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Autore: Deriama    08/08/2006    8 recensioni
“Puoi andare a trovarlo se proprio vuoi” gracchiò nell’oscurità una voce “ma non te lo consiglio”
Joan si arrestò e voltandosi vide quegli occhi da rettile, gialli, neri o rossi; lui sorrideva compiaciuto della sua conquista.
“Consolati” disse guardandosi le lunghe unghie nere “non sei l’unica ad aver fatto il patto”
Lei lo respinse “Mi stai dicendo che ti piace far collezione? Davvero patetico” disse duramente “il Diavolo che passa le giornate ad aspettare dei poveri ipocriti… commuovente”
“Su via Jane…non essere così dura con me” rispose canzonatorio “così mi spezzi il cuore”
“Bisogna averlo un cuore per spezzarlo” ribatte sprezzante “e non chiamarmi Jane!! Solo Adam può!!” NUOVO CAPITOLO
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joan Girardi
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: See you in my dreams

I’m not looking for someone to talk to

I’ve got my friends, I’m more than OK

I’ve got more that a girl could wish for

I live my dreams but it’s not all they say

 

Still I believe

I’m missing something real

I need someone who really sees me

 

Don’t wanna wake up alone anymore

Still believing you’ll walk through my door

All I need is to know it’s for sure

Then I’ll give all the love in the world

 

The Corrs “All The Love In The World”

 

 “Sei felice Jane?” chiese sottile Adam distogliendo lo sguardo “con me?”

Lei non rispose, pioveva e lo scroscio della pioggia sovrastava tutto, anche il dolce suono di parole innamorate appena sussurrate.

Joan si guardò velocemente intorno, vide tutta quella gente che correva cercando di ripararsi dalla forte pioggia, i negozianti che velocemente chiudevano le bancarelle sulla strada, vide il cielo nero, il vento potente e poi Dio.

Esattamente come la prima volta sull’autobus, Dio la stava guardando neutro, un sorriso appena accennato e occhi lontani e immortali di chi c’è sempre, ovunque si è. Era lì immobile sotto il temporale, imperturbabile e attento. Joan lo guardò negli occhi per un secondo che durò quasi un’eternità… in quegli occhi c’era il futuro di Adam e così decise.

“…Jane…” la richiamò timido Adam.

“Adam…” incominciò esitante “io… ” cercò di dire avvertendo la gola seccarsi, sentiva che doveva farlo, ormai non poteva più tornare indietro. Il patto sarebbe scaduto solo dopo un anno, il tempo per riuscire a salvarlo “sono stata felice con te Adam, ma ora io devo andare lontano dove tu non puoi accompagnarmi… ”

Adam sbarrò gli occhi, non riusciva a capire. Lo stava lasciando? “Jane…cosa…tu…”

“Devo andarmene da qui Adam” disse spostandosi i lunghi capelli ramati oltre le spalle “parto e non credo che tornerò” e così dicendo corse sotto la battente pioggia, lasciando Adam nel più completo sgomento; all’ultimo però si girò, lo cercò con gli occhi e pronunciò “ti amo Adam” in seguito se ne andò per le vie svuotate, camminando piano con il volto bagnato dalla pioggia e dalle sue lacrime.

*

Era un grigio pomeriggio di giugno, una giornata iniziata nel freddo vento della mattina bagnata da piccole gocce di pioggerella. La scuola era finita, ora il futuro che si stagliava di fronte era il College, ma lei non ci sarebbe andata.

Joan stava raccogliendo frettolosamente le sue cose, vestiti, trucchi, medicine e soldi. Si stava preparando a partire, per intraprendere un lungo viaggio.

Arrivata alla scrivania tirò fuori le 3 lettere, ognuna scritta con le lacrime e inchiostro. Quelle lettere portavano nel testo il suo dolore nel lasciarli e la sua codardia; lei sapeva che avrebbe spezzato a loro il cuore, più e più volte con la sua scomparsa, ma era l’unica soluzione.

