Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ma89vi    23/12/2011    3 recensioni
"Perchè l'hai fatto?
Perchè hai tradito la mia fiducia?"
Mamoru non gliela aveva semplicemente portata via. Si era preso tutto di lei: il suo corpo, il suo cuore... la sua anima.
E lui non era stato capace di impedirglielo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 13: tra finzione e realtà.

 

“Fosse facile...”, sussurrò disperato Mamoru mentre sentiva pronunciare le giuste parole dell’amico.

Dimenticarsi di Usagi... come ci sarebbe riuscito? Non ce l’avrebbe mai fatta. Era più semplice morire che cancellare quella pasticciona dal cuore.

Motoki lo guardava in modo duro, ma dispiaciuto. Non avrebbe mai voluto ferirlo, ma era stato necessario.

Per un attimo, lo sguardo di Mamoru si era perso nel vuoto.

Il ragazzo del Crown aveva maledettamente ragione. Che razza di uomo è colui che si innamora della donna di un amico? Non poteva proprio andare avanti in quel modo insensato... amare la ragazza di Seiya, comportarsi da codardo nei confronti del suo migliore amico non era nel suo stile. Anche confessare tutto a Motoki era stata proprio una mossa sbagliata!

Se solo la sua parte razionale l’avesse aiutato a spazzare via il sentimento che avvertiva dentro, non si sarebbe trovato in quella assurda situazione!

Si sentiva uno schifo, uno schifo unico, una persona orribile, ma nonostante tutto era felice, felice di amare lei, felice di aver sfiorato le sue labbra, di aver sentito il suo sapore, di aver toccato la sua pelle, accarezzato i suoi capelli...

Anche a mente lucida non ci riusciva. Non poteva continuare a fingere che Usagi non esistesse. Non poteva ignorare le emozioni che gli regalava il solo pensiero di lei. Anche se questo l’avesse ferito più di mille coltellate. Perché avrebbe sofferto per lei, anche solo vedendola camminare affianco a Seiya. Ne era consapevole, ma nonostante tutto era pronto. D’altronde a causa del passato che aveva, gli sembrava impossibile non provare dolore per qualcosa. Ma in questo caso l’avrebbe fatto con piacere. Perché lui l’amava e non poteva fermare un sentimento così meraviglioso. Né l’avrebbe portata via a Seiya: il cantante non aveva nessuna colpa se lui si era innamorato della sua ragazza. Non avrebbe dovuto pagare per un suo “errore”, se così poteva chiamarsi.

“Mamo, dì qualcosa...”, pronunciò flebile Motoki nel vedere che l’amico non aveva proferito nemmeno una sillaba dopo le sue parole.

“Scusa..”, rispose il dottore guardandolo negli occhi, come se volesse sfidarlo.

“Cosa vuol dire scusa?”, chiese impaurito il ragazzo. Non aveva mai visto Mamoru così determinato.

“Non posso. Non posso dimenticarmi di lei. Io la amo.”, chiarì in modo schietto il coraggioso medico. Non poteva rinunciare al suo amore.

“Mamo, non scherzare! Stai giocando con il fuoco! Ti scotterai!”

“Se è per questo, già mi sono scottato. E pure tanto. Ad ogni modo, non preoccuparti. Non ho intenzione di compiere nessuna altra azione sconsiderata. Non bacerò Usagi né le farò più dichiarazioni d’amore. Non farò soffrire Seiya. Semplicemente amerò la sua ragazza da lontano. E lui non saprà mai nulla. Anche perché tu non glielo dirai.”, gli disse francamente, ammutolendolo.

“Ma così ti farai solo del male! Come credi di affrontare i momenti in cui Seiya bacerà Usagi, l’abbraccerà o altro? Ti farà morire dentro! Devi lasciar perdere finché sei in tempo!”.

Motoki cercava di dissuaderlo in tutti i modi nel suo intento. Sapeva che Mamoru era un tipo che si sacrificava per gli altri, ma quello che stava facendo a Seiya era sì sbagliato perché non avrebbe mai dovuto innamorarsi della sua ragazza, ma era altresì corretto perché sapeva che non avrebbe mai permesso a nulla di farlo soffrire. Nemmeno a un amore forte e prepotente come quello che stava provando per Usagi.

“Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro. Cosa faresti tu se io ti dicessi di rinunciare a Makoto?”, gli domandò Mamoru, sicuro di ricevere la risposta che voleva sentire da lui.

“Non ci riuscirei mai perché la amo più della mia vita!”, rispose il biondo riuscendo a mettersi nei panni dell’amico.

