosse la testa con semplicità, “niente, era solo una piccola curiosità. Io non sono mai stato fidanzato,” gli rispose, sentendosi quasi in debito con lui. Gli aveva rivelato un segreto intimo, per cui magari sentiva il bisogno di dire qualcosa sul suo conto, anche se era una piccola cosa. Però Blaine gli sorrise, apprezzando lo sforzo, perché forse era comunque l’inizio di un possibile scambio e magari avrebbe smesso di parlare con una sottospecie di muro.

Un muro affascinante, certo. Molto affascinante.

Note di fine capitolo: Dunque dunque, abbiamo appurato qualcosa sulla natura di Kurt, da qui giungere alla conclusione dovrebbe essere ancora più facile, direi! Ad ogni modo, vi invito come sempre a dirmi la vostra opinione se vi va ;) a me non fa che piacere sapere di aver suscitato in voi dubbi e teorie! Se avete degli accorgimenti, positivi o negativi, mi farebbe piacere leggerlo nelle recensioni!
Grazie a tutti!
Al prossimo venerdì.

Flan
   
 
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