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Autore: LoveYourself_    23/12/2011    4 recensioni
E' possibile procurarsi una stupida punizione proprio l'ultimo giorno di scuola, tre giorni prima dell'attesissimo 25 Dicembre? Oh si, è possibile. Ma la magia del Natale riesce ad entrare anche nell'aula 'Detenzione' cambiando il destino di due ragazzi alle prese con una prof fuori dagli schemi e un albero da decorare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inaspettato come un trifoglio irlandese
 


Era strano vedere la scuola deserta. I corridoi vuoti, i laboratori chiusi, le luci delle aule spente facevano presagire l’imminente arrivo del Natale. Era stato addobbato un alberello dagli studenti, i quali avevano subito colto l’occasione per attaccarci non solo palline colorate e nastri luccicanti ma anche lettere divertenti per prendere in giro i loro amici e i prof e per non farsi mancare niente, dichiarazioni d’amore, firmate ed anonime. In cima all’albero spuntava un grande puntale a forma di stella, di un color bianco agghiacciante, che dava un tocco d’eleganza e sobrietà.
Il silenzio che attraversava le mura della scuola era interrotto dal rumore dei passi proveniente dal corridoio principale che si dirigevano svogliati nella stanza “Detenzione”.
Julia non aveva ancora una chiara idea sul perchè la professoressa Smitherson avesse deciso di metterla in castigo quel pomeriggio, proprio l’ultimo giorno di scuola. Non era mai corso buon sangue tra le due, questo era vero, ma quella punizione davvero non se la meritava. Aveva tirato un pugno ad un compagno ma solo perchè quest’ultimo l’aveva esplicitamente insultata. E una cosa che la mandava su tutte le furie era quella di farsi mettere i piedi in testa. Per il resto, era una semplice ragazza, timida se non la si conosceva, simpatica e solare se si sa veramente di chi stiamo parlando. Non le piaceva stare al centro del mondo, preferiva starsene sulle sue, a leggere un buon libro magari o semplicemente a far viaggiare la mente. Quello le riusciva piuttosto bene: sognare era una delle poche cose che ancora non le era stato tolto.
Dopo aver riposto alcuni libri di scuola nel suo armadietto, si diresse nell’aula punizioni. Come aveva previsto, l’aula era deserta, i banchi completamente vuoti e tirati a lucido e le sedie perfettamente al loro posto.
Solo io potevo beccarmi un castigo l’ultimo giorno di scuola, pensò la ragazza, sedendosi su una sedia e cominciando a leggere Chocolat, l’ultimo dei suoi libri comprati in quel periodo.
D’un tratto la porta si aprì e nell’aula entrò un ragazzo accompagnato dalla professoressa Smitherson.
“Per colpa vostra, devo passare un altro pomeriggio in questa stupida scuola.” brontolò la professoressa sedendosi al suo posto dietro la cattedra.
“Abbiamo la stessa voglia che ha lei di rimanere qui, professoressa” il ragazzo si mise una mano tra i capelli, prendendo posto poco lontano da Julia. Era abbastanza alto, aveva dei capelli biondi molto chiari, folti, che sembravano non aver visto un pettine da giorni.
La professoressa gettò un’occhiataccia su di lui, prima di tirare fuori da una cartella alcuni fogli. La Smith non era una di quelle professoresse normali e volenterose di insegnare ai ragazzi tutto quello che sapeva. In realtà, aveva intrapreso la carriera di insegnante di matematica, solo dopo aver fallito l’audizione per il musical Les Miserables. Le leggende di corridoio dicevano infatti che la professoressa era stata in passato un’ottima attrice, cantante e ballerina. Ma forse il rifiuto nel cast teatrale l’aveva traumatizzata tanto da riversare la sua rabbia sugli allievi che capitavano alle sue lezioni. Ormai aveva sessant’anni belli e buoni, e neanche suo marito era stato in grado di sopportarla: era morto a cinquantacinque anni, in un incidente di lavoro.
Tutte le sfighe sono capitate a lei ma quella più grande a me che me la ritrovo come insegnante di matematica, pensò Julia, sbuffando involontariamente.
“Visto che avete tanta voglia di parlare e sbuffare voi due, vado a prendervi il materiale per fare un bell’albero di Natale, almeno questa stanza a qualcosa di enfatico” la professoressa uscì dall’aula sbattendo la porta abbastanza forte e lasciò soli i due ragazzi.
“Non sono l’unico scemo che si becca una punizione l’ultimo giorno di scuola, eh?” disse il biondo, lasciando il suo posto e sedendosi sul banco davanti a Julia.
“A quante pare. Tu perchè sei qua?” replicò la ragazza guardando il suo compagno. Che occhi, pensò.