“Ecco, anche per me è così. Solo che tu sei stato più fortunato di me perché lei sta con te, è tua moglie. Usagi, invece, forse non sarà mai mia e anche se mi ama, non lascerà in nessun caso Seiya perché non permetterebbe mai che la mia amicizia con lui venga rovinata per colpa sua.”, concluse Mamoru, sfinito, buttandosi di peso sul divano.

Motoki ammirava la forza che il giovane possedeva. Se fosse stato al suo posto, non ce l’avrebbe fatta sicuro.

“Come puoi affermare che lei ti ami?”, chiese, assalito dai dubbi e dalla tanta sicurezza con cui l’amico l’aveva pronunciato.

“Lo sento semplicemente. E poi me l’ha anche dimostrato con le azioni che ha intrapreso come per esempio decidere di concedersi a Seiya...”, rispose amaramente il dottore, mentre il suo cuore sanguinava al solo pensiero di Usagi sfiorata dalle mani dell’amico.

“Lo vedi che ti fai del male, Mamo?”, disse Motoki, dandogli una pacca sulla schiena.

“Lo so.”, si limitò a pronunciare il ragazzo. Una lacrima gli scivolò sul viso inaspettatamente. Il ragazzo del Crown se ne accorse.

“Ti aiuterò io Mamo, tranquillo!”, lo incoraggiò.

“Grazie, Motoki. Sei un amico. Non so perché ti ho confidato questo mio malessere, ma mi fido di te. Ti prego di non farne parola con nessuno e...”

Si bloccò. Un rumore lo fermò.

Makoto aveva aperto la porta della cucina con il volto rigato dal pianto.

Alla sua vista, i due ragazzi si spaventarono.

“Amore che hai? Perché stai piangendo?”, chiese un disperato Motoki nel veder sua moglie così disperata.

“Hai sentito tutto, vero?”, le chiese il medico con dolcezza.

“No, sono state le cipolle che stavo tagliando...”, disse poco convinta la mora.

“In realtà, ho ascoltato ogni singola parola. Mamo, deve essere terribile quello che provi!!!”, continuò frignando ancor più forte.

In fondo, era cosa ben nota la passione di Makoto per le storie strappalacrime.

Su consiglio di Usagi, aveva tenuto d’occhio Mamoru. O meglio, aveva origliato la sua conversazione stando vicinissima alla porta della cucina. Ed era così venuta a conoscenza di un segreto che l’aveva colpita dritta al cuore. Forse troppo.

“Mako Mako, su calmati!”, provò a consolarla Mamoru, alzandosi dalla poltrona e abbracciandola.

“Ma come faccio a non piangere Mamo! È ammirevole la tua forza d’animo! Diglielo anche tu, amore”, disse guardando il marito per avere un incoraggiamento da lui che non arrivò. Motoki la guardava perplesso.

Makoto si sentiva male perché conosceva anche i sentimenti della sua amica. Pur non volendoglielo ammettere che fosse innamorata di Mamoru, lei l’aveva intuito benissimo. Purtroppo c’era Seiya in mezzo a loro due ed era sbagliato anche un loro singolo avvicinamento.

“Senti amica mia, non dire mai niente a nessuno di quello che hai udito. Soprattutto ad Usagi. Non voglio che si faccia problemi a causa mia.”, si fece promettere il medico. La sua odango non avrebbe dovuto sapere. Sarebbe stato troppo umiliante per lui.

“D’accordo, Mamo. Farò come dici. Ora però venite a tavola. È pronta la cena.”, concluse allontanandosi in cucina seguita a ruota dai due ragazzi.

 

Casa Kou.

Dopo aver accompagnato la sua Usagi a casa, Seiya era di corsa tornato nella sua abitazione.

Non sapeva perché avesse corso.

Forse per non pensare al rifiuto della sua ragazza. Forse per dimenticare i suoi occhi colmi di lacrime. O forse per scordarsi delle sue mani che lo respingevano.

Quella che sarebbe dovuta essere la serata più memorabile della sua vita, si era presto trasformata in quella più sbagliata.

Lei non era pronta. Come aveva potuto credere il contrario? Beh, in fondo era stata lei a suggerirglielo, ma alla fine cosa significava? Aveva preso un abbaglio!

Era vero però che dopo sei mesi di fidanzamento una cosa normale come il fare l’amore era più che logico. Perché allora lei non ci riusciva?

Forse non l’amava abbastanza? Ma no, questo era impossibile.

“Ehi, bentornato fratellino!”, lo salutò Yaten con un sorriso malizioso, non appena il ragazzo varcò la porta d’ingresso.

“Ciao Seiya!”, gli disse Taiki, più pacatamente del fratello.

“Ciao.”, si limitò a pronunciare il cantante, scocciato. Quei due erano gli ultimi che avrebbe voluto vedere. L’avrebbero tempestato di domande e lui non aveva nessuna voglia di rispondere.