Stese le lettere in carta giallo pallido sulla scrivania, vicino ai piccoli fiori che Adam gli aveva regalato il giorno prima; non aveva avuto il coraggio per parlare ad Adam quando lo aveva visto con quel mazzo di fiori, anche se solo poche ore prima lei…

Toccò lievemente i petali rosa seta dei fiori e scorse un bigliettino, lo prese in mano e lesse “I live alone with you” si trovò a sorrise per quelle parole, ma poi non poté trattenere che una lacrima morisse sulle sue labbra e che il cuore provasse un dolore terribile per quello che gli avrebbe fatto.

Guardò il muro “Odiami Adam e lui ti lascerà vivere” sussurrò in direzione della fotografia che li ritraeva l’uno abbracciato all’altro nel parco “Ti prego” finì di dire prima di crollare a terra piangendo disperatamente.

“Ti prego Dio

*

“Notte” disse Joan alzandosi un po’ meccanicamente dalla sedia “a domani”

I genitori si guardarono negli occhi per un attimo “C’è qualcosa che ti turba, Joan?” Chiese il padre Will.

“Non ti senti bene?” Domandò apprensivamente la madre Helen, toccandole la mano.

Joan li guardò spaventata, rivolse lo sguardo a Luke e Kevin, poi sorrise “Sono solo stanca… domani però iniziano le vacanze no? Starò benissimo!!” disse sforzandosi di sembrare convincente “a domani…” concluse baciando i genitori e i fratelli.

Joan li stava salutando.

*

La notte era glaciale, tanto da scatenare i brividi per tutto il corpo di Joan. Il cielo era coperto di nubi, come a voler nascondere alla sua ombra, la propria figura fuggitiva, non c’erano rumori, ne luci. Stava lasciato la sua casa nel più completo silenzio, indugiando sulla soglia, tutto era calmo e ovattato, le ombre si nascondevano al passaggio dei fari di qualche macchina.

“Vi amo” pronunciò con la voce contratta dalle lacrime “vi prometto che ci rincontreremo un giorno” 

Chiuse lentamente la porta sempre guardando all’interno della casa, stava per lasciare tutto e tutti, i suoi genitori, i suoi fratelli…si stava allontanando per sempre dai suoi amici, lasciava Grace, ma soprattutto stava abbandonando Adam.

Era giusto. Joan lo aveva visto quel futuro, nei suoi occhi, Dio le aveva fatto vedere il futuro di Adam e lei aveva deciso di interferire… sarebbe andata contro il libero arbitrio. Il patto era compiuto, la sua vita era la garanzia.

Il Diavolo l’aspettava.

“Puoi andare a trovarlo se proprio vuoi” gracchiò nell’oscurità una voce “ma non te lo consiglio”

Joan si arrestò e voltandosi vide quegli occhi da rettile, gialli, neri o rossi; lui sorrideva compiaciuto della sua conquista.

“Consolati” disse guardandosi le lunghe unghie nere “non sei l’unica ad aver fatto il patto

Lei lo respinse “Mi stai dicendo che ti piace far collezione? Davvero patetico” disse duramente “il Diavolo che passa le giornate ad aspettare dei poveri ipocriti… commuovente”

“Su via Jane…non essere così dura con me” rispose canzonatorio “così mi spezzi il cuore”

“Bisogna averlo un cuore per spezzarlo” ribatte sprezzante “e non chiamarmi Jane!! Solo Adam può!!”

“Va bene, Joan” disse seguendola per la strada “posso almeno chiederti dove stai andando?”

“No, no puoi” replicò Joan

Un fortissimo dolore alla testa la costrinse a piegarsi sul marciapiede, riconosceva nella sua testa le sue urla. Sarebbe morto bruciato vivo, lo vedeva contorcersi nel fuoco, sentiva l’odore della sua pelle bruciata, il cuore incenerirsi e i suoi occhi esplodere sotto le palpebre consumate dal fuoco.

