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Autore: Zomi    23/12/2011    6 recensioni
Voglio poter stare con Nami. È una promessa la mia, a lei e a me stesso. E le mie promesse sono debito…
Perché voglio stare con lui. Lo voglio, lo voglio, lo voglio…
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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VOGLIO
 

Marcio spedito verso la cabina delle ragazze, con in braccio i loro indumenti appena stirati. Ma dimmi te se uno spadaccino della mia importanza, deve pure fare da Colf a sta ciurma di pazzi.
Se quel fessacchiotto di Sanji non mi avesse costretto ad aiutarlo, ora sarei a sonnecchiare tranquillo e beato sotto i mandarini a poppa.
Busso con un calcio alla porta.
Nessuna risposta. Eppure Nami dovrebbe essere dentro lì.
Riprovo con più forza. Niente.
-Ehi mocciosa… apri che ho i vestiti stirati… dai, muovi il culo!!!!-
Silenzio.
Con gran fatica, imprecando e bestemmiando, apro con un gomito la porta ed entro nella stanza. In effetti la strega dentro c’è, ma sta dormendo sul suo letto. Appoggio gli indumenti sulla scrivania di Robin e la squadro.
È posata sul lato sinistro. Un braccio abbandonato sul fianco destro che pende sullo stomaco, l’altro mezzo tra il cuscino e il capo ramato. In mano un libro sospeso sul bordo del letto.
La mocciosa ha fatto il turno di vedetta sta notte. Lo so bene, perché sono rimasto sveglio anch’io in palestra ad allenarmi.
Mi avvicino alla sua branda e mi inginocchio accanto a lei.
Gli occhi sono chiusi serenamente in un sonno pesante e tranquillo. La bocca leggermente socchiusa. I capelli liberi sul guanciale e sulle spalle. Il petto che sia alza regolare al suo respiro.
Indossa un paio di pantaloncini marroni e una leggera maglia senza maniche, molto scollata naturalmente, beige.
Stranamente mi ritrovo a pensare che è bellissima.
Ha un aria angelica e divina. Sembra una ragazza tenera e dolce, una creatura morbida e innocente. Un a rappresentazione vera e propria del gentil sesso.
In realtà è un arpia raccattatrice, dispotica e schiavista. Schiavista…
Il suo tatuaggio blu attrae la mia attenzione.
Vicino ad esso l’incancellabile passaggio di Aarlong e dei suoi pirati. Delle sue crudeli torture e della schiavitù della mia mocciosa. Quel tatuaggio ormai invisibile, cancellato a forza proprio da lei con il suo sangue, e sostituito da un altro simbolo nato da altro sangue: quello del sacrificio di sua madre e dagli anni bui sopportati dalla sua gente.
E lì, fermo immobile, marchiato sulla sua diafana pelle, simbolo ora di libertà e vittoria.
Mi sono chiesto spesso perché se lo sia fatto, dopo aver cancellato il precedente marchio di schiavitù. Ora so che con quel simbolo è la testimonianza che ora è libera. Ha mantenuto la parola data. Il patto è sciolto.
Il debito saldato.
Da quando rufy ha sconfitto quel pirata uomo-pesce, non la sento più parlare nel sonno e sobbalzare affannata nel cuore della notte a causa degli incubi.
Lo accarezzo delicatamente, sperando di non svegliarla.
Dorme sonni tranquilli ora che è libera. Dorme sorridendo.
Sorrido anch’io, impressionato dal suo coraggio e dalla sua forza.
Forse sono proprio queste due sue caratteristiche che me la fanno tanto apprezzare. Certo, anche Robin lo è stata nella sua vita, ma Nami ha quel non so che, che…
Ridacchio, schiaffandomi il palmo della mia mano sulla fronte. Idiota di uno spadaccino. Hai passato una vita a cercare la donna coraggiosa e forte per te, a cui vivere al fianco e trascorrere anni felici, e la trovi in una mocciosa lingua lunga e venale.
Si, Nami è la mocciosa che voglio poter vedere ogni mattina al mio fianco al risveglio, e l’ultima persona su cui posare il mio unico occhio vedente prima di addormentarmi.
Le accarezzo il viso, spostandole qualche ciocca di capelli.
-Mi sono innamorato di te, sai… Sei proprio una strega, e con un incantesimo mi hai rubato il cuore e l’anima. Ladra di una mocciosa…-
Si muove nel sonno, questa serafica creatura a cui ormai non posso più fare a meno.
-Ti amo- mormoro paino, posandole un leggero bacio sulle labbra.
-Un giorno troverò anche il coraggio di dichiarartelo… E magari anche di baciarti sul serio…-. Mi alzo dal pavimento su cui sono rimasto inginocchiato fin ora. Sento i passi di Sanji avanzare nel corridoio, di certo in cerca di me che l’ho abbandonato in lavanderia. Esco dalla cabina silenziosamente per non svegliarla. La guardo un’ultima volta e socchiudo la porta.
-Ehi Morimo del cavolo… dove ti eri nascosto eh? Ti sei perso perfino a casa tua? Hai dato i vestiti puliti alle mie Dee? Non avrai litigato con la mia sirena ramata spero…-. Lo guardo con sguardo di fuoco.
-Quante domande… permetti che ti rispondi? Bene!!! Uno: non mi ero nascosto. Due: io non mi perdo, e che Franky ha costruito i corridoi tutti uguali e io mi confondo. Tre: si ho messo i vestiti delle ragazze nella loro stanza e quattro, il più importante di tutti: Nami non è la tua sirena ramata. Come minimo è la mia… siamo intesi?!?-.
Lo lascio lì, a bocca asciutta e senza parole, e mi dirigo con passo calmo verso il ponte per, finalmente, sonnecchiare un po’…
Ridacchio un po’. Di sicuro mi sono messo nei guai, rispondendo così al cuoco, ma non mi importa. Voglio poter stare con Nami. È una promessa la mia, a lei e a me stesso. E le mie promesse sono debito…

 
 

 

Apro un occhio ancora un po’ assonnato.
Delle voci concitate, risuonano davanti alla mia stanza. Mi metto a sedere sul letto e ascolto. Porto una ciocca de4i miei capelli rossi dietro un orecchio.
-… i vestiti delle ragazze nella loro stanza e quattro, il più importante di tutti: Nami non è la tua sirena ramata. Come minimo è la mia… siamo intesi?!?-.
La voce di Zoro risuona forte e chiara. Sta parlando di me?!? Di me?!?
Mi alzo di scatto e vado verso la porta. Sbircio dal buco della serratura ma vedo davanti all’uscio, solo Sanji che ridacchia accendendosi una sigaretta.
-Finalmente si è deciso il Morimo…- sogghigna.
Mi appoggio alla porta e rido soave. Ricordo le sue carezze delicate, i suoi tocchi soffici e teneri. Ma soprattutto le sue parole e le sue labbra sulle mie. Chiudo gli occhi. Si, finalmente si è deciso. E presto, lo so, presto troverà anche il coraggio, come lo troverò io, per sussurrargli dolcemente: ti amo. Perché voglio stare con lui. Lo voglio, lo voglio, lo voglio… 

 

   
 
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