L’UOMO CHE NON VUOL VEDERE
Quanto lontana sta la verità dall’uomo che non vuol vedere?
Scuoti la testa, negalo.
Ogni parola detta rimane un piccolo germoglio di granturco,
ogni frase fatta rimane un piccolo bocciolo di rose,
nella mente dell’uomo che non vuol vedere.
Apri le mani, o piccolo uomo,
la vedi la luce del sole? Le vedi le stelle lontane?
Apri la mente, o giovane uomo,
sfida il tuo io, sfida il tuo pensiero
e potrai arrivare a toccarli, i tuoi astri.
E nell’opaca luce della sera sarai lì,
li sfiorerai con le tue pallide dita, non più bambine,
e la tua mente germoglierà come un campo in primavera.
E nella fievole luce del giorno sarai tornato, o grande uomo,
e insegnerai a vedere, come vedo io, come vedi tu.
Quanto lontana sta la verità dall’uomo che non vuol vedere?
Ti domanderai, incerto, rosso in viso.
I tuoi occhi allora si faranno lucidi,
lacrime dolci scenderanno sulle tue gote pallide,
sulle tue labbra stanche si accennerà un sorriso.
Siediti, o vecchio uomo,
chinati al suolo freddo e nudo, tocca la terra umida.
Non è mai troppo tardi per vedere, o antico uomo,
sdraiati sul prato gelato d’inverno, senti le ossa che tremano,
allora le tue gote si faranno rosse e le tue labbra saranno piene di vita.
E ora guarda, lo vedi? Non è difficile.
E ora svuotati da tutto ciò che è superfluo, lo vedi? Non è difficile.
Guarda con la mente, o uomo che eri,
e fuggi le fantasie.
Quanto lontana sta la verità dall’uomo che non vuol vedere?