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Autore: Kumiko_Walker    23/12/2011    2 recensioni
Tyki ed Allen, a causa di una Innocence, si ritrovano nel mondo Reale.
Ad ospitarli sarà una quindicenne italo-giapponese, amante di D.Gray-Man e della coppia Poker.
Riusciranno i due a tornare nel loro mondo ancora sani di mente?
[Ci saranno molti nuovi personaggi] [Probabili Spoiler!]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Nuovo personaggio, Tyki Mikk
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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In The Real World
Capitolo 5: L’Inizio della Festa
 
Allen si svegliò, stranamente, alle otto di mattina, cioè prima di tutti. Si sentiva la testa scoppiare, e poi aveva l’impressione di essersi svegliato quella stessa notte, ma non si ricordava nulla. Che strano. Bè, forse era solo una stupida sensazione.
Si alzò e cominciò a camminare con un passo lento e silenzioso.
Osservò il viso di Hanabi Tsukishima: i capelli neri erano arruffati, la bocca semi-aperta, era raggomitolata su sè stessa come un gattino, ma la cosa che catturò l’attenzione dell’Esorcista albino furono le piccole lacrime, luccicanti come diamanti, che scorreva giù per le guance della ragazza italo-giapponese. Muovendosi il più silenziosamente possibile, prese un fazzoletto di carta bianca, poi si mise in ginocchio, appoggiando i gomiti sul materasso, cercando di non svegliarla, ed asciugò quel liquido salato dagli zigomi di Hanabi. Perché stava piangendo? Ah, quanto avrebbe voluto Allen trovare la soluzione a qualsiasi cosa, come sapeva fare la ragazza che gli stava di fronte. Ormai considerava una amica quella pazza e perversa persona che aveva volutamente deciso di ospitare lui e Tyki a casa sua, gli aveva accolti nella sua famiglia, con qualche bugia, ma gli aveva fatti sentire “normali”. Hanabi era la persona che lo capiva di più: anche se si era integrato bene nell’Ordine Oscuro, sapeva che gli mancava qualcosa, perché nessuno era come lui, nessuno aveva un braccio nero, nessuno era mezzo Noah, nessuno aveva sofferto come lui. E così anche quella ragazza, lei, la sola al mondo ad avere un strano e bizzarro talento da poter sfruttare, ma per quanto lo usasse, sapeva che nessun altro possedeva la sua stessa abilità, le sarebbe sempre mancato qualcosa, anche se cercava in tutti i modi di nasconderlo. Prima o poi si sarebbe rotta, se non lo era già. Aveva amici, una famiglia e tutto quello che poteva desiderare per essere felice ma nessuno l’avrebbe capita, nessuno avrebbe provato le sue stesse emozioni. Anche Allen si sentiva così. Sospirò e chiuse i suoi occhi argentati per qualche momento, per poi riaprirli e guardare quel volto che in apparenza sembrava angelico, ma in realtà era un demonio allo stato puro. Loro due si potevano capire bene, l’Esorcista pensava che anche Tyki provava le stesse sensazioni. Forse era per questo che il Noah non aveva ancora ucciso la ragazza per le sue idee che non potevano assolutamente essere definite brillanti. Si mordicchiò il labbro inferiore, poi portò la mano nera ad accarezzare i capelli mori di Hanabi, che erano morbidi al tatto. Non contò quanti minuti passò lì, ma quando la ragazza mugolò qualcosa nel sonno e si girò dall’altra parte, ma senza aprire gli occhi, Allen ritirò la mano di scatto, imbarazzandosi solamente di aver provato a toccare la italo-giapponese. Ma cosa gli era saltato in testa?!
Si alzò di scatto e guardò con la coda dell’occhio l’orologio: erano passati dieci minuti. Respirò a fondo, poi si ricordò che quello stesso giorno era il compleanno di Hanabi e si aspettava una giornata molto lunga. Ma non riusciva a capire se gli eventi che stavano per accadere erano positivi o negativi. Ovviamente pregò con tutto il cuore che sarebbero stati positivi, anche se aveva seri dubbi al riguardo.