“Basta!!” urlò Joan tenendosi la testa tra le mani “Smettila, ti prego”

“Questo Joan…è per ricordarti” assentì viscidamente “perché sono qui”

Joan lentamente alzò il capo, le lacrime le scorrevano giù per le guance “So benissimo perché sei qui” pronunciò violentemente reggendosi a stento sulle ginocchia “sei qui perché ti ho venduto l’anima, per salvare Adam!!” finì di urlare sporgendosi verso di Lui

“Si, ma anche perché ora sei completamente sola” disse sogghignando “ti ha lasciata a me”

Joan guardò di fronte a lei, la strada era lunga e lei era completamente sola “Sono sola” ripeté apatica

Lui rideva “Esatto Joan” riprese contento “ti ha abbandonata a me”

Joan a quelle parole si infuriò “Zitto!! Non mi ha lasciata!! Sono io…” si interruppe scioccata “sono io che me ne sono andata, io ho lasciato Dio” finì coprendosi gli occhi “non mi perdonerà mai… ma non potevo rimare a vedere Adam morire”

“Io ti capisco” riprese smielato “per questo che non andiamo d’accordo… mica per niente”

“Non toccarmi mai più” ringhiò tra i denti e ricominciando a camminare.

“Per ora faremo a modo tuo Jane” mormorò sogghignando “ma vedrai…cadrai anche tu come tutti…ti spezzerò le ali”

*

La mattina era sterile, fredda e silenziosa come l’interno della casa. Tutti i membri si erano riuniti nel soggiorno ancora raggelati dalla lettera che Helen reggeva in mano. Non una parola, un lamento…solo il lungo e freddo gelo regnava nella casa.

“Se ne è andata?” chiese lentamente Luke

“Manderò subito qualcuno…” cercò di dire Will, ma Helen lo interruppe subito “No Will!!”

“Cosa no?” domandò alzando la voce “nostra figlia è scappata!!! ”

Helen lo guardò arrabbiata, sentiva dentro di sé la tristezza, la rabbia, ma anche che Joan stava bene ed era arrivato il giorno in cui lei se ne sarebbe dovuta andare per scoprire chi era, glielo aveva letto negli occhi tutte le volte che tentava di afferrare quel piano.

“Non è scappata… Will…Joan se ne è andata…non so perché…ma lei sentiva di dover andarsene” parlò con la voce rotta dal pianto “è diventata grande Will e ha fatto la sua scelta… noi non possiamo far altro che rispettarla e aspettare” finì di dire guardando suo marito.

Will sapeva che sua moglie aveva ragione, ma non poteva credere che la sua bambina se ne fosse andata così, senza parlare con lui; non poteva rimanere ad aspettare “Non posso restare qui sapendo che mia figlia è lì fuori da sola!”

“Joan non è una stupida!!” disse Kevin allontanandosi dal soggiorno “credo che lei abbia avuto la necessità di fare qualcosa… per questo si è allontanata da noi”

“Adam saprà sicuramente qualcosa!!” suggerì Luke in direzione della madre.

Lei lo guardò ancora con il viso rigato dalle lacrime “Non credo… qui c’è una lettera per lui” spiegò porgendogli la lettera col nome di Adam “Chiamalo, Luke…e chiama anche Grace”

Luke guardò pieno di rabbia le due lettere “Stupida”

*

Era arrivata in quella cittadina da meno di un giorno e aveva già permesso che un vecchio venisse travolto da un ladro. Lui le aveva semplicemente chiesto di spostarsi e un attimo dopo un uomo l’aveva oltrepassata cadendo addosso a quel signore anziano.

Arrivata l’ambulanza, Joan spaventata scappò via, non riusciva a credere che solo spostandosi aveva appena partecipato al compimento di quel incidente.

“Il tuo potere, Joan” intervenne il Diavolo “è che ti trovi al posto giusto al momento giusto, per rovinare i miei divertimenti… tu arrivi e senza saperlo avresti intercettato quel uomo e tutto sarebbe andato per il verso buono”

“Cos…”

“In pratica” continuò ridondante “tu riesci a rovesciare a favore del bene le future cattive azioni…notevole, vero?

“Io…non credevo” articolò ancora sconvolta.

“È per questo che gli eri così indispensabile” continuò fingendosi affranto “peccato che ora sei qui a fare tutto quello che io ti dirò… e farai questo perché…”

Joan non si girò “perché altrimenti la Morte si prenderà la vita di Adam” definì gelida.

“Bingo!!” gongolò felice come un bambino “Esatto!! Invece se continuerai così le chiederò di passare oltre…a qualcun altro!!”

“Smettila!! Farò come vuoi tu…dimmi quello che devo fare” saltò su acida, guardandolo fisso negli occhi da serpente “e lo farò…hai la mia parola!!”

