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Autore: crazy_world    23/12/2011    1 recensioni
Sono passati trent'anni.
Hermione, Draco, e qualcun altro.
Quanto può essere facile ricominciare da capo?
Tanto quanto è facile amarsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Sembrava impossibile.

Le era sempre sembrata una cosa talmente irrealizzabile, che ora non poteva crederci.

Hermione tirò su sol naso; era agitata, felice, incredula, impreparata. Le emozioni si susseguivano dentro di lei come un vortice inarrestabile.

Le lacrime cominciarono a pungerle gli occhi. Sbatté le palpebre più volte, impedendosi di piangere.

Le sue mani torturavano incessantemente il fazzolettino azzurro, appallottolandolo, aprendolo e chiudendolo di nuovo.

Si permise di lanciare un'occhiata alla finestra. Fuori nevicava fitto, Londra era ormai completamente ricoperta dalla neve.

Tornò a fissare le due persone di fronte a lei.

Erano due uomini.

Entrambi alti.

Uno era un ragazzo di trent'anni, forte e con i capelli biondissimi.

L'altro era molto più anziano, sulla cinquantina. I capelli stavano passando dal biondo platino al bianco.

-Be'...?- azzardò il ragazzo, -Che ne dici?-.

Hermione continuò a tacere.

-Non... non sei contenta?-. Sembrava deluso.

La donna si affrettò a rispondergli. -Certo. Certo che lo sono-.

Hermione non riuscì più a trattenersi, e le lacrime di gioia presero a sgorgarle dagli occhi dorati. E giù, lungo le guance non più vellutate come un tempo.

-Sono felicissima. Puoi lasciarci soli per un momento?-.

Il ragazzo annuì e, sorridendo, uscì dal salotto.

L'uomo più anziano si guardò intorno; sembrava a disagio.

-Ti hanno liberato, allora?- chiese l'ex Grifondoro. Era leggermente nervosa.

-Sì... hanno capito finalmente che non c'entravo nulla con... con tutto quel casino-.

-Ci hanno messo tanto-.

-Sì. Ci hanno messo una vita-.

-Siediti, se vuoi-.

I due presero posto sul divano blu notte.

Hermione decise che era giunto il momento di riporre il fazzoletto azzurro. così si ritrovò le mani libere; si costrinse a tenerle ferme.

-Non hai nulla da dire?- chiese timidamente la riccia.

Lui rimase in silenzio.

-Draco... io non ce l'ho con te- sussurrò lei, non riuscendo a fermare le lacrime.

Avrebbe voluto che fosse stato lui il primo a parlare; ma con quella frase si era finalmente rotta la diga che bloccava quel fiume di parole da trenta lunghissimi anni.

-Non sono arrabbiata con te perché il Wizengamot non ti ha creduto. Nemmeno perché non hai mai risposto alle mie lettere, so che non potevi. Nemmeno perché non ci sei stato per tutto questo tempo. Draco, so che non è stata colpa tua. Non è mai stata colpa tua. Non ci hanno creduto. Abbiamo perso tempo, è vero. Ma possiamo recuperare. Basta pensare al passato, ti prego. Abbiamo ancora un futuro davanti- ormai singhiozzava, tormentandosi le dita. -Mi arrabbierei se ti arrendessi. Puoi recuperare ora-.

Lui la guardava. Gli occhi grigi sembravano più lucidi.

Rimasero in silenzio a lungo.

Lei continuava a piangere silenziosamente.

Lui fissava il vuoto.

Poi Draco spezzò il silenzio.

-Lui non mi conosce neanche- mormorò. -Ci siamo incontrati per la prima volta mezz'ora fa. Ha trent'anni, e io l'ho visto, in totale, trenta minuti. Posso davvero recuperare?-

Hermione si addolcì. -Sì, Draco. Recuperete, lo so. Vi conosco entrambi-.

Lui azzardò un sorriso. -Dici?-

-Ne sono sicura. Ti assomiglia molto, sai?-

L'uomo si sporse e l'abbracciò di slancio.

Lei rimase impietrita per un istante. Erano trent'anni che non lo vedeva, che non lo abbracciava, che non lo sfiorava, che non lo guardava in quegli occhi argentati.

E in quell'abbraccio, entrambi ci misero l'anima.

Si raccontarono l'ansia, la malinconia, la tristezza e la speranza, che li avevano allontanati e tenuti insieme allo stesso tempo.

Quando si separarono, dopo minuti, giorni, secoli, si fissarono negli occhi.

-Voglio ricominciare- bisbigliò Draco. -Voglio recuperare. Dopotutto, non è mai troppo tardi. Mi hanno lasciato andare, no?-

Un bacio, casto, insicuro, a fior di labbra.

-Ti amo- mormorò Hermione, stringendo una mano dell'uomo tra le sue.

-Ti amo anch'io-.

Entrambi osservarono i rispettivi anulari.

-Dovremmo riuscire a sposarci, ora- osservò Draco.

Le menti di entrambi andarono al 18 giugno di trent'anni prima.

Hermione era bella, meravigliosa, nel suo abito da sposa candido. Il ventre era appena un po' più gonfio del normale. Mancavano cinque mesi abbondanti alla nascita del bambino.

Nel mezzo della cerimonia, prima ancora di poter scambiarsi le fedi, gli Auror avevano fatto irruzione al Manor, portando via Draco con l'accusa di aver servito il Signore Oscuro nella Seconda Guerra Magica.

Lei aveva deciso di abbandonare il Manor e di trasferirsi nella Londra Babbana. Avevano detto che sarebbe rimasto ad Azkaban a vita. Non ce l'avrebbe fatta a vivere in quel posto impregnato di lui.

Lo guardò.

Ora lui era lì.

Aveva detto basta con il passato.

Voleva ricominciare.

-Mamma...?- la voce del ragazzo biondo li fece quasi trasalire.

-Vieni tesoro, vieni pure- lo invitò Hermione.

Sedette tra i genitori sul divano. Sembrava imbarazzato.

La riccia stava lavorando febbrilmente alla ricerca di un modo per introdurre il discorso, ma Draco giunse in suo aiuto.

-Ciao Scorpius. Io sono Draco, tuo padre-.

Il ragazzo abbozzò un sorriso. -Ciao... papà-. Fece una piccola pausa. -Sai... è bello conoscerti-.

-Anche per me. Credimi, è meraviglioso conoscerti-.

Hermione trattenne di nuovo le lacrime.

Finalmente, dopo trent'anni di buio, quel Natale sarebbe stato diverso.

Scorpius sembrò averle letto nel pensiero. -Buon Natale, mamma-.

Le cinse le spalle con un braccio, tirandola a sé.

-Buon Natale, Scorp. Buon Natale-.

Draco li ossservò emozionato.

Cosa mi sono perso, pensò.

Ricomincia. Puoi farlo, Draco.

Il ragazzo lo guardò comprensivo. -Buon Natale, papà-.

L'uomo rimase spiazzato dalla facilità con cui aveva pronunciato quel nome. Allora forse non sarebbe stato così difficile per lui dire il nome di suo figlio.

Ricominciare.

Voglio ricominciare, ora. Voglio ricominciare a vivere.

E quale giorno migliore della Vigilia di Natale?

-Buon Natale, Scorpius. Buon Natale-.

Sì, era facile. E sarebbe stato facile anche rivivere.

 
  
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