Allen riuscì ad infilarsi nel letto appena in tempo prima che la ragazza si svegliasse con un grosso sbadiglio. I suoi capelli neri erano arruffati ed Hanabi se li tolse dal viso stancamente, come se fosse uno zombie appena uscito dalla tomba.
- Ma quei due ancora dormono? - chiese a se stessa, osservandoli, puoi sospirò - Allen, Tyki, lo so che siete svegli, non sono mica una scema… -.
I due ragazzi aprirono gli occhi e si guardarono per un momento. Sembrava ci fosse tensione tra loro, ma Hanabi non disse nulla, quel giorno sarebbe stato importante, quindi niente liti, qualsiasi sia stato il motivo!
Tyki si alzò e la ragazza quasi non cadde sul letto. Inizialmente Allen non capì perché Hanabi aveva avuto quella bizzarra reazione, poi guardò bene il portoghese e si accorse di un dettaglio: lui indossava solo un paio di boxer neri ed il petto, con tutte le varie cicatrici, era ben visibile.
- Mettiti qualcosa addosso, porca miseria! - la mora cercò di non urlare, per evitare di far entrare suo fratello come un matto in camera sua e poi linciare Tyki.
- Avevo caldo - si giustificò lui, sbuffando. Poi prese un paio di pantaloni scuri ed una giacca bianca (dove lasciò, volontariamente, i primi due pulsanti aperti).
- Non me ne frega! - in realtà ad Hanabi stava per sanguinare il naso per la vista magnifica a cui aveva appena assistito, ma non lo avrebbe mai ammesso. Figuriamoci, lei aveva sempre detto che i maschi erano degli idioti (con qualche eccezione) e non doveva regalare a loro neanche un suo sguardo, peccato che il corpo Tyki sembrava quello di un Dio Greco, ed era impossibile non sgranare gli occhi davanti ad un petto del genere, era addirittura meglio di tutte quelle Doujinshi!
Il Noah pensò a quello che aveva fatto il piccolo pochi minuti prima. Cosa diavolo gli era preso a quel bambino? Sperava sul serio che quell’Esorcista maledetto non si stesse innamorando di quella pazza! Ma no, che stava pensando?! E poi a lui che gliene fregava?!
- Tyki? Ti senti bene? - la voce di Hanabi lo fece svegliare. La guardò negli occhi: beh, effettivamente non era una brutta ragazza e poi con il suo carattere, anche i tipi più tosti erano messi alle strette. Ok, basta, doveva piantarla di pensare a queste cose!
- Sì, mi sono un attimo imbambolato - rise lui.
- Un momento?! Sei cinque minuti così! - lo rimproverò lei, sbuffando rumorosamente. Accidenti, l’aveva fatta preoccupare per niente, quel maniaco portoghese!
- Non so perché, ma ho la sensazione che tu mi stia insultando mentalmente - disse Tyki, guardandola e ridacchiò un po’, quando notò che Hanabi gli lanciò un’occhiata assassina.
- Le mie amiche arrivano presto, i maschi vengono all’ora di pranzo e poi ci sarà anche un imbucato speciale, quindi recitate la vostra senza un ma! Allen vestiti! - la mora andò a passo felpato verso l’armadio, che spalancò non curandosi del rumore infernale che aveva provocato. Lanciò all’albino un paio di jeans ed una maglietta nera con la bandiera dell’America disegnata sopra, un paio di jeans scuri, e, successivamente, buttò fuori i due ragazzi perché doveva vestirsi.
Tyki quasi non cadde a terra, ed Allen si sorresse al muro per poter mantenere l’equilibrio.
- Accidenti a quella, ha sempre dei modi così fini! - il portoghese sputò fuori quelle parole ricche di sarcasmo, ma ormai l’aveva capito: la delicatezza non era certo il pezzo forte di Hanabi.