“Lasciatemi in pace.”, tuonò subito, andando in camera sua.

“Ahi, ahi. Deve essere andata male con Usagi!”, esclamò Yaten guardando Taiki che stava componendo una canzone aiutandosi con il pianoforte.

Entrambi i ragazzi raggiunsero Seiya nella sua stanza.

“Su fratellino, raccontaci!”, lo stuzzicò il ragazzo dai capelli color dell’argento.

“Cosa ti dovrei dire?”, gli rispose, tirandogli un cuscino in pieno viso.

“Dai Seiya! lo sai che Yaten fa il duro, ma in realtà si preoccupa per te!”, lo rimproverò Taiki.

“Scusa,fratello. Anzi scusatemi entrambi. È solo che questa serata è stata un disastro! All’inizio sembrava tutto perfetto, ma poi lei mi ha letteralmente rifiutato! Dice che si era sbagliata, che non era affatto pronta.”, rivelò loro il cantante.

“Cosa?”, dissero in coro i due ragazzi, osservandolo con occhi stupiti.

“Proprio così. Non guardatemi in quel modo...non me lo aspettavo neanche io!”, continuò sconsolato.

“Dai, tranquillo Seiya. Sai come sono le ragazze... sono strane! La prossima volta andrà meglio!”, lo consolò Taiki, accarezzandogli i capelli.

“Mamma che fragatura quella Usagi!”, pronunciò Yaten senza pensare.

“Grazie Yaten. Tu sì che hai tatto!”, lo fulminò il ragazzo dai capelli castani. Non sopportava quando il fratello metteva il dito nella piaga.

“Ignoralo, Seiya.”

Il ragazzo lo guardava tra l’arrabbiato e il divertito. Poi aggiunse:

“E’ tutta la vita che non tengo peso delle sue parole e quindi...”

Drin drin drin!

“Adesso vai a rispondere tu, Yaten! Almeno fai qualcosa di utile!”, lo prese in giro il ragazzo col codino nero, ripresosi dal suo malessere iniziale.

“Ah, ah sei molto simpatico Seiya!”, gli rispose, avvicinandosi alla cornetta.

“Sì, pronto? Chi parla?”

“Casa Kou?”, dissero dall’altra parte in lingua inglese.

“Sì, sono Yaten Kou.”, rispose il ragazzo, guardando interrogativo i due fratelli che ascoltavano in silenzio e si chiedevano perché stava utilizzando la lingua anglosassone.

“Siamo della Moonlight. Lei e i suoi fratelli verrete ad incidere un cd qui da noi a Londra.”

 

Casa Tsukino.

Usagi camminava avanti e indietro nella sua stanza aspettando una chiamata di Makoto che non arrivava.

“Uffa, Mako-chan avevi detto che mi avresti richiamata!”, borbottò lasciandosi cadere sul letto. Fissava il soffitto e ripensava alle parole dell’amica.

“Tu devi pensare a Seiya!”

Già, Makoto aveva ragione. Lei doveva occupare tutto il suo tempo a pensare al suo ragazzo, a vivere il suo ragazzo... ad amarlo. Rabbrividì a quel pensiero.

Perché si stava comportando da stupida? Seiya era così premuroso con lei. Ogni volta la faceva sentire una principessa e soprattutto l’amava.

Allora perché non riusciva a sentirsi completa insieme a lui?

Era davvero colpa di Mamoru? Quel suo amico venuto da Londra l’aveva stregata. Si era intromesso così prepotentemente nella sua mente!

Andiamo, non era più un’adolescente alla sua prima cotta! Era ormai una donna di 23 anni. Era grande abbastanza per non farsi abbindolare da certe cose.

Allora perché non faceva altro che rimuginare sul dottore? Era anche così antipatico con lei... chiamarla addirittura testa bernoccoluta! D’altra parte era anche stato così impulsivo, così dolce.

Sorrise, abbracciando il peluche a forma di coniglio che teneva sul letto. Assomigliava un po' a Mamoru.

Improvvisamente si ridestò da quel torpore. Non poteva paragonare Mamoru ad un coniglio. Lui non lo era stato. Le aveva subito rivelato i suoi sentimenti. Si era subito fatto da parte per il bene dell’amico.

Invece lei cosa stava facendo per Seiya? Lo stava forse illudendo? No, a voler bene gli voleva bene. Ma era davvero amore il suo? Non ne era più sicura.

Non era più convinta di nulla. Ogni azione che compieva sembrava inutile.

Aveva addirittura respinto il suo ragazzo.

Era stata proprio una bambina. L’aveva ferito perché non c’era riuscita. Non era riuscita a far l’amore con lui.

Perché pensava a Mamoru, al suo amico, quasi un fratello.