“Ho chiuso un mio amico nel bagno, all’inizio doveva essere solo uno scherzo, ma ho accidentalmente dimenticato di tirarlo fuori. Si è incavolato di brutto ed è andato a lamentarsi dalla preside. Fortuna che non mi hanno sospeso.” il ragazzo abbozzò un sorriso, grattandosi la testa in modo piuttosto buffo.
“E tu, che ci fai qui?” riprese dopo un momento di puro silenzio.
“Ho dato un pugno in faccia ad un ragazzo che mi stava dando fastidio, a casa mia questa si chiama legittima difesa, ma la prof non ne ha voluto sapere di lasciarmi perdere, come al solito.” Julia chiuse il libro che fino a pochi minuti fa stava leggendo volentieri, capendo che la conversazione col ragazzo si stava facendo più stimolante del previsto.
“Interessante. Comunque, piacere, sono Niall” il ragazzo si sporse e allungò la mano verso Julia, che la strinse sorridente.
“Julia, piacere.”
La porta dell’aula si aprì di nuovo, e la professoressa entrò con una scatola di cartone quasi più grande di lei.
“Qui c’è l’albero e le varie decorazioni. Ci vediamo tra qualche ora, quando l’avrete finito e abbellito per bene” la donna prese le sue cose sulla cattedra e fece per andarsene.
“Prof, ma dove va? Non può lasciarci soli, siamo sotto la sua responsabilità” disse Julia, allibita dal comportamento dell’insegnante.
“Oh ragazzi, avete diciassette anni, la vostra responsabilità è nelle vostre mani e non nelle mie. Buon lavoro!” detto ciò, sorrise e girò i tacchi.
I due ragazzi si guardarono sorpresi, soffermando poi i loro sguardi sul grande cartone ai loro piedi.
“Beh, diamoci da fare, non ho voglia di rimanere qua tutto il pomeriggio.” Niall aprì la scatola, dalla quale spuntarono alcuni rami verdi.
“E quello sarebbe l’albero? E’ gigantesco, anche più grosso di noi, come facciamo a montarlo?”
“Ci inventeremo qualcosa. Hai un telefono?”
“Si, perchè?”
“Metti un po’ di musica, si lavora meglio con le orecchie occupate a fare qualcosa di piacevole.”
Julia sorrise. Amava la musica e sapere che anche Niall la pensava come lei le infondeva serenità e un pizzico di orgoglio.
I minuti passarono, i ragazzi erano riusciti a mettere in piedi l’albero, trovando nel cortile della scuola, vicino a tutti gli attrezzi da giardino, un grande vaso e della terra. Sistemarono i rami dell’abete, facendolo sembrare più grande e maestoso, dopodichè lo ricoprirono di luci colorate, nastri sfavillanti e palle di natale di ogni fantasia, colore e dimensione.
Niall cantava le maggior parte della canzoni che la riproduzione casuale del telefono passava e Julia non faceva altro che ammirare la sua voce: era bellissima.
“Canti proprio bene” disse la ragazza, alzandosi sulla punta dei piedi per appendere una pallina gialla e rosa.
“Grazie! Sto cercando altri ragazzi per formare un gruppo, mi piace la musica e cantare è una delle cose che mi riesce meglio. Tu canti?” chiese il ragazzo, asciugandosi la fronte con la mano. Nonostante fosse Dicembre inoltrato, la temperatura all’interno della scuola era sempre alta e il caldo era aumentato da quando Niall aveva cominciato ad addobbare l’albero.
“Nah, la mia voce è peggio di quella di una cornacchia. Preferisco ascoltare le voci degli altri.”
“Secondo me hai un buon timbro.”
“Ti sbagli di grosso.” rise Julia, non potendo fare a meno di pensare alla sua odiosa voce.
“Sei proprio testarda, eh? Come mai non ti avevo mai notato fino ad ora? L’unica cosa dignitosa che mi offre questa scuola sono proprio le belle ragazze”
Julia arrossì di colpo, concentrandosi sull’albero per non rispondere alla domanda di Niall.
I complimenti la mettevano sempre in soggezione, soprattutto se erano da parte di un ragazzo.
Come aveva detto la prof, passate due ore si ripresentò a scuola. Una fortuna per i ragazzi, che avevano appena finito di fare l’albero e tutto ciò che desideravano era uscire da quel posto e stargli alla larga per un po’. Julia aveva anche pensato che se la professoressa fosse arrivata tardi, lei sarebbe dovuta rimanere da sola con Niall, questa volta senza fare niente che li distraesse l’uno dall’altro, e si sarebbe sentita davvero in imbarazzo.
“Ragazzi ma è stupendo! Avete un tocco artistico voi due, complimenti! Ho fatto bene a mettervi in punizione!” la professoressa batteva le mani contenta, sembrava quasi che fosse tornata giovane, ancora sorridente e spensierata.