A pensarci bene, quella ragazza non era per niente perfetta, aveva un casino di difetti, però se fosse stata troppo “buona” forse le avrebbe strappato il cuore, senza pensarci due volte. Nessuno non aveva difetti, ma tutti cercavano sempre di nascondere tutto, invece questa ragazza umana, con l’abilità di dare una soluzione a tutte le situazioni, mostrava tutti i suoi lati peggiori. Forse era questo il suo piano, se mostrava prima tutta la sua parte “malvagia” vedeva a quali persone andava a genio, altrimenti, a lei, non importava avere o no l’amicizia di qualcuno che non la vede di buon occhio. Che senso aveva cambiare per gli altri?! Lei era lei, nessuno avrebbe cambiato il suo comportamento, perché era brutto nascondersi dietro una maschera, e poi era anche una rottura continuare a fingere. Forse la mora la pensava così, ma Tyki non ne poteva essere certo e non poteva entrarle nella mente come Wisely, anzi preferiva non sapere cosa frullava in testa a quella pazza.
Mentre lui si stava ben friggendo il cervello con tutti questi pensieri, Allen si era messo i vestiti che Hanabi gli aveva “gentilmente” dato.
- Sembri distratto, Tyki, cosa ti passa per la testa? - chiese l’Esorcista, pentendosi subito di aver pronunciato quelle parole, accidenti al suo animo gentile e buono!
Il Noah gli regalò un’occhiata scioccata.
- Non credo te ne importi molto, piccolo - rispose lui, sbuffando. Meglio non dire nulla, per il momento.
Un ringhio stava nascendo nella gola di Allen, ma si tappò la bocca prima che esso potesse uscire fuori, altrimenti la situazione sarebbe degenerata in una lotta e qualcuno dei due, oppure entrambi, sarebbero morti. La sensazione delle morte l’albino se la ricordava bene, l’aveva provato sulla propria pelle, quando Tease gli fece un buco nel cuore, l’Esorcista si ricordò di aver provato dolore, disperazione, aveva sentito tutto il suo corpo spegnersi lentamente ed un bruciore al petto, come se gli stessero dando fuoco, non voleva mai più sentire una cosa del genere. Aveva paura della morte, Allen se ne era reso conto solo adesso. Ma dopotutto era normale, no? Essere cancellati dal mondo in pochi secondi, senza che neanche accorgersene, era molto triste.
L’albino smise di pensare alle sue paure quando sentì la porta spalancarsi ed una Hanabi piuttosto contenta uscire. Indossava una maglietta viola, con la centro un serpente verde che stritolava un cuore rosso, poi aveva un paio di jeans corti fin sopra il ginocchio neri stretti, ed un paio di calze lunghe bianche e nere. Inutile dire che l’Esorcista ci restò di sasso.
- Mh? Cosa c’è Allen? - chiese la mora, mettendosi una ciocca dietro l’orecchio e sorridendo. Era proprio di buon umore.
- Nulla - Allen scosse la testa tre volte, arrossendo. Cavolo, ma quella ragazza faceva apposta a provocarlo! Eppure lo sapeva (o almeno questo era ciò che l’albino credeva) che lui non andava d’accordo con le parole “amore” e “attrazione”! Accidenti, con tutte le Fan Fiction che si leggeva ogni giorno, dove Allen era quasi sempre l’uke di turno, doveva saperlo! Questo pensiero gli fece venire alla mente il perché ora conosceva i termini “seme” ed “uke”. Era successo un paio di giorni prima, Tyki era sempre felice di leggere le Fan Fiction (ma per lui le Doujinshi Hard erano il massimo!), così anche l’Esorcista maledetto si era incuriosito. Aveva chiesto ad Hanabi, così, tanto per sapere, di poter leggere una di quelle storie. La mora aveva gli occhi a forma di cuore quando la sua mente capì la richiesta dell’albino. La prima Fan Fiction che Allen lesse era su di lui e Kanda, in inglese, ma per lui non era un problema la lingua, visto che era nato e cresciuto nei vicoli di Londra. Ovviamente la Fan Fiction era Raiting M (che equivale al Rosso), ed all’Esorcista quasi non venne un infarto. Ma poi cominciò a leggerle, anche se poco alla volta, arrossendo nelle parti più spinte, ma cominciavano a piacergli, ma non lo diceva mai apertamente, perché altrimenti Hanabi avrebbe indetto una festa in “onore” a quel miracoloso evento! Ogni tanto, mentre guardava la televisione, sentiva i discorsi di Tyki e della mora, che parlavano di Doujinshi ed arrossiva furiosamente, quando parlavano di lui insieme al “figone” (come lo definiva Hanabi) che gli capitava. Erano proprio perverse le persone di quel mondo! Ma non avevano altro da fare?! Accidenti, voleva scavarsi una fossa da solo ed infilarsi dentro, per poi non uscirne mai più!