“Non me ne faccio nulla della tua parola…ma comunque ho la tua vita, no? È lo stesso per me” concluse sogghignando, poi scomparve.

“Hai la mia vita…” ripeté guardando malinconicamente il cielo “una vita per cosa poi?”

“Per me Joan… per gli altri e per te stessa” rispose una voce calda e soffice “non dimenticarlo mai! Mai!”

Joan si sciolse in lacrime, avvertì la sua presenza così vicina a lei.

Lui le aveva perdonato il suo peccato, il suo tradimento. Joan però, avrebbe preferito credere che Dio la odiasse, che fosse arrabbiato con lei, anziché sapere di averlo deluso per sempre e di essere perdonata da Lui… a volte avrebbe preferito credere davvero a questo.

*

Quando prese in mano quella lettera dal colore giallo pallido, non riuscì a trattene un fremito. Adam sospettava il significato del contenuto di quella lettera, l’aveva visto suoi volti della famiglia Girardi.

Era una lettera d’Addio.

Joan se ne era andata, proprio come gli aveva detto la mattina prima, sotto quella battente pioggia “Se ne è andata, vero?” chiese lievemente.

“Lo sapevi?” lo aggredì subito il padre.

“No…cioè…” cercò subito di spiegare Adam, ma le parole non gli uscivano “Jane, ieri mattina credo volesse lasciarmi…mi ha detto che sarebbe partita…e che credeva non sarebbe tornata” riepilogò sedendosi e nascondendo la testa “ha detto che sarebbe andata in un posto dove io non avrei potuto accompagnarla”

“Adam…” cercò di consolarlo Helen

“Mi ha detto che è stata felice con me” precisò contratto Adam “non credevo che l’avrebbe fatto…così… ”

“Nessuno lo credeva” concluse amaro Will affacciandosi alla finestra “nessuno”

*

Fu così che passarono le mattine, poi i pomeriggi, le sere e le notti. Giorno dopo giorno, settimane e mesi; passarono 8 lunghi mesi, arrivò Marzo con la sua sferzata di primavera.

Caro Adam,

mi rendo conto che il mio gesto sembra insensato e stupido, ma credimi ti prego, non è stata una decisione facile, per nulla al mondo me ne sarei andata; però ho dovuto, ho cercato delle soluzioni, altre strade, ma l’unica è stata questa: ANDARMENE.

Non posso spigarti cosa mi ha spinto a sparire, ma era necessario che andasse così. Come ti dissi quella mattina, Adam, io ora sarò lontana da te e quasi certamente non tornerò…quindi non ti chiederò di perdonarmi, ne di cercarmi; ti chiedo di dimenticarmi, andare avanti.

Odiami Adam e continua a vivere serenamente, continua a creare, a progettare.

Hai una luce dentro di te, Adam, calda e abbagliante come il sole, donala a qualcuno che la merita veramente, che sappia amarti sinceramente come meriti, senza bugie ne compromessi, senza paura.

Ero felice con te Adam, avrei desiderato fare tante cose insieme a te, vivere con te.

Ti amerò per sempre.

Addio, tua Jane

 

Dopo 8 mesi, Adam rilesse, come tutte le mattine, quella pallida lettera color giallo. Ogni mattina si alzava e imprimeva nella mente ogni singola parola, spazio, pausa scritta in quel pezzo di carta.

Adam, aveva tentato di ricominciare, ma tutto iniziava col suo ricordo e finiva col suo ricordo; ogni piccola cosa gli ricordava Jane, tutto! Si era tenuto lontano da casa Girardi, lontano da ogni luogo che la richiamava alla memoria, ciò nonostante quando si ritirava nel suo laboratorio per creare… creava solo oggetti per lei, per Jane…erano tutti lì, ognuno con un specifico motivo e ruolo. 

“Non riesco a dimenticarti, Jane, ne ad odiarti” mormorò rileggendo la lettera ancora una volta “se eri felice…cosa ti ha fermata?” si chiese chiudendo gli occhi “cosa ti ha spaventata tanto da farti andare via”

*

“Cosa credi di fare?” domandò cinico “non puoi, dovresti saperlo dopo tutto questo tempo, Joan…”

“Me ne frego…” rispose Joan “ho fatto tutto quello che mi hai ordinato…ora…” continuò acre “manderò questa lettera alla mia famiglia… tanto domani partiamo, no?” concluse imbucando una lettera.

