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Autore: Sherlock Holmes    23/12/2011    4 recensioni
Un pendolino davanti agli occhi.
Due uomini intrappolati nei propri sogni... Nei propri incubi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il fuoco si spense, ma me ne accorsi solo dopo un po’ di tempo, quando, cioè, il freddo nella mia stanza si fece pungente.
Sbuffai, puntando i gomiti a terra e abbandonando le carte sul parquet.
Mi sollevai, dirigendomi verso il caminetto, con l’intenzione di riavvivare il fuoco.
In quell’istante, sentii bussare.
I passi di Mrs.Hudson riecheggiarono nell’appartamento. La porta d’ingresso fu spalancata.
- Che modi!- esclamò Mrs. Hudson.
Probabilmente, l’ospite non si era nemmeno presentato ed aveva preteso di essere fatto entrare.
- Dov’è Herr Holmes?- chiese alla padrona di casa colui che aveva fatto irruzione.
Il suo forte accento tedesco non dava adito a dubbi sulla sua provenienza.
- Chi è lei!?- chiese la mia nanny, intimorita.
- La prego, mi dica dov’è!- continuò, con voce tremula.
Uscii di slancio dalla mia camera, revolver in mano, gettando la vestaglia sul corrimano.
Scesi i gradini a quattro, nascondendo la pistola.
- Credo che stia cercando me, signore.- gli dissi, piombando davanti a lui e scostandolo dalla padrona di casa.
- Oh, Herr Holmes, è lei! Venga con me!- esclamò il tedesco, tralasciando i convenevoli e afferrandomi il braccio.
- Forse nel suo paese non è costume presentarsi… Ma in Inghilterra, sì.- ribattei, aspro, scrollandomi dalla sua presa.
- Non c’è tempo, Herr Holmes! Si tratta del doktor Watson!-
Incurvai un sopracciglio.
- Come dice?-
- Ha capito… Ha capito! Venga!-
- Che è successo?-
- Può diventare grave, Herr Holmes…-
- Oh, cielo…- esalò Mrs.Hudson.
- Che cosa è successo?- ripetei.
- Le spiegherò mentre andiamo!-
 
Che cosa era accaduto al mio compagno di stanze?
L’uomo di fronte a me tremava. Era a dir poco sconvolto.
Questo mi fece preoccupare per la sorte di Watson. Ero terribilmente in ansia.
 
Agguantai il cappotto ed un cappello.
- Non si angosci, nanny… Rincaserò presto. E il dottor Watson tornerà con me. Sano e salvo, a dispetto di qualsiasi cosa sia successa.-
La signora Hudson annuì lentamente, con gli occhi spalancati per l’affanno.
- Oh, in che guaio si sarà cacciato il dottore…- la sentii mormorare, mentre, accompagnato dal tedesco, uscivo dalla porta.
 
 
Il tedesco mi fece salire su una carrozza, appostata davanti al 221B.
Battè contro il finestrino, al che il mezzo di trasporto prese velocità.
Gli occhi dell’uomo, di un azzurro spettrale, si fissarono nei miei.
- La avverto.- iniziai - Non sono affatto un ingenuo. Se questo è una specie di trappola…-
L’uomo scosse la testa. – Nessuna trappola.-
Poi, le mani del tedesco ricominciarono a tremare:- Il doktor Watson ha insistito per farsi ipnotizzare… E non si sveglia più.
- Ipnotizzare? Watson? Ma è ridicolo! Lui non crede in queste fandonie.-
- Queste fandonie, come le chiama lei, potrebbero costare la vita al doktor, Herr Holmes…-
Mi sporsi verso di lui.
- Si spieghi meglio.-
Estrasse dal taschino degli occhiali a pince-nez e prese a strofinarne le lenti con la manica della camicia.
- Io sono un doktor e seguo, ormai da tempo, i principi del maestro Sigmund Freud.-
 - Lei è un freudiano, quindi…-
- Esattamente. Sono stato io a chiamare John Watson per un… com’ è che lo chiamate voi? Ah… Consulto. Dopo aver visto il mio paziente guarire dal suo male con l’ipnosi, ha voluto provare anche lui. Ma… Non si è ripreso più.-
Poggiai le spalle sullo schienale:- Ammetto che non sono molto ferrato su questioni paramediche…-
Il tedesco si alterò:- La mia non è una imitazione di medicina, è la medicina.
Storsi le labbra.- Perdoni il mio scetticismo… Ma non credo che riuscirei ad accettare l’ipnosi come una cura…-
- L’ipnosi risolve tutte le malattie della psiche. Permette di accettare l’es, cosa che tanti non fanno… Lei per primo.-
- L’es?- chiesi, curioso.
- Nella parte della nostra mente chiamata es risiedono tutti gli istinti… E lei, con la sua razionalità, che risiede nel super io, non accetta le inclinazioni primordiali… E quindi, rifiuta l’irrazionale. Il suo io è dominato dal super io.-
- Non desidero parlare del sottoscritto, ma di Watson!-
Il freudiano si mise gli occhiali in bilico sul naso.
Sembrava essersi calmato. Parlare della sua professione e delle sue teorie lo aveva rilassato.
- Il doktor Watson è ora in preda al suo es.-
- Quindi?-
- L’es si manifesta con i sogni. I sogni sono, infatti, irrazionali.-
- Mi sta dicendo che Watson è intrappolato in un suo sogno?-
Mi sembrava una cosa grottesca.
- Sì. Più precisamente, è bloccato nella sua mente.-
- E non può schioccare le dita per svegliarlo?- gli chiesi, sarcasticamente. I freudiani erano famosi per i risvegli a schiocco di dita…
- Lei crede che sia così semplice? Il doktor deve accettare il suo es, altrimenti l’ipnosi non si rompe!-
- Deve quindi andare fino in fondo al suo sogno?-
Il tedesco annuì.
- Allora perché ha chiesto il mio intervento?-
- Perché quella che il dottore sta combattendo è una battaglia che può essere vinta in due.-
La carrozza si fermò.
Il freudiano si sporse verso me:- Ciò che accade nella mente del doktor Watson, per lui, è reale, perché si è autoconvinto che è così. Se non supera tutto questo… Ne può morire.-
Fece una pausa, aprendo lo sportelletto della carrozza.
- Io le chiedo, Herr Holmes, di entrare nella mente del suo amico e di aiutarlo ad uscirne. Lei è disposto a farlo? Sappia che, accettando, dovrà affrontare il suo es.-
- I miei sogni?- domandai.
Il tedesco scese con un balzo:- I suoi incubi, Herr Holmes. I suoi incubi.-

 
  
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