- Ti trova carina - rispose il Noah, che era apparso dietro di lui, accendendosi una sigaretta, apparsa dal nulla come l’accendino (che poi si era smaterializzato misteriosamente).
La mora aprì la bocca per dire qualcosa, ma successivamente la richiuse. Sembrava una persona muta in cerca di dire qualcosa, ma le parole non le uscivano dalla bocca. Hanabi decise di cambiare discorso, andando a svegliare il fratello, facendo finta che Tyki non avesse detto nulla. Era una maestra a fuggire dai discorsi.
- Ichigo! - entrò nella camera del fratello, spalancando la porta, ma poi notò che non c’era nessuno - Che strano! Ichi-nii non c’è? - per qualche strano motivo, la mora aveva cominciato ad usare il suffisso “-nii”, quando parlava del fratello, cosa alquanto strano, visto che non parlava quasi mai la sua lingua madre e non diceva mai nulla in giapponese, non si era mai fatta scappare neanche un suffisso. Se i suoi occhi non erano leggermente a mandorla, tutti l’avrebbero scambiata per una italiana dalla pelle più pallida del normale. Razzismo, Hanabi lo odiava, solo sentire pronunciare quella parola le faceva venir voglia di vomitare. Era mezza giapponese, ed allora?! La gente parlava male di lei, appena combinava qualcosa di “cattivo”, tipo un vaso rotto o un pugno in faccia a qualcuno che proprio se lo meritava. La mora odiava i razzisti, per lei neanche sarebbero dovuti esistere, perché quando sentiva al telegiornale che qualche italiano uccideva delle persone di altri Paesi sentiva una forte tristezza impossessarsi di lei. Non riusciva a capire gli esseri umani che si comportavano così. Ma se proprio non potevano fare a meno di odiare le persone con qualche caratteristica fisica diversa dalla loro, erano pregati di non uccidere, ma di manifestare pacificamente (anche se Hanabi non ne capiva l’utilità, visto che l’Italia era uno Stato libero).
- Hana! - una voce squillante fece voltare la mora, che si ritrovò intrappolata in una morsa assassina da parte di Alessia, che continuava a ridere. “Ale” era vestita con una maglietta senza maniche aderente nera ed una minigonna viola, con infradito rosse.
- Buon Compleanno, Hanabi - dietro a loro, un dolce sussurro si fece sentire. Hanabi aprì gli occhi di scatto.  Una ragazza, quasi del tutto simile ad Alessia stava in piedi, con un pacchetto giallo in mano, decorato con un fiocco rosso. L’unica cosa che la differenziava dalla gemella era il taglio di capelli: i suoi erano molto corti e lisci, per il resto del viso e del corpo, era simile ad Alessia.
- Manuela! - Tyki (che aveva fatto sparire la sigaretta da qualche parte) ed Allen si ricordarono che questa “Manuela” era la sorella gemella della migliore amica della pazza scatenata che li ospitava.
Erano appena le otto e mezza di mattina, ma tutti sembravano belli riposati. E Tyki proprio non riusciva a capirne il motivo, va bene che era una festa, ma erano pur sempre in vacanza ed erano degli adolescenti pieni di ormoni, dai, chi non andava a letto alle tre di notte?!
- Manu, metti pure il regalo sul tavolo in sala, e comunque ti voglio presentare Allen e Tyki, rispettivamente il mio ragazzo e suo fratello! - Hanabi era riuscita ad uscire dalla morsa di Alessia, e sorrideva allegramente, come una bambina.
Manuela sorrise e fece un mezzo inchino, poi andò a posare il regalo. Quella ragazza non era mai stata una persona di molte parole, certe volte non si notava neanche la sua esistenza, come se fosse un fantasma che infestava la casa di qualcuno.