Lui non rispose, ma dentro di se era soddisfatto perché ancora qualche piccolo ritocco e Joan sarebbe cambiata per sempre… perfetta per finire l’opera…l’ultimo incarico era lì ad aspettarla…

“Mh…Ok!! In fin dei conti hai ragione... hai fatto tutto!!”

“Già…tutto” rispose mesta Joan dirigendosi verso la stazione degli autobus. Era arrivata in quella cittadina da 2 settimane e aveva scatenato il caos; aveva messo in discussioni poche semplici regole, messo contro tutti con tutti e causato la rottura di un matrimonio. Tutto questo in sole 2 settimane… a volte si ritrovava a pensare cosa sarebbe potuto accadere se fosse rimasta solo un giorno in più.

Joan aveva paura di ciò che poteva scatenare, terrore che le persone la toccassero o solamente le stessero vicina. Temeva di portarle sulla strada sbagliata… nonostante cercasse sempre di attenuare i danni dei compiti che Lui le dava…ma alla fine la gente soffriva, feriva e moriva per colpa sua e nessuno l’avrebbe perdonata.

Ne era felice…

“Sei felice Joan?” chiese svenevole il Diavolo “manca poco allo scadere del contratto… molto poco”

“Smettila di fare finta di non sapere” rispose Joan guardando fuori dal finestrino e vedendo un riflesso che non le apparteneva “sai perfettamente che dopo tutto questo non sarei mai tornata a casa… mai!” continuò cercando di scorgere in quel riflesso un barlume delle vecchia se stessa “scomparirò… andrò finalmente lontano… dove nessuno potrà trovarmi…nemmeno io” concluse girando il capo e guardando davanti a se.

Lei aveva paura di un’altra cosa… aveva paura di aver perso per sempre se stessa, che non esistesse più la persona che era prima di tutto e tutti; anche se dentro di lei aveva compreso da tempo che prima della fine del contratto lei avrebbe perso per sempre la sua vera identità… sarebbe cambiata…e Joan temeva la persona che sarebbe diventata, molto di più della Morte.

“…lo sospettavo…” rispose vago

“Sospettavi solamente…tu brutto figlio di pu****a!!!” gli urlò contro Joan “sospettavi!”

“Ehi!! La Joan che conosco io non parla così” disse ridendo “non essere volgare… l’educazione prima di tutto!!”

“Tu non hai minimamente idea di chi sono io!!” ringhiò guardandolo fisso negli occhi “e sai dove puoi metterti l’educazione?” domandò caustica pronta a scoppiare.

“Mh…hai reso l’idea Joan” rispose serio “ma non ti conviene trattarmi troppo male… potrei sempre combinarti un bel scherzetto”

Joan lo ignorò fissando il poggia testa di fronte a lei “No, non puoi…il contratto parla chiaro”

“Ah! Già il contratto… ti do un consiglio” rispose girandole la faccia verso la sua “ti fregano sempre… perchè vedi ci sono sempre delle postille scritte in piccolissimo”

“Cosa!!!” gridò balzando in pieni nell’autobus completamente vuoto “mi hai ingannata?”

“Chi io? No, no tesoro” diede risposta scuotendo la testa “sei tu che non hai letto attentamente… è colpa tua…guarda tu testa” concluse materializzando davanti agli occhi di Joan un vecchio pezzo di carta bruciacchiato sui lati.

Risaltava potente la firma del Diavolo e poi, a fianco, la sua firma scritta con proprio sangue. Joan in preda all’angoscia scorse velocemente tutte le clausole del contatto, fino a quando si imbatte in una piccola nota… l’orrore le afferro il cuore e la mente.

“Non posso” balbettò agghiacciata “non lo farò mai”

Lui sorrise felice come poche volte lo era stato “Oh si che lo farai Joan…lo farai e nulla ti impedirà di essere mia… nulla, nemmeno Dio!” disse godendo e sogghignando “non potrai tornare nel mondo del Padre Eterno…”

 

Fine 1° capitolo

   
 
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