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Autore: Lilianne    23/12/2011    1 recensioni
Fra le striature rossastre caratteristiche dell’imbrunire e un paio di nuvole che vagavano solitarie, riuscii a leggere un enorme scritta di colore rosa, evidentemente creata per mezzo di un aereo. Era a dir poco stupenda.
“Vuoi sposarmi?”
C: Oh mio Dio, chissà per chi è quella scr…
Mi voltai all’indietro, e non so come ma ebbi la sensazione che quella scritta in cielo fosse dedicata a me. Il cuore mi saltò in gola e il sangue mi si gelò nelle vene vedendo un Joseph Adam Jonas con occhi sognanti, in ginocchio, esattamente di fronte a me, che stringeva fra le mani una scatolina di un inconfondibilmente color Tiffany & Co. con all’interno un meraviglioso anello di fidanzamento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Why the best people die?
 



Parla Cristina.

 

C: Stringimi la mano. Ti prego, stringimela forte. Chiesi a Joe piangendo mentre venivo trasportata al di sopra di una barella nelle corsie dell'ospedale nel quale ero stata ricoverata tempo addietro. Indossavo una camicia da notte estremamente larga a maniche corte, decorata con dei pois grigi qua e là.

Il sudore cominciò a scendere dalle mie tempie e la mia fronte era completamente bagnata. Qualcuno la stava leggermente tamponando. Sentivo un fuoco dentro me.

Ero sola.

Riuscivo ad emettere solamente violente grida.

C: Joe ti prego stringimi la mano te ne supplico! Le lacrime cominciarono a scendere dagli occhi per il lancinante dolore provocatomi da mia figlia al mio interno che voleva nascere in tutti i modi in assenza del padre.

Non c'era nessuno.

C: Ti prego Joseph non lasciarmi sola te ne prego! Continuavo ad urlare il suo nome. Ma lui non rispondeva. Lui non c'era più.

L'uomo al comando del lettino cominciò ad andare più veloce verso una violenta luce gialla, quasi accecante tanta era la potenza che aveva.

Andava sempre più forte mentre gridavo il SUO nome fra il pianto e la sofferenza.

Poi ad un tratto tutto cessò.

Il buio.

 

 

Mi svegliai improvvisamente.

Ero ancora lì, sdraiata sopra quel maledetto ed opprimente letto di ospedale.

All'interno della piccola stanza vi erano due persone.

Il medico che monitorava il mio stato di salute da circa due settimane e una giovane infermiera che iniettò nella mia flebo della morfina per l'ennesima volta.

C: Che cosa sta succedendo? Domandai terrorizzata alzandomi adagio con l'aiuto delle mie stanche braccia dal letto. L'infermiera fece come per bloccarmi.

D: Signorina, non so più come dirglielo ma...si deve calmare, deve cercare di rilassarsi! Affermò l'uomo, tenendo il risultato delle mie analisi fra le mani, in maniera estremamente gentile avvicinandosi piano piano a me.

Io non risposi, bensì cercai con tutte le mie forze di trattenere la lacrime che sembravano volessero scoppiare all' interno dei miei occhi che per la troppa debolezza erano diventati di un color marrone smorto.

D: Lo capisce che è per il bene della bambina? -Egli indicò con lo sguardo il mio sporgente ventre rigonfio- e poi deve cercare di mangiare! Non può nutrirsi solamente per mezzo di farmaci signora Jonas! Esclamò lui con fare quasi simpatico.

C: Non mi chiami più così! Dichiarai lui con un tono di voce tagliente e più freddo del ghiaccio fissando il vuoto.

D: Mi dispiace deluderla signorina, ma qua sopra c'è scritto così! Jonas è il suo cognome da sposata! Accennò quasi una mezza risata cercando di mostrarmi la cartellina che teneva ben stretta fra le mani.

C: Mio marito è MORTO! Hanno ucciso la mia unica ragione di vita e nessuno vuole dirmelo a causa di questa COSA che si è impossessata del mio utero da ben 6 mesi! Lo so. É così... Ribadii io decisa fissando il vuoto imperterrita.

Con questa affermazione riuscii a stroncare qualsiasi risposta del dottor Smith. Lasciò la stanza pochi secondi più tardi in silenzio.

Improvvisamente scorsi una sagoma alta appoggiata allo stipite della porta. indossava una giacca grigia e dei jeans scuri. Quei ricci non mi erano per niente familiari...

K: Cri... avanti, su devi mangiare! Kevin si sedette sulla piccola seggiola riposta al lato destro del letto riponendo una ciotola di pasta e broccoli chiusa sopra il comodino accanto.

C: No. Voglio solo vederlo! Tuonai io nuovamente con lo sguardo assente.

K: Cristina, Joe adesso si trova in terapia intensiva, non possiamo vederlo neanche noi! Tentò di spiegare Kevin invano stringendomi forte la mano.

C: Bugia! Risposi lui abbassando gli occhi con voce tagliente. Una lacrima rigò la mia guancia per poi depositarsi sul lenzuolo bianco che mi avvolgeva.