- Oi, Hana! - Alessandro entrò i casa, con un sorriso dipinto sul volto, accompagnato da un’altra ragazza al suo seguito. Aveva i capelli lunghi fino alla schiena, lisci, di un color castano chiaro, gli occhi grandi, uno azzurro come un cielo senza nuvole, limpido e puro, l’altro ambrato, il viso dolce, da bambina, la carnagione leggermente abbronzata, il naso piccolo, le labbra leggermente carnose e rosse, piuttosto bassa e molto magra, quasi anoressica. Indossava un vestito lungo fino alle ginocchia color confetto, con un cerchietto bianco con sopra una farfalla blu nei capelli. Tyki si chiese chi era, ma poi notò che una delle sue mani era stretta a quella del ragazzo dai capelli neri.
- Franci, Ale! - ah, quindi quella era la nuova ragazza di Alessandro, Francesca, se non si ricordava male, Hanabi glielo aveva detto, più o meno quando si erano incontrati. A quel pensiero Tyki fece un risolino. Già, come si erano incontrati, lui ed il piccolo gli erano piombati in casa, in una maniera assurda.
Francesca aveva tra le mani un piccolo pacchetto argento, con un nastro nero a chiuderlo.
- Buon compleanno Hana - Francesca arrossì, mentre diceva quelle parole, era in evidente imbarazzo, e continuava ad osservare Tyki ed Allen, con timore, forse. Era una persona timida di natura, a cui non piaceva stare al centro dell’attenzione, ma era anche determinata, quando voleva.
- Io sono Tyki e questo è Allen, è un piacere conoscerti, posso chiederti perché i tuoi occhi sono di colore diverso? - chiese il Noah, salutandolo con un cenno della mano e mantenendo un tono neutro.
- Oh, ecco… sono nata, così, sono brutti i miei occhi, no? - rise Francesca, ma si poteva sentire, nella sua voce, tanto dolore. I suoi occhi erano così diversi da quelli di altri persone, aveva avuto tanti problemi a relazionarsi con gli altri. Ma quando conobbe Hanabi, che se ne fregò completamente dei suoi occhi e pretese di diventare sua amica, pianse, per la prima volta, lacrime di gioia, invece che di dolore.
- Non è vero, sono molto belli - Allen le sorrise timidamente, facendo un cenno con il capo. Anche se non se ne rendeva conto, era molto bravo a far cadere ai suoi piedi le ragazze. Francesca arrossì e ringraziò, stringendo sempre di più la mano di Alessandro.
Hanabi diede una gomitata all’albino, che continuò a ridere, imperterrito.
- Ti avverto che Alessandro è un tipo molto geloso - sussurrò la mora, notando l’occhiataccia che il suo amico italiano rifilò al piccolo inglese.
- Geloso? E perché mai lo dovrebbe essere? - chiese, ingenuamente, Allen. Tutti caddero quasi a gambe all’aria: possibile che non se ne accorgeva?! Era davvero così innocente, anche dopo tutte quelle Fan Fiction e Doujinshi che Hanabi gli aveva fatto leggere?!
Tyki si mise a ridere, insieme a tutti gli altri, tranne, ovviamente, l’albino, che si chiedeva il motivo di tutte quelle risa. Gonfiò le guance, offeso.
- Uffa, io proprio non capisco! - disse, con le guance lievemente tinte di rosa che cercava di nascondere, ma si poteva notare subito, visto la pelle bianchissima del ragazzo.
- Dai, non volevamo offenderti! - Alessia rise ancora. Non sapeva quello che la sua migliore amica le stava nascondendo, ma per il momento, si poteva divertire anche senza sapere nulla.
Un ringhio molto forte si udì provenire dalla pancia di Allen, e le sue guance, da rosa, divennero di un rosso brillante. Accidenti, aveva una grandissima fame! Dopo tutte queste nuove conoscenze, si era stranamente dimenticato che non aveva ancora mangiato nulla! Per lui era una tragedia inimmaginabile!
- Andiamo a fare colazione! - Hanabi prese la mano dell’Esorcista maledetto ed andarono in sala, seguiti da tutti gli altri, ed anche da Tyki, visto che anche lui aveva una certa fame.