“Possiamo andare ora?” Niall doveva vedersi con alcuni ragazzi che, come lui, volevano formare una band e andava piuttosto di fretta.
“Andate pure. Buon Natale, ragazzi.” la professoressa sorrise, un sorriso sincero, uno dei pochi da parte sua.
“Buon Natale anche a lei.” dissero in coro Niall e Julia.
Usciti da scuola, le destinazioni dei due ragazzi erano diverse: Niall doveva andare verso il centro della città, girando a destra della scuola, Julia, invece, a casa, nella direzione opposta a quella del ragazzo.
“Beh, ci vediamo allora.” per la prima volta da quando aveva passato del tempo con lei, Niall si sentiva in imbarazzo.
“Si... ci vediamo.” Julia sorrise, cercando di cacciare via quel dispiacere che la stava a poco a poco invadendo.
Cominciò a camminare verso casa sua, pensando che forse era stata una vera cretina. Forse avrebbe dovuto chiedere il numero a Niall, per rimanerci in contatto. Poi pensò che non ce l’avrebbe mai fatta a fare una cosa del genere, a causa della sua timidezza. Sentì dei passi correre dietro di lei e una voce gridò “Hey, Juls aspetta!”. Lei si girò subito, vedendo arrivare Niall, affannato e sudaticcio.
“Volevo... chiederti... una...”
“Niall prendi fiato!” Julia scoppiò a ridere, immaginando il motivo per cui il suo nuovo “amico” l’avesse rincorsa fino a perdere un polmone per strada. Un’idea già ce l’aveva, ma non voleva farsi illusioni e costruirsi castelli in aria, come aveva fatto molte volte in passato.
“Giusto” Niall inspirò ed espirò profondamente, prima che il battito del cuore cominciò a tornare regolare e stabile.
Dopodichè le disse:
“Pensavo... domani hai da fare? Possiamo farci una passeggiata, se ti va” per la seconda volta il biondo era di nuovo in imbarazzo, con il cuore a mille, non più per la corsa ma per la risposta che gli sarebbe arrivata da una momento all’altro. Aveva avuto tante ragazze, era stato rifiutato da poche, ma non aveva una grande autostima di sé.
“Certo! Non ci sono problemi” la ragazza cercò di trattenersi dalla gioia: Niall le aveva appena chiesto di uscire.
“Bene! Allora ci vediamo al parco alle cinque, d’accordo?”
“Domani, alle cinque, al parco. Perfetto Niall.”
 
 
Forse sarebbe dovuta arrivare con qualche minuto di ritardo. Insomma, di solito le ragazze erano le ritardatarie che facevano aspettare i ragazzi per qualche minuto, in cui questi ultimi pensavano a cosa dire e a come comportarsi. Ma arrivare in ritardo non era nel suo stile, perciò alle cinque era già nel parco, cercando con gli occhi il suo cavaliere.
Erano le cinque e dieci minuti, e di Niall neanche l’ombra.
Julia stava cominciando a pensare che il biondo l’avesse solo presa per in giro, che si fosse scordato di lei, che non fosse interessato a lei poi così tanto, in fondo lei non era alla sua portata. Non che fosse brutta, anzi, era una ragazza molto carina e simpatica, si distingueva dalla massa per la sua semplicità. Una come lei non sembrava potesse rientrare nei canoni di Niall, ecco tutto.
La lancetta dell’orologio che portava al polso scoccò le 15.15 esatte. Julia alzò la testa, speranzosa di vedere il ragazzo con il quale si sarebbe dovuta incontrare già da un pezzo. Stava cominciando a perdere la pazienza, si sentiva presa in giro e amareggiata. Si alzò dalla panchina dove era rimasta seduta per tutto quel tempo, con l’idea di tornare a casa.
“Dove vai?” una voce dietro di lei bloccò i suoi passi.
“A casa, tu che dici?” Julia era rimasta sorpresa nel vedere Niall ma, nel contempo, stizzita dalla sua domanda. Era una presa in giro anche quella?
“Okay, sono arrivato con un ritardo micidiale, ma posso spiegarti”
“Tranquillo, non devi spiegarmi niente, Niall. Ho capito” Julia cercò di mostrare al biondo uno dei suoi migliori sorrisi, ma quello che le uscì fuori fu soltanto una smorfia. Di dolore, poi.
“No che non hai capito. Mi si è fermata la macchina mentre ero per strada e per non perdere un’occasione del genere, sono arrivato qui con i miei piedi, da solo, correndo.” disse il biondo, scandendo le ultime parole per rendere meglio l’idea.