C: Kevin, se lui muore, voglio morire insieme a lui. Lo faccio. Mi ammazzo. Non voglio vivere senza lui al mio fianco, non ce la faccio. La mia vita non sarebbe niente senza lui. Non voglio mettere al mondo nostra figlia senza la presenza del padre. Voglio che lui mi stia accanto al momento della nascita di Tiffany. Voglio crescerla insieme a lui, ma lui morirà. Io ho bisogno di tuo fratello, Kevin, più di ogni altra cosa al mondo. Non voglio perderlo per sempre... ti prego aiutami! Fai qualcosa te ne prego...

Scoppiai in un pianto di atroce sofferenza mentre Kevin mi strinse forte a se.

Egli tentò di placare le lacrime che oramai rigavano incuranti le mie guance lattacee e scavate.

 

In quel momento desideravo solo certezze.

Eppure non era possibile.

In quel momento desideravo il suo braccio intorno ai miei fianchi.

Eppure non poteva succedere.

In quel momento desideravo che mi scattasse l'ennesima foto che ritraeva la mia nuda pancia rigonfia.

Eppure lui non era accanto a me.

In quel momento desideravo udire il suono penetrante della sua inconfondibile risata.

Eppure non riuscivo a sentirla.

In quel momento volevo affondare le mie dita fra i suoi morbidi ricci neri appena accennati.

Eppure non mi fu consentito.

In quel momento volevo fare l'amore con lui, come ogni notte.

Eppure non sentivo il calore della sua pelle circondare la mia anima fredda.

In quel momento avrei preferito morire.

Eppure riuscivo ancora a respirare.

 

K: Nonostante tu sia una ragazza estremamente giovane, sei altrettanto forte, e nel profondo del tuo cuore so che tu ne sei consapevole. Da sola hai combattuto molte battaglie, e sei riuscita a superarle tutte. Ehi, tu sei quella stessa ragazza che è riuscita a convivere in assenza del ragazzo che amava più di qualunque altra cosa al mondo per ben due anni, nel pieno dell'adolescenza e dall'altra parte del mondo. Tu sei la ragazza che ha smosso mari e monti a costo di diventare una stilista di fama internazionale. Tu sei la ragazza che ha stretto i denti, non badando ai pregiudizi della gente che ti diceva “puttana” solamente perchè da una piccola cittadina della Toscana sei arrivata a Los Angeles invadendo Tabloid di tutto il globo terrestre che ti ritraevano mano per mano con il mitico Joe Jonas, il ragazzo che milioni di ragazze vorrebbero al proprio fianco, nonostante tu fossi solo una sconosciuta e avessi ben 7 anni in meno di lui. Vedrai...TUTTI INSIEME vivremo vicini a te. Ti staremo accanto in qualsiasi momento. Ce la faremo, te lo assicuro. Riuscirai a far nascere questa creaturina anche senza l'aiuto di Joseph. Sarai capace di crescerla con il nostro aiuto. Ma ricordati, che anche se tutto non dovesse andare per il verso giusto, lui sarà vicino a te. Per sempre e sempre e anche lui...ti aiuterà. Fidati se ti dico, che tutto andrà per il meglio... Dichiarò Kevin trattenendo a stento i singhiozzi apparendo impavido, solamente per darmi coraggio di andare avanti e soprattutto quella forza che non riuscivo a trovare dentro di me. In quell'istante le sue mani simboleggiarono un appiglio al quale mi sorreggevo per evitare di sprofondare in un baratro in assenza di fine. Le sue mani calde e le sue parole furono capaci di riscaldare il gelo che regnava dentro me da troppo tempo.

C: Perchè sono sempre le persone migliori a doversene andare? Chiesi avvicinandomi di più a Kevin come per cercare quel tepore che tanto bramavo continuando a piangere.

K: Vedi...se tu ti trovassi in un campo colmo di fiori sceglieresti sicuramente quelli più belli. Questo è ciò che fa Dio con noi: siamo i suoi fiori e lui porta a se solamente quelli rari e meravigliosi... Joe è forte Cristina, fidati se ti dico che ce la farà. Ne sono più che certo. Confessò Kevin asciugando l'ennesima lacrima che cadde dai miei occhi oramai rossi.

C: Grazie. Grazie perchè mi stai dando forza. Grazie perchè in un modo o nell'altro mi fai capire che forse,una speranza c'è...

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Oooooookkkkkeeeeyyyy. Lo so già. Sono stata assente per quasi 3 mesi. Lo so lo so. Nel giro di questo poco tempo sono successe tante di quelle cose che...

Va bene. Devo smettere di fare la ganza.

Spero che questo capitolo,beh...come dire... solleciti un pochiiiiinoiiiiinoiiiinoiiiino le vostre recensioni. Ma pochino pochino eh! *si prende un boccolo e se lo arriccia fra le dita per l'imbarazzo*

Mi raccomando eh!

Baci

Cri

 

 


 

  
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