La mora entrò nella cucina e notò tre piatti pieni zeppi di biscotti alla crema, ricoperti di cioccolato, ed accanto una piccola lettera rosa. Hanabi la prese con cautela e la lesse, mentre addentò un biscotto e si accorse che aveva un sapore buonissimo.
Ad Hanabi.
Innanzitutto auguri!
Abbiamo fatto questi biscotti per te, Allen e Tyki, spero che vi piacciano come colazione!
Io e tuo fratello andiamo a prendere Paolo, per la tua festa.
Saremo di ritorno dopo il pranzo!
Ancora auguri!
Ichigo e Sarah.
P.S. Se ti stai chiedendo perché abbiamo fatto così tanti biscotti, è perché lo stomaco di Allen è un pozzo senza fondo XD
La mora rise per il Post Scrittum, e chiamò Manuela, Francesca ed Alessia, perché non poteva portare quei tre piatti da sola, senza far cadere qualcosa. Le due sorelle accettarono volentieri, e subito misero sulla tavola i biscotti, mentre l’altra rimasta prese tre bicchieri e gli riempì di succo di pera. Allen aveva la bava alla bocca ed i suoi occhi non vedevano altro che tutto quel cibo che sembrava proprio delizioso.
- Ma perché così tanti biscotti? - chiese Alessandro, che si era seduto sul divano, e sopra di lui vi era Francesca, un po’ imbarazzata per la posizione.
- Ora lo vedrai - Hanabi, mentre diceva quelle parole, cercò in tutti i modi di non ridere.
Allen addentò un biscotto dietro l’atro. Mentre la mora e Tyki ne mangiarono solamente sei a testa, l’albino finì tutti gli altri. Le facce di Manuela, Alessia, Alessandro e Francesca erano troppo divertenti, aveva la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.
- Giochiamo “Al gioco della Bottiglia”? - chiese Hanabi, prendendo una bottiglia di vetro vuota.
- Come si gioca? - chiese l’Esorcista, non sapendo neanche l’esistenza di un gioco che si chiamava in quello strano modo.
- E’ tipo una specie di “Obbligo o Verità”, ma la scelta è causale, e la punizione è terribile - poi si rivolse ad Hanabi - Visto che sei la festeggiata, la prima domanda od obbligo lo farai tu -.
Tutti si misero a terra, formando un cerchio.
Hanabi girò la bottiglia, ridendo. Non vedeva l’ora. La scelta andò ad Allen.
- Obbligo o Verità, Allen? - chiese lei, sorridendo, ma in realtà, nella sua mente, stava progettando piani diabolici che avrebbero fatto accapponare la pelle a chiunque, perfino ad un serial killer.
- Obbligo - siccome in quel mondo doveva mentire, meglio fare l’Obbligo al posto della Verità.
Sul viso di Hanabi si formò un sorriso inquietante - Allora, ti sfido a fare il giocoliere con le palline per un minuto - la mora, in realtà, voleva vedere se l’albino era davvero un bravo clown.
Allen si strinse le spalle. Si aspettava qualcosa di più difficile. Prese quattro palline gialle e cominciò a farle andare in aria, secondo dopo secondo, l’albino neanche guardava in alto, si limitava a fare sempre lo stesso movimento, osservare tutte le altre persone presenti nella stanza. Il minuto finì e le palline finirono tutte nelle mani di Allen che si inchinò leggermente, con un sorriso, ringraziando quel piccolo pubblico che ora applaudiva.
L’albino girò la bottiglia e finì su Tyki.
- Obbligo o Verità? - Allen sorrise innocentemente, ma in realtà, sotto quella maschera, si nascondeva un ghigno oscuro ed inquietante.
- Obbligo - rispose il Noah.
- Ti sfido a bere tre lattine di birra in un minuto - Tyki deglutì, ok, gli piacevano gli alcolici, ma tre lattine in un minuto erano troppe!
Hanabi prese le lattine e gliele mise davanti, poi prese il telefono e lo mise in modalità cronometro. Diede il via e, con grande sorpresa di tutti, il Noah riuscì a vincere la sfida. Anche se poi dovette prendere tanti respiri profondi per evitare di vomitare.