Mamoru, Mamoru... ora si trovava a casa di Mako. Chissà se avesse deciso di rivelare ogni cosa a Motoki. Chissà se Makoto avesse scoperto qualcosa di nuovo.

Sospirava, con la mente sconnessa.

Basta, non doveva più rifletterci. Era giunto il momento di dormirci su.

Si infilò nelle morbide coperte e chiuse gli occhi. Voleva estraniarsi dalla realtà, voleva azzerare i pensieri nella sua testa.

Ma non ci riusciva. L’immagine di Mamoru gli scorreva nella mente come se fosse un film.

“Maledetto Mamoru! Anche nel sonno non mi lasci in pace!”, urlò stizzita.

Già, maledetto. Come il giorno in cui era tornato in Giappone. Come il giorno in cui si erano incontrati. Come il giorno in cui aveva capito di amarlo.

Si mise seduta improvvisamente, con le guance che bruciavano.

Amarlo? Come le veniva in mente! Non poteva provare amore per quel tipo.

Non poteva perché avrebbe provocato un casino allucinante.

Non poteva perché questo avrebbe messo fine alla amicizia tra lui e Seiya. Non poteva proprio permetterlo. E poi il suo ragazzo non avrebbe dovuto stare male per un suo “errore”.

Già, Mamoru era semplicemente una parentesi, uno sbaglio.

Cercava di trovare pace autoconvincendosi che fosse così. Con il tempo, sarebbe riuscita a dimenticarsi di lui. Soprattutto con l’aiuto di Seiya. D’ora in poi sarebbero stati maggior tempo insieme.

In questo modo Mamoru sarebbe stato solo un brutto e affascinante ricordo.

La ragazza non sapeva ancora, però, che presto il suo ragazzo sarebbe partito per un lungo viaggio, lasciandola lì con dubbi e paure.

 

Ore 4.30 casa Chiba.

Mamoru si girava e rigirava nel letto senza riuscire a prendere sonno.

Era inevitabile: la cena di Makoto era stata buonissima, ma pesante. La ragazza presa dall’euforia del momento aveva cucinato di tutto e di più: timballo di patate, pollo al curry, stufato di maiale, verdure grigliate e pesce al vapore. In più la torta di mele e il tiramisù avevano completato l’opera.

Sorrise. Era davvero tanto tempo che non mangiava così bene circondato dall’amore dei suoi amici. Gli erano stati molto vicini quella sera.

Non l’avevano giudicato, ma capito. L’avevano quasi rincuorato. Per lui questo era più importante di qualsiasi altra cosa.

Decisamente aveva fatto bene a confidarsi con loro due. Ne aveva sentito proprio il bisogno.

 

Bip,bip! Bip, bip!

 

Un messaggio era arrivato sul suo telefonino.

“Chi è a quest’ora?”, disse tra sé e sé, alzandosi dal letto e afferrando il cellulare.

C’era un sms di Seiya.

Ciao Mamo. Scusami per stasera se non ci siamo visti, ma ho avuto da fare con Usa.

“Già so cosa hai avuto da fare...”, pensò stringendo ancora di più il telefono tra le mani. Avrebbe avuto voglia di scaraventarlo sul muro per la rabbia. Ma non poteva. Doveva andare avanti nella lettura.

Comunque volevo dirti che tra mezz’ora parto per l’Europa, precisamente vado a Londra. Io e i miei fratelli abbiamo vinto un concorso con la casa discografica Moonlight e incideremo un disco. Ci hanno avvisati poco fa. Starò via per 5 mesi circa. Mi piacerebbe salutarti. Scusa se ti ho avvertito solo ora ,ma non ho avuto un attimo di tempo. Vieni tra poco in aeroporto, ti prego. Ti voglio bene, Seiya.

Dopo aver scoperto il contenuto dell’sms, il ragazzo ebbe un attimo di esitazione.

Le gambe gli tremavano e a causa di ciò dovette sedersi un attimo.

Seiya stava per partire. Non se l’aspettava proprio una cosa così improvvisa.

Cinque mesi in Inghilterra. Cinque mesi senza Usagi.

Già, Usagi. Chissà se la notizia l’avesse sconvolta quanto lui.

Lei avrebbe sofferto.

Gli sarebbe mancato molto. O forse invece no. Forse si sarebbe accorta di commettere uno sbaglio continuando a stare con lui. Forse avrebbe capito che continuando a scappare non era la soluzione più giusta, più matura.

No, non poteva pensare a lei adesso. Doveva smetterla con quei pensieri improbabili.

Doveva vestirsi e andare all’aeroporto.

Seiya aveva bisogno di lui. Forse per l’ultima volta.

Fatemi sapere i vostri pareri se vi va! Buone Feste a tutti!^^
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ma89vi