Julia rimase immobile, con la sua mente che lavorava a mille. Per la seconda volta quel ragazzo
si era improvvisato centometrista per lei. E lei che se ne stava lì a fare la permalosa. Forse c’era qualcosa che non andava.
“Hai mai pensato di iscriverti a qualche corso di atletica?” chiese la ragazza provando a rimediare.
“Mhh, ho preso in considerazione l’idea dopo averti conosciuta.” Niall fece una pausa, poi si avvicinò a Julia e le strinse la mano. “Allora, dove vuoi che ti porti di bello, oggi?”
Julia rimase totalmente spiazzata da quel gesto, non si aspettava di certo un contatto con lui, o perlomeno non quel tipo di contatto. Guardò negli occhi Niall, ma non fu una bell’idea. Le si strinse lo stomaco al contatto col suo sguardo, con quegli occhi color ghiaccio che le trafiggevano anche l’anima.
“Dove vuoi” disse a mezza voce, ancora scossa da quel contatto tattile e visivo.
I ragazzi passeggiarono per le vie della città, presero un trancio di pizza nonostante facesse molto freddo e ci volesse qualcosa di caldo e riscaldante da trangugiare e, quando il sole se n’era ormai già andato e tutti i lampioni illuminavano le strade, si diressero verso la piazza principale. Lì era stato allestito un grande albero di natale, luminoso e colorato. I ragazzi ci si fermarono proprio davanti, a due passi da questo.
“Grazie per la giornata” sussurrò Julia, avendo esaurito tutte le energie con Niall. Si era divertita tantissimo, aveva scoperto di avere molte cose in comune con lui, che era simpatico, dolce, affettuoso e in qualche modo protettivo.
“Grazie a te” Niall sorrise, soffermandosi sul viso di Julia. Era bellissima. Era perfetta.
I due ragazzi erano a due passi l’uno dall’altra, in silenzio, a godersi quell’attimo di sguardi che comunicavano anche meglio delle parole i loro sentimenti.
“Oh, quasi dimenticavo! Ti ho preso una cosa...” Niall rovistò nella tasca del suo giubbotto, fino a tirare fuori un pacchettino.
“Ma... io non ti ho fatto nulla” Julia guardò il pacchettino triste, pensando a quanto fosse stata stupida a non comprare un pensierino per il suo amico, come lui aveva fatto a lei.
“Non faccio regali per aver qualcosa in cambio. Dai, aprilo.”
Julia sorrise a Niall, pensando a quanto fosse tenero. Scartò delicatamente il pacchettino, accartocciando la carta in tasca per non gettarla a terra e ritrovandosi tra le mani un oggetto davvero carino: un portachiavi di un verde sgargiante a forma di trifoglio.
“Oh... Grazie” sussurrò Julia.
“I trifogli portano fortuna, sai? Soprattutto nel mio paese, sono considerati una sorta di anti-sfiga.”
“Nel tuo paese?”
“Irlanda. Vengo dall’Irlanda.” Niall sorrise, di nuovo. Poi riprese dicendo: “Spero che ti porterà fortuna e che ogni volta che lo guarderai penserai a noi e al nostro pomeriggio passato insieme.”
La distanza tra i due ragazzi si stava poco a poco riducendo, con Niall che si avvicinava sempre di più a Julia, mentre le accarezzava una guancia.
Quando le loro bocche erano ad un millimetro di distanza Julia disse flebilmente: “Buon Natale Niall.”
Le nuvole, commosse da quella scena, lasciarono che soffici fiocchi di neve raggiungessero la città, toccando tetti, strade ed alberi. E fu a quel punto che i due si baciarono, sentendosi finalmente felici e completi.
 
 
My corner
Heylà gente!
Questa è una shot che ho scritto un mesetto fa circa quando lo spirito natalizio ha cominciato ad invadere ogni paese, persino il mio che è brutto e caccoloso (?).
Spero vi sia piaciuta e visto che è Natale e siamo tutti più buoni vi pregherei di lasciare una recensione per sapere se sono riuscita a conquistarvi oppure se siete andate a vomitare in bagno in mancanza di un secchio a portata di mano :D Perchè a Natale si puòòòòòò! (?)
Okay, sto dando i numeri quindi mi do alla fuga.
Tantissimi auguri a tutti quanti sperando che quest’anno sia piacevole e felice (e che non sia l’ultimo soprattutto!).
Ah, quasi dimenticavo! Faccio gli auguri a Louis Tomlinson che domani compirà 20 anni ma vorrebbe restare giovane per poter continuare a fare tutte le sue stronzate. Lo amo con tutto il mio cuore e mi dispiace che l’Italia non metta sul mercato ragazzi così... Puah!
Auguri di nuovo a tuuutti quanti!
With love :3

 

  
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