I giri andavano avanti, tutti sceglievano sempre di fare l’Obbligo ed a Tyki ed Allen capitavano sempre cose bizzarre: stare in equilibrio su una trave spessa mezzo centimetro, centrare un bicchiere (di plastica) con una pistola a pallini da venti metri di distanza, trattenere il respiro sott’acqua per otto minuti, ballare la lap dance, limonarsi con una statua o con un soprammobile, e moltissime altre cose.
Quando fu mezzogiorno, Hanabi preparò panini per tutti (dieci per Allen), mettendoci dentro prosciutto e tutte le cose che trovava in giro per la cucina.
- Ma questa festa non è un po’ monotona? - chiese Tyki, quando ebbe finito il suo panino. Alessia ed Alessandro si misero a ridere. Ed il Noah li guardò in un modo veramente strano.
- Ma come, non lo sai?! Hanabi fa sempre feste molto belle, ma incominciano solo quando arrivano tutti gli invitati! Ora mancano solo Ichigo, Sarah e Paolo - disse il ragazzo mettendosi a posto il ciuffo sulla parte destra del viso. Tyki, in quel momento, vide la cicatrice che gli sfigurava della faccia e capì perché l’aveva voluta nascondere: non aveva più l’occhio destro, e la cicatrice percorreva tutta la parte destra del suo viso. Non era un bello spettacolo.
- Ma quella cica- - il Noah provò a chiedere qualcosa ma venne zittito prontamente da Hanabi, che gli mise le mani sulla bocca, dandogli un’occhiataccia, e si portò l’indice sulla bocca, intimandogli silenzio.
Fortunatamente, Alessandro non aveva sentito nulla e si era messo a chiacchierare allegramente con Alessia e Manuela, sotto lo sguardo di Francesca, che anch’essa sorrideva, con le goti un po’ rosse.
- Buon giorno ed auguri! - la voce di Ichigo fece voltare Hanabi, che gli sorrise felice.
- Auguri, Hana! - Sarah che era dietro di lei la salutò allegramente. La mora si gettò tra le braccia della fidanzata del fratello, sorridendo.
- Grazie! - urlò, facendo ridere i due.
- Perché abbracci solo Sarah? Mi sento un po’ geloso… - la voce di un ragazzo fece alzare la testa ad Hanabi, che sciolse l’abbraccio che aveva dato a Sarah, avvicinandosi a quella nuova persona.
Di fronte a lei vi era un adolescente alto più di Ichigo, con un fisico ben proporzionato e muscoloso, i lineamenti del suo viso erano giovanili e duri, gli occhi erano marrone scuro, i capelli erano lunghi fino al collo, ed erano spettinati, di un colore biondo scuro. Aveva una maglietta nera aderente, con dei jeans lunghi blu scuro e delle scarpe da ginnastica bianche.
- A te non lo do un abbraccio, maniaco - disse Hanabi facendogli la linguaccia.
- Come sei crudele - il ragazzo si mise una mano sul cuore, simulando un infarto, poi sorrise - Comunque auguri, nana - lui mise una mano sulla testa della mora, che glielo permise senza dire nulla.
- Oh? Hai dei nuovi amici? Io sono Paolo Rossi, piacere - disse lui, guardando Allen e Tyki.
- Loro sono Allen e Tyki, il mio ragazzo e suo fratello - Hanabi si staccò da lui e cominciò a rigirarsi tra le mani il suo cellulare con fare annoiato.
- Ragazzo?! E non mi hai detto nulla?! Lo sai che io ti amo! - urlò Paolo, piangendo teatralmente, aggrappandosi alla mora.
- Certo, certo! Forza ora iniziamo la festa! - disse Hanabi, ricevendo un bellissimo “SI’!” da parte di tutti gli altri invitati.
La ragazza scartò tutti i suoi regali: un portachiavi da Alessandro e Francesca, una collana d’oro, senza nessun ciondolo, da Alessia e Manuela, un mazzo di rose bianche da parte di Ichigo e Sarah, ed infine una borsa nera da parte di Paolo. Hanabi ringraziò tutti, sorridendo. A lei piacevano molto i regali, anche se erano bizzarri o stupidi.
