4. What’s in a name?*
La voce profonda di Usami-san mi avvolse in una carezza di velluto, mentre lui era intento a raccontarmi altri dettagli della sua vita. Ancora non riuscivo a spiegarmi il motivo per cui quell’uomo, di cui io non ricordavo assolutamente nulla, si ostinasse e rendermi così partecipe delle sue vicissitudini, ma non potevo negare che quella sua affabilità mi faceva molto piacere, anche se mi sembrava quasi fuori luogo.
« Misaki, sei stanco? », chiese l’uomo, liberandomi dall’intricata catena di pensieri che mi aveva intrappolato.
Solo allora mi resi conto di non aver ascoltato nemmeno una parola dell’interminabile discorso di Akihiko, che, seduto sulla sedia vicino al mio letto, mi guardava con aria interrogativa.
Cercai così di giusificarmi, anche se mi sentivo terribilmente in colpa per essermi distratto. « Si... un po’.... questa notte non ho dormito molto... », mentii, sicuro che il rossore sulle mie guance mi avrebbe tradito. Nonostante fosse palese che quella che avevo usato fosse una banale scusa, Usami-san mi sorrise dolcemente. « Allora è meglio che ti riposi... credo che quando tuo fratello verrà, vorrà sottoporti ad una seduta intensiva, quindi... Io ne approfitto per prendere un caffè... », disse, per poi alzarsi ed avvicinarsi con la mano ai miei capelli. Il mio cuore perse qualche battito, prima di iniziare ad accellerare il suo ritmo, mentre la solita nostalgia mi invadeva. Istintivamente, chiusi gli occhi, aspettando di sentire quel tocco, che, però, non arrivò. Confuso, alzai lo sguardo verso l’uomo, paralizzato davanti a me, con la mano ancora sospesa in aria.
« U..sa..mi..? », quelle poche sillabe uscirono involontariamente dalle mie labbra socchiuse, mentre Akihiko sembrava riprendere il controllo di sè e, abbassando il braccio teso, si limitò a sussurrare: « Dormi, Misaki... », per poi uscire dalla stanza.
Perplesso, rimasi ad osservare l’intonaco giallastro del soffitto, mentre aspettavo l’arrivo di mio fratello. Per rilassarmi, decisi di riposare un po’ gli occhi, ciononostante rimasi sempre attento ad ogni singolo rumore che percepivo intoro a me.
Non erano passati nemmeno dieci minuti, che i passi veloci di Takahiro risuonarono lungo il corridoio, mentre la sua voce si alternava a quella triste di Akihiko. I due ragazzi si fermarono davanti alla porta delle mia stanza, immersi in una fitta conversazione. Le loro parole, appena sussurrate, facevano fatica a giungere al mio orecchio, ma io ero troppo curioso per arrendermi alla realtà, così, fingendo di dormire, cercai una posizione più favorevole per l’ascolto.
« Mi dispiace, Usami-san... ma il dottore non sa più cosa fare... ha detto che dovremmo iniziare a prepararci all’eventualità che Misaki non recuperi più la memoria.... », mio fratello sembrava davvero sconsolato ed io inizia a preoccuparmi seriamente.
« Ma aveva anche detto che si trattava di un’amnesia momentana! », sentii ribattere Akihiko, subito interrotto dal suo interlocutore. « Lo so... ma, anche dopo tutti questi giorni, Misaki non sembra dare i risultati che ci si poteva aspettare... non c’è cura per questo, e lo sai anche tu! Abbiamo provato... Capisco che per te sia doloroso... ma... »
« No! Non lo accetto! », la voce di Usami-san sovrastò appena il sonoro colpo che, con ogni probabilità, aveva appena assestato alla parete vicino a lui. « Lui non può dimenticare... non dopo tutto quello che è successo! », ora il tono dell' uomo si era nuovamente affievolito, ma rimaneva comunque evidente una nota di disperazione.
« Non posso farci niente, Akihiko... questa sera dimetteranno Misaki e così verrà a stare da me... è l’unica soluzione... », mio fratello aveva appena ripreso la parola, quando nella mia mente riaffiorò uno strano ricordo. Rivedevo me stesso, nella mia lussuosa casa, mentre Takahiro mi faceva la stessa proprosta d andare a vivere con lui, proposta che io sembravo intenzionato a declinare.
Stupito per quell’ inaspettata visione e per il silenzio che regnava nella stanza, riaprii gli occhi, lasciando che mio fratello e Usami-san si accorgessero che ero sveglio.
« Ah, Misaki... ho una bella notizia da darti! », iniziò Takahiro, rivolgendomi un sincero sorriso, mentre l’espressione di Akihiko si faceva sempre più addolorata.
Io cominciai, quasi inconsciamente, a scuotere la testa. « No.. io.. io non posso... io non posso venire a vivere con te! », le parole uscirono titubanti dalla mia bocca, mentre sentivo calde lacrime scendere a rigarmi il viso.
« Cosa stai dicendo, Misaki?! », si affrettò a chiedere mio fratello, preoccupato.
« Non lo so! », ammisi, sconfortato per la mancanza di collaborazione della mia memoria.
« Dove vorresti andare a vivere? », insistette Takahiro, mentre il mio sguardo era stato catturato da Usami, che mi fissava con aria stupita.
« A casa... mia... con... con... con... », inutile, non ci riuscivo, non riuscivo a completare i miei ricordi! C’era qualcosa che non andava! Sentivo che la risposta da dare era: Usami-san, eppure quel nome non mi convinceva! No, non era lui... nei miei ricordi non c’era nessun Usami Akihiko!
« Non lo so... », iniziai a fringare, disperato, prima che i miei lamenti venissero soffocati dalle labbra di Usami, che presero prepotentemente possesso delle mie. Confuso, sgranai gli occhi, mentre le grandi mani di quell’uomo mi accarezzavano le spalle, la schiena, scendendo sempre più in giù. Il mio corpo reagì in modo completamente insaspettato a quegli abbracci, a quei baci lascivi e passionali, tanto che le mie guance si imporporarono per l’imbarazzo. Nonostante le mie sommesse proteste, Akihiko non sembrava intenzionato a voler smettere, anzi, sembrava chiedere ed ottenere sempre di più.
Appena le mie labra furono libere, non riuscii più a trattenere un grido isterico.
« Baka-Usagi! »
* Shakespeare, Romeo and Juliet, atto II, scena II
Il mio angoletto
Eccovi un quarto capitolo un po' striminzito, ma di notevole importanza! Forse ho fatto accadere tutto un po' velocemente; devo ammettere di essere ancora u po' dubbiosa, quindi, magari, potrebbe anche esserci qualche cambiamento (che, in quel caso, non tarderò a comunicarvi). Comunque, questa è la prima versione, forse ufficiale; aspettando vostri commenti e consigli, vi lascio....
Alla prossima...