Dopo aver acceso la musica al massimo, tutti cominciarono a ballare, e non mancarono le cadute memorabili di Paolo ed Alessandro. Erano proprio dei clown, volevano solo far ridere, per questo avevano conquistato la simpatia di Hanabi, visto che lei adorava ridere e le servivano proprio dei pagliacci per tirarla su quando era giù, triste, depressa o malinconica…
Era solo pomeriggio, ma era come se fosse stata sera. Hanabi sapeva che presto, dopo la cena. sarebbe arrivato un invitato speciale, che doveva far conoscere ad Alessia ad ogni costo. Un amico di tre anni in più della mora, molto bello e simpatico. Ma per ora non avrebbe detto niente, e avrebbe continuato a ridere, e facendo finta di non sapere nulla.
Paolo, che si era seduto su una sedia per riprendere fiato dalla caduta, osservava Hanabi, sentendo una fitta al cuore ogni volta che la ragazza sfiorava Allen. Voleva urlare di rabbia e piangere di dolore, ma avrebbe rovinato la vita alla persona a cui più voleva bene. Con un sospiro si guardò i suoi polsi, dove vi erano due cicatrici molto vicine alle vene azzurre che li percorrevano. Ancora non ci credeva che quella ragazza lo aveva salvato, quando si voleva suicidare perché veniva continuamente preso in giro. A quei tempi, circa tre anni prima, non riusciva a stringere amicizia con nessuno, ed alla fine aveva deciso di uccidersi, di farla finita. Aveva preso un coltello e si era tagliato le vene, aveva sentito dolore, stava morendo lentamente dissanguato, ma, a quanto pare, il destino aveva in serbo per lui un finale diverso da quello che si era immaginato. Infatti una undicenne dai capelli neri e gli occhi leggermente a mandorla lo aveva salvato, trovandolo in quel angolo del parchetto dimenticato da Dio. Si ricordò che Hanabi lo aveva schiaffeggiato, piangendo, e poi aveva chiamato un’ambulanza. Dopo esser guarito, aveva fatto la conoscenza di Ichigo e di tutta la pazza famiglia Tsukishima. Anche se nessuno lo aveva voluto, persino i suoi genitori si infischiavano di lui, per la prima volta aveva sentito di voler vivere per qualcuno. Si innamorò in poco tempo di Hanabi.
Ora la vedeva danzare insieme al suo nuovo ragazzo, Allen Walker, ma non provò nessun rancore verso l’albino, perché, dopotutto, lui voleva solo la felicità della mora, voleva vederla sorridere sempre e non voleva che piangesse mai più. Se lei era felice, anche Paolo lo era. Con un sospiro si alzò dalla sedia e sorrise. La festa sarebbe stata ancora lunga, e non era proprio il giorno di ripensare al passato. Il ragazzo biondo ricominciò a danzare, ridendo, insieme a tutti i suoi amici.
 
 
Angolo demenziale
Kumiko: ed anche questo capitolo è andato, è stato il più faticoso per ora!
Vanessa: in questo capitolo ci sono tre nuovi personaggi, di cui di due si è già svelato il passato ed il motivo del loro attaccamento ad Hanabi. Però, probabilmente, su quello di Francesca si approfondirà di più la questione quando si parlerà del passato di Alessandro.
Kumiko: come si è potuto intuire dal titolo, la parte finale della festa sarà nel prossimo capitolo. All’inizio volevo farlo di un solo capitolo, ma poi, facendo due calcoli, ho notato che non sarei riuscita a scrivere tutto in uno.
Vanessa: “l’amico” che viene nominato alla fine, apparirà nel prossimo capitolo!
Kumiko: questo “amico”, inizialmente, non era nella trama originale che avevo fatto su questa Fan Fiction, l’ho progettato in questi ultimi tempi, ma ero indecisa se metterlo o no, alla fine ho deciso di aggiungerlo.
Vanessa: bene, abbiamo finito con le info, ciao!
Kumiko: a quei altri due i saluti!
Tyki ed Allen: grazie mille a tutti per seguire questa storia, anche se solo la leggete, ci fate tutti felici! Buon Natale, Buon Anno e Buone Festa da tutti noi!